Anno scolastico
2007/2008
Istituto Comprensivo
“G.Verga”
VIAGRANDE
Progetto
“Viagrande: antiche nuove”
AlecciM., MusmeciS., Ragusa S., RumolinoV., Oliveto M.T..
Il presente lavoro, continuazione ideale di quello
realizzato lo scorso anno scolastico, vuole
evidenziare i figli illustri di Viagrande, onore e
vanto del loro e del nostro paese, che si distinsero
in vari campi della cultura degli ultimi secoli. Tale
contributo ha attinto notizie e informazioni
principalmente dalla “M
onografia”( non sempre
precisa nella citazione di date e fonti) dello storico
Salvatore Mirone che, per primo, ha messo in
luce i suoi concittadini insigni.
Gruppo di lavoro
Basile N., Questorino C.,
Masay
Xhensila.,
Barbagallo S., Giuffrida E.,
Amato M., Torrisi A.,
Aiello A., Coco A., Porto
F., Felicini G., Kanistika.,
Petralia G., Zingale C.,
Bonaccorso L., Privitera
A., Privitera S., Strano S.,
Tomasello A., Privitera S.,
Coco
S.,
Sciuto
G.,
Sorbello S.
Viagrandesiillustri
Uno degli uomini che
guadagnarono la stima e
la
riconoscenza
del
comune di Viagrandefu
il sacerdote
Giovan
Battista Barbagallo, il
quale
si
adoperò
assiduamente
per
costruire
la
Chiesa
Madre e la cui effigie,
scolpita su una lapide di
marmo
posta
nella
sepoltura, si trovava al
centro della chiesa. Con
l’estinzione della sua
famiglia i beni passarono
alle famiglie Nicolosie
Corsale.
Ignazio Nicolosi, nato il 5
novembre
1734,
studiò
presso
l’università
di
Catania dove conseguìla
laurea in medicina e in
filosofia;
si
stabilì
a
Linguaglossadove esercitò
la professione e si sposò.
Santoro
Corsale
nacque
l’8
luglio
1775 e morì
nel
1854.
Dottore
in
giurisprudenza
e
uomo colto, deputato
al
parlamento
siciliano, conoscitore
profondo delle lingue
latina ed italiana,
scrisse
un
libro
ascetico
e
altre
opere,
purtroppo
perduti per incuria.
Francesco Maria Scuderinacque il
19 novembre 1733 e morì
il 20
gennaio 1819.
Appartenente a una famiglia agiata,
da giovane nutrìnotevole interesse
per le umane lettere. In seguito,
divenuto sacerdote, si dedicò all’arte
medica ed ebbe come maestro
Agostino Giuffrida.
Divenne ben presto famoso e nel
1787 fu,
per
meriti eccezionali,
nominato professore di Medicina
Pratica presso l’universitàdi Catania
e Protomedico Generale di Sicilia.
Scoprì
alcune medicine in grado di
guarire anche malattie prima giudicate
insanabili come, ad esempio, la polvere
antisettica, a quel tempo sconosciuta.
Inoltre studiò botanica e introdusse in
Sicilia la coltivazione di alcune piante
esotiche.
Nel 1815 pubblicò due volumi sul
vaiolo,”
Elementa
Phisiologia”. Tali
pubblicazioni
sono importanti sia
perché
ci forniscono notizie sulle
epidemie di vaiolo e sulla eziologia
della malattia, sia perchéin esse l’
autore sintetizza uno schema igienico-
sanitario per l’estinzione del vaiolo.
Considerate in passato inapplicabili,
oggi tali norme igienico-sanitariosono
ritenute utili non solo come misure
profilattiche contro la diffusione del
vaiolo,
ma per
qualsiasi malattia
infettiva contagiosa.
Rosario
Scuderi,
nipote
del
protomedico Francesco Maria, nacque a
Viagrandel’11 ottobre 1767 ( secondo
Alfio Grasso nel 1819). Amò le lettere e la
medicina.
Ancora giovanetto,
lo zio
Francesco lo condusse con séa Napoli
dove
egli
trasse
giovamento
dall’insegnamento di Cutugno,
Vairo,
Petagna, Dolce, Sementini, ma soprattutto
da Domenico Cirillo, suo amico oltre che
maestro, la cui morte, in seguito, sconfortò
l’animo di Rosario. Scrisse l’“Introduzione
alla storia della medicina antica e
moderna”( Napoli, 1794), ristampata a
Napoli, Milano,
Padova,
Venezia e
tradotta in Germania e in Francia; altri
scritti di patologia generale; una M
emoria
sulla Teoria dell’infiammazione
e un
Trattato sulle malattie veneree.
