Benedetto Croce

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Anno pastorale 2012-13 Parrocchia Sant' Antonino Martire di Castelbuono (PA) Parroco Don Mimmo Sideli Ciclo di conferenze "I Maestri del sospetto e i Testimoni della fede" tenuto da P. Filippo S. Cucinotta, OFM; docente di Teologia orientale della Pontificia Facoltà Teologica "San Giovanni Evangelista" di Palermo Incontro su Benedetto Croce

Transcript of Benedetto Croce

comunità parrocchiale “S. Antonino Martire” Castelbuono

Anno pastorale 2012-2013

stanno alla porta e bussano 

In dialogo con i maestri del sospetto

e i testimoni della fede

né fuori della casa

né in alto

né nella casa

ma sulla soglia

I maestri del sospetto e i testimoni della fede

Le domande di Gualtiero

sei sicuro di vederci bene?

sei sicuro dell’arma?

sei alla giusta distanza?

27 /10 B. Russell, Perché non sono cristiano24 /11 B. Croce, Perché non possiamo non

dirci “cristiani”

15 /12 P. Odifreddi, Perché non possiamo essere cristiani

26 /01 E. Drewermann, I funzionari di Dio16 /02 R. Guardini, L’essenza del cristianesimo16 /03 H.U. von Balthasar, Solo l’amore è

credibile20 /04 K. Rahner, Corso fondamentale sulla fede25 /05 J. Ratzinger, Introduzione al

cristianesimo

i maestri del sospetto e i testimoni della fede

Benedetto Croce (1866 - 1952)

PERCHÉ NON POSSIAMO NON DIRCI «CRISTIANI»

LA CRITICA

RIVISTA DI LETTERATURA, STORIA E FILOSOFIA

DIRETTA DA B. CROCEAnno XI., fasc. 6.(IV serie, anno IV, fasc. 6)

20 novembre 1942

LA CRITICA

RIVISTA DI LETTERATURA, STORIA E FILOSOFIA

DIRETTA DA B. CROCEAnno XI., fasc. 6.(IV serie, anno IV, fasc. 6)

20 novembre 1942

UN TESTO TRA

CON-TESTO E PRE-TESTO

UN TESTO TRA

CON-TESTO E PRE-TESTO

L’EUROPA DEL NOVEMBRE 1942

IL SOGNO DI HITLER

STALINGRADO(19 novembre)

EL ALAMEIN(3 novembre)

20 novembre

LA FINE DEL SOGNO

UN TESTO TRA CON-TESTO E PRE-TESTO

16 agosto 1942: “Risvegliatomi dopo la mezzanotte non ho potuto riaddormentarmi presto, e non ho trovato di meglio da fare che venire meditando sul punto: “Perché non possiamo non chiamarci cristiani?”. La mattina ho tracciato il disegno del piccolo scritto sull’argomento”.

26 agosto 1942: “Per scuotere la malinconia ho meditato e scritto il saggio sul perché non possiamo non chiamarci cristiani”.

27 agosto 1942: “Copiato e corretto il saggio composto ieri”.

Il 30 agosto 1942 [alla poetessa Maria Curtopassi che gli aveva regalato un’edizione del Nuovo Testamento]: “... ho proseguito, e quasi terminato, in questi giorni il Nuovo Testamento.

[...] sono profondamente convinto e persuaso che il pensiero e la civiltà moderna sono cristiani, prosecuzione dell’impulso dato da Gesù e da Paolo. Su di ciò ho scritto una breve nota, di carattere storico, che pubblicherò appena ne avrò lo spazio disponibile.

in questa terribile guerra mondiale ciò che è in contrasto è una concezione ancora cristiana della vita con un’altra che potrebbe risalire all’età precristiana, e anzi pre-ellenica e pre-orientale, e riattaccare quella anteriore alla civiltà, la barbarica violenza dell’orda”.

Perché non possiamo non dirci “cristiani”

1. Una chiave di lettura2. Le tesi principali

3. I rilievi critici

1. Una chiave di lettura

?

