Carta di roma e deontologia: casi di studio sulla "caccia allo zingaro"

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Una sintesi dei riferimenti deontologici per il trattamento dell'informazione sui migranti, accompagnata da alcuni casi di studio su episodi eclatanti di disinformazione che alimentano le tensioni sociali.

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Carta di Roma e deontologia: casi di studio

Strumenti per riflettere su razzismo e pregiudizidi Carlo Gubitosa - carlo@gubi.it

(8 luglio 1993)

Il giornalista ha il dovere fondamentale di rispettare la persona, la sua dignità e il suo diritto alla riservatezza e non discrimina mai nessuno per la sua razza, religione, sesso, condizioni fisiche o mentali, opinioni politiche.

La Carta dei Doveri del giornalista

(8 luglio 1993)

Il giornalista non può discriminare nessuno per la sua razza, religione, sesso, condizioni fisiche o mentali, opinioni politiche. Il riferimento non discriminatorio, ingiurioso o denigratorio a queste caratteristiche della sfera privata delle persone è ammesso solo quando sia di rilevante interesse pubblico.

La Carta dei Doveri del giornalista

La Carta di RomaProtocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti.

Il documento è stato sottoscritto congiuntamente da FNSI (il sindacato dei giornalisti) e dal Consiglio Nazione dell'Ordine dei giornalisti nel giugno 2008

Scopo della Carta è fornire le linee guida per il trattamento delle informazioni concernenti i richiedenti asilo, i rifugiati, le vittime della tratta ed i migranti nel territorio della Repubblica Italiana.

La Carta fa riferimento al criterio enunciato nell'Articolo 2 della legge istitutiva dell'Ordine: il rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati.

(13 giugno 2008)

(...) osservare la massima attenzione nel trattamento delle informazioni concernenti i richiedenti asilo, i rifugiati, le vittime della tratta ed i migranti nel territorio della Repubblica Italiana.

Carta di Roma

(13 giugno 2008)

(...) evitare la diffusione di informazioni imprecise, sommarie o distorte riguardo a richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti.

Carta di Roma

La Carta di Roma: glossario- Un richiedente asilo è colui che è fuori dal proprio paese e presenta, in un altro stato, domanda di asilo per il riconoscimento dello status di rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951. Non è quindi assimilabile al migrante irregolare.

- Un rifugiato è colui al quale è stato riconosciuto lo status di rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati

La Carta di Roma: glossario- Un beneficiario di protezione umanitaria è colui che - pur non rientrando nella definizione di "rifugiato" necessita comunque di una forma di protezione in quanto, in caso di rimpatrio nel paese di origine, sarebbe in serio pericolo a causa di conflitti armati.

La Carta di Roma: glossario- Una vittima della tratta è una persona che, a differenza dei migranti irregolari che si affidano di propria volontà ai trafficanti, non ha mai acconsentito ad essere condotta in un altro paese o, se lo ha fatto, l’aver dato il proprio consenso è stato reso nullo dalle azioni coercitive e/o ingannevoli dei trafficanti o dai maltrattamenti praticati o minacciati ai danni della vittima.

- Un migrante/immigrato è colui che sceglie di lasciare volontariamente il proprio paese d’origine per cercare un lavoro e migliori condizioni economiche altrove. Contrariamente al rifugiato può far ritorno a casa in condizioni di sicurezza.

La Carta di Roma: glossario- Un migrante irregolare, comunemente definito come ‘clandestino’, è colui che a) ha fatto ingresso eludendo i controlli di frontiera; b) è entrato regolarmente nel paese di destinazione, ad esempio con un visto turistico, e vi è rimasto dopo la scadenza del visto d’ingresso (diventando un cosiddetto ‘overstayer’); o c) non ha lasciato il territorio del paese di destinazione a seguito di un provvedimento di allontanamento.

Porrajmos o Porajmos è il termine in lingua romanì con cui Rom e Sinti indicano lo sterminio del proprio popolo da parte del nazismo durante la seconda guerra mondiale e significa "grande divoramento", "devastazione".http://it.wikipedia.org/wiki/Porajmos

Porrajmos

Le vittime dell'OlocaustoVITTIME DELL'OLOCAUSTO NUMERO

Ebrei 5,9 milioni

Prigionieri di guerra sovietici 2-3 milioni

Minoranze etniche polacche 1,8-2 milioni

Rom 220.000-1.500.000

Disabili 200.000-250.000

Massoni 80.000-200.000

Sloveni 20.000-25.000

Omosessuali 5.000-15.000

Testimoni di Geova 2.500-5.000

http://en.wikipedia.org/wiki/The_Holocaust#Victims_and_death_toll

Un esempio NATI PER RUBARELadri Bambini

L'inchiesta su Panorama del 10 luglio 2008 propone un tema popolarissimo in un tempo di "caccia ai rom" e di costruzione di un capro espiatorio collettivo: i bambini rom che rubano. Il titolo è quello della copertina. Ecco il sommario:

LADRI BAMBINI. Appena vengono al mondo li addestrano ai furti, agli scippi, all'accattonaggio. E se non ubbidiscono sono botte e violenze. Ecco la vita di strada (e le voci) dei piccoli rom che il ministro Maroni vuole censire, anche con le impronte digitali

(LA STAMPA, 10 dicembre 2011) 

Dopo questo articolo, la presunta violenza sessuale si e' rivelata una bufala: la ragazza si vergognava del suo primo rapporto sessuale e ha dato la colpa ai ROM. Ma l'odio creato da questa notizia falsa purtroppo e' stato vero.

