Transcript of 15.00 Benedetto XVI ha dedicato l’Udienza Generale di mercoledì 31 marzo 2010 in Piazza San...
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- Benedetto XVI ha dedicato lUdienza Generale di mercoled 31
marzo 2010 in Piazza San Pietro al Triduo Pasquale fulcro
dell'intero anno liturgico
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- La Chiesa invita i credenti a vivere intensamente il Triduo
Santo Pasquale, per essere sempre pi profondamente inseriti nel
Mistero di Cristo, morto e risorto per noi.
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- Filippesi 2, 8-9
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- Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perch io
sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa
attento il mio orecchio perch io ascolti come i discepoli. Il
Signore Dio mi ha aperto l'orecchio e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
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- Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a
coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli
insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non
resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso. Isaia 50, 4-7
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- contemplare il mistero Morte Passione Risurrezione del
Signore
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- Nelle omelie i Padri fanno spesso riferimento a questi giorni
che, come osserva SantAtanasio in una delle sue Lettere Pasquali,
ci introducono in quel tempo che ci fa conoscere un nuovo inizio,
il giorno della Santa Pasqua, nella quale il Signore si immolato.
Vi esorto pertanto a vivere intensamente questi giorni affinch
orientino decisamente la vita di ciascuno all'adesione generosa e
convinta a Cristo, morto e risorto per noi.
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- La Santa Messa Crismale, preludio mattutino del Gioved Santo,
vedr domani mattina riuniti i presbiteri con il proprio Vescovo.
Nel corso di una significativa celebrazione eucaristica, che ha
luogo solitamente nelle Cattedrali diocesane, verranno benedetti
lolio degli infermi, dei catecumeni e il Crisma. Inoltre, il
Vescovo e i Presbiteri, rinnoveranno le promesse sacerdotali
pronunciate il giorno dellOrdinazione.
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- Domani pomeriggio celebreremo il momento istitutivo
dellEucaristia. Lapostolo Paolo, scrivendo ai Corinti, confermava i
primi cristiani nella verit del mistero eucaristico, comunicando
loro quanto egli stesso aveva appreso: Il Signore Ges, nella notte
in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo
spezz e disse: Questo il mio corpo, che per voi; fate questo in
memoria di me.
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- Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice,
dicendo: Questo calice la nuova alleanza nel mio sangue; fate
questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me (1Cor 11,23-
25). Queste parole manifestano con chiarezza lintenzione di Cristo:
sotto le specie del pane e del vino, Egli si rende presente in modo
reale col suo corpo donato e col suo sangue versato quale
sacrificio della Nuova Alleanza.
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- Con suggestivo rito, ricorderemo, inoltre, il gesto di Ges che
lava i piedi agli Apostoli (cfr Gv 13,1- 25). Tale atto diviene per
levangelista la rappresentazione di tutta la vita di Ges e rivela
il suo amore sino alla fine, un amore infinito, capace di abilitare
luomo alla comunione con Dio e di renderlo libero.
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- Al termine della liturgia del Gioved santo, la Chiesa ripone il
Santissimo Sacramento in un luogo appositamente preparato, che sta
a rappresentare la solitudine del Getsemani e langoscia mortale di
Ges. Davanti allEucarestia, i fedeli contemplano Ges nellora della
sua solitudine e pregano affinch cessino tutte le solitudini del
mondo.
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- Il Venerd Santo faremo memoria della passione e della morte del
Signore. Ges ha voluto offrire la sua vita in sacrificio per la
remissione dei peccati dellumanit, scegliendo a tal fine la morte
pi crudele ed umiliante: la crocifissione. Esiste una inscindibile
connessione fra lUltima Cena e la morte di Ges.
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- Nella prima Ges dona il suo Corpo e il suo Sangue, ossia la sua
esistenza terrena, se stesso, anticipando la sua morte e
trasformandola in un atto di amore. Cos la morte che, per sua
natura, la fine, la distruzione di ogni relazione, viene da lui
resa atto di comunicazione di s, strumento di salvezza e
proclamazione della vittoria dellamore.
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- Il Sabato Santo caratterizzato da un grande silenzio. Le Chiese
sono spoglie e non sono previste particolari liturgie. In questo
tempo di attesa e di speranza, i credenti sono invitati alla
preghiera, alla riflessione, alla conversione, anche attraverso il
sacramento della riconciliazione, per poter partecipare,
intimamente rinnovati, alla celebrazione della Pasqua.
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- Nella notte del Sabato Santo, durante la solenne Veglia
Pasquale, "madre di tutte le veglie", tale silenzio sar rotto dal
canto dellAlleluia, che annuncia la resurrezione di Cristo e
proclama la vittoria della luce sulle tenebre, della vita sulla
morte. La Chiesa gioir nellincontro con il suo Signore, entrando
nel giorno della Pasqua che il Signore inaugura risorgendo dai
morti.
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- Ci accompagni in questo itinerario spirituale la Vergine
Santissima. Lei che segu Ges nella sua passione e fu presente sotto
la Croce, ci introduca nel mistero pasquale, perch possiamo
sperimentare la letizia e la pace del Risorto. Con questi
sentimenti, ricambio fin dora i pi cordiali auguri di santa Pasqua
a tutti voi, estendendoli alle vostre Comunit e a tutti i vostri
cari.
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