12. i veleni quotidiani 3 caffè, condimenti, integratori

Post on 25-Jun-2015

447 views 4 download

Transcript of 12. i veleni quotidiani 3 caffè, condimenti, integratori

IL CAFFÈ

Il caffè

È un alcaloide imparentato con droghe come nicotina, morfina

e mescalina.

«La caffeina è un alcaloide naturale presente nelle piante di caffè, cacao, tè, cola, guaranà e

mate, e nelle bevande da esse ottenute.

Viene a volte citata con i suoi sinonimi guaranina e teina, chimicamente identificabili

nella stessa molecola…

… La caffeina è presente in foglie, semi e frutti di queste e diverse piante, dove agisce come

insetticida naturale, paralizzante (tetanizzante) o con effetto comunque tossico per insetti e altri artropodi che le mangiano.»

(Fonte: Wikipedia, alla voce «caffeina»)

Semi di cacao

Il caffè non fornisce alcuna energia, ma rende subito disponibile quella attinta dalle scorte

del fisico.

Quella stessa energia, una volta passato l’effetto del caffè, viene a mancare e induce ad

una nuova assunzione di caffeina. È il meccanismo tipico delle droghe.

Ragnatela con 30-35 anelli circolari

di fili di seta

Somministrato al ragno l’equivalente di 2 tazzine di caffè

ESPERIMENTO

Dopo 24 h.

Dopo 48 h.

Dopo 72 h.La ragnatela è tornata

normale dopo 96 h.

Rischi legati all’assunzione regolare di caffè

• Predispone alle malattie cardiache.

• Diminuisce l’afflusso di sangue al fegato.

• Aumenta il colesterolo cosiddetto “cattivo”.

• Interferisce con l’assorbimento di minerali e vitamine importanti, come il calcio, il ferro, la vit. E (che è un antiossidante, quindi anti-invecchiamento). Si perdono circa 10 mgr. di calcio per una tazzina di caffè: si tratta di un danno notevole.

• Incide pesantemente sul sistema nervoso centrale, innalzando temporaneamente il tono psichico, ma deprimendolo a lungo termine e favorendo le emicranie.

• Fortemente cancerogeno per vescica (due tazze di caffè al giorno raddoppiano il rischio per questo tipo di cancro), ovaie, pancreas e grosso intestino (anche se decaffeinato).

• Una sola tazzina di caffè causa un temporaneo aumento della rigidità delle pareti arteriose: gli studiosi lo ritengono pericolosissimo anche in minime dosi per chi soffre di pressione alta.

• Alza il tasso degli zuccheri nel sangue, predisponendo al diabete.

• Provoca alterazioni fetali in percentuali molto elevate in diverse specie di animali da esperimento.

• Aumenta il rischio di aborto.

• Favorisce l’insorgere di artrite reumatoide (anche se decaffeinato).

• Favorisce l’insorgere di ulcera gastrica.

Fonti per il caffè:

Dott. Vernon W. Foster , "NEW START! New Health,

New Energy, New Joy!" - Edito dal Weimar Institute, pag. 133 (esperimento sui ragni condotto

alla Loma Linda University)

Dott. Glauco Facchini, "Alimenta il tuo star bene" -

Ed. AdV, pp. 334-338

Nico Valerio, “L’alimentazione naturale” - Ed. Oscar Mondadori, pp. 281-282)

Bollettino AdN (Adventist News) del 31 maggio 2002

COME SOSTITUIRE IL CAFFÈ?

Caffè d’orzo Latte di soia Latti vegetali

Per disabituarsi al caffè, è bene consumare fiocchi d’avena a colazione.

Sono fonte di molta energia e danno una sferzata al fisico simile a quella della

caffeina, senza però attingere alle nostre scorte, ma fornendo reali nutrienti.

Utili sono anche le docce calde-fredde appena alzati dal letto

(vedi presentazione

del programma New Start)

Comunque, come per tutte le droghe, anche per disabituarsi al caffè occorre essere disposti ad affrontare la crisi di

astinenza!

