Dante, come lo vorrei - Compita - Le competenze dell'italiano · 2017. 10. 28. · Un animale...

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Dante, come lo vorrei

Siena, 27 e 28 marzo MMXVII

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CIRCOLARITÀ DEL FUTUROUN PROGETTO PER VIVERE UN AUTENTICO PERCORSO INTERDISCIPLINARE

Dante Alighieri: un cammino fra poesia e geometria

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Fra logos e sarx: sognare la verità

per vivere il sogno•

Spigolature letterarie

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“Sovente ho messo piede sui ponti che uniscono (o dovrebbero unire) la cultura scientifica

con quella letteraria scavalcando un crepaccio che mi è sempre sembrato assurdo. C'è chi si

torce le mani e lo definisce un abisso, ma non fa nulla per colmarlo, c'è anche chi si adopera

per allargarlo, quasi che lo scienziato e il letterato appartenessero a due sottospecie umane

diverse, reciprocamente alloglotte, destinate a ignorarsi e non interfeconde. È una SCHISI

innaturale, non necessaria, nociva, frutto di lontani tabù e della controriforma, quando non

risalga addirittura a una interpretazione meschina del divieto biblico di mangiare un certo

frutto. Non la conoscevano Empedocle, Dante, Leonardo, Galilei, Cartesio, Goethe, Einstein,

né i costruttori delle cattedrali gotiche, né Michelangelo; né la conoscono i buoni artigiani di

oggi, né i fisici esitanti sull'orlo dell'inconoscibile”.

P. Levi , Premessa a L'altrui mestiere

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La finzione della Commedia è quella di

non essere una finzione

Charles Singleton, La poesia della Divina Commedia,

Bologna, Il Mulino, 1978

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Un poeta soffre due volte:

quando immagina

e

quando l’immaginazione si fa carne

Rimbaud parlava di voyants

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VoyantLogos

Dolore

Nostalgia

Viaggio

Sarx

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La profezia dantesca fra metafora del numero

e geometria del reale

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Un “animale metafisico” (Albert Caraco) che, come scriveva Lucio Saffaro nel 1950, è riuscito a penetrare

“le apparenze delle cose fino a raggiungere la loro radice”,

riuscendo ad esporre

“la sostanza dell’esistenza in sfere incorruttibili adorne di qualità divine”.

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Perché

Dante Alighieri?

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Incantarsi davanti all’uso del numero in Dante

MA

i numeri, nella concezione medioevale, altro non sono che simboli allegorici, parte integrante di un tessuto culturale, di un vissuto

avvertito collettivamente.

La vera metanoia della circolarità dantesca è altrove...

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Solo da sensato apprende

ciò che fa poscia d’intelletto degno

D. ALIGHIERI, Comoedia, Paradiso, IV, 41-42

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Cos'è questo sensato?

Stupore sofferto davanti

alla bellezza del creato, che lui vede attraverso

Gli occhi di Beatrice,

cioè attraverso l’Amore

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Come si evince dalla lettura di alcuni stralci della Quaestiodantesca,

Dante privilegia le argomentazioni fisiche (sarx) usando la metafisica come un richiamo,

per fare del logos un’autentica dabar

il ponte per unire

l’Uomo a Dio.

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Dove?

“In quel luogo” chiamato poesia

Perchè?

Per ri-conoscere nelle orme della storia i segni dell’eterno

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Con quali strumenti?

Tutte le arti del trivio (Grammatica, Retorica, Dialettica) e quadrivio

(Musica, Aritmetica, Astronomia, Geometria) compaiono nelle sue opere,

e persino gli insegnamenti impartiti nelle scuole d’abaco.

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Matematica(elogiata sul piano epistemologico)

Paradiso, XXXIII, 133-138

Qual è ’l geomètra che tutto s’affige

per misurar lo cerchio, e non ritrova,

pensando, quel principio ond’elli indige,

tal era io a quella vista nova

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Un’occasione per usare la matematica delle scuole d’abaco:

Paradiso, XXVIII, 91-93

L’incendio suo seguiva ogni scintilla;

ed eran tante, che ’l numero loro

più che ’l doppiar delli scacchi

s’inmilla.

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Fisica(tutti i fenomeni naturali hanno un semen comune: l’ordine)

Qual è l’origine del suo sguardo unitario, curioso del dettaglio e, al tempo stesso, teso alla totalita dell’oggetto, fino al suo

significato? Dante scrive:

“...Le cose tutte quante

hanno ordine tra loro, e questo è forma

che l’universo a Dio fa simigliante

Qui veggion l'alte creature l'orma de l'etterno valore,

il qual è fine al quale è fatta la toccata norma.

