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Lezione “New Realism”

percorsi

• 1. Manifesto del nuovo realismo

• 2. Reali(ty)smo

obiettivi

• In un’ottica di apertura critica al dibattito filosofico contemporaneo, vogliamo analizzare gli aspetti peculiari delle tesi proposte da Maurizio Ferraris con il suo Manifesto del nuovo realismo (2012); il dibattito suscitato e, soprattutto, i temi esposti ci aiutano a meglio comprendere i nodi essenziali del percorso odierno della riflessione filosofico-teoetica.

1. Manifesto

del nuovo realismo

il nuovo realismo

<<Il ‘nuovo realismo’ è anzitutto la presa d’atto di un cambio di

stagione. L’esperienza storica dei populismi mediatici, delle guerre post 11 settembre e della recente crisi economica ha portato una pesantissima smentita di due dogmi centrali del postmoderno: l’idea che la realtà sia socialmente costruita e infinitamente manipolabile, e che la verità e l’oggettività siano nozioni inutili. Le necessità reali, le vite e le morti reali, che non sopportano di essere ridotte a interpretazioni, sono tornate a far valere i loro diritti>>.

M. Ferraris

il sasso nero

<<Se in un’isola c’è un gran sasso nero, e tutti gli abitanti si sono convinti – con elaborate esperienze e molto uso della persuasione – che il sasso è bianco, il sasso resta nero, e gli abitanti dell’isola sono altrettanto dei cretini>>.

P. Bozzi

un nuovo spazio per la filosofia

<<Quello che ora è necessario non è tanto una nuova teoria

della realtà (né meno che mai una ‘teoria della nuova realtà’, che suona minacciosa anche solo a leggerla), quanto piuttosto un lavoro che sappia distinguere, con pazienza e caso per caso, che cosa è naturale e cosa è culturale, che cosa è costruito e cosa no. È qui che si aprono le grandi sfide, etiche e politiche, e si disegna un nuovo spazio per la filosofia>>.

M. Ferraris

le vite e le morti reali

<< Le necessità reali, le vite e le morti reali, che non sopportano di essere ridotte a interpretazioni, hanno fatto valere i loro diritti, confermando l’idea che il realismo (così come il suo contrario) possieda delle implicazioni non semplicemente conoscitive, ma etiche e politiche>>.

M. Ferraris

la koiné postmoderna

A giudizio di M. Ferraris tre sono i punti che caratterizzano la

cultura postmoderna:

- Ironizzazione: evitare ogni forma di dogmatizzazione con un atteggiamento di distacco ironico.

- Desublimazione: la liberazione va inseguita sulla pista dei sentimenti e del corpo, quale forma di riserva rivoluzionaria.

- Deoggettivazione: non ci sono fatti, ma unicamente interpretazioni.

realitysmo

• L’ esito finale dell’azione congiunta tra ironizzazione, desublimazione e deoggettivazione si può chiamare realitysmo, ovvero la realtà eguagliata a reality e a fiction, di cui sono meccanismi fondamentali la giustapposizione, la drammatizzazione e la onirizzazione.

the Truman Show

<< Invece di riconoscere il reale e immaginare un altro mondo da realizzare al posto del primo, pone il reale come favola e assume che questa sia l’unica liberazione possibile: sicché non c’è niente da realizzare, e dopotutto non c’è nemmeno niente da immaginare; si tratta, al contrario, di credere che la realtà sia come un sogno che non può far male e che appaga>>.

M. Ferraris

nuovo realismo

• La trasformazione che ha investito la cultura filosofica contemporanea, è declinata in molti sensi, ovvero:

• la fine della svolta linguistica;

• Il ritorno alla categoria di percezione;

• la svolta ontologica, ovvero la scienza dell’essere.

2. Reali(ty)smo

la fallacia di essere-sapere

• Il nodo cruciale della fallace identità di essere e sapere risiede – a giudizio di M. Ferraris – in un intreccio di argomenti:

• I sensi ingannano.

• L’induzione è certa.

• La scienza è più sicura dell’esperienza, perché dispone di principi matematici indipendenti dagli inganni sensibili e dalle incertezze delle induzioni.

la fallacia di essere-sapere

• L’esperienza deve risolversi nella scienza.

• Dal momento che la scienza è costruzione di paradigmi, a questo punto anche l’esperienza sarà costruzione, cioè modellerà il mondo a partire dagli schemi concettuali.

la chiave del postmoderno

• A giudizio di M. Ferraris questa è la chiave della cultura postmoderna:

• Ovvero seguendo e radicalizzando Kant, i costruzionisti confonderanno senza residui l’ontologia con l’epistemologia, ovvero quello che c’è (e non dipende da schemi concettuali) e quello che sappiamo (e dipende da schemi concettuali).

• Le due circostanze non si equivalgono, perché il fatto di sapere che la tale chiave mi fa aprire la porta di casa (epistemologia) non mi permette di aprire la porta di casa qualora io abbia perso la chiave in questione (ontologia).

il discredito del sapere

<<Sta di fatto che, con l’azione combinata di questa e delle altre due fallacie del postmoderno, quella dell’accertare-accettare (per cui la conoscenza è rassegnazione) e quella del sapere-potere (per cui viceversa la conoscenza è manipolazione) si giunge a un concreto discredito del sapere.