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LaVer ità10 DOMENICA2 OTTOBRE 2016

ZSENTENZA STORICA

Tutti i segreti di famigliacensurati dal clan CelentanoLe foto osè, il rapporto complesso con i figli, i bisticci con la Rai e il giro d’affariI giudici assolvono il ritratto della dinastia del Molleggiato: «Sono solo fatti veri»

Ripubblichiamo il serviziouscito su Pa n o ra ma nel feb-braio 2005, per il quale lafamiglia Celentano sollevòl’accusa di diffamazione.Oggi la Cassazione ha giudi-cato infondata tale accusa:«Sono riportati fatti veri».

n Ai piani alti della Rai è or-mai più di un sussurro: quasicertamente Ro c k p o l iti k , lastrombazzata trasmissionedi Adriano Celentano, traslo-cherà sui palinsesti autunna-li, forse a ottobre 2005. An-che perché il tira e molla tral’artista e l’azienda ne rendeormai quasi impraticabile lamessa in onda nei tempi pre-visti (esordio il 19 aprile). Unanotizia che ha reso partico-larmente taglienti le linguedei detrattori del Molleggia-to, che, fra l’altro, sottolinea-no i risultati meno esaltantidel previsto del suo ultimo di-sco, C’è sempre un motivo, e isuoi difficili rapporti familia-ri. Insomma, Celentano con-tinua a far discutere e a divi-dere. Un personaggio che Pa -n o ra m a prova a raccontaredopo aver sentito gli amici, iparenti e anche chi lo cono-sce, ma non gli vuole troppob e n e.

O RO LO G I A I ONei giorni scorsi l’ex ragazzodel Clan, confidandosi con iparenti in casa della sorellaMaria a Milano, ha rivelato ilnome del suo più fiero avver-sario: Flavio Cattaneo, diret-tore generale della Rai. Ai piùattenti non sfugge che negliultimi anni il signor Yuppi-duha suscitato scandali a orolo-geria (compresa la polemicasulla presunta pubblicità oc-culta a una nota marca d’ac -qua minerale), giocando (espesso bluffando, da buonpokerista) con la dirigenzaRai. L’ultimo esempio? Lapartecipazione al Festival sa-nremese dell’anno scorso:dopo aver annunciato il suorifiuto a salire sul palco, la pe-nultima sera si è materializ-zato in spolverino nero all’A-riston (a sorpresa?), per mol-leggiare verso l’alto l’aud ie n -ce e lanciare il suo disco. Unlieto fine che i ben informaticonoscevano già dall’autu n -no 2003. Ora c’è chi è pronto ascommettere sul bis visto che

il direttore artistico musicaledella kermesse canora per il2005 è ancora GianmarcoMazzi, ex uomo del Clan econsulente di Claudia Mori,moglie factotum di Adriano.Ma se a Sanremo il tira e mol-la ha funzionato, in altri casi èstato un fallimento. Nel 2002il direttore generale della RaiAgostino Saccà propose al Te-lepredicatore una strisciaper sostituire Il fatto di EnzoBiagi: 10 minuti in diretta dal-la villa di Galbiate a strologa-re sull’episodio del giorno.Non se ne fece nulla. Comenel 1996, quando un altro di-rettore generale, FrancoIseppi, rimandò sine die lanuova trasmissione di Celen-tano, Il conduttore. Lui giurò(come nel dicembre 2004)che in Rai non avrebbe piùmesso piede, chiedendo unrisarcimento miliardario.Non basta. Nel 1992 un altroprogramma, Svalutatio n , fu

dimezzato (da quattro a duepuntate), dopo che l’Ad r i a n onazionale aveva rivendicato«totale autonomia».Vicissitudini di un censura-to? Nei corridoi di viale Maz-zini preferiscono dare i nu-meri e fanno notare che l’ulti-ma impresa tv di Celentano,125 milioni di cazz...ate, è co-stata oltre 11 milioni di euro,quasi tre a puntata, racco-gliendo nell’ultima serata«solo» 8 milioni di telespetta-tori (29 per cento di share). Esarebbe andata peggio senzaFiorello, ospite di lusso. Pen-sare, sospirano in Rai, cheproprio lo showman sicilianogarantisce ascolti record a unprezzo inferiore (circa un ter-zo in meno) di nonno Celen-tano. E senza polemiche an-nu n c i ate.

