Attualità Sabato23Novembre2019 Giorgia, il risveglio e un ... · viamo io e il papà di Giorgia in...

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www.gazzettino.itSabato 23 Novembre 2019

Ciao, buongiorno,

non so nemmeno comeiniziare questa lettera.Nella mia testa ci sono cir-ca un milione di parole,tutte si accavallano, scom-

paiono, ritornano, ma nessunaalla fine sembra riuscire a de-scrivere esattamente cosa pro-viamo io e il papà di Giorgia inquesto momento così buio chesta passando la nostra bambina.Scusate non mi sono nemmenopresentata, sono Francesca Do-retto la mamma di Giorgia Kus,la bambina di quattro anni emezzo della quale forse cono-scete già la storia, visto il tamtam sui sociali, sui giornali e letv. Ormai sono più di due mesiche siamo qui a Padova, abbia-mo lasciato la nostra città inFriuli Venezia Giulia per starecon lei. Il 6 di settembre, quan-do ci hanno trasferiti, quasi sen-za darci il tempo di capire cosastava succedendo, ci siamo tro-vati spaesati, davvero. Poi, perfortuna, qua a Padova tutti cihanno accolti con gentilezza ecomprensione, sia gli infermieriche i dottori.

UN GRAZIE DI CUOREQuella sera, quando siamo ar-

rivati, era di turno la dottoressaAngela Amigoni, una donna eun medico straordinario, non ciha lasciato un giorno da quel 6settembre. Eravamo spauriti, ar-rabbiati, frastornati, impauriti,preoccupati, disperati e speran-zosi, tutto insieme. E avevamobisogno di professionalità eumanità: ed è quello che abbia-mo trovato. Io, noi, la riteniamodavvero un angelo per tuttoquello che sta facendo per salva-re Giorgia. Tutta l’équipe dellaTerapia Intensiva Pediatrica èmagnifica. Lo staff del reparto ècomposta dal primario AndreaPettenazzo. Poi ci sono la sua vi-ce, la dottoressa Angela Amigo-ni e i dottori Mazza, Stritoni, Da-verio, Gaffo, Tosoni e le due spe-cializzande Tessari e Brugnola-ro. A queste persone io posso so-lo dire grazie, perché stannoprovando in ogni modo a capireche cosa abbia Giorgi, a salvar-la, ogni giorno. E accanto a lorolavorano quotidianamente gliinfermieri e le infermiere, non livogliamo dimenticare perché

condividono con noi il quotidia-no, le speranze e le delusioni. Cisono Giorgia, Claudia, Elena,Anita, Cristiana, Federica, Pier-gianni, Igor, Davide, Moreno eGiuseppe. Tutto lo staff della Ti-ped non ci ha mai fatto sentiresoli, ogni volta che siamo tristi oche io piango viene semprequalcuno di loro a dare confor-to.

Ormai siamo di casa in quelreparto, abbiamo creato legamid’amore e affetto con gli altri ge-nitori, ci diamo forza a vicenda.Poi, quando condividi esperien-ze così forti e drammatiche suc-cede qualcosa di inaspettato: ibambini ricoverati in questo re-parto diventano un po’ “figli ditutti”. La paura, la speranza, ildolore che i genitori dei piccolipazienti provano diventa partedell’animo di tutti gli altri. Spe-riamo e preghiamo per tutti,non esiste più solo la nostrabambina, ci preoccupiamo gliuni degli altri, con sincerità eamore. Quando succede “il mi-racolo”, quando un bambinoguarisce, è una festa per tutti,ma a volte succede anche il con-trario. La frustrazione e la dispe-razione che si provano in queimomenti sono tali da non avereil modo per essere spiegate. Cre-detemi. E noi non sappiamo co-me faccia lo staff a non crollare,ma a lavorare sempre con il sor-riso. Per noi medici e infermierisono dei supereroi.

UNA SORPRESA INASPETTATAOgni giorno quando varchia-

mo quelle porte cerchiamo difarlo nel modo più positivo checi è possibile, in fondo la nostrabambina adorata aspetta il no-stro arrivo anche se è addor-mentata. Non possiamo e nonvogliamo demoralizzarci, ognigiorno apriamo gli occhi e il pri-mo pensiero è lei: Giorgia. Circadue settimane fa, passando da-vanti ad un negozio di giocatto-li, abbiamo visto in vetrina ilcamper delle Lol, delle bamboli-ne, che lei desiderava tanto, sia-mo entrati senza pensarci un at-timo e glielo abbiamo compra-to. Siamo tornati in ospedalecon questo scatolone enorme eabbiamo chiesto all’infermierase potevamo portarlo dentroper farlo “vedere” a Giorgia, leici ha detto di sì, avvertendoci: labambina era sedata, quindi sa-rebbe servito a poco. Sapevamoche aveva ragione, ma il cuoredi un genitore a volte procedeper vie imponderabili. Entratiin stanza il papà, William, l’hasalutata e lei inaspettatamenteha aperto quei suoi occhioni blumeravigliosi. Le ho chiesto se lepiaceva e mi ha risposto sì muo-vendo la testa facendo un sorri-so come meglio poteva, vistoche aveva un tubo della respira-zione. In quel momento siamostati travolti da una gioia cosìgrande... era tempo che non ci

