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A SCUOLA A TEATRO LA BOTTE E IL C IL INDRO Anno scolastico 2011-2012
XXII stagione di spettacoli per le
scuole dell’obbligo
Ecco il calendario e le in-
formazioni sugli spettaco-
li della ventunesima sta-
gione che La botte e il ci-
lindro dedica alle scuole
di base al Teatro Ferrovia-
rio in collaborazione con
l’assessorato alla Cultura
del Comune di Sassari.
Otto compagnie nazio-
nali e una catalana, 15 ti-
toli per 63 repliche ac-
compagneranno bambini,
ragazzi e insegnanti da
novembre fino a marzo. Il
costo del biglietto è di 5
euro, l’inizio degli spetta-
coli alle ore 10. Come
sempre le scuole interes-
sate dovranno prenotare
gli spettacoli e i giorni de-
siderati alla segreteria del
Ferroviario:
tel 0792633049
fax 0792633197, oppure
scuole@bottecilindro.it
Ministero per i Beni
e le Attività Culturali
Regione Sardegna
Assessorato Spettacolo
10,11,12,13 gennaio
La botte e il cilindro
CARTACANTASTORIE
(4-8 anni)
19,20,23,24,25,26,27,30,31 gennaio
La botte e il cilindro
CAPPUCCETTO ROSSO
13,14 febbraio
L‟Uovo (Aq)
IL GIRO DEL MONDO IN 80
GIORNI
(6-11 anni)
27,28,29 febbraio
AIDA (Vr)
I RAGAZZI DELLA VIA PAAL
(8-13 anni)
5,6,7 marzo
La botte e il cilindro
IL GATTO CON GLI STIVALI
(4-11)
9,12,13,14 marzo
Toni Zafra (Barcellona)
IL GRAN CIRCO DELLE MARIO-
NETTE (dai 4 anni)
19,20,21,22 marzo
La botte e il cilindro
IL GATTO MAMMONE
(4-11 anni)
26,27,28,29 marzo
La botte e il cilindro
FILASTROCCHE
(4-8 anni)
2,3,4 aprile
Teatro Libero (Pa)
PINOCCHIO
(9-13 anni)
Fondazione
Banco di Sardegna
Provincia di Sassari
Assessorato Cultura
4,7,8,9,10,11 novembre
La botte e il cilindro
GARABALDA FA FARATA
(il Risorgimento raccontato ai ra-
gazzi)
(6-11 anni)
14,15,16 novembre
Teatro Instabile (Or)
LA FILOSOFIA DEL CAMMELLO
(6-13 anni)
21,22,23 novembre
Is Mascareddas (Ca)
ANIMA E CORU
(dai 4 anni)
25,28,29,30 novembre
La botte e il cilindro
LA BELLA CHE SPOSÒ LUSBÈ
(6-11 anni)
1 e 2 dicembre
La botte e il cilindro
FANTASIA ORIENTALE
(6-11 anni)
9,12,13,14,15,16,19, 21 dicembre
La botte e il cilindro
LO SCHIACCIANOCI
(6-11 anni)
Comune di Sassari
Assessorato Spettacolo
ANNO SCOLASTICO 2011-2012 PAGINA 2 a scuola a teatro
4,7,8,9,10,11 novembre
La botte e il cilindro
GARABALDA FA FARATA (il Risorgi-
mento raccontato ai ragazzi)
con Daniela Cossiga . Scritto e diretto da
Sante Maurizi (età consigliata 6-11 anni)
La bandiera di tre colori
è sempre stata la più bella:
noi vogliamo sempre quella,
noi vogliam la libertà!
Eccola qui, la “bandiera di tre colori”. La
bandiera italiana: verde, bianco, rosso.
Verde come l’erba del prato. Bianco come
le montagne dopo nevicato. Rosso come il
sangue del soldato. Così cantavano i no-
stri bis e tris-nonni. Ma cantavano an-
che:
Garibaldi fu ferito
fu ferito ad una gamba
Garibaldi che comanda
che comanda i suoi solda’!
Garibaldi è stato ferito? Dove? Quando?
Chi è stato? E perché?...
Ma prima di rispondere a queste doman-
de ecco che la canzone diventa una fila-
strocca:
Garabalda fa farata
fa farata ad ana gamba
Garabalda ca camanda…
Garabalda cacca manda? Ma come ti
permetti?
No! Aspetta! Non è finita:
Garabalda ca camanda
ca camanda a saa salda’!
Come come?... ca camanda a saa salda’?.
... ah, ho capito!...
Benissimo! Dai! continua con me:
Gherebelde fe ferete
fe ferete ed ene ghembe
Gherebelde che chemende
che chemende e see selde’!...
Ecco: con una filastrocca, con un gioco,
inizia il nostro viaggio lungo il Risorgi-
mento. Gli avvenimenti che portarono
all‟Unità d‟Italia con i suoi protagonisti
(Garibaldi, Vittorio Emanuele II, Ca-
vour, Mazzini,Verdi) rivivranno attra-
verso giochi, animazioni e canzoni. Co-
me “La battaglia di Magenta” (C’era un
bel dì la battaglia di Magenta / che bel
piacere vedere i cavalier…). Ma anche
attraverso l‟immenso repertorio icono-
grafico di dipinti, affreschi, nomi di piaz-
ze e vie, monumenti che abitano da 150
anni le nostre città e ai quali quasi non
facciamo più caso. Grazie all‟interazione
dell‟attrice con le proiezioni sullo scher-
mo gigante, le immagini di battaglie e
personaggi coinvolgeranno i piccoli spet-
tatori nell‟essere parte della storia. Con
la convinzione che sia ancora possibile,
come capitò alle generazioni che ci han-
no preceduto, appassionarci alla Storia.