Ci scusiamo, ma non con i Rom

Guido Tiberga"La Stampa" - 11 dicembre 2011

I frutti delle parole che fanno male12 dicembre 2011: due giorni dopo l'articolo che incolpava i Rom di uno stupro inventato, le scuse del giornale non bastano ad evitare una "spedizione punitiva" in cui dozzine di persone hanno invaso l'insediamento Rom di Torino (Continassa) dando alle fiamme alcune case. Due persone sono identificate e processate con le circostanze aggravanti dell'"odio etnico".

12/01/2012: un ragazzo in fuga investe un vigile urbano

Sono Rom o Slavi? Quando la notizia non verificata diventa anche incongruente.

“sarebbero” o “sono” nomadi? E come si fa a capire a prima vista se uno e’ nomade?

Da dove nasce questa catena di inesattezze? Probabilmente da un lancio ANSA delle 9:15 del 13 gennaio 2012, dove si afferma che "i due uomini visti dai testimoni sono entrambi nomadi" (senza neppure il doveroso "sarebbero"), che sono stati "compiutamente identificati" dalle forze dell'ordine, e che "uno dei due sarebbe di nazionalità tedesca, l'altro di origini slave".

L’Importanza della formula dubitativa

- Elenchi telefonici pubblici- Telefonata al capo della squadra mobile- Telefonata all’avvocato del minore

Strumenti di verifica

E se lo straniero fosse un italiano?

E se l'assassino fosse un minorenne?

E se il test del DNA confermasse tutto?

Scrivo la notizia il 17 febbraio 2012

Ma per il lettore vale quello che c'e' scritto sui giornali, dove vale quello che scrivono i tribunali, che decidono in un clima creato dai giornali in base alle paure dei lettori

Sara' pure minorenne, ma rimane sempre un "nomade rom" anche se e' cittadino italiano, e come lui suo padre.

- La verita’ dei fatti viene negata alla giustizia e ai familiari della vittima

- Vengono esasperate le tensioni sociali e la condanna sociale verso un omicida si estende ad una intera categoria di persone trasformandosi in odio

- La giustizia diventa vendetta e un minore finisce a San Vittore senza presupposti

I risultati della disinformazione

-  Mettiamo al bando la parola "clandestino"

Abbiamo realizzato una guida pratica per dare alternative all'uso di parole fuorvianti, distorte, razziste e discriminanti. Pensiamo che le parole siano i nostri strumenti di lavoro, e per questioni complesse come quelle delle migrazioni non possiamo usare strumenti linguistici inappropriati, e serve la massima proprieta' di linguaggio.

-  Mettiamo al bando la parola "clandestino"

ALTERNATIVE ALLA PAROLA "CLANDESTINO"

All'estero si parla di "sans papiers" (Francia), "non-documented migrant workers" (definizione suggerita dalle Nazioni Unite) e così via. A seconda dei casi, e avendo cura che l'utilizzo sia il più appropriato, è possibile usare parole come "irregolari", "rifugiati", "richiedenti asilo". Sono sempre disponibili e spesso preferibili le parole più semplici e più neutre: "persone", "migranti", "lavoratori". Altre locuzioni come "senza documenti", o "senza carte", o "sans papiers" definiscono un'infrazione amministrativa ed evitano di suscitare immagini negative e stigmatizzanti.

-  Mettiamo al bando la parola "clandestino"

EXTRACOMUNITARIOLetteralmente dovrebbe indicare cittadini di paesi esterni all'Unione europea, ma questo termine non è mai stato usato per statunitensi, svizzeri, australiani o cittadini di stati "ricchi"; ha finito così per indicare e stigmatizzare persone provenienti da paesi poveri, enfatizzando l'estraneità all'Italia e all'Europa rispetto ad ogni altro elemento (il prefisso "extra" esprime un'esclusione). Ha assunto quindi una connotazione dequalificante, oltre ad essere poco corretto sul piano letterale.

ALTERNATIVEE' possibile usare “non comunitario” per tutte le nazionalità non Ue, o fare riferimento - quando necessario (spesso la nazionalità viene specificata anche quando è superflua, specie nei titoli) - al paese di provenienza.

-  Mettiamo al bando la parola "clandestino"

VU CUMPRA'E' un'espressione che storpia l'italiano "Vuoi comprare" ed è usata da anni per definire lavoratori stranieri, specialmente africani, che esercitano il commercio ambulante. E' una locuzione irrispettosa delle persone alle quali si riferisce e stigmatizzante, oltre che inutile sul piano lessicale.

ALTERNATIVEE' possibile usare i termini "ambulante", "venditore".