LE FOTO HARDNegli ultimi anni l’ex «coppiapiù bella del mondo», Celen-tano-Mori, si è segnalata peril numero di cause avviate ominacciate. Persino controun contadino, vicino di tenu-

ta. Senza risparmiare amici oex amici come Don Backy eTeo Teocoli. Però la battagliapiù lunga la coppia la sta con-ducendo per portare a casal’archivio del fotografo Vin-cenzo Falsaperla, per tren-t’anni ombra del «Bisbeticodomato». Nel 1997 oltre milleritratti sono stati acquistatidall’agenzia milanese di Pao-lo Begotti: in quegli scatti, vitapubblica e privata del «Creti-no di talento», come lo chia-mava Giorgio Bocca.Non mancano urticanti testi-monianze degli anni in cui di-chiarava (1981) alla sua bio-grafa, la giornalista LudovicaRipa di Meana: «L’atto ses-suale è per esempio sapereche se voglio, adesso, chiamomia moglie in cucina e gli tirogiù le mutande, e la violentosul tavolo o davanti ai fornel-li». Pa n o ra m a ha sbirciatonell’archivio e ha capito ilmotivo di tanta agitazione:u n’immagine ritrae Celenta-no mentre bacia (fuori dalset) Ornella Muti, sotto unposter di Mori. E poi ci sonoimmagini del Molleggiato chesi ammira nudo davanti allospecchio, mentre gioca a po-ker, in compagnia di amiciche oggi vorrebbe dimentica-re. Per quegli scatti una deci-na di anni fa Mori offrì a Fal-saperla, gravemente malato,600.000 lire. Nel 2001 il foto-grafo morì indigente in un ri-covero senza aver vendutoneppure una foto. Oggi, dopoaver vinto una causa (le fotopersonali non possono piùessere pubblicate), il Clan harilanciato: 80.000 euro perchiudere la partita.

LA COPPIA PIÙ RICCAPer la sua rinascita professio-nale Celentano deve dire gra-zie a molte persone: il pro-duttore televisivo Bibi Bal-landi, il paroliere Mogol, ilmusicista Gianni Bella. E ilPapa, davanti a cui cantò il 27settembre 1997. Ma se ogginessuno ricorda più il suo ul-timo film del Natale ‘92, Jac -kpot (ritirato dalle sale doposoli tre giorni di programma-zione), lo deve soprattutto al-la moglie, la mente, insiemecon il commercialista Gio-vanni Terruzzi, della holdingdi famiglia, un cartello di unadecina di società che si occu-pano di tutto, dalla produzio-

ne alla musica, alla gestionedel patrimonio immobiliare.Il fiore all’occhiello del grup-po è la Clan Celentano srl: nel2003 ha prodotto quasi 3,5milioni di euro di utili netti eun volume d’affari di 4,7 mi-lioni. Un risultato eccellentegarantito dalla vendita di al-cuni appartamenti milanesi(3,2 milioni). Della Clan,Adriano controlla il 67,77 per

cento delle azioni. Nel 2003ha dichiarato un reddito im-ponibile di 800.000 euro, ildoppio di quello che denun-ciava nel 1986. Una miseria seconfrontati con i guadagni didue anni fa: 1,4 miloni di euro.A consolarlo ha pensato laWarner che, nel 2003, gli haversato 247.000 euro.Le sue proprietà? Sul model-lo Unico risulta solo una casain via Zuretti, a Milano, equalche terreno ad Asiago, ilbuen retiro montano.Molto più «povera» ClaudiaMori: ha dichiarato 87.000euro di imponibile. A cui van-no aggiunti i 217.000 percepi-ti dal Clan Celentano srl di cuiè amministratrice. Nel 2002ne aveva denunciati 238.000A suo carico pure una casa di12 vani e sei terreni edificabi-li, sempre ad Asiago. Quasiindigente Rosita, l’unica deifigli coinvolta negli affari difamiglia: possiede tre vani aMilano e grazie alla sua socie-

tà discografica, la Din dondan, nel 2003 ha dichiaratoguadagni non proprio son-tuosi: 10.000 euro. La salvanogli introiti che provengonodalle società di famiglia:30.000 euro.E le case? Le due ville di Gal-biate sono intestate alla Ge-

