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- Benedetto XVI ha introdotto la preghiera mariana dell Angelus
dal Palazzo Apostolico di Piazza San Pietro nella XXXIII Domenica
del Tempo Ordinario / B 15 novembre 2009 Benedetto XVI ha
introdotto la preghiera mariana dell Angelus dal Palazzo Apostolico
di Piazza San Pietro nella XXXIII Domenica del Tempo Ordinario / B
15 novembre 2009
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- In quel tempo, Ges disse ai suoi discepoli: In quei giorni,
dopo quella tribolazione, il sole si oscurer, la luna non dar pi la
sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei
cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio delluomo venire
sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli mander gli angeli e
raduner i suoi eletti dai quattro venti, dallestremit della terra
fino allestremit del cielo. Dal Vangelo secondo Marco 13, 24
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- Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo
ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che lestate
vicina. Cos anche voi: quando vedrete accadere queste cose,
sappiate che egli vicino, alle porte. In verit io vi dico: non
passer questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo
e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto per
a quel giorno o a quellora, nessuno lo sa, n gli angeli nel cielo n
il Figlio, eccetto il Padre. Dal Vangelo secondo Marco 13, 24
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- Ringraziamo il Signore che ci ha concesso di compiere, ancora
una volta, questo cammino di fede antico e sempre nuovo nella
grande famiglia spirituale della Chiesa! Ringraziamo il Signore che
ci ha concesso di compiere, ancora una volta, questo cammino di
fede antico e sempre nuovo nella grande famiglia spirituale della
Chiesa!
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- E un dono inestimabile, che ci permette di vivere nella storia
il mistero di Cristo, accogliendo nei solchi della nostra esistenza
personale e comunitaria il seme della Parola di Dio, seme di
eternit che trasforma dal di dentro questo mondo e lo apre al Regno
dei Cieli.
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- Nellitinerario delle Letture bibliche domenicali ci ha
accompagnato il Vangelo di san Marco, che oggi presenta una parte
del discorso di Ges sulla fine dei tempi. In questo discorso, c una
frase che colpisce per la sua chiarezza sintetica: "Il cielo e la
terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" (Mc 13,31).
Fermiamoci un momento a riflettere su questa profezia di
Cristo.
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- Lespressione "il cielo e la terra" frequente nella Bibbia per
indicare tutto luniverso, il cosmo intero.
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- Ges dichiara che tutto ci destinato a "passare". Non solo la
terra, ma anche il cielo, che qui inteso appunto in senso cosmico,
non come sinonimo di Dio. La Sacra Scrittura non conosce ambiguit:
tutto il creato segnato dalla finitudine, compresi gli elementi
divinizzati dalle antiche mitologie: non c nessuna confusione tra
il creato e il Creatore, ma una differenza netta.
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- Con tale chiara distinzione, Ges afferma che le sue parole "non
passeranno", cio stanno dalla parte di Dio e perci sono eterne. Pur
pronunciate nella concretezza della sua esistenza terrena, esse
sono parole profetiche per eccellenza, come afferma in un altro
luogo Ges rivolgendosi al Padre celeste: "Le parole che hai dato a
me io le ho date a loro.
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