ARCIDIOCESI DI MONREALE UFFICIO LITURGICO UFFICIO PASTORALE DELLA SALUTE SABATO 14 FEBBRAIO 2015...

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A R C I D I O C E S I D I M O N R E A L EU F F I C I O L I T U R G I C O

U F F I C I O PA S T O R A L E D E L L A S A LU T ES A B AT O 1 4 F E B B R A I O 2 0 1 5

P O G G I O S. F R A N C E SC O - M O N R E A L E

La famiglia e la malattia senza esito Dott.ssa Rossana Carmagnani

La persona ( Jacques Maritain) è in stato di bisogno e di richiesta pregna della “sovrabbondante generosità

dell’essere”. E’ capace di servire poiché sperimenta il

bisogno in se stessa ed è capace di riconoscerlo nell’altro e di darvi risposta.

Il servizio è ascolto

Il servizio è ascolto

Il servizio deve ascoltare il bisogno e distinguerne le caratteristiche.

Il servizio deve vincere la tentazione dell’assistenzialismo:

fare delle cose a partire da un proprio schema di intervento piuttosto che dalla

comprensione di ciò di cui la persona ha veramente necessità.

Il servizio è ascolto

Servire:

ascoltare il bisogno e renderlo consapevole in chi non lo percepisce o non lo percepisce più

esplorare il bisogno, scoprendolo nelle implicazioni più sottili

coglierlo attraverso la specificità di chi lo sta vivendo.  

Il servizio è ascolto

Non ci sono bisogni generici con risposte generiche:

ci sono persone uniche con il loro specifico bisogno, vissuto nel qui e ora della loro

esistenza. Il servizio è avere cura dell’altro in modo

personalizzato.il servizio è un pregiato vestito d’altri tempi

tagliato e cucito su misura: non conosce la fattura in serie, né quella

globalizzata.

Il servizio è ascolto

non conosce la transitorietà delle mode,

conosce sola la verità della persona chiamata per nome ed accolta nella sua

realtà più autentica e silenziosa.  

Il servizio è dialogo

Il servizio

è una forma privilegiata di dialogo: è possibile servire solo chi si conosce.

è un’ espressione forte di incarnazione

La dimensione cristica dell’incarnazione

è caposaldo della fede cristianaed è paradigma di una qualità

speciale di relazione interpersonale, di cui l’uomo si trova ad avere bisogno, in tempi e forme diverse, nel corso

della sua vita.

Il servizio dialogo

Il servizio è dialogo

C’è sempre un tempo nel quale una persona ha bisogno di incontrare

un’altra persona che sappia mettere tra parentesi se stessa e decentrasi

integralmente nella realtà di chi le sta di fronte per accoglierne la realtà,

conoscerne le caratteristiche, percepirne, bisogni espressi ed

inespressi

Il servizio dialogo

È la strada relazionale scelta da Dio per entrare in dialogo con l’uomo, orientarlo a scoprire i suoi bisogni più veri, metterlo nella disposizione d’animo di lasciarsi

aiutare. Questo significa che prima di dire o dare delle cose (dichiarazione della possibilità di

dare aiuto) occorre farsi dire delle cose (ascolto della storia dell’altro).

La famiglia e la malattia senza esito

Servire la persona nel suo dolore è una sfida umana ed evangelica

radicale. Il dolore è la linea di demarcazione tra l’irradicamento nel senso forte

dell’esistenza e la provocazione del non-senso.

.La famiglia e la malattia senza esito

La persona non vive il dolore, è il suo dolore, che ne permea l’identità

stessa, la trasforma nelle sue qualità e nei suoi limiti, ne modifica l’immagine

di sé, la qualità delle relazioni, l’orizzonte progettuale.

La famiglia e la malattia senza esito

La malattia senza esito, quella che si intreccia a corda marinara con il futuro stesso della persona e che durerà tanto quanto la sua vita, è una delle sorgenti

dalle quali il dolore sgorga più copioso e irruente e avvolge, nel suo flusso

immodificabile, chi è malato e chi ama il malato nel legame degli affetti più stretti.