I GRASSI

L’OLIO DI OLIVA

Olio extra-vergine di oliva spremuto a freddo

Più digeribile, più resistente alla cottura

L’unico grasso che non acidifica il sangue

Combatte il colesterolo

Attenzione!

L’olio extra-vergine d’oliva deve essere conservato al buio, in bottiglie o

contenitori di vetro chiusi, perché si altera facilmente.

Esistono 6 denominazioni diverse per l’olio di oliva:

1. Olio extravergine di oliva

2. Olio vergine di oliva

3. Olio d'oliva rettificato

4. Olio di sansa e d'oliva

5. Olio di sansa

6. Olio di sansa rettificato

Il primo, l'olio extravergine di oliva, è quello di qualità migliore, deve essere ottenuto solo ed

esclusivamente tramite procedimenti meccanici a freddo.

Non deve subire manipolazioni chimiche, non può contenere più dell'1% in peso di acidità.

Il secondo, l'olio vergine di oliva, è similare al primo, differisce solo nel

grado di acidità che può essere fino al 4%

del peso, ancora comunque un buon

prodotto.

Il terzo, l'olio d'oliva rettificato, è ottenuto attraverso un processo

chimico che rende commestibili gli scarti. Da evitare!

Il quarto, l'olio di sansa e d'oliva, è ottenuto dalla miscela d'olio di sansa rettificato con oli vergini d'oliva. Ancora peggio dell'olio di oliva

rettificato!

È molto utilizzato dall'industria alimentare per confezionare focacce e pizzette; è utilizzato

anche nei ristoranti.

Il quinto, l'olio di sansa, ottenuto da un’ulteriore lavorazione degli scarti, è fra

i peggiori.

È per lo più utilizzato come mangime per i bovini d'allevamento (e così arriva

sulla tavola di chi mangia carne).

Il sesto, l'olio di sansa d'oliva rettificato, è tra i peggiori ingredienti, per quanto riguarda gli oli,

che possiamo trovare nei nostri alimenti e spesso nei ristoranti e nelle mense.

Si tratta di olio estratto con solventi dalla sansa d'oliva (gli scarti della prima lavorazione), con

aggiunta dell’acqua di lavaggio della sansa stessa. Il tutto è reso commestibile attraverso il processo

seguito anche per l'olio d'oliva rettificato.

Negli ingredienti dei prodotti industriali, non troviamo tutte queste specifiche, ma solo un generico "olio

di oliva".

Dietro al termine olio di oliva si possono nascondere tutte quelle miscele di olio di

oliva, anche raffinato-rettificato, e altri olii vegetali in proporzioni variabili.

Solo per l'olio di sansa esiste l'obbligo di scriverlo esplicitamente in etichetta.

Quando troviamo nella lista degli ingredienti un generico oli vegetali o grassi vegetali, possiamo essere certi che, verosimilmente, si tratti di olio

d'oliva rettificato, miscelato a qualche altro olio di semi poco costoso ed estratto con solventi chimici.

Da non sottovalutare poi il problema degli OGM che si diffondono sempre più. Dietro

all'ingrediente oli vegetali si possono nascondere oli estratti da coltivazioni OGM come l'olio di mais o la canola, olio derivato

dalla colza transgenica.

GLI ALTRI GRASSI

Il grasso che regge meglio la cottura, dopo quello di oliva è l’olio di arachidi.

Attenzione, però, che l’olio di arachidi contiene grassi saturi.

Gli altri oli di semi (girasole, soia, semi vari) diventano tossici alle alte temperature.

Inoltre sono estratti e lavorati di solito mediante processi chimici (a meno che non ci

sia la dicitura “spremuto a freddo”).

La raffinazione prevede processi come la deacidificazione per ridurre il contenuto di

acidi grassi liberi (si usa anche la soda caustica a questo

scopo)…

… e altri processi del tutto inutili come la decolorazione, che servono solo per rendere il

prodotto più bello da vedere.

L’olio di palma è uno dei grassi preferiti dall’industria, perché si presta a numerosi

impieghi ed è economico.

