UNA RIVISITAZIONE DEL MODELLO DI
LEONTIEF PER INTERPRETARE LA COMPLESSITÀ DELL’ECONOMIA
DELLE IMPRESE E LA STRUTTURA DEI SETTORI
DI PRODUZIONESintesi preliminare dei risultati della ricerca svolta
nell’ambito della tesi di Dottorato in Finanza Aziendale - XVI CICLO -
Elena COLONNA
Seminario:”Dinamiche di Sistemi complessi nella Finanza Moderna”
17 febbraio 2004
Struttura logica della presentazione
Il contestoIl modelloI testLe conclusioni
Il ruolo dell’innovazione nell’economia della
conoscenzaglobalizzazione dei mercatirapidità del progresso tecnologicoaccesso a nuove conoscenze e
tecnologie
cambiamento dei fattori di competitività
rivoluzione dei rapporti di forza tra sistemi economici ….per tenere il passo la via è l’INNOVAZIONE
Il ruolo delle PMI
La ricerca si è svolta inizialmente sul piano qualitativo e processuale:
Esiste una relazione tra uno specifico profilo d’impresa (in termini di
caratteristiche strutturali: dimensione e modello organizzativo) ed efficacia degli
investimenti in R&S, cioè degli investimenti a monte di qualsivoglia
innovazione?
Il ruolo delle PMINei settori tradizionaliNei settori tradizionali dominano ancora i
modelli organizzativi lineari ovvero la visione ingegneristica dell’impresa in cui è “il laboratorio” ad orientare i processi d’innovazione
Nei settori high techNei settori high tech (per definizione, ad un maggior tasso di innovazione) dominano i modelli chain link o interattivi che sposano una visione allargata d’impresa, in cui clienti e fornitori sono parte integrante della catena del valore ed essi stessi driver fondamentali per l’innesco del processo d’innovazione.
Il ruolo delle PMI
dibattito sulla dimensione d’impresa ottimale per generare e gestire i processi innovativi è
aperto fin dall’epoca di Schumpeter (1942)
Il ruolo delle PMIIn tema di innovazione grande e piccola impresa convivono secondo rapporti di
complementarità complementarità ((cooperazione/competizione)cooperazione/competizione).
PMI beneficiano di know-how e nascono per spin off e/o di spin out da grandi imprese
GRANDI IMPRESE, nella logica di razionalizzazione degli investimenti in un’ottica di breve e brevissimo termine, acquistano innovazioni in fase avanzata di beta-testing da Pmi high tech e kwowledge-based per introdurle in sistemi tecnici più vasti, senza sostenerne così l’elevato rischio iniziale!
Il finanziamento: bottleneck
all’innovazione Il ciclo virtuoso susseguente
all’introduzione dell’innovazione è di fatto ostacolato nel contesto
comunitario* dalle difficoltà di difficoltà di accesso al capitaleaccesso al capitale, di credito e di
rischio, da parte delleda parte delle imprese tipicamente più dinamiche nei settori ad alto contenuto tecnologico: le imprese imprese
in fase di start upin fase di start up.
(*) Fonte: Community Innovation Survey, Commissione Europea 2000.
Rovesciamento P.O.T. per Start up high tech
L’evidenza empirica dimostra che la pecking order theory – secondo la quale in un mercato dei capitali, con informazione imperfetta e asimmetrica tra insiders e outsiders, le fonti di capitale non sono tra loro perfetti sostituti, ma esiste una vera e propria gerarchia delle fonti in cui l’autofinanziamento è preferito all’indebitamento e quest’ultimo alla emissione diretta di azioni -
deve essere riconsiderata se si vuole tener conto delle fonti di capitale di fatto accessibili alle imprese innovative.
Rovesciamento P.O.T. per Start up high tech
Le caratteristiche strutturali delle caratteristiche strutturali delle imprese innovativeimprese innovative: Giovani (senza track records) di piccole dimensioni Investimenti immateriali (intangibles) Investimenti altamente firm specific
(illiquidità, difficoltà di smobilizzo)
NO garanzie reali (inside collateral) NO operating cash flow per il servizio
del debito.
PE vs. missing market
L’introduzione e lo sviluppo del private equityprivate equity consente (in parte) di superare il grave
bottleneckbottleneck che oggi penalizza la nascita e la crescita delle PMI
innovative così come la competitività dell’intero sistema-
Paese.
