Don Angelo Regazzo aveva conosciuto Asti dopo l’aiuto ... · segnato. I dubbi esistenziali di...

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LETTURE: At 2, 42-47; Sal. 117; 1 Pt 1, 3-9; Gv 20, 19-31 LETTURE: At 2, 42-47; Sal. 117; 1 Pt 1, 3-9; Gv 20, 19-31 I regali del Risorto DOMENICA 19 APRILE - II DOMENICA DI PASQUA MEDITANDO LA PAROLA Giovanni Paolo II chiamò “domeni- ca della Misericordia” la seconda dome- nica di Pasqua, perché dal cuore di Gesù pieno di tenerezza sgorgarono dei doni come raggi e riflessi della sua risurrezio- ne: la pace, i sacramenti e l’ultima bea- titudine nella quale Gesù conferma nella fede a chi crede in lui e a chi soffre i dub- bi dell’apostolo Tommaso. Con la celebra- zione di questa domenica si conclude l’ot- tava di Pasqua, questa settimana che la Chiesa ci ha invitato a considerare come un solo giorno: “Questo è il giorno fat- to dal Signore”. Il vangelo di oggi ci par- la dell’apparizione di Gesù Misericordioso ai suoi discepoli, lo stesso giorno della sua risurrezione, dove consegnò il dono della sua pace e dei suoi sacramenti, e confer- mò la nostra fede e la fede di tutti quelli che come Tommaso, nel mondo sono pie- ni di dubbi e con ansie di certezze. Que- sta pace ci porterà a vivere meglio l’Euca- ristia, a pregare con più fervore e a vivere l’amore con i nostri fratelli. Cristo misericordioso e risorto ci dona la sua pace, ciò significa salute, armonia, pace interiore, serenità e tranquillità per coloro a chi è diretto il suo saluto. Pace come concordia tra le persone, le nazioni, e tra Dio e l’uomo. Gli apostoli l’avevano perduta dopo la morte di Cristo nel Calva- rio. Erano realmente con la pace, la fede e la speranza distrutte. Questo buio turba- mento dei discepoli scompare grazie alla luce della vittoria del Signore, che riempie i loro cuori di serenità e gioia. Sant’Ago- stino definiva la pace come la tranquillità dell’ordine. E come c’e un doppio ordine, quello imperfetto in terra e quello com- piuto in cielo, c’e anche una doppia pace: quella del pellegrinaggio e quella della patria. La ripetizione della parola pace nel Canone Romano della messa è chiara: la Chiesa ha ricevuto la missione di estende- re fino ai confini del mondo la pace di Cri- sto Risorto e Misericordioso. Il Giovedì Santo, Cristo ci aveva donato il sacramento dell’eucaristia. Adesso, dal suo cuore misericordioso esce quest’altro tesoro: il sacramento della riconciliazione. Cristo invia i suoi apostoli con la missione di prolungare la propria: perdonare i pec- cati. La pace con Dio e con i nostri fratel- li è stata perduta con il peccato. Con il sa- cramento della riconciliazione ricuperia- mo quella pace. La Chiesa, dopo la risurre- zione di Cristo, è lo strumento attraverso il quale il Signore raduna tutto l’universo sotto la sua sovranità, lo strumento attra- verso il quale scorre la grazia divina, i cui canali ordinari sono i sacramenti, ordinati alla riconciliazione degli uomini con Dio, attraverso la conversione. Un ultimo regalo della risurrezione di Gesù fu la conferma della nostra fede. La fede nella risurrezione di Cristo è la ve- rità fondamentale della nostra salvez- za. “Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana an- che la vostra fede”, dice San Paolo. Alla luce della risurrezione acquisiscono luce tutti i misteri che Dio ci ha rivelato e con- segnato. I dubbi esistenziali di Tomas- so hanno toccato il cuore di Gesù, fino al punto che nella sua misericordia ci rega- lò l’ultima beatitudine che ha a che ve- dere con tutti quanti non abbiamo avu- to il dono di conoscere il Cristo storico di Palestina: “Beati coloro che credono sen- za aver visto. Perché dubitiamo spesso di Dio e del suo amore misericordioso che dona pace? E’ solida la nostra fede in Cristo Risorto o accolgo dubbi di fede in continuazione? In questo tempo speciale di pandemia, Signore donaci tuo perdono, e con il tuo perdono, la pace. Accresci la mia fede, perché io viva con serenità e con fiducia la mia vita cristiana. Tu sei fedele alle tue promesse e mai