“... la mente percorre ogni parte della realtà come suo dominio, e tuttavia non può attingere l’Uno se non come questo percorso stesso, nel quale va sempre abbracciata con l’Uno. Quel che è impossibile attingere è l’unità sciolta da questo abbraccio...” (1947)

2. Le tesi principali

1. Si vuole unicamente affermare, con l’appello della storia, che noi non possiamo non riconoscerci e non dirci cristiani,questa denominazione è semplice osservanza della verità. 

2. Il cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuta che non meraviglia che sia apparso o possa ancora apparire un miracolo, una rivelazione dall’alto, un diretto intervento di Dio nelle cose umane, che da lui hanno ricevuto legge e indirizzo affatto nuovo.

3. Tutte le altre rivoluzioni non sostengono il suo confrontoLa Grecia (poesia, arte, filosofia, libertà politica)Roma (diritto)E le rivoluzioni e le scoperte che seguirono nei tempi moderninon si possono pensare senza la rivoluzione cristiana. 

4. La ragione di ciò è che la rivoluzione cristiana operò nel centro dell’anima, nella coscienza morale. 

5. Anche la rivoluzione cristiana fu un processo storico, che sta nel generale processo storico come la più solenne delle sue crisi. 

9. E s’instaurava il concetto dello spirito, e Dio stesso non fu più concepito come indifferenziata unità astratta, e in quanto tale immobile e inerte, ma uno e distinto insieme, perché vivente e fonte di ogni vita, uno [un sol atto] e trino [sentimento, azione e pensiero]. 

10. Questo nuovo atteggiamento morale e questo nuovo concetto si presentarono in parte ravvolti in miti (regno di Dio, resurrezione dei morti, battesimo per prepararvisi, espiazione, e via dicendo) passarono laboriosamente da miti più corpulenti ad altri più fini e trasparenti di verità; si intrigarono in pensieri …

11. E chi voglia intenderlo nel suo proprio ed originale carattere deve sceverarlo da quei fatti estranei, sorpassare quegli incidenti, vederlo nel suo impeto primo e nella sua tensione dominante. 

13. E anche qui è stata accusata e lamentata, e ancor oggi si lamenta, la caduta dall’altezza in cui l’entusiasmo cristiano, si moveva, e il fissamento, il praticizzamento, il politicizzamento del pensiero religioso, l’arresto del suo fluire, la solidificazione che è morte.  

14. Ma la polemica contro la formazione e l’esistenza della chiesa o delle chiese è tanto poco ragionevole quanto sarebbe quella contro le università e le altre scuole in cui la scienza cessa di esser tale e vien fissata in catechismi e manuali. 

17. Così la chiesa cristiana cattolica foggiò i suoi dogmi, non temendo di formulare a volte il non pensabile perché non a pieno risoluto nell’unità del pensiero […] e studiò e attuò accomodamenti e transazioni con bisogni che né poteva estinguere o reprimere né lasciar liberi e disfrenati.

18. Benefica fu l’azione sua, vincendo il politeismo del paganesimo e provvedendo a costruire su nuove spirituali fondazioni il cadente e caduto impero di Roma, e di esso, come di tutta l’antica cultura, accogliendo e serbando la tradizione.  

19. Ed ebbe una lunga età di gloria che fu chiamata il medio evo, nella quale portò a termine il cristianizzamento e romanizzamento e incivilimento dei germani e di altri barbari

impedì le nuove-vecchie eresie,animò alla difesa contro l’Islam, minaccioso alla civiltà europea,  

21. Un istituto muore quando non soddisfa più alcun bisogno, o a misura che scema la quantità e si abbassa la qualità dei bisogni che esso soddisfa.

22. Gesù, Paolo, l’autore del quarto evangelio, e gli altri sembravano chiedere che l’insegnamento da loro fornito fosse a dominare il corso della storia e a soddisfare le nuove esigenze e le nuove domande che essi non sentirono e non si proposero e che si sarebbero generate dal seno della realtà.