14,15,16 novembre
Teatro Instabile (Or)
LA FILOSOFIA DEL CAMMELLO
(6-13 anni)
Un giovane turista è in viaggio nel deser-
to del Sahara, nella zona sud dell‟Algeria.
A causa di un inconveniente accaduto
all'autobus su cui viaggiava, si allontana
dal gruppo e si ritrova da solo in mezzo al
deserto.
Non si impaurisce e comincia a fare ca-
stelli di sabbia, a fantasticare e, con la
mente, percorre strade immaginarie den-
tro quello strano ambiente tanto affasci-
nante quanto misterioso, il bellissimo
deserto del Sahara.
Conoscerà i viandanti del deserto, con
loro mangerà pane azzimo e berrà latte di
capra, conoscerà i cammelli, le volpi e
tanti altri animali del deserto e inseguirà
anche i miraggi.
Incontrerà un piccolo cane di nome As-
shan che diventerà il suo più fedele com-
pagno, conoscerà Mohammed, un bambi-
no del deserto, che gli racconterà storie
incredibili e molto emozionanti. Con lui si
siederà a sognare, con le stelle costruirà
fantastici e onirici paesaggi, conoscerà la
guerra e gli parrà di aver combattuto per
davvero. Diventerà esso stesso parte del
Sahara, gli sembrerà di essere diventato
di sabbia e vecchio e cieco conoscerà la
vera storia del popolo Saharawi che tanti
e tanti anni fa, è stato costretto a
fuggire dalla sua terra per vivere esule in
un paese straniero.
“La filosofia del cammello” è uno spetta-
colo teatrale che il drammaturgo Aldo
Sicurella ha ideato e scritto al suo rientro
dal deserto Algerino dove è stato per una
settimana nella doppia veste di podista e
maestro di teatro partecipando ad una
maratona di solidarietà con il popolo Sa-
harawi e realizzando con un gruppo di
bambini Saharawi un progetto di
drammatizzazione. Le vicende del prota-
gonista, turista occidentale che si perde
nel deserto, a volte narrate e a volte rivi-
ste come in un flashback, ci conducono in
un mondo affascinante e contradditorio
entro il quale le grandi forze della natura
spesso violente e distruttive contrastano
con la dolcezza, la felicità e la saggezza
dei suoi abitanti. La vulnerabilità
dell‟uomo diventa strumento per acquisi-
re una filosofia di vita che crede porta a
credere in un domani migliore ed in una
futura libertà. Il recinto che racchiude
musicisti ed attore su una sorta di duna,
si apre verso la platea e avvicina lo spet-
tatore in un emozionante contatto con “il
deserto”.
21,22,23 novembre
Is Mascareddas (Ca)
ANIMA E CORU
(dai 4 anni)
Anima e coru rappresenta una tappa
significativa del percorso della Compa-
gnia Is Mascareddas. Nato in occasione
del suo trentennale, lo spettacolo è
mosso dall‟esigenza di un tributo sim-
bolico, al lavoro svolto in questi anni,
ma anche al ruolo che ancora la burat-
tineria riveste, sebbene silentemente,
nel panorama delle possibilità espres-
sive delle arti sceniche, con la sua stra-
ordinaria capacità di emozionare.
Anima e cuore sono gli ingredienti che
un burattinaio deve trasferire nel cor-
po del burattino perché possa verificar-
si il prodigio tutto peculiare del Teatro
di Animazione, in cui un oggetto inani-
mato, agli occhi del pubblico, prende
vita.
Una vita capace di forza espressiva
straordinaria, in grado di incaricarsi di
un valore emotivo forte, in cui il corpo
del pupazzo diventa punto di incontro
tra il pubblico e il burattinaio, trasfor-
mandosi nella sede, concreta e immagi-
naria allo stesso tempo, in cui si gene-
ra un accordo tacito ma inscindibile di
scambio poetico, estetico e civile.
Anima e cuore, del resto, sono anche le
risorse da impiegare per svolgere il
mestiere di burattinaio per trent‟anni.
Lo spettacolo articola una girandola di
dieci episodi, brevi sketch, alcuni basa-
ti su idee nuove, altri su idee da reper-
torio, in cui si susseguono personaggi,
stili, tecniche di animazione e climi
poetici diversi. Tutte rappresentative
di una precisa tecnica di lavoro. La pa-
noramica sul lavoro di Is Mascareddas,
diventa così il pretesto per raccontare
la storia della burattineria e le sue ca-
ratteristiche, in un continuo rimando
tra narrazione del burattinaio, che in-
terviene tra un episodio e l‟altro, mec-
canismi di coinvolgimento del pubblico,
che diviene così parte integrante e in-
terattiva dello spettacolo, e gli episodi
interamente dedicati ai burattini.
Rivolto a tutto il pubblico, come nella
più originale tradizione del Teatro di
Animazione, lo spettacolo porta in sce-
na il rigore e la raffinatezza di un lavo-
ro scrupoloso nella tecnica e nella poe-
tica, unito all‟esigenza di rivolgersi ad
un pubblico popolare, rendendosi di-
sponibile a tutte le esigenze di fruizio-
ne.
