Dante e l'ottica

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Presentazione tenuta pressa la lerning week di Salò ak liceo Enrico Fermi

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CNR-INOA

Dante e l’ottica: il punto di vista di un fisico

Alessandro FariniIstituto Nazionale di Ottica

Applicata-CNRSalò 13 Giugno 2009

Alessandro FariniCNR-Istituto Nazionale di Ottica

Applicatawww.inoa.it/home/farini

Blog: www.riflessioniottiche.italessandro.farini@inoa.it

twitter.com/alefarini

Un paragone estremamente ingombrante

• il giovane Galileo tenne due lezioni sulla cosmologia dantesca che si ritrovano sotto il titolo "Due lezioni all'Accademia Fiorentina circa la figura, sito e grandezza dell'Inferno di Dante".

Cosa prova di fronte a Dante anche lo scienziato

• L'impressione genuina del postero, incontrandosi in Dante, non è d'imbattersi in un tenace e ben conservato sopravvissuto, ma di raggiungere qualcuno arrivato prima di lui (Gianfranco Contini)

Dante Uomo del Medio Evo

Un’unità inconcepibile

• Nel medioevo la varietà dei fattori costituenti la personalità umana e l’umana convivenza erano protesi ad un’unità, assicurando così una concezione non frammentata della persona e quindi del cosmo e della storia

• E’ la concezione aristotelica che fa una “reductio omnium ad unum”

In che senso Visione?• Uso il termine visione alla maniera

degli studiosi di psicofisica, e non nel senso tipico per gli studiosi di Dante

Perché luce e visione?• Per tradizione: “il

senso della vista è quello che tra tutti dà all’uomo il massimo piacere, in quanto esso è la principale fonte della conoscenza, quella conoscenza che è a sua volta il supremo desiderio dell’animo umano” (Aristotele, Metafisica)

Per modernità• Più del 70% della corteccia

cerebrale è dedicata all’attività visiva

La concretezza dell’esperienza dantesca

• “per un uomo quale fu Dante, appassionato scrutatore di tutto il reale, che costituisce l’oggetto della sua poesia, il vedere è l’atto più importante: esso qualifica in realtà tutta la sua opera. Il grande poema si presenta al lettore come un racconto di cose viste: il poeta protagonista....ridice al lettore ciò che i suoi occhi hanno visto”

(A.M.Chiavacci Leonardi)

Il Medioevo e la riscoperta dei sensi

• Nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu

Vostra apprensiva da esser verace tragge intenzione, e dentro a voi la spiega, sì che l'animo ad essa volger face;

(Purg.XVIII 22-24)

Sempre i sensi

solo da sensato apprende ciò che fa poscia d'intelletto degno

(PD IV 41-42)

Vedere davvero!!

“e come stella in cielo il ver si vide”

(Par.XXVIII 87)

La riflessioneE sì come secondo raggio suoleuscir del primo e risalire in suso,pur come pelegrin che tornar vuole, così de l'atto suo, per li occhi infusone l'imagine mia, il mio si fece,e fissi li occhi al sole oltre nostr'uso.(Par.I

49-54)Qui dàe uno esemplo a descrivere sua fortezza acquistata solo per la visione di Beatrice, e dice siccome lo raggio, poniamo del sole, descende sovra uno specchio, poi si risalisce in ver lo corpo del sole sì come raggio peregrino, così li raggi ch'usciano delli occhi di Beatrice, e rifrangeansi nelli occhi di Dante, lo disponeano a tanta fortezza ch'esso Dante guardava nel sole oltra la nostra umana usanza. (Lana)

La legge della riflessione

Come quando da l'acqua o da lo specchio

salta lo raggio a l'opposita parte,salendo su per lo modo

parecchio a quel che scende, e tanto si

dipartedal cader de la pietra in igual

tratta,sì come mostra esperienza e

arte; (Purg. XV 16-21)

