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Page 1: SGE Servizi Grafici Editoriali Antonio Ferrari. L’area di Porta ...Editore: Associazione degli amici della zona 4. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione:

Editore: Associazione degli amici della zona 4. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria 58, Milano tel.02 45485050 fax 02 45485051 e-mail [email protected]. Sito internet: www.quattronet.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: STEM Editoriale S.p.A. – via Brescia, 22 – Cernusco s/N. Direttore responsabile: Stefania Aleni. Amministrazione:Antonio Ferrari. Redazione: Valeria Andreoli, Lorenzo Baio, Ugo Basso, Sergio Biagini, Giovanni Chiara, Federica Giordani, Francesco Pustorino, Vito Redaelli, Riccardo Tammaro, Gianni Tavella. Hannocollaborato a questo numero: Marcella Beltrame, Ernie Kovacs, Chiara Orlandi, Simone Paloni, Franco Portinari, Gemma Rasini. Aderente al Coordinamento dei giornali di zona di Milano. Abbonamento 2006: 12euro, sostenitore 25 euro – cc postale 42773200 intestato a QUATTRO. Tiratura 15.000 copie. COPIA OMAGGIO

Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini

anno X, numero 77, settembre 2006

PIMSpazio scenico

pag. 8

Aggiornamentisull’ex TIBB

pag. 3

Stelle cadentiche non cadono,di Giovanni Chiara

pag. 10

SpecialeArredo urbano

pag. 4

Intervistaal photographerGraziano Villa

pag. 11

Amore e odioper il Mom

pag. 6

Pedalandonella nostra zona

pag. 13

Nellepagineinterne:

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ueste immagini rimangono il se-gno tangibile di una situazione diforte degrado che si trascina or-mai da un paio d’anni, da quando

è stato abbattuto il grande edificio sul via-le Umbria e l’area è stata recintata con latipica recinzione provvisoria arancione.Con l’andar del tempo la recinzione è let-teralmente andata in malora, lasciandoampi varchi, crollando ogni volta che ti-rava vento. Nel frattempo, all’interno del-l’area la vegetazione spontanea crescevaraggiungendo più di un metro d’altezza,si accumulavano detriti e sporcizia e si in-stallavano alcune baracche. Come QUATTRO, a giugno avevamoquindi deciso di occuparcene per denun-ciare e sollecitare una soluzione, moltosemplice peraltro: ripulitura dell’area davegetazione e immondizie e recinzionedegna di questo nome. Proprio da quelproblema saremmo partiti per occuparcidi Arredo urbano, come iniziamo a farein questo numero nelle pagine interne.Purtroppo, adesso dobbiamo registrareche la situazione dell’area ha permessoche lì avvenisse l’odiosa violenza su unanostra concittadina, il 20 agosto scorso.Da allora ci siamo attivati per sollecitarel’amministrazione comunale affinchè l’a-

rea venisse immediatamente risanata: nel-la conferenza stampa del 30 agosto il sin-daco, a nostra domanda, ci ha risposto chel’azione per il risanamento dell’area “è sta-ta già avviata”, l’assessore all’Arredo ur-bano e ai Parchi ci ha detto che stanno fa-cendo la mappatura delle aree dismesse, ilvicesindaco De Corato ci ha risposto periscritto, sempre il 30 agosto, che “è già sta-to dato incarico ad AMSA di provvederealla pulizia e allo sfalcio della vegetazio-ne cresciuta spontaneamente, in attesa de-gli interventi necessari alla messa in sicu-rezza del contesto.” Abbiamo anche sapu-

to che l’area è stata in carico ad MM per ilavori del Passante fino al 3 agosto scor-so, e che ora è stata consegnata ai 3 pro-prietari, il maggiore dei quali è l’IPI Por-ta Vittoria del gruppo Coppola. Venerdì 8 settembre, infine, sono co-munque iniziati i lavori di recinzione conpannelli di rete metallica: immaginiamoche i lavori proseguiranno con l’inter-vento di AMSA, il cui primo compito sa-rà quello di derattizzare (e non sono to-polini). Solo a bonifica completata ci sen-tiremo più tranquilli e meno indignati apassare di lì.

L’area di Porta Vittoria: grande degrado prima dei grandi progetti

QLa situazione all'11 settembre 2006

La recinzione precedente

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Sono partiti, infine, i lavori di ri-qualificazione della via Mon-te Cimone (fra piazza Cuoco e

l’Ortomercato), di cui avevamo an-ticipato il progetto nel lontano apri-le 2004 (nr 56 di QUATTRO).Riprendiamo in sintesi i termini del-l’intervento, il cui costo supera ilmilione e duecentomila euro e cheavrà termine a fine giugno 2007.Il progetto è nato per impedire il par-cheggio dei mezzi pesanti e dissua-derne il transito, ridurre al minimol’effetto barriera fra il nuovo parcoe il tessuto urbano, aumentando lasicurezza e la comodità degli attra-versamenti, rendendo la via, perquanto possibile, un’estensione del parco,dotandola di spazi verdi, alberature, per-corsi pedonali e ciclabili.Questo porta anche a un declassamento del-la strada a “locale”, con la limitazione del-la velocità massima a 30 km/h e l’interdi-zione della strada al passaggio di autotreni

e autoarticolati.Il progetto prevede una redistribuzione de-gli spazi della carreggiata e dei marciapie-di mediante la creazione di una carreggia-ta principale più stretta a doppio senso, unastrada a senso unico a servizio dei par-cheggi in linea sul lato adiacente il parco,

ulteriori parcheggi a pettine e in li-nea sull’altro lato, un parterre albe-rato, aiuole.Complessivamente verrebbe aumen-tata l’offerta di sosta, con 132 postiauto. Per moderare il traffico, le car-reggiate saranno di misura ridotta, gliincroci saranno leggermente soprae-levati, verranno utilizzate pavimen-tazioni differenti. Per evitare transitoe sosta dei mezzi pesanti, gli accor-gimenti adottati prevedono raggi dicurvatura e calibri di corsia ridotti,nonché una opportuna disposizionedegli stalli di sosta.Inoltre, per conferire una migliorequalità urbana, saranno impiegati

materiali, forme e finiture analoghe a quel-le del “centro città” per gli elementi di ar-redo urbano (speriamo bene).Infine la via verrà piantumata con 50 albe-ri ad alto fusto sul lato nord e con altri 30esemplari (con circonferenza 25-30 cm) inapposite aiuole.

Il 15 luglio Largo Marinaid’Italia si è trasformato in unVillaggio AMSA, con punti

di informazione, attività sporti-ve (ad esempio, “fai canestrocon i rifiuti” con la collabora-zione dei giocatori dell’Armani

jeans) e ludiche per i bambini,un’area dedicata agli amici aquattro zampe e una per gli an-ziani, dove prenotare gratuita-mente il ritiro degli ingombran-ti direttamente al piano.E la sera, nella piazza centrale

del parco, grande spet-tacolo con un Musicalsull'ambiente ideato emesso in scena da MAS(Music Arts and Show)con danza e musica dalvivo, e poi cabaret conil dj Albertino (il MarcoRanzani con il PorscheCayenne di Zelig) ed ilcomico Paolo Cevoli. Inpiù, sorpresa inaspetta-ta, è salito sul palco an-che Raul Cremona cheera venuto a vedere lospettacolo ed è statoadocchiato e “ingaggia-to” dai colleghi.

L’iniziativa Pulimilano del-l’AMSA si sta svolgendo in tut-te le nove zone di Milano per co-involgere attivamente i cittadiniper avere una città più pulita (cene è proprio bisogno!).

Collegandosi al sito www.puli-milano.it si potranno vedere leimmagini ed i video girati perl’occasione, nonchè avere in-formazione sulle prossime ini-ziative zonali.

Pulimilano al Parco Formentano

Raul Cremona e Paolo Cevoli

Sabato 30 settembre pres-so la chiesa dei santi Ne-reo e Achilleo in viale

Argonne, alle 21, appunta-mento con il Gospel e con ilcoro Lift Your Voice GospelChoir nato a San Donato neldicembre 2000 e costituito daun gruppo di amici, circa unasessantina in età compresa trai 18 e i 50 anni, che ha volutoritrovarsi per pregare cantan-do, divertirsi e provare a farequalcosa per aiutare chi soffre. Il 30 si esibiranno nel loronuovo spettacolo, Singing forYou 2006, dal triplice signifi-cato: cantare per Dio, cantareper chi ha bisogno, cantare perchi siederà in platea. A pro-porre i motivi in scaletta, trat-ti dal repertorio Gospel con-

temporaneo con alcuni moti-vi riarrangiati tratti dalla tra-dizione, soprani, contralti, te-nori e bassi, con AlessandroMiceli e Andrea Castellanetaquali cantanti solisti. Tutti ac-compagnati dalla band, batte-ria, basso, chitarra, piano, ta-stiere e percussioni, e sotto ladirezione del maestro MarcoAlbertini. Il ricavato della se-rata, ingresso ad offerta libe-ra, andrà a favore del Fondoper la Ricerca sulla DistrofiaMuscolare di Duchenne, pro-mosso da Gli Amici di Ema-nuele costituito da alcuni an-ni come gruppo affiliato al-l’Associazione La Nostra Fa-miglia di Bosisio Parini.

S.B.

Concerto Gospel

Lo scorso mese di luglio,una mattina, due mezzipesanti sono entrati nello

spazio abbandonato in via Maf-fei, segno che qualcosa si stamovendo. Il più grande era do-tato di qualcosa che assomiglia-va ad una trivella e supponiamoabbia compiuto dei rilievi nelterreno. Dopodiché la rete è sta-ta di nuovo chiusa. Dopo anni di

abbandono e incuria (dovuti a in-numerevoli contenziosi), la rea-lizzazione del parcheggio sot-terraneo sta muovendo i primipassi: è stata infatti assegnata al-la Società Percasa l’area trami-te bando ed adesso deve esserefatto il progetto esecutivo e de-vono essere ottenute le licenzeedilizie, fasi preliminari prima diiniziare i lavori veri e propri.

Eppur si muove,in via Maffei

Oh, questa sì che è una bel-la novità: all’ingresso de-gli edifici scolastici del

Comune di Milano, sono state ap-poste nuove targhe con il nomedella scuola. Una vera rivoluzio-ne, visto come si sono ridotte levecchie insegne di Stato: arruggi-nite e illeggibili. E’ proprio veroche a volte basta poco…….

Foto della nuova targa: Scuola Primaria di via Colletta

E tu, di che scuola sei?Adesso basta leggere la targa

La Monte Cimone si rifà il look

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CHIUSO IL LUNEDÌ

Abbiamo svolto quasi per intero il com-pito che ci eravamo prefissi, ovvero difare un aggiornamento sugli interventi

urbanistici dell’area ex-TIBB, come richiestoda alcuni lettori.Come prima cosa, segnaliamo che a fine luglioè stato aperto il prolungamento della via San-nio che dopo aver costeggiato per un tratto lalinea ferroviaria, va a sbucare in fondo a viaColletta, di fronte a via Tacito.Stanno anche procedendo i lavori per la rea-lizzazione del proseguimento del vialetto pe-donale alberato lungo tutta la via Colletta. Le opere già realizzate relative ai parcheggi,sia quello in superficie che quello interrato, de-vono essere ancora prese in carico dal Comu-ne. Questo avverrà solo dopo il collaudo, manon siamo riusciti ancora a sapere quando. Il parcheggio a raso sarà preso in carico dal set-tore manutenzione strade, mentre quello inter-rato dal Settore Demanio che poi provvederàalla sua gestione.Stesso problema per l’edificio di edilizia sov-venzionata tristemente chiuso e in attesa di es-sere abitato: ci mancano alcune informazioni,sappiamo però che al Demanio non ne sannoniente e che non è in carico all’Urbanistica.Continueremo le nostre “indagini”.