ANNO SCOLASTICO 2011-2012 PAGINA 3 a scuola a teatro
25,28,29,30 novembre
La botte e il cilindro
LA BELLA CHE SPOSÒ LUSBÈ
(6-11 anni)
C‟erano una volta… Scianca e Pillanca,
Folletti dalle Sette Berrette, custodi di
favolosi tesori e di antiche, fantastiche
storie… e c‟era pure un povero Maniscal-
co che aveva tre figlie femmine freddolo-
se da maritare: Tremotutta, “la più
grande e la più brutta”, che non vedeva
l‟ora di potersi sposare; Tremebonda,
“grassa grassa e tonda tonda”, che non
sdegnava mai di desinare; infine Tremo-
lina, “la più piccina, buona e bella come
una stella”, ma sveglia e risoluta sotto la
scorza gentile…C‟era anche il figlio ma-
schio del maniscalco, Sona Sona, suona-
tore abilissimo di qualunque strumento
musicale, partito alla ventura in cerca di
fortuna, che incontra sulla via del ritor-
no i due folletti col loro “siddadu” e i loro
racconti. Ma fra storie, suonatine e gare
di velocità, che accade intanto a casa del
maniscalco? Accade che un brutto giorno
di un freddo inverno, il pover‟uomo si
rechi nel bosco a cercar legna,
quand‟ecco spuntare dal nulla nienteme-
no che il “fosco e losco Visconte di Lu-
sbé”, ossia il Diavolo, ossia Lu Bestiu!, e
che, per aver salva la vita, il maniscalco
sia costretto a dargli in moglie prima
una figlia, poi la seconda e financo la
terza, con grande disappunto di Sata-
nasso che ogni volta si lamenta delle
mogli “difettose”, ma…Che fine hanno
fatto davvero Tremotutta e Tremebon-
da? Saprà Tremolina scoprire cosa si
cela dietro le Porte Proibite? Forse sì,
non senza l‟aiuto però del fratello Sona
Sona che nel frattempo, grazie alla Stre-
ga del Bosco e a Scianca e Pillanca, avrà
ricevuto in dono una Chiave Che Apre
Tutte Le Porte e altro ancora…
Sono i due Folletti dalle Sette Berrette a
condurci dentro il bosco di Lusbé e a di-
panare i fili di questa fiaba sarda che ha
il sapore di altre fiabe europee (come “La
Bella e la Bestia” o “Barbablù”) ma che
si ispira invece alla “paristoria” raccon-
tata da Amelia Piredda, masthra „e con-
tascias di Siligo, all‟autore del testo,
Francesco Enna, il quale ne ha trascritto
la voce, i toni, i colori. Momenti e movi-
menti che scenografie, maschere e costu-
mi riprendono nella vivacità, ma anche
nei chiaroscuri, di un mondo magico e
misterioso che può vivere in fondo alla
stradina di campagna su cui ci ritrovia-
mo a camminare in un freddo giorno
d‟inverno.
1 e 2 dicembre
La botte e il cilindro
FANTASIA ORIENTALE (6-11 anni)
di Nadia Imperio
con Stefano Chessa, Luisella Conti,
Nadia Imperio, Consuelo Pittalis
regia Pier Paolo Conconi
C'era una volta, nella lontana Cina,
una principessa. Era l'unica figlia
del re di Pechino, ed era famosa in
tutto l'Oriente per tre motivi: era
bellissima, intelligente e crudele. E
aveva anche fatto voto di non sposar-
si mai. Il re insisteva, così sua figlia
aveva escogitato un trucco per ri-
mandare le nozze all'infinito: si sa-
rebbe sposata solo con il pretendente
che avesse risolto tre enigmi da lei
stessa inventati. Chi avesse osato
sfidarla e avesse perso avrebbe avuto
la testa tagliata. Questa novella o-
rientale ha dato origine a tante fa-
mose versioni; la più famosa è senza
dubbio "Turandot", la fiaba di Carlo
Gozzi, divenuta poi opera lirica di
Puccini. La nostra versione propone
un primo approccio divertente e in-
sieme affascinante al linguaggio del
teatro delle ombre, che proprio in
Oriente ha le sue origini, e che nello
spettacolo diventa interazione fra
l'attore in carne ed ossa e le ombre in
nero che agiscono dietro il loro scher-
mo. I bambini seguiranno gli svilup-
pi della storia, rappresentata anche
attraverso l'uso di maschere e pupaz-
zi, ma potranno anche essere coin-
volti nel racconto dagli attori-
animatori che, eseguendo a vista
cambi di costume e animazione delle
ombre, introdurranno i bambini alla
dimensione dinamica del teatro, in
cui si entra e si esce dal proprio per-
sonaggio a seconda del momento, e-
sattamente come fa il bambino quan-
do gioca.
9,12,13,14,15,16,19, 21 dicembre
La botte e il cilindro
LO SCHIACCIANOCI
(6-11 anni)
È Natale il periodo più magico
dell‟anno, la festa che tutti i bambini
del mondo aspettano per intere settima-
ne con trepidazione. L‟aria è piena di
eccitante attesa. Fuori, il freddo inverno
scandisce il tempo dei giorni di festa.
Nelle case, il grande albero di Natale si
riempie di doni che i piccoli come gli
adulti non vedono l‟ora di aprire. Anche
Clara e Fritz attendono con desiderio il
momento in cui tutti gli orologi scocche-
ranno l‟ora in cui i grandi daranno a
ciascuno il permesso di scoprire quale
sorpresa racchiudono quei pacchi colo-
rati. Ecco, fra i tanti regali, il regalo più
misterioso di tutti. Uno schiaccianoci.
Un giocattolo neanche bello, anzi, brut-
tino. A cui però Clara si affeziona
all‟istante, inspiegabilmente attratta
dalla sua enigmatica espressione. Quel
giocattolo le ricorda qualcuno. Forse un
principe. Forse il suo compagno Nico-
la… Un sogno. E in questo sogno, frotte
di orribili topi-vampiro che, guidati dal
Re dei Topi, si scagliano proprio contro
l‟indifeso Schiaccianoci e la sua protet-
trice. Se non arrivassero in soccorso le
bambole meccaniche, i pupazzi e tutti i
giocattoli di Clara, chissà come andreb-
be a finire… Invece, come spesso accade
nei sogni o negli incubi di piccoli e gran-
di, la paura non viene sola, ma si porta
dietro meraviglia, stupore, o
l‟insondabile enigma dell‟amore… Come
spiegare altrimenti che un brutto gio-
cattolo possa tramutarsi in un meravi-
glioso principe?...Come resistere e non
soccombere di fronte a un gigantesco e
orrendo nemico, molto più grande e for-
te di noi, che è il desiderio e la paura di
un bambino (o, in questo caso, di una
bambina) di diventare grandi?...