Il Financial Growth Cycle …anche nel caso di PMI permane
una gerarchia delle fonti ma l’ordine di scelta dipende dal grado di sviluppo raggiunto dalla impresa
Poiché il fabbisogno finanziario e il grado di rischio dipendono dallo stadio di sviluppo raggiunto, in imprese innovative a differenza delle imprese tradizionali, il capitale di rischio precede il capitale di debito.
Soltanto dopo che il private equity (organized & informal) ha svolto la funzione di produzione di informazione e ridotto il grado di opacità informativa attorno all’impresa innovativa, questa può ricorrere all’indebitamento bancario ed alle altre fonti tradizionali.
FabbisognFabbisogno o
finanziariofinanziario
RischioRischio
SeedSeed Start upStart up
Early GrowthEarly GrowthSustained GrowthSustained Growth
1)inside capital, informal PE , finanziamento pubblico agevolato
2) organized PE: VC financing
3) autofinanziamento, debiti vs. banche e/o di fornitura
4) emissione di obbligazioni e/o public equity
Il Financial Growth Cycle
PE & reputational capital
Il private equity è il protagonista dell’avvio del ciclo virtuoso del finanziamento dell’innovazione e risolve con l’apporto congiunto di apporto congiunto di financial & reputationalfinancial & reputational capitalcapital – che favorisce la way out, liberazione del capitale a scadenza (IPO o trade sale) - le cause di fallimento di mercato
Come promuovere la diffusione del PE?
E’ necessario - come insegna l’esperienza USA e l’introduzione dei Nuovi Mercati in UE - che:
1. esista un trasparente ed efficiente trasparente ed efficiente “secondo mercato”“secondo mercato” in grado di favorire lo smobilizzo dell’investimento e riavviare il venture capital cycle
2. si sviluppino adeguati strumenti di strumenti di supporto alle decisionisupporto alle decisioni, capaci di dirimere e analizzare con oggettività l’incertezza che caratterizza i progetti imprenditoriali innovativi
La valutazione di Start up innovative
La valutazione di start up innovative, caratterizzata da inefficienza ed asimmetria informativa, costi di agenzia e necessità di difesa del vantaggio del first mover, presenta sia un alto livello alto livello di rischiodi rischio – elevata probabilità di rendimento inferiore a quello atteso – che di incertezzache di incertezza – eminente imponderabilità del contesto innovativo - ancor più quando l’ottica di valutazione è quella dell’outsider.
La simulazione per il supporto alle decisioni
La familiarità con le tecniche di simulazione economico-finanziaria
(sensitivity analysis, decision tree analysis, opzioni reali) diviene oggi una necessità per il supporto alle
decisioni in condizioni di incertezza, sia del datore che del prenditore di
fondi.
Agenda
Il contestoIl modelloI testLe conclusioni
Simulazione & BilancioNella seconda parte della ricerca:
il filone della simulazionesimulazione è al centro dell’indagine come metodologia decisionale abbinata al bilanciobilancio
come modello di rappresentazione della realtà aziendale
Avvalendosi di dati storici di settore e/o di aggregati di imprese comparables, è possibile ricondurre l’analisi dell’incertezza che permea la valutazione di uno start up high tech sul piano deterministico, elaborando i diversi scenari possibili nella logica della sensitivity analysis
La teoria…
Modello macroeconomico di Modello macroeconomico di riferimento:riferimento: elaborato fra il 1930 e 1940 da Wassily Leontief (1951).
Con tale modello l’autore propose una visione particolareggiata del sistema economico-sociale e intese favorire la formulazione di previsioni riguardanti il suo sviluppo futuro.
La teoria…Nella I/O analysisI/O analysis:
Il sistema economico-sociale nazionale viene suddiviso in un certo numero di settori produttivi
I flussi tra i settori sono raffigurati in una tavola a doppia entrata in cui gli impieghi dei fattori (input) trovano completa giustificazione nella produzione (output) destinata al reimpiego in un altro settore o al consumo finale (domanda esogena)
Il problema fondamentale che si pone è:quali output netti possono risultare dal processo di produzione disponibili per il consumo finale, e in che quantità ciascun input entrerà nelle attività produttive intraprese per fruttare questi output, ovvero in che quantità ciascun output verrà reimpiegato sotto forma di input in un altro settore?
