Cosa centra lanima con gli atomi? Mauro Dorato Dipartimento di Filosofia Università degli Studi...

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Cosa c’entra l’anima con gli atomi?

Mauro DoratoDipartimento di Filosofia

Università degli Studi “Roma 3”dorato@uniroma3.it

Due risposte nella filosofia

1. Nulla: l’anima (la filosofia, i valori, la mente) è indipendente dagli atomi (dalla scienza, dai fatti, dalla materia/corpo)

2. L’anima e gli atomi sono inscindibili, come lo sono filosofia e scienza, valori e fatti, mente e materia/corpo: la mente è una complicatissima danza di neuroni, che sono a loro volta composti da miliardi di atomi

Una difesa della tesi che la filosofia senza la scienza è vuota, la scienza

senza la filosofia è cieca

Un primo argomento: filosofia e scienza hanno uno scopo

comune…

I sistemi culturali in generale hanno lo scopo di controllare un mondo esterno ostile, di anticipare un futuro incerto, e di spiegare la presenza del male e del dolore nella nostra vita (soprattutto la filosofia e la religione)

Uno scopo spesso perseguito in modo diverso

TESI PRINCIPALE: Più la “filosofia” (intesa qui come visione generale del mondo più o meno consapevole che ognuno di noi possiede) si allontana dalla scienza, maggiore è la scissione tra due modi di formare le nostre credenze, uno basato su ciò che vorremmo che accadesse, e uno scientifico, basato su regolarità naturali indipendenti dai nostri desideri (leggi naturali)

Piano di lavoro: illustrare questa tesi

tramite due temi classici della filosofia della scienza:

(1) Spiegazione

(2) Rapporto tra osservazioni e ipotesi

(1) La spiegazione della peste nel medioevo

Le morti improvvise di innocenti per la peste sono dovute agli ebrei che avvelenano i pozzi

Oppure è la nostra cattiveria che causa la malattia come una punizione divina

In entrambi i casi, è la cattiveria umana - altrui o nostra - che causa la pestilenza, rendendola comprensibile e controllabile

La peste dipende dunque (illusoriamente) da noi!

La peste sembra in nostro controllo, dato che se ne possono eliminare le cause o perseguitando gli ebrei (colpa altrui) o punendo noi stessi (colpa nostra), fustigandoci per strada, pentendoci dei nostri peccati, cambiando vita, donando le nostre ricchezze ai poveri, etc.

Nietzsche ed Epitteto

Per spiegare la presenza del male tendiamo naturalmente a incolpare gli altri o a noi stessi (colpa/causa)

“è da uomo non addottrinato nella filosofia l'addossare agli altri la colpa dei travagli suoi propri, da mezzo addottrinato l'addossarla a se stesso, da addottrinato il non darla né a se stesso né agli altri” (Epitteto, trad. Leopardi)

La vera causa della peste…

Il batterio Yiersinia pestis, il cui codice genetico è stato sequenziato per intero, è un parassita di pulci di roditori, che annulla la capacità di difesa dei linfociti producendo proteine che disattivano il sistema immunitario

2 Un’altra illustrazione di questo conflitto: ipotesi e osservazione

2.1 Due modalità di rispondere alle domande: “a che cosa dobbiamo credere, a chi, e con quale metodo?”

2.2 Un esempio pratico di tali due metodi di formazione delle credenze: l’omeopatia, che riguarda 11 milioni di italiani, e che illustra la nostra tendenza all’autoinganno, ovvero alla formazione “di immagini piacevoli e incoraggianti, indipendentemente dalla loro verità” (Peirce, 1877, p. 140)

2.1 Il metodo della tenacia e il metodo della scienza

Il metodo della tenacia, tipico del pensiero basato su dogmi (ma non solo), serve a immunizzare le nostre credenze da critiche

“Tenacia” significa: resistere sia a dubbi interni che minaccino le nostre credenze fondamentali, sia a dubbi di altri individui (dubbi esterni)

Il metodo della scienza fa dell’apertura alla critica il suo punto di forza

“La migliore salvaguardia delle nostre opinioni consiste nella sfida permanente al mondo a provarle infondate” (Mill)

Altre differenze…

Il metodo della tenacia ricerca verifiche, e si rafforza spesso con la ripetitività del rito

Scommette sulla verità assoluta delle credenze e sulla loro immodificabilità

Il metodo della scienza cerca di indicare osservazioni falsificanti

“Perfettibilità” delle ipotesi: in linea di principio nessuna è esente da errore

La fonte che conferisce autorità alle credenze

L’autorità è divina (origine extra-umana), o socialmente imposta (proviene da gruppo dotata di particolari poteri), o deriva da uno stato soggettivo di profonda incertezza

Le nostre opinioni si basano su un’autorità extra-umana, ovvero indipendente da noi e dai nostri desideri: le regolarità naturali (natura parendo vincitur)

Il metodo della tenacia

Benefici

Stabilità del sistema di credenze: il dolore del dubbio e l’incertezza sono eliminati

Risparmio energie mentali, perché se la verità è rivelata o stipulata, non deve essere ricercata.