Per quanto riguarda i lavori per la realizzazio-ne del parco, non dovrebbero tardare: l’area ègià stata recintata ma sono ancora in corso del-le caratterizzazioni per la completa bonifica delterreno, dopo di che verrà realizzato. I lavori sono indipendenti dal completamentodell’edificio di edilizia privata in corso di co-struzione, trattandosi di due proprietà diverse.Infine, l’ultimo intervento spettante all’opera-tore del PRU Lodi TIBB: la realizzazione nel-l’area più a nord, dietro l’edificio privato, di unasilo nido e di una scuola materna all’internodi uno spazio verde. In questo caso il ritardonella realizzazione dell’opera è dovuto ai tem-pi della concessione edilizia, anche a seguitodi indecisioni del Settore Educazione sul tipodi struttura da realizzare (nido o scuola mater-na, o entrambi). Appena verrà rilasciata la con-cessione, partiranno i lavori, che dureranno cir-ca 18 mesi.Abbiamo anche scoperto la natura del grandemuro circolare in mattoni che ci era stato se-gnalato e che vi mostriamo nella foto: non è unreperto romano, ma la base della rotatoria deivagoni ferroviari che entravano nell’area indu-striale.

Stefania Aleni

Sono rien-trati nellaloro sede i

bambini dellaMonte Velinoche per due annierano stati ospi-tati dalla MediaManara di viaCadore durante ilavori di ristrut-turazione dellaloro scuola.Al loro posto do-vevano arrivaregli alunni dellaelementare di viaCorridoni, la cuisede sarà ogget-to di manuten-zione straordina-ria. L’accordoera stato firmatoad aprile dalle due Dirigentiscolastiche, dott.ssa Magi del-la Morosini-Manara e prof.ssaPiazza della Corridoni, pressol’assessorato all’Educazione,ma rimesso in discussione daalcuni genitori e docenti dellaCorridoni che chiedevano unnumero maggiore di spazi euna diversa dislocazione deglistessi.La “svolta” è arrivata a finegiugno durante una riunionecongiunta di rappresentantidei genitori e degli insegnantidelle due scuole, consigliericomunali dell’Ulivo e consi-glieri di zona 1 e 4 (per la 4presenti Stefania Aleni e Pao-lo Cova): per superare l’im-passe i rappresentanti delConsiglio di Istituto della Mo-rosini-Manara hanno fattoun’altra proposta, ovvero diospitare le 20 classi della Cor-ridoni in una ala autonomadella Morosini (ingresso indi-pendente al n. 13 della via),con la disponibilità anche di

aule in più per i laboratori, conl’ulteriore vantaggio di averela refezione in sede, senza do-vere fare i doppi turni e glispostamenti giornalieri da unascuola all’altra.Per permettere la disponibili-tà dell’intera ala dell’edificio(piano terra, primo e secondopiano), le quarte e le quintedella Morosini passano in Ma-nara, potendo così fare la re-fezione scolastica in loco sen-za spostamenti (essendo mol-te meno classi) e potendo svi-luppare il lavoro di raccordo econtinuità fra i due ordini discuola.Questa soluzione, positiva perentrambe le scuole, è stataquindi recepita e sottoscrittadalle Dirigenti scolastiche do-po un incontro presso gli uffi-ci del nuovo Assessore all’E-ducazione, Mariolina Moioli,ed un sopralluogo effettuato il5 luglio.Soddisfatto anche il presiden-te della Zona 4, Paolo Zani-

chelli, che aveva incontrato irappresentanti del Consiglio diIstituto della scuola della no-stra zona ed aveva sostenuto leloro richieste.Durante il periodo estivo tuttal’ala che ospiterà la Corridoniè stata imbiancata, mentre, nelmomento in cui scriviamo apochissimi giorni dall’iniziodelle lezioni, si registrano deiritardi nella predisposizionedegli arredi; in particolare, co-me ci dice il signor Brioschi,Presidente del Consiglio diIstituto, “in Manara non sonoancora arrivati i tavoli per larefezione e non vorremmo chei bambini non potessero usu-fruire fin dall’inizio del servi-zio.”Cogliamo l’occasione per au-gurare una “Buona scuola” atutti gli alunni e studenti del-le scuole della nostra zona edun benvenuto anche agli allie-vi della Corridoni.

S.A.

Riaperte le scuole: la Morosiniospita gli alunni della Corridoni

Tutto quello che siamo riusciti a saperesull’area Lodi TIBB (per ora)

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L'Amministrazione comunale di Milano ripropone periodica-mente l'intenzione di operare un consistente cambio di rottain merito al cosiddetto "arredo urbano". Razionalizzazione

degli arredi, "depalificazione", commissione di esperti per individua-re le nuove linee guida del futuro arredo, "decoro urbano": sono, que-ste, alcune delle nuove parole d’ordine per affrontare il tema.Un qualche rinnovamento pare, in effetti, necessario, dal momentoche - in alcuni luoghi della città – si ritrovano situazioni incresciosetipo la moltiplicazione eccessiva di oggetti ed anche una certa confu-sione di arredi diversi, per stile e tipologia; la scarsa manutenzionedei manufatti, a volte proprio ammalorati; la modesta funzionalità dialtri; pali stradali per la segnaletica stradale ossessivamente ripetutinelle stesse strade, etc. Non è semplice, tuttavia, individuare una so-luzione univoca: per fare solo degli esempi, si sovrappongono que-stioni funzionali contraddittorie (già oggi, nonostante il proliferare dipali, ci sono alcune zone della città dove legare la bicicletta é un’im-presa titanica) a problemi più estetico-simbolici (gli spazi pubblici diMilano appaiono un po’ disordinati ma ricercare una omologazionedegli arredi per tutta la città, come peraltro è stato fatto con successoin altre città come Barcellona, appare forse riduttivo).Che fare dunque? Una strada possibile, per aprire un dibattito critico,può essere cominciare a porsi delle domande di fondo. Cos'é, ad esem-pio, l'"arredo urbano"? Cosa si può intendere con questo doppio voca-bolo entrato ormai nell'uso comune e che rimanda vagamente all'idea diarredare, ovvero disporre oggetti fisici, nello spazio della città? E, so-prattutto, come fare in modo che anche attraverso il cosiddetto arredourbano si possa progettare una città migliore, inventare nuovi paesaggiche riflettano le specificità dei luoghi milanesi e che siano effettivamenteutili? Queste sono alcune delle risposte per elevare un po’ il tono cultu-rale del dibattito di rinnovamento che il Comune vuole. La tesi di fon-do è che abbia senso ragionare sul cosiddetto arredo urbano solo se sisupera la logica riduttiva di arredare parte degli spazi pubblici ovverocollocare qua e là degli oggetti (panchine, fontane, dissuasori etc.) se-condo una logica circoscritta. La componente prettamente di arredo, inaltre parole, è solo una faccia della questione. Il pensiero deve esseredeclinato in chiave più “nobile”: di qualità funzionale degli spazi aper-ti, di orientamento e di uso della città (nel senso di orientare fisicamen-te i percorsi, indicare alcune direzioni, rendere riconoscibili parti di cit-tà a seconda degli usi differenziandole da altre, etc.), e di profondo le-game degli arredi con le tipologie di spazi che si progettano (come di-re, e mi rivolgo ai colleghi architetti, una nozione più strutturale di ar-redo). Ma anche, allo stesso tempo, di qualità simbolica del paesaggio:disegnare uno spazio aperto, anche con gli arredi, può infatti essere de-cisivo nel consolidare e/o rinnovare l’identità di un luogo. E’, in qual-che modo, una questione di disegno complessivo della città. L’“arredourbano”, in breve, non è un tema solo settoriale, da trattare a sé, bensìtrasversale agli altri settori del governo della città. E’ assai improbabi-le, ad esempio, riqualificare dal punto di vista fisico e sociale un quar-

tiere periferico degradato con una semplice piazza: per essere efficace,l’arredo urbano deve tornare ad essere una disciplina collocata in unastrategia più ampia di recupero del paesaggio. Due esempi concreti perchiarire il ragionamento, il primo già realizzato e il secondo che propo-niamo in modo provocatorio. La nuove pensiline di attesa alle fermatedei mezzi ATM rappresentano una buona sperimentazione voluta dalComune. Sono decorosi oggetti di design e, allo stesso tempo, contri-buiscono a dare nuova visibilità e confort al trasporto pubblico. Sono,inoltre, riconoscibili in tutta la città, rappresentando dunque un esem-pio interessante per valutare quali arredi possano essere standardizzatie quali no, per evitare un’omologazione eccessiva del paesaggio. Il secondo esempio, provocatorio, è il seguente: tutti noi vediamo quo-tidianamente quegli impianti di sollevamento d’acqua che caratteriz-zano in modo diffuso Milano e anche la zona 4 (in Largo Marinai d’I-

talia/viale Umbria, ad esempio). Oggetti assolutamente antiestetici (tu-bazioni, pompe, chiusini), in mezzo ai marciapiedi e ai parchi, che nean-che sappiamo bene a cosa servano e che ci ricordano gli spazi desolantidi alcune metropoli del terzo mondo. Eppure sembrerebbero anche es-sere la viva testimonianza di una specificità fortemente milanese, quel-la di una città d'acqua di leonardesca memoria. Perché dunque non pen-sare tali infrastrutture idriche come modo per rendere esplicita questaspecificità: una logica diversa, o complementare, a quella delle fonta-ne che regolarmente si rompono. Senza nasconderle dunque, o circon-darle con una selva di paletti, ma pensare, ad esempio, a dei piccoli edi-fici che disposti nella città possano diventare il manifesto, didattico edi marketing urbano, della storia (e dell'attualità) milanese.

Vito Redaelli

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Appunti a proposito del cosiddetto "arredo urbano"P A E S A G G I U R B A N I

Da questo numero di QUATTRO iniziamouna nuova rubrica sui temi dell’arredo e deldecoro urbano. Tema molto sentito da queicittadini che giustamente ci tengono a vive-re in una città anche esteticamente piacevo-le, tema invece poco sentito dagli ammini-stratori pubblici (da decenni e decenni ormai)che dell’arredo urbano periodicamente han-no parlato, fermandosi però lì, alle parole.Noi vogliamo affrontare il problema ed es-sere da stimolo agli amministratori, sia se-gnalando i casi più evidenti di brutture (e

per questo chiediamo la collaborazione deilettori), sia considerando di mese in mese ivari elementi che determinano l’arredo ur-bano della nostra zona.E faremo questo servendoci di molte foto-grafie, di commenti, di interviste. Abbiamoin programma anche una intervista all’As-sessore con delega proprio all’Arredo, de-coro urbano, verde, Maurizio Cadeo.In ogni numero di QUATTRO, quindi, ci sa-rà una parte dedicata alle segnalazioni deilettori (non solo brutture, è giusto segnala-

re anche “le cose belle”) e una parte dedi-cata ad un tema relativo all’arredo urbano:dagli archetti e paline, alla illuminazionepubblica, agli scivoli dei marciapiedi, allefioriere, e via arredando.In questa prima puntata, ospitiamo un arti-colo introduttivo del nostro collaboratore,arch. Vito Redaelli che cura la rubrica Pae-saggi urbani, ed affrontiamo il tema del “re-cintare” con alcuni esempi che ci sono sem-brati significativi. Se voi ne avete degli al-tri, inviateceli pure.

