Post on 22-Mar-2016
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In questo numero :
E’ finita !
Alcuni componenti della classe
La vignetta del mese
I PRO E I CONTRO DEI GIOVANI D’OGGI
2
IL COMPORTAMENTO SOCIALE 3 LA SFIDUCIA DEGLI ITALIANI VERSO LA CLASSE POLITICA
4
LA MORTE SU DUE RUOTE 5
LA TV SPAZZATURA 6-7
MUSICA E SPETTACOLO 8
Il secondo volume del
Giornale di Classe lo po-
tete trovare anche in file
PDF scaricabile dal sito
della classe : marconisezioneg.altervista.org
Nocera Inferiore 05/06/2012 Volume 2, Numero 2
IL GIORNALE DI CLASS E
marconisezioneg.altervista.org
di Luciano Citarella
In una scuola moderna che
col passare del tempo va
sempre più scemando tra
tagli e sprechi vari, il ruolo
del personale ATA rimane tra
quelli più utili ed apprezzati
dagli alunni. Sarà perché
sono semplici, simpatici e
disponibili, sembrerà strano,
ma i ragazzi preferiscono
confidarsi con loro anziché
con qualche docente.
Ai bidelli questo non può fare
altro che piacere, stare un po’
di tempo a contatto con per-
sone più giovani di loro e
ricordare magari i vecchi
tempi, quando anch’essi tra
un’interrogazione e l’altra
trascorrevano le ore seduti tra
i banchi di scuola.
Possiamo definirla, questa,
una vera e propria amicizia
scolastica perché, guai a pen-
sare, che in nove mesi sia
tutto “rose e fiori”, come si
suol dire; Infatti non è raro
che avvengono discussioni,
magari per la troppa arrogan-
za o la mancanza di rispetto
da parte di qualche studente.
A volte, purtroppo, sono co-
stretti a sgridarli oppure, nei
casi peggiori, a chiamare il
preside o chi di dovere per
far sì che vengano presi prov-
vedimenti.
Ma gli alunni sanno benissi-
mo che questi eventi si verifi-
cano per la colpa loro e non
dei bidelli. In poche parole, i
collaboratori scolastici sono
coloro che alleggeriscono le
giornate scolastiche, coloro
che anche se si è nervosi per
un brutto voto preso riescono
subito a far sì che ritorni il
sorriso.
Per favore basta con questi
cambiamenti alla scuola, per-
ché è nostra e ci piace così
com’è.
Alunni e Collaboratori Scolastici
I.I.S. “G. Marconi” Nocera Inferiore - Classe: 4a G (Informatico)
Alcuni componenti della IV G sulla spiaggia di Vietri sul Mare.
I Pro e i Contro dei Giovani d’oggi
marconisezioneg.altervista.org
Pagina 2
di Alfonso Menichino I ragazzi italiani non sono mai stati così fermi. E’ la fotografia di una generazione di “Bradipi”, quella che emerge dall’indagine “Abitudini e stili di vita degli adolescenti” elabo-rata dalla Società italiana di pedia-tria. La ricerca ha coinvolto più di 2000 studenti di età compresa fra i 13 e 14 anni. Stanno fermi ,o meglio dire, stanno seduti davanti ad un Pc o una Tv oppure semplicemente sdraiati comodamente con le cuffie nelle orecchie. Insomma per gli esperti è una generazione di giovani sedentari, oltre il 60% trascorre la maggior parte del tempo seduto, senza contare le cinque-sei ore pas-sate nei banchi di scuola. Dopo anni di lento ma inesorabile calo, torna a crescere la “tendenza” a stare sedu-ti davanti alla Tv, che va ad incre-mentare il tempo passato in seden-tarietà. Dal 2008 al 2010 il boom di Internet ha in gran parte “zombificato” le persone facendole restare incollate allo schermo. Da un’indagine statistica si è scoperto che nemmeno un ragazzo su cinque segue il consiglio dei pediatri di non superare le due ore al giorno tra Tv e Pc. Di recente è subentrata la “moda” di restare svegli la notte
per restare connessi a Facebook
e ad altri Social Network, pertanto la maggior parte degli studenti va a letto circa a mezzanotte anche se il giorno dopo ha scuola. Dopo tutta questa negatività s’intravede anche un lato positivo: sono diminuiti gli episodi di bullismo ”classico”, ma occorre fare maggior attenzione al cyberbullismo, che imperversa sul web. Ha assistito ad atti di bullismo il 54% degli adolescenti. Purtroppo il 43% di questi registra atti di cy-berbullismo quando naviga in rete, percentuale che sale al 62% per i grandi utilizzatori della rete. Quindi che si stia in strada o in rete saremo sempre vittime, ma dobbiamo ve-dere anche chi di loro fa o sono realmente vittime. Credo che que-sta generazione sedentaria debba svegliarsi da questa dipendenza, prima di atrofizzarsi a vita, ritrovan-do il buon gusto di una passeggiata.