accadeva. Troppo. A volte per-diamo le speranze, poi la guar-diamo, vediamo Giorgia che lot-ta, e ci diciamo che no, non pos-siamo mollare.

Non possiamo mollare nep-pure di fronte ai tanti attacchiche abbiamo ricevuto. Ci hannodetto che eravamo dei truffato-ri, che la nostra raccolta fondinon serviva per Giorgia. Sapetecosa vi rispondo? Magari. Già,perché preferirei finire in galerapiuttosto che vedere la mia bam-bina in quel letto di ospedale. Velo dico io come stanno le cose.La raccolta fondi è stata apertain caso di cure specifiche perGiorgia e per sostenere noi geni-tori. Abbiamo lasciato la nostracittà e qua a Padova abbiamo af-fittato un appartamento a paga-mento giornaliero, il mio com-pagno non lavora, “per fortuna”in questo caso, altrimenti sareisola. William ha terminato ilcontratto con la ditta dove erastato assunto a tempo determi-nato il 31 luglio, aveva già un al-tro posto dove andare, ma ha ri-nunciato per stare con la bambi-na. Senza le donazioni saremopersi.

IL SOSTEGNORingraziamo tutti di cuore

per il sostegno e l’affetto che cimandate, ringraziamo anchemia sorella Sara che ha fatto ditutto per trovare medici e aiutiper Giorgia, lo staff della Tipedper tutto quello fanno, i mediciesterni che ci stanno aiutandocome il dottor Genovese del Ge-melli di Roma e il dottor Quat-trone di Trento e tutti gli altri dicui non ricordo il nome, la Mito-con che è un’associazione di me-dici e la mia amica Valentinache nonostante gli insulti che haricevuto per la raccolta fondi èancora accanto a noi e continuaad aiutarci. Grazie di aver dedi-cato cinque minuti per leggerequeste righe scritte in modosconclusionato, ma a cuoreaperto di una mamma e un pa-pà che lottano tutti i giorni perla loro bambina.

Francesca DorettoWilliam Kus

© RIPRODUZIONE RISERVATA

R O M A Un manifesto per chiama-re all’appello i medici a un usocorretto degli antibiotici e unapagina di informazione ad hocsul sito del ministero dellaSalute: l’Italia, maglia nera inEuropa per il numero di morticausate da batteri resistenti,con più di 10.000 decessi ognianno, corre ai ripari. A fare ilpunto sulle nuove iniziativeper contrastare la diffusionedei superbatteri è stato ilconvegno “Menoantibiotici, piùefficaci”, inoccasione dellaSettimana Mondialeper l’usoconsapevole diqueste preziose armicontro le infezioni.«Nuove molecole sono allostudio, ma se non usiamo benegli antibiotici oggi, il numerodi batteri resistenti cresceràsempre di più», perché«l’antibioticoresistenza vamolto più veloce di quantopossa andare la nostra ricercanel combatterla», hacommentato il viceministrodella Salute Pierpaolo Sileri.

«Un microrganismo su tre hasviluppato una forma diresistenza». Questo è anchedovuto al fatto che «l’impiegoinappropriato degliantibiotici supera il 30%»,spiega Luca Li Bassi, direttoregenerale Agenzia Italiana delFarmaco (Aifa). Dall’influenzaal raffreddore, da tracheiti etonsilliti a cistiti e bronchiti,dai dati Aifa 2018 emerge che il

problema dellaprescrizione

impropria da partedei medici non èl’unico. «Il 15% degliantibiotici vieneacquistato dai

cittadiniprivatamente e

quindi non è a caricodel Servizio Sanitario

Nazionale. Ogni giorno nel2008 sono state acquistateprivatamente 3,4 dosi diantibiotici ogni 1000 abitanti».Sul portale del Ministero dellaSalute dalla prossimasettimana ci sarà una sezionededicata all’uso corretto diquesti farmaci.