L’occhio di QUATTRO sull’arredo urbano

Se vedete un palo divelto, che fate? Proba-bilmente niente, perché, anche se siete un cit-tadino modello, non sapreste a chi rivolger-vi: ai vigili? al Comune? Sì, ma a quale uf-ficio? Ai giornali? Beh, forse è eccessivo…Così, uno spera che sistemino il palo, perchéè così brutto e forse anche pericoloso. Ma ilpalo è sempre lì!Facciamo questo esempio per dire che il pro-blema della manutenzione ordinaria della cit-tà, del suo “arredo”, del decoro urbano, è rea-le e potrebbe essere affrontato in modo più

efficace. Ad esempio avendo un riferimentounico per le segnalazioni dei cittadini e tem-pi di intervento più rapidi. Queste conside-razioni ci hanno spinto a fare in Consiglio dizona 4 una proposta, ovvero di inserire al-l’interno della Commissione Territorio, Via-bilità, Ambiente anche la voce “Arredo ur-bano”, affinché il Consiglio si occupi di que-sta questione, sia per raccogliere le segnala-zioni sia per fare proposte all’Amministra-zione centrale. A settembre chiederemo di discutere le mo-

dalità per rendere operativo questo servizio(che è anche un servizio che i cittadini fan-no all’Amministrazione) e nel frattempo cirendiamo disponibili a raccogliere e tra-smettere le vostre segnalazioni, tramiteQUATTRO. Perché non desiderare e pretendere una cit-tà più bella?

Stefania Aleni, Paola RotaConsigliere Lista civica Ferrante

Consiglio di Zona 4

L’arredo urbano sbarca in Consiglio di Zona

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Parco Alessandrini:Esempio interessante, quello della recinzione del Parco Alessandrini. I materiali, in primoluogo, non sono i soliti: offrono trasparenza anche attraverso un disegno ricercato. E, so-prattutto, il suo andamento curvilineo bene si adatta al contesto naturalistico del parco.

PRU Lodi:In attesa del futuro parco, la recinzione è già lì: esempio standard, da manuale un po’ dibasso profilo, che si limita letteralmente a recintare uno spazio senza porsi il problema dicontribuire a qualificarlo. Ma la definizione dei bordi e dei confini di un luogo non è dasempre un tema importante per sperimentare soluzioni innovative?

Piazzale Bologna/Viale Baccaglione:Caso simile a quello del PRU Lodi, anche se l’allineamento della recinzione con una stradamolto trafficata era forse obbligato: si caratterizza anche per il basamento poco rifinito.

Via Bezzecca cantiere:Tra le molteplici tipologie di recinzioni che formano parte del paesaggio ur-bano, bisogna anche considerare quelle temporanee dei cantieri edili. Essedevono assolvere soprattutto allo scopo di salvaguardare l’incolumità pubbli-ca durante i lavori, ma sono spesso, come nel caso del restauro della ex-ca-vallerizza in via Bezzecca, l’occasione per disegnare delle architetture virtualidestinate poi ad essere smantellate. Con o senza le affissioni pubblicitarie, sitratta di una modalità interessante di disegnare lo skyline della città.

Edifici scolastici (Mugello e Manara):Altri due esempi sul tema della recinzione su fronte strada, questa volta di due scuole risalenti a epoche diverse (la Mugello, dei primi anni del ‘900, e la Manara, della fine del secoloscorso). Nel primo caso è la componente decorativa del ferro battuto a dominare; nel secondo viene meno il decoro restando la sola funzione di separazione tra spazi distinti.

Del recintare

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Parco Alessandrini:Esempio interessante, quello della recinzione del Parco Alessandrini. I materiali, in primoluogo, non sono i soliti: offrono trasparenza anche attraverso un disegno ricercato. E, so-prattutto, il suo andamento curvilineo bene si adatta al contesto naturalistico del parco.

PRU Lodi:In attesa del futuro parco, la recinzione è già lì: esempio standard, da manuale un po’ dibasso profilo, che si limita letteralmente a recintare uno spazio senza porsi il problema dicontribuire a qualificarlo. Ma la definizione dei bordi e dei confini di un luogo non è dasempre un tema importante per sperimentare soluzioni innovative?

Piazzale Bologna/Viale Baccaglione:Caso simile a quello del PRU Lodi, anche se l’allineamento della recinzione con una stradamolto trafficata era forse obbligato: si caratterizza anche per il basamento poco rifinito.

Via Bezzecca cantiere:Tra le molteplici tipologie di recinzioni che formano parte del paesaggio ur-bano, bisogna anche considerare quelle temporanee dei cantieri edili. Essedevono assolvere soprattutto allo scopo di salvaguardare l’incolumità pubbli-ca durante i lavori, ma sono spesso, come nel caso del restauro della ex-ca-vallerizza in via Bezzecca, l’occasione per disegnare delle architetture virtualidestinate poi ad essere smantellate. Con o senza le affissioni pubblicitarie, sitratta di una modalità interessante di disegnare lo skyline della città.

Edifici scolastici (Mugello e Manara):Altri due esempi sul tema della recinzione su fronte strada, questa volta di due scuole risalenti a epoche diverse (la Mugello, dei primi anni del ‘900, e la Manara, della fine del secoloscorso). Nel primo caso è la componente decorativa del ferro battuto a dominare; nel secondo viene meno il decoro restando la sola funzione di separazione tra spazi distinti.

Del recintare

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E’partita la nuova “Consigliatu-ra” della Zona 4. Prima ri-unione il 21 giugno per la con-

valida degli eletti e l’elezione del Presi-dente (Paolo Zanichelli, come già anti-cipato), mentre nel Consiglio del 12 lu-glio si è votato per l’istituzione delleCommissioni e la nomina dei Presiden-ti delle stesse.“Parterre d’eccezione” per la prima ri-unione: ex consiglieri di zona non ri-eletti, consiglieri comunali eletti e noneletti, il neo presidente del Consigliocomunale, Manfredi Palmeri, esponen-ti di associazioni e così via. Il parterreera proprio da considerarsi “d’eccezio-ne”, perché la regola è ben diversa…..Toni soft, grande spirito di collabora-zione (finchè dura), disponibilità al dia-logo.Sulla costituzione delle Commissioni, lamaggioranza ha accolto suggerimenti eproposte dell’opposizione, ed i gruppidi Ulivo e Lista Ferrante hanno espres-so un voto favorevole all’istituzione del-le 7 commissioni permanenti e delle 2 atermine, che qui elenchiamo.

❖ Commissioni permanenti:Politiche sociali, Famiglia e Salute –Presidente: Massimo Casiraghi (ForzaItalia)Sport, Tempo Libero, Giovani e Pro-mozione del territorio – Presidente:Paolo Bassi (Lega Nord)Territorio, Viabilità, Ambiente e Ar-redo urbano – Presidente: Giorgio To-mellini (Forza Italia)Polo Multifunzionale Zonale – CentriAggregativi Multifunzionali – Presi-dente: Adonella Milici (Alleanza Na-zionale)Cultura – Presidente: Tiziano Collinet-

ti (Forza Italia)Educazione e Biblioteche – Presiden-te: Antonella Di Troia (Forza Italia)Casa, Edilizia Pubblica e Privata –Contratti di Quartiere – Presidente:Gui-do Bernardi (Forza Italia)

❖ Commissioni a termine:Commercio e Artigianato – Presiden-te: Michele Lattante (U.D.C.)Sicurezza e Qualità della vita – Presi-dente: Salvatore D’Arezzo (AlleanzaNazionale)

Infine, nell’ultima settimana di luglio sisono tenute alcune commissioni ed unulteriore Consiglio per l’approvazionedi alcune iniziative e per l’espressionedi pareri di competenza.Da settembre, si riparte: Commissionidall’11 settembre e primo Consiglio il 14

Errata corrige: nell’elenco dei consi-glieri pubblicato sullo scorso numero diQUATTRO abbiamo scritto fra i consi-glieri di Forza Italia Alessandro Sacco,invece di Alessandra: ce ne scusiamocon l’interessata.

E c’è già un primo transfuga: il con-sigliere Carmelo Lupo, eletto nella listadi Alleanza Nazionale, durante la primariunione ha dichiarato di uscire dal grup-po di AN e di costituire un gruppo mi-sto (per adesso non molto misto, inve-ro), pur ringraziando il partito che hapermesso la sua elezione. Non è statafornita una spiegazione della scelta.

Il calendario dei prossimi Consigli: 14e 28 settembre,12 e 26 ottobre, 9 e 23novembre, 5 e 14 dicembre, 11 e 25 gen-naio 2007. Inizio delle sedute alle 18.00.

Dalle donne del Consiglio di Zona 4 alla donnache ha subito violenza a Porta Vittoria

Gentile signora,

vogliamo esprimerle pubblicamente i nostri senti-menti di sdegno per la violenza che Lei ha dovutosubire, vogliamo sentirci vicine a Lei, che ha visto lasua vita sconvolta da un uomo squallido e criminaleche ha trovato Lei inerme preda della sua brutalità.Noi donne, consigliere ed impiegate del Consigliodi Zona 4, vogliamo rappresentare anche tutte ledonne della nostra zona, che si sono sentite pro-fondamente scosse per quanto le è successo, e tut-te ci auguriamo che venga fatto ogni sforzo perchéil colpevole venga preso al più presto e condanna-to duramente. Non ci si può sentire tranquille fin-chè può girare liberamente.

Vogliamo anche denunciare che l’aggressione nonsi sarebbe potuta verificare lì, se l’area dell’ex sta-zione Vittoria fosse stata recintata e tenuta liberadalla vegetazione spontanea e dalle baracche abu-sive; in questo momento non ci interessa sapere achi questo competeva; diciamo solo che la bonifi-ca andava fatta già da lungo tempo, mentre soloadesso si sta provvedendo.

Aleni Stefania, Paola Rota, Alessandra Sacco, Anna Al-ziati, Antonella Di Troia, Iris Bianchini, Nadia Pezzera,Anna Casati, Teresa Ferrari, Lucrezia Barrile, SilviaConti, Carla Carbonaro, Fiorenza Mezzani, Piera Fo-gliari, Monica Della Vedova, Nella Parente, Luisa Fu-gazza, Daniela Casavola, Rossella Naj, Carmela Annese

PULIAMO IL MONDO2006

Venerdì 22 settembre dalle 10.00

Le Associazioni QUATTRO e INSIEMEcon classi quarte della Scuola elementare di viale Puglie

puliranno il mondo in Piazzale Gabrio Rosa

Punto ristoro offerto da Comitato soci coop PiazzaLodi

Con il contributo del Consiglio di Zona 4

Il nuovo Consiglio di Zonaè già all’opera

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uando la si percorre, è quasi inevitabile pensare a quel-l’eroico personaggio nel quale quasi tutti identifichia-mo, più che per ogni altro suo compagno di barricate,

le “Cinque Giornate di Milano”, anche se in realtà la frasesprezzante e memorabile è stata da lui pronunciata altrove.Ci piace immaginare comunque che proprio in questa via alui dedicata, sia risuonato l’irrevocabile “Tiremm innanz” co-me risposta all’austriaco che portandolo al patibolo, cercavadi far presa sugli affetti familiari dell’uomo perché rivelassel’identità dei suoi compagni d’insurrezione, in cambio dellasalvezza della vita.Ci piace pensare anche (come la leggenda del resto riferisce)che la sua piccola famiglia lo guardasse passare affranta, ag-grappata alle strette grate di uno di quei balconcini (che an-cora ci sono) dello stabile al numero 3.Oggi, in quelle retoriche e rare occasioni in cui le istituzioniquasi ci costringono a commemorare gli avvenimenti storici,siamo portati a scioglierne le emozioni in un affresco roman-tico, retaggio di un passato che oggi non ci tocca più di tan-

to: i martiri, camicia bianca lacerata sul petto, barba incolta,passi senza indecisioni e lo sguardo fiero di coloro che entra-no nella storia come eroi nel momento stesso che ne scaval-cano i confini con l’offerta delle propria vita. Molto lontaneda quelle rivoluzioni, dai tragici sovvertimenti di oggi che di“spontaneo” e popolare hanno ben poco a che vedere.Nonostante l’indifferenza diffusa, quel “Tiremm innanz” lomormoriamo ancora tutti noi milanesi al bivio di una sceltadecisiva della nostra esistenza. Amaro destino della Storia.Guida il nostro presente rinunciando alla propria immagine,alla propria presenza nel presente, ai meriti, quando li ha avu-ti, guadagnati il più delle volte con una pallottola che le hafracassato la testa in un lembo qualsiasi del mondo spesso an-cora oggi sconosciuto: e tutta questa sofferenza per noi tuttiche ne siamo eredi inconsapevoli.Ciò detto, torniamo alla via Amatore Sciesa. Avviciniamo anoi questa povera Storia scavalcando almeno qualche decen-nio e trasferendoci così facendo in pieno Novecento.Una “zumata” che ci porti almeno ai giorni del dopoguerra