Costi

Tendenza all’intolleranza verso chi dissente: indottrinamento

Le credenze non messe in discussione potrebbero essere false, o almeno suscettibili di un’ulteriore indagine

Il metodo della tenacia …Benefici

Maggiore sintonia tra i membri del gruppo, se non scoppiano dissidi “sull’interpretazione giusta” della dottrina

Compiutezza del sistema di credenze

Costi

Autoritarismo: gli individui vengono dissuadi dal ragionare con la propria testa (eteronomia)

L’emergere di nuove idee e tecniche è scoraggiato

Il metodo della scienza

Benefici

Tolleranza, derivante dalla consapevolezza che le nostre credenze potrebbero essere sbagliate. (Voltaire, Russell)

Creazione di nuove teorie che eliminano progressivamente gli errori

Costi

Instabilità e mutamento nel sistema di credenze: incertezza

la verità è una costruzione intergenerazionale, e può essere inattingibile

C’è sempre conflitto tra questi due metodi?

Il metodo della tenacia si presenta anche nella scienza, quando si scopre un’ipotesi interessante e la si vuole perseguire, o quando si decide di considerare alcune ipotesi come provvisoriamente non falsificabili, o come vere per definizione (convenzione): anche nella scienza, non si può rimettere tutto sempre in discussione

Il metodo della tenacia è razionale solo in mancanza di

evidenza

La mia seconda massima era di mantenermi nelle mie azioni più fermo e più risoluto che potessi, e di seguire le opinioni più dubbie, una volta che a queste mi fossi determinato, non meno costantemente di quelle del tutto sicure. Intendevo imitare in questo i viaggiatori che, trovandosi smarriti in una foresta, non devono vagare, aggirandosi ora da una parte ora dall'altra, né tanto meno fermarsi in un posto, ma camminare sempre diritto, per quanto è possibile in una direzione, e non cambiarla senza un buon motivo… dal momento che spesso le azioni, nella vita, non consentono nessun indugio, è una verità assai certa che, quando non è in nostro potere discernere le opinioni più vere, dobbiamo seguire le più probabili; e inoltre, che se le une non ci paiono più probabili delle altre, pure dobbiamo sceglierne una, e considerarla in seguito non più come dubbia, in riferimento alla pratica, ma come verissima e certissima, perché è tale la ragione della nostra scelta. (Cartesio, 1637)

2.2 Il caso dell’omeopatia: lo scontro tra due modi di fissare le

credenze

L’omeopatia si basa sul principio similia cum similibus curentur, ovvero sull’idea di somministrare al malato dosi infinitesimali di sostanze che in persone sane inducono effetti simili alla malattia da curare

il rimedio omeopatico derivato dalla cipolla comune cura il raffreddore perché la cipolla provoca nel sano quella lacrimazione che è il tipico sintomo della malattia.

Importanza pratica della disputa sull’efficacia

dell’omeopatia

È giusto chiedere, come fa la recente normativa europea, che per poter essere messi in commercio e rimborsati con i soldi pubblici tutti i farmaci omeopatici vengano sottoposti allo stesso tipo di test sperimentali cui sono soggetti i rimedi tradizionali o “allopatici”?

La mia risposta è Sì

Incoraggiare il dissenso rispetto alla medicina

ufficiale?

Studiamo le medicine alternative, ma con quel metodo sperimentale che ha funzionato bene sinora nella scienza, ciò che i difensori dell’omeopatia talvolta si rifiutano “tenacemente” di fare

Un esempio del “metodo della tenacia”, al quale contrapporre il metodo scientifico

Gli esperti potrebbero essere pieni di pregiudizi…

Non potendo controllare personalmente tutte le conoscenze accumulatesi nella scienza contemporanea, dobbiamo fare attenzione al metodo seguito dagli “esperti”.

Metodo ipotetico-deduttivo Metodo induttivo-statistico

Il metodo ipotetico-deduttivo e i suoi pericoli

Supponiamo che un certo gruppo di persone effettivamente guarisca (G ) da un allergia A dopo la somministrazione di un farmaco omeopatico F.

(F & A ) G : dall’ipotesi F si deduce G Il motivo per il quale questa non è una

prova decisiva dell’efficacia di F è che non si possono escludere altre ipotesi (cause di guarigione), che pure implicano G come un loro effetto

Il problema delle altre ipotesi

Chiamiamo l’ipotesi dell’efficacia del farmaco omeopatico HO e consideriamone altre tre:

1 La guarigione spontanea dall’allergia A2 La guarigione dovuta al cambiamento

di dieta3 La guarigione dovuta all’effetto

placebo

La guarigione spontanea: HGS

HGS afferma che l’allergia A guarisce spontaneamente dopo qualche giorno.

Da HGS e dal fatto che ci sono persone affette dall’allergia A, deduciamo la stessa evidenza G, ovvero che le persone in questione dopo qualche tempo guariscono

Se HGS fosse vera, le persone trattate con il farmaco omeopatico F sarebbero guarite anche senza il farmaco.

