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57Biblioteche oggi – luglio-agosto 2009

negli Stati Uniti dopo la lau-rea in giurisprudenza, si coa-gulò una produzione scien-tifica che, nel solco di un’am-mirazione per l’economiaclassica, in particolare per imaestri inglesi, caratterizzòGeisser per un vivo interes-se verso i problemi economi-ci concreti. Un riflesso di tut-to questo si può cogliere nelsostegno dato a Salvatore Co-gnetti de Martiis quando nel1893 fondò il Laboratorio dieconomia politica e quando,rilevando da Francesco Nitti“La Riforma sociale”, continuòad assicurare un canale disbocco al pensiero maturatoin seno al gruppo torinese.L’opera divulgativa di Geis-ser, sia in campo economicosia in campo educativo, ani-mata dalla convinzione dellanecessità di stimolare la ca-pacità dei cittadini di eserci-tare i propri diritti, ha spo-stato il focus della secondatranche di interventi sull’im-pegno profuso nel campodell’istruzione popolare, inparticolare sulla consapevo-lezza del grande potenzialeche una più capillare diffu-sione del libro avrebbe po-tuto avere. Si inseriscono inquesta cornice la pubblica-zione di Deve Torino avereuna biblioteca pubblica cir-colante? (1893), la costituzio-ne nel 1896, a proprie spe-se, di una biblioteca circo-

Il 9 maggio 2009 presso lasede della Biblioteca “ItaloCalvino”, ultima inauguratadelle civiche torinesi (e inte-ressante recupero di archeo-logia industriale) lungo lesponde della Dora Riparia,un convegno ha ricordato aottanta anni dalla morte lacaleidoscopica figura di Al-berto Geisser (1859-1929) eil suo ruolo attivo, a cavallotra Otto e Novecento, nel pro-pugnare l’importanza dellebiblioteche circolanti, a com-plemento dell’istruzione pri-maria, nell’educazione delleclassi popolari. Geisser, che aTorino rivestì alte cariche, tracui consigliere comunale epresidente della Cassa di Ri-sparmio, trovò nell’esempiodel padre Ulrico, banchiere econsole generale svizzero sta-bilitosi nel capoluogo pie-montese nel 1846, un model-lo di tenacia nel lavoro che loguidò sempre durante la suavaria e illuminata attività.L’incontro, promosso dal Cir-colo UniCredit Group Tori-no in collaborazione con AIBPiemonte, Biblioteche civichetorinesi e Regione Piemonte,

ha rappresentato l’occasioneper soffermarsi oltre che sul-l’attualità del pensiero diGeisser, anche sulla soprav-vivenza di quanto in concre-to realizzò, specie in rappor-to al suo impegno in dire-zione dello sviluppo della let-tura pubblica. Dopo i saluti diSergio Uliano, Paolo Messinae Gianni Oliva, la prima par-te del convegno, moderata daEugenio Pintore (Regione Pie-monte), è stata dedicata al-l’inquadramento storico delperiodo in cui visse Geisser.Con l’intervento di StefanoMusso La Torino di AlbertoGeisser: sviluppo ed equilibrisociali nella Belle-Époque losguardo è andato alle tra-sformazioni subite dalla cittàmuovendo dagli effetti cheebbe lo spostamento della ca-pitale a Firenze. Torino, gra-zie anche all’apporto dell’im-prenditoria estera, assunsesempre più il volto di capi-tale industriale e il fenome-no che ne scaturì fu la con-centrazione nelle barriere (oborghi) degli immigrati pro-gressivamente affluiti in città.Oltre allo sviluppo dell’indu-

stria meccanica, ebbe grandeespansione il settore cinema-tografico, che spesso annove-rava fra i suoi rappresentantiindustriali del campo automo-bilistico. Significativo osservarecome, negli anni presi in con-siderazione, i temi più legatiai cambiamenti che investiro-no la città trovassero puntua-le riscontro nella produzionebibliografica di Geisser: dal-le condizioni degli emigratiitaliani alla razionalizzazionedell’assistenza ai malati e mu-tilati; dallo sfruttamento di gio-vani italiani ad opera di azien-de straniere al problema delleabitazioni operaie; dalla que-stione delle municipalizza-zioni all’interesse per le pro-iezioni luminose o la radio-telefonia.La relazione di Cristina Accor-nero, Alberto Geisser: pionie-re tra riforma sociale e di-vulgazione del sapere, fruttodi uno studio condotto suimateriali del Fondo Geisserconservato alla FondazioneEinaudi, ha indagato la vo-cazione di Geisser quale ri-formatore sociale in rappor-to all’élite liberale di iniziosecolo che individuò nel rin-novamento educativo e sco-lastico uno dei mezzi più ef-ficaci per il raggiungimentodi un più alto tenore di vitanazionale. Attorno a una for-mazione cosmopolita, favori-ta dai soggiorni in Europa e

Da Alberto Geisser ad oggiLa biblioteca pubblica e la lettura in aziendain un convegno a Torino

Convegni e seminari

Un’immagine del Giardino di lettura istituito a Torino nel 1934 e intitolato ad Alberto Geisser