Un’errata visionePoco più oltre, sette alberi d'orofalsava nel parere il lungo trattodel mezzo ch'era ancor tra noi e loro; ma quand'i' fui sì presso di lor fatto,che l'obietto comun, che 'l senso inganna,non perdea per distanza alcun suo atto, la virtù ch'a ragion discorso ammanna,sì com'elli eran candelabri apprese,e ne le voci del cantare 'Osanna'.(Purg. XXIX

45-53)La virtù ch’a ragion discorso ammanna “è la facoltà percettiva che elabora e controlla i dati offerti dai sensi e per ciò stesso offre alla ragione gli elementi del giudizio”

Il pulviscolo atmosfericoDi corno in corno e tra la cima e

'l bassosi movien lumi, scintillando fortenel congiugnersi insieme e nel

trapasso: così si veggion qui diritte e

torte,veloci e tarde, rinovando vista,le minuzie d'i corpi, lunghe e

corte, moversi per lo raggio onde si

listatalvolta l'ombra che, per sua

difesa,la gente con ingegno e arte

acquista. (Par.XIV 109-117)

L’apparire delle stelle

E sì come al salir di prima seracomincian per lo ciel nove parvenze,sì che la vista pare e non par vera, parvemi lì novelle sussistenzecominciare a vedere, e fare un girodi fuor da l'altre due circunferenze. (Par.XIV 70-75)

E la sua spiegazione

Visione e distanza

Lo real manto di tutti i volumidel mondo, che più ferve e più

s'avvivane l'alito di Dio e nei costumi,avea sopra di noi l'interna rivatanto distante, che la sua

parvenza,là dov' io era, ancor non

appariva:(Par.XXIII, 112-117)

Non è la distanza

La montagna bruna

quando n'apparve una montagna, bruna

per la distanza, e parvemi alta tantoquanto veduta non avea alcuna.(Inf.XXVI, 133-135)

E la sua spiegazione

La prospettiva “aerea”: diffusione della luce

Alba rossastra

Io vidi già nel cominciar del giornola parte oriental tutta rosata,e l'altro ciel di bel sereno addorno; e la faccia del sol nascere

ombrata,sì che per temperanza di vaporil'occhio la sostenea lunga fiata:(Purg.XXX 22-27)

Marte pianeta rosso

Ed ecco, qual, sorpreso dal mattino,per li grossi vapor Marte rosseggiagiù nel ponente sovra 'l suol marino, (Purg.II 13-15)

[v]ide da lungi una luce tutta simile al pianeto di Marte, quando sale nello Oriente, e sia tra 'l nostro viso e esso interposti vapori, per la quale interposizione si mostra più r[o]ggio, che quando l'aere è nitidio e sereno; (L’Ottimo)

Ma rosso davvero!

Una piccola quantità di ossigeno presente nell’atmosfera marziana provocò l’ossidazione del ferro esistente nel suolo, dando luogo a una sostanza che ricorda la ruggine

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L’arcobalenoTosto che loco lì la circunscrive,la virtù formativa raggia intornocosì e quanto ne le membra vive.E come l'aere, quand'è ben piorno,per l'altrui raggio che 'n sé si reflette,di diversi color diventa addorno;così l'aere vicin quivi si mettein quella forma ch'è in lui suggellavirtualmente l'alma che ristette;Purg.XXV 88-96

Immagine da wikipedia

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Come si volgon per tenera nubedue archi paralelli e concolori,quando Iunone a sua ancella iube,(PAR XII 11-13)e l'un da l'altro come iri da iri parea reflesso,(PAR XXXIII 118-119)(immagini da wikipedia)

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I sette colori dell’arcobaleno?

e vidi le fiammelle andar davante, lasciando dietro a sè l’aere dipinto e di tratti pennelli avean sembiante; sì che lì sopra rimanea distinto di sette liste, tutte in quei colori onde fa l’arco il Sole e Delia il cinto (Purg.XXIX 73-78)