permetterai una tentazio- ne superiore alle mie forze. > P. Gerardo Bouzada, LC 12 __________________________________________________ VITA DIOCESANA ________________________ 17 aprile 2020 | Gazzetta d’Asti Da Addis Abeba un saluto da chi ha conosciuto l’epidemia Don Angelo Regazzo aveva conosciuto Asti dopo l’aiuto ricevuto in occasione del tifo petecchiale I casi di contagio in Etiopia sono una sessantina e tre i morti. Ma non sarà possibile il lockdown nella capitale, perché la gente morirebbe di fame In questi tempi in cui si rischia di non garantire un dignitoso ri- cordo di coloro che muoiono e per i quali non è possibile cele- brare il funerale, Gazzetta d’Asti ha pensato di dare l’opportuni- tà di pubblicare gratuitamente il necrologio, limitatamente allo spazio a disposizione. Perciò chi è interessato a usufruire del servizio è sufficiente che invii la foto del defunto o della defunta con le date di nascita e di mor- te e due righe di saluto. L’indiriz- zo mail è gazzettadasti.segrete- [email protected]. Non possiamo garan- tire la pubblicazione, in quanto dipende dallo spazio a disposi- zione e da quanti ne faranno ri- chiesta. Tuttavia ci sembra un gesto di vicinanza verso quelle famiglie che sono colpite dal lut- to in questo particolare momen- to storico. LA GAZZETTA OFFRE GRATUITAMENTE LO SPAZIO PER RICORDARE I DEFUNTI DI QUESTI GIORNI LA GAZZETTA OFFRE GRATUITAMENTE LO SPAZIO PER RICORDARE I DEFUNTI DI QUESTI GIORNI E’ possibile che molti leori della Gazzea d’Asti ricordino an- cora bene un nostro amico mis- sionario salesiano, don Angelo Regazzo, che si trovò nel 1985/86 a gestire una tragedia immane in Etiopia, insieme al confratel- lo Cesare Bullo dovuta alla sicci- tà, quando a Makallè si precipita- rono milioni di disperati in cerca d’aiuto, soprauo acqua e me- dicine per combaere un’epide- mia tremenda di tifo petecchiale. Il fao ebbe subito una risonan- za internazionale, ed alcuni asti- giani, animati da buona volontà si diedero subito da fare adoan- do lo slogan: meglio fare qualco- sa che stare a guardare. Comincia- rono i farmacisti, con in testa il dr. Maggiora. In una serata presso l’oratorio don Bosco di Asti riempirono 4 cassoni di medicine che raggiun- sero presto Makallè grazie ad un ponte aereo Livorno –Makallè. Ma don Angelo continuava a dire che necessitava l’acqua. Quello slogan fece effeo e molta gente si mobilitò. In poco tempo si riuscì a finanziare l’acquisto di una au- tocisterna in acciaio inox da die- ci mila litri, poi inviata superando difficoltà burocratiche sollevate in Etiopia. Alla fine della tragedia i morti in Etiopia risultarono un milione e quarocentomila. Da quel mo- mento si venne a creare una sor- ta di gemellaggio tra astigiani e l’opera di don Angelo, che nel frat- tempo venne trasferito ad Addis Abeba, dove si occupa della scuo- la professionale e del recupero dei ragazzi di strada (molte migliaia). L’ultima realizzazione astigiana è stata la stalla. Don Angelo ci ha scrio e dopo i saluti e gli auguri, prosegue in una mail del 12 aprile: Noi tui, Salesiani, ragazzi, ope- ratori sociali, e guardiani finora stia- mo bene. Come già precedentemen- te vi ho deo, appena le autorità fe- cero chiudere le scuole, noi, Salesia- ni e ragazzi, ci siamo trincerati nel nostro recinto, prendendo precau- zioni ferree per impedire il contagio e finora ci siamo riusciti. Confidia- mo molto nella protezione di Ma- ria e di S. Madre Teresa di Calcut- ta verso cui abbiamo una devozione speciale. Fuori dal recinto purtrop- po non vediamo la gente mantenere le distanze di sicurezza o meersi la mascherina. I casi di contagio in Etiopia sono circa una sessantina e già ci sono sta- ti i primi 3 morti tra i contagiati. Qualche provincia, come il Tigray, è riuscita ad obbligare la gente a chiu- dere tuo ed a stare a casa. Il gover- natore di Addis Abeba ha deo su- bito che è quasi impossibile fare la stessa cosa per i dieci milioni di abi- tanti della capitale, perché blocca- re la gente vorrebbe dire farla mori- re di fame. Tragiche alternative per quasi