Fu professore di Patologia
Generale ma, all’apice del
successo, la passione per
una donna gli arrecò uno
stato di
tristezza e
malinconia.
Decise
di
andare a Milano ma, giunto
a Verona, per resistenza
armata alle violenze di un
vetturino,
venne
imprigionato.
Profondamente turbato, si
tolse la vita con il tossico
che aveva con sé( 21
maggio 1806).
Salvatore Scuderinacque il 7
luglio 1781, venne affidato alla
cura dello zio paterno Francesco
Maria
Scuderi.
Completò
l’insegnamento elementare grazie
alla guida di precettori stimati per
poi continuare gli studi presso la
facoltà
di
giurisprudenza,
laureandosi nel 1800. Si trasferìa
Palermo
dove
fece
pratica
forense
dal
giureconsulto
Guglielmo Tedesco. In seguito
conobbe
Michelangelo
Monti,
Agostino De Cosmi, Giuseppe
Piazzi, Domenico Scinà
e si
dedicò alla filosofia razionale.
Tornato a Catania, cominciò a
manifestare
interesse
per
l’economia pubblica.
A Palermo aveva già
seguito le lezioni di Paolo
Balsamo e di Vincenzo
Emanuele Sergio, titolari
della cattedra di Pubblica
Economia,
che
lo
indirizzarono a leggere i
testi di Genovesi e di
Smith.
Con il RealDispaccio del
6 ottobre 1807 a Catania, il
re abolì
la cattedra di
Politica che era rimasta
vacante a seguito della
morte di Malerba; quindi
dispose l’istituzione della
cattedra
di
Economia,
Commercio e Agricoltura.
Indetto il
concorso con
RealRescritto del 3 agosto
1808,
Scuderi
ottenne
l’assegnazione
della
cattedra.
Il suo insegnamento fu innovativo sia sul
piano istituzionale, sia in rapporto ai
contenuti perchéfavorìil progresso nella
cultura economica siciliana e l’affermarsi
dell’economia politica come scienza.
Nel 1811 Scuderipubblicò le Dissertazioni
economiche
riguardanti il regno di Siciliae
nel 1812 le Dissertazioni agrarieriguardanti
il regno di Sicilia (in seguito ripubblicate in
un volume unico, con l’aggiunta di una
Dissertazione sulla m
oneta).
Scrisse due memorie importanti: la prima
sul Censo Statistico della popolazione e la
seconda sulla Rendita rurale. Nel 1813
pubblicò con lo pseudonimo di Eutichio
Filoniaco
Discorsi
sulle contribuzioni
in
generale e sul sistema delle contribuzioni in
Sicilia.
Nel 1814 venne eletto avvocato fiscale
dell’erario presso la terza curia di Catania.
Nel 1816 pubblicò, sempre a Catania,
le sue tragedie, aspramente criticate dal
direttore
della
biblioteca
italiana,
Giuseppe Acerbi, di Milano.
Nel 1818 contribuìa formulare gli Atti
della Reale Accademia
Economico-
Agraria dei Georgofilidi Firenze e nel
1823 collaborò con il
Giornale di
Scienze, Lettere ed Arti per la Sicilia.
Nel 1824 fu nominato secondo direttore
dell’Accademia Gioenia
di
Scienze
Naturali di Catania. In seguito, a Napoli,
nel 1827 diede alle stampe il primo
manuale di Economia politica in tre
volumi, Principi
di
Civile Economia,
encomiati nel 1829 da JeanBaptiste
Say.
Nel 1802 pubblicò poesie di autori
catanesi
contribuendo
così
a
tramandare ai posteri la memoria di un
gran numero di poeti poco noti.
Morìa Catania nel1840.
Giuseppe M
ironenato, e morto a
Viagrande
(1809-1881),
poeta,
fratello dello storico Salvatore, autore
di numerose pubblicazioni, tra le
quali si ricordano:
Terzine in memoria del padre(1829);
Elogio
biografico
del
cavaliere
Salvatore Scuderi(1840);
Necrologia per
Salvatore Scuderi
(1844);
Poesie siciliane(1854);
Inno a San Mauro(1867)
oltre a numerosi inni, concerti e
ottave.
Particolarmente
interessanti
i sonetti dedicati a Garibaldi, a Vittorio
Emanuele II e a Manzoni.
Di
Luigi
Scuderi
ricordiamo Biografia degli
uomini illustri catanesidel
sec.
XVIII, pubblicato a
Catania nel 1881.