Ipotesi e restrizioni
tra i flussi in entrata (fonti) ed in uscita (impieghi) esiste un vincolo di natura vincolo di natura tecnicatecnica costantecostante nel periodo di programmazione, che condiziona la quantità di “prodotto” assorbita da ciascun “settore”.
la quantità di ogni fattore acquistata da un settore è proporzionale alla quantità complessivamente prodotta dallo stesso secondo un coefficiente aij, detto coefficiente tecnico.
…dalla teoria verso la pratica
Traduzione della teoria macroeconomica delle interdipendenze economiche di Leontief (1951):
in un modello aziendale in uno strumento informatico di previsione
(tavola I/O in cui introducendo un dato, o un insieme di dati, sia possibile ottenere soluzioni diverse in funzione dell’obiettivo perseguito)
Elaborazione di un originale supporto metodologico ed operativo per “indirizzare” la valutazione degli stakeholder nel finanziamento dell’innovazione.
I settori in senso lato = gruppi di conti omogenei accesi alle attività, alle passività, agli elementi del capitale netto,
o ai loro flussi, ai costi e ai ricavi
Adattamento aziendale
AziendaAzienda => => micro-sistema economicomicro-sistema economico => => suddivisibile in “settori” tra i quali suddivisibile in “settori” tra i quali avvengono degli scambi.avvengono degli scambi.
I settori in senso stretto = sezioni aziendali o centri di costo
La funzione di produzione in senso lato
La “Funzione di produzione” “Funzione di produzione”: definisce una relazione complessa – attinente a tutte le fasi produttive – fra un numero grandissimo di sezioni e processi produttivi e può essere rappresentata soltanto in forma matrice (Fanni, 1981).
È la funzione di produzione in senso latoÈ la funzione di produzione in senso lato, a soddisfare pienamente i requisiti richiesti dalla teoria delle interdipendenze economiche in quanto: “è funzione di tutti i movimenti di investimenti e finanziamenti, riferiti ad un determinato periodo di tempo”.
Eq. generale della dinamica patrimoniale e
P.D.La funzione di produzione in senso lato:
è contenuta nell’equazione generale della equazione generale della dinamica patrimonialedinamica patrimoniale
( IA + DP + D’Nd + D’’Nd + D’’’Nd + C) = (DA + IP +INd + R)
è interpretabile nella logica binomiale della matrice a doppia entrata di Leontief con il metodo della partita doppia metodo della partita doppia che consente di rappresentare il potere di acquisto generico dell’impresa ed i suoi movimenti nelle due dimensioni :
1. la natura degli elementi patrimoniali (A + P) in cui il potere si incorpora
2. l’origine del potere (C, R e N)
…la pratica: dati di input e prospettiva dell’outsider
I° fase: elaborazione tavola a doppia entrata (Matrice di Input)
Complicazione =>Complicazione => preservare l’usabilità dello strumento di simulazione a outsider, quale il potenziale finanziatore-investitore che generalmente non possiede informazioni ulteriori rispetto al business plan
Derivazione dei dati di input
Si è ricercato un procedimento informatico che – in assenza della contabilità interna - ricostruisca i movimenti contabili intervenuti nel corso dell’esercizio in modo standardizzato (e quindi automatizzabile!) a partire dal minimo set di dati di cui inevitabilmente è necessario disporre per soddisfare le ipotesi teoriche del modello di Leontief.
Set dati input
E’ necessario disporre delle rimanenze iniziali e finali delle voci patrimoniali ovvero di due prospetti consecutivi di Stato Patrimoniale, e dell’interpretazione causale delle loro variazioni ovvero del prospetto del Conto del Risultato Economico (necessario e sufficiente per il solo secondo periodo contabile in esame).
Ricostruzione dati inputGrande utilità per le finalità di
ricostruzione contabile infrannuale, è la disponibilità di tutte le informazioni a cui conduce l’analisi dei flussi, nella struttura del Bilancio Bilancio dinamico*.dinamico*.
(*) Per l’ottenimento dei Bilanci Dinamici si è utilizzato il software Fund Accounting - Finanza Moderna.
(**) Def. Bilancio Dinamico: “struttura contabile che riporta le rimanenze iniziali e finali e gli incrementi e decrementi (o flussi) di un qualsiasi fondo separandoli nelle due classi: autogenerati (legati ai costi ed ai ricavi dell’attività produttiva) e strutturali (dipendenti da movimenti di investimenti e finanziamenti)”.