La famiglia e la malattia senza esito

Confrontarsi con questa “pietra di inciampo”

significa spogliarsi

da qualsivoglia magia del vivere, dall’illusione di poter “essere utili”, di avere

la possibilità di raggiungere esiti risolutori e gratificanti per se stessi e per gli altri.

La famiglia e la malattia senza esito

Significa mettersi in ginocchio

nella propria stanza interiore, sostituire il suono rassicurante delle parole con

la forza del silenzio, rendersi presenza, che si fa ammaestrare dai

suoi interlocutori su come esserlo e su come agire.

farsi ascolto, il più delle volte accentando di se stessi il fatto di non avere risposte.

La famiglia e la malattia senza esito

La famiglia che vive il dolore senza esito è uno spaccato di umanità, che passa

attraverso il crogiuolo di passi differenti:

lo sgomento della notizia,

la speranza del miracolo,

la delusione dei risultati

La famiglia e la malattia senza esito

la fatica dell’accudimento e delle cure,

il contagio psicologico della disperazione, della rabbia e

dell’impotenza,

lo sconforto del senso di inutilità,

l’esposizione alle alterazioni del carattere del malato.

La famiglia e la malattia senza esito

Questa famiglia è il luogo evangelico e umano privilegiato nel quale vivere l’esperienza

di essere servi inutili, con le mani vuote, ma aperte ad accogliere il kairòs dei segni della

possibilità

di aprire insieme varchi di vita ritrovata e rinnovata, percorsi di speranza contro ogni speranza, di umanità dello spirito dentro la

debolezza dell’umanità della carne.

La famiglia e la malattia senza esito

E’ possibile

dimostrare che portare gli uni i fardelli degli altri è uno dei valori

chiave della vita,

insegnare a non vergognarsi della malattia e della propria debolezza di

fronte ad essa,

La famiglia e la malattia senza esito

accompagnare a scoprire che il dolore è creativo: svela e rende

possibili altre forme del viveretestimoniare con la propria presenza

che l’unico pericolo mortale è la solitudine e che accogliere e cercare la presenza è una forza dell’esistenza

La famiglia e la malattia senza esito

Come tutto questo è attuabile e realizzabile nella competenza,

nella solidarietà, nella condivisione?

La famiglia e la malattia senza esito

Percorsi formativi sulla conoscenza delle patologie della quali ci si

mette al servizio:1. le caratteristiche cliniche

2. l’ evoluzione 3. le modificazioni del carattere,

4. l’allettamento

La famiglia e la malattia senza esito

Percorsi formativi sull’esercizio dell’ascolto:

1. non avere paura del proprio silenzio,2. non avere paura di farsi

ammaestrare dall’altro sulla natura del suo bisogno, per accompagnarlo a

capire la realtà del malato e non farsi sopraffare dalla sua realtà, dalle

necessità richieste dall’assistenza

La famiglia e la malattia senza esito

3 non dimenticare che l’amore per l’altro si fonda

sull’amore di sé: aiutare la famiglia a riconoscersi il

diritto di avere tempi e spazi propri per ciascuno dei suoi membri,

aiutarla a sviluppare logiche di collaborazione equilibrate e una sana

distribuzione dei compiti,

aiutare la famiglia a vincere la tentazione della vittima sacrificale: è

fondamentale che nessuno sia sovraccaricato, che nessuno sia

esonerato, che chi è in crescita sia coinvolto ma non responsabilizzato

eccessivamente.

La famiglia e la malattia senza esito

aiutare la famiglia a riconoscere a se stessa il diritto di uno scherzo e di una

risata per renderli possibili anche a chi è malato,

aiutare la famiglia ad aspettarsi dal malato risorse inaspettata e a scoprire in lui un sostegno, una forza, una gioia

di vivere inimmaginabili,

La famiglia e la malattia senza esito

Vivere tempi di riflessione spirituale e di confronto con la parola di Dio appropriati per:

non essere moralistici e predicatori con chi è già gravato ed esposto ai

sensi di colpa. orientare ad una preghiera

consolatoria e liberante

La famiglia e la malattia senza esito

vivere l’incontro con la Parola di Dio come luogo di ristoro e di rigenerazione, viatico per riprendere un cammino duro

non modificabile