Sommario
REPORT AMBIENTALE 2014
2 Introduzione Presidente SAFE
4 SAFE: il contatto privilegiato con i valori dei consorzi Ecoped, EcoR’it e Ridomus • La mission• I servizi• I numeri del gruppo SAFE • I consorzi• Organizzazione e struttura operativa• Lavorare in SAFE• La rete dei partner operativi e la loro distribuzione territoriale
24 SAFE dalla parte buona• ECOGuard: il punto di partenza• Weeelabex
32 Performance ambientale
32 Performance economica
33 I nostri numeri• RAEE domestici• Pile portatili• Batterie piombo – industriali ed avviamento• RAEE professionali• Toner• Altri rifiuti da ufficio
48 Approfondimenti• I dati SAFE a tutela dell’ambiente
parte prima
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Siamo felici di poter condividere con voi, e per la prima volta come gruppo SAFE, attraverso il nostro report collettivo di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, le attività svolte nel corso del 2014.Un impegno di trasparenza che Ecoped, ecoR’it e Ridomus, rappresentate da SAFE, mettono a vostra disposizione.Il report è disponibile anche in versione digitale facendone richiesta alla segreteria SAFE ([email protected]).
Siamo qui da molto ma è come se fossimo appena arrivati.Sì, perché dalla nostra abbiamo l’esperienza di una gestione consolidata negli anni come entità singole, eppure ci sentiamo spinti da un’energia nuova, da una forza motrice che solo la giovinezza riesce a donare, quella
voglia di trasformare i sogni in stimoli e gli stimoli in progetti concreti.
Ed è questo che SAFE rappresenta per tutti noi, non solo un elemento iconografico da applicare su carta stampata o business card ma quel fil rouge che, nonostante i differenti punti di forza dei singoli, ci guida verso un’identità collettiva condivisa votata alla trasparenza e alla partecipazione reciproca.Non sono mancate le difficoltà e non mancheranno, d’altronde ogni evoluzione porta con sé anche la ricerca di nuove simmetrie, ma siamo certi che è nell’eterogeneità equilibrata che risiede la forma più alta di coopartecipazione.
Il 2014 ha rappresentato per tutti noi l’anno del cambiamento, ci siamo infatti strutturati
“C’è da considerare anche l’inquinamento prodotto dai rifiuti, compresi quelli pericolosi presenti in diversi ambienti. Si producono centi naia di milioni di tonnellate di rifiuti l’anno, molti dei quali non biodegradabili: rifiuti domestici e commerciali, detriti di demolizioni, rifiuti clinici, elettronici o industriali, rifiuti altamente tossici e radioattivi. La terra, nostra casa, sembra trasfor marsi sempre più in un immenso deposito di im mondizia. In molti luoghi del pianeta, gli anziani ricordano con nostalgia i paesaggi d’altri tempi, che ora appaiono sommersi da spazzatura. Tanto i rifiuti industriali quanto i prodotti chimici uti lizzati nelle città e nei campi, possono produrre un effetto di bio-accumulazione negli organismi degli abitanti delle zone limitrofe, che si verifi ca anche quando il livello di presenza di un elemento tossico in un luogo è basso. Molte volte si prendono misure solo quando si sono prodotti effetti irreversibili per la salute delle persone”. PAPA FRANCESCO, LETTERA ENCICLICA LAUDATO SÌ
“L’ANNO DEL CAMBIAMENTO”
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come Gruppo e in modo unito abbiamo affrontato le modifiche apportate dal decreto legislativo 49/2014, che ha incorporato in unico testo la vigente normativa in materia di RAEE. Le nostre storie individuali, iniziate tra il 2005 e il 2006, raccontano una realtà che ha sempre mirato all’eccellenza e all’innovazione nell’ambito delle categorie AEE Ped (piccoli elettrodomestici), ICT (Information and Communication Technology) e condizionatori, oltre che nella gestione di pile e accumulatori esausti. Come SAFE ci impegniamo a fare sempre di più, perché è nostro dovere etico spingerci sempre al massimo per meritare la fiducia delle 1.124 aziende che rappresentiamo e per le quali abbiamo effettuato una raccolta pari a 50.726 tonnellate con 22.600 missioni di ritiro effettuate solo nel 2014: adagiarsi sugli allori è un lusso che non possiamo, e non vogliamo, permetterci.
In linea con la nostra mission aziendale, nel totale rispetto dell’ecosistema e delle volontà dei nostri Soci, abbiamo puntato a salvaguardare gli alti standard che da sempre contraddistinguono i nostri consorzi, incoraggiando programmi all’avanguardia e servizi dedicati per l’intera filiera di gestione dei rifiuti.L’azione preventiva ha rappresentato un obiettivo primario per lo sviluppo di quello
che costituisce, oggi, un modello unico di controllo nella gestione della tracciabilità dei RAEE: ECOGuard, programma volto a garantire un efficiente riutilizzo delle risorse naturali e a consentire ai soci e al mercato di reintrodurle in nuovi cicli produttivi.
L’elevato profilo qualitativo di SAFE è sottolineato, inoltre, dal riconoscimento delle certificazioni ISO 9001:2008 e ISO 14001:2004, rilasciate da parte dell’ente certificatore TÜV ai singoli consorzi. È molto importante per noi dare il nostro contributo costruttivo al dibattito generale in materia di politica dei rifiuti elettronici e affrontare le questioni derivanti dalla legislazione europea in materia di RAEE. Ad oggi, infatti, il non corretto trattamento e smaltimento dei RAEE rappresenta un problema aperto a cui è necessario rivolgere attenzioni e risorse dedicate perché purtroppo le norme a tutela del corretto ciclo di gestione dei RAEE vengono spesso sottovalutate e aggirate.
Questo report rappresenta per noi l’opportunità di far conoscere la nostra nuova realtà e ci auguriamo che possiate condividere con noi la dedizione, oltre che l’impegno, che ogni giorno poniamo nel nostro lavoro.
Alessandro Lama – Presidente SAFE
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SAFE non è solo la concretizzazione di un progetto di condivisione delle competenze e delle migliori pratiche implementato, primo caso in Italia, da tre dei consorzi RAEE più rappresentativi (cui si aggiunge anche Ecopower, consorzio per la gestione di raccolta e smaltimento delle batterie a piombo). Un’idea che racchiude nel suo stesso nome la sicurezza di un volere continuo a migliorare e a migliorarsi.
Un impegno che rappresenta non solo l’accorpamento di realtà differenti, ma la creazione di un nuovo Gruppo fondato su competenze, responsabilità e valori condivisi.
Prima coopetitors, oggi insieme per prosperare nel la celebrazione del le rispettive competenze chiave, cercando
di propagare un modello evoluto in grado di proteggere in primis i valori ambientali e quelli dei brand dei consorziati.
Un nuovo Gruppo, fondato sulla trasparenza delle attività svolte, con l’obiettivo di salvaguardare e tutelare i profil i di responsabilità degli attori coinvolti nelle molteplici fasi della gestione dei rifiuti. Quattro sistemi collettivi: dalla gestione di tutte le categorie AEE, con particolare focus alla filiera Ped (piccoli elettrodomestici) e ICT (Information and Communication Technology), alla responsabilità della gestione di pile e accumulatori esausti, al recupero dei condizionatori.
Un innesto comune improntato sull’etica del riciclo.
SAFE: IL CONTATTO PRIVILEGIATOCON I VALORI DEI CONSORZIECOPED, ecoR’it e RIDOMUS
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IL POLO POSITIVO
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SAFE garantisce, nel totale rispetto dell’ambiente, la gestione certificata dei rifiuti tecnologici, dei rifiuti di pile e accumulatori e dei consumabili esausti mantenendo elevati standard.
Per questo motivo poniamo un’assidua attenzione verso il mantenimento di controlli
certificati su tutta la filiera affidandoci a specifici modelli di trasparenza nel trattamento dei rifiuti.SAFE rappresenta la certezza di una gestione dei rifiuti orientata al mercato e alla qualità, nel rispetto della volontà dei propri Soci, trasformando le attività tipiche dei consorzi in servizi immediatamente fruibili dai consorziati.
LA MISSION
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SAFE, in quanto collettore dei vari Sistemi Collettivi che rappresenta, si affida a strutture dedicate e qualificate nella fornitura di servizi per il ritiro, trasporto, riciclo e trattamento del le apparecchiature e lettr iche ed elettroniche e dei rifiuti di pile e accumulatori in conformità con le norme specifiche.
Qualità, efficienza, produttività e puntualità caratterizzano i servizi erogati, volti sia alla gestione dei rifiuti provenienti dal circuito domestico (B2C) sia a quelli professionali (B2B).
Le attività previste che rientrano nella diretta competenza del Gruppo sono:
1) il ritiro dei rifiuti presso: - centri di raccolta comunali e luoghi di raggruppamento assegnati annualmente dal Centro di Coordinamento RAEE (CDCRAEE) sulla base delle quote
market share relative detenute dai Sistemi Collettivi (RAEE domestici); - impianti di Trattamento RAEE, Grandi Utilizzatori, Centri di Stoccaggio e Luoghi di Raggruppamento assegnati ai consorzi dal centro di Coordinamento Nazionale Pile ed Accumulatori (PILE PORTATILI); - imprese;
2) il trasporto agli impianti di trattamento; 3) il trattamento adeguato del rifiuto.
Per quanto concerne la gestione operativa, il Gruppo si è dotato di un’efficiente struttura interna e di qualificati partner per il trasporto ed il trattamento, scrupolosamente selezionati e monitorati sulla base di rigorosi standard di performance ambientali e di efficienza operativa.
I SERVIZI
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LA RACCOLTA:RAEE DOMESTICI E PILE PORTATILI
Raggruppa
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Raggruppa
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All’interno dei Centri di Raccolta i RAEE domestici vengono gestiti e stoccati secondo una precisa suddivisione in 5 diversi Raggruppamenti, seguendo una procedura che tiene conto delle esigenze di trattamento e riciclo:
• Raggruppamento R1, riunisce al suo interno tutte le apparecchiature refrigeranti: frigoriferi, congelatori e apparecchi per il condizionamento;
• Raggruppamento R2, indica i cosiddetti “Grandi bianchi”: ad esempio lavatrici, lavastoviglie e forni a microonde;
• Raggruppamento R3 , comprende televisori e monitor;
• Raggruppamento R4, racchiude tutti i PED (Piccoli Elettrodomestici), CE (Elettronica di Consumo), utensili, giocattoli e Home Fitness, ITC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) e apparecchiature illuminanti. Ne sono un esempio: aspirapolvere, macchine per cucire, ferri da stiro, friggitrici, frullatori, computer (unità centrale, mouse,
tastiera), stampanti, fax, telefoni cellulari, videoregistratori, apparecchi radio;
• Raggruppamento R5, è dedicato alle sorgenti luminose: neon, lampade a risparmio, a vapori di mercurio, sodio, ioduri;
• Raggruppamento P1, pile e accumulatori portatili, dalle stilo alle pile a bottone passando per tutte le batterie di cellulari e altre apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Oltre alle attività effettuate su direttiva dei Centri di Coordinamento SAFE, attraverso i propri Sistemi Collettivi, gestisce anche il ritiro dei RAEE professionali, rifiuti prodotti da:
- aziende consorziate;- imprese facenti parte delle reti dei consorziati;- enti Pubblici;
promuovendo specifici programmi studiati per garantire un’efficiente e trasparente gestione della filiera.