(della seconda guerra mon-diale per la precisione). In-descrivibile in questa opera-zione di “risucchio storico”,il vertiginoso vortice a ritro-so delle fisionomie dei po-poli ora plaudenti e felici, oradepressi e piangenti, senzaparlare dei mutamenti inces-santi dei colori legati ai di-versi umori delle generazio-ni. Una incessante corsa con-centrica che fa del tempo unatrottola impazzita. Un bruli-chio infinito, un tuono pro-lungato il suono della vocedei secoli…

Gianni Tavella

(1 continua)

“Tiremm innanz”: via Amatore Sciesa

Una testimonianzasul “SIGNURUN”

Grazie per il Vostro invito a parlare del “Signurun”. Il “Si-gnurun”, per me nata e vissuta in via Ravenna col bal-cone che guardava in via S. Dionigi, fa parte dei miei

ricordi più belli e il vederlo da tanti anni ingabbiato e trascu-rato, mi ha sempre procurato un grande dispiacere. Molti non sono a conoscenza che a Lui è sempre stata attribuitala salvezza del nostro quartiere durante l’ultima guerra. Infat-ti mia mamma, che durante i bombardamenti prima di scende-re in cantina sbirciava dal finestrino del bagno, mi raccontavadi aver visto la mano del “Signurun” che si era mossa a devia-re le bombe.Siamo così affezionate a questa statua e affascinate da questastoria, che mia sorella Maria Luisa ha partecipato quest’annoal concorso “Dipingi il tuo quartiere” proprio dipingendo il “Si-gnurun”.

Gemma Rasini

PROVIAMO IL MIRACOLO PIM Spazio Scenico

Ci piace tanto, e ci auguriamo siaun gradimento condiviso, che inquesta nostra zona Quattro trovi-

no sede varie istituzioni che in diversomodo riguardano lospettacolo e la cultu-ra. Il cantiere attivoormai da mesi in viaPier Lombardo assi-cura avviati i lavoridi ristrutturazionedella sede storica delteatro Franco Paren-ti: non una vera epropria stagione incasa sua quest’anno,ma iniziative edeventi in zona e nel-la città in attesa diemozioni future.Emozioni che si af-fiancheranno allenumerose attivitàche in zona moltipli-cano le occasioni perserate brillanti digran teatro di tradi-zione con nomi difama collaudata ac-canto alle marionet-te, godibili non solodai bambini, ai labo-ratori di ricerca chedanno spazio a giovani talenti capaci diinventare nuove espressioni comunica-tive e, per qualche mese all’anno, anchealle colorate strutture di grandi circhi.Siamo stati a conoscere una nuova fuci-na di idee in un ambiente sorprendente:un complesso di cortili quasi di perife-ria, in fondo a via Tertulliano, con di-verse e rumorose attività di artigiani epiccole industrie, muletti che spostanobancali, capannoni che richiamano pa-norami di quando la città era definibileindustriale. In questo fervore di vita, do-ve ci si incontra ogni giorno per lavora-re e produrre da qualche mese è com-parsa la parola miracolo. Proviamo ilmiracolo (PIM) è il nome che hanno da-to alla loro creazione alcuni giovani co-raggiosi con esperienze di varia naturae carattere nel mondo dello spettacolo:

una casa di cultura, fucina di nuovi lin-guaggi e sede di svariate iniziative perpensare, confrontarsi, discutere, impa-rare, provare.

Colpisce, e lo si è voluto, proprio il rap-porto con quell’ambiente, quasi esem-pio di archeologia industriale: la com-penetrazione con l’esterno è tale che, pervia dei rumori che ne vengono, non èpossibile l’isolamento acustico della sa-la e quindi le manifestazioni sono pre-viste solo di sera. In quella corte, palco-scenico con uno scenario da cinquan-t’anni indietro, in cui chissà quanto sipuò raccontare, il piccolo gruppo di tren-tenni inventa un nuovo luogo dedicatoalla fantasia per offrire uno spazio allasperimentazione dei vari linguaggi del-l’arte. Un’arte che si pensa indubbia-mente, ma anche che si fa: gli ideatori eprotagonisti di questa iniziativa costrui-scono il miracolo con le loro mani chefanno fatica e si sporcano, proprio, cifanno notare, come i giullari e gli attori

del teatro dell’arte, in cui ciascuno, pri-ma di esibirsi, è facitore degli strumen-ti della sua arte. Una sala con un centinaio di posti e un

palco a struttura mo-dulare e flessibilecostituiscono il nu-cleo fisico dello spa-zio scenico definito“luogo di riferimen-to per un’offerta cul-turale innovativa, perpromuovere e soste-nere artisti locali.Luogo aperto allacontaminazione, allaliminalità (vicinan-za, contiguità n.d.r.)tra diversi linguaggiespressivi e alla spe-rimentazione cultu-rale. Spazio pensatocome contenitoredelle arti, unica veraforma di assembleacittadina”. La ricer-ca molto libera checoinvolge gestualità,musica e parola, in-tende rivolgersi nel-le produzioni chepresenterà non solo aun pubblico giovane

attento a eventi inconsueti, ma anche agliabitanti della zona, delle case vicine, confiducia di riuscire a creare interesse o al-meno discussione.Alla sala –via Tertulliano 68- si accedecon una tessera al costo di 2 euro e conun biglietto per ogni singola manifesta-zione a prezzo contenuto. Cantiere, Pro-getto, Evento, Programmazione sono lequattro aree nelle quali si organizza lacomplessa attività del gruppo, non limi-tata alle rappresentazioni con il pubbli-co. La stagione, con produzioni e ospi-talità anche straniere, ha comunque unasua programmazione, ricca e molto va-ria in diversi ambiti all’insegna dellasperimentazione: ne siamo curiosi e at-tendiamo le prove.

Ugo Basso

Da sinistra: Massimo Bologna, Samantha Oldani, Maria Pietroleonardo, SimoneRicciardi, Edoardo Favetti

Questa è la foto del-la lapide che in viaCantù, all’angolo conpiazza Pio IX, ricordala casa dove Amato-re Sciesa abitò e do-ve passò prima di es-sere fucilato, ingiu-stamente come ven-ne riconosciuto dallapolizia austriaca. Ilnostro eroe è qui ri-cordato con un altronome per un errore.Pare che sia statoscambiato il suo no-me con quello delpoliziotto che loscortava.

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San Lorenzo, notte distelle cadenti. A Mila-no è impossibile veder-

le, troppa illuminazione arti-ficiale a sfumare il cielo, cheper giunta era nuvolo. Senzaneppure tentare, perciò, Luisse Renato stavano al tavolo delsoggiorno, pigiato contro ilmobile d’angolo. A un passo,sul divano, la moglie di Luiss,Francesca, e la figlia Maryguardavano impitonite il tele-schermo. Gli unici a credereche si potessero vedere le stel-le cadenti erano la miticaSammy e il suo compagno diclasse Rocco, che abitava duepiani sotto e che Sammy chia-mava Rocky, “perché Roccofa tanto profondo sud ovveroTerronia”, visto che Sammy,incurante della solida matricedi sinistra della famiglia, fa-ceva scoppiettare la propriatestolina di idee alquanto le-ghiste. Seduti sulle mattonel-le del balcone guardavano ilcielo inguardabile, fra gli ef-fluvi di due zampironi e glistormi di zanzare che, indiffe-renti a cotanta contraerea,pungevano e succhiavanonemmeno fossero state alle-vate in Transilvania. Improv-visamente Rocco indicò in al-to. "Eccola! Una stella caden-te, eccola lì! Desiderio-desi-derio-desiderio…desiderio!Fatto!" strillò. "Fatto cosa?"domandò Sammy strizzando-si gli occhi senza vedere nien-te. "Il desiderio! E sai che de-siderio era? Lo vuoi sapere?"disse al colmo dell’entusia-smo. "Potesse fregarmene dimeno non mancherei di co-municartelo, ma, anche così,ciumbia la Eva se me ne sbat-to!" resplicò Sammy, che daquando aveva letto un libro, ilprimo di una altrimenti illet-teratissima esistenza, si picca-va di mescolare al proprio elo-

quio colorito perle di forbi-tezza espressiva, e che il librofosse quello sulle barzellettedi Totti a lei non importava, sel’avevano stampato semprecultura doveva essere. Roccotirò diritto. "Allora: da grandevoglio aprire un’officina ildoppio di quella dove lavoramio padre, con vicino il gom-mista e il lavaggio e la stazio-ne di servizio e anche il bar,tutto mio naturalmente. E vo-glio una ragazza…bionda, congli occhi…azzurri, e i capel-li…corti a caschetto, che sichiama…Samantha, ma io lachiamerei Sammy, e la spose-rei, e avremmo una bella vil-letta appena fuori, nel verde,con un bel giardino, e due beibambini, e un bel cane…e an-che un bel gatto, e…" "Cana-rino?" domandò gelidaSammy. "Ma certo, anche unbel canarino, però bisogneràstare attenti sennò il gatto selo mangia" continuò Roccobruciando tutte le polveri delproprio entusiasmo. "Pirla!"scattò Sammy, facendo alzaregli occhi di Luiss e di Renatodalle carte e quelli di France-sca e di Mary dallo schermodel televisore. "Cioè, dico, mami hai guardato? Hai visto chegambe che ho? Queste, quan-do avrò diciotto anni, non sose mi spiego cosa saranno. Ela faccia, eh? E gli occhi, i ca-pelli…e di’: eh che bel culet-to sodo? Le tette ancora nonci sono, perché ‘ste maledettea otto anni purtroppo non cre-scono ancora, ma quando leavrò vedrai che roba!" decla-mò facendosi sentire per tuttoil maxi-alveare, da Nicola det-

to Nick, che in cantina river-niciava biciclette di dubbiaprovenienza per renderle irri-conoscibili, fino a quelli delnono piano sopravvissuti al-l’ennesimo guasto dell’ascen-sore, evento che in un caseg-giato popolare di sovrabbon-danti dimensioni si verificavacon cadenza trisettimanale,ma non è che gli abitanti di ot-tavo, settimo, sesto, quinto eanche quarto piano se la pas-sassero meglio. "Cioè io, contutto il ben di dio che ho, piùquello che mi crescerà, mi va-do a mummificare la vita conun meccanico? Voglio diven-tare qualcuno che conta, unapersona importante: hai pre-sente le veline, le letterine, lecosine…?" rincarò Sammy.Luiss e Renato smisero di gio-care a carte, Francesca e Marysi tolsero dall’adorazione delteleschermo. Otto orecchie eotto occhi si puntarono sulbalcone. "Certo la concorren-za è quella che è, ma non so-no mica scema, so come fare.Comincerò con i concorsi dibellezza, e la darò a tutti i giu-rati, così vincerò di sicuro.""Darà cosa?" domandò sotto-voce Renato a Luiss, che glirispose con un’occhiataccia."Poi, chiaro, mi faranno pro-poste per cinema e televisio-ne, e io mica voglio fare lacomparsa, seh! Per comincia-re anche una porticina, vabbe’,ma poi vado subito a darla alproduttore, e quello…Eh?""Cos’è che va a dare?" do-mandò ancora Renato, rime-diando un gesto stizzito diLuiss. "Però, ci vuole qualco-sa di più sicuro, che deve du-