tua l’Aica, dove la gente si inventa la sopravvi- venza alla giornata. Quindi con fede diciamo alla Prov- videnza: “Pensaci tu”. In caso di bi- sogno noi siamo pronti a meere a disposizione la nostra grande sala multi-uso con 1200 posti a sedere, che potrebbe già servire come un pic- colo ospedale. Già abbiamo comin- ciato ad assistere la gente con la di- stribuzione di acqua potabile con i nostri 2 pozzi. Meeremo poi a ser- vizio le nostre macchine se ce ne fosse bisogno. Con l’aiuto di Nuovo Fio- re in Aica, Riccardo Braglia di Lu- gano, stiamo aiutando migliaia di ragazzi/e di strada che il governo ha raccolto in grandi recinti. Abbiamo comperato 200 litri di alcol, 10 mila guanti sanitari, 50 bidoni di plasti- ca Roto da 50 litri per il lavaggio delle mani, dieci mila pezzi di sapo- ne duro e 200 litri di sapone liquido. Abbiamo già cominciato a distribui- re 10 mila mascherine che producia- mo noi nel nostro laboratorio di sar- toria. Con l’aiuto poi di altri bene- faori abbiamo comperato quinta- li e quintali di maccheroni, farina, riso, zucchero, olio di semi, tantissi- mi cartoni di biscoi e altro cibo che distribuiremo ai poveri della zona nel caso che la situazione deterioras- se. Insomma faremo tuo quello che avrebbe fao don Bosco e Madre Te- resa se si fossero trovati in una situa- zione simile, sicuri che loro dal Cie- lo ci proteggeranno dal contagio e ci daranno idee e mezzi per aiuta- re questi nostri Monelli Buoni e tan- ti poveri che si presenteranno al no- stro cancello. A nome loro vi auguro una Santa Pasqua e vi ringrazio del- la vostra Amicizia. Aff.mo Don Angelo - E-mail: me- [email protected] Per offerte: Fondazione don bosco nel mondo; via Marsala 42 – 00185 Roma c/c postale N.36885028 > Evasio Sattanino Pinuccia Un ricordo particolare dall’amica Loretta. che ha scoperto per caso del suo decesso. Catechista sto- rica del Borgo Tanaro, ha passa- to indenne la vicenda dell’alluvione del ‘94. “La più grande delusione di tutti noi che ti vogliamo bene è non averti potuto salutare in chie- sa” E’ stata ratificata nei giorni scorsi dalla Conferenza Episcopale Piemontese, la no- mina di mons. Francesco Ravinale, Vesco- vo Emerito di Asti, a consulente ecclesiasti- co del gruppo interregionale Ucid - Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti - Piemonte e Valle d’Aosta. Si è così definito il gruppo che nei pros- simi tre anni 2020-2023 reggerà l’ufficio di presidenza del Gruppo Interregionale Piemonte a Valle d’Aosta. Infai dopo l’elezione nel mese di febbraio del suo presiden- te, Paolo Porrino, del segretario generale Luigi Gentile (che è an- che presidente della Commissio- ne Nazionale Sanità) del responsa- bile della comunicazione Giorgio Gianuzzi, la nomina all’unanimità da parte dell’assemblea dei vescovi piemontesi di mons. Ravinale, da sempre vi- cino e sostenitore dell’associazione durante i suo periodo di vescovo della Diocesi di Asti a guida spirituale, completa i quadri dirigen- ziali dell’Ucid Piemonte e Valle d’Aosta. Mons. Francesco Ravinale farà parte del Gruppo Interregionale Nuovo consulente ecclesiastico Ucid Don Felice Molino, salesiano di Settime, quasi conterraneo di don Bosco, ci manda auguri e notizie di Nairobi (Kenia) Nairobi sotto un’apparenza di progresso, tra i suoi grattacieli, nasconde 2 milio- ni e mezzo di diseredati. Anche lì operano i salesiani con scuola e assistenza ai ragazzi di strada. Chi volesse dare una mano lo può fare sul conto aperto presso la Cassa di Risparmio di Asti, agen- zia di Settime, intestato a DON BOSCO AMICO ONLUS, specifican- do per don Felice Molino, don Bosco Mission Kenia - IBAN: IT60J 06085 477100 0000 0021762. * 29-7-1928 + 20-3-2020 Cristianamente è mancata all’affetto dei suoi cari Lina Bianco ved. Nicolini di anni 91 Ne danno il triste annuncio il figlio Gio- vanni, la sorella Carla e parenti tutti. Non smetterò mai di ringraziare il Signore per avermi dato una mam- ma come te. Ti vorrò per sempre un bene infinito. > Il tuo Giovannino Mons. Francesco Ravinale, Luigi Gentile e Paolo Porrino