Raggruppa
men
to P
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Sistema nazionale volontario per la raccolta capillare, efficiente ed economica dei toner esausti, attivo per il ritiro presso gli utenti finali ed i rivenditori. Il programma nasce al fine di recuperare correttamente le cartucce di toner esausto: solo in Italia infatti se ne utilizzano oltre 7 milioni all’anno. Per questo R’itoner è divenuto nel tempo un punto di riferimento per il trattamento di questo specifico rifiuto svolto in nome e per conto dei produttori di stampanti.
I destinatari di questo peculiare servizio sono
le aziende utilizzatrici di stampanti (clienti finali oppure dealer).Il programma è attivo su tutto il territorio nazionale e mette a disposizione un contact center, un sito dedicato, uno starter-kit informativo e appositi ecobox per la raccolta dei consumabili esausti, che verranno avviati a trattamento con garanzia di totale recupero delle materie prime seconde. R’itoner utilizza, da sempre, le migliori tecnologie disponibili e assicura la garanzia della tracciabilità del rifiuto sino all’impianto di destinazione finale nel pieno rispetto dell’ambiente.
Wast-e rappresenta una risposta concreta alla necessità di molte aziende di interfacciarsi con un unico interlocutore affidabile, trasparente e rispettoso dell’ambiente per la gestione di tutti quei rifiuti prodotti in ambito professionale (RAEE, consumabili esausti, pile e accumulatori, batterie esauste, carta e cartone, imballaggi, sorgenti luminose e altro).
Nello specifico, il programma permette:– ai Produttori di AEE, di offrire servizi
accessori ai propri dealer con condizioni di vantaggio rispetto al mercato;– ai Dealer, la possibilità di ricevere un servizio affidabile e puntuale eliminando così difficoltà di negoziazione e tempi lunghi per la scelta del fornitore;– ai clienti finali, uffici e professionisti, l’opportunità di godere di un servizio ad hoc con un unico interlocutore per la gestione di varie tipologie di rifiuti prodotti e la garanzia di un approccio rigoroso e puntuale per una corretta gestione ambientale.
R’ITONER
WAST-E
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È il servizio dedicato ai soggetti obbligati, che prevede il ritiro gratuito dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature e Elettriche ed Elettroniche) dal consumatore/cliente all’atto dell’acquisto di una nuova apparecchiatura equivalente (AEE).
I Distributori, i Centri di Assistenza, gli Installatori e tutti coloro che effettuano televendita e vendita elettronica, possono avvalersi della consulenza di un team di esperti per richiedere le necessarie autorizzazioni
all’Albo Nazionale dei Gestori ambientali.A supporto del servizio Uno contro Uno il programma EASYRAEE, un portale dedicato da cui è possibile ricavare la documentazione utile per attuare le procedure, tenere traccia delle diverse missioni e usufruire di un archivio digitale per la gestione dei formulari.
Grazie a questo servizio è inoltre possibile risalire ad ogni singola richiesta di ritiro poiché tutte le transazioni sono tracciate e consultabili online in tempo reale.
UNO CONTRO UNO
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Il programma ECOVolt affonda le sue radici in un mercato relativamente giovane, ma che rappresenta il primo passo verso un futuro-presente più ecosostenibile e votato ai valori di tutela del patrimonio ambientale: quello degli impianti fotovoltaici e, di conseguenza, del riciclo a fine vita dei PFV, pannelli fotovoltaici.ECOVolt rappresenta una conferma, essendo anche uno dei pochi sistemi accreditati dal GSE e dal centro di Coordinamento RAEE per la riqualificazione dei moduli fotovoltaici, con il valore aggiunto della sicurezza garantita da un grande sistema e la garanzia della massima efficienza lungo tutta la filiera di recupero.
Attenersi ai giusti procedimenti e alle normative in vigore, con un modello operativo “alla luce del sole”, resta estremamente importante per massimizzare il recupero delle risorse naturali che in particolari impianti,
come quelli fotovoltaici, rappresentano un surplus non trascurabile e valorizzabile in nuovi cicli produttivi con elevate percentuali di recupero.
L’adesione ai servizi ECOVolt prevede l’aggiornamento normativo e garantisce un modello di finanziamento trasparente e sostenibile a spese contenute.
Sarà possibile, infatti, interfacciarsi con un costo trasparente costruito sul parametro della tipologia di modulo e della geolocalizzazione del rifiuto.Grazie a questo sistema, se al momento del ritiro il valore delle materie prime seconde contenute nel rifiuto sarà superiore al costo della sua gestione, anche il PFV potrà essere considerato una risorsa producendo un vantaggio economico per le aziende iscritte al progetto.
ECOVolt
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TUTTI I SERVIZI ELENCATI (WAST-E, R’ITONER, UNO CONTRO UNO, ECOVOLT) VENGONO EROGATI IN ASSENZA DI SCOPO DI LUCRO, GRAZIE AL FINANZIAMENTO DEI PRODUTTORI ADERENTI AL GRUPPO, CONSAPEVOLI CHE UN LORO IMPEGNO FINANZIARIO DIRETTO È NECESSARIO PER DARE IMPULSO A QUESTO MERCATO TROPPO SPESSO SILENTE.
Un procedimento comunque a doppio binario, volto a premiare il rapporto di fiducia tra le parti. In alcuni casi, infatti, i detentori sono premiati con riconoscimenti economici in funzione dell’andamento del mercato delle materie prime seconde.
É onere del Gruppo, inoltre, fornire servizi di consulenza ambientale e gestione documentale.Le competenze maturate in campo ambientale, in particolare relative alla corretta gestione dei rifiuti aziendali, sono rese disponibili a tutti i consorziati e clienti per facilitare la connessione tra gli attori coinvolti.Esperti qualificati sono in grado di offrire consulenza relativa all’intera filiera di gestione dei rifiuti ed in particolare sulle modalità di presentazione delle pratiche all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali.
Formazione on site e successiva attività di monitoraggio rappresentano per SAFE un incentivo determinante nella corsa all’eccellenza.Al fine di tutelare la responsabilità estesa del Produttore, spesso resa vulnerabile dalla scarsità di competenze specifiche o dall’assenza di risorse interne dedicate, il Gruppo propone un servizio strutturato che prevede un’analisi iniziale sulla base della quale vengono pianificati gli eventuali adeguamenti, il supporto per la scelta dei codici da attribuire al rifiuto e per la compilazione dei formulari e, se necessaria, l’analisi e la caratterizzazione del rifiuto.Un servizio a 360 gradi che accompagna consorziati e clienti per tutto il rapporto collaborativo e che ha come obiettivo la semplificazione dell’intero meccanismo.Ecco perché anche dal punto di vista tecnico-operativo viene offerta l’archiviazione della documentazione, il controllo delle autorizzazioni, la tracciatura delle transazioni, lo storico dei registri di carico e scarico, la compilazione e la trasmissione del MUD, il tutto avvalendosi dei migliori mezzi disponibili e di portali dedicati.Inoltre, i Produttori di AEE e Pile ed Accumulatori possono usufruire del servizio di presentazioni pratiche ai Registri Nazionali.
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I NUMERI DEL GRUPPO SAFE - 2014
4 consorzi
1.124imprese rappresentate
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Ritiri annuali
22.600
Tonnellate di rifiuti gestiti
50.726
Risparmio di Co2
47.026 ton CO2eq
Risparmio di energia RAEE
760.167GJMaterie prime seconderecuperate dai RAEE
21.726 ton
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Ecoped è il consorzio nazionale per la gestione dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), pile e accumulatori (Ri.P.A.). Nasce nel gennaio 2006 per volontà di un numeroso gruppo di produttori che intendono garantire lo sviluppo di progetti sostenibili dal punto di vista ambientale, economico ed etico. Ricerca, innovazione, prevenzione e controllo perché stare “dalla parte buona” è questione di dedizione, oltre che di impegno. Ecoped conta attualmente oltre 450 aziende associate.
ecoR’it è un Sistema Collettivo multifiliera senza scopo di lucro, nato nel 2005 per garantire la corretta gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) professionali e domestici, operativo anche per la gestione dei rifiuti di pile e accumulatori. Nel rispetto delle specificità di ogni filiera, ecoR’it è la soluzione unica per tutti i “produttori” di AEE e di pile e accumulatori: un solo interlocutore per garantire massima trasparenza e il costante necessario aggiornamento tecnico legale. ecoR’it conta attualmente oltre 600 aziende associate.
Ridomus, consorzio nazionale per il riciclo dei condizionatori, nasce nel 2006, senza scopo di lucro, nell’ambito dell’Associazione Nazionale Industrie Apparecchi Domestici
e Professionali (federata ANIE e aderente a CONFINDUSTRIA). Con circa 50 soci produttori, per una market share del 60% nel settore del condizionamento.
Ecopower, un’idea che nasce e si sviluppa come risposta concreta ad una necessità primaria: trasformare le batterie esauste da rifiuto a risorsa. Ecco perché Ecopower si occupa proprio di gestire i rifiuti derivanti dagli accumulatori esausti su tutto il territorio nazionale servendo una rete di punti di raccolta aderente al servizio.Un sistema di Qualificazione e Controllo rivolto a tutti i produttori di rifiuti di accumulatori esausti che mette a disposizione un contatto diretto con esperti del settore oltre a un sito dedicato, materiale informativo e appositi contenitori per la raccolta del rifiuto.Le batterie esauste, grazie a questo programma, vengono così avviate a trattamento con garanzia di totale recupero delle materie prime seconde utilizzando le migliori tecnologie disponibili, con particolare attenzione alla tracciabilità del rifiuto fino all’impianto di destinazione finale utilizzando esclusivamente piombifere con riconosciuta competenza e dotate di tutte le autorizzazioni e dei mezzi per evitare dispersioni in ambiente degli acidi e massimizzare il recupero del piombo salvaguardando l’ecosistema.
I CONSORZI
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LA GOVERNANCE
Le modalità di governance e di gestione di SAFE, disciplinate dallo Statuto, si ispirano alla mission del gruppo, ne orientano l’attività e sono costantemente monitorate dall’Assemblea dei Soci, a cui partecipano
tutti i consorziati. L’Assemblea ha il compito di eleggere e supervisionare il Consiglio d’Amministrazione, approvare il bilancio e deliberare in merito ai piani operativi.