rare nel tempo. Allora aspet-terò le elezioni, e la darò aqualche politico di quelli chehanno vinto, così fino allenuove elezioni la televisione èassicurata." "Ma darà cosa?"tentò di insistere Renato.Luiss gli tappò la bocca con lamano. "Ma bisogna pensare alfuturo. E allora, per il futuro,dopo che sei già famosa, ba-sta che la dai a uno ricco diquelli giusti, un banchiere, unindustriale, un finanziere, mamica quelli in divisa, gli altri,quelli in giacca e cravat-ta…Capita l’antifona? Unacome me non mette su fami-glia con un meccanico che miporta ad abitare nel desertodove non hanno mai visto unadonna bianca, con un cane ungatto e un canarino comecompagnia! Perciò ficcatelobene in zucca: io a uno comete non la darò mai!" "Ma nondarà cosa?" perseverò Renato.Al che Luiss si alzò di scatto."Ma cristosanto, voi anarchi-ci siete tutti così ciula o tu seiil caso umano della compa-gnia? Cos’è quella cosa cheuna donna…?" e, badando anon farsi vedere da Francescae da Mary, esplicitò con un ge-sto inequivocabile. "Ah, quel-la" fece Renato, che aveva die-tro le spalle un passato di cro-nica penuria di applicazioniamorose, tolto qualche assoloante-legge Merlin e un dis-graziatissimo matrimonio conuna aspirante cantante lirica,che cantava sì l’Internaziona-le divinamente, ma che, pas-sando da un’audizione all’al-tra, gli tornava ogni volta a ca-sa sprimacciata come il cusci-

no di un bersagliere di quan-do la leva durava quindici me-si e il casino più vicino dista-va duecento chilometri, cosache aveva fatto passare al po-vero Renato il residuo inte-resse per l’articolo. AncheSammy si era alzata, mandan-do in frantumi una spirale dizampirone. Fissò Rocco condisgusto e infierì sulla pietosasalma: "E poi, brutto pisqua-no che non sei altro, primo: idesideri non si dicono, altri-menti non si avverano, e me-no male che il tuo l’hai detto;secondo: ci siamo già spiega-

ti, e la mia la vedrai in foto-grafia solo se comprerai i ca-lendari che senza dubbio mifaranno fare; terzo: quellanon era una stella cadente,ma la luce di un aeroplano, e

con ciò abbiamo tagliato leballe al toro!" concluse algidae sprezzante. "Amen" sospiròFrancesca, tornando con losguardo sul teleschermo.Mary invece indugiò ango-sciata sulla nuca della figlia."Ma questa si può sapere conchi l’ho fatta?" si domandò."E’ una cosa che ci doman-diamo da otto anni anche noi"disse Luiss rimettendosi a se-dere, per finire di suonarle aRenato, che era una schiappaanche con le carte.

Giovanni Chiara

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DOPO IL DILUVIO/16

STELLE CADENTI CHE NON CADONO

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Intervista al photographer Graziano Villa

Se fotografare è “mettere sulla stessa lineadi mira la testa, l’occhio e il cuore”, co-me ha scritto Henri Cartier-Bresson, ne

abbiamo avuto conferma incontrando Grazia-no Villa, che ha aperto per Quattro il suo stu-dio di fotografo professionista, il suo archiviodi immagini, e il suo cuore, raccontandoci diflash e luci al tungsteno, di città amate-odiatee di aeroporti.In un settore superspecializzato, dove sembra

inevitabile la scelta di campo tra quattro ma-cro-categorie (ritratto, reportage, still-life e mo-da), Villa è un artista poliedrico che non ha vo-luto rispettare confini artefatti, conservando del-la fotografia la vocazione primaria: quella del-la comunicazione.“Moltissimi dei miei colleghi hanno preferitospecializzarsi, seguendo un’impostazione cheè tipicamente statunitense ma che, a mio pare-re, limita le opportunità di arricchire la propria

esperienza. Invece i maestri, i grandi “vecchi”,facevano di tutto, perché erano in primo luogocomunicatori, o meglio progettisti di comuni-cazione”, ci spiega. “In Italia, su questa lineasi sono posti Oliviero Toscani e Giampaolo Bar-bieri, che hanno dato alla fotografia una di-mensione ben superiore a quella di supporto diun testo”. Il lavoro di Villa è la conferma inequivocabiledi tale scelta. Nature morte caravaggesche si al-ternano a ritratti di manager e tycoon; squarcidella Milano congestionata dal traffico si me-scolano a scatti di modelle filiformi, nell’ar-chivio di un professionista che ha lavorato perGucci, Patek Philippe e Alfa Romeo, ha pub-blicato su A/D Architectural Digest, Vogue eClass, ha ritratto la famiglia Agnelli, Elton Johne Oscar Peterson.Colpisce, nei suoi lavori, la tonalità calda e pro-fonda della luce. “Uso un mix di luci al tung-steno, dal tono caldo, e di flash, che invece èfreddo, per ottenere la massima naturalezza”.L’archivio fotografico visibile sul suo sito(www.grazianovilla.com) ne offre numerosiesempi.“Oggi mi affascina soprattutto il ritratto, che èin ultima analisi un aneddoto sulla persona fo-tografata. Peccato quindi che in Italia non esi-sta la cultura del ritratto di famiglia, ben radi-cata invece nel mondo anglosassone. Tra i mieiscatti, me ne piace in particolare uno di MarioSoldati, che amo perché ne esce un uomo affa-scinante, quasi un alieno”.Lo sguardo del fotografo si fa però impietosoquando l’oggetto diventa Milano.“Sono di origine genovese ma mi considero alcinquanta per cento milanese, essendo arrivatoqui nel ‘70 e avendo abitato un po’ ovunque, invia Pisacane, in via Moscova, in viale Abruz-zi, ed ora a due passi da viale Umbria. Eppuresono arrabbiato con Milano”, ci confida, rac-contandoci di una Milano arrogante e aggres-siva, immusonita e soffocata dalle automobili,sebbene con qualche raro squarcio di bellezza.“Il Cimitero Monumentale è una scoperta con-tinua, mozzafiato, con bellissimi gruppi monu-mentali. E la vista dal Pac sulla scultura di Me-

lotti (“I sette savi”, ndr) è splendida”.Ma cosa ne pensa un professionista dell’im-magine di un’opera controversa come “L’Ago,il Filo e il Nodo” di Oldemburg-van Bruggenin piazza Cadorna, che il neoassessore alla Cul-tura di Milano, Vittorio Sgarbi, preferirebbe ri-collocare altrove? “Ma lasciamolo, l’Ago! An-zi, questa città così grigia, riempiamola di aghicolorati! Ho di sicuro qualche riserva, ma conquella scultura si è finalmente cominciato a fa-re qualcosa di nuovo per Milano, e dunque con-tinuiamo: si diventerà più bravi via via che siprocede”.Tra i suoi ultimi progetti, un libro sugli aero-porti, non-luogo per eccellenza secondo la de-finizione dell’antropologo Mar Augé. “Non so-no d’accordo - ribatte Villa - perché stanno di-ventando invece dei luoghi molto concreti, conuna grandissima fisicità. Non rappresentano piùsoltanto uno scalo per i viaggiatori ma luoghidove la gente si ferma, mangia, beve, fa busi-

ness, compra, dorme. E infatti, tendono a di-stinguersi sempre di più l’uno dall’altro dalpunto di vista architettonico, anche perché so-no spesso molto distanti dalle città e devonoquindi acquisire una propria dimensione fisica,un’identità”.A un uomo costantemente in viaggio, è d'obbli-go chiedere quale sia il suo "luogo del cuore"."Vorrei vedere il Machu Picchu, e trovo vera-mente affascinante l'Egitto. Sono stato sul Sinaie l'esperienza mi ha lasciato un segno indelebi-le: è davvero il luogo degli dei". L'ultimo com-mento di Villa è su Milano, ed è colmo di ama-rezza. "Quando torno dalle mie peregrinazioni,non amo uscire di casa: qui ti aggrediscono seattraversi la strada, se parcheggi, se cammini lun-go il marciapiede". E ci congeda mostrandocil'immagine claustrofobica di un ciclista strettonella morsa del traffico dei Bastioni.

Valeria Andreoli

Torna il calcio di strada

Negli anni ‘60, moltiadulti ricorderanno, sipoteva giocare il calcio

vero a 11 giocatori solo alcompimento del quattordice-simo anno di età. Prima si gio-cava all’Oratorio, nei prati del-le piazze – sempre con uno divedetta per segnalare l’arrivodei Vigili – nelle vie od ovun-que ci fosse uno spiazzo, ma-gari con le cartelle di scuolaper segnalare le porte. Dalla metà degli anni ’70, ilCONI permise di giocare a 11dall’età di 8 anni e la Federa-zione Giuoco Calcio cominciòad organizzare campionati perbambini da 8 a 10 anni; le So-

cietà Sportive organizzate par-teciparono in grande numero,cominciando ad organizzare leloro Scuole Calcio – ricono-sciute dal CONI - che, fra l’al-tro, diventarono la principalefonte di finanziamento dellestesse. Anche le Società Professioni-stiche, per stare al passo, or-ganizzarono scuole calcio pro-fessionali. Il risultato? Il gioco del calcioperse l’aspetto più importantedal punto di vista dei bambini:il divertimento. Costretti a gio-care, con poche sostituzioni,su campi enormi e d’invernofangosi, i meno dotati trascor-

revano partite intere senza toc-care il pallone – o guadagnan-dolo poche volte – ed eranocostretti a calciarlo il più for-te possibile, senza curarsi del-la tecnica e dei compagni. Le Società vincenti eranoquelle che potevano schieraregiocatori con maggior poten-za. Il corollario delle gare deipiccoli divenne quello abitua-le sui campi del calcio adulto:atteggiamenti offensivi neiconfronti dei direttori di garae degli avversari e litigi fra igenitori sulle qualità dei figli.Poi il Grande Feticcio: LaClassifica! Il CONI, con la proverbiale

lentezza decisionale, si accor-se dell’errore e, verso la finedegli anni ’80, vietò alle So-cietà Sportive di partecipare odorganizzare competizioni spor-tive di calcio a 11 a bambinicon età inferiore ai 10 anni,chiamando quindi la Federa-zione Giuoco Calcio ad orga-nizzare solo tornei a 7 per quel-la fascia di età. Inoltre, inclu-dendo la fascia di età 10-12 an-ni, stabilì la regola che obbli-gava le squadre a schierare ob-bligatoriamente tutti i piccoligiocatori portati per la gara peralmeno un tempo intero. Grandi allora furono le prote-ste delle Società Sportive, do-vute anche alla mancanza dicampi a 7 disponibili. Poi co-me sempre tutti si adeguarono.L’ambiente esterno però rima-neva quello abituale con l’ag-giunta che, per i genitori deibambini meno dotati era giu-sto far giocare tutti, mentre peri genitori dei bambini più for-ti avrebbero dovuto giocaresoltanto i più bravi. Non avendo abbattuto ilGrande Feticcio, la classificarimaneva il punto più impor-tante per Società Sportive egenitori. Alcuni giornali, an-che importanti, cominciaronoa pubblicare cronache, risul-tati e classifiche anche di que-ste gare minori e la loro tira-tura ne trasse e ne trae grandebeneficio. Arriviamo adesso all’oggi: ilCONI e la FIGC hanno final-mente fatto marcia indietro ea partire dalla stagione sporti-

va entrante, la 2006-2007,.Cambiano le regole.Sulla base del principio che ilcalcio è un giuoco ed i bambi-ni hanno diritto al divertimen-to, le nuove disposizioni vie-tano le manifestazioni di cal-cio a 11 per i bambini con etàinferiore a 10 anni. Inoltre, legare saranno suddivise in tretempi, ognuno dei quali con ri-sultato indipendente; le squa-dre saranno formate da 7-6-5giocatori; i giocatori dovrannotutti giocare almeno un tempo.Con uno svantaggio di 5 reti lasquadra perdente potrà schie-rare un giocatore in più; se unaSocietà si presenta con pochigiocatori potrà utilizzare gio-catori della Società avversaria;

le gare saranno dirette dagliistruttori, con precedenza al-l’istruttore della squadra in tra-sferta e, in qualche caso, po-tranno addirittura essere diret-te dagli stessi bambini che gio-cano. I campi di gara? Di di-mensioni ridotte, ovunque siapossibile, e se mancano le por-te si potranno utilizzare palet-ti, coni, cinesini e forse gli zai-ni di scuola. Classifica? Addio.L’aspetto ludico privilegiatorispetto al risultato. Non sappiamo con quale gra-dimento delle Società Sporti-ve, delle Testate giornalistichespecializzate e dei genitori. Noi diciamo: finalmente!