Con questo spettacolo la Compagnia met-
te in scena uno dei classici invernali per
eccellenza, capace di coinvolgere nello
spirito favolistico natalizio sia gli adulti
che i più piccini. Il nostro spettacolo, ispi-
rato alla fiaba originale di E.T. A. Hof-
fmann e la cui fortuna nacque dalla tra-
sposizione in forma di balletto ad opera
del musicista Chajkovskij e del coreogra-
fo Petipa, invita lo spettatore ad entrare
nell‟atmosfera magica di un colorato so-
gno fatto di danza, musica e parole, dove
la componente dell‟avventura e del gioco
fa da contraltare a quella delle paure e
delle ansie proprie dell‟infanzia. Senza
dimenticare che a dare un senso a tutto è
la figura di Drosselmeyer, evocatore di
altri mondi, di altre magie
ANNO SCOLASTICO 2011-2012 PAGINA 4 a scuola a teatro
10,11,12,13 gennaio
La botte e il cilindro
CARTACANTASTORIE
scritto e diretto da Sante Maurizi
con Daniela Cossiga
(4-8 anni)
C‟era una volta una casa molto cari-
na, senza soffitto, senza cucina. Era
proprio bella, bella davvero. E stava
in via dei Matti numero zero. Ci abi-
tava un bambino di nome Carletto,
un po‟ monello: tirava la coda al gat-
to, rubava la cioccolata, diceva alla
nonna che era ingrassata. Il padre di
Carletto, un uomo con la barba rossa
e blu, era capitano di una nave: molto
spesso era lontano, a lavorare con la
sua barca. In genere andava a Santa
Fè, a prendere il caffè. Ma una volta
che era a casa con Carletto gli disse:
“Senti, da oggi, qui a Est, hanno aper-
to la fiera. Che cosa ne dici se ci an-
diamo?”. Carletto era contentissimo, e
si affrettò a prepararsi per uscire.
Quando arrivarono alla fiera, il bam-
bino iniziò a guardare tutte quelle
cose bellissime che c‟erano nelle ban-
carelle. Quando il padre gli chiese se
volesse un regalo, Carletto indicò su-
bito un piccolo topolino in gabbia. Il
padre all‟inizio non voleva comprarlo,
pensava che la moglie lo avrebbe sgri-
dato, ma il bambino insisteva. Alla
fine, convinto anche dal fatto che in
fondo costava solo due soldi, comprò il
piccolo topo. Ma il gatto di casa stava
in agguato, e poi anche il cane sorve-
gliava il gatto, e un vicino prese un
bastone, e si accese un grande fuoco,
e l‟acqua poi spense il fuoco, ecc.
ecc…….
Sono le canzoni che tutti i bambini
conoscono a essere lo spunto narrati-
vo per “Cartacantastorie”, eseguite e
animate dal vivo con immagini e colo-
ri proiettati sul grande schermo. Un
viaggio coinvolgente fra le melodie e
la fiducia nella combinatoria del rac-
contare.
Come in fondo fanno (ancora?) i geni-
tori, i quali alla domanda “mi racconti
una storia?” iniziano a incastrare tra-
me e personaggi finendo per non ca-
pirci più niente.
E’ il gioco che i bambini applicano spontaneamente alla realtà e nel quale solo poche volte trascinano, per miracolo, gli adulti. E’ il gioco che «Cartacantastorie» propone con leggerezza e con ironia, grazie anche all’aiuto di alcune canzoni notissime, arrangiate da Mario Mariani, di Sergio Endrigo e di Angelo Branduardi. Un gioco meravigliosamen-te riuscito.
Costantino Cossu, La nuova Sardegna, 27.3.2007
19,20,23,24,25,26,27,30,31 gennaio
La botte e il cilindro
CAPPUCCETTO ROSSO
di Consuelo Pittalis, dai fratelli
Grimm, Perrault e altri
(5 - 12 anni)
State bene attenti...c'era una volta
un bosco. Vicino a questo bosco in un
piccolo villaggio, abitavano una
mamma con la sua bambina, che era
talmente bella e cara che tutti al sol
vederla le volevano bene. Ma più di
tutti le voleva bene sua mamma, an-
zi, la mamma della mamma, cioè sua
nonna, che non sapeva più cosa rega-
larle. Un giorno le cucì un cappuccio
di velluto rosso, che le stava così be-
ne che la bambina non volle più to-
glierselo, e così tutti presero a chia-
marla... Cappuccetto Rosso...
Chi non conosce la favola della bam-
bina che si perde nel bosco?
Tra le più note e amate al mondo,
Cappuccetto Rosso, è una favola sen-
za tempo che è stata riproposta negli
anni ora in chiave ironica, ora in
chiave moderna, rimaneggiata e
spesso rovesciata...
Oggi “La Botte e il Cilindro” vuole
far rivivere lo spirito originale della
fiaba, ricreando più fedelmente pos-
sibile le atmosfere, i contenuti e le
metafore insite nella storia, mesco-
lando sapientemente le due versioni
più diffuse (quella dei fratelli Grimm
e quella di C. Perrault) con un tocco
di invenzione e fantasia che rendono
il testo tutto nuovo, senza tradirne il
senso originario per restituire ai
bambini la gioia di una fiaba antica,
narrata così come è stata sempre
narrata, bella solo per il fatto di esi-
stere...