Gli organi che assicurano una corretta governance sono:
Alessandro LAMAPresidenteDEDEM Automatica S.r.l.
Piero TESSAROLOVice Presidente indipendente
Roberto GHIBAUDOConsigliereRicoh Italia S.r.l
Domenico Giuliano MADDALENAConsigliereConsorzio Ecoped
Jiro MATSUDAConsigliereCANON Italia S.p.A.
Luciano TELIConsigliereConsorzio ecoR’it
Roberto SACCONEConsigliereOlimpia Splendid S.p.A.
Vittorio RAVASIOConsigliereTENACTA Group S.p.A.
ORGANIZZAZIONE E STRUTTURA OPERATIVA
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
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La struttura operativa di SAFE è suddivisa in 3 aree: Direzione Marketing e Comunicazione, Project Management e Direzione Operativa. A queste aree si affiancano l’Amministrazione, il
reparto Ricerca e Sviluppo, Controllo e Miglioramento dei Processi e gestione Logistica & Riciclo.
AD-DIRETTORE GENERALE
Ufficio Legale
Gestione Sistemi Qualità, Ambiente
e Sicurezza
Direzione Marketing& Comunicazione
Segreteria SociControllo e
Miglioramento Processi
ReportingGestione
OperativaDomestico
Controllo Qualità Fornitori Batterie
Controllo Formulari e
Registro C/SProfessionale
Gestione Logistica & Riciclo
Ricerca& Sviluppo
Comunicazione& Marketing
Project Mgt & CRM Direzione Operativa
Amministrazione& Sviluppo IT
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Una nuova sede comune che potesse riunire sotto la stessa guida etica e sotto lo stesso tetto tutti i dipendenti dei consorzi è stato il primo passo per costituirsi come vero nucleo cooperativo. Le nostre persone sono molto importanti ed è stato fondamentale fornire loro un ambiente di lavoro funzionale e ispirante dove poter svolgere il proprio lavoro al meglio, continuamente stimolati alla condivisione di idee e competenze. Ognuno dei nostri dipendenti rappresenta per
noi una risorsa importante, poter garantire loro stabilità e affidabilità con contratti adeguati alle esperienze e alle competenze resta quindi un punto chiave della politica SAFE che, secondo principio giuridico, opera sostenendo pari retribuzione e opportunità per qualsiasi individuo senza differenziazioni connesse al genere, età o ulteriori elementi di diversificazione. L’alta partecipazione femminile (oltre il 50%) resta, peraltro, un grosso vanto per tutto il Gruppo.
LAVORARE IN SAFE
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I DIPENDENTI
40710
Genere Età media
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Livello di istruzione
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rea
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er
Dip
lom
a s
cuol
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da
ria
II°
gra
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Don
ne
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Qualità e Sviluppo
Relazioni Esterne
Comunicazione
Operation
Amministrazione
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Per SAFE la progettazione, la realizzazione e il controllo della filiera del riciclo rappresentano i punti basilari della propria mission.Per questa ragione si è deciso di utilizzare per il trasporto ed il trattamento dei rifiuti solamente aziende altamente specializzate e qualificate secondo i più severi standard, puntando al massimo riutilizzo delle risorse naturali attraverso l ’ individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili e la reintroduzione delle materie prime seconde in nuovi cicli produttivi, nel rispetto della normativa vigente e in accordo con il disciplinare ECOGuard.
SAFE, agendo in nome dei consorzi Ecoped, ecoR’it e Ridomus, garantisce il controllo e il monitoraggio della gestione dei rifiuti in tutte le sue fasi dal ritiro, al trasporto, al
riciclo e al trattamento dei RAEE per tutti i Raggruppamenti esistenti (R1, R2, R3, R4, R5) e delle Pile e accumulatori portatili, affidandosi a 28 impianti certificati, con oltre 2000 punti di prelievo distribuiti in tutto il territorio nazionale.
SAFE garantisce inoltre:
• regolamentazione contrattuale a garanzia dell’efficienza, della tutela ambientale e della sicurezza dei lavoratori;• verifica, documentale e per mezzo di audit, dei requisiti necessari al corretto funzionamento del sistema (autorizzazioni, fidejussioni, certificazioni ISO 9001, 14000 e OHSAS 18001, DURC, etc);• controllo e monitoraggio dell’efficienza del servizio offerto.
LA RETE DEI PARTNER OPERATIVIE LA LORO DISTRIBUZIONE TERRITORIALE
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PARTNER OPERATIVI PILE PORTATILI COMUNE PROVINCIA
AMBIENTE 2000 Srl Roseto degli Abruzzi TECSS (c/o Specialtrasporti) Sala Bolognese BO
EREDI PAPINI OSVALDO Sncdi Ferrario Maria e Figli Pogliano Milanese MI
Eurocorporation Srl Firenze FIFG S.r.l. Belpasso CT
METALLA San Sperate CARI.PLASTIC S.p.a Balvano PZ
S.E.VAL. Srl Colico LCS-ECO SERVIZI ECOLOGICI Verona VR
SIAE Srl Senago MISINEKO Srl Giffoni Valle Piana SA
Vallone (Anagni) Anagni FRVallone (Montalto) Montalto di Castro VT
PARTNER OPERATIVI RAEE COMUNE PROVINCIA
AMBIENTE 2000 Srl Roseto degli Abruzzi TEConsorzio ECOLAMP Milano MI
CSS (c/o Specialtrasporti) Sala Bolognese BODISMECO Marzabotto BO
Eurocorporation Srl Firenze FIFG S.r.l. Belpasso CT
LA CART Srl (Rimini) Rimini RNLA CART Srl (Sogliano) Sogliano al Rubicone FC
LAVORO E AMBIENTE S.r.l. Ternate VAMontieco s.r.l. Anzola dell'Emilia BO
NEC Srl NEW ECOLOGY Fosso' VERAETECH Srl Foiano della Chiana ARRELIGHT Srl Rho MI
RI.PLASTIC S.p.a Balvano PZRIMEL Srl Pollenza MC
S.E.VAL. Srl - Colico Colico LCS.E.VAL. Srl - Piantedo Piantedo SOSIDER ROTTAMI Spa Pesaro PU
Stena Technoworld Srl Angiari VRTERRACUBE (Ecodreaming Srl) Fossò VETERRACUBE (Erre Tredici Srl) Gioia del Colle BA
TRANSISTOR Srl Torino TOVallone (Anagni) Anagni FR
Vallone (Montalto) Montalto di Castro VT
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SAFE, DALLA PARTE BUONA
Obiettivo:RISCHIO
ZER
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Realizzare una reale ed efficace azione preventiva, agendo prima che le minacce si trasformino in danni ambientali, avvicinandosi il più possibile alla condizione di rischio zero. Questa la missione quotidiana di chi opera in SAFE.
L’approccio etico di SAFE (al compito affidato dalle istituzioni) ha integrato la volontà di andare oltre le direttive basiche sviluppando modelli evoluti di gestione dei rifiuti e condividendo il principio universale della trasparenza.
Il continuo confronto con le migliori prassi e competenze, con partner d’eccellenza, nazionali ed internazionali, ha permesso di avere evidenza delle vulnerabilità del sistema e dei rischi connessi, per eliminare i quali abbiamo deciso di adottare volontariamente un modello di prevenzione e di controllo che, grazie allo sviluppo di sistemi di gestione della tracciabilità, garantisce la salvaguardia e l’efficiente utilizzo delle risorse naturali, fino a consentire ai soci e al mercato di reintrodurle in nuovi cicli produttivi.
Tutte le fasi del processo presidiate dal sistema ECOGuard (trasporto, stoccaggio,
trattamento selettivo e trattamento finale) sono implementate secondo precise linee guida:
- obiettivi di riferimento da raggiungere rispettando requisiti obbligatori; - indicatori di performance; - documenti di registrazione che diano evidenza dell’applicazione dei singoli requisiti; - piano dei controlli Interni che il Sistema esegue nei confronti dei soggetti Partner coinvolti e dei subappaltatori, per verificare la loro conformità ai requisiti; - piano dei controlli Esterni, a cura del TÜV Sud, eseguiti sia presso le sedi dei consorzi che direttamente in campo, al fine di garantire la corretta esecuzione dei controlli stessi così come previsto dal Disciplinare appositamente predisposto.
Tutto ciò genera evidenti vantaggi per l’ambiente, per il consumatore e per i consorziati, che potranno a loro volta acquistare le materie prime seconde da partner qualificati che operano nel totale rispetto delle norme Internazionali, ottenendo così vantaggi competitivi e una notevole riduzione dell’impatto ambientale dato dall’estrazione e/o dal rilascio di materie dannose per l’ambiente e per l’uomo.
parte prima
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Plasmarsi, potenziarsi, perfezionarsi senza accontentarsi mai dei risultati raggiunti, ma guardando ad essi come spinta necessaria alla continua evoluzione e al miglioramento, per offrire sempre il più alto grado di tutela ambientale.
Non solo parole, ma fatti.
Ne è la prova tangibile ECOGuard, programma d’avanguardia nato per volontà dei soci del Sistema di consorzi che SAFE rappresenta e che opera superando quanto già previsto dai D.Lgs. 49/2014 (RAEE) e 188/2008 (Rifiuti di Pile e Accumulatori).
Un modello volto a:
– garantire il continuo miglioramento del servizio offerto, producendo evidenti benefici per la collettività, prevenendo ogni possibile rischio per l’ambiente e la salute; – realizzare il paradigma di un efficiente (ri)util izzo delle risorse naturali attraverso la reintroduzione delle materie
prime seconde in nuovi cicli produttivi, in accordo con il codice di condotta sulla responsabilità sociale ed ambientale elaborata, in origine, dai consorzi Ecoped-Ridomus.
ECOGuard è lo strumento scelto dal Gruppo SAFE per assicurare il trattamento adeguato dei rifiuti derivanti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, in costante incremento.
Sin dalla fase progettuale, ECOGuard nasce come risposta concreta alle Direttive Europee 2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/108/CE, recepite in Italia con il D.Lgs. 25/07/2005 n.151, che definiscono le regole finalizzate alla “prevenzione della produzione di RAEE, e al loro successivo reimpiego, riciclaggio ed altre forme di recupero in modo da ridurre il volume dei rifiuti da smaltire”, confermandosi di stretta attualità anche a seguito dell’emanazione del D.Lgs. 49 del 14/03/2014, avvenuta nel corso del 2014 in attuazione della Direttiva 2012/19/UE.