Ernie Kovacs

Da quest’anno cambiano le regole del gioco del calcio per i bambini di età inferiore a 12 anni che praticano questo sport nelle Società sportive organizzate. In questo numero ospitiamo un in-tervento che illustra le nuove regole, ricostruendo anche i vari cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni; nel prossimo numero chiederemo ad alcuni Direttori sportivi di Società di calcio dellanostra zona come questi cambiamenti sono stati accolti e che cosa è cambiato per loro a livello organizzativo.

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In questi due articoli ci accingiamo adesplorare la storia ed il presente diuna cascina che, posta a soli 4 chilo-

metri dal Duomo, è tuttora attiva. Si tratta della Cascina Merezzate, postanei pressi della via omonima, recente to-ponimo assegnato al tratto di strada cheprolunga via Salomone verso via Medi-ci del Vascello. La cascina è sita al civi-co 52 di via Bonfadini, di cui ho già det-to essere la strada consolare per Paullofin dai tempi dei romani. "Mursenc, Maregià, Mursencin": in que-sto modo venivano pronunciati, dagliabitanti del posto, i nomi dei tre piccoliborghi di Morsenchio, Merezzate e Mor-senchino, posti tutti lungo la succitatastrada. La pronuncia denunciava unframmischiarsi del meneghino e del lo-digiano, in particolare quello dalla Bas-sa Padana: ai nostri giorni questa parla-ta è praticamente estinta, fatti salvi for-se pochi anziani, ed anche i borghi delresto sono stati inclusi nel territorio cit-

tadino. La storia del borgo di Merezzate, pe-rò, ha origini piuttosto antiche, datoche il primo documento che lo cita(come "Arsigiate") risale al 1346. Maè certo che il borgo esisteva già nel1161, quando Federico Barbarossa, Redi Germania, ed il suo poderoso eser-cito posero il campo nelle terre diMorsenchio e in quelle adiacenti, de-vastando colture, vigne e ogni altra co-sa per poi volgere all'assedio e alla di-struzione di Milano, come noto. Tuttavia, la forte operosità dei suoiabitanti fece presto rinascere la città ele sue campagne: questo vale ancheper i borghi suddetti. Nel 1600, in una "Topografia di Mila-no" il borgo viene riportato con il no-me di Merigia, da cui evidentementederiva il toponimo odierno. Dalla sua origine fino alla prima me-tà del ventesimo secolo la località Me-rezzate era suddivisa in "Merezzate di

sopra", abbattu-ta negli anni '50del ventesimo se-colo, e in "Merez-zate di sotto", po-sta poche decine dimetri più a sud, lacascina tuttora esi-stente. La cascina Merez-zate di sopra avevauna struttura a cor-te, su cui prospi-cievano gli edificiadibiti alle variefunzioni. Guar-dando il cortile,sulla sinistra si tro-vava il deposito, inmattoni a vista,sulla destra era po-sizionata la stallacon il fienile, an-ch'essa nel tipico

rosso lombardo dei mattoni, mentre sul-lo sfondo, frontalmente per chi entrava,si trovavano le abitazioni, site in un edi-ficio anch'esso a un solo piano, come glialtri, ma intonacato ed ornato di finestredotate di persiane e grate. I due complessi si fronteggiavano divisisolo da una stradina e da un fossato, il"cavo Sala". Allo scopo di meglio posi-zionare questo cavo, che tuttora scorrevisibile in alcuni punti della città, vale lapena di ricordare che tutto nasce dal ca-vo Borgognone che, scaturendo dallafossa interna interrata in via FrancescoSforza, dopo aver verosimilmente rice-vuto acqua dal Redefossi (che come no-to costeggia la circonvallazione dei ba-stioni), scorre in direzione ovest-est;giunto in viale Corsica, esso subisce unadiramazione, dando origine al ramoTrecca, che confluisce nel cavo Sala,mentre l’altro ramo dà acqua alla roggia

Triulza in via Cartagine e sbocca nellaroggia Spazzola, che scorre poi nei pres-si di Ponte Lambro. Un censimento del febbraio 1580, volu-to dal parroco di Calvairate, sotto la cuigiurisdizione fu sottoposta per pochi me-si Merezzate, riporta che le due cascine,in totale, sommavano trentasette abitan-ti. Va ricordato anche che, per un certoperiodo, i due cascinali insieme forma-rono un unico comune autonomo. Nel 1870 il fondo di Merezzate venneaccorpato nel nuovo grande comune diMezzate, e vi rimase fino al 1925, annoin cui, assieme a Morsenchio, ne vennestaccato e inglobato nel comune di Mi-lano. Nel prossimo articolo esamineremo co-me sia mutata, nei secoli diciannovesi-mo e ventesimo, la tipologia delle colti-vazioni nella cascina, per giungere aquelle dei giorni nostri.

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Cascina Merezzate, realtà rurale della Zona 4A cura della Fondazione Milano Policroma - Testo di Riccardo Tammaro - fotografie di autori vari

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Il titolo già dice tutto: ” Milano è bella in bi-ci”. La nostra città è piena di bellezze da ve-dere e da ammirare cui non prestiamo mol-

ta attenzione. “In bici” perché la bicicletta è si-nonimo di libertà e di indipendenza e non c’èniente di meglio che dedicare qualche ora a sestessi coniugando il piacere di pedalare con ilpiacere di scoprire.Scoprire angoli remoti, spesso dimenticati, am-mirare balconi in stile rococò o facciate congraffiti neorinascimentali, palazzi che richia-mano castelletti medioevali, intenerirsi davan-ti ai putti che sorreggono con forza capitelli dimarmo, accorgersi che porte e portoni non so-no solamente il varco di casa ma veri e propripezzi di storia o ancora stupirsi del fatto chenon solo a Roma ritroviamo imponenti fonta-ne e grandi giochi d’acqua.L’autrice, Anna Pavan, ci propone con allegriae disimpegno venticinque itinerari a tema conuna certa ironia e libertà di lettura (due di que-sti sono di Pinuccia Carter, docente di Storiadella musica presso il conservatorio di Mila-no), cosicché posiamo aprire il capitolo che piùci interessa.Ce ne occupiamo su QUATTRO perché la scrit-trice abita nella nostra zona e perché numero-sissimi itinerari attraversano le nostre vie. Tra

l’altro questo è quanto facciamo anche noida anni, in particolare con la no-stra rubrica curata daMilano Poli-croma.“E’ una bel-lissima zona,verde, spazio-sa con tantissi-mo materialeda vedere” ciconfida nell’in-tervista.Porta degli esempiquali il monumen-to a Giuseppe Gran-di nell’omonimapiazza, le decorazio-ni in cotto di una bel-la facciata di un palaz-zo ottocentesco in via-le Montenero, nei din-torni di piazzale Libia gliinnumerevoli edifici pri-vati che catturano la nostra curiosità con bifo-re e graffiti neorinascimentali; e ancora in viaMelloni e in via Fiamma gli esempi di neoro-cocò si sprecano.

La zona è un’incredibile risor-sa di cultura ma molto spesso,un po’ per i restauri troppo co-stosi, un po’ per la poca valo-rizzazione e un po’ per questomaledetto vizio dei milanesi dicamminare guardandosi le scar-pe, si fa fatica ad accorgersene.Ogni itinerario/capitolo è arric-chito da numerose foto e occu-pa grosso modo quattro pagine;molto chiaro e schematico, ri-sulta ben comprensibile ancorpiù se ci si sofferma a ‘studia-re’ le cartine topografiche diogni capitolo che segnalano ilpercorso ciclocompatibile piùemozionante per ammirare quelche più c’interessa della nostracittà. “Non definitela comun-que ‘guida’”- sottolinea l’autri-ce - “è fantastico da leggere an-

che in poltrona!”Anna Pavan è da sempre una fervida sosteni-trice della bicicletta. E’ volontaria di Ciclobbyche è un’associazione cicloambientalista nataa Milano nel 1986 e che aderisce alla Federa-zione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB on-lus). Insegnante per molti anni prima alla scuo-la media Pascoli e poi alla Cipro, ha semprecreduto che la bicicletta fosse il migliore mez-zo di trasporto quotidiano sulle brevi distan-ze, eco-compatibile, conveniente ed effica-ce, complementare e spesso alternativo adaltre forme di mobilità in-quinanti.Si è sempre divertita adorganizzare ‘biciclettate’.La prima nel ’96 con ilmotto: “la bici per unaMilano più bella”. An-che a scuola, per i suoiragazzi, ideava itinera-

ri che passassero dalle loro viee case: “Aumenta senza dubbiol‘interesse”, ci ha confessato.Per di più ha dedicato gran par-te della sua vita alla musica. E’diplomata in pianoforte e hafondato il gruppo vocale ‘Ka-rakorum’ specializzato in poli-fonia rinascimentale e barocca.Non poteva quindi non dedica-re un capitolo per consigliarciuna visita sia a splendidi e rariesempi di iconografia musica-le, sia a veri e propri strumentiche sono gioielli della nostracittà come per esempio i due or-gani all’interno della Basilicadi Santa Maria della Passione.“E’ sicuramente un luogo co-mune dire che Milano è brutta”ci spiega l’autrice. “Quando pe-dalo per le strade sono semprecon il naso all’insù. Ormai è di-ventata una passione, una de-formazione professionale quel-la di cercare angoli nascosti”.Questo suo libro è proprio ilfrutto della sua passione. Dal-l’alto della sella di una bici la

realtà non sembra più la stessa.

Marcella Beltrame

“Milano è bella in bici” di Anna Pavaned. Meravigli – 10 euroLa pubblicazione del libro fa parte del proget-to RIBICI – La bicicletta come vettore di qua-lità ambientale urbana, coordinato da CiclobbyFIAB con la partecipazione di +BC, IRS, Le-gambiente Lombardia e Politecnico di Milano.E’ sostenuto dalla Fondazione Cariplo.

PEDALANDO NELLA NOSTRA STORIA

Mercoledì 20 settembrenell'ambito di Lombardiainbici e MilanoBiciFestival,

con Ciclobby e Gruppo Archeologico Ambrosiano

"Milano, capitale dell'Impero"Illustrazione dell'itinerario e spuntino con ricette

dell'antica Roma alle ore 19 presso Cascina Cuccagna,sede del Gruppo Archeologico Ambrosiano,

in via Muratori ang. Via Cuccagna.

Seguirà dalle ore 20 giro guidato.In caso di pioggia verrà prolungata la sosta

in Cascina in sostituzione del giro.

Costo: 8 euro. Posti disponibili: 30.Necessario prenotare in segreteria Ciclobby

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Qualcosa di più e di diver-so da una scuola di pittura:nell’Atelier di Gianna Be-rettini ed Ennio Cazzaniga(“E’ maestro della migliorfigurativa lombarda” hadetto di lui Philip Daverio),gli allievi, molti anche gio-vanissimi, sono personeche amano l’arte e voglio-no imparare ad esprimersicon la loro sensibilità, par-tendo da zero o avendo giàun proprio stile.

E in questo spazio, così co-lorato e un po’ caotico,mentre si dipinge si di-mentica tutto il resto, gli af-fanni e la frenesia delle no-stre giornate.L’Atelier si trova in via Pi-strucci 23 ed è aperto mer-coledì dalle 10 alle 12,martedì e giovedì dalle 17alle 19 a partire da metàsettembre: per informazio-ni telefonare allo 028056923 o al 347 2440200.