di Roberto Contaldo Il comportamento è il modo di agi-re e reagire di una persona messa in relazione con altre persone, o semplicemente con l’ambiente. Esso è l’esternazione di un atteg-giamento, il quale si basa su un’i-dea o una convinzione che può essere anche un pregiudizio. Il comportamento umano può esse-re comune, insolito, accettabile o inaccettabile. Gli uomini valutano l’ accettabilità di un determinato comportamento usando norme sociali e regolando i comporta-menti tramite mezzi di controllo sociale. Il comportamento degli uomini è sicuramente determinato dalle inclinazioni e dal carattere dei singoli individui, ma anche dalle situazioni in cui esse si trovano. In merito a questo, mi ha colpito mol-to il pensiero di una studiosa statu-nitense, Martha Nunbaum, che ha posto la domanda: “Quali sono le circostanze più a rischio che indu-cono comportamenti scorretti?. La risposta è sicuramente vaga per-ché ogni uomo è diverso, ognuno ha un carattere unico al mondo. Una cosa è certa, le persone si comportano male quando non so-no ritenute personalmente respon-sabili, cioè si nascondono dietro a falsi nomi perché non hanno il co-raggio di esporsi nella vita reale. Questo è un comportamento vi-gliacco, perché ogni persona quan-do dice una cosa deve prendersi le proprie responsabilità e sicura-mente questo non accade!!. ” La responsabilità ” è una parola trop-po grande per l’uomo, è una paro-la che ormai nessuno rispetta e alla fine rimane solo un concetto. Un altro rischio che ci induce ad un comportamento scorretto, è quan-
do nessuno ci fa sentire una voce di critica. Un esempio di questo compor-tamento, lo trovo nella mia passione per il canto. Se la mia insegnante non mi criticasse costantemente io non potrei mai crescere e migliorarmi e questo sicuramente condizionerebbe la mia performance e il mio comporta-mento. Infine il comportamento più scorretto si verifica quando un essere umano sfruttando il potere, disuma-nizza e deindividualizza una persona. L’esempio più chiaro in merito a que-sto atteggiamento lo riscontriamo tuttora, in quegli ambienti dove gover-na la schiavitù. Non c’è cosa più brutta di quando una persona viene privata dei propri diritti, del proprio nome, cioè viene considerata un animale, cosicché l’unica cosa che rimane è la speranza. Personalmente devo dire che nella vita reale cerco di allontana-re questi comportamenti cercando di essere una persona migliore.
Il Comportamento Sociale
Volume 2, Numero 2
Pagina 3
“Se la mia
insegnante non mi criticasse
costantemente io non potrei mai
crescere e migliorarmi”
marconisezioneg.altervista.org
essendo state elette dal popo-
lo sono state chiamate dal
Presidente della Repubblica
Napolitano per cercare di
venire fuori dalla grave si-
tuazione in cui il nostro pae-
se versa. Ciò sta a significare
che il nostro è un sistema
politico che fa acqua da tute
le parti. La verità è che per
prendere delle decisioni,
anche se impopolari, c’è
bisogno di persone libere da
qualsiasi vincolo, che posso-
no scegliere le soluzioni che
ritengono più opportune,
senza essere schiave di que-
sto o di quel partito. Ciò si-
gnifica che i partiti dovreb-
bero scegliere i candidati
giusti tra le persone compe-
tenti, oneste e che dovrebbe-
ro operare solo nell’interesse
del paese e non per i gruppi
di potere. Solo cosi si potrà
di nuovo cercare di recupera-
re la fiducia, si potrà di nuo-
vo cercare di dialogare. An-
che nella scuola, tra noi stu-
denti bisognerebbe aprire
dibattiti nuovi, proporre delle
iniziative costruttive che
possano dare un valido con-
tributo alla soluzione di que-
sti problemi. Soprattutto do-
vremmo lottare contro coloro
che in nome della politica
continueranno a fare i loro
sporchi affari trascurando
quelli della collettività. Per
fare tutto ciò l’unica arma
che abbiamo è il voto. Anche
noi giovani che, in un futuro
non lontano, saremo chiama-
ti al voto, dovremo stare
attenti a scegliere persone
degne la cui storia sia garan-
zia di qualità e non i soliti
ciarlatani e disonesti che
fanno politica solo quando si
vota, per fare solo i loro inte-
ressi. Solo con questa pre-
messa si potrà riprendere un
sereno dibattito politico, al-
lora sì che potrà ricrearsi
quel clima di fiducia che è
indispensabile per una risali-
ta sia morale che economica.