ECOGuard: IL PUNTO DI PARTENZA
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Un trattamento non corretto dei RAEE comporta, oltre al mancato riciclo delle materie prime, la dispersione nell’ambiente di sostanze pericolose; per tali motivi i RAEE non possono essere smaltiti insieme ai normali rifiuti urbani o conferiti in discarica, ma necessitano di una raccolta separata e di un successivo trattamento.
Il controllo lungo tutta la filiera di gestione dei RAEE diviene pertanto essenziale.La raccolta separata, il trattamento ed il recupero rappresentano momenti fondamentali che, se controllati e attuati correttamente, assicurano che lo smaltimento avvenga in modo sicuro, soprattutto per quanto riguarda le componenti inquinanti e pericolose (come ad esempio il mercurio per le lampade) e di recuperare i materiali presenti reimpiegabili nei processi produttivi (rame, ferro, alluminio, acciaio, vetro e plastiche).
ECOGuard interviene in questo processo per garantire un servizio di qualità nella gestione dell’intera filiera del recupero dei RAEE, qualificando tutti i soggetti interessati ed eseguendo controlli periodici per assicurare la costante conformità delle attività svolte.
Tre obiettivi principali:
• riduzione dell’impatto ambientale prodotto dall’intero processo di raccolta, trasporto, recupero e riciclo dei rifiuti costituiti da apparecchiature elettriche ed elettroniche con la minimizzazione dei rischi relativi alla gestione delle sostanze potenzialmente pericolose contenute nei rifiuti attraverso il ricorso a trattamenti corretti;
• massimizzazione nel recupero e riciclo del materiale proveniente da rifiuti costituiti da apparecchiature elettriche ed elettroniche; • svolgimento delle attività secondo criteri etici e di sicurezza.
Per garantire il raggiungimento degli obiettivi ECOGuard ha ottenuto una certificazione di servizio, sviluppata in conformità alla norma UNI CEI EN 45011:99, che prevede:
• la supervisione da parte di un Comitato Tecnico dei requisiti/caratteristiche del servizio, comprese le relative modalità di controllo;
parte prima
30
• la verifica da parte di TÜV Italia circa la conformità delle attività di controllo svolte presso la sede del consorzio e presso i soggetti coinvolti nel servizio, per la verifica del rispetto dei requisiti approvati dal Comitato.
ECOGuard, in quanto processo di controllo lungo tutta la filiera per il trasporto e il trattamento dei RAEE domestici, si applica ai seguenti soggetti:
• trasportatori dei RAEE; • impianti di Stoccaggio dei RAEE e/o Intermediari con detenzione; • impianti di Trattamento Selettivo dei RAEE (pre-processor); • impianti di Trattamento Finale dei RAEE (end-processor),
favorendo best practice volte a minimizzare la cannibalizzazione, le vendite incontrollate di frazioni o componenti e comportamenti dannosi per la salvaguardia dell’ambiente e promuovendo anche attività di sensibilizzazione circa il loro ruolo rispetto all’intera gestione.
Il Disciplinare Tecnico ECOGuard prende in esame tutte le fasi del processo di raccolta e
trattamento dei RAEE identificando in modo dettagliato requisiti di efficienza e indicatori di performance vincolanti per ciascuna di esse. Il gruppo SAFE, in collaborazione con TÜV Italia, assicura perciò la conformità legislativa delle attività, affidando il servizio di trasporto e trattamento dei rifiuti RAEE unicamente ai soggetti in possesso dei requisiti necessari al fine di garantire la corretta esecuzione del servizio.
ECOGuard è sinonimo di trasparenza e di efficienza. Per aderire al programma è necessario sottoporsi ad una serie di accertamenti volti a garantire la regolarità di tutto il processo: in primo luogo viene attuata una verifica di pre-qualifica finalizzata ad accertare che i presupposti per la partecipazione al progetto (es: conformità legale, caratteristiche impiantistiche) siano rispettati. Solo a seguito del superamento positivo di tale verifica, il partner accede ad ECOGuard.
A partire dal terzo mese dalla verifica di pre-qualifica, superata con esito positivo, e non oltre 7 mesi dalla stessa, il soggetto viene sottoposto ad una verifica di qualifica per concludere il processo e potrà essere inserito
ECOGuard: il punto di partenza
parte prima
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nell’ “Elenco dei Soggetti Qualificati” redatto dal Gruppo.
Solo a questo punto, il Soggetto Qualificato diventa Soggetto Coinvolto Aderente inserito nell’ “Elenco dei Soggetti Qualificati Aderenti al Servizio Certificato” redatto a cura di TÜV Italia.
Un procedimento attento e scrupoloso che non si esaurisce con i controlli basici, ma al quale si affiancano - per garantire la conformità dell’intera filiera - verifiche periodiche attuate attraverso sia controlli diretti (audit sul campo) sia indiretti (a livello documentale).
Gli audit sono effettuati da professionisti qualificati e si svolgono presso i soggetti coinvolti (trasportatori, impianti di stoccaggio, intermediari con detenzione, impianti di trattamento selettivo e impianti di trattamento finale) e sono finalizzati a garantire:
• l’ottemperanza delle disposizioni cogenti nazionali ed internazionali relative all’ambiente, alla salute e la sicurezza sul lavoro e sulla responsabilità sociale; • l’approccio sostenibile di tutta la filiera con particolare riguardo al rispetto dell’ambiente, della salute, sicurezza e dignità dei lavoratori impiegati nella filiera del recupero; • elevate percentuali di recupero dei materiali costituenti (plastiche, metalli ferrosi e non ferrosi, schede elettroniche e circuiti stampati contenenti diversi metalli preziosi/rari/speciali); • l’aumento dell’impiego di materiali di recupero, preferendolo all’utilizzo di materiali vergini.
Nel 2014 SAFE ha effettuato controlli presso 18 impianti, per un totale di ben 30 giorni di verifiche; 2 di queste 18 strutture si sono sottoposte ad audit pre-qualifica, diventando nuovi partner ECOGuard.
ECOGuard: il punto di partenza
parte prima
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Di vitale importanza, in un contesto in rapida evoluzione come quello dei RAEE, è l’incessante aggiornamento e l’anticipazione delle necessità future dei consorziati. Così come, più in generale, del sistema RAEE in Italia ed in Europa.
A tal proposito Ecoped, come consorzio rappresentante del gruppo SAFE, aderisce a WEEE Forum, associazione europea fondata nel 2002 che raggruppa in sé 32 consorzi
RAEE con lo scopo di fornire ai vari Gruppi una piattaforma internazionale di cooperazione e di ottimizzare l’efficacia delle operazioni delle organizzazioni aderenti, puntando al miglioramento continuo delle prestazioni ambientali.
WEEE Forum rappresenta inoltre un’importante opportunità di networking per lo scambio e la condivisione di informazioni e risorse, consentendo ai professionisti del settore
WEEELABEX
L’elevato profilo qualitativo ai quali i consorzi lavorano da anni è inoltre, sottolineato dal riconoscimento delle certificazioni ISO 9001:2008 e ISO 14001:2004, rilasciate a Ecoped, ecoR’it e Ridomus da parte dell’ente certificatore TÜV. Oggetto delle certificazioni
è l’organizzazione ed erogazione di servizi di supervisione, coordinamento e monitoraggio nella gestione di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) e dei rifiuti di pile e accumulatori.
LE COORDINATE DEL PROGETTO
moralesocietà
tracciabilitàfilosofia
tutela
attitudine
futuro
naturale
conservazione
comportamentostudio
ecologiaclimaarmonia
protezione totaleecosistema
terra
riduzione impatto ambientalespirito etico
massimizzazione del recupero sicurezza
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di dare il proprio contributo costruttivo al dibattito generale in materia di politica dei rifiuti elettronici e di affrontare le questioni derivanti dalla legislazione europea in materia di RAEE. Il tema del non corretto trattamento e smaltimento dei RAEE rimane infatti un problema aperto a cui è necessario rivolgere attenzioni e risorse dedicate. Basti pensare che, solo nel 2010, nei 27 Stati membri dell’Unione Europea più la Norvegia e la Svizzera, 11.5 milioni di tonnellate di apparecchiature elettriche ed elettroniche sono state immesse sul mercato.
La quantità di RAEE prodotti in quello stesso anno è stata stimata in circa 7.9 milioni di tonnellate. Solamente meno della metà di tale quantitativo però - circa 3.1 milioni di tonnellate - è stata ufficialmente raccolta, trattata e rendicontata alle autorità secondo le norme specifiche con tutto ciò che, in primis a livello di inquinamento ambientale, questo comporta.
Per ovviare a questa problematica è stato istituito un collegio UE composto dai maggiori rappresentanti degli Stati membri e dalla Commissione Europea che, dopo attenta analisi, ha sancito e co-finanziato l’approvazione del Progetto multi-stakeholder WEEELABEX, inserito nel 2014 nella rosa dei progetti ambientali Best of Best e che custodisce in sé una serie di norme a tutela della raccolta, dello smistamento, del trattamento, dello stoccaggio, del trasporto e dello smaltimento dei RAEE.
SAFE ha aderito al progetto attraverso la partecipazione del consorzio ecoR’it. WEEELABEX nasce con lo scopo di decretare la virtuosità degli impianti coinvolti per mezzo di audit condotti su tutto il territorio europeo secondo uno standard previsto dalla WEEELABEX Organisation. L’obiettivo è realizzare una prassi omogenea e trasparente valida per tutti i Paesi europei, con il vantaggio di una riduzione dei costi nel processo di trattamento dei RAEE e un beneficio in termini economici per produttori e consumatori.
A solo un anno dall’avvio degli audit, in Europa sono avvenuti 75 processi di certificazione di impianti. Un procedimento complesso e lungo, proprio a testimonianza dell’elevato livello di controllo del sistema.Su 75 impianti sottoposti a rigido controllo nel corso del 2014, 15 hanno ricevuto la certificazione: 2 di questi sono italiani.
Il progetto ha riscosso successo in tutto il mondo, divenendo un faro di eticità internazionale per l’intero settore, tanto che anche America, Brasile, Cina, Giappone, Malesia, Nigeria e Sud Africa lo hanno preso come esempio per la costruzione dei propri procedimenti di trattamento dei RAEE.
Grazie a tale risonanza, il 2015 rappresenterà un anno importante per WEEELABEX con ulteriori audit e il coinvolgimento di numerose nuove strutture, garantendo così una filiera di gestione dei RAEE come modello internazionale di trasparenza ed eccellenza.
parte prima
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La fusione operativa di Ecoped, ecoR’it e Ridomus ha consentito di colmare le debolezze inevitabilmente presenti nei singoli consorzi, ha ottimizzato le prestazioni e la saturazione di tutte le risorse, incentivando una più coerente distribuzione delle mansioni ed il focus nelle rispettive competenze distintive.