Il testo è stato rielaborato a partire
dalle versioni originali dei Grimm e
di Perrault, per poi perdersi nelle
impressioni evocate dal bosco come
luogo accogliente ma nello stesso
tempo selvaggio e misterioso e anda-
re a cogliere la suggestione del colore
rosso...una produzione tutto somma-
to fedele, ma che lascia spazio a
qualche piccola sorpresa.
Le tecniche utilizzate sono una felice
combinazione di musiche, immagini
e recitazione... Per mangiarvi me-
glio!
13,14 febbraio
L‟Uovo (Aq)
IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI
E ALTRE STORIE
(6-11 anni)
Un coloratissimo, glorioso Bibliobus,
vera e propria biblioteca itinerante
foriera di sogni e di avventure, sta
arrivando sulla piazza per la gioia di
grandi e piccini… quand‟ecco… im-
provvisa una brusca frenata lo fa in-
chiodare causando l‟apertura della
porta e la fuoriuscita in strada di
materiali vari tra cui tantissimi libri
ed un enorme televisore al plasma.
Nel marasma che ne consegue, in
semibuio, si scorgono e si odono divi-
ne presenze, sono i personaggi delle
storie, caduti fuori dai libri: Jean
Passepartout dal glorioso giro del
mondo in 80 giorni, di Jules Verne, il
fantasma di Canterville dalla penna
di Oscar Wilde e Peter Pan, il ragaz-
zo che non voleva crescere di James
Barrie…
Anche il televisore ha riportato qual-
che guaio e cosi si accende da solo
mostrando un bizzarro personaggio,
un po‟ ammaccato, che cerca fatico-
samente di recitare uno spot pubbli-
citario… dopodiché si spegne a sin-
ghiozzo, così come si era acceso.
A questo punto la scena si illumina e
i personaggi letterari possono fare
conoscenza reciproca… ma ahimé!…
il televisore continua a disturbarli
mentre raccontano le loro storie…
nasce così una “singolare tenzone”
tra i protagonisti live, immediati, e
Mister Pubblicità in tivù, in me-
dium… Lo scontro tra l‟immaginario
onirico, le avventure, i viaggi delle
storie e gli inviti, assai ben confezio-
nati, agli acquisti sfrenati e
all‟omologazione di massa della pub-
blicità, continuerà fino a quando i
nostro eroi cartacei attaccheranno la
pubblicità con le sue stesse armi: u-
no spot e un jingle per invitare tutti
alla lettura. Il finale è a sorpresa…
Lo spettacolo è un inno all‟immenso
potere dei libri, un invito alla biblio-
filia rivolto ai più giovani e non solo,
nato nell‟ambito di un progetto di
promozione alla lettura già speri-
mentato in Trentino.
ANNO SCOLASTICO 2011-2012 PAGINA 5 a scuola a teatro
27,28,29 febbraio
AIDA (Vr)
I RAGAZZI DELLA VIA PAAL
(8-13 anni)
I ragazzi della Via Paal è un romanzo per
ragazzi di Ferenc Molnàr, pubblicato a pun-
tate su una rivista nel 1907 e destinato agli
adulti come denuncia della mancanza di
spazi per il gioco dei ragazzi. È forse il più
popolare romanzo ungherese, nonché uno
dei più noti classici della letteratura per
l‟infanzia.
Lottare per la conquista di uno spazio, di
una terra. La maggior parte delle guerre
hanno questa motivazione come scintilla
scatenante. Conquistare uno spazio. La po-
tenza di questa storia sta nel fatto che que-
sti ragazzi giocano ad una “guerra”, non
senza elementi di durezza e di tragicità, per
conquistare uno spazio da dedicare ai loro
giochi. Il gioco per poter giocare. Come dice-
va un grande sportivo “il calcio non è niente
altro che una palla e la voglia di giocare”
qui, parafrasandolo, potremmo dire che il
gioco è un campo e la voglia di giocare. Nel-
la storia di Molnàr questo elemento di base
lascia fiorire intorno a sé tutti i personaggi
e le loro vicissitudini facendo diventare epi-
ca la loro vita e portandoli fino
all‟inevitabile tragico finale, con la vittoria
della “guerra” rovinata dalla scomparsa del
piccolo eroe Nemecsèk e la beffa
dell‟apertura di un cantiere per la costru-
zione di un palazzo proprio nella segheria
di via Paal.
Combattere giocando e giocare combatten-
do. Lo spettacolo partirà da questo semplice
enunciato per raccontare la lotta per la vita
e la lotta per i propri diritti di questi eroici
e normali ragazzini. Eroici nella loro nor-
malità appunto, capaci di riconoscere
l‟onore e il tradimento, capaci di morire per
un ideale distrutto dallo scorrere semplice
dell‟esistenza. L‟importanza di considerare
alto il proprio obbiettivo che si rivela un
affannarsi intorno al niente.
«Boka fissò pensosamente davanti a sé, e
per la prima volta nella sua anima di ragaz-
zo balenò l'idea di ciò che è propriamente
questa vita, per la quale noi, suoi schiavi,
ora con gioia, ora con dolore, lottiamo»
La messa in scena si servirà della narrazio-
ne aiutata da momenti di “personificazione”
nei personaggi da parte degli attori. Grazie
alla musica originale composta per lo spet-
tacolo, si cercherà di rendere l‟atmosfera
della Budapest anni ‟50 per portare lo spet-
tatore ad un coinvolgimento più profondo.
Le scene semplici e l‟oggettistica d‟epoca
giocheranno su quella che possiamo definire
un‟ “efficacia magica” partendo
dall‟immagine delle cataste di legna della
segheria per poi aprirsi in situazioni ina-
spettate. Anche i costumi appositamente
concepiti su modelli originali di quegli anni
serviranno alla magia.
