Post on 02-May-2015
CARITASNatura e Missione
Laboratorio Promozione CaritasOria 11 aprile 2013
in principio non era Caritas …
A inizio del XX secolo: una costellazione di azioni di carità, in prevalenza gestite dalle congregazioni religiose, con un fermento di preti attenti al sociale
Poi arrivano due guerre disastrose per l’Italia già in disagio tra povertà e analfabetismo, tra mancato sviluppo e divari sociali molto grandi
L’immediato dopoguerra: gli aiuti dai cattolici statunitensi, la necessità di stare accanto alle tante povertà post belliche: la Santa Sede si mobilita attraverso la P.O.A. (Pontificia Opera di Assistenza), che si ramifica in tutte le diocesi italiane nella O.D.A. (Opera Diocesana Assistenza)
Il nonno: mons. Ferdinando BaldelliGrande apostolo della carità nel dopoguerra, fu presidente della POA, colui che le diede impulso in tutta Italia creando molte attività, posti di lavoro, e un metodo di approccio operativo alle povertà.
anni ‘60: cambio scena
Nella società• Cambio delle “povertà”• Cambio di politiche sociali• Assunzione gestionale dei servizi da
parte dell’ente pubblico• Avvio e consolidamento delle
esperienze di terzo settore
Nella Chiesa•Vaticano II e approfondimento del concetto di Chiesa
• Popolo di Dio• Missione dei laici
•Una rinnovata simpatia per il mondo (Gaudium et Spes)
Nascono due grandi domanderiguardo al servizio di carità
Ha ancora senso gestire servizi? Non è un doppione con lo Stato? Non si deresponsabilizza l’Istituzione?
Quale testimonianza di carità in una Chiesa comunione, popolo di Dio, gregge di responsabili dell’unica missione?
Padre e fondatore: servo di Dio Paolo VI
Giovanni Battista Montini, salito al soglio di Pietro nel 1963, traghettò la Chiesa ad assumere il Concilio.Un vero profeta e anticipatore del futuro,
con le sue intuizioni aprì un nuovo corso nel cammino di evangelizzazione
Non azione delegata, ma carità di popolo
Non un soggetto singolare ma la
comunità come attore
No azione suppletiva da “infermieri della storia” ma progetto
culturale
Non azione solo sociale ma filone di
annuncio e evangelizzazione
Non occasione di gestione ma strumento di promozione delle
responsabilità
La vera testimonianza della carità dovrà avere delle caratteristiche
La bussola teologica
Agàpe
Charitas
Se fino ad allora l’accento era stato posto sul versante morale che vedeva la carità come impegno personale a vivere atteggiamenti come quelli di Cristo, la nuova prospettiva pastorale recuperava la
centralitàdell’aspetto teologale della carità
• che è l’essere stesso di Dio• che ci viene partecipato dallo Spirito nella Parola e nei Sacramenti• e di cui noi altro nulla possiamo se non testimoniare: amati, amiamo
la nuova prospettiva aiutava a comprendere il significato dei termini
In concreto:
aiuti le comunità cristiane a passare da una carità “dei singoli” ad una “carità di
popolo” e suggerisca modalità adatte ai tempi e ai bisogni in
continua evoluzione
Sia un soggetto educativo della carità verso i poveri, la Chiesa e il
mondo ed offra formazione alla comunità cristiana e agli operatori
perché la carità sia vera espressione di fede
offra ai vari servizi di carità un luogo di efficace coordinamento,
di discernimento, di coprogettazione
sia anima alla vita di comunione e di servizio della comunità cristiana
e del territorio in cui essa vive
Le comunità cristiane hanno bisogno di uno strumento che:
ED ECCO “LA CARITAS”
2 luglio 1971Il Cardinale Antonio Poma, presidente della Conferenza Episcopale Italiana dal 1969 al
1979 , firma il decreto che istituisce
Caritas Italiana
missione in tre parolePREVALENTE
FUNZIONE PEDAGOGICA
Compito educativo per aiutare le comunità a
cambiare e crescere verso una fede autentica che si
esprime nella testimonianza di carità
ANIMAZIONE
Essere nella comunità un soffio vitale che
motiva tutti avivere la carità come
dimensione costitutiva dell’essere cristiano
PEDAGOGIA DEI FATTI
Insegnare facendo e facendo fare, in modo
che i segni educhino a seguire Cristo e il suo
amore infinito
per dare ali alla mission
1. coordinamento delle iniziative e dei soggetti
2. intervenire nelle emergenze per educare le Chiese e aiutare i fratelli
3. studiare e ricercare per comprendere, progettare, agire e stimolare
4. promuovere il volontariato in tutte le sue forme
5. contribuire allo sviluppo dei paesi in difficoltà
6. curare la formazione
7. approfondire il senso teologico della carità
8. fare advocacy in merito ai più poveri
tutto non in ottica “sociale” ma come azione pastorale
gli accompagnatori del camminoDon Giovanni Nervo, don Giuseppe Pasini, don Elvio Damoli, don Vittorio Nozza
e da pochi mesi da don Francesco Soddu.
