Una storia d’incontri
il backstage del video per il gruppo bancario iccrea
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Una storia di incontri
Il backstage del video per il Gruppo bancario Iccrea
Fotografie di Caterina Fattori
Progetto grafico e impaginazione Kaleidon
Musicisti Paolo Biagini, Paolo Fantini, Gabriella Giaquinta, Margherita Marsciani, Greta Mussoni, Isabella Ripa, Raniero Sampaoli
Troupe Claudio Ballestracci, Mauro Baratti, Stefano Bisulli, Nicoletta Fabbri, Luca Nervegna
Stampa Centro Stampa Digitalprint Rimini
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Una storia d’incontriil backstage del video per il gruppo bancario iccrea
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Questo libro è il back-stage del video girato nel giugno del 2009 per la regia di Stefano Bisulli, ma rappresenta anche il tentativo di restituire il clima di collaborazione e disponibilità reciproca che si è creato durante le giornate di ripresa.Non un album di famiglia ma il breve racconto di persone che si incontrano e lavorano per dar forma insieme ad un progetto.
L’idea di realizzare un video per il Gruppo bancario Iccrea è nata quando abbiamo cercato di tradurre in una metafora il progetto di identità sul quale stavamo lavorando ormai da quasi due anni.Il tangram con i suoi sette pezzi era diventato il sistema attraverso il quale rappresentare ciascuna delle società del gruppo rendendo evidenti i diversi ambit di attività ma anche l’appartenenza al medesimo progetto industriale.
Il tangram chiuso, con la sua particolare forma a vela, stava diventando il simbolo dell’intero gruppo ma ci serviva qualcosa che rendesse questo simbolo più aderente alla filosofia del credito cooperativo.Una metafora che ne sviluppasse i contenuti impliciti coniugandoli ai temi forti delle BCC: il legame al territorio, lo spirito di gruppo e il lavorare insieme per il bene comune.
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Volevamo cioè rendere chiaro il ruolo di coordinamento e supporto del gruppo a vantaggio delle singole banche di credito cooperativo.
Così ci è venuto in mente di raccontare la storia di sette musicisti che partono ciascuno da un territorio differente portando con sé un pezzetto di quell’ambiente per ritrovarsi infine a suonare insieme in un piccolo teatro dove ad applaudirli, ci sono le stesse persone che ognuno di loro aveva precedentemente incontrato nei diversi luoghi di provenienza.I sette musicisti corrispondono alle sette tessere del tangram e la loro presenza nel territorio. Nel concerto finale sulle note del settimino di Beethoven danno letteralmente vita al senso dello slogan: una composizione di valore.
Ci è sembrato, riguardando gli scatti di Caterina Fattori, che si potesse ricostruire questa piccola storia di incontri dove creativi, musicisti, artigiani, tecnici di ripresa, pescatori, agricoltori, genitori e figli si sono prestati, senza conoscersi prima, a lavorare insieme in situazioni inconsuete e belle.
Franz Ramberti
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Sette interpreti, sette strumenti differenti (quattro archi e tre fiati), sette musicisti che si ritrovano tutti
insieme per la prima volta per questo progetto: il Settimino per eccellenza, l’op. 20 di Beethoven, scritto
a Vienna nel 1799-1800. Una delle più conosciute composizioni per sette esecutori (ci sono anche
pagine, con differente organico strumentale, di autori come Saint-Saëns, Ravel, Schönberg, Hindemith
e Stravinskij), dal tipico gusto di intrattenimento che conserva ancora oggi intatte qualità di freschezza
e piacevole immediatezza, in interessante contrasto con un periodo nel quale Beethoven incomincia
a manifestare e riconoscere la propria sordità.
Del 1802 è il famoso “Testamento di Heiligenstadt”, la celebre lettera che scrive ai fratelli nella quale
esprime la sua disperazione per la malattia che lo colpisce da sei anni, ma da cui riparte per affrontare
il suo destino, con un ritorno alla vita e alla sua straordinaria missione creativa: “per aspera ad astra”
(attraverso le asperità alle stelle).
Enrico Meyer – ideazione musicale
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Suonare Beethoven con alle spalle un Caterpillar...
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Sette le tessere del tangram, sette i musicisti e sette, forse per caso forse no, i componenti della troupe. Sono diverse le attività umane che per la loro realizzazione richiedono il concorso di più soggetti; un film, non importa quanto grande, è una di queste, come lo è l’esecuzione di una composizione musicale.
L’addizione di valori e competenze individuali in grado di generare risultati superiori alla semplice somma algebrica: questo era l’idea, il concetto che dovevamo rappresentare e lo stavamo facendo con una modalità che ne conteneva già l’essenza. Insomma, un po’ come scrivere con una penna la parola penna.
Stefano Bisulli – regista
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Eccoci da Pierpaolo. Che splendida coincidenza!Da tempo sognavo di entrare in un laboratorio come questoe magari iscrivermi a un corso di ceramica...
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Si cambia scena. Si gira nel campo di insalata. Lì lavorano davvero.
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Quattro ore di riprese per pochi secondi di video... peggio delle prove.
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La cipria per eliminare l’effetto lucido.
Chi glielo racconta stasera a mia moglie
che oggi, mentre lavoravo in officina,
è venuta una troupe a girare un video?
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In fondo il contrabbasso è uno strumento pesante, da officina.
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Con la scusa della fotografia ho incontrato sette persone diverse in sette luoghi dove non sono mai stata. In realtà gli incontri sono stati molti di più. Di questa piccola storia di incontri, però, è visibile solo la zona in luce di una parte molto più ampia. La riuscita della prima dipende molto dalla seconda. Probabilmente avrei scattato immagini diverse senza le parole dette attorno alla tavola imbandita di Pierpaolo o senza le torte di compleanno buone come vere torte di compleanni veri. Alcune non sarebbero proprio state scattate se il peschereccio non avesse tardato ad arrivare. Una almeno è lì per sbaglio: se nessuno avesse chiamato oboe il fagotto non avremmo il musicista con le mani sul volto in un gesto disperato!
Caterina Fattori - fotografa
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Le nubi si stanno allontanando,
forse fra poco il cielo si aprirà.
Giusto il tempo per l’attracco del peschereccio,
suonare
e comprare della seppia fresca...
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