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LETTURE: At 2, 42-47; Sal. 117; 1 Pt 1, 3-9; Gv 20, 19-31LETTURE: At 2, 42-47; Sal. 117; 1 Pt 1, 3-9; Gv 20, 19-31

I regali del RisortoDOMENICA 19 APRILE - II DOMENICA DI PASQUA

MEDITANDO LA PAROLA

Giovanni Paolo II chiamò “domeni-ca della Misericordia” la seconda dome-nica di Pasqua, perché dal cuore di Gesù pieno di tenerezza sgorgarono dei doni come raggi e rifl essi della sua risurrezio-ne: la pace, i sacramenti e l’ultima bea-titudine nella quale Gesù conferma nella fede a chi crede in lui e a chi soffre i dub-bi dell’apostolo Tommaso. Con la celebra-zione di questa domenica si conclude l’ot-tava di Pasqua, questa settimana che la Chiesa ci ha invitato a considerare come un solo giorno: “Questo è il giorno fat-to dal Signore”. Il vangelo di oggi ci par-la dell’apparizione di Gesù Misericordioso ai suoi discepoli, lo stesso giorno della sua risurrezione, dove consegnò il dono della sua pace e dei suoi sacramenti, e confer-mò la nostra fede e la fede di tutti quelli che come Tommaso, nel mondo sono pie-ni di dubbi e con ansie di certezze. Que-sta pace ci porterà a vivere meglio l’Euca-ristia, a pregare con più fervore e a vivere l’amore con i nostri fratelli.

Cristo misericordioso e risorto ci dona la sua pace, ciò signifi ca salute, armonia, pace interiore, serenità e tranquillità per coloro a chi è diretto il suo saluto. Pace come concordia tra le persone, le nazioni, e tra Dio e l’uomo. Gli apostoli l’avevano perduta dopo la morte di Cristo nel Calva-rio. Erano realmente con la pace, la fede e la speranza distrutte. Questo buio turba-mento dei discepoli scompare grazie alla luce della vittoria del Signore, che riempie i loro cuori di serenità e gioia. Sant’Ago-stino defi niva la pace come la tranquillità dell’ordine. E come c’e un doppio ordine, quello imperfetto in terra e quello com-piuto in cielo, c’e anche una doppia pace: quella del pellegrinaggio e quella della patria. La ripetizione della parola pace nel Canone Romano della messa è chiara: la Chiesa ha ricevuto la missione di estende-re fi no ai confi ni del mondo la pace di Cri-sto Risorto e Misericordioso.