Ricostruzione dati input
L’analisi a ritroso dei Bilanci Dinamici, ovvero per densità di fondo crescente (dal CL al CN), consente di calcolare le
differenze tra coppie di flussi autogenerati attinenti a fondi
successivi (per densità), e interpretarle come movimenti contabili aventi come contropartita le componenti elementari definitorie del fondo più denso che non
rientrano nel livello successivo.
Ricostruzione dati inputEsempioEsempio(flusso autogenerato CDFN - flusso autogenerato CL) = € 100
Dal cfr. B.D. di CDFN: Ricavi di vendita netti non riscossi = € 150 Costi d’acquisto non pagati = € 50. contropartita contabile: Crediti di funzionamento e Debiti di funzionamento!!
d. Diversi 250 a. Ricavi di vendita 250
Liquidità 100
Crediti di funzionamento 150
d. Costi d'acquisto 100 a. Diversi 100
Liquidità 50
Debiti di funzionamento 50
Ricostruzione dati input Sfruttando il max. dettaglio disponibile e ripetendo il
“collegamento intelligente” tra elementi patrimoniali e gli scostamenti tra fonti (Ricavi) e impieghi (Costi) autogenerati di stratificazioni di fondi contigui (RfL/CfL e Rf/Cf; Rf/Cf e Rnfb/Cnfb; Rnfb/Cnfb e Rcp/Ccp) si giunge all’individuazione di n. 113 movimenti contabili lordi che hanno una dimensione causale ovvero che non hanno carattere permutativo tra conti della I serie o elementare
Per quest’ultima categoria è necessario un compromesso di approssimazione: la “Liquidità” è la contropartita per spiegare l’eventuale porzione della variazione periodale di una data voce patrimoniale (differenza tra Ri e Rf), che non corrisponde ad alcun movimento derivato
Organizzazione in P.D.
il passaggio successivo per l’utilizzo dei dati ricostruiti nella Tavola di input iniziale, ha richiesto l’organizzazione delle operazioni contabili identificate secondo la logica della partita doppia (P.D.) ovvero da due punti di vista, come fonte e impiego del potere generico d’acquisto
Passaggi metodologici
Il flow chart seguito dipende strettamente dai passaggi matematici previsti nella formulazione teorica originale.
1. Matrice di Input1. Definizione righe/colonne Si è ricercato il più
efficiente compromesso tra esigenza di dettaglio e lunghezza della matrice quadrata di input:
Matrici alternative da 17 e 27* righe/colonne e differenziatesi tra di esse per il livello di dettaglio dedicato alla categorizzazione di costi, ricavi e flussi autogenerati
2. Collegamento tra Matrice di Input e movimenti in P.D. per convenzione: gli addebitamenti (mov. dare)
nelle colonne; gli accreditamenti (mov. avere) nelle righe.
i totali di riga e colonna devono essere uguali => devono essere inseriti i valori di bilanciamento (saldi/variazioni intervenute nel corso del periodo contabile esaminato).
(*) in corso di realizzazione
Input!Input!
2. Matrice dei coefficienti tecnici
Modello microeconomico aziendale: Modello microeconomico aziendale: autosostenibile gli input complessivi richiesti da tutti
i “settori” non superano le capacità complessive del sistema cui si riferiscono somme dei coefficienti di ogni colonna non
maggiore di 1 e almeno una delle somme di colonna minore di 1
per la procedura di calcolo adottata, la somma dei coefficienti tecnici per ogni colonna è sempre al massimo unitaria
lineare gli elementi aij della matrice dei coefficienti tecnici sono considerati invariabili i singoli elementi della matrice di input [xij] e il
totale della colonna di appartenenza Xj variano nella stessa proporzione
Coeff. Coeff. TecniciTecnici
Impieghi! Impieghi!
3. Matrice di Leontief
Caratterizzata dal fatto di avere tutti gli elementi positivi lungo la diagonale principale e elementi negativi altrove (“…altro non è se non una matrice identica a cui è stata sottratta la matrice dei coefficienti tecnici”).
Matr. Matr. LeontiefLeontief
Impieghi! Impieghi!
4. Matrice di Leontief inversa (o dei coefficienti di
attivazione)L’obiettivo fondamentale dell’analisi
dell’interdipendenze economiche è raggiunto con la determinazione dei coefficienti di attivazione:coefficienti di attivazione: il coefficiente di attivazione (Aij), costruito in
dipendenza di tutti i coefficienti tecnici che legano tra loro le grandezze accolte nella tavola di input,
indica di quanto l’output xi del “settore” i-esimo aumenta (o diminuisce) all’aumento (o diminuzione) di una unità della quantità del settore j-esimo
Matr. Matr. LeontiefLeontief
Inversa _Impieghi!Inversa _Impieghi!