Ed è questo che dovremmo
fare e per cui dovremmo
batterci TUTTI. Nessuno
escluso !!!
di Giammarco D’Agosto
Attualmente per noi gio-
vani cercare di impostare un
dibattito politico, un confronto
sulle idee o qualsiasi cosa ri-
guardi la politica diventa diffi-
coltoso perché non si trovano
interlocutori disposti a farlo,
ma solo gente arrabbiata che
non indugia a riempire di insul-
ti questa classe dirigente inca-
pace ormai perfino di vergo-
gnarsi. Ormai regna solo una
grande sfiducia, perché i feno-
meni di corruzione, collusione
con le organizzazioni crimina-
li,scandali vari sono all’ordine
del giorno. All’indifferenza,
che è il vero problema della
società civile, sta subentrando
ormai la rabbia anche per tutti i
privilegi di cui usufruiscono
questi politici che non solo
sono un lusso che non possia-
mo permetterci, ma che nem-
meno lontanamente accennano
a diminuirsi. La lista dei politi-
ci corrotti e/o indagati che an-
cora siedono in parlamento non
è solo lunga, ma è anche inutile
farla perché riguarda quasi tutti
gli schieramenti. Ma probabil-
mente il vero dramma è la scar-
sa competenza che hanno di-
mostrato gli amministratori
nell’ultimo periodo. Non a caso
attualmente si è dovuto ricorre-
re al governo “tecnico,” cioè
formato da persone che pur non
Attualità...
Pagina 4
La Sfiducia degli italiani verso la classe politica
di Michele Costa
È purtroppo diventata una consuetudine
dolorosa leggere sulle prime pagine dei
quotidiani, specialmente quelli a diffusio-
ne locale, la notizia di qualche giovane
vita stroncata in un incidente automobili-
stico.
Per lo più si tratta spesso di ragazzi che
rientrano a casa dopo una nottata trascor-
sa in un locale.
Spesso i ragazzi non si rendono conto che
la guida di un veicolo richiede responsa-
bilità, infatti
molti pensano che sia solo un oggetto
per potersi spostare da una parte all’ altra
con gli amici senza rendersi conto dei
pericoli.
Un problema ancora più grande sono i
CENTAURI , troppi ragazzi sono morti
in incidenti provocati dall’alta velocità
delle loro motociclette.
Quante volte ci è capitato di assistere per
strada alle impennate incoscienti dei
ragazzi sui motorini! Loro lo fanno per
puro divertimento! Poco importa se poi a
perderci la vita sono loro stessi o addirit-
tura altre persone innocenti.
Recentemente è venuto a mancare un
pilota professionista , un ragazzo che con
la sua motocicletta aveva il suo più gran-
de sogno: stiamo parlando del grande
MARCO SIMONCELLI , meglio cono-
sciuto come “SIC”.
Marco Simoncelli è stato un grande pilo-
ta italiano, campione del mondo della
classe 250 nel 2008.
Conosciuto fra gli appassionati con il
nomignolo di Super Sic, è morto a soli 24
anni durante il Gran Premio della Malesia
disputatosi sul circuito di Sepang.
L'incidente e la personalità dolce e com-
battiva di Simoncelli ci deve far riflettere
su quanto sia rischioso questo sport che ci
appassiona e ci fa esultare da casa, fa-
cendoci a volte dimenticare i reali rischi
che corrono quegli "eroi", poco più che
adolescenti, che donano la propria vita a
questo sport che sembra tanto bello ma
nello stesso momento è rischioso a tal
punto da stroncargli la vita.
