1 Un rapporto paese sulla Cina: quadro macroeconomico, fattori di competitività e struttura...

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Un rapporto paese sulla Cina: quadro macroeconomico,

fattori di competitività e struttura industriale

Francesco Timpano*ITCG Pacioli

“Parliamo della Cina - Opportunità o minaccia”

28 novembre 2006

* Il lavoro è realizzato con la dott.ssa Soela Zani

Breve profilo storico

Transizione 1978: modernizzazione dell’economia Accrescimento della produttività ed efficienza delle imprese

industriali (pubbliche) Introduzione delle SOE (state owned enterprises, imprese a

proprietà pubbliche): imprese con libertà nell’uso dei profitti, nella programmazione e nell’investimento

Riforma del sistema dei prezzi, sviluppo del settore non pubblico, legge sui fallimenti delle imprese collettive e SOE, politiche commerciali e di investimento

Nuovo sistema bancario pubblico, ancora in difficoltà

Riforma costituzionale

Nel 1993 una riforma inserisce in costituzione il principio di “economia socialista di mercato” e di proprietà privata

Profonda riforma dello Stato: organizzazione amministrativa, corruzione, inefficienza

Evoluzione della proprietà

Forme di proprietà decentrata delle imprese pubbliche

Sviluppo delle Township and village enterprises

Joint ventures sino-estere Società a capitale azionario Imprese individuali ed imprese straniere

Forma proprietaria

Statale o pubblica, in contrazione Collettiva Privata

Cruciale dinamismo di una nuova classe imprenditoriale

Ultimi anni

Un ruolo centrale è giocato dalle SOE conglomerati presenti in molti settori

In alcuni settori vi sono solo SOE e imprese pubbliche: credito, telecomunicazioni, distribuzione all’ingrosso e trasporti

Si sviluppano le nuove imprese private ma con gradualità anche attraverso la privatizzazione delle SOE

La favola delle borse copiate

Uno dei maggiori problemi competitivi è il fenomeno diffuso della contraffazione (ovviamente illegale) di molti prodotti occidentali

In realtà, già nel 2000 la Cina esporta per il 18,6% prodotti high tech (Europa 16,1%, USA 34%, Italia 9,2%) Fonte: Biggeri 2005

La svolta: 11 novembre 2001

La Cina entra nel WTO, organizzazione mondiale del commercio

Apertura agli investimenti stranieri Apertura alla competizione Riduzione dei sussidi agricoli Riduzione della tariffa media doganale (8,9%) Dal 2005 attuazione dell’accordo multifibre

Quadro di riferimento macroeconomico

Global Competitiveness Index 2005

1. Finland

2. United States

3. Sweden

4. Denmark

15. Germany

30. France

47. Italy

49. China

Business Competitiveness Index

Strategie di impresa

Business environment

Fattori

1.USA 1 2

2. Finland 9 1

3. Germany 2 4

4. Denmark 4 3

11. France 10 11

12. Sweden 7 14

38. Italy 28 39

47 China 53 58

ITALIA

CINA

ZHEIJANG

La Cina in breve

Stime World Bank

Andamento del Pil reale: confronti

Gross Domestic Product (Milioni di yuan; 1978-2004)

0,0

20000,0

40000,0

60000,0

80000,0

100000,0

120000,0

140000,0

160000,0

Andamento del PIL 1978/2004

Tassi di crescita 1993/2004

Fonte: Asian Development Bank

Crescita del Prodotto Interno Lordo nel periodo 1993-2004 (incrementi % di un anno sul precedente)

13,8%

11,8%

10,2%9,7%

8,8%

7,8%7,1%

8,0%7,3%

8,0%

9,1%9,5%

0,0%

2,0%

4,0%

6,0%

8,0%

10,0%

12,0%

14,0%

16,0%

1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

Composizione del PIL

Reddito urbano/rurale

Medio 1.040

Urbano 2080Rurale 330

PIL pro capite

2004 (US$)