Il Giovedì Santo, Cristo ci aveva donato

il sacramento dell’eucaristia. Adesso, dal suo cuore misericordioso esce quest’altro tesoro: il sacramento della riconciliazione. Cristo invia i suoi apostoli con la missione di prolungare la propria: perdonare i pec-cati. La pace con Dio e con i nostri fratel-li è stata perduta con il peccato. Con il sa-cramento della riconciliazione ricuperia-mo quella pace. La Chiesa, dopo la risurre-zione di Cristo, è lo strumento attraverso il quale il Signore raduna tutto l’universo sotto la sua sovranità, lo strumento attra-verso il quale scorre la grazia divina, i cui canali ordinari sono i sacramenti, ordinati alla riconciliazione degli uomini con Dio, attraverso la conversione.

Un ultimo regalo della risurrezione di Gesù fu la conferma della nostra fede. La fede nella risurrezione di Cristo è la ve-rità fondamentale della nostra salvez-za. “Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana an-che la vostra fede”, dice San Paolo. Alla luce della risurrezione acquisiscono luce tutti i misteri che Dio ci ha rivelato e con-segnato. I dubbi esistenziali di Tomas-so hanno toccato il cuore di Gesù, fi no al punto che nella sua misericordia ci rega-lò l’ultima beatitudine che ha a che ve-dere con tutti quanti non abbiamo avu-to il dono di conoscere il Cristo storico di Palestina: “Beati coloro che credono sen-za aver visto.

Perché dubitiamo spesso di Dio e del suo amore misericordioso che dona pace? E’ solida la nostra fede in Cristo Risorto o accolgo dubbi di fede in continuazione?

In questo tempo speciale di pandemia, Signore donaci tuo perdono, e con il tuo perdono, la pace. Accresci la mia fede, perché io viva con serenità e con fi ducia la mia vita cristiana. Tu sei fedele alle tue promesse e mai permetterai una tentazio-ne superiore alle mie forze.

> P. Gerardo Bouzada, LC

12 __________________________________________________ VITA DIOCESANA ________________________ 17 aprile 2020 | Gazzetta d’Asti

Da Addis Abeba un saluto da chi ha conosciuto l’epidemiaDon Angelo Regazzo aveva conosciuto Asti dopo l’aiuto ricevuto in occasione del tifo petecchiale

I casi di contagio in Etiopia sono una sessantina e tre i morti. Ma non sarà possibile il lockdown nella capitale, perché la gente morirebbe di fame

In questi tempi in cui si rischia di non garantire un dignitoso ri-cordo di coloro che muoiono e per i quali non è possibile cele-brare il funerale, Gazzetta d’Asti ha pensato di dare l’opportuni-tà di pubblicare gratuitamente il necrologio, limitatamente allo spazio a disposizione. Perciò chi è interessato a usufruire del servizio è sufficiente che invii la foto del defunto o della defunta con le date di nascita e di mor-te e due righe di saluto. L’indiriz-zo mail è [email protected]. Non possiamo garan-tire la pubblicazione, in quanto dipende dallo spazio a disposi-zione e da quanti ne faranno ri-chiesta. Tuttavia ci sembra un gesto di vicinanza verso quelle famiglie che sono colpite dal lut-to in questo particolare momen-to storico.