5,6,7 marzo
La botte e il cilindro
IL GATTO CON GLI STIVALI
(4-11)
“Un mugnaio lasciò per eredità ai suoi tre
figli solo il mulino, un asino e un gatto. Il
figlio maggiore ebbe il mulino, il secondo
l‟asino, e il più giovane solamente il gat-
to. Quest‟ultimo non sapeva darsi pace
per avere una parte così misera e si la-
mentava della triste sorte e della fame.
Allora il Gatto prese a parlare e gli disse:
- Non disperarti. Trovami un sacco e un
paio di stivali per camminare in mezzo ai
boschi e ti farò vedere che la sorte non è
stata tanto cattiva con te quanto tu cre-
di…” Eh si! E‟ proprio la storia del Gatto
con gli stivali, come la conoscete e come
vi è sempre stata raccontata, con gli stes-
si personaggi e con gli stessi eroi, e, sic-
come anche a noi è sempre piaciuta così,
così l‟abbiamo voluta mettere in scena,
col giusto rispetto che si deve ad un si-
gnor Gatto con tanto di baffi e di stivali
che sembra un moschettiere, anzi assomi-
glia a D‟Artagnan, e guarda guarda, sa
persino parlare ed è veramente astuto,
soprattutto con i prepotenti come l‟orco.
La nostra versione teatrale del gatto con
gli stivali, non diversamente dalla favola
di Perrault, affronta il tema dell‟amicizia
tra l‟uomo e l‟animale, perché l‟uomo ha
molto da imparare dagli animali che non
finiranno mai di stupirlo per la superiore
sapienza e per quel senso di fedeltà che
lui spesso dimentica e l‟animale mai tra-
disce; il tema dell‟ingegno capace di supe-
rare le più gravi difficoltà: come, per e-
sempio, uscire dalla miseria senza avere
una lira in tasca, farsi ricevere da un re
ed ottenerne vestiti regali e in sposa la
figlia, o come sfidare e sconfiggere un
nemico molto più forte e terribile e poten-
te ma meno astuto; ma anche il tema del-
la fortuna che va saputa prendere al mo-
mento giusto: la favola insegna che biso-
gna anche saper rischiare nella vita,
qualche volta azzardare e se i mezzi usati
per vincere non sembrano i più “morali”,
non dimenticate che il gatto, con il giusto
senso delle cose, li usa solo con chi è già
prepotente e comunque a fin di bene:
d‟altronde gli Achei presero la città di
Troia non con il valore schietto di Achille,
ma con il “trucco del cavallo” di Ulisse.
Infine non manca il tema dell‟ironia, del
saper sorridere delle nostre peripezie e
vedere la vita anche con un certo distacco
ironico, cosa che ci aiuta tanto a non la-
sciarci sopraffare dall‟auto compiacimen-
to delle nostre sventure.
9,12,13,14 marzo
Toni Zafra (Barcellona)
IL GRAN CIRCO DELLE MARIO-
NETTE
(dai 4 anni)
Signori e signore, bambini e bambi-
ne, ecco a voi…il circo!
Ma non un circo qualsiasi, con tendo-
ne, pista e cavalli, bensì un circo di
marionette!
Ci sono proprio tutti: il duo acrobati-
co delle sorelle siamesi Popescu, il
gorilla polare, Sensis la contorsioni-
sta, e persino Dun-Dun, l‟uomo pro-
iettile sparato in aria da un cannone
e il granchio femmina Manolita Bo-
canegra, campionessa di sollevamen-
to pesi!
E non vi riveliamo gli altri personag-
gi per non sciuparvi la sorpresa…
Scommettiamo che un circo così non
l‟avete mai visto?
Lo spettacolo si compone di otto nu-
meri musicali, alcuni dei quali parla-
ti, per marionette a filo, in cui
l‟animatore agisce a vista, mostran-
do apertamente la tecnica di manipo-
lazione delle figure, un tempo gelosa-
mente custodita dalle grandi fami-
glie di marionettisti d‟Europa.
L‟alternanza di momenti di poesia e
comicità rende lo spettacolo adatto a
un pubblico di tutte le età, capace di
farsi conquistare dall‟incredibile fa-
scino di questo linguaggio del teatro
di figura che privilegia la poetica del
movimento e che rende queste
“piccole creature quasi fatte di pasta
umana” dei personaggi sorprenden-
temente vivi sulla scena.
Toni Zafra si è formato
all‟Accademia Superiore d‟Arte
Drammatica dell‟Istituto del Teatro
di Barcellona, perfezionandosi in co-
struzione e manipolazione della ma-
rionetta a filo con il maestro Harry
V. Tozer, di cui è allievo diretto e del
quale prosegue la ricerca sulle poten-
zialità espressive di questo linguag-
gio. Ha al suo attivo un‟attività ul-
tratrentennale e collaborazioni con
numerose compagnie spagnole e con
la televisione catalana e di stato, ed
è presente nella programmazione di
importanti festival internazionali di
teatro di figura, presso alcuni dei
quali ha ricevuto premi e riconosci-
menti per il suo lavoro.