Il sindaco di Galbiatevoleva incontrarloper Natale:«Nessuna risposta»

La figlia ricordache a tavola c’eraun posto vuoto«per Gesù»

neral holding, mentre sulledue società immobiliari di fa-miglia (Locus amoenus e Ne-ve) sono parcheggiati un ap-partamento milanese e la ca-sa al mare di Bordighera.Chissà se Adriano la pensaancora come ai tempi in cuicantava L’a rtig ia n o: «Chi nonpaga le tasse è ingiusto, que-sto dice la società, ora peròche son giusto sono senzauna lira».

PARENTI E NERVIMolte chiacchiere sulla fami-glia Celentano sono velenosee forse false. Per questo rac-contarle può essere moltoscivoloso. Ma Pa n o ra m a haprovato attraverso fonti e in-terviste ufficiali. Come quel-la alla sorella del Molleggiato,Maria, 81 anni: «Ha un cuore

grande come Milano, ha sem-pre mantenuto me e le miesorelle». Eppure, quel fratellonon doveva neppure nascere:«Mia madre Giuditta aveva 42anni e pensava che quella gra-vidanza fosse una brutta ma-lattia, non credeva di essereincinta». La fortuna di Adria-no? «Vincere il concorso diSalsomaggiore come imitato-re di Jerry Lewis». La sua fa-miglia? «Sono molto uniti».I maligni non concordano. Lamoglie, divisa nera oversize,passa le giornate sperimen-tando diete e facendo di con-to negli uffici milanesi delClan, mentre il marito, chiu-so nella villa fortezza di Gal-biate, si divide tra pittura, sa-la di incisione e tavolo da oro-logiaio, suo antico mestiere.D’estate trasloca in riva al la-

M A R I TO Celentano e Claudia Mori sono sposati dal 1964T I FO S O Celentano a San Siro con Moratti per il centenario dell’I nt e r

Esistono fotografiedel cantanteche si rimira nudodavanti allo specchio

LaVer ità 11DOMENICA2 OTTOBRE 2016

ZSENTENZA STORICA

Così ho domato il bisbeticoLo misero in Camera di consiglio per difenderlo dai fan, prima del dibattimentofirmò un autografo al pm. Anche la deposizione fu uno spettacolo. La sentenza, nodi GIACOMO AMADORI

n In questi giorni il mio telefono squillaspesso. In molti vogliono complimen-tarsi con me per la sentenza della Supre-ma corte di Cassazione che mi ha assoltodall’accusa di aver diffamato AdrianoCelentano e la sua famiglia. Di fronte atanta giubilante solidarietà mi è sorto ilsospetto che il Molleggiato stia sulle sca-tole a più d’uno. La decisione è stata su-bito ripresa dal sito dell’ordine dei gior-nalisti, da altri blog che si occupano dilibertà di stampa e da una sezione spe-cializzata del Sole 24 ore. Ma sino all’al-tro ieri la notizia non aveva trovato spa-zio sulla cosiddetta stampa generalista,nonostante le agenzie ne avessero datoconto. Ci ha pensato il sito D ag o s p ia a ri-lanciare la sentenza con un servizio atutta pagina dal titolo caustico: «Celen-tano giustiziato». Il mio articolo risale al2005, ai tempi in cui scrivevo per Pa n o -ra m a , ed era un raccontone con più om-bre che luci della vita privata del Molleg-giato. Dopo 11 anni la mia assoluzionenon ammette obiezioni: nel servizio «so-no riportati fatti veri, attinenti alla vitaprivata delle persone offese già resi pub-blici per il tramite di interviste rilasciatein passato dagli stessi figli della coppia;la rilevanza pubblica delle notizie ripor-tate è conseguenza sia della notorietàdelle persone offese che della diffusivitàdata alle stesse dagli interessati; il lin-guaggio espressivo è stato caratterizzatoda continenza. Di conseguenza il dirittodi critica è stato correttamente esercita-to » .L’avvocato Giorgio Assumma, ex presi-dente della Siae e prossimo organizzato-re di due convegni su questa sentenza,giudica così la decisione delle toghe delPalazzaccio: «In una materia così fluidacome quella della responsabilità deigiornalisti questa decisione rappresen-ta un contributo decisivo al dibattito sulte m a » .Nel 2005 non avrei mai pensato cheque l l ’articolo avrebbe creato tanto bac-cano. Era pur sempre un ritratto, seppurnon ordinario, di un personaggio dellospettacolo. Venne pubblicato in conco-