-  Mettiamo al bando la parola "clandestino"

NOMADE (e CAMPI NOMADI)Il nomadismo, nelle popolazioni rom e sinte, è nettamente minoritario, eppure il termine nomade è continuamente utilizzato come sinonimo di rom e sinti. Un effetto perverso di questo uso scorretto, è la derivazione "campi nomadi", che fa pensare a luoghi adatti a gruppi umani che si spostano continuamente e quindi a una forma d'insediamento tipica di quelle popolazioni e in qualche modo "necessaria". Non è così. In Europa l'Italia è conosciuta come "il paese dei campi" per le sue politiche di segregazione territoriale; solo una piccola parte dei sinti e dei rom residenti in Italia non sono sedentari. Parlare di nomadi e campi nomadi è quindi improprio e fuorviante, ha esiti discriminatori nella percezione comune e "conferma" una serie di pregiudizi diffusi in particolare nella società italiana.

ALTERNATIVEI termini più corretti sono rom e sinti, a seconda dei casi (sono due "popoli" diversi), e in aggiunta alla eventuale nazionalità. Al posto di "campi nomadi" è corretto utilizzare, a seconda degli specifici casi, i termini "campi", "campi rom/campi sinti" (gran parte dei rom venuti dalla ex Jugoslavia sono fuggiti da guerre e persecuzioni).

-  Mettiamo al bando la parola "clandestino"

ZINGARIE' un termine antico, diffuso con alcune varianti in tutta Europa, ma ha assunto una connotazione sempre più negativa ed è ormai respinto dalle popolazioni rom, sinte, etc. E' spesso percepito come sinonimo di "nomadi" e conduce agli stessi effetti distorsivi e discriminatori.

ALTERNATIVE Rom, sinti

- Mettiamo al bando la parola "clandestino"

- Mettiamo al bando la parola "clandestino"

- In Italia abbiamo meno di 5 miioni di immigrati(Che corrispondono all'8% della popolazione nazionale)

- La stima degli immigrati irregolari si aggira tra i 500mila e i 700mila

- Gli immigrati producono un reddito netto per il Paese di UN MILIARDO di euro all'anno.

(Fonte: XX dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes)

Fact-checking: Realta' vs percezione

- In Italia abbiamo meno di 5 miioni di immigrati(Che corrispondono all'8% della popolazione nazionale)Ma secondo i sondaggi gli italiani pensano che gli immigrati italiani siano il 23% della popolazione (circa 15 milioni)

- La stima degli immigrati irregolari si aggira tra i 500mila e i 700mila Ma secondo i sondaggi gli italiani pensano che gli immigrati irregolari siano piu' di quelli regolari.

- Gli immigrati producono un reddito netto per il Paese di UN MILIARDO di euro all'anno.Ma secondo i sondaggi gli italiani pensano che i migranti stiano sottraendo risorse al paese.

Fact-checking: Realta' vs percezione

Realta' e percezione

  Realta' e percezione

L'Italia vista dall'EuropaCouncil of EuropeEuropean Commission against Racism and Intolerance4th Report on Italy - Feb 21st 2012http://www.coe.int/t/dghl/monitoring/ecri/Country-by-country/Italy/ITA-CbC-IV-2012-002-ENG.pdf 

The use of racist and xenophobic discourse in politics appears to be increasing, targeting Blacks, Africans, Muslims, Roma, Romanians, asylum seekers and migrants in general; in some cases the remarks made were followed by acts of violence against these groups. Migrants are regularly equated with insecurity and racist or xenophobic discourse reflects or leads to discriminatory measures and policies; these factors fuel racial discrimination, xenophobia and racism within the population at large and tend to give legitimacy to these phenomena. Sensationalist articles continue to appear in the media and many Internet sites contain messages of racial hatred and even incitement to racist violence. 

L'Italia vista dall'EuropaCouncil of EuropeEuropean Commission against Racism and Intolerance4th Report on Italy - Feb 21st 2012http://www.coe.int/t/dghl/monitoring/ecri/Country-by-country/Italy/ITA-CbC-IV-2012-002-ENG.pdf 

ECRI notes with regret that sensationalist articles continue to appear in the media, including in the main print media and prime-time television broadcasts.  In the media, the Roma and migrants are notably associated with criminal activities and hence with a threat to public security; negative images (some of them  conveyed first by politicians) of asylum seekers and Muslims have also been  repeatedly disseminated.  Such publications and broadcasts serve to poison an  already negative climate of opinion regarding minority groups. Some observers, moreover, have made a connection between the publication of such articles and xenophobic incidents that occurred afterwards.  

Lezioni dalla storiaUNITED NATIONS - Economic and Social Council13 December 1994

Situation of human rights in the territory of the former YugoslaviaSpecial report on the media

The media in the former Yugoslavia have been among the most important tools in propagating the military conflict in the region. It is argued that the media have even been active participants in the conflict and have themselves instigated or inspired many violations of human rights and international humanitarian law.

(...)

Reports have been monitored which insult Muslims generally, labelling them "balije", "mujahedin" and "fundamentalists". These media promoted discrimination, hatred and related human rights violations. (...) Reports about the conflict have often included only allegations of "Muslim crimes", "Muslim shelling" and "Muslim attacks".