8.3 probabilità - domini dicreti - spazi metrici

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Un ripasso di probabilità: Domini discreti. Spazi metrici

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9

Riccardo Rigon

R. Rigon

2

Probabilità in spazi discreti

L’esempio visto in precedenza ha a che fare con uno spazio degli eventi discreto.

Se dovessimo andare a precisare maggiormente, potremmo dire che, nel caso

discreto

Ovvero un opportuno sottoinsieme dei numeri razionali.

Spazio degli eventi discreto

R. Rigon

3

Spazio degli eventi discreto

In questo caso assegnare la probabilità

Significa, come nell’esempio, assegnare un insieme del tipo

Ma si possono certamente usare delle funzioni a valori

discreti per farlo … come vedremo più avanti.

R. Rigon

4

Probabilità in spazi metrici

Se lo spazio degli eventi è uno spazio continuo, supporremo di essere inuno

spazio metrico, isomorfo ad Rn. In questo caso gli insiemi sono generalmente

rappresentati da coordinate, di solito cartesiane, e la probabilità viene

rappresentata da funzioni su Rn che vengono dette

• Funzioni di ripartizione

Se tali funzioni sono funzioni sono di una sola variabile (P: R ->R ) , il processo

viene detto:

•univariato

Altrimenti viene detto

•multivariato

Spazio degli eventi continio

R. Rigon

5

D’ora in poi

Faremo assumeremo sempre di lavorare in Rn o R. Quindi:

In genere, A e B saranno intervalli, continui o discreti, di

Spazio degli eventi continio

R. Rigon

6

D’ora in poi

Per indicare la probabilità di ottenere valori minori di x useremo la notazione:

oppure la probabilità di ottenere valori compresi tra x1 ed x2:

con ovvie generalizzazioni ai casi molti-dimensionali

Spazio degli eventi continio

R. Rigon

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Distribuzioni delle variabili casuali

• La funzione di ripartizione o Cumulative Probability

Distribution (CDF) è definita:

• La sua derivata (se esiste) è la funzione densità di probabilità

Probability Density Function (PDF):

Distribuzioni di probabilità

R. Rigon

8

• Dalle due equazioni precedenti segue:

Distribuzioni delle variabili casuali

Distribuzioni di probabilità

R. Rigon

9

La regola di Bayes con questa notazione diviene

Spazio degli eventi continio

ma di solito si usa sulle densita di probabilità

Riccardo Rigon

!10

Vista la simmetria tra le variabili

vale anche:

che può essere riscritto:

Ciò che qui appare un semplice rimaneggaimento algebrico è in effetti la

nascita di una nuova visione della disciplina.

Bayes Theorem

Riccardo Rigon

!11

Bayes Theorem

Infatti:

Si assuma infatti la conoscenza a priori della variabile x, definita dalla

la distribuzione a priori. Il teorema di Bayes afferma che la conoscenza

introdotta dalla variabile y (o meglio dai fatti che y descrive), modifica la

conoscenza della variabile x (o meglio: della sua distribuzione), e che

questa conoscenza è garantita della distribuzione a posteriori:

che è proporzionale, ma non necessariamente uguale alla prima.

,

,

Riccardo Rigon

!12

Bayes Theorem

Il fattore di proporzionalità

è chiamato verosimiglianza:

Cosicchè:

la probabilità a posteriori (di x) uguaglia il prodotto della verosimiglianza per la

probabilità a priori (di x) diviso per l’evidenza

Alcuni distinguono tra numeratore, la verosimiglianza e denominatore che è

chiamato evidenza. Noi adotteremo quest’ultima convenzione.

R. Rigon

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Probabilità e causalità

La probabilità non riguarda necessariamente la rapporti causali

non significa che y causa x. Solo accenna alle relazioni tra y ed x.

L’evento y può precedere x !

R. Rigon

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Caratterizzazione delle distribuzioni

• Valore Atteso (Il valore medio! Il primo momento):

•Il secondo momento

R. Rigon

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• Varianza di X:

• Deviazione standard di X:

Caratterizzazione delle distribuzioni

Caratterizzazione delle distribuzioni continue

R. Rigon

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Caratterizzazione delle distribuzioni

• Si può definire, in generale, il momento n-esimo di una

distribuzione come:

M (n) :=� ⇥

�⇥xn pX(x) dx

Caratterizzazione delle distribuzioni continue

R. Rigon

Funzione caratteristica

La funzione caratteristica è definita come il valore atteso della della funzione a valori complessi - eitx

Caratterizzazione delle distribuzioni continue

R. Rigon

Funzione generatrice dei momenti

La funzione generatrice dei momenti è definita come (il valore atterso di etx ):

Il momento n-esimo può,, una volta ottenuto l’integrale di cui sopra essere calcolati da:

Ovvero mediante la derivata n-esima dell funzione generatrice dei momenti, calcolata per t=0

Caratterizzazione delle distribuzioni continue