La Morte su due ruote..
Pagina 5
Volume 2, Numero 2
Visita l’Archivio nel nostro sito: Ecco il link : marconisezioneg.altervista.org ”
Vai nella sezione Archivio Lavori
Un Archivio che raccoglie tutte le nostre esercitazioni delle
varie materie svolte in classe o in laboratorio, e inoltre i vari
progetti a cui aderisce la classe.
Attualità… giovani rischi !
marconisezioneg.altervista.org
Pagina 6
di Muollo e De Luca Fiscone
Perché ci poniamo davanti al tele-
schermo, nonostante gli attuali palin-
sensti ci propongano programmi
senza grande spessore? Ha senso
sacrificare la qualità a vantaggio
dell'audience? E poi, altra questione:
si può ancora conside-
rare una risorsa edu-
cativa la televisione?
Vi siete mai chiesti
perché guardiamo la
tv? Ebbene, per quan-
to sia un quesito di
apparente semplicita',
difficilmente siamo in
grado di dare una ri-
sposta. L’interrogati-
vo, nasce spontanea-
mente qualora ognuno
di noi seduto davanti
al teleschermo, presa
in mano l'arma del
potere (il telecoman-
do), comincia a fare
zapping alla ricerca di
qualcosa di potenzial-
mente interessante.
A questo punto, dati i
programmi che di
frequente ci propon-
gono i palinsesti delle
nostre reti televisive,
statali o private che
siano, la risposta risul-
ta essere fin troppo evidente, e all'o-
recchio dell'umano pensatore potreb-
be avere un suono simile: “Non so,
ma e' il caso di smettere subito...!”
Non è certo a questo tipo di soluzio-
ne drastica, che costituirebbe fra
l’altro riflessione e comportamento
eccessivo, che si vuole arrivare, sem-
plicemente si vuole fare il punto su
una situazione che talvolta risulta
avere superato il limite, che altre
volte tende a banalizzare anche la
parte buona di sé, a minimizzare
quelle onde di positività nel mare di
fatto quanto più rilevante, che lo abbia scelto.
Un tempo si diceva, o meglio si credeva, che
la televisione fosse strumento utile, che edu-
casse quel popolo di ascoltatori che ne diveni-
va fruitore. Ed oggi? Si potrebbe pensare che
per le ragioni appena illustrate, la televisione
non abbia più la sua preziosa pubblica utilità.
Non è proprio così, anzi è proprio l’esatto
contrario!
Quella piccola scatola parlante, riposta in
tutte le case e spesso anche nei locali pubbli-
ci, continua, anche nel ter-
zo millennio, ad educare i
suoi spettatori e, quindi, ad
occupare uno spazio netta-
mente significativo.
Sì, perché anche quando
trasmette un messaggio,
per così dire, negativo, la
televisione sortisce grandi
effetti su quanti la guarda-
no.
Se si chiede a molte adole-
scenti qual è il loro sogno
nel cassetto, gran parte di
queste rispondono che so-
gnano di diventare veline.
Si pensi ai modi di dire che
costanti e prepotenti entra-
no nel linguaggio comune,
frutto di un altro tipo di
linguaggio che è il meta-
linguaggio che possiede
quel contenitore che, appa-
rentemente, si presenta
come un semplice elettro-
domestico. Una dialettica
sottile, nascosta, che riesce
a celare significati dietro
altri, che lancia messaggi, i quali divengono
mezzo d’istruzione, un’istruzione diversa, al
di fuori dei canoni tradizionali, ma più forte
proprio di quest’ultimi.
La sfacciataggine è oggi intesa nei termini di
bravura e furbizia, la stupidità è sinonimo di
divertimento. E' questa forse l'educazione a
cui noi siamo abituati?
Nonostante spesso si perdano le attenzioni per
le dinamiche, le problematiche, le esigenze
della vita quotidiana degli spettatori, presso le
quali i messaggi televisivi imperversano, in-
vadendone a volte le specifiche dimensioni,
dobbiamo, comunque, porre l’accento sulle..
una programmazione televisiva tipi-
camente poliedrica.
La cosa più grave e preoccupante è
che la cosiddetta tv-spazzatura ha un
vantaggio non indifferente per chi la
“produce”: rende molto in termini di
ascolti. Infatti, nella guerra degli
ascolti, di frequente, la qualità va a
perire in favore dell’audience.