ANNO SCOLASTICO 2011-2012 PAGINA 6 a scuola a teatro
19,20,21,22 marzo
La botte e il cilindro
IL GATTO MAMMONE
(3-11 anni)
Una famiglia povera: una madre e due
sorelle, una, di nome Stellina, gentile e
buona come il pane appena sfornato e
l‟altra di nome Peppina, antipatica e
dispettosa. Un giorno la madre si trovò
nella necessità di chiedere in prestito a
qualcuno del vicinato un pezzo di sapo-
ne, ma nel vicinato c‟era soltanto il pa-
lazzo del Gatto Mammone, che era un
tipo da prendere con…le unghie; si ri-
volse dapprima a Peppina che sgarbata-
mente si rifiutò di andare; Stellina inve-
ce, senza esitare, accettò l‟incarico. Nel
suo viaggio Stellina incontra prima una
gattina che si affanna a lavare un pavi-
mento, senza riuscirci, e decide di aiu-
tarla; poi trova due gattine che non rie-
scono a rassettare un lettone enorme e
anche stavolta si presta a fare il lavoro
per loro; in una terza stanza s‟imbatte
in tre gattine che non riescono a prepa-
rare il pane da infornare e Stellina pre-
para tutto al posto loro: finalmente vie-
ne ammessa alla presenza del Gatto
Mammone che la premia generosamen-
te per le sue buone maniere. Ritornata
a casa, non vi dico la sorpresa e lo stu-
pore di Peppina e di sua madre per i
doni che Stellina aveva portato con sè.
Si fecero raccontare ogni cosa e alla fine
la donna decise che anche Peppina do-
vesse provare ad andare dal Gatto
Mammone per farsi prestare del sapone
e così Peppina fece, ma era sgarbata e
dispettosa e non solo non aiutò le gatti-
ne che trovò in difficoltà, ma fu talmen-
te sgraziata che, alla fine, ebbe dal Gat-
to Mammone una…adeguata ricompen-
sa.
La scelta di lavorare sulla fiaba è legata
all‟impegno di recuperare la memoria del-
la cultura popolare sarda: il piacere da
una parte di far ascoltare una favola brio-
sa, leggera e di chiara morale, eppure
divertente e appassionante; dall‟altra re-
cuperare attraverso questo immaginario
altri “segni” della nostra cultura; il recu-
pero di filastrocche, i proverbi e i suoni e i
canti; il ritmo del racconto e i modi di
narrare dei Maestri e delle Mastras
„e contascias (maestre di fiabe); la valo-
rizzazione dei modi di narrare e le tante
altre espressioni dell‟antropologia agro-
pastorale del mondo contadino della Sar-
degna, dove ad esempio la pulizia,
l‟ordine e la preparazione del pane scan-
discono il tempo della giornata e il ritmo
delle stagioni e i cicli noti della vita e del-
la morte.
2,3,4 aprile
Teatro Libero (Pa)
PINOCCHIO
di Joël Pommerat da Collodi
regia di Luca Mazzone
(9-13 anni)
Come per magia lo spettacolo ha inizio
con un narratore, figura chiave della
scrittura di Pommerat, che ci porta
dentro la storia, sottolineando sin da
subito che si tratta di una storia stra-
ordinaria, probabilmente la più straor-
dinaria di tutti i nostri sogni. Ma è im-
portante per lui, deus ex machina
dell‟azione scenica, dirci la verità, non
dirà altro che la verità, la più pura e
luccicante delle verità, perché è proprio
nella verità, grande metafora della vi-
ta, che si sviluppa e si snoda la storia,
la vita e l‟azione di Pinocchio.
Un Pinocchio dotato di parola che, co-
me per tutti i ragazzini di oggi, è petu-
lante, viziata, un‟arma letale per ferire
il suo povero e anziano padre, non suf-
ficientemente ricco per poter incantare
e sedurre questo svogliato burattino. È
il denaro che Pinocchio cerca e vuole, il
denaro come motore della sua storia,
denaro da triplicare, quintuplicare, la-
sciandosi ingannare da due malandrini
bulletti di oggi, denaro che muoverà le
fila della narrazione, mettendolo con le
spalle al muro, spingendolo a mentire
sino a morirne.
Quanto mai attuale, quanto mai veri-
tiero? Ecco allora la verità, quella veri-
tà che il narratore inziale ci promette
di dire: il denaro come motore dei mec-
canismi, corruttore delle anime inge-
nue. Tutto questo, però, senza alcun
filo di moralismo, in una efficace sem-
plicità di scrittura e di azione, che fa
del Pinocchio di Pommerat, e della
scrittura scenica di Mazzone , uno
spettacolo veramente dedicato a tutti,
dai sette ai novantanove anni.
Il Pinocchio dello spettacolo riesce a
trovare dentro la storia di Collodi una
vena di forte contemporaneità, perché
riesce a ridarne il valore ponendo
l‟accento su un linguaggio diretto, effi-
cace, capace di accostare il fragile bu-
rattino di legno ad un ragazzino di og-
gi, riuscendo a denudare le criticità
della società contemporanea, ma po-
nendosi al di fuori di qualsiasi conce-
zione moralistica, non volendo spiega-
re, bensì mostrare.»
26,27,28,29 marzo
La botte e il cilindro
FILASTROCCHE
(4-8 anni)
canzoni e filastrocche con Daniela Cossi-
ga e Salvatore Delogu
regia di Sante Maurizi
Un asino, un gatto, un
cane, una capra, una
maiale, un bue. Tutti in
fuga dai loro cattivi pa-
droni. Tutti con una
gran voglia di amici e di giocare. E di can-
tare: “Lariciunfaralillallera lariciunfara-
lillallà”. Metteranno da parte difetti e
capricci per arrivare tutti insieme alla
fattoria dello zio Tobia (ia-ia-ò).
Piccole storie in versi:
Ma che bel castello...
La bella lavanderina...
C'era un grillo in un cam-
po di lino....
Piccoli racconti "animati"
dalla rima e da melodie
elementari. Così sono le filastrocche. E
sembrava che dovessero sempre e solo
quelle della tradizione (cantate fra gli
altri magistralmente da Paolo Poli). Poi
arrivò Gianni Rodari:
Fattorino in bicicletta dove corri con tan-
ta fretta?... S'io fossi il padrone del tre-
no… Filastrocca impertinente, chi sta zit-
to non dice niente...