LA GAZZETTA OFFRE GRATUITAMENTE LO SPAZIOPER RICORDARE I DEFUNTI DI QUESTI GIORNI

LA GAZZETTA OFFRE GRATUITAMENTE LO SPAZIOPER RICORDARE I DEFUNTI DI QUESTI GIORNI

E’ possibile che molti lett ori della Gazzett a d’Asti ricordino an-cora bene un nostro amico mis-sionario salesiano, don Angelo Regazzo, che si trovò nel 1985/86 a gestire una tragedia immane in Etiopia, insieme al confratel-lo Cesare Bullo dovuta alla sicci-tà, quando a Makallè si precipita-rono milioni di disperati in cerca d’aiuto, sopratt utt o acqua e me-dicine per combatt ere un’epide-mia tremenda di tifo petecchiale. Il fatt o ebbe subito una risonan-za internazionale, ed alcuni asti-giani, animati da buona volontà si diedero subito da fare adott an-do lo slogan: meglio fare qualco-sa che stare a guardare. Comincia-rono i farmacisti, con in testa il dr. Maggiora.

In una serata presso l’oratorio don Bosco di Asti riempirono 4 cassoni di medicine che raggiun-sero presto Makallè grazie ad un ponte aereo Livorno –Makallè. Ma don Angelo continuava a dire che necessitava l’acqua. Quello slogan fece eff ett o e molta gente si mobilitò. In poco tempo si riuscì a fi nanziare l’acquisto di una au-tocisterna in acciaio inox da die-ci mila litri, poi inviata superando diffi coltà burocratiche sollevate in Etiopia.

Alla fi ne della tragedia i morti in Etiopia risultarono un milione e quatt rocentomila. Da quel mo-mento si venne a creare una sor-ta di gemellaggio tra astigiani e

l’opera di don Angelo, che nel frat-tempo venne trasferito ad Addis Abeba, dove si occupa della scuo-la professionale e del recupero dei ragazzi di strada (molte migliaia). L’ultima realizzazione astigiana è stata la stalla.

Don Angelo ci ha scritt o e dopo i saluti e gli auguri, prosegue in una mail del 12 aprile:

Noi tutt i, Salesiani, ragazzi, ope-ratori sociali, e guardiani fi nora stia-mo bene. Come già precedentemen-te vi ho dett o, appena le autorità fe-cero chiudere le scuole, noi, Salesia-ni e ragazzi, ci siamo trincerati nel nostro recinto, prendendo precau-zioni ferree per impedire il contagio e fi nora ci siamo riusciti. Confi dia-

mo molto nella protezione di Ma-ria e di S. Madre Teresa di Calcut-ta verso cui abbiamo una devozione speciale. Fuori dal recinto purtrop-po non vediamo la gente mantenere le distanze di sicurezza o mett ersi la mascherina.

I casi di contagio in Etiopia sono circa una sessantina e già ci sono sta-ti i primi 3 morti tra i contagiati. Qualche provincia, come il Tigray, è riuscita ad obbligare la gente a chiu-dere tutt o ed a stare a casa. Il gover-natore di Addis Abeba ha dett o su-bito che è quasi impossibile fare la stessa cosa per i dieci milioni di abi-tanti della capitale, perché blocca-re la gente vorrebbe dire farla mori-re di fame. Tragiche alternative per

quasi tutt a l’Afr ica, dove la gente si inventa la sopravvi-venza alla giornata. Quindi con fede diciamo alla Prov-videnza: “Pensaci tu”. In caso di bi-sogno noi siamo pronti a mett ere a disposizione la nostra grande sala multi-uso con 1200 posti a sedere, che potrebbe già servire come un pic-colo ospedale. Già abbiamo comin-ciato ad assistere la gente con la di-stribuzione di acqua potabile con i nostri 2 pozzi. Mett eremo poi a ser-vizio le nostre macchine se ce ne fosse bisogno. Con l’aiuto di Nuovo Fio-re in Afr ica, Riccardo Braglia di Lu-gano, stiamo aiutando migliaia di ragazzi/e di strada che il governo ha raccolto in grandi recinti. Abbiamo comperato 200 litri di alcol, 10 mila guanti sanitari, 50 bidoni di plasti-ca Roto da 50 litri per il lavaggio delle mani, dieci mila pezzi di sapo-ne duro e 200 litri di sapone liquido. Abbiamo già cominciato a distribui-re 10 mila mascherine che producia-mo noi nel nostro laboratorio di sar-