Il discorso è controverso, se lo analiz-
ziamo illogico, eppure tutti criticano i
reality-show, ma tutti, vuoi per piace-
re vuoi per curiosità, li guardano. E
questo accade anche per tanti altri
varietà o programmi di ipotetico in-
trattenimento, talk show e quant’altro.
Tale martellamento mediatico non ci
risparmia inoltre spot che si colorano
di non-senso e atteggiamenti che invi-
tano al consumismo e ad un’idea di-
storta di benessere e di bellezza, che
impongono, sotto forma di valori,
ideali che valori non sono. Tutto ciò
entra ogni giorno nelle case della gen-
te senza che nessuno se ne accorga e,
La TV Spazzatura
Attualità.. TV e giovani !
Visita il nostro Sito Ecco il link : marconisezioneg.altervista.org
oppure
Digita sul motore di ricerca la parola chiave : ” m arconisezioneg”
Pagina 7
...buone trasmissioni, che in-
staurano una relazione specifi-
ca tra chi la tv la fa e chi la
riceve.
Fortunatamente vanno ancora
in onda programmi culturali,
rotocalchi pomeridiani che
affrontano temi importanti o
anche “leggeri” ma con quel
tocco di buon gusto e con una
sufficiente dose di occhio
critico, e di tanto in tanto ab-
biamo anche il “privilegio” di
poter seguire un bel film o
una fiction intelligente.
Insomma, siamo onesti, non
sempre è tutto da buttare, ma-
gari certe volte il problema è
che, anche ciò che c’è di buo-
no viene de-contestualizzato,
anche ciò che è giusto, forse
proprio perché lo è, viene
fatto scivolare con indifferen-
za e con magistrale disinvol-
tura.
Nell’epoca dell’apparire, che
diviene dunque, per chi della
televisione ne è protagonista,
sinonimo di reale esistenza,
dove i suoi spettatori, soprat-
tutto se piccoli, si tramutano
in spugne esposte ad assorbire
quanto passa per il telescher-
mo, già una semplice rifles-
sione critica e problematica,
da parte di noi che osservia-
mo, su quanto entra quotidia-
sero' il resto del mio pomerig-
gio a leggere un buon libro, o
magari a fare una passeggiata
in mezzo alla gente...
namente nelle nostre vite, ba-
sterebbe a segnare l’inizio di
una consapevolezza e di un’at-
tenzione non solo a ciò che va
in onda, ma anche, ed in parti-
colar modo, al nostro più o
meno immediato futuro. fonte:
Spesso comunque mi chiedo
se sia la TV, che sovente viene
definita come “spazzatura” ad
essere terribilmente mediocre,
o se sia il telespettatore medio,
che crea audience e alimenta l’
Auditel, ad essere un mente-
catto.
Se la televisione facesse dei
programmi migliori, più quali-
tativi evitando il trash standard
che la contraddistingue, la
gente si abituerebbe “al bello”
e non ne potrebbe più fare a
meno.
Di contro, se la gente non
guardasse la spazzatura che
viene propinata, i palinsesti
televisivi cambierebbero e i
programmi migliorerebbero
per forza.
Credo che la responsabilità
maggiore ricada sulla TV stes-
sa, in quanto essendo lei a
produrre e divulgare program-
mi, dovrebbe anche prendersi
la responsabilità di farli di
qualità… ma il telespettatore
ha la sua bella fetta di colpa
(io in primis). Credo che pas-
di Vincenzo Muollo e Gianluca De Luca
Volume 2, Numero 2
Attualità… Tv e giovani !
marconisezioneg.altervista.org
Musica e Spettacolo
Pagina 8
di Raffaele Di Rosalia
Her name is Adele Adkins and she was
born in London in 1988. She began
singing when she was 5. After high
school, Adele graduated from The
BRIT School for Performing Arts &
Technology at the beginning, she didn't
have interest in becoming an artist. She
would later record a 3 song demo for a
class project, that she gave her friend.
Her friend would eventually post the
songs on MYSPACE, the songs beca-
me a campus hit and lead to a phone
call from XL Recordings. At first she
thought it was a joke because Virgin
Records was the only record company
she had heard of. This was the begin-
ning of "Adele" as singer.