È dunque estremamente diffuso, si trova ovunque (anche nei cibi biologici):

prodotti da forno, panne vegetali, ecc.

In origine, l’olio di palma sarebbe ricco di carotenoidi, che però si perdono

completamente durante il drastico processo di raffinazione che prevede…

• L'eliminazione della parte gommosa (per evitare problemi di schiuma durante la frittura).

• Lo sbiancamento per abbattere la colorazione.

• La deodorizzazione per eliminare alcune sostanze maleodoranti che renderebbero gli alimenti poco appetibili.

Persi tutti i carotenoidi durante la raffinazione ottenuta grazie ai numerosi

trattamenti chimici, l’olio di palma conserva però l'alto contenuto di acidi grassi saturi (tuttavia, regge meglio la

cottura del burro e degli altri oli di semi).

I grassi idrogenati

L'idrogenazione è un processo industriale che trasforma i grassi liquidi (oli), in grassi solidi più facilmente lavorabili dalle industrie e più adatti a produrre diversi alimenti tra cui, per

esempio, la margarina.

L’idrogenazione produce acidi grassi di tipo “cis” e acidi grassi di tipo trans; questi ultimi

sono estremamente dannosi per la salute.

Si tratta di composti industriali di sintesi inventati all'inizio del secolo scorso; sono

largamente utilizzati dall'industria alimentare a puro scopo di lucro.

L'Institute of Medicine (IOM) of the National Academies of Sciences, Engineering, Medicine and Research Council americano ha proposto per i grassi trans una quantità tollerabile per l'organismo, senza subire danni a breve o a

lungo termine, pari a ZERO.

In etichetta possiamo trovare i grassi trans

nascosti dietro alle diciture:

• grassi vegetali;

• grassi vegetali idrogenati;

• margarina vegetale;

• olio vegetale;

• olio di palma;

• olio di cocco.

(Fonte per gli oli: Amos Boilini,

«L’inganno nel

cibo» - Mod. 1, pp. 42-44)

Come tutti i grassi di origine animale, il burro contiene grassi saturi e va quindi usato con

cautela.

IL BURRO

Il "punto di fumo" del burro è piuttosto basso, ovvero non sopporta le alte temperature.

Se non lo vuoi eliminare del tutto, almeno limita al minimo il burro crudo.

Elimina del tutto il burro cotto o fritto (è molto dannoso).

I SEMI DI LINO

Ricchi di grassi omega 3

Contengono ALA (acido alfa-linolenico) fino a 10-15 volte in più rispetto ai pesci

che ne sono più ricchi.

Dose giornaliera2 cucchiaini di olio di semi di lino a crudo (conservare in frigo e consumare entro un

mese).

6 cucchiaini di semi macinati in un grande bicchiere d’acqua (macinarne pochi cucchiai alla volta e

conservare in frigo).

Oppure…

L’Omega 3 si trova anche nelle alghe e, in piccole dosi, in spinaci, broccoli, lattuga, cavolo

verde, fagioli, piselli, lenticchie, ceci e, soprattutto, la soia e i suoi derivati (come il

latte e il tofu).

L'assimilazione degli Omega 3 viene favorita dalla riduzione del consumo di oli ricchi di

Omega 6, come ad esempio l'olio di semi di mais o quello di semi di girasole.

ACETO O LIMONE?

Anche se il limone è un frutto, è bene condire l’insalata con il suo succo, perché il ferro contenuto

negli alimenti vegetali viene assorbito con l’aiuto della vitamina C.

L’aceto (di vino o di mele) è un prodotto fermentato e per questo infiammante e

acidificante.

Meglio evitarne l’uso

abituale.

Attenzione all’etichetta dell’aceto balsamico!

Se trovi scritto: "Contienesolfiti", meglio lasciar perdere quell’aceto!

«Per solfiti si intende diossido di zolfo o anidride

solforosa (E320)…

… È sconsigliato vivamente alle donne incinte o che allattano

bambini…

… Può provocare: iperattività, asma, orticaria, insonnia, aumento del tasso di colesterolo nel sangue, disturbi del metabolismo del fegato,

cancro. È stato proibito in Giappone.»