Andrea Aradas, nato a
Viagrande
nel
1810,
fu
ordinario
di
Zoologia
all’universitàdi Catania. Fu
l’ultimo
professore
ad
indossare la toga con la
parrucca accademica nel
1863 per
l’inaugurazione
dell’anno
accademico.
Insegnò anche Anatomia
comparata nella facoltàdi
medicina. Morì
a Catania
nel 1882.
Salvatore
Mirone
(1816-1886),
patriota, storico e letterato, fu autore di
numerose opere:
La corte di Federico Secondo Svevoin
Sicilia(1856)
Schiarimenti
ai
“Sepolcri”
di
Ugo
Foscolo,
Maria Aragonesi, o il voto del popolo
siciliano(dramma),
Un medico stravagante(commedia),
Lu vecchiu
in amuri(dramma in versi
siciliani),
Di quali Tiranni, re ed imperatori è
stata
dominata la Sicilia fino ai giorni nostri;
Monografia storica dei
Comuni
di
Nicolosi,
Trecastagni,
Pedara
e
Viagrande(1875),
oltre a sonetti, scherzi, satire, favole e
apologhi, postumo (1907), Storia del 5°
Battaglione catanese
soprannominato
Corso.
Viagrandesiche compirono azioni
buone e socialmente utili furono
Carlo Sapienza, Mario Garozzo,
Giuseppe Reitani
e Giuseppe
Fisichella; quest’ultimo, passato a
miglior vita, venne accompagnato da
tutti i poveri del Comune alla Chiesa
dove fu seppellito.
Vincenzo Caltabiano, prete morto
il 1803,viene ricordato come uomo
di notevole intelligenza, capace di
mantenere l’unione e la pace nel
paese.
Salvatore
Mirone,
provicario,
nacque il 18 Settembre 1773 e morì
il 19 Marzo 1819; la sua principale
occupazione consisteva nell’aiutare
e assistere i poveri con elemosine.
Il vicario Giuseppe Mirone
nacque il 6 Gennaio 1786 e morì
il 13 Febbraio 1853; egli
si
distinse per i suoi modi cortesi e
garbati e l’inclinazione naturale a
correggere gli errori altrui con
dolcezza.
Altri concittadini di Viagrande
dediti alle lettere e alle scienze
furono: il dottor Giuseppe Maria
Corsale,
vicerettore
del
Seminario dei chierici di Catania,
che
si
dedicò
agli
studi
trascendentali
di Demiceli, di
Flores e di Spitalieri.
Soggiornò a Napoli e a Roma
per ritornare in seguito al luogo
natio, dove morì
il 23 Agosto
1823.
Raimondo Nocenacque il
15 marzo 1792 e morìil 5
novembre 1858; apprese a
Viagrandei primi rudimenti
grammaticali
per
poi
continuare
gli
studi
al
Seminario dei
chierici
di
Catania dove, ultimati gli studi
in lettere e in filosofia, si avviò
al sacerdozio. Ebbe come
maestri il Sac. Paolo Corsale
e il Sac. Francesco Platania.
Fu
eletto
Cappellano
dell’albergo dei poveri da
Monsignor Orlando e fu socio
dell’Accademia Gioenia
e
dell’Istituto Reale di Scienze
ed Arti.
Lorenzo CocoGrasso, nacque
il 10 agosto 1783 e morìnel 1853,
fu sostenuto dal Sac. Giuseppe
Maria
Corsale
che,
intuito
l’ingegno del giovane, si adoperò
perchè
potesse
studiare
gratuitamente retorica e filosofia.
In seguito si dedicò alla teologia e
alla morale per poi vestire l’abito
talare.
Fu
segretario
sostituto
dell’Accademia di Scienze e Belle
Lettere di Palermo, incaricato
della corrispondenza estera e
vice-segretario della sessione di
scienze naturali dell’Accademia,
primo Cappellano ed economo
dell’interregno.
Rosario Scuderi
Bonaccorsimostrò
naturale inclinazione per la numismatica e
l’archeologia;
amò particolarmente il
disegno:
ciò
trova
conferma
nella
collezione di duecento dipinti di insigni
autori nostrani e nella raccolta di stampe -
considerate le prime in Sicilia -che
raggruppa schizzi di ogni genere e di
autori celebri come: Polidoro, Caravaggio,
Ribera, Giordano, Rosa, ed altri. Fu
Sindaco di Viagrandealla fine del ‘700, e
fece costruire la prima casa comunale
recante l’iscrizione “Alla felicitàpubblica il
popolo e il magistrato municipale”.