La leggerezza e i pa-
radossi di Rodari
sono riusciti a egua-
gliare le filastrocche
della tradizione, an-
che nella loro dimen-
sione "didattica". Ma
mancava loro la musica. Virgilio Savona
e Lucia Mannucci (la coppia del Quartet-
to Cetra) musicarono un giorno i versi di
Rodari. E fu un
delizioso gioco nel
gioco.
"Filastrocche" ri-
percorre quell'av-
ventura. Un modo
anche per ricorda-
re con affetto e "in
musica" Gianni Rodari e Virgilio Savona.
Lariciunfaralillallera lariciunfaralillallà
Lo spettacolo ha il dono della semplicità e il calore delle cose che rimandano all’infanzia. Daniela Cossi-ga è brava a trasportare i piccoli spettatori, ma non solo, dentro questo universo dominato completamen-te dall’anarchia creativa di un’infanzia che Rodari, per sua fortuna, non ha mai dimenticato nella sua lunga carriera di poeta e di maestro di maestri.
Enrico Pau, La Nuova Sardegna, 9.2.2011
ANNO SCOLASTICO 2011-2012 PAGINA 7 a scuola a teatro
La botte e il cilindro si costituisce a Sassari nel 1978 da un'esperienza di animazione teatrale presso il Liceo Classico "Azuni". Dal 1986 è rico-nosciuta ininterrottamente dal Ministero per i Beni e delle Attività Cul-turali. Dal 1990 gestisce il teatro Il Ferroviario di Sassari (totale posti 240: platea 160, galleria 80; palcoscenico in legno largh. mt 10, prof. 8; graticcia ad alt. 7,50), del quale ha curato la ristrutturazione e nel quale programma la stagione teatrale in tre rassegne: A scuola a teatro, Fa-miglie a teatro, Cartellone.
Sin dalla sua costituzione la Compagnia ha privilegiato il rapporto con il
mondo della scuola; accanto all'attività di spettacolo conduce pertanto
sin dalla sua fondazione laboratori, seminari e corsi di aggiornamento
per scuole, Università ed Enti Locali.
1980 Sotto il bosco di latte, di Dylan Thomas Ah, quei favolosi anni venti!, di Antonello Dettori 1981 Fumiste, di Jules Laforgue 1982 La ballata del carcere di Reading, di Oscar Wilde Il re muore, di Eugene Jonesco 1983 Le parole degli altri, di vari autori Sotto il bosco di latte, di Dylan Thomas (II ed.) 1984 L'importanza di essere Ernest, di Oscar Wilde Arpe, arpeggi, pizzichi e pizzicotti, di P.P.Conconi 1985 Trappola per topi, di Agatha Christie Una cosa troppo, di A.Manca, S.Maurizi, P.F.Olivieri Percival, di Pier Paolo Conconi 1986 Contos de foghile, di Francesco Enna Romeo e Giulietta, di William Shakespeare 1987 Annalice Porcospino, di Francesco Enna Mela, maestra, bacchetta mamma, di Sante Maurizi 1988 Teatrale, di Sante Maurizi The dreaming of the bones, di William B. Yeats 1989 Feliziana, di Stefano Flore Contos de pedra, di Francesco Enna Mai si veda, di Sante Maurizi 1990 Barbablù, di Pier Paolo Conconi 1991 Teatrale, di Sante Maurizi (II ed.) Il bambino di porcellana, di Fancesco Enna 1992 La casa nuova, di Leonardo Sole Re e buffoni, di Angelo Santoro 1993 Una notte sui tetti, di Joan Armanguè 1994 Città nascoste, di F.Calcagnini e S.Maurizi Storia della letteratura italiana Tomo I, di S.Maurizi 1995 Il vascello fantasma, di Pier Paolo Conconi Il lupo e l'agnello, di Francesco Enna Favole a colazione, di Francesco Enna La valigia, di Leonardo Sole Storia della letteratura italiana Tomo II, di S.Maurizi
1996 Il gatto mammone, di Francesco Enna La piccola fiammiferaia, di Pier Paolo Conconi 1997 Martin ferrato, di Francesco Enna La vera storia di Rolando a Roncisvalle, di P.P. Conconi Storia della letteratura italiana Tomo III, di S.Maurizi Canto di Natale, di Charles Dickens 1998 Il gatto con gli stivali, di Pier Paolo Conconi 1999 Il cuoco e il re, di Pier Paolo Conconi Festa grande d’aprile, di Franco Antonicelli L’arca di Noè, di Franco Enna 2000 Il gran teatrino del famoso Natalino, da S.Mannuzzu Paolo e Francesca, di Sante Maurizi Turandot, di Pier Paolo Conconi 2001 Pantagruele, di Sante Maurizi 2002 Eleonora d’Arborea, di Giuseppe Dessì 2003 Contascias di Sante Maurizi Peter Pan, da J.M.Barrie 2004 La bella che sposò Lusbè, di Franco Enna 2005 La tana del coniglio e quel che Alice… da L.Carrol 2006 Cos’è la poesia? di Sante Maurizi Don Chisciotte e Sancio Panza di N.Imperio da Cervantes 2007 Cartacantastorie di Sante Maurizi Anfitrione di Pier Paolo Conconi 2008 Tutti gli uomini del barone di Francesco Enna 2009 Macbèt di Pier Paolo Conconi 2010 Freddolina di Gabriele Valle Filastrocche di Sante Maurizi La cometa di Salvatore Mannuzzu
Schiaccianoci di Nadia Imperio da H.C.Andersen 2011 Rataplàn: parole e musiche dal Risorgimento di Sante Maurizi
SPETTACOLI PRODOTTI
www.bottecilindro.it scuole@bottecilindro.it
5
www.bottecilindro.it