23. La chiesa di Roma, sollecita di proteggere il suo istituto e l’assetto che aveva dato ai suoi dommi nel concilio di Trento, doveva sconoscere e perseguitare e, in ultimo, condannare con tutta quanta l’età moderna in un suo sillabo, senza essere in grado di contrapporre alla scienza, alla cultura e alla civiltà moderna del laicato un’altra e sua propria e vigorosa scienza, cultura e civiltà.

26. Le religioni antiche furono superate e risolute nell’idea cristiana di Dio che non può essere né Zeus né Jahvè, e neppure (nonostante le adulazioni di cui ai nostri giorni si è voluto farlo oggetto) il Wodan germanico; e perciò ci sentiamo direttamente figli del cristianesimo.

27. Nessuno può sapere se un’altra rivelazione e religione, pari o maggiore di questa che lo Hegel definiva la «religione assoluta», accadrà nell’uman genere, in un avvenire di cui non si vede ora il più piccolo barlume.  

28. Il Dio cristiano è ancora il nostro, e le nostre affinate filosofie lo chiamano lo Spirito.

3. I rilievi critici

1. Cristianesimo e Cristianesimo2. Cristianesimo e Nazismo3. Dogmi cristiani e filosofia

1. Cristianesimo e Cristianesimo2. Cristianesimo e Nazismo3. Dogmi cristiani e filosofia

Cristianesimo

Cristianesimo

Fede Religione Civiltà

Cristianesimo

Fede Religione Civiltà

mito inevitabile migliore

Cristianesimo

la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuta

Cristianesimo

la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuta

appare una rivelazione, un diretto intervento di Dio

1. Cristianesimo e Cristianesimo2. Cristianesimo e Nazismo3. Dogmi cristiani e filosofia

L’ideologia nazista si pone agli antipodi della “religione della libertà”.

Schierarsi contro il nuovo “paganesimo”, che sembra riallacciarsi alla “barbarica violenza dell’orda”.

Un paganesimo che ha travolto “la grande tradizione filosofica” della Germania. 

In opposizione alla ideologia nazista il cristianesimo, come alla “più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuta”.

1. Cristianesimo e Cristianesimo2. Cristianesimo e Nazismo3. Dogmi cristiani e filosofia

Dio

Dio

uno trino

Dio = Spirito

uno trino

Dio = Spirito

uno trino

un atto solo

Dio = Spirito

uno trino

un atto solo

sentimento azione pensiero

Il Dio cristiano è il nostro, le nostre affinate filosofie lo chiamano lo Spirito, sempre ci supera e sempre è noi stessi.

Non è più misteroma limpida verità all'occhio della logica che potrà ben dirsi “divina”, intendendola come quella che lo fa veramente uomo.

Gesù Cristo

Uno dei geni della profonda azione, insieme a Paolo e all'autore del quarto evangelioFervido e senza posa era stato il suo travaglio di pensiero e di vita

Chiese che il suo insegnamento fosse- una fonte da attingervi in eterno,- incessante opera, viva e plastica, a dominare il corso della storia e a soddisfare le nuove esigenze e le nuove domande che egli non sentì e non si propose e che si sarebbero generate di poi dal seno della realtà.  

La verità da Gesù annunciata, non diversamente da ogni altra opera di pensiero, è sempre un abbozzo a cui in perpetuo sono da aggiungere nuovi tocchi e nuove linee.

Il Cristianesimo dell’ultimo Croce

... Io, modestamente, so di vivere in un continuo colloquio con Dio, così serio e intenso che molti cattolici e molti preti non hanno mai sentito nella loro anima ... (Napoli, 21 dicembre 1947)

… Ed io per fortuna ho una moglie che è sinceramente cattolica. Orbene, appunto per questo, mia moglie sa che cosa orrenda sia profittare delle infermità per strappare a un uomo una parola che sano egli non avrebbe mai detta; e sa che ci sono rapporti diretti tra l’uomo e Dio. (Taccuini di lavoro, 3 luglio 1950)