L’ipotesi alimentare

La terza ipotesi HD afferma che la causa di A è un certo alimento, cosicché per curarla basta eliminarlo dalla dieta.

In questo caso una somministrazione di F che sia contemporanea alla casuale eliminazione di un certo alimento dalla dieta sortirebbe anch’essa l’effetto voluto, ma non a causa dell’assunzione di F, bensì a causa della “dieta”.

Ora abbiamo tre cause possibili di guarigione (HO, HGS, HD

L’effetto placebo

La quarta ipotesi HP afferma che i farmaci omeopatici funzionano grazie all’effetto placebo, e che il placebo (cioè una pillola di zucchero priva di effetti farmacologici) è sufficiente alla guarigione, grazie alla semplice convinzione che prendere qualche pillola, ignorando che sia zucchero, aiuti a star meglio.

Come funziona il placebo?

la fiducia nell’effetto nel farmaco fa la differenza: in un bambino molto piccolo o in un adulto che sa di prendere un placebo, quest’ultimo non può funzionare: il metodo della tenacia ha un vantaggio che non avevamo considerato

Il controllo dell’effetto placebo va fatto in modo cieco

Come controllare queste ipotesi?

Poiché tutte e quattro le ipotesi implicano logicamente i dati osservativi, il metodo ipotetico-deduttivo non fornisce alcuna risposta definita alla domanda se dovremmo credere nell’omeopatia

Solo un “metodo eliminativo” ci fa avanzare nella scoperta delle reali cause della guarigione: metodo induttivo-statistico.

Gli esperimenti con gruppi di controllo

Attraverso esperimenti che utilizzano i cosiddetti gruppi di controllo, una tecnica che vale anche per la medicina ufficiale, si eliminano via via le ipotesi alternative

In una prima serie di tali gruppi, ci saranno persone con sintomi allergici tipici di A che però non prendono alcunché per alcuni giorni

Se tali persone non guariscono, avremo controllato e confutato HGS

L’eliminazione di HD

Per il controllo e susseguente eliminazione di HD, saranno necessari esperimenti su altri pazienti che hanno A e che eliminano un certo alimento dalla loro dieta (che ha una certa probabilità di causare l’allergia) senza guarire.

È solo dopo aver effettuato questi due esperimenti alternativi su gruppi di controllo che possiamo avere delle ragioni per credere che la guarigione sia un effetto esclusivo o di F o del placebo.

Il controllo dell’ipotesi placebo

Nell’ultimo gruppo di controllo, si faranno esperimenti su persone che assumono un placebo: se tali persone non guariscono, o hanno minore probabilità di guarire di quelle trattate con F, avremo controllato ed eliminato l’ipotesi-placebo HP.

Se provassimo che l’omeopatia funziona un po’ meglio del placebo, avremmo ragione di crederci?

NO, si deve guardare alla probabilità a priori

Supponiamo che dopo aver fatto un test con il 5% di falsi positivi, io risulti positivo.

Supponiamo che se non ci siano falsi negativi L’assenza di falsi negativi significa che una persona risultata negativa sicuramente non ha la malattia

Quanto è probabile che abbia la malattia in queste due ipotesi?

Dipende dalla probabilità a priori della malattia. Se questa è 1/1000, la probabilità che sia malato dopo il test è 1/[5%(1000)] =1/50 = 2/100 = 2%!!

Perché la probabilità è 2% ?

Non c’è una persona malata nei 950 risultati negativi

1000

50 950

positivi negativi

La probabilità a priori è bassa!

Analogamente, se anche dovesse risultare che l’omeopatia funziona meglio del placebo (ciò che non è chiaro dai meta-studi, ed è forse falso), la probabilità a priori che essa sia vera alla luce di ciò che sappiamo dalla biochimica è così bassa che non possiamo attribuire troppa fiducia cognitiva ad essa

Due citazioni per concludere

“Se cominciamo con delle certezze, finiremo col dubitare; ma se cominciamo nel dubbio, e siamo pazienti, finiremo con delle certezze”

(Bacone)

L’empirismo di Russell

…sarebbe opportuno non prestare fede a una proposizione fino a quando non vi sia un fondato motivo per presupporla vera. Ammetto, naturalmente, che se questa opinione divenisse comune, ne risulterebbero completamente trasformati la nostra vita sociale e il nostro sistema politico, il che non deporrebbe a favore della mia tesi, dato il perfetto funzionamento dell'una e dell'altro, oggi. E so anche bene … che una dottrina di questo genere provocherebbe una diminuzione delle entrate dei chiaroveggenti, dei bookmakers, dei vescovi e di tutte quelle persone che vivono sulle speranze irrazionali di coloro che non hanno fatto nulla per meritarsi una buona sorte in questo o nell'altro mondo. Ma nonostante questi gravi argomenti in contrario, sono convinto che sul mio paradosso vale la pena di aprire la discussione, ed è appunto questo che cercherò di fare (Russell, Saggi scettici, p.3)