The album "19", was released in 2008
and was the number two on the UK
charts and it remained in this position
for four weeks, but she really became
famous worldwide with the album "21"
- with the hit "SOMEONE LIKE
YOU"-, released two years later and it
made Adele the first living artist
to have two simultaneous top five
singles and albums in the parade
since The Beatles. She was nominated
for seven gongs at the 2011 MTV Vi-
deo Music Awards and at the 2012
Grammy Awards , she won the "best
song of the year", "best recording of the
year", "best album of the year", "best
pop album of the year", "best hit and
video of the year" nominations. She
was been the queen of that night. With
the album "21", She held the hit for 12
weeks in the UK Chart , and FOR 37
WEEKS ( I REPEAT, 37!) IN THE
MONDIAL ONE. her voice is just so
lovely. No wonder why her album sold
15 million copies...and also if she's a
little bit overweight, she showed (by
winning lots of awards) that weight
has NOTHING to do with Talent so
people ADMIRE her. Adele is making
the music, she is making economy too.
From her emotional honesty, to her
heart-wrenching hits, one thing Is sure:
Adele, we’ve been waiting for- Someo-
ne Like You-!
Molti ragazzi di diverse età hanno un sogno ed un obiettivo da raggiungere nel momento in cui diventano più
responsabili e adulti. Alcuni sognano di diventare cantanti, altri sognano un futuro felice e pieno di avventure, altri invece sognano semplicemente di raggiungere il Giappone, affascinati da quelle tradizioni e culture a cui nes-
suno saprebbe resistere. Un sogno irrealizzabile da un punto di vista esterno, ma in realtà non è cosi! Per i ragaz-zi che non hanno la possibilità di raggiungerlo realmente, perchè minorenni oppure semplicemente perchè i geni-
tori non condividono la loro passione, è potenzialmente problematico il raggiungimento di questo sogno, ma per
loro fortuna il Giappone ha pensato di venire da loro! In che modo? Semplice! Tramite il mondo dei cartoni giap-ponesi, chiamati Anime.
Così, ogni anno vengono organizzati dai comuni di alcune città degli eventi nei quali si ritrovano tanti ragazzi con la stessa passione e lo stesso sogno! Si chiamano comix , dove ognuno decide se vestire i panni del proprio per-
sonaggio preferito(Cosplay),oppure assistere solamente agli spettacoli che questi ragazzi organizzano. L’ultimo comix a cui si è potuto assistere è stato il Comicon di Napoli a cui sono accorse circa 50.000 persone da tutta
l’Italia. L’evento è durato 4 giorni e i ragazzi che hanno avuto la fortuna di arrivare già il primo giorno hanno assi-
stito all’inaugurazione del sindaco presso la mostra di oltremare, dove l’evento ha avuto luogo. In molti hanno potuto assistere di persona a tutto questo catapultandosi in un mondo fantastico. Hanno potuto notare con
quanto impegno alcuni ragazzi hanno realizzato i propri costumi ,mossi dall’intenzione di colpire con la loro bravu-ra e la capacità di immedesimarsi nel loro personaggio.
Cosplay di Giammarco D’Agosto
Giovani crescono..
Adele: Who is the talent ?
di Fonti Internet
Si capisce fin dalle primissime immagini,
che tipo di film sia A.C.A.B., l’esordio
cinematografico di Stefano Sollima, che
dopo aver (ri)raccontato Romanzo crimi-
nale in televisione, sceglie l’omonimo
libro inchiesta diCarlo Bonini che raccon-
ta, dal di dentro, la vita, il pensiero e le
manganellate dei celerini.
Un film duro, sporco, cattivo. E per que-
sto notevolmente affascinante. Ben gira-
to, ben interpretato dai protagonisti
(Marco Giallini su tutti), basato su una
sceneggiatura solida non solo per via
delle fondamenta garantite dal libro del
giornalista de La Repubblica.
Un film efficace, persino. Efficace nel
mettere di fronte lo spettatore al disagio
della violenza, di quella violenza che non
è solo e soltanto fisica ma sociale, politi-
ca, etica. La violenza straziante di un
paese sul quale grava ancora lo spettro
ansiogeno del G8 di Genova e di quanto
accaduto alla scuola Diaz e alla caserma
di Bolzaneto, di un paese nel quale poli-
ziotti in servizio allo stadio vengono uc-
cisi da tifosi, ai tifosi si spara nel bel
mezzo dell’autostrada, donne vengono
violentate impunemente e gli ultras scate-
nano rivolte urbane con scenari apocalit-
tici.