Sappiamo di essere solo all’inizio e sappiamo quanto ogni processo di integrazione sia delicato, siamo però anche certi che l’applicazione e il clima di forte positività che percepiamo in tutto l’ambiente possa costituire il collante necessario al raggiungimento degli sfidanti obiettivi che, come Gruppo, ci siamo posti. La
strada è quella giusta: maggiori scale significa allocare - ottimizzandoli - gli investimenti effettuati in capitale umano e tecnologico, significa incentivare la competitività della fase di approvvigionamento, significa fertilizzare il pensiero con diversi e stimolanti punti di vista. Significa, per i consorziati, avere anche la possibilità di fruire di ulteriori servizi a valore aggiunto.
Dinamismo, oculatezza, trasparenza, tensione al miglioramento, massimo rispetto per l’ambiente in cui viviamo ed in cui vivranno i nostri figli: i valori di Ecoped, ecoR’it e Ridomus sono oggi i valori di SAFE.
PERFORMANCE ECONOMICA
Valutare e misurare l’impatto sull’ambiente della propria attività di raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici e dei rifiuti di pile è una priorità per SAFE.Per conseguire questo risultato è stata prevista, in collaborazione con Ambiente Italia, la redazione del Bilancio Ambientale di tutti i consorzi, al fine di monitorare i benefici ambientali derivanti dalla riduzione del quantitativo di rifiuti destinato allo smaltimento e dunque recuperati come materia prima seconda.
Numeri importanti che riassumono i benefici ambientali derivanti dalle attività di gestione
dei Rifiuti Elettrici ed Elettronici (RAEE) e Rifiuti di Pile e Accumulatori Portatili (Ri.PA) svolte dal Gruppo nel 2014:
1. sono stati recuperati complessivamente 21.726 ton di materiali su un totale di 24.334 ton di rifiuti trattati (pari al 90%);
2. sono state evitate 47.026 ton di gas ad effetto serra immesse in atmosfera pari alle emissioni di oltre 23.050 auto che percorrono in media 10.000 km;
3. sono stati risparmiati 760.167 GJ di energia, pari al consumo annuo di 138.250 frigoriferi in classe C.
PERFORMANCE AMBIENTALE
parte prima
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Secondo il Rapporto 2014 del Centro di Coordinamento RAEE, di cui Ecoped, ecoR’it e Ridomus fanno parte con una rappresentanza in seno agli organi direttivi, il 2014 ha registrato un incoraggiante aumento, pari ad oltre il 2%, nella raccolta dei RAEE sul territorio nazionale. Dati positivi che, dopo la leggera flessione dell’anno precedente, fanno presagire una coscienziosa ripresa del settore. Un buon anno questo, traducibile in 231.717.031 kg di raccolta complessiva e un incremento di quasi 6 milioni di chilogrammi rispetto al 2013.
In costante aumento anche il dato medio pro capite che si stabilizza sui 3,8 kg di RAEE raccolti per abitante. In flessione solamente i RAEE appartenenti al Raggruppamento 3 (monitor e tv) che subiscono, rispetto all’anno precedente, una riduzione dello 0,53%, dato che si conferma comunque superiore rispetto alle previsioni di raccolta.
Un segnale complessivo importante, che fa sperare in una rassicurante ripresa del settore Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, considerato soprattutto l’andamento del
mercato negli ultimi anni che ha notevolmente ridimensionato il potere di acquisto degli italiani. Il calo della spesa dedicata alle apparecchiature elettriche ed elettroniche ha infatti - fino ad oggi - prodotto una contrazione dei rifiuti prodotti; è stata infatti spesso rimandata la decisione, da parte dei consumatori, di sostituire le apparecchiature obsolete o rotte con apparecchiature nuove.
A supporto dell’incremento degli acquisti, un apporto notevole è stato dato dalle decisione di prorogare gli “eco bonus”, ossia gli incentivi statali alla rottamazione, che hanno permesso detrazioni fino al 50% per alcune tipologie di elettrodomestici.
Un ulteriore effetto dell’incremento dei RAEE prodotti è segnato anche dalla crescita del numero di missioni di ritiro effettuate, dai diversi Sistemi Collettivi, presso i Centri di Conferimento italiani. Il 2014 evidenzia un dato crescente per quanto concerne il totale di ritiri rispetto all’anno precedente (136.386 contro i 130.127 del 2013), ma soprattutto un andamento costante e crescente nel corso dell’anno.
I NOSTRI NUMERI
RAEE DOMESTICI
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RAEE DOMESTICI
I numeri di SAFE lo confermano: 20.864 tonnellate totali di RAEE raccolti in un anno. Solo nel 2014 abbiamo ritirato 4.480 tonnellate di R1, 1.607 ton di R2, 4.629 ton di R3, 10.114 di R4 e 34 di R5 effettuando un totale di 11.878 missioni di ritiro.
Da evidenziare il dato, detenuto dal Gruppo, riguardante i ritiri relativi al Raggruppamento 4 (ICT, PED, EC, utensili, giocattoli ed Home fitness, fotocamere, illuminazioni e altro), corrispondente al 25,31% sul totale di attività dell’intero sistema RAEE.Una presenza rilevante che sottolinea una buona partenza per l’anno zero di SAFE.
Nel 2014 SAFEha avviato a trattamento
20.864 tonnellate di RAEE domesticieffettuando 11.878 missioni di ritiro
4.480 ton.
1.607 ton.
4.629 ton.
10.114 ton.
34 ton.
R1
R2
R3
R4
R5
RAPPRESENTATIVITÀSUL SISTEMA RAEE
R1 R2 R3 R4 R57,00 % 2,77 % 6,76 % 25,31 % 2,68 %
25,31
2,686,76
2,77
7,00
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Il centro-nord si aggiudica il primato di virtuosità e la Lombardia, con le sue 4.701 tonnellate di RAEE raccolte, la regione più produttiva. Seguono Emilia Romagna (2.027 tonnellate) e Piemonte (1600 tonnellate).La peggiore prestazione regionale è rilevata in Valle D’Aosta, con sole 32 tonnellate di RAEE raccolti nell’intero anno (dato da valutare però anche alla luce dell’ammontare della popolazione regionale, che conta solamente 128.591 abitanti).
A partire dal 2013 le attività di ritiro dei Sistemi Collettivi comprendono - oltre ai Centri di Raccolta comunali e i Luoghi di Raggruppamento gestiti dalla Distribuzione - anche Centri di Raccolta privati e gli Installatori iscritti al portale del Centro di Coordinamento RAEE. L’attività di SAFE coinvolge 1.591 Punti di Prelievo dei RAEE su tutto il territorio nazionale.Tra le 20 regioni italiane, quella in cui il Gruppo è più presente è senz’altro la Lombardia con 357 PDP, segue a quota 153 (meno della metà) l’Emilia Romagna distaccata di poche unità dal Piemonte con 139 punti di prelievo.
Andando ad analizzare le singole aree del Paese, si notano alcune differenze significative.Tra le regioni con minor presenza troviamo infatti Basilicata (16 PDP) e il Molise (14 PDP); anche se la regione effettivamente con minor copertura si conferma essere la “penalizzata” Valle d’Aosta con soli 6 Punti di Prelievo, ma come già esposto anche una densità di popolazione nettamente inferiore rispetto alla media.
RAEE DOMESTICI
PREMI DI EFFICIENZA EROGATI
772.839 €
LE REGIONI PIÙ VIRTUOSE
Per raccolta in termini assolutiLombardia: 4.701 ton.Emilia Romagna: 2.027 ton. Piemonte: 1.600 ton.
Per raccolta pro-capiteTrentino-Alto Adige: 1,18 Kg/abFriuli-Venezia Giulia: 0,52 Kg/abUmbria: 0,51 Kg/ab
LE REGIONI PIÙ SERVITE
Lombardia: 357 PdP
Emilia Romagna: 153 PdP
Piemonte: 139 PdP
Il mese più produttivo è stato Luglio con 1.130 missioni.
parte prima
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RAEE DOMESTICI
Uno scenario nel complesso positivo, nel quale però non si deve sottovalutare il problema dei RAEE sottratti dalla filiera ufficiale di gestione organizzata dai Sistemi Collettivi.
Ad oggi, infatti, non è possibile quantificare quanto incidano, in termini numerici, i fenomeni di illegalità connessi ai RAEE.
Non si tratta solo di redigere le statistiche ufficiali, ma di prendere coscienza che tutte le
apparecchiature elettriche ed elettroniche non smaltite in maniera conforme alla normativa potrebbero arrecare gravi danni all’ambiente e alla salute dei cittadini.
Un tema che sta molto a cuore a SAFE che, con Weeelabex ed ECOGuard ed i loro futuri sviluppi, si impegna ogni giorno affinché un’attenta azione preventiva possa condurre ad una condizione di “rischio zero”, contrastando le attività illecite di organizzazioni criminali che prosperano a danno dell’ecosistema.
parte prima
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COPERTURA TERRITORIALETONNELLATE RACCOLTE PER REGIONE
RAEE DOMESTICI
20.864
1.5916
139
357
113
1.241
4.70132
1.600
644
1.932
2.027
526
125
658
731.031
316
854
819
358457
1.578
1.311
83
Copertura Territoriale - Punti di prelievo
Tonnellate raccolte147
153
30
580 81 51
30
67
21
14
52
1691
24
44
72
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Incremento considerevole anche per la filiera di gestione dei rifiuti di pile portatili. Nel corso del 2014, infatti, i Sistemi di Raccolta aderenti al Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori, CDCNPA, hanno raccolto un totale di 9.584.746 kg di pile e accumulatori portatili esausti.Come riportato nel report annuale del CDCNPA, rispetto al 2013, che si era chiuso con 8,4 milioni di kg di materiale raccolto, il nuovo anno registra un aumento netto del 13%. Un dato molto positivo che conferma la ripresa del mercato, soprattutto se si prende in esame un periodo storico più ampio. Negli ultimi quattro anni, infatti, si è registrata una costante crescita, con un incremento tra il 2011 e il 2014 di oltre 2 milioni di kg di rifiuti raccolti.I valori inerenti la raccolta totale, diffusi nel Rapporto 2014 del CDCNPA, provengono da due flussi di rifiuti: il primo, pari a 4.450.225 kg riguarda la raccolta che i consorziati svolgono presso i soggetti abilitati e iscritti al CDCNPA, mentre il secondo, pari a 5.134.521 kg concerne le modalità di raccolta professionali svolte dai consorziati presso altri soggetti che detengono i rifiuti.Da sottolineare un dato estremamente contro corrente rispetto a mercati analoghi: l’incremento della raccolta è avvenuto in modo indirettamente proporzionale ai quantitativi di pile e accumulatori nuovi immessi sul mercato.La vendita di pile è diminuita, infatti, tra il 2011 e il 2014, di circa il 17%, mentre la raccolta è cresciuta del 28% nello stesso periodo.