Vincenzo PlataniaPassalacquanacque
nel 1805 e morìil 20 giugno 1870; fu
monaco della regola dei Padri zoccolanti,
eloquente predicatore e uomo colto.
Emanuele Fisichella, nato nel 1797,
morìil 17 settembre 1858; medico chirurgo
e professore alla cattedra di Medicina
legale di Catania.
Casati e palazzi
Il 15 febbraio 1641 Filippo IV di
Spagna dava investitura principesca a
Domenico Di Giovanni(Giustiniani),
con mero e misto impero (conferiva
poteri assoluti) per 30.000 scudi, delle
terre di Trecastagnie Viagrande
e
successivamente di Pedara
(15.000
scudi) .
Nel 1666 gli successe il figlio Scipione
e a questo, nel 1700, la nipote Anna
Maria (figlia del figlio Domenico, “
principe di Trecastagni, barone di
Pedara
e signore diViagrande“,
premortogli) che sposa Giuseppe
Alliata
(Colonna),
principe
di
Villafranca.
I loro discendenti tennero il titolo e il
possesso dei territori fino al 1812, anno
dell’abolizione dell’investitura. Agli Alliata
(come del resto a tutti i nobili ) rimase solo
il titolo onorifico sotto Ferdinando I di
Borbone.
Dei principi Di Giovanni rimane la dimora
a Trecastagnidove la famiglia risiedeva.
I Di Giovanni e gli Alliatanon abitarono
mai a Viagrande.
Dalla metà
del 1700 molti nobili
catanesie famiglie della borghesia
acese
scelsero Viagrande
quale
luogo per la loro villeggiatura. Le
ville
presenti
sul
territorio
testimoniano la presenza di questi
ricchi e importanti proprietari.
Palazzo Mirone Deodato
Il
palazzo
fu
costruito
dall’architetto F.Fichera; presenta
un robusto basso prospettoeun
balconcino con funzione di cerniera
e loggia ( soluzioni usate nei palazzi
da lui costruiti nel 1908-09 ); la
facciata èdecorata con spirali e
minute figure fitomorfe. Ad angolo,
riprendendo un modo antico di
mostrare le armi, gli scudi sagomati
in mattonelle colorate dei Mirone-
Deodato, sormontati da un elmo con
visiera chiusa e corona di nobile.
Villa Manganelli.
Progettata nel 1879 dall’architetto
milanese Carlo Sada(dal 1874 al
1915 attivo a Catania, progettista
del teatro Bellini e di numerosi
palazzi nobiliari) per volere del
principe Manganelli, fu il
primo
edificio da lui realizzato fuori dalla
città. Le eleganti bifore furono
costruite con colonne di ghisa fusa (
non
preformata).
Dalle
chine
conservate nel fondo Sadarisultano,
oltre a due grandi vasi laterali sul
cornicione voluti dal principe “che
poi non si fecero”(e che ricordano
quelli che nel frattempo venivano
realizzati al cimitero), due nicchie
con statue sul prospetto e motivi
floreali che sono scomparsi con i
restauri del secondo Novecento.
All’interno, il giardino “magico e
ferace”, con viali di cuti lisci e
numerose sculture.
Casa dei Marchesi di San
Giuliano
Una serie di
fabbricati
(compresa una torre ) che
servivano le vigne circostanti
preesistevano
alla
trasformazione in residenza
del Marchese di San Giuliano
del sec. XVIII. L’edificio è
fondato su un terrapieno, con
alte mura che nel primo
Settecento venivano costruite
con
forte
connotazione
difensiva.
Il portale d ‘
ingresso èad arco strutturato
a conci radiali, bugnato in
pietra lavica.
Palazzo Carcaci
L’edificio, esempio
di residenza
appalazzata
con forti connotazioni
difensive, fu costruito dai baroni
Recupero della Torre nel 1735. Nel
1761 fu acquistato dai Paternò
Castello, duchi di Carcaci. Passò poi,
come dote matrimoniale, ai Grifeo
Partanna. Oggi èdel Comune, che
ha in cantiere un progetto di riuso.
Di fronte, villa Paternòdel Toscano
con esteso giardino; accanto a dove
sorgeva la Chiesa della Nunziata è
Palazzo Maiorana; villa Battiato
èl’ex Convento dei Francescani (1660-
1871,
trasformato in residenza
privata nel tardo sec. XIX; già
in
epoca medievale era qui un fondaco
gestito dal Monastero di S. Nicolò
l’Arena, dato poi in enfiteusi; il borgo
del Paternostro, dove sono i resti
della chiesetta del Rosario (e del
convento) con monofora ottagonale.
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