PIL regionale

Distribuzione territoriale del PIL

Popolazione

Urbana 526.510 40,5%Rurale 773.514 59,5%

Maschi 669.512 51,5%

Femmine 630.512 48,5%

0-14 anni 287.305 22,1%

15-64 anni 915.217 70,4%>65 anni 97.502 7,5%

Popolazione (2004)

1.300.024

Moneta, finanza e credito

Espansione monetaria: tassi di crescita elevati ma coerenti con il ciclo

Bilancia dei pagamenti: stime World Bank – Accumulo impressionante di riserve

Il debito estero non è un problema

Borsa di Shangai: vivacità di lungo periodo

I rischi sono legati alla stabilizzazione della crescita che deve però essere in grado di mantenere un Pil procapite sufficiente ad evitare una crisi sociale e politica

Elementi trainanti

Interscambio con l’estero

Investimenti interni

Consumi interni

Rivalutazione dello yuan

Settori trainanti

21,23

15,48

11,78

4,96 4,25 3,4 2,49 2,26 2,15 1,7 1,59

0

5

10

15

20

25

Principali Paesi di destinazione delle esportazioni cinesi (Gen-Giu 2005)

Destinazione esportazioni

15,27

11,7311,01

7,79

4,6

3,01 2,56 2,48 2,472,1 1,99 1,37 1,3 1,29 1,12 0,85

0

2

4

6

8

10

12

14

16

Principali Paesi fornitori della Cina (Gen-Giu 2005)

Origine importazioni

Andamento degli investimenti

Risparmi

Struttura industriale esistente

Aree a sviluppo incentivatoIn Cina vi sono attualmente le seguenti diverse tipologie di aree economiche speciali, autorizzate dal Consiglio di Stato:

5 Zone economiche speciali, 28 Zone di sviluppo economico e tecnico, 52 Parchi di sviluppo per progetti ad alto contenuto tecnologico (presso le più importanti città cinesi), 15 Zone franche (tra le più importanti vi sono quelle di Tianjin,

Shenzhen, Shanghai, Zhangjigang, Dalian, Guangzhou, Xiamen, Haikou, Fuzhou, Qingdao).

Nelle Zone franche è prevista l'esenzione dal pagamento dei dazi doganali, dell'IVA, della tassa sui consumi per i prodotti destinati a lavorazioni per esportazione. Inoltre in queste zone non sono normalmente necessarie licenze di importazione ed esportazione.

Aree geografiche e specializzazione settoriale

Provincie costiere Manifatturiero classico e tessile Nord costiero Industria pesante Sud costiero Industria leggera e forte propensione al

commercio internazionale Aree centrali Rappresentano attualmente la nuova

frontiera dello sviluppo su cui sta investendo molto il Governo Centrale al fine di ribilanciare la crescita del Paese

Distretti anche in Cina

Il settore meccanicoIl settore meccanico sta risultando essere un elemento chiave dello sviluppo cinese

Il settore tessile

Il settore tessile è uno dei pilastri dell’economia: la Cina è il più maggiore produttore di abiti e tessuti al mondo

Nel settore tessile vi è opportunità per: Imprese dotate di tecnologie all’avanguardia Imprese dotate di elevate capacità di design Imprese dotate di competenze distintive nel marketing e nel

branding

Bisogna però anche tenere in considerazione i seguenti fattori di rischio

Forme societarie per operare in Cina

Ufficio di rappresentanza Equity Joint-Venture Co-operative Joint-Venture WFOE Wholly Foreign Owned

Enterpise

Privatizzazione delle SOEPer accelerare la riforma dell’industria di Stato, nell’aprile del2003 è stata costituita la State-

owned Assets Supervision and AdministrationCommission (SASAC), che supervisiona le imprese pubbliche, le quali alla fine del 2002 avevano attività superiori a 6.900 miliardi di yuan (833,3 miliardi di dollari).