Per SAFE il 2014 si riassume in tonnellate: 332 per essere precisi, quelle raccolte dal Gruppo nel corso dell’anno effettuando un totale di 782 missioni di ritiro.Milano si incorona provincia più virtuosa con le sue 92 tonnellate di raccolta, seguono Verona a quota 77 tonnellate e Parma con 45 tonnellate di Pile e Accumulatori esausti. Per il 2014 la media di raccolta mensile è stata intorno alle 28 tonnellate al mese, con picchi di produttività nei trentun giorni di ottobre (42 tonnellate), marzo e in gennaio (40 tonnellate per mese). La resa diminuisce nel mese di maggio e la raccolta di Pile e Accumulatori esausti cala di ben dieci punti sotto la media, bloccandosi a 19 tonnellate.
La raccolta viene effettuata da SAFE presso differenti tipologie di soggetti; ognuno di questi Centri di Raccolta contribuisce con un proprio apporto in termini di quantitativo raccolto.
Nel 2014 SAFE ha ritirato: • CdR Comunali: 285 tonnellate. Tutti i rifiuti di Pile e Accumulatori Portatili raccolti in modo differenziato grazie al servizio pubblico di gestione dei rifiuti urbani;
PILE PORTATILI
Nel 2014 SAFEha ritirato 332 tonnellate di Pile portatili
effettuando 782 missioni
parte prima
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• Centri di Stoccaggio: 18 tonnellate. Impianti di recupero messa in riserva, autorizzati secondo normativa dal D.Lgs. 152/2006, alla ricezione, conservazione, e gestione delle Pile e Accumulatori Portatili esausti; • Distributori: 27 tonnellate. Tutti coloro che, nell’ambito di un’attività commerciale, forniscono Pile e Accumulatori Portatili verso un utilizzatore finale attrezzato di specifico contenitore per il ritiro da parte dei cittadini del rifiuto; • Grandi Utilizzatori: 2 tonnellate. L’insieme degli grandi attori produttori iniziali di rifiuti di Pile e Accumulatori Portatili, con una produzione pari ad almeno 400 kg annui e la garanzia di un ritiro minimo singolo pari a non meno di 100 kg; • Impianti di Trattamento RAEE: 0,1 tonnellate. A questa tipologia di CdR appartengono tutti gli impianti inerenti al trattamento dei rifiuti generati da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE); in queste strutture è garantito il ritiro delle pile portatili estratte dai RAEE durante le differenti stadi di trattamento.
L’attività di SAFE interessa 585 Punti di Prelievo di Pile e Accumulatori Portatili in tutta Italia. Tra le province italiane, la maggiore copertura territoriale è soddisfatta nella provincia di Milano, Lombardia, che vanta 111 luoghi di raccolta. A seguire Verona, Veneto, con 94 LdR, soli 64 punti di prelievo invece per la provincia di Como, Lombardia, che mantiene comunque la terza posizione come copertura territoriale.
Tra le province con minor presenza troviamo invece le siciliane Caltanissetta ed Enna (3 LdR) e la lombarda Varese (2 LdR).
Ton RACCOLTI (P1) PER TIPOLOGIA CDR
TonCdR comunale 285Grandi utenti 2Distribuzione 27Impianti RAEE 0,1Centri di stoccaggio 18
Totale complessivo 332
PREMI DI EFFICIENZA EROGATI
20.971 €
COPERTURA TERRITORIALE
Le province più servite:Milano - Lombardia: 111 PdPVerona - Veneto: 94 PdPComo - Lombardia: 64 PdP
Le provincie più virtuose:Per raccolta in termini assolutiMilano -Lombardia: 92 ton.Verona - Veneto: 77 ton.Parma – Emilia Romagna: 45 ton.
Il mese più produttivo è stato Ottobre in cui sono state effettuate 90 missioni.
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COPERTURA TERRITORIALETONNELLATE RACCOLTE PER PROVINCIA
PILE PORTATILI
332
26 9
94 77
28 45
111 92
14 18
10 0,3
6 0,1
11
33
4
17 651 25
33
20
53 15
24
13 14
18 4
585Copertura Territoriale - Punti di prelievo
Tonnellate raccolte
64 12
2
10
2 0,1
Belluno
Verona
Parma
Vibo Valentia
Messina
EnnaCaltanissetta
Caserta
Chieti
Lecce
Fermo
Trapani
Sondrio
Como
Varese
Milano
Verbano Cusio Ossola
Pisa
FrosinoneRoma
Medio Campidano
0
0 0
0
parte prima
43
Per quanto concerne la raccolta di batterie al piombo, nel corso del 2014 il Gruppo SAFE, attraverso le attività del consorzio Ecopower, ha raccolto 25.657 tonnellate in 4.292 missioni di ritiro.
Grazie a questo programma, tale tipologia di rifiuto è trattata fino al recupero delle materie prime seconde, reintrodotte successivamente nei mercati con un guadagno rilevante in termini economici e di salvaguardia ambientale per i produttori del rifiuto. Nel dettaglio, il trattamento delle batterie contenenti piombo, successivo alla raccolta differenziata e al trasporto in aree di stoccaggio dedicate, prevede la frantumazione, processo
meccanico mediante il quale vengono triturate e separate le parti fisiche del dispositivo.Nel secondo step, le componenti plastiche, circa il 10%, vengono destinate alle industrie di riciclo, mentre le parti meccaniche vengono sottoposte a un processo di recupero, il cosiddetto “circolo virtuoso del riciclo”, che comprende due fasi: la fusione, nella quale il piombo viene raccolto in forni con l’aggiunta di reagenti specifici e la raffinazione del piombo derivato dalla fusione che è poi sottoposto ad un percorso di eliminazione delle impurità. Al termine di questa ultima fase si otterrà il “piombo secondario”, del tutto uguale al minerale originario e con le stesse possibilità di utilizzo.
BATTERIE PIOMBOINDUSTRIALI ED AVVIAMENTO
4.292 Missioni di ritiro
25.657Ton. batterie ritirate
parte prima
44
RAEE PROFESSIONALI
Nel 2014 SAFE ha ritirato 3.137 tonnellate totali di RAEE Professionali effettuando 3.208 missioni di ritiro.La tipologia Informatica, Ped e Utensili detiene la maggior quota del mercato dei RAEE Professionali con il 91,42% e 2.623
tonnellate di rifiuti raccolti.La regione con la maggiore operosità è la Lombardia, seguita dall’Emilia Romagna e dal Lazio, mentre per Molise, Valle d’Aosta e Basilicata i dati riportano una scarsa partecipazione.
TIPOLOGIA DI RIFIUTO CER TON %
FREDDO E CLIMA16.02.11 96 3,06%
20.01.23 83 2,65%
Totale 179 5,70%
TV E MONITOR16.02.13 70 2,24%
20.01.35 19 0,61%
Totale 89 2,85%
INFORMATICA/PED/UTENSILI16.02.14 2.623 83,63%
20.01.36 245 7,79%
Totale 2.868 91,42%
SORGENTI LUMINOSE Totale 20.01.21 1 0,03%
Totale Complessivo 3.137
parte prima
45
TONNELLATE RACCOLTE PER REGIONE
3.1370,26
115
1.688
5328
192
437
32
6434
30
304
11
0,10
56
243
14
20
13
parte prima
46
TONER
Nel 2014 SAFE ha ritirato presso le aziende circa 250.000 Toner esausti grazie al servizio R’iToner, consolidato negli anni a salvaguardia della gestione di questo tipo di rifiuto.Il programma, attivo su tutto il territorio nazionale, registra dati considerevoli in Lombardia mentre è minimo il contributo di Molise e Valle d’Aosta.
I toner esausti ritirati vengono trattati da un impianto italiano, unico nel settore, che assicura altissimi tassi di recupero grazie all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia. Le operazioni di trattamento consistono essenzialmente nella macinazione del rifiuto e nella successiva selezione delle materie prime seconde di risulta, quali alluminio, acciaio, ferro, plastica e rame.
Quantità raccolteanno 2014:
253.724 toner
in 2.613 missioni di ritiro
parte prima
47
PEZZI RACCOLTI PER REGIONE
253.72410
12.009
127.387
6.9941.227
13.640
22.232
3.805
10.9209.289
7.282
24.672
1.491
50
3.102
2804.001
482
2.944
1.907
parte prima
48
Il ritiro inerente i rifiuti da ufficio raggiunge quota 482 tonnellate totali con una tipologia di rifiuto, quello di parti di apparecchiature, che copre circa il 30% del mercato complessivo e
altri CER relativi a Batterie ed Accumulatori che, con 300 tonnellate, rappresentano circa il 62% del totale.
ALTRI RIFIUTI DA UFFICIO
TIPOLOGIA DI RIFIUTO CER TON %
BATTERIE ED ACCUMULATORI 16.06.02, 16.06.04, 16.06.05 300 62,2%
CARTA E CARTONE 20.01.01 5 1%
CAVI 17.04.11 0,3 0,1%
IMBALLAGGI 15.01.01, 15.01.02, 15.01.03,15.01.06, 15.01.10 10 2,1%
INCHIOSTRI 08.03.13 1 0,2%
INGOMBRANTI 20.03.07 14 2,8%
PARTI DI APPARECCHIATURE 16.02.15, 16.02.16 147 30,6%
ALTRI RIFIUTI Totale08.01.11, 08.04.10, 12.01.05, 15.02.03, 16.01.17, 16.01.19, 16.05.05, 17.02.02, 17.02.03, 17.04.05, 17.06.04, 18.01.03
5 1%
Totale Complessivo 482 100,00%
parte prima
49
Batterie ed accumulatori 62,2%Carta e cartone 1%Cavi 0,1%Imballaggi 2,1%
Inchiostri 0,2%
Ingombranti 2,8%Parti di apparecchiature 30,6%Altri rifiuti totale 1%
62,2
2,8
30,6
1
1
0,1
2,1
0,2
50
Flussi di Raccolta Anno 2014
BENEFICI AMBIENTALI DELLA RACCOLTA, DEL TRASPORTO E DEL TRATTAMENTODEI RIFIUTI GESTITI DAL CONSORZIOECOPED (RAEE E PILE PORTATILI)
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AMBIENTE ITALIA S.R.L.Via Carlo Poerio 39 - 20129 Milanotel +39.02.27744.1 / fax +39.02.27744.222www.ambienteitalia.itPosta elettronica certificata:[email protected]
51
Sommario50 L’attività del consorzio Ecoped nel 2014
51 Il beneficio ambientale
53 Conclusioni
52
1 L’ATTIVITÀ DEL CONSORZIO ECOPED NEL 2014
A seguito dell’analisi ambientale delle proprie attività, il consorzio Ecoped ha valutato i benefici ambientali derivanti dal ciclo di recupero di RAEE e dei rifiuti di pile portatili.Nella seguente tabella sono riportati i quantitativi di rifiuti gestiti dal consorzio Ecoped nel corso del 2014, la maggior parte dei quali è stata avviata a riciclo: per
quanto riguarda il circuito domestico (RAEE domestici e pile portatili), la percentuale totale di riciclo si attesta oltre l’87%, con un valore massimo pari al 97% per il raggruppamento R2; per il circuito professionale (RAEE professionali), invece, i l riciclo totale corrisponde al 93%, con un massimo del 97,8% nel caso del CER 16 02 14.