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CURIOSI PERRubrica a cura di Lorenzo Baio

✤ FIORITURE SETTEMBRINESiamo prossimi alla finedell’estate, e ormai so-no un bel ricordo leintense fioriture pri-maverili, ma nonmancano delicatefioriture in questomomento dell’an-no. Fra queste l’I-bisco (Ibiscus si-nensis), un arbustodal bel portamento,estremamente adattabi-le, di origine orientale, fio-risce da agosto fino alla fine di settembre, mostrando una vastagamma di fiori, dal bianco al viola con venature di rosso più omeno intenso, con petali interni o meno. In molti casi vienepiantato in associazione con un altro arbusto decorativo pocopiù alto: la Lagerstroemia (Lagerstroemia indica). Anche leidi origine cinese, con poche pretese, presenta invece infiore-scenze composte da molti piccoli fiori, con colori che vannodal bianco al rosa dal violetto al rosso pallido. Entrambe que-ste piante sono adatte a piccoli giardini, aiuole come in via Ber-gamo, via Comelico, piazzale Libia e via Maffei e a volte si ri-trovano lungo gli spartitraffico di molti viali.

✤ CERCASI ALBERIMi è stata posta ultima-mente una domanda a cuinon ho saputo risponderecon certezza immediata:“Perché laddove un albe-ro viene abbattuto, a vol-te, non viene sostituito im-mediatamente, ma si la-scia passare del tempo?”.Domandando ed indagan-do in giro, sono venutoparzialmente a capo dellaquestione, ma i motivi so-no, come spesso accade,molteplici. A volte siaspettano tempi tecnici,ovvero la prima stagionefavorevole per la piantumazione (autun-no o primavera). Altre volte tempi buro-cratici. In particolari casi, nel caso di ma-lattie fungine estremamente pericolose e

infettive, si attendono de-gli anni dopo la disinfe-zione per essere certi cheil parassita non sia piùpresente. Un esempio èquello del cancro coloratodel Platano, malattia cau-sata da un fungo (Cera-tocystis fimbriata), per cuiè stata istituita la lotta ob-bligatoria a livello euro-peo. Una volta invasa unapianta, bisogna tagliarla,distruggere ciò che rima-ne e disinfettare l’area;inoltre viene consigliatoun tempo di quarantenache arriva ai tre anni pri-

ma di poter ripiantare un nuovo albero. Vi-sta l’alta presenza di platani nella nostrazona, orienterei la mia risposta verso que-st’ultima versione.

Varietà di ibisco

Cani in passerellaNon portate il pedigree

Non è un concorso: piuttosto di unmomento di ritrovo e divertimento.Come lo sono i premi in palio, ad

esempio il premio Dumbo al quattro zam-pe con le orecchie più lunghe o Buonanot-te al cane che se la prenderà comoda a sfi-lare o Ritardatario al cane che verrà iscrit-to a manifestazione iniziata. Si tratta della 16° edizione del concorso or-ganizzato dall’associazione “Diamoci lazampa”, aperta a tutti i cani, con pedigreee non, che il 17 settembre avrà come pal-coscenico un ampio prato del Parco Forla-nini. Diamoci la zampa è un’associazione di vo-lontariato che si occupa da anni di sensibi-lizzare l’opinione pubblica sul problemadell’abbandono e del randagismo canino eche anche quest’anno vuol far conoscerequesto suo impegno ai cittadini milanesi.La kermesse canina ha inoltre l’obiettivo di

raccogliere fondi per i trovatelli, che pos-sono essere così assistiti, curati, vaccinati etatuati al fine poi di trovare loro un “vero”proprietario. A questo scopo, sfileranno inpasserella alcuni di questi cani abbandona-ti alla ricerca di una famiglia.L’ingresso alla manifestazione, “aperta atutti i cani anche non di razza” come ci di-ce Edgar Meyer, il portavoce di Diamoci lazampa, è da via Taverna al Parco Forlanini.L’iscrizione è aperta dalle 11 fino alle 14.30,ora in cui i simpatici quadrupedi inizieran-no a sfilare davanti alla giuria. La premia-zione delle varie categorie si terrà alle17.30. Per maggiori informazioni si posso-no chiamare questi numeri telefonici: 027532990 - 3338350786. Una cosa è certa, alla fine della manifesta-zione: di certo vincerà la simpatia.

S. B.

Iniziativa per il parco Formentano

“Ci siamo fatti in quattro per la Zonaquattro”. Con questo gioco di pa-role due negozi e due centri per

bambini della zona si stanno attivando per sen-sibilizzare, gli adulti in primo luogo, ma coin-volgendo anche i bambini, sul problema delleimmondizie che vengono lasciate nel parcoFormentano (Largo Marinai d’Italia). Miglio-rato rispetto a tempi passati, curato, ma… Ilma significa che spesso la pulizia, il rispettoper il posto, delle aree specificamente createviene meno ed ecco che la maleducazione del-le persone trasforma i prati, dove i bambini poigiocano a pallone, in discariche o disseminatida escrementi dei cani che qualche decina dimetri avanti potrebbero fare i loro bisogni ne-gli spazi loro riservati. Né dimentichiamo ivandalismi di cui sono oggetto le strutture dis-seminate nel parco: punti di soccorso diveltidal loro basamento, panchine usate come fo-gli sui quali scrivere sconcezze o frasi senzasenso (dove sono finiti i cuori con le inizialitrafitti dalla freccia?) o dove esprimere deli-ranti proclami contro le istituzioni, senza di-menticare gli scivoli dei piccoli i cui legni so-no costellati di frasi non certo di gente laurea-ta ad Oxford.

Per ovviare in parte a tutto questo ma sensibi-li soprattutto al tema pulizia, quattro giovanisignore, Cristina, Barbara, Lucia e Cinzia, pro-prietarie de La Locomotiva di Momo, La Val-le incantata, La Locomotiva di Momo Shop ela Casa de Pepa, hanno tradotto in pratica un’i-dea: coinvolgere genitori e bambini dando lo-ro appuntamento al parco per ripulirlo. Ognisabato, a rotazione, gli organizzatori aggre-gheranno genitori e bambini e, sacchetti in ma-no, via a raccogliere cartacce, bottiglie e quan-to altro rimane dai “bivacchi” notturni. Unaspecie di caccia al rifiuto per riconsegnare aibambini che affollano quotidianamente il par-co un luogo più vivibile e più pulito.Il prossimo appuntamento è per sabato 23 set-tembre alle 10 davanti all’area giochi del Par-co Formentano. L’intendimento delle attivepromotrici è la continuità nel tempo di questainiziativa, che si ampli il livello di partecipa-zione e che la loro idea serva a sensibilizzareanche le autorità su questa problematica.Chi volesse maggiori informazioni può chia-mare i seguenti numeri: 02 45496927 o 0254120698.

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I l Centro Artistico Culturale Milanese diViale Lucania 18, dopo i successi artisticidella passata stagione, riprende l’attività

con una grande manifestazione all’aperto:l’EXPO ARTE CORVETTO, Mostra di Pittu-ra, Scultura e Ceramica che avrà luogo

domenica 1° ottobre 2006dalle 9 alle 19

La Mostra, giunta alla 8° edizione, sarà alle-stita nel viale centrale alberato di Corso Lodi,tra Piazzale Corvetto e Via Bacchiglione. L’organizzazione è già partita e ci si aspetta unarassegna di grande livello. Possono partecipa-re gli artisti di Milano e fuori Milano: per iscri-versi alla Mostra telefonare al n° 0257402966entro venerdì 29 settembre. Ad ogni esposito-re verrà assegnato uno spazio di 5 metri linea-ri. Un’apposita Giuria composta da esperti d’ar-te valuterà le opere esposte e le più meritevoliverranno premiate alla presenza di personalitàdell’arte e della cultura milanese. La manife-stazione ha avuto il patrocinio e il contributodel Consiglio di Zona 4.

I l Centro Artistico Culturale Milanese,organizzatore della Mostra, è una fra le piùimportanti associazioni artistiche milane-

si che da oltre 40 anni promuove senza sostal’amore per l’arte e la cultura nel territorio. As-sociazione senza scopo di lucro, svolge un’in-tensa attività promuovendo mostre d’arte, con-ferenze culturali e corsi di Pittura, Scultura eDecoro su Ceramica in tutti i giorni della set-timana, aperti a tutti gli appassionati. Per la stagione 2006/2007 i corsi si svolgeran-no con il seguente programma:■ Lunedì Pittura a olio■ Martedì Pittura ad acquerello ■ Mercoledì Ceramica ■ Giovedì Pittura ad acquerello■ Venerdì SculturaInoltre, il Centro Artistico Culturale Milanesemette a disposizione il suo ampio SALONEESPOSITIVO per mostre personali e collet-tive di Artisti, una interessante opportunità perfarsi conoscere e presentare le proprie opere. I soci del Centro Artistico Culturale Milanese so-no attualmente oltre 150. Tutti possono iscriversiversando una quota di quaranta Euro all’anno.

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Sabato 21 ottobre 2006CA’, CUSINA, STALA E CASSINA

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Sabato 25 e domenica 26 novembre 2006OTELLO E JAGO CORDAMI E SPAGO

Sabato 16 dicembre 2006UN CANTO PER TUTTO L’ANNO

Sabato 13 gennaio 2007HELLO DOLLY

Sabato 27 gennaio 2007COSI’ E’ SE VI PARE

Sabato 10 febbraio 2007LA GUERRA DI TROIA NON SI FARA’

Sabato 17 e domenica 18 febbraio 2007*LA CULPA L’E’ SEMPER DI OMEN

Sabato 10 marzo 2007IL CAVALIERE DELLE DAME e

IL MISANTROPO E L’ACQUAIOLO

Sabato 24 marzo 2007CHE SA’ DA FA’ PER CAMPA’

CONOSCERE MOZARTalla Palazzina Liberty

L’Associazione Amici della Musica Milano propone una iniziativa dal titolo CONOSCE-RE MOZART - Vita e opere del grande genio salisburghese...in giro per le periferie, chesi prefigge come obiettivo principale di avvicinare un pubblico nuovo e non abituale fre-quentatore delle sale da concerto alla figura e all’opera di Mozart, portando in diverse zo-ne di Milano due spettacoli. Il primo appuntamento è alla Palazzina Liberty, di Largo Ma-rinai d’Italia, venerdì 6 ottobre 2006 ore 21.00. Verrà rappresentata l’Opera

BASTIANO E BASTIANASingspiel in un atto di W.A.Mozart

Coordinamento artistico di Davide RoccaCamerata dei Laghi ensemble strumentale

INGRESSO GRATUITO

Almeno 4 sono le voci di un coro polifo-nico: Bassi, Tenori, Contralti, So-prani. Almeno 4 sono i benefici per chi

partecipa a un coroBuona musica da conoscere,Tempo libero impegnato bene,Canto che apre i polmoni e il cuore,Socializzare con persone diverse unite da unapassione comune.Da alcuni anni presso il circolo ARCI “Pessi-na” di Chiaravalle il lunedì sera un gruppo dipersone si incontra per cantare, guidate dalMaestro Nicola Zanoni:Ben preparato (canta lui stesso e suona a livel-lo professionale)Tenace e temerario (non ha avuto timore di far-si carico di un nutrito gruppo di ilettanti, otte-nendo il meglio da loro) Capace, competente e carismaticoSimpatico, singolare nel proporre brani musi-

cali del 500-600Quasi nessuno dei coristi legge la musica, matutti hanno imparato cantando il valore dellenote e delle pause, a seguirle sul pentagrammae a curare l’ intensità dei suoni.La sera del 30 settembre alle 21, ACCO-RARCI si esibirà insieme ad altri cori, pres-so l’abbazia di Chiaravalle, presentando al-cuni raffinati madrigali, tra il serio e il go-liardico.Nell’ invitarvi a venire a sentire il nostro cororivolgiamo un ulteriore invito a chi ama la mu-sica corale di venire a trovarci presso il circo-lo Arci “Pessina” in Via San Bernardo 17 ognilunedì sera dalle 21 alle 23 e unirvi a noi.E’ possibile contattarci ai seguenti indirizzi:cor.arc @ tiscali.it - Nicola 338 8736618; Ti-ziana 339 6916040. Altre informazioni sul si-to www.chiaravalle-milano.it alle voci Asso-ciazioni, Coro Accorarci.

B, T, C, SLettere chiave del coro “ACCORARCI”

I corsi della AssociazioneLuisa Berardi

via degli Etruschi 5

Anche quest’anno organizziamo da metàottobre corsi per adulti di lingue stranieree yoga.

INGLESEmercoledì mattina 9.00-10.15/10.30-12.00 Livelli: principianti ed elementare

SPAGNOLOlunedì o martedì sera 18.30–20.00 o 19.00-20.30 circaLivelli: principianti ed elementare/inter-medio

YOGA (solo per signore)Martedì mattina 11.00-12.00

POSTI LIMITATI A MAX 10ISCRITTI PER GRUPPO

Per info: 328 62 41 767

Il Centro Artistico Culturale Milanesepromuove la 8° edizione per l’EXPO ARTE CORVETTO

E’in corso la Festa della Cooperazio-ne 2006 a Rogoredo, un appunta-mento promosso dalle realtà co-

operative di Rogoredo (Coop. Edificatrice,Coop. Rogoredo Sviluppo, Comitato soci co-op Rogoredo-Piazza Lodi), in collaborazio-ne con la Società sportiva Rogoredo 84 e ilCircolo Culturale Mondini. Il programma prevede iniziative ricreative,sportive e di solidarietà; in particolar modosignificativa la V edizione di “A pesca conpapà” che permette a moltissimi ragazzi dis-abili di passare un piacevolissimo pomerig-gio andando a pescare presso un vivai (par-tenza in pullman per il campo di gara sabato

16 settembre alle ore 13.30).La giornata più intensa di iniziative è dome-nica 17 presso il parco di via Medea.Vi segnaliamo:■ ore 10.30 “Cooperazione Città”. Incontro

dei cooperatori con gli amministratori pub-blici di Milano e Provincia

■ ore 12.30 aperitivo per tutti■ ore 13.00 pranzo sociale (con prenotazione)Nel pomeriggio, musica, attività e animazio-ni per grandi e bambini, merenda nel parco,Casetta degli animali, “Giochiamo con il ca-ne”, dimostrazioni e consigli di Cinzia Stefa-nini, Federico D’alessandro e Lucia Pannese.Perché non fare un salto?

FESTA DELLA COOPERAZIONEA ROGOREDO

Per informazioni: tel/fax 02 5391552 - 02 57402966www.centroartisticoculturalemilanese.it

Page 16: SGE Servizi Grafici Editoriali Antonio Ferrari. L’area di Porta ...Editore: Associazione degli amici della zona 4. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione:

I l Centro Artistico Culturale Milanese diViale Lucania 18, dopo i successi artisticidella passata stagione, riprende l’attività

con una grande manifestazione all’aperto:l’EXPO ARTE CORVETTO, Mostra di Pittu-ra, Scultura e Ceramica che avrà luogo

domenica 1° ottobre 2006dalle 9 alle 19

La Mostra, giunta alla 8° edizione, sarà alle-stita nel viale centrale alberato di Corso Lodi,tra Piazzale Corvetto e Via Bacchiglione. L’organizzazione è già partita e ci si aspetta unarassegna di grande livello. Possono partecipa-re gli artisti di Milano e fuori Milano: per iscri-versi alla Mostra telefonare al n° 0257402966entro venerdì 29 settembre. Ad ogni esposito-re verrà assegnato uno spazio di 5 metri linea-ri. Un’apposita Giuria composta da esperti d’ar-te valuterà le opere esposte e le più meritevoliverranno premiate alla presenza di personalitàdell’arte e della cultura milanese. La manife-stazione ha avuto il patrocinio e il contributodel Consiglio di Zona 4.

I l Centro Artistico Culturale Milanese,organizzatore della Mostra, è una fra le piùimportanti associazioni artistiche milane-

si che da oltre 40 anni promuove senza sostal’amore per l’arte e la cultura nel territorio. As-sociazione senza scopo di lucro, svolge un’in-tensa attività promuovendo mostre d’arte, con-ferenze culturali e corsi di Pittura, Scultura eDecoro su Ceramica in tutti i giorni della set-timana, aperti a tutti gli appassionati. Per la stagione 2006/2007 i corsi si svolgeran-no con il seguente programma:■ Lunedì Pittura a olio■ Martedì Pittura ad acquerello ■ Mercoledì Ceramica ■ Giovedì Pittura ad acquerello■ Venerdì SculturaInoltre, il Centro Artistico Culturale Milanesemette a disposizione il suo ampio SALONEESPOSITIVO per mostre personali e collet-tive di Artisti, una interessante opportunità perfarsi conoscere e presentare le proprie opere. I soci del Centro Artistico Culturale Milanese so-no attualmente oltre 150. Tutti possono iscriversiversando una quota di quaranta Euro all’anno.

PROMOZIONE ABBONAMENTI

Il presente coupon dà diritto a sottoscrivereun abbonamento

alla stagione del Teatro Oscar a prezzo ridotto nei giorni feriali

ABBONAMENTO A 8 SPETTACOLI 8 110,00 (poltronissima)

15

via Andrea Maffei 29 – tel 02 5455615 e-mail: [email protected]

STAGIONE TEATRALE 2006-2007

* FUORI ABBONAMENTO

ABBONAMENTI STAGIONE 2006-2007La sottoscrizione dell’abbonamento per la stagione 2006-2007 riserverà un posto

fisso per 10 spettacoli di prosa ai seguenti prezzi:INTERO 8 60.00 – RIDOTTO 8 50.00

(giovani sino a 25 anni, adulti oltre i 60 anni)

Sabato 21 ottobre 2006CA’, CUSINA, STALA E CASSINA

Sabato 11 novembre 2006CI VEDREMO AD HARWARD

Sabato 25 e domenica 26 novembre 2006OTELLO E JAGO CORDAMI E SPAGO

Sabato 16 dicembre 2006UN CANTO PER TUTTO L’ANNO

Sabato 13 gennaio 2007HELLO DOLLY

Sabato 27 gennaio 2007COSI’ E’ SE VI PARE

Sabato 10 febbraio 2007LA GUERRA DI TROIA NON SI FARA’

Sabato 17 e domenica 18 febbraio 2007*LA CULPA L’E’ SEMPER DI OMEN

Sabato 10 marzo 2007IL CAVALIERE DELLE DAME e

IL MISANTROPO E L’ACQUAIOLO

Sabato 24 marzo 2007CHE SA’ DA FA’ PER CAMPA’

CONOSCERE MOZARTalla Palazzina Liberty

L’Associazione Amici della Musica Milano propone una iniziativa dal titolo CONOSCE-RE MOZART - Vita e opere del grande genio salisburghese...in giro per le periferie, chesi prefigge come obiettivo principale di avvicinare un pubblico nuovo e non abituale fre-quentatore delle sale da concerto alla figura e all’opera di Mozart, portando in diverse zo-ne di Milano due spettacoli. Il primo appuntamento è alla Palazzina Liberty, di Largo Ma-rinai d’Italia, venerdì 6 ottobre 2006 ore 21.00. Verrà rappresentata l’Opera

BASTIANO E BASTIANASingspiel in un atto di W.A.Mozart

Coordinamento artistico di Davide RoccaCamerata dei Laghi ensemble strumentale

INGRESSO GRATUITO

Almeno 4 sono le voci di un coro polifo-nico: Bassi, Tenori, Contralti, So-prani. Almeno 4 sono i benefici per chi

partecipa a un coroBuona musica da conoscere,Tempo libero impegnato bene,Canto che apre i polmoni e il cuore,Socializzare con persone diverse unite da unapassione comune.Da alcuni anni presso il circolo ARCI “Pessi-na” di Chiaravalle il lunedì sera un gruppo dipersone si incontra per cantare, guidate dalMaestro Nicola Zanoni:Ben preparato (canta lui stesso e suona a livel-lo professionale)Tenace e temerario (non ha avuto timore di far-si carico di un nutrito gruppo di ilettanti, otte-nendo il meglio da loro) Capace, competente e carismaticoSimpatico, singolare nel proporre brani musi-

cali del 500-600Quasi nessuno dei coristi legge la musica, matutti hanno imparato cantando il valore dellenote e delle pause, a seguirle sul pentagrammae a curare l’ intensità dei suoni.La sera del 30 settembre alle 21, ACCO-RARCI si esibirà insieme ad altri cori, pres-so l’abbazia di Chiaravalle, presentando al-cuni raffinati madrigali, tra il serio e il go-liardico.Nell’ invitarvi a venire a sentire il nostro cororivolgiamo un ulteriore invito a chi ama la mu-sica corale di venire a trovarci presso il circo-lo Arci “Pessina” in Via San Bernardo 17 ognilunedì sera dalle 21 alle 23 e unirvi a noi.E’ possibile contattarci ai seguenti indirizzi:cor.arc @ tiscali.it - Nicola 338 8736618; Ti-ziana 339 6916040. Altre informazioni sul si-to www.chiaravalle-milano.it alle voci Asso-ciazioni, Coro Accorarci.

B, T, C, SLettere chiave del coro “ACCORARCI”

I corsi della AssociazioneLuisa Berardi

via degli Etruschi 5

Anche quest’anno organizziamo da metàottobre corsi per adulti di lingue stranieree yoga.

INGLESEmercoledì mattina 9.00-10.15/10.30-12.00 Livelli: principianti ed elementare

SPAGNOLOlunedì o martedì sera 18.30–20.00 o 19.00-20.30 circaLivelli: principianti ed elementare/inter-medio

YOGA (solo per signore)Martedì mattina 11.00-12.00

POSTI LIMITATI A MAX 10ISCRITTI PER GRUPPO

Per info: 328 62 41 767

Il Centro Artistico Culturale Milanesepromuove la 8° edizione per l’EXPO ARTE CORVETTO

E’in corso la Festa della Cooperazio-ne 2006 a Rogoredo, un appunta-mento promosso dalle realtà co-

operative di Rogoredo (Coop. Edificatrice,Coop. Rogoredo Sviluppo, Comitato soci co-op Rogoredo-Piazza Lodi), in collaborazio-ne con la Società sportiva Rogoredo 84 e ilCircolo Culturale Mondini. Il programma prevede iniziative ricreative,sportive e di solidarietà; in particolar modosignificativa la V edizione di “A pesca conpapà” che permette a moltissimi ragazzi dis-abili di passare un piacevolissimo pomerig-gio andando a pescare presso un vivai (par-tenza in pullman per il campo di gara sabato

16 settembre alle ore 13.30).La giornata più intensa di iniziative è dome-nica 17 presso il parco di via Medea.Vi segnaliamo:■ ore 10.30 “Cooperazione Città”. Incontro

dei cooperatori con gli amministratori pub-blici di Milano e Provincia

■ ore 12.30 aperitivo per tutti■ ore 13.00 pranzo sociale (con prenotazione)Nel pomeriggio, musica, attività e animazio-ni per grandi e bambini, merenda nel parco,Casetta degli animali, “Giochiamo con il ca-ne”, dimostrazioni e consigli di Cinzia Stefa-nini, Federico D’alessandro e Lucia Pannese.Perché non fare un salto?

FESTA DELLA COOPERAZIONEA ROGOREDO

Per informazioni: tel/fax 02 5391552 - 02 57402966www.centroartisticoculturalemilanese.it