5. Matrice di Output (o del risultato finale)
1. vettore dati obiettivo C(i) x matrice dei coefficienti di attivazione [A] = nuovo vettore output totali V(s)
2. nuovo vettore output totali V(s) x matrice degli originari coefficienti tecnici [a] = nuova tavola delle interdipendenze economiche
…dalla quale è possibile analizzare come i dati esogeni ipotetici posti come obiettivo hanno influenzato i “settori” in essa considerati.
Progr _Progr _Impieghi!Impieghi!
6. Matrice Trasposta
Per consentire la pianificazione delle fonti (e non solo degli impieghi): trasposizione automatica della Matrice
di Input iniziale e replica della procedura di costruzione delle matrici di elaborazione (Matrice dei coefficienti tecnici, di Leontief, dei coefficienti di attivazione) e di output
Input_Input_Trasposta!Trasposta!
7. Organizzazione e interpretazione dei risultati
Tavole di riepilogo dei movimenti netti e Tavole di riepilogo dei movimenti netti e lordilordi generati nelle fonti (impieghi) per effetto della programmazione
Stato Patrimoniale Riclassificato Stato Patrimoniale Riclassificato sintetizzatosintetizzato nelle macro-categorie essenziali per la giustapposizione formale strumentale alla Flow & Fund Accounting e la comparabilità tra dati consuntivi e il risultato della previsione effettuata.
Conto del Risultato Economico per densità Conto del Risultato Economico per densità di potere generico d’acquistodi potere generico d’acquisto, che consente l’agevole calcolo dei flussi autogenerati (versione dopo gli interessi e prima delle imposte sul reddito) ed il confronto tra i dati.
Risultato_Risultato_Impieghi!Impieghi!
7. Organizzazione e interpretazione dei risultati
Grafico riepilogativo dei flussi Grafico riepilogativo dei flussi autogenerati di CL, CDFN, CDN e CNautogenerati di CL, CDFN, CDN e CN (versione dopo gli interessi e prima delle imposte sul reddito).
Prospetto del Cash Flow in una variante Prospetto del Cash Flow in una variante del sistema americano - FASBdel sistema americano - FASB con la conseguente determinazione del cash flow operating, investing, financing (da capitale di terzi e proprio)
Selezione di alcuni indicatori di bilancio Selezione di alcuni indicatori di bilancio ((ROI, ROS, ROE, rapporto di leverage etc.
Risultato_Risultato_Impieghi Impieghi
2-4!2-4!
Agenda
Il contestoIl modelloI testLe conclusioni
Case studies
Il caso: Il caso: la start up high tech la start up high tech alfaalfaL’idea imprenditoriale: realizzazione di dispositivi propri della robotica mobile e di servizio con tecnologie digitali innovative, da utilizzare negli ambienti più disparati, quali ad esempio magazzini, depositi esterni od interni, ambienti ostili o pericolosi per offrire servizi all’uomo in abitazioni, ospedali, comunità, ausilio per disabili, aiuto ad anziani etc.
Il settore: Il settore: la"robotica di la"robotica di servizio"servizio" ingegnerizzazione e produzione di dispositivi mobili (robot) controllati da uno o più calcolatori, capaci di muoversi tra persone o cose in un ambiente civile, ed in grado di eseguire uno o più servizi utili all’uomo. Caratteristiche distintive dell’offerta: missione di navigazione nell’ambiente in autonomia guidata; capacità di co-operazione con altri robot e/o con esseri umani.
I Test
1.1. Analisi marginale Analisi marginale comparativacomparativa
simulazione economico-finaziaria - nella logica del “what if” - legata a variazioni unitarie
consente il confronto diretto delle performance e della struttura contabile tra imprese e/o aggregati di imprese a prescindere dalla dimensione delle stesse
2.2. Analisi Analisi dimensionamento dimensionamento fatturatofatturato
Ricerca dell’eventuale sovra/sotto-dimensionamento del fatturato rispetto agli investimenti pianificati nel BP di Alfa
Ovviamente il giudizio formulato non potrà che essere un giudizio relativo, ovvero un giudizio espresso in seguito ad un confronto, un paragone.
I termini del confronto
1.1. Analisi marginale Analisi marginale comparativa comparativa Per l’anno di regime (3°)Incremento € 1 di L
1.a Alfa1.b n. 350 società operanti in
Italia nel settore identificato dal codice ISTAT. 72.600 (settore nazionale della robotica di servizio)
1.c n. 5 società operanti in FVG nel settore ISTAT. 72.600 (settore regionale della robotica di servizio)
2.2. Analisi Analisi dimensionamento dimensionamento fatturatofatturatoper i primi 3 anni del ciclo di
vitaInv. programmati nel BP
tutte n. 11 società operanti nel settore ISTAT. 72.600 fondate nel 1999
2.a per il primo (1999), 2.b secondo (2000)2.c terzo (2001) anno di
operatività
Base dati di input
1. bilancio aggregato* di tutte le (350) società operanti in Italia nel settore identificato dal codice ISTAT 72.600 – Attività connesse all’informatica
2. bilancio aggregato* di tutte (5) le società operanti nel settore ISTAT. 72.600 – Attività connesse all’informatica e con sede legale nella Regione Friuli Venezia Giulia.
3. bilancio aggregato* delle (11) società del settore di appartenenza della start up in esame fondate nel 1999, rispettivamente per il primo, secondo, terzo anno di operatività.
(*) Fonte: Banca Dati AIDA, ringraziamento particolare a Daria Marassi
Limiti d’indagine ex ante
La “robotica di sevizio” più propriamente rientrerebbe all’interno del sub-settore “Servizi di Robotica” cod. ISTAT 72.601, ma i codici attribuiti nella banca dati utilizzata, non consentono la distinzione tra 72.601 e 72.602. Conseguenetemente si è utilizzato l’aggregato di livello superiore: settore ISTAT 72.600 – Attività connesse all’informatica
Il bilancio d’esercizio 2002, disponibile al momento della costruzione dell’aggregato si riferiva solo a n. 69 / 150 imprese. Per assicurare la comparabilità tra i dati si è deciso di limitare l’analisi al 2001.
TEST 1/3: Analisi marginale
ANALISI MARGINALE COMPARATIVA (Movimenti netti) IMPIEGHI NETTI PROGRAMMATI VARIAZIONE NELLE FONTI SETTORE REGIONE ALFA D Immobilizzazioni Immateriali 0,17
D Immobilizzazioni Materiali 0,0025
Liquidità 1,00 I Capitale Netto 0,5570
0,35
I Fondi a medio e lungo termine 0,02 0,02
I Debiti a medio e lungo termine 0,01
I Scorte passive 0,02
I Debiti di funzionamento 0,1363
0,12 0,15
I Debiti di finanziamento 0,3042
0,48
Risultato economico 0,67 INCREMENTI IMPIEGHI PROGRAMMATI
1,00 INCREMENTI FONTI NETTE (per soddisfare il fabbisogno programmato)
1,00
1,00 1,00
I° fonte attivataI° fonte attivata
TEST 1/3: Analisi marginale
Alfa Settore Italia Settore FVG
I° fonte è autogenerata per il 67%)
Impossibile: perdita d’es. (elevata incidenza Ccp)
Impossibile: perdita d’es. (elevata incidenza Cfnl)
II° fonte strutturale: disinvestimento Immobilizzazioni immateriali (per il 17%)=> segnale non positivo investimenti che tipicamente rappresentano la base per lo svolgimento del core business di una impresa innovativa
I° fonte è strutturale apporto di Capitale Netto (per il 56%)
I° fonte è strutturale incremento dei debiti di finanziamento a breve (per il 48%) => segno di una maggior fiducia del sistema della finanza regionale verso le iniziative imprenditoriali innovative?
L’analisi marginale comparativa ha acceso un “campanello d’allarme” nella valutazione del business plan di Alfa: l’ordine di scelta delle fonti non riflette il “circuito della liquidità” proprio del settore nazionale e regionale che non consente il ricorso alla fonte interna, in assoluto privilegiata dalla start up e privilegia le fonti esterne (o strutturali) rispettivamente rappresentate da nuovi apporti di capitale di rischio e dall’accensione di nuovi debiti di finanziamento a breve.