(Fonte: Amos Boilini, «L’inganno nel cibo» - Mod. 2, pag. 30)

I solfiti si formano naturalmente nel vino (e sono ugualmente dannosi), ma possono essere aggiunti a diversi prodotti come

conservanti, per prevenire l’ossidazione.

Si possono trovare in etichetta anche sotto le diciture: Anidride solforosa, Bisolfito di

potassio, Bisolfito di sodio.

GLI INTEGRATORI

Dobbiamo fare molta attenzione

con gli integratori!

Quelli sintetici sono assolutamente da evitare; ma anche con quelli naturali

dobbiamo stare attenti. Infatti…

«Poiché la nutrizione opera in quanto sistema biochimico estremamente complesso che

coinvolge migliaia di sostanze chimiche e migliaia di effetti sulla nostra salute, affermare che alcune sostanze nutritive isolate assunte sotto forma di integratori possono sostituire i cibi naturali non

ha molto senso e forse non ne ha affatto…

… Gli integratori non garantiscono la salute a lungo termine e possono provocare effetti

collaterali imprevisti.»

(Colin Campbell, «The China Study» – Macro Ediz., pag. 216)

«Isolare le sostanze nutritive e cercare di ottenere benefici pari a quelli dei cibi naturali

rivela ignoranza riguardo al modo in cui la nutrizione opera nell’organismo. Un recente

articolo del New York Times documenta l’insuccesso degli integratori alimentari come

fonte di accertati benefici per la salute.»

(Colin Campbell, «The China Study»

Macro Ediz., pag. 216-217)

In pratica, siccome è impossibile per noi stabilire con esattezza il fabbisogno

personale di una data sostanza, ci esponiamo al

rischio di mandare in confusione i delicati

meccanismi che regolano l’assorbimento degli specifici

nutrienti.

È quello che accade, per esempio, con il calcio. Assumendo troppi latticini nel corso della vita (il calcio del latte entra nel circolo sanguigno, ma è difficilmente assorbibile dalle cellule)...

… e finendo poi con gli integratori di calcio (soprattutto per le donne in menopausa), alla

fine mandiamo in tilt la capacità dell’organismo di assorbire la quantità di

calcio necessaria.

(Vedi documentario «UN EQUILIBRO DELICATO» reperibile su Youtube con doppiaggio in italiano – Durata 1h e 26")

Facciamo appunto l’esempio del calcio e della carota…

«Se per assurdo assumessimo 25 kg. di compresse di calcio, metteremmo a

disposizione del nostro organismo meno calcio che mangiando una sola carota...

... Il calcio in pasticche viene assimilato parzialmente ed è rintracciabile nel sangue, ma, in quanto ione isolato,

penetra nelle cellule in quantità minime…

... La parte che non raggiunge l’obiettivo non può essere metabolizzata ed è perciò

priva di valore per l’organismo.

Ora viene da chiedersi come mai queste informazioni ci siano tenute nascoste…

... Una possibile risposta è che la vendita di carote è molto meno remunerativa del

commercio di integratori alimentari, che per inciso oggi in Italia supera un volume d’affari di

150 miliardi di euro.»

(Barbara Henel – Peter Ferreira, «Acqua & Sale» – Macro Ediz., pp. 23)

Vuoi degli integratori davvero efficaci?

Bevi regolarmente

succhi di verdura di 4-5 colori diversi (1-2 bicchieri

al giorno), oltre alla

verdura cruda e cotta, non al posto di questa…

… Puoi farti occasionalmente anche dei succhi di frutta, ma non consumarli

mescolati alla verdura o troppo vicino ai pasti.

Considerato il costo esorbitante degli integratori, che dovresti spendere nel tempo…

… ti conviene piuttosto un estrattore di frutta e verdura a freddo, che conserva la maggioranza

dei nutrienti e degli enzimi.

Assumerai così regolarmente un complesso di preziosissimi nutrienti, vitamine, sali minerali ed

enzimi insostituibili, che nessun integratore sarebbe in grado di fornirti nelle giuste proporzioni!

by Luciana