cosa NON è
non è una associazione
non è un gruppo di
volontariato
non è un ente caritativo o di
solidarietà
non è un soggetto delegato
cosa E’
ORGANISMOinsieme di più e variegate parti (persone, aggregazioni…), in divenire, che dà concretezza ad una funzione indispensabile della comunità
PASTORALE con il compito di condurre le comunità all’assunzione consapevole e
responsabile dell’esercizio della testimonianza della carità
Della CEI/Diocesi/Parrocchianella consapevolezza che il soggetto è l’intera comunità e non alcuni suoi componenti delegati
Organismo Pastorale Della CEI(Diocesi/Parrocchia)
7 cromosomi1. è organismo pastorale
= parte integrante della azione pastorale della Chiesa
2. costituito al fine di promuovere – anche in collaborazione con altri organismi – la testimonianza della carità della comunità ecclesiale
= motore che fa camminare la comunità
3. in forme consone ai tempi e ai bisogni= leggendo i segni dei tempi e facendo discernimento continuativo
4. in vista dello sviluppo integrale dell’uomo= evangelizzando nella promozione umana
5. della giustizia sociale e della pace= completando i beni di giustizia con la relazione di carità
6. con particolare attenzione agli ultimi= partendo dai più piccoli, come metodo di approccio pastorale
7. e con prevalente funzione pedagogica= soggetto che educa e porta al cambiamento
dopo 40 anni24 novembre 2011
nella Basilica Vaticana il Santo Padre incontra le Caritas in occasione del quarantesimo di istituzione e consegna gli elementi per una vision futura,
in continuità con le radici e in profezia
gli indirizzi del Papa1. non desistere dal compito educativo,
assumendo la responsabilità del formare alla vita buona del Vangelo
2. implementare il metodo di lavoro ascoltare – osservare – discernere come strumento di azione pastorale, di dialogo e di collaborazione
3. essere sentinelle capaci di accorgersi e di far accorgere, di anticipare e prevenire
4. rendere parlanti i gesti e le opere
5. creare presenza capillare sul territorio attraverso le Caritas Parrocchiali
6. capacità di leggere l’evolversi della vita della gente e dei territori
7. porsi e aiutare le comunità a porsi a fianco della fatica dei fratelli
8. essere segno che porta speranza
per approfondire
• CARITAS ITALIANA, Statuto, Edizione extracommerciale, 1991• CARITAS ITALIANA, Perseveranti nella carità. Trent’anni di Caritas in Italia
= Caritas Italiana 1, EDB Bologna, 2003 • FERDINANDI SALVATORE, Quarant’anni di Caritas. Metodo e strumenti
pastorali per educare alla Carità = Fede e Annuncio63, EDB Bologna 2011
… e l’ampia documentazione che si trova sulla parte riservata del sito di Caritas Italiana: www.caritasitaliana.it