RAGGRUPPAMENTOQUANTITÀ RACCOLTE ANNO 2014 RICICLO TOTALE SMALTIMENTO TOTALE
ton. ton. % ton. %
R1 105 83,38 79,09% 22,04 20,9%
R2 1.393 1.354,40 97,21% 38,90 2,8%
R3 18 14,51 80,23% 3,58 19,8%
R4 6.479 6.205,26 95,78% 273,39 4,2%
R5 4.532 4,23 93,42% 0,30 6,6%
PILE 224 158,59 70,8% 54,41 29,2%
TOTALE 8.224 7.820,37 95,09% 392,62 4,91%
CERQUANTITÀ RACCOLTE ANNO 2014 RICICLO TOTALE SMALTIMENTO TOTALE
ton. ton. % ton. %
16 02 11 120 96,34 79,95% 24,17 20,1%
16 02 14 (grandi bianchi) 109 105,88 97,21% 3,04 2,8%
16 02 13 25 19,37 78,22% 5,39 21,8%
16 02 14 (PED) 222 212,94 95,79% 9,35 4,2%
20 01 21 0,042 0,04 93,42% 0,00 6,6%
TOTALE 477 434,56 91,20% 41,95 11,41%
Tabella 1: Bilancio di massa complessivo per Ecoped, RAEE domestici e pile portatili – anno 2014
Tabella 2: Bilancio di massa complessivo per Ecoped, RAEE professionali – anno 2014
53
2 IL BENEFICIO AMBIENTALE
Il beneficio ambientale delle attività svolte dal consorzio Ecoped consiste nel ridurre il quantitativo di rifiuti destinati a smaltimento e nell’avviarli a recupero come materia prima seconda.
Conseguentemente il consorzio contribuisce al risparmio di risorse, sia in termini di materia che di energia, che sarebbero necessarie in mancanza del riciclo. Il beneficio ambientale consiste, quindi, nell’evitare l’impatto ambientale associato allo smaltimento dei rifiuti e nell’evitare la produzione di materie prime vergini, sostituita dal reintegro del materiale riciclato di Ecoped.
L’attività del consorzio contribuisce alle emissioni di gas effetto serra, per la fase di trasporto dei rifiuti (dal loro sito di produzione agli impianti di trattamento e successivamente al destino finale), per le attività svolte dagli impianti di trattamento e per gli impatti dovuti allo smaltimento.
A fronte di questo aumento delle emissioni di gas serra (scenario “attività Ecoped”) il consorzio contribuisce:• ad evitare gli impatti dello smaltimento dei RAEE in discarica (scenario “no riciclo”);• ad evitare gli impatti della produzione di materie prime vergini, cioè di risorse estratte dall’ambiente naturale (scenario “mancata produzione materie prime”).
Le tabelle 3 e 5 riportano le emissioni di CO2 equivalente prodotte dai seguenti scenari:
• lo scenario “no riciclo” rappresenta le emissioni che si avrebbero nel caso in cui i rifiuti fossero inviati totalmente a discarica;• lo scenario “attività Ecoped” rappresenta invece le emissioni derivanti dalla gestione dei rifiuti da parte del consorzio, come descritto precedentemente (§ 1);• lo scenario “mancata produzione materie prime” corrisponde alle emissioni derivanti dalla produzione da materiale riciclato rispetto a quelle derivanti da materie vergini. Il segno negativo indica che le emissioni derivanti dalla produzione di materie prime secondarie è minore rispetto a quella da materie prime vergini.Il beneficio ambientale totale corrisponde alla differenza tra il contributo dato dall’attività di Ecoped e dalla produzione dei manufatti da materie prime secondarie meno lo scenario “no riciclo” e la produzione dei manufatti da materie prime vergini. Nelle tabelle 4 e 6, invece, il beneficio ambientale è espresso in termini di consumi energetici: anche in questo caso sono riportati i consumi derivanti dai diversi scenari e l’energia risparmiata grazie all’attività di Ecoped. Le emissioni evitate e il risparmio energetico sono calcolati in riferimento alle quantità di rifiuti che il consorzio Ecoped ha gestito nel corso del 2014 (vedi tabella 1 e 2).
RAGGRUPPAMENTO no riciclo(ton CO2eq)
attività Ecoped(ton CO2eq)
mancata produzionematerie prime (ton CO2eq) ton CO2eq evitate
R1 101,66 43,95 -166,31 -224,02
R2 19,60 254,49 -2.022,31 -1.787,42
R3 0,68 2,01 -28,31 -26,98
R4 338,73 1.360,30 -15.847,91 -14.826,35
R5 0,30 0,44 -5,22 -5,08
P1 144,36 169,97 -615,12 -589,51
TOTALE 605,33 1.831,16 -18.685,19 -17.459,37
Tabella 3: Beneficio ambientale in termini di emissioni di CO2eq, circuito domestico – anno 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
54
Sia dal punto di vista delle emissioni di gas serra sia da quello del consumo energetico, le attività del consorzio Ecoped (trasporti lungo la filiera dei RAEE, trattamenti primari e secondari, recupero e smaltimento finale dei rifiuti) hanno generato impatti ambientali superiori rispetto a quelli che sarebbero stati prodotti in caso di completo smaltimento in discarica (colonna “no riciclo delle tabelle precedenti), tranne che per le emissioni del raggruppamento R1, in quanto lo smaltimento degli impianti di refrigerazione senza recupero dei CFC risulta particolarmente impattante. Come già evidenziato, però, oltre a non disperdere sostanze inquinanti,
occorre considerare il beneficio ottenuto grazie al fatto di poter avviare a riciclo materiali che altrimenti sarebbero prodotti completamente ex-novo. Il beneficio ambientale complessivo rimane, quindi, positivo.
Il bilancio complessivo delle emissioni climalteranti mostra in modo evidente il peso e l’importanza dell’attività di recupero dei materiali: la gestione dei RAEE domestici (comprese le pile portatili) che il consorzio Ecoped ha svolto nel 2014 ha permesso di evitare l’emissione di 17.459 tonnellate di CO2eq, mentre il risparmio energetico è di quasi 340.000 GJ.
2 IL BENEFICIO AMBIENTALE
RAGGRUPPAMENTO no riciclo (GJ) attività Ecoped (GJ) mancata produzionematerie prime (GJ) GJ risparmiate
R1 20,71 304,16 -2.109,62 -1.826,17
R2 141,14 3.761,04 -31.254,72 -27.634,83
R3 2,78 28,26 -449,96 -424,48
R4 1.145,90 19.660,64 -318.594,87 -300.080,14
R5 0,81 6,17 -55,22 -49,85
P1 1.254,53 1.254,53 -9.324,52 -9.324,52
TOTALE 2.565,88 25.014,80 -361.788,91 -339.339,99
CER no riciclo (ton CO2eq) attività Ecoped(ton CO2eq)
mancata produzionematerie prime (ton CO2eq) ton CO2eq evitate
16 02 11* 116,25 74,80 -275,15 -316,60
16 02 14 (grandi bianchi) 0,99 16,91 -183,07 -167,15
16 02 13* 2,99 2,96 -34,69 -34,71
16 02 14 (PED) 9,98 35,91 -482,34 -456,41
20 01 21* 0,0025 0,00 -0,05 -0,05
TOTALE 130,22 130,58 -975,29 -974,92
Tabella 4: Beneficio ambientale in termini di consumi energetici, circuito domestico – anno 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
Tabella 5: Beneficio ambientale in termini di emissioni di CO2eq, circuito professionale – anno 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
55
Anche nel caso dei rifiuti del circuito professionale i consumi energetici risultano maggiori per le attività di Ecoped rispetto allo smaltimento dei RAEE in discarica (come per il circuito dei RAEE domestici), mentre per le emissioni di gas serra si nota come lo scenario “no riciclo” e lo scenario “attività Ecoped” siano pressoché equivalenti, grazie all’impatto del CER 16 02 11 dovuto al mancato recupero (e quindi emissione) dei gas CFC degli impianti di refrigerazione. La competitività dello scenario “attività Ecoped” rispetto allo scenario
“no riciclo” è dovuta anche all’assenza del trasporto casa-piazzola ecologica presente nel circuito domestico di raccolta dei RAEE.Il bilancio totale delle emissioni climalteranti mostra, anche nel caso dei RAEE professionali, il peso e l’importanza dell’attività di recupero dei materiali: la gestione dei RAEE professionali che il consorzio Ecoped ha svolto nel 2014 ha permesso di evitare l’emissione di oltre 1.000 tonnellate di CO2eq e il risparmio energetico è stato di oltre 13.000 GJ.
Il bilancio ambientale del ciclo dei flussi dei rifiuti (RAEE e pile portatili), trattati dal consorzio Ecoped nel corso del 2014 e redatto in collaborazione con Ambiente Italia, vede riassunti i benefici ambientali derivati dall’attività di Ecoped.
Le attività svolte dal consorzio nel 2014 hanno:- recuperato complessivamente 8.255 tonnellate di
materiali su un totale di 8.701 tonnellate di rifiuti trattati (pari al 95%);- evitato l’emissione in atmosfera di 18.434 tonnellate di gas a effetto serra pari alle emissioni di quasi 9.000 auto che percorrono in media 10.000 km;- risparmiato 352.499 GJ di energia, pari al consumo annuo di circa 55.350 frigoriferi in classe C (ovvero al consumo di una città di 130.000 abitanti).
3 CONCLUSIONI
CER no riciclo (GJ) attività Ecoped (GJ) mancata produzione materie prime (GJ) GJ risparmiate
16 02 11* 28,62 356,65 -2.157,78 -1.829,75
16 02 14 (grandi bianchi) 1,85 47,32 -2.699,07 -2.653,60
16 02 13* 13,00 193,69 -520,69 -340,00
16 02 14 (PED) 21,15 526,69 -8.840,44 -8.334,90
20 01 21* 0,0039 0,06 -0,51 -0,46
TOTALE 64,61 1.124,40 -14.218,49 -13.158,70
Tabella 6: Beneficio ambientale in termini di consumi energetici, circuito professionale – anno 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
56
Flussi di Raccolta Anno 2014
CALCOLO DELLA CARBON FOOTPRINT DELLA RACCOLTA, DEL TRASPORTOE DEL TRATTAMENTO DEI RIFIUTI GESTITI DAL CONSORZIO ECOPED(RAEE E PILE PORTATILI)
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57
Sommario56 Introduzione
60 Obiettivo e campo di applicazione dello studio
64 Analisi di inventario
103 Valutazione degli impatti
111 Interpretazione del ciclo di vita
114 Bibliografia
58
La crescente attenzione al problema dei cambiamenti climatici, l’importanza che oggi sul mercato è data ai requisiti “ecologici” dei prodotti, la maggior consapevolezza del consumatore verso scelte più responsabili e comportamenti virtuosi, hanno contribuito a determinare la creazione di nuovi modi per fornire informazioni relative all’impatto sul clima di prodotti e servizi.