TEST 1/3: Analisi marginale
TEST 4: Analisi fatturatoIl termine di riferimento adottato è
rappresentato da tutte le società italiane comparables ad Alfa per settore di operatività ed “anzianità” di presenza sul mercato
Obiettivo:Obiettivo: applicazione matrici dei coefficienti di attivazione che tipicamente caratterizzano le imprese del settore nel I°, II° e III° anno di operatività: ….tali coefficienti sono il “motore” della
simulazione!
TEST 4: Analisi fatturato
(dati in unità di euro) 2004 2005 2006 I° anno II° anno III° anno ATTIVITA' 142.200 274.685 554.814 ATTIVITA' IMMOBILIZZATE 139.200 206.480 386.160 Immobilizzazioni immateriali nette 101.120 168.000 327.680 Immobilizzazioni materiali nette 38.080 38.480 58.480 Immobilizzazioni finanziarie nette 0 0 0 DISPONIBILITA' 0 57.205 143.654 Disponibilità realizzabili 0 57.205 143.654
Disponibilità realizzabili operative 0 57.205 143.654
Scorte attive 0 0 0 Crediti di funzionamento 0 57.205 143.654 Crediti non operativi 0 0 0 Attività finanziarie non immobilizzate 0 0 0
Liquidità 3.000 11.000 25.000
Obiettivi della programmazione:
TEST 4: Analisi fatturatoRICAVI I° anno II° anno III° anno
previsione business plan 124.400 695.200 1.716.500 previsione su dati comparables
88.092
435.704
308.219
differenza in % 29% 37% 82%
differenza in valore 36.308
259.496
1.408.281
sovradimensionamento sovradimensionamento del volume dei “ricavi” previsti del volume dei “ricavi” previsti
nel piano d’impresa, nel piano d’impresa, in particolare il terzo anno o anno di regime in particolare il terzo anno o anno di regime
TEST 4: Analisi fatturato
Diff. (Alfa- Comparables)
Diff. %
Diff. (Alfa- Comparables)
Diff. %
Diff. (Alfa- Comparables)
Diff. %
Ricavi 36.308 29% 259.496 37% 1.408.281 82%Rfl -65.153 147.617 28% 1.205.486 88%Rfnl - - -57.205 -66%Rnfb - -3.321 - Rccp 101.462 82% 115.200 100% 260.000 100%
I° anno II° anno III° anno
“Gonfiamento” dei ricavi per il 100% nel I°, e per il 44% nel II° anno per effetto di Rcp (… ci sono i presupposti?)
Evidente sopravalutazione del fatturato al III° anno (dato alla base delle proiezioni dal potenziale finanziatore/investitore istituzionale) palesemente al di sopra (88%) del dato settoriale di riferimento.
TEST 4: Analisi fatturato
“Ridimensionamento” delle conclusioni in considerazione della base-dati utilizzata (anni 1999-2001)?
La differenza osservata è talmente importante che difficilmente “anomalie nell’andamento economico congiunturale” possono giustificare un rovesciamento del giudizio
Solo un’analisi qualitativa (strategica e di mercato) che identificasse nell’idea imprenditoriale un “servizio di robotica” veramente rivoluzionario (e non meramente evoluzionario!) e un business model propriamente innovativo, potrebbe alterare queste conclusioni!
Agenda
Il contestoIl modelloI testLe conclusioni
Le caratteristiche del modello
Punti di forza:percentualizzazione automatica della
struttura contabile di aggregati d’imprese comunque costituiti (settore, comparables per localizzazione geografica, fase del ciclo di vita, etc.)
assoluta flessibilità/libertà nella pianificazione degli obiettivi: singole fonti o impieghi o più contemporaneamente.
Le caratteristiche del modello
STATICOSTATICO
DETERMINISTICODETERMINISTICO
APERTOAPERTO
Mancanza di flessibilità… no manipolazione da parte del valutatore
Garanzia di oggettività della simulazione
Estrema libertà di pianificazione degli obiettivi
…un benchmark per il finanziamento
dell’innovazione Esplorazione delle potenzialità di applicazione
tramite casi concreti Ricerca di release informatiche più evolute e
particolareggiate …rappresentano la naturale evoluzione
della ricerca condotta che si propone di supportare le decisioni nella prima supportare le decisioni nella prima fase di approccio con il piano fase di approccio con il piano d’impresa, quando cioè l’opacità e d’impresa, quando cioè l’opacità e l’asimmetria informativa è l’asimmetria informativa è massima e non vi sono punti di massima e non vi sono punti di riferimento oggettivi.riferimento oggettivi.
Top Related