Nell’ordine ch’io dico sono accline

tutte nature, per diverse sorti,

più al principio loro ve men vicine.”

(Paradiso, I 103-111)

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Astronomia

un’esperienza onnicomprensiva, estetica ed estatica, insigne,

ALTA perché POETICA

POETICA perché ALTA

E quando si parla di astronomia si parla di Paradiso

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La geometria

“bianchissima, in quanto è senzamacula d'errore e certissima per sé ”.

(D. Alighieri, Convivio, II, XIII, 26-27).

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“La geometria non è una scrittura ma una catena dimetafore che solo per un miracolo di natura prendono corpoe diventano cristalli. La geometria, più che di regole visibili,più che di misure, è fatta di corrispondenze. [...] Lageometria è diventata la

GRAFIA DELL’INVISIBILE,

UN’OTTICA TRASCENDENTALE.

Il geometra non ha nessuna necessità di vedere, è unindovino”.

(L. Sinisgalli, Furor mathematicus)

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Quella che Dante ha realizzato con la parola poetica è stata una sorta di

iconografia della tensione

dove l’anima poetica ha con-suonato con l’animusgeometrico per creare non oggetti di un mondo diverso ma per far vedere soggetti di un sogno così vivo, così perfetto

da non poter essere che vero.

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Può la geometria aiutarci a spiegare anche “qualche” misterodell’Inferno e del Purgatorio danteschi?

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Inferno e Purgatorio

● sono una realtà fisica;

● fanno parte del nostro pianeta;

● sono il luogo dei quattro elementi: acqua,

aria, terra e fuoco;

● sono soggette al tempo e al divenire (il

tempo corre e picchia);

● il moto è rettilineo o violento.

Ubbidiscono alla fisica terrestre

Paradiso

● è una realtà metafisica;

● è di là dal nostro pianeta;

● i suoi corpi sono di una quinta sostanza

(Aristotele parla di aithér);

● è immutabile ed è eterno (il tempo sta e

temporeggia);

● i suoi movimenti sono ciclici.

Ubbidiscono alla fisica celeste

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Camminare nella prima cantica

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Quale la portata rivoluzionaria

dell’Inferno dantesco?

● Localizzazione del primo regno infernale

● Lucifero, scala immobile del male che Dante

deve percorrere per risalire la scale mobile

del bene, dopo una “mezza torsione”

● Il passaggio fra il primo ed il secondo regno

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Com’a lui piacque, il collo li avvinghiai; ed el prese di tempo e loco poste, e quando l’ali fuoro aperte assai,

72

appigliò sé a le vellute coste; di vello in vello giù discese poscia tra ’l folto pelo e le gelate croste.

75

Quando noi fummo là dove la coscia si volge, a punto in sul grosso de l’anche, lo duca, con fatica e con angoscia,

78

volse la testa ov’elli avea le zanche, e aggrappossi al pel com’om che sale, sì che ’n inferno i’ credea tornar anche.

81

«Attienti ben, ché per cotali scale», disse ’l maestro, ansando com’uom lasso, «conviensi dipartir da tanto male».

84

Poi uscì fuor per lo fóro d’un sasso, e puose me in su l’orlo a sedere; appresso porse a me l’accorto passo.

87

Io levai li occhi e credetti vedere Lucifero com’io l’avea lasciato, e vidili le gambe in sù tenere;

90

e s’io divenni allora travagliato, la gente grossa il pensi, che non vede qual è quel punto ch’io avea passato.

93

«Lèvati sù», disse ’l maestro, «in piede: la via è lunga e ’l cammino è malvagio, e già il sole a mezza terza riede».

96

Non era camminata di palagio la ’v’eravam, ma natural burellach’avea mal suolo e di lume disagio.

99

«Prima ch’io de l’abisso mi divella, maestro mio», diss’io quando fui dritto, «a trarmi d’erro un poco mi favella:

102

ov’è la ghiaccia? e questi com’è fitto sì sottosopra? e come, in sì poc’ora, da sera a mane ha fatto il sol tragitto?».

105

Ed elli a me: «Tu imagini ancora d’esser di la dal centro, ov’io mi presi al pel del vermo reo che ’l mondo fóra.

108

Di la fosti cotanto quant’io scesi; quand’io mi volsi, tu passasti ’l punto al qual si traggon d’ogne parte i pesi.

111

E se’ or sotto l’emisperio giunto ch’è contraposto a quel che la gran secca coverchia, e sotto ’l cui colmo consunto

114

fu l’uom che nacque e visse sanza pecca: tu hai i piedi in su picciola spera che l’altra faccia fa de la Giudecca.

117

Qui è da man, quando di là è sera; e questi, che ne fé scala col pelo, fitto è ancora sì come prim’era.

120

Da questa parte cadde giù dal cielo; e la terra, che pria di qua si sporse, per paura di lui fé del mar velo,

123

e venne a l’emisperio nostro; e forse per fuggir lui lasciò qui loco vòtoquella ch’appar di qua, e sù ricorse».

126

Luogo è là giù da Belzebù remoto tanto quanto la tomba si distende, che non per vista, ma per suono è noto

129

d’un ruscelletto che quivi discende per la buca d’un sasso, ch’elli ha roso, col corso ch’elli avvolge, e poco pende.

132

Lo duca e io per quel cammino ascoso intrammo a ritornar nel chiaro mondo; e sanza cura aver d’alcun riposo,

135

salimmo sù, el primo e io secondo, tanto ch’i’ vidi de le cose belle che porta ’l ciel, per un pertugio tondo.

E quindi uscimmo a riveder le stelle.139

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La profezia dantesca fra metafora del

numero e geometria del reale

Spigolature geometriche

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“Eliot osserva che Dante

possedeva un’immaginazione

poetica essenzialmente visiva.

Così come noi sentiamo la poesia,

egli la vedeva.”

Horia-Roman Patapievici, Gli occhi di Beatrice, Com’era davvero il mondo di Dante?, Milano, Bruno

Mondadori, 2006, 11

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L’Universo dantesco

può essere modellizzato

con una 3-sfera

(superficie quadridimensionale)

… ma questo concetto e le sue rappresentazioni

tridimensionali ci serviranno per interpretare l’intero

mondo di Dante dopo aver studiato tutte e tre le

cantiche

Com’era davvero il mondo di Dante ?SIPS03000E - REGISTRO PROTOCOLLO - 0000983 - 03/03/2017 - C9 - P - U

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Così

lo immaginava

l’alta fantasia di

Sandro

Botticelli

Panoramica dell’InfernoSIPS03000E - REGISTRO PROTOCOLLO - 0000983 - 03/03/2017 - C9 - P - U

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Così

lo immaginava

l’alta fantasia di

Sandro

Botticelli

Panoramica del PurgatorioSIPS03000E - REGISTRO PROTOCOLLO - 0000983 - 03/03/2017 - C9 - P - U

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Lucifero e la mezza torsione di Dante e Virgilio

Così lo immaginava l’alta fantasia di

Sandro Botticelli

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Cosa possiamo immaginare

per giustificare

il capovolgimento di Dante

al centro della Terra?

I quesitoSIPS03000E - REGISTRO PROTOCOLLO - 0000983 - 03/03/2017 - C9 - P - U

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II quesito

Possiamo

immaginare

come un nastro

di Moebius una

parte del corpo

di Lucifero?

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III quesito

Possiamo immaginare un

nastro di Moebius

all’interno della Terra

come la superficie lungo

la quale si svolge tutto il

cammino di Dante tra

Inferno e Purgatorio?

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Per ottenere il

capovolgimento, occorre

aver percorso metà

cammino lungo la

mediana del nastro di

Moebius, qualunque sia

il punto di partenza su

essa

ProblemaSIPS03000E - REGISTRO PROTOCOLLO - 0000983 - 03/03/2017 - C9 - P - U

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Soluzione

Potremmo considerare la

discesa agli inferi lungo

metà del nastro di

Moebius cioè fino al

capovolgimento e poi il

passaggio su un’altra

superficie per risalire fino

al Paradiso terrestre

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37SIPS03000E - REGISTRO PROTOCOLLO - 0000983 - 03/03/2017 - C9 - P - U

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IV quesito

Potremmo immaginare

tutto il viaggio di Dante

su più nastri di

Moebius tangenti tra

loro in qualche punto

e/o concatenati?

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V quesito

O forse...

il cammino di Dante è più coerente con

un modello che sfrutta anche o solo

altre superfici?

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Ipotesi per vedere una visione

Il viaggio di Dante presuppone un passaggio ad una

dimensione diversa da quella umana.

Quindi potremmo immaginare il viaggio di Dante su:

mondi a 2 dimensioni

● Nastri di Moebius

mondi a 4 dimensioni

● superfici di Klein

● 3-sfera

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La superficie su cui si muove Dante, descritta nel XXXIV canto dell’Inferno,

è una superficie che contiene rette chiuse

e, in quanto capovolge la perpendicolareche su di essa si muove,

è unilatera.