La Commissione nomina o rimuove gli amministratori e può pronunciarsi in merito alla dismissione di attività pubbliche, alle fusioni societarie e ad altri eventi di straordinaria amministrazione riguardanti le imprese di Stato.

Tra i compiti principali della Commissione, vi sono il miglioramento della corporate governance e la possibilità di fusioni e acquisizioni tra imprese di Stato e imprese estere. Inoltre, il governo ha introdotto misure per promuovere lo sviluppo del settore privato, inclusa l’introduzione di un meccanismo per consentire fusioni e acquisizioni tra imprese private e imprese pubbliche nel campo delle infrastrutture e delle utilities, e l’avvio di un moderno sistema di diritti di proprietà.

Sembra che il governo abbia compreso che l’accelerazione della riforma delle SOE sia cruciale per liberare il potenziale dell’economiacinese e consentire il prolungarsi della crescita in mod o sostenibile. Tuttavia, storicamente le imprese pubbliche sono una fonte importante di potere politico in Cina, da cui la riluttanza di un ampio gruppo di attori a un loro troppo rapido smantellamento, per cui è improbabile che il processo di ristrutturazione continui molto più rapidamente di quanto già avvenuto.

Mercato del lavoro e SOEIl mercato del lavoro è stato sostanzialmente modificato nel corso del

processo di riforma dell’economia cinese. Precedentemente la forza lavoro era direttamente allocata con un controllo amministrativo dei salari.

La Cina si è progressivamente mossa verso un un mercato del lavoro molto più flessibile e libero nell’assumere e nel licenziare, specialmente nel settore non statale.

Il posto di lavoro nelle SOE, invece, è stato a vita sino alla metà degli anni ’90, quando a queste società fu consentito di licenziare. Per esempio, alla fine degli anni ’90 l’avanzare della riforma delle SOE fece perdere il lavoro a oltre 24 milioni di persone, che vennero inserite in un percorso di ri-occupazione (Re-Employment Centre) che consentiva loro di rimanere ufficialmente impiegati (xiagang), ma di ottenere un sussidio pari a circa il 35-40% del salario medio e un servizio di retraining.

Alla fine del 2002 si stimavano ancora circa 6 milioni di persone inserite in questo programma (FMI, 2004).

Il governo cinese ne ha stabilito la chiusura a partire dal 2004.

Questioni chiave

Outlook attuale

Rallentamento della crescita Forte surplus di bilancia commerciale Alti investimenti Politiche di rallentamento degli investimenti Politiche di sostegno ai consumi Sostituzione di domanda estera con

domanda interna Eccesso di liquidità nel sistema

Come ribilanciare l’economia?

Pricing delle risorse (energia, ambiente, terra)

Alti tassi di interesse Limitazione dei dividendi mantenuti in

azienda Moderazione nella ricerca della crescita Dall’industria ai servizi Più domanda interna e più attenzione verso

le classi povere

Elementi per una riflessione sui punti di forza e sui punti di debolezza

Salari e mercato del lavoro Cambio svalutato (Yuan legato a USD Politiche industriali Stabilità politica Costi crescenti Tensioni sociali Sofferenze bancarie

Posizionamento dell’Italia

Import Export Italia- Cina Principali prodotti (Year 2005)

05

101520253035404550

Importazioni

Esportazioni

Le opportunità per le imprese italiane

Secondo l’ultimo “Rapporto Paese” svolto congiuntamente dalle Ambasciate/Uffici ICE relativo alla Cina, cinque sono i settori fra quelli che potrebbero vedere bene impegnata l’industria italiana sul mercato cinese e che quindi, a buon diritto, potrebbero essere considerati prioritari per le imprese italiane.

I Settori sono:

Energia, Ambiente, Tecnologie meccaniche e produttive, Lifestyle (arredo, moda, agroalimentare), Grandi lavori ed infrastrutture.