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lante a vantaggio di scolari einsegnanti, presso la scuolaelementare “Monviso”; la fon-dazione nel 1906 del Con-sorzio provinciale per le bi-blioteche di Torino, poi Con-sorzio nazionale per le bi-blioteche nel 1911, infine en-te morale nel 1915.Romano Vecchiet ha riper-corso, con Le biblioteche po-polari in Italia, il camminoche dall’Unità agli inizi delNovecento ha condotto all’i-stituzionalizzazione della let-tura estesa a tutte le classisociali, raccordando la rifles-sione di Geisser col quadronazionale che lega ai nomidel pioniere Antonio Bruni(che nel 1861 costituì a Pra-to la prima biblioteca popo-lare circolante italiana) e piùtardi, in linea col pensieropolitico di Filippo Turati, aquello di Ettore Fabietti ilfenomeno delle bibliotechepopolari. Il Geisser, che – siaper provenienza familiaresia per formazione persona-le – ebbe sempre presente ilmodello della public libraryanglosassone, trovò a Tori-no, dove l’azione di Giusep-pe Pomba fu il motore perla fondazione della Civica,le premesse per sottolinearequanto l’apertura del presti-to dei libri a tutte le catego-

rie di cittadini fos-se connessa allosviluppo di pro-grammi di educa-zione popolare.La relazione diMaurizio VivarelliPratiche di letturae politiche della bi-blioteca pubblicatra svago e istru-zione positiva nel-la riflessione diAlberto Geisser hapermesso di guar-dare a queste te-matiche da un ul-teriore punto divista: la storia so-ciale della lettura

alla luce delle modalità diproduzione e ricezione dellepubblicazioni, con particola-re attenzione alla diffusionedel romanzo, genere lettera-rio che nel corso dell’Ot-tocento conosce un grandesviluppo. Già nel 1998, inpremessa al Catalogo dellaBiblioteca dell’Università po-polare di Firenze, Luigi Croce-tti ricorda che solo il censi-mento accurato delle edizio-ni può rendere conto delladiffusione e della fortuna dideterminate opere (in quel ca-so ci si riferiva a una signifi-cativa presenza di romanzipopolari francesi e di narra-tiva contemporanea che di-stingueva il patrimonio fio-rentino da altre bibliotecheconsimili). Necessaria pre-messa per studi del genere,dunque, sono analisi che mi-rano alla ricostruzione del-l’ossatura bibliografica delleraccolte a partire dall’edizio-ne dei cataloghi, che custodi-scono il riflesso di scelte fi-nalizzate ad attirare e indi-rizzare un pubblico il piùpossibile ampio e variamen-te orientato di lettori.La seconda parte del conve-gno, moderata da Cecilia Co-gnigni (AIB Piemonte), hagettato un ponte ideale tral’epoca di Geisser e la con-

temporaneità, evidenziandoquanto siano ancora validi al-cuni degli spunti emersi nelcorso degli interventi dellamattina. Dionisia Thiébat, re-lazionando su La bibliotecadel Circolo e i suoi lettori: daGeisser al Web, le origini e ilrilancio nella realtà di oggi,ha fornito uno scorcio sul-l’organizzazione attuale del-la biblioteca del Circolo Uni-credit, erede diretta di quellache a suo tempo, quandoGeisser ne era presidente,fu allestita per gli impiegatidella Cassa di Risparmio to-rinese e le loro famiglie. Al-lora come oggi questo esem-pio di biblioteca aziendale sipropone come spazio di li-bertà che, inserito in prossi-mità del luogo di lavoro, offreun servizio di pubblica lettu-ra suscettibile di accompa-gnare il tempo libero dei di-pendenti. Proprio le richie-ste di libri da parte del pub-blico, spesso precedute dauna prima informazione ri-cavata dal Web, hanno fattoda premessa all’intervento diPeppino Ortoleva, La lettu-ra nel nuovo sistema dei me-dia, focalizzato sull’inciden-za che la trasformazione del-le pratiche di lettura ha gio-cato sul ruolo educativo dellibro. La fluidità introdotta dal-l’avvento di una lettura nonsequenziale, favorita dal dif-fondersi degli ipertesti, hacreato uno strappo con latradizionale fruizione del te-sto tale che il servizio di me-diazione informativa svoltodai bibliotecari può esserechiave di volta per risveglia-re la capacità protagonisticadel lettore riavvicinandolo alpiacere della lettura.Davide Monge, con l’inter-vento Tra passato e futuro:dalle proposte di Geisser alleattuali prospettive del Siste-ma bibliotecario torinese, haripercorso le proposte di cuiGeisser si fece latore negli

anni in cui si metteva a pun-to un regolamento per laCivica, che nella sua visioneavrebbe dovuto assumere ilcarattere di biblioteca essen-zialmente circolante. A man-tener vivo l’impegno di unservizio di prestito con rami-ficata circolazione dei libriin ambito cittadino è ora ilServizio bibliotecario urbanoche, oltre a interessare le civi-che, gestisce servizi esterni,ad esempio presso la Casa cir-condariale e alcuni ospedali,e una biblioteca multietnicaitinerante, Bibliomigra, esem-plata sul modello dei biblio-bus. Naturale corollario è ilcollegamento delle strutturea un livello più ampio, illu-strato da Eugenio Pintore nel-l’ultima relazione della gior-nata, La biblioteca ed il terri-torio: lo SBAM la rete dellebiblioteche dei Comuni del-l’area metropolitana torine-se. La rete delle bibliotechepubbliche dei comuni dellacintura, ispirata al modellolombardo, si articola in cin-que poli cui si accede trami-te un’unica tessera e gestiscei patrimoni attraverso un ca-talogo collettivo: nella pro-spettiva di un raccordo conlo SBU e in parallelo a un’in-tegrazione tra civiche e uni-versitarie.In chiusura del convegno, nonsembra inappropriato allinea-re le conclusioni della Cogni-gni alle parole di quel Giu-lio Fenoglio, amico e collabo-ratore di Geisser, cui si deveil suo profilo biografico piùcompleto: “Uomini come Al-berto Geisser [...] lascianouna messe di esempi e unlievito per buone opere chenon possono andare dispersi,onde la loro fatica continuaanche dopo la morte, attraver-so ai germogli provenientidal seme fecondo che han-no gettato”.

Cristina CavallaroUniversità degli studi di Torino

cristina.cavallaro@unito.it

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Alberto Geisser

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