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La superficie laterale di un cilindro:superficie aperta con un bordo

costituito da due circonferenze distinte

Superfici orientabili aperte

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La superficie sferica:superficie chiusa (senza bordo)

Superfici orientabili chiuse

Il toro:superficie chiusa (senza bordo)

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Superfici non orientabili aperte

,

Nastro di Moebius

(superficie di dimensione 2 non orientabile)

Rappresentazione tri-dimensionale

Il nastro di Möbius:

• è una superficie aperta di dimensione 2

• ha una sola faccia

• ha un solo bordo

• si ottiene con una mezza torsione

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La superficie (Fleche) di Klein:

• localmente è un oggetto bidimensionale

• è una superficie chiusa, come la sfera (infatti non ha un bordo), ma non ha un «dentro» ed un «fuori»

• è una superficie di dimensione 4

• non è realizzabile globalmente come sottoinsieme né del piano né dello spazio tridimensionale

• è realizzabile dentro lo spazio R4 quadridimensionale.

Superfici non orientabili chiuse

,

Bottiglia di Klein

(superficie di dimensione 4 non orientabile)

Rappresentazione tri-dimensionale

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Il modello tridimensionale della superficie di Klein

In realtà la Bottiglia (Flesche) di Klein

è una superficie (Fleche) che vive in

uno spazio a 4 dimensioni.

Il modello tri-dimensionale si auto-interseca.

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La bottiglia di Klein

Possiamo ottenere una bottiglia di klein

unendo i bordi di due nastri di Moebius.

Questa proprietà è del tutto generale: si

dimostra infatti che ogni superficie, chiusa

o non chiusa, non orientabile contiene

almeno un Nastro di Mobius.

Analogamente, se immaginiamo di tagliare

lungo una mediana una bottiglia di Klein,

si ottengono due Nastri di Mobius.

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VI quesito

Dato che il nastro di Moebius si

trova all’interno della bottiglia

di Klein….

perché non immaginare che il

viaggio di Dante attraverso

l’Inferno e il Purgatorio

avvenga su una superficie di

Klein?

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Costruire un’immagine

Dalla

Selva Oscura

a

Gerusalemme

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Costruire un’immagine

Discesa

lungo

la voragine

dell’Inferno

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Costruire un’immagine

Dall’Inferno

alla spiaggia

del Purgatorio

salendo

attraverso

la burella

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Costruire un’immagine

Salita

lungo i fianchi

della montagna

del Purgatorio fino

al Paradiso Terrestre

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Ipotizzare la visione dantesca

● Lucifero non è più al

centro

● intorno a questa superficie

unilatera ci sono i cieli

● Dio può essere un punto

che, ovunque si immagini,

vede tutto

● Dio è ovunque

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VII quesito

Come possiamo immaginare il passaggio

di Dante dal Paradiso Terrestre al cielo

della luna (I soglia ontologica)?

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VIII quesito

Come possiamo immaginare il passaggio

di Dante dal Primo Mobile all’Empireo,

dal creato all’increato (II soglia

ontologica)?

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IX quesito

Potremmo immaginare tutto

il viaggio di Dante

attraverso

più superfici di Klein

tangenti in punti particolari

o collegate tra loro?

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X quesito

(o fine dei quesiti)

La visio Dei

un punto senza luogo

un concetto primitivo

aprioristico, in-definibile

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DANTE

grande poeta

grande matematico

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Chiesa di Sant’Apollinare in Classe a Ravenna

Quando l’arte diventa visioneSIPS03000E - REGISTRO PROTOCOLLO - 0000983 - 03/03/2017 - C9 - P - U

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Dante

un artista di altissimo valore universale

che ha ancora tanto da dire e da donare,

attraverso le sue opere immortali,

a quanti sono desiderosi di percorrere la via

della vera conoscenza,

dell’autentica scoperta di sé,

del mondo,

del senso profondo e trascendente

dell’esistenza

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

AL PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA

IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE DEL 750° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI DANTE ALIGHIERI

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Aiezza Cecilia

Benvenuti Caterina

Borri Stefano

Carletti Leonardo

Chini Sofia

Di Domenico Riccardo

Fabbri Giulio

Gherardini Lucio

Lombardi Davide

Luddi Gioconda

Masi Filippo

Masiero Alessia

Masotti Lorenzo

Minucci Lorenzo

Montinaro Aldo

Muzzi Simone

Rispoli Duccio

Savelli Selene

Stabile Alice

Tognazzi Jasmine

Totaro Filippo

Tripodi Francesco

Gli alunni della classe III C

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