La struttura dell’occhio

E come a lume acuto si disonnaper lo spirto visivo che ricorrea lo splendor che va di gonna in

gonna, (Par.XXVI 70-72)

La struttura dell’occhio

La cataratta e l’umor acqueo

• Per che, acciò che la visione sia verace, cioè cotale qual è la cosa visibile in sé, conviene che lo mezzo, per lo quale a l’occhio viene la forma, sia sanza ogni color, e l’acqua de la pupilla similemente; altrimenti si macolerebbe la forma visibile del color del mezzo e di quello de la pupilla (Cv III, IX, 6-10)

Effetti della cataratta

Per spiegare l’impenetrabilità dei corpi

Per entro sé l'etterna margaritane ricevette, com'acqua receperaggio di luce permanendo unita (Par.II 34-36)“l’immagine del raggio di luce, che penetra una massa d’acqua senza disunirla, è felicissima e l’unica che la fisica ci somministri per vedere come sensibilmente possa avvenire un’eccezione ad una delle leggi della natura, l’impenetrabilità dei corpi” (Antonelli, noto astronomo).

Quel sol che pria d'amor mi scaldò 'l petto,

di bella verità m'avea scoverto, provando e riprovando, il dolce

aspetto;

Par III 1-3

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Un esempio di metodo sperimentale

• Le prossime diapositive sono riprese dalla mostra “e quindi uscimmo a riveder le stelle: incontrare la scienza in compagnia di Dante” organizzata da Euresis

• http://www.euresis.org/it/Dettaglio_Mostre.aspx?id=21

Grazie a Mario Gargantini

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La scienza…...

Ho un amico artista, e non sempre sono d'accordo con le sue opinioni. Magari prende in mano un fiore, e dice "Guarda come è bello!", e sono d'accordo. Poi aggiunge "io, in quanto artista, riesco a vedere come è bello un fiore. Voialtri scienziati lo fate a pezzi, e diventa noioso". E io penso che sragioni.Prima di tutto la bellezza che vede lui è a disposizione di tutti gli altri -anche mia. Forse non avrò la sua estetica raffinatezza, ma so apprezzare la bellezza di un fiore. per di più vedo nel fiore qualcosa, anzi molto, che lui non riesce a vedere: posso immaginare le cellule, anch'esse con una loro bellezza. la bellezza non si ferma alla dimensione dei centimetri, ma si trova anche su scale più piccole.

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E il misteroPensate alle azioni complesse delle cellule, e ad altri processi. Il fatto che i colori del fiore si siano evoluti per richiamare gli insetti impollinatori, per esempio, è interessante: significa che gli insetti vedono i colori. E viene da chiedersi: possiamo ritrovare il senso estetico dell'uomo anche in forme inferiori di vita? Molte domande affascinanti nascono dal sapere scientifico: questo può soltanto accrescere il senso di meraviglia, di mistero, di rispetto che si prova davanti a un fiore. Accrescere soltanto. Non capisco come e che cosa potrebbe diminuire (R.Feynman)

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Portale del XVI secolo a Salamanca

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La veritàLa statuetta non ha nulla a che vedere con le decorazioni originali. Quando negli anni Ottanta iniziò il restauro della Puerta de Ramos, fu deciso di lasciare impressi nella pietra anche alcuni ricordi del nostro secolo. Così, dove le ricche decorazioni del XVI secolo erano andate perdute, i restauratori inserirono altre figure significative, come la lince iberica, a rischio di estinzione, la cicogna, di cui si celebrava l'anno internazionale, e un vero astronauta, simbolo della moderna era spaziale del nostro secolo.

Conclusione: un’evidenza inesorabile

• Gli esempi fisici, mirabilmente descritti, chiariscono sempre più che il viaggio dantesco è realmente il racconto di un’esperienza, che ha la stessa evidenza della visione degli oggetti

“e come stella in cielo il ver si vide”

Alessandro FariniCNR-Istituto Nazionale di Ottica

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