mitanza con l’inizio della trasmissioneRo c k p o l iti k , in cui Celentano indossava ipanni del guru e sdottoreggiava sull’uni-verso mondo. Ovviamente a Pa n o ra m anon avevamo nessun intento diffamato-rio, ma semplicemente volevamo rac-contare chi fosse davvero questo sermo-natore, senza risparmiargli inciampi eincoerenze, compresi i complicati rap-porti famigliari. La presunta coppia piùbella del mondo non la prese con sav o i rfai re e me la trovai di fronte nel processo.Per proteggerli dai fan il giudice gli con-cesse di attendere il loro turno di testi-moni in camera di consiglio. Una deci-sione che mi lasciò basito. La mia preoc-cupazione salì di gradazione quando vi-di il pm avvicinarsi a Celentano e chie-dergli un autografo per la sorella. Clau-dia Mori in aula tenne un atteggiamentosevero e contrito, perfettamente in lineacon la ferma ricerca di una rivalsa giudi-ziaria. Al contrario la deposizione delMolleggiato fu obiettivamente uno spas-so, in un tripudio di battute e silenzi stu-diati. Sembrava stesse recitando in unodei suoi show televisivi. Istrionismo aparte, mi colpì il suo ragionamento, cheprovo a tradurre in soldoni: le cose cheha scritto Amadori sono in gran partevere, ma io, Celentano, per molta gentesono un guru e aver evidenziato solo leombre della mia vicenda esistenziale enon le luci ha tolto a molti di loro un pun-to di riferimento. Un’a rgo m e nta z io n eche mi parve incredibile, ma che eviden-temente alla giudice non deve aver fattolo stesso effetto. Infatti mi condannòcon la motivazione che la «collazione» disoli fatti negativi, seppur veri, è comun-que diffamatoria. La Mondadori vennecondannata a pagare 40.000 euro. Nonproprio briciole. In vista dell’ap p e l l oprese in mano la pratica l’avvocato Ste-fano Toniolo, il quale non si arrese aque l l ’ingiustizia e provò, riuscendoci, afar ragionare i giudici dell’Appello chemi assolsero. Adesso quella vittoria èstata confermata definitivamente dallaCassazione che ha stabilito (si spera)una volta per tutte che il giornalista è «li-bero di selezionare i fatti reputati rile-vanti per l’illustrazione della personali-

tà dei soggetti criticati, nonché dellarealtà di coppia e di quella familiare».Per i supremi giudici «è risaputo, ed èstato costantemente evidenziato dallagiurisprudenza, che la critica, qualeespressione di opinione meramentesoggettiva, non è mai rigorosamente ob-biettiva (…) da essa deve solo pretender-si che non utilizzi notizie false o mistifi-catorie, che sia continente nell’e s p re s -sione e si eserciti su fatti e persone aven-ti rilevanza pubblica». Per la parte civileio avrei generalizzato, trasformando inprassi singoli episodi. Ma per i giudici«anche un solo tradimento coniugalepuò essere sintomo di incoerenza, la litegiudiziaria con un fotografo può esseresintomo di litigiosità, a seconda dei mo-tivi che la innescano».A quanto ci risulta Claudia Mori è pro-fondamente contrariata per la sentenzadella Cassazione e secondo il suo avvo-cato Davide Steccanella non ha nessunaintenzione di interloquire con lo scri-vente. Ci pensa il legale a dare voce allafamiglia e noi gli concediamo tutto lospazio che gli serve, affinché non si dicache non sappiamo vincere: «Prendo attodel giudizio della Corte di Cassazionema rimango convinto che fosse giuridi-camente corretta la sentenza del primogiudice. L’articolo era stato apposita-mente commissionato per fornire unaimmagine negativa di un personaggiopubblico in procinto di condurre un pro-gramma televisivo “sg rad i to” non giàsotto il profilo artistico ma personale eprivato e che riguardava il suo ambito fa-miliare. E per fare questo era stato con-fezionato una sorta di “c o l l a ge” di pezziestrapolati da precedenti interviste resein momenti e contesti diversi da perso-ne diverse per offrire così al lettore unritratto di una famiglia non solo diffor-me da quello reale, ma a tal punto negati-vo da essere sintetizzato nel titolo come“un inferno”. Definizione non a caso ri-tenuta diffamatoria dagli stessi giudiciche tuttavia l’hanno ritenuta non diret-tamente attribuibile all’articolista». Sa-rà. Io intanto brindo, perché criticare,con giudizio, la vita privata di Celentanoin questo Paese ora non è più reato.