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«Così il reparto di terapia intensivaora è diventato la nostra famiglia»

IL CASOP A D O V A Un attimo di speranza, illavoro dei dottori, i tentativi, tut-to sembra procedere per il me-glio, il fiato resta sospeso, poi unnuovo crollo, e si torna punto e dacapo. Bisogna ricominciare. Que-sto è il percorso di Giorgia Kus.La bambina che dal Friuli Vene-zia Giulia è arrivata all’ospedaleCivile di Padova con una malattiasconosciuta. I suoi giorni trascor-rono nell’immobilità, è in seda-zione profonda dal 13 settembreall’ospedale Civile di Padova. Manegli ultimi tempi era successoqualcosa: la piccola paziente ave-va mosso le mani e i piedi. Puòsembrare un dettaglio da poco,ma non lo è. Non lo è per i genito-ri, per i medici, per gli infermieri.Era il risultato della diminuizio-ne dei farmaci per la sedazioneprofonda, uno scalaggio lentissi-mo, durato fino a ieri l’altro,quando uno pneumotorace ha co-stretto l’équipe di medici che laseguono ad una brusca retromar-cia: la piccola è stata sedata dinuovo. Giorgia avrebbe dovuto ri-svegliarsi fra qualche settimana,ma è tutto rimandato, adesso oc-

corre gestire questa emergenza,l’ennesima.

DIMINUZIONELa dose di farmaci era stata di-

minuita con accortezza, era im-portante che Giorgia non si agi-tasse, anche perché nel frattem-po era stata sottoposta a un pro-

cesso di “pulizia” del sangue: unmacchinario esterno lo preleva-dalla giugulare della paziente, lodepura dall’anidride carbonica elo reimmette dall’arteria femora-le. Perché i polmoni di Giorgiariescono a scambiare ossigenoma non ce la fanno ad eliminarel’anidride carbonica. Gli organi

fondamentali per la respirazionedella piccola hanno riportato al-cune lesioni, ma a quanto sembradai primi riscontri i danni non sa-rebbero irreversibili. I medici spe-ravano di portarla ad un risvegliolento per riuscire a sottoporla aTac, ma la problematica sorta nelfrattempo ha imposto un signifi-

cativo e doloroso passo indietro.A vegliare su Giorgia, come

sempre, ci sono la mamma Fran-cesca Doretto e il papà WilliamKus. Loro sono abituati ad aspet-tare, e a sperare con forza. Fran-cesca e William sono attenti adogni piccolo cambiamento e neigiorni scorsi hanno raccontato:

«L’abbiamo vista aprire gli occhi- raccontano - ma non ci vede. Ècome se fosse in dormiveglia, per-cepisce le voci, e ci riconosce.Quando Giorgia sente che le par-liamo, che la chiamiamo per no-me, la sua frequenza cardiaca au-menta. Alla nostra bambina batteforte il cuore, sa che siamo conlei». Poi il crollo, ma mai la perdi-ta della speranza: «È sempre così,un giorno sembra andare tuttoper il meglio, i dieci successivi no.Ma non molliamo».

E non ci sono solamente Fran-cesca e William, tantissime perso-ne seguono ogni giorno la vicen-da di Giorgia sui Social, sulla pa-gina Facebook “La Forza di Gior-gia Kus”, nella quale i genitoripubblicano informazioni e refertimedici. E in molti hanno ancheaiutato la coppia economicamen-te, visto che i genitori hanno la-sciato la città dove vivevano pertrasferirsi a Padova. Per questo,ma soprattutto per garantire allafiglia eventuali cure specifiche,hanno attivato la “Raccolta fondidi Valentina per aiutare Giorgia ela sua mamma”, sempre sul So-cial.

Beatrice Mani© RIPRODUZIONE RISERVATA

Giorgia, il risveglio e un passo indietro

QUEI SOLDISERVONO PER LE CUREE PER SOSTENERCI:ABBIAMO SOSPESOIL NOSTRO LAVOROPER STARLE ACCANTO

Gli italiani usano troppi antibioticiCosì si rischiano i “superbatteri”

Campagna del ministero

QUANDO SUCCEDEIL MIRACOLO E UN BIMBOGUARISCE QUIÈ UNA FESTA PER TUTTIMA A VOLTE CAPITAANCHE IL CONTRARIO

Attualità

CI HANNO DETTOCHE ERAVAMODEI TRUFFATORIPER LA NOSTRARACCOLTA DI FONDIE IO RISPONDO: MAGARI

OSPEDALE DI PADOVA Giorgia Kus, 4 anni, e la mamma Francesca Doretto

`I medici avevano diminuito i farmaci che la tengono sedatama uno pneumotorace li ha costretti a rimandare l’operazione

`Padova, lettera della mamma e del papà della bimba di 4 annidi Pordenone affetta da una malattia rara: «Ha aperto gli occhi»