toria. Con l’aiuto poi di altri bene-fatt ori abbiamo comperato quinta-li e quintali di maccheroni, farina, riso, zucchero, olio di semi, tantissi-mi cartoni di biscott i e altro cibo che distribuiremo ai poveri della zona nel caso che la situazione deterioras-se. Insomma faremo tutt o quello che avrebbe fatt o don Bosco e Madre Te-resa se si fossero trovati in una situa-zione simile, sicuri che loro dal Cie-lo ci proteggeranno dal contagio e ci daranno idee e mezzi per aiuta-re questi nostri Monelli Buoni e tan-ti poveri che si presenteranno al no-stro cancello. A nome loro vi auguro una Santa Pasqua e vi ringrazio del-la vostra Amicizia.

Aff .mo Don Angelo - E-mail: [email protected]

Per off erte: Fondazione don bosco nel mondo; via Marsala 42 – 00185 Roma c/c postale N.36885028

> Evasio Sattanino

PinucciaUn ricordo particolare dall’amica Loretta. che ha scoperto per caso del suo decesso. Catechista sto-rica del Borgo Tanaro, ha passa-to indenne la vicenda dell’alluvione del ‘94. “La più grande delusione di tutti noi che ti vogliamo bene è non averti potuto salutare in chie-sa”

E’ stata ratifi cata nei giorni scorsi dalla Conferenza Episcopale Piemontese, la no-mina di mons. Francesco Ravinale, Vesco-vo Emerito di Asti, a consulente ecclesiasti-co del gruppo interregionale Ucid - Unione

Cristiana Imprenditori Dirigenti - Piemonte e Valle d’Aosta. Si è così defi nito il gruppo che nei pros-simi tre anni 2020-2023 reggerà l’uffi cio di presidenza del Gruppo Interregionale Piemonte a Valle d’Aosta. Infatt i dopo l’elezione nel mese di febbraio del suo presiden-te, Paolo Porrino, del segretario generale Luigi Gentile (che è an-che presidente della Commissio-ne Nazionale Sanità) del responsa-bile della comunicazione Giorgio Gianuzzi, la nomina all’unanimità da parte dell’assemblea dei vescovi

piemontesi di mons. Ravinale, da sempre vi-cino e sostenitore dell’associazione durante i suo periodo di vescovo della Diocesi di Asti a guida spirituale, completa i quadri dirigen-ziali dell’Ucid Piemonte e Valle d’Aosta.

Mons. Francesco Ravinale farà parte del Gruppo Interregionale

Nuovo consulente ecclesiastico Ucid

Don Felice Molino, salesiano di Settime, quasi conterraneo di don Bosco, ci manda auguri e notizie di Nairobi (Kenia) Nairobi sotto un’apparenza di progresso, tra i suoi grattacieli, nasconde 2 milio-ni e mezzo di diseredati. Anche lì operano i salesiani con scuola e assistenza ai ragazzi di strada. Chi volesse dare una mano lo può fare sul conto aperto presso la Cassa di Risparmio di Asti, agen-zia di Settime, intestato a DON BOSCO AMICO ONLUS, specifi can-do per don Felice Molino, don Bosco Mission Kenia - IBAN: IT60J 06085 477100 0000 0021762.

* 29-7-1928 + 20-3-2020Cristianamente è mancata all’affetto dei suoi cari

Lina Bianco ved. Nicolinidi anni 91

Ne danno il triste annuncio il figlio Gio-vanni, la sorella Carla e parenti tutti.Non smetterò mai di ringraziare il Signore per avermi dato una mam-ma come te. Ti vorrò per sempre un bene infinito.

> Il tuo Giovannino

Mons. Francesco Ravinale, Luigi Gentile e Paolo Porrino