PERSONALITÀ Adriano Celentano in udienza da papa Giovanni Paolo II nel 1997, dopo essersi esibito per il Pontefice in un concerto che segnò il rilancio della sua carriera musicaleA destra, il cantante durante una gag della sua trasmissione Ro c k p o l i t i k , mentre scherza con una sagoma cartonata di Silvio Berlusconi

ghetto-piscina illuminato daluci colorate e tinte pastelloda Disneyland brianzola. Unparco giochi in cui il Re degliignoranti, come lui stesso si èdefinito, vive isolato dal mon-d o.Il sindaco della cittadina, Li-vio Bonacina, parla a nomedei concittadini: «Qui in pae-se non lo vediamo mai, se nonper la messa delle 18 della do-menica, anche se non parlacon nessuno».Così il primo cittadino a Nata-le gli ha inviato un biglietto diauguri con l’invito a incon-trarsi: «Non ha neppure ri-sposto». Del resto Adriano èmolto impegnato, con il lavo-ro e i figlioli, che qualchepreoccupazione gliel’hannodata e da Galbiate sono fuggi-ti poco più che maggiorenni.

Rosalinda, la più piccola e ir-requieta, ha fatto per un annola clochard: magra e malinco-nica ha un volto bellissimo eterrificanti sbalzi d’umore; illungo corpo androgino incerti periodi diventa traspa-rente. «Però quello che mipreoccupa di più è Giacomo»conclude ansiosa zia Maria.«Ha avuto un brutto esauri-mento nervoso». Ex commes-so e un po’ ex tutto, dopo ave-re tentato la carriera del can-tante pop ebbe «una vera cri-si esistenziale in cui pensai difarmi prete» spiega a Pa n o ra -ma. Da allora ha scelto la te-stimonianza di fede: per al-cuni anni ha aderito al movi-mento cattolico Rinnova-mento nello Spirito Santo.Nel ‘99 ha esordito a Sanre-mo, ospite del Festival di mu-sica cristiana. «Oggi sto in-traprendendo la carriera diautore tv con la Mediaset econ mia moglie Katia, dopoanni sotto il tetto dei suoceri,sto per trasferirmi in una ca-sa mia».Anche la primogenita Rositanon ha risparmiato delusioniall’ingombrante papà, so-prattutto nella scelta dei fi-danzati, tra i quali Mario Or-tiz, ex Californian dreamman, spogliarellista a stelle es tr i s c e.Nelle interviste lei ricorda lavita in clausura, le primeuscite serali a 21 anni, il postoa tavola vuoto «per Gesù».Un’adolescenza diversa daquella di molte coetanee cheha lasciato segni anche in lei:«Durante i miei cinque annidi analisi pensavo di non averdiritto di essere infelice». An-che il papà ha avuto l’e s au r i -mento. «Ne è uscito andandoa cavallo e leggendo il Vange-lo». Un periodo nero che sem-bra superato. L’anno scorsocasa Celentano ha ritrovatoun po’ di serenità: «La nascitadi mio figlio Samuele, il pri-mo nipotino per nonnoAdriano, ci ha riavvicinato»conclude Giacomo, con uns o r r i s o.

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Giacomo Amadori

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