L’Italia di A.C.A.B., sintetizzata nel
complesso e compresso territorio urbano
della sua Capitale, è un’Italia inesistente,
sepolta dalla rabbia, dall'egoismo e dalla
miseria, incapace di dare alcuna risposta,
alcuna speranza. È l’Italia che risponde
alla sua assenza con il razzismo e la vio-
lenza, con l’aggrapparsi a simbologie
vacue, che si dilania in una lotta intestina
tra povertà, ignoranze, fascismi.
Questo, ben oltre il ritratto “da dietro la
visiera del casco” degli agenti del Repar-
to Mobile, persone che fanno un lavoro
sporco e difficile, purtroppo necessario, è
il vero fuoco d’interesse del film di Solli-
ma. Anche perché, dopo quanto avvenuto
a Roma il 15 ottobre 2011, il dibattito
avvenuto in rete sul lavoro dei celerini e
sulle forze dell’ordine in generale quando
costrette a confrontarsi con la violenza,
aveva già squarciato in parte il velo in
precedenza alzato da Bonini.
Se però l’aspetto puramente cinematogra-
fico di A.C.A.B. è lodevole, e se il ritratto
di una società al suo grado zero è forte,
riuscito e necessario, non possiamo non
sottolineare come il film di Sollima nasca
da una contraddizione di fondo che ne
ipoteca anche le qualità.
Perché quello che sulla pagina scritta di
un libro inchiesta è sconvolgente ma neu-
tro nella sua proposizione, dato l’approc-
cio documentario e oggettivizzante, quan-
do viene tradotto in materiale narrativo,
in un film che nelle dichiarazioni del suo
stesso autore vuole essere un prodotto di
genere, ecco che i problemi si moltiplica-
no e le ombre si allungano.
Non tanto perché la natura stessa della
narrazione impone un’adesione soggetti-
va a personaggi negativi, faccenda a volte
perfino necessaria, ma perché troppe del-
le azioni violente che vengono rappresen-
tate, dei mantra filo-fascisti e razzisti che
vengono incessantemente pronunciati,
delle implicite “giustificazioni” fornite ai
protagonisti del film - e perfino ai loro
antagonisti - dalla situazione di degrado
generale e diffuso in cui si trovano ad
operare, rischiano di essere letti come
legittimi e inevitabili.
E questi rischi finiscono con l'essere esal-
tati dalla sorprendente faciloneria con la
quale il film tira in ballo i fatti di Genova
per poi metterli velocemente sotto il tap-
peto per non affrontarli (salvo ri-citarli
implicitamente e non solo nel finale di
Piazzale Maresciallo Diaz), e per la facile
scappatoia rappresentata dalla rottura del
circolo della violenza privata e dell’omer-
tà da parte della giovane recluta.
A.C.A.B. quindi si addossa la responsabi-
lità di (poter) essere letto come un inno
apologetico - e a tratti spettacolarmente
compiaciuto - a quella violenza, a quel
razzismo e a quel fascismo che invece
vorrebbe condannare attraverso la loro
rappresentazione.
A.C.A.B - Recensione ! … Non solo un film
Volume 2, Numero 2
Visita l’Archivio nel nostro sito: Ecco il link : marconisezioneg.altervista.org ”
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Un Archivio che raccoglie tutte le nostre esercitazioni delle
varie materie svolte in classe o in laboratorio, e inoltre i vari
progetti a cui aderisce la classe.
Film e Cinema !
marconisezioneg.altervista.org
Pagina di coda
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Ringraziamenti :
Il giornalino è stato realizzato da Vincenzo Albano in collaborazione con la classe 4° G tutta. Si ringrazia principalmen-
te gli autori dei singoli articoli usati per la realizzazione di questo volume del giornalino di classe :
Luciano Citarella Michele Costa Giammarco D’Agosto Roberto Contaldo Gianluca De Luca Fiscone & Vincenzo Muollo Alfonso Menichino Raffaele Di Rosalia Inoltre si ringraziano i docenti partecipanti :
Lopardo Angela-Moccia Giuseppina-Scala Alfonso-Edelvina Amabile.