In questo ambito ha trovato grande diffusione la “carbon footprint”: essa rappresenta un indicatore ambientale che esprime la quantità totale delle emissioni di gas ad effetto serra emesse, direttamente o indirettamente, durante il ciclo di vita di un prodotto, di un’organizzazione o di un servizio e fornisce una quantificazione dell’impatto delle attività umane, espressa come quantità di anidride carbonica equivalente (CO2eq).
Nel calcolo dalla carbon footprint si tiene conto di tutti i gas clima-alteranti del Protocollo di Kyoto, tra cui l’anidride carbonica (CO2), il metano (CH4), l’ossido nitroso (N2O) e altri composti chimici (come i CFC, Halon, HCFC, ecc.). Ciascuna di queste emissioni è moltiplicata per il corrispondente coefficiente di caratterizzazione del potenziale di riscaldamento globale (Global Warming Potential, GWP) e la somma totale fornisce il valore di carbon footprint.
La carbon footprint dei prodotti comprende l’assorbimento e l’emissione di gas clima-alteranti nell’arco dell’intera vita di un prodotto, dall’estrazione delle materie prime e la loro trasformazione, al loro uso, fino al riciclaggio ed eventuale smaltimento finale. In ciascuna delle suddette fasi, le emissioni di gas ad effetto serra possono derivare da sorgenti come l’utilizzo di energia e di combustibili per il trasporto, dalla produzione di rifiuti e dalle perdite di refrigeranti dai sistemi di refrigerazione, mentre gli assorbimenti possono derivare dalla fissazione della CO2 atmosferica da parte delle piante o del suolo.
1.1 LO SVILUPPO NORMATIVO DEI RAEEIl D.Lgs. 151/05 (ora sostituito dal D.Lgs. 49/2014) definisce RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) le apparecchiature elettriche ed elettroniche che sono considerate rifiuti ai sensi della normativa vigente, inclusi tutti i componenti, i sottoinsiemi ed i materiali di consumo che sono parte integrante del prodotto nel momento in cui si assume la decisione di disfarsene.
I Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) non possono essere gettati nei normali cassonetti e smaltiti in discarica, in quanto possono contenere sostanze in grado di contaminare l’ambiente in maniera irreversibile, quali ad esempio metalli pesanti, sostanze lesive per l’ozono e sostanze alogenate; pertanto, per evitare la dispersione di tali componenti, è necessario trattare nel modo corretto le componenti inquinanti (attraverso recupero o riciclo) e smaltire le sole parti residue non più recuperabili. La normativa di riferimento che ha regolamentato la gestione di questi rifiuti è il Decreto Legislativo 151 del 2005, che ha migliorato, sotto il profilo ambientale, l’intervento dei soggetti che svolgono un ruolo attivo nel ciclo di vita dei prodotti elettrici ed elettronici: dai produttori agli utilizzatori, passando per gli attori della filiera distributiva, fino agli operatori del riciclo.
Al decreto legislativo hanno fatto seguito 5 decreti ministeriali attuativi:
• DM 25/09/07: istituzione del comitato di vigilanza e di controllo sulla gestione dei RAEE, ai sensi dell’articolo 15, comma 1, del decreto legislativo 25 luglio 2005, n. 151;• DM 25/09/07, n. 185, recante l’istituzione del “Registro nazionale dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi di gestione dei RAEE”, del “Centro di coordinamento per l’ottimizzazione delle attività di competenza dei sistemi collettivi” e del “Comitato di indirizzo sulla gestione dei RAEE” (attuazione articoli 13, comma 8 e 15 comma 4, D.Lgs. 151/2005);
1 INTRODUZIONE
59
• DM Ambiente 8 aprile 2008 recante “Disciplina dei centri di raccolta dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato — Articolo 183, comma 1, lettera cc) del D.Lgs. 152/2006”;• DM Ambiente 12 maggio 2009 recante “Finanziamento gestione Raee”;• DM Ambiente 8 marzo 2010, n. 65, recante “Gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) — Modalità semplificate”.
In particolare il Decreto stabilisce misure e procedure finalizzate a:a) prevenire la produzione di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche;b) promuovere il reimpiego, il riciclo e le altre forme di recupero dei RAEE, in modo da ridurne la quantità da avviare allo smaltimento;c) migliorare, sotto il profilo ambientale, l’intervento dei soggetti che partecipano al ciclo di vita di queste apparecchiature, quali, ad esempio, i produttori, i distributori, i consumatori e, in particolare, gli operatori direttamente coinvolti nel trattamento dei RAEE;d) ridurre l ’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Il sistema introdotto dalla normativa è improntato sulla responsabilità dei “produttori” (ossia dei primi importatori o fabbricanti) ai quali si chiede di organizzare e finanziare la raccolta e la gestione dei rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato.
Nel 2014 sono stati pubblicati due importanti decreti legislativi che hanno sostituito il D.Lgs. 151/05.D.Lgs. 4 marzo 2014, n. 27, Restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche — Attuazione direttiva 2011/65/Ue — Modifica del D.Lgs. 151/2005D.Lgs. 14 marzo 2014, n. 49, Gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche — Attuazione direttiva 2012/19/Ue — Modifica del D.Lgs. 151/2005.
Il primo, entrato in vigore il 30 marzo 2014, prevede che le apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato non dovranno contenere determinate sostanze tossiche e nocive individuate nell’allegato II del decreto, ovvero piombo, mercurio, cadmio, cromo esavalente e bifenili polibromurati (PBB).
Il secondo, invece, entrato in vigore il 12/04/14, oltre ad inserire prescrizioni per particolari tipologie di AEE, riguarda più direttamente la gestione dei rifiuti (RAEE): precisa meglio la distinzione tra i RAEE domestici e professionali, introducendo inoltre la novità dei RAEE di piccolissime dimensioni (oggetto di ritiro gratuito senza obbligo di acquisto dell’equivalente, cosiddetto “uno contro zero”), definendo:
RAEE DOMESTICI: i RAEE originati dai nuclei domestici e i RAEE di origine commerciale, industriale, istituzionale e di altro tipo analoghi, per natura e quantità, a quelli originati dai nuclei domestici. I rifiuti delle AEE che potrebbero essere usati sia dai nuclei domestici sia da utilizzatori diversi (“dual use”), sono in ogni caso considerati RAEE domestici.
RAEE PROFESSIONALI: i RAEE diversi da quelli provenienti da nuclei domestici.
RAEE DI PICCOLISSIME DIMENSIONI: i RAEE di dimensioni esterne inferiori a 25 cm.
PANNELLI FV: sono definiti RAEE “domestici” se originati da impianti di potenza nominale inferiore a 10 kW, mentre sono definiti RAEE “professionali” se di potenza superiore.
Inoltre definisce:
CENTRI DI TRATTAMENTO: gli impianti o le imprese che effettuano operazioni di trattamento Raee devono essere autorizzati con l’autorizzazione unica ex articolo 208, D.Lgs. 152/2006. L’autorizzazione garantisce l’utilizzo delle migliori tecniche di trattamento, di recupero
60
e di riciclaggio disponibili, e stabilisce le condizioni per garantire l’osservanza dei requisiti previsti per il trattamento adeguato e per il conseguimento degli obiettivi di riciclaggio e recupero indicati in allegato V.
TRATTAMENTO: il trattamento prevede, almeno, la rimozione di tutti liquidi ed un trattamento selettivo conforme alle prescrizioni tecniche.Nel caso di RAEE contenenti sostanze lesive dell’ozono alle operazioni di trattamento si applicano le disposizioni del Reg. (CE) n. 1005/2009 sulle sostanze che riducono lo strato di ozono e del Reg. (CE) n. 842/2006 su taluni gas fluorurati a effetto serra.
Il nuovo Decreto RAEE 49/2014 precisa, all’articolo 35 comma 2°), che il Comitato di Vigilanza e Controllo (CVC) del sistema RAEE definisce i criteri di determinazione delle quote di mercato, anche in considerazione, ove possibile, del diverso impatto ambientale delle singole tipologie di AEE. A tal fine, il CVC valuta l’analisi del ciclo di vita dei beni che può essere facoltativamente presentata da ciascun produttore con riferimento alle proprie AEE.
1.2 IL CONSORZIO ECOPEDIl consorzio Ecoped organizza e gestisce per conto dei propri consorziati un sistema integrato per la raccolta, il trasporto ed il trattamento dei RAEE, sostituendosi ai “produttori” per tutte le fasi di raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento e smaltimento di questi rifiuti.
Le categorie di apparecchiature elettriche ed elettronicheche rientrano nel campo di applicazione del D.Lgs. 49/2014 sono: 1. grandi elettrodomestici; 2. piccoli elettrodomestici; 3. apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni; 4. apparecchiature di consumo; 5. apparecchiature di illuminazione; 6. strumenti elettrici ed elettronici (ad eccezione degli utensili industriali fissi di grandi dimensioni); 7. giocattoli e apparecchiature per lo sport e per il tempo libero;
8. dispositivi medici (ad eccezione di tutti i prodotti impiantati e infettati); 9. strumenti di monitoraggio e di controllo; 10. distributori automatici.
Per quanto riguarda i RAEE domestici, nel periodo c.d “transitorio”, ovvero sino al 15 agosto 2018, la raccolta separata avviene suddividendo i rifiuti secondo 5 Raggruppamenti:
• RAGGRUPPAMENTO 1 – Freddo e clima (es. frigoriferi, congelatori, altri grandi elettrodomestici utilizzati per la refrigerazione, la conservazione e il deposito di alimenti, apparecchi per il condizionamento, ecc.);
• RAGGRUPPAMENTO 2 – Altri grandi bianchi (es. lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, piastre riscaldanti elettriche, forni a microonde, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici e apparecchiature per la ventilazione e l’estrazione d’aria, ecc.);
• RAGGRUPPAMENTO 3 – TV e monitor;
• RAGGRUPPAMENTO 4 – Information Technology ed elettronica di consumo, apparecchi di illuminazione (privati delle sorgenti luminose), piccoli elettrodomestici e altro (es. stampanti, copiatrici, macchine da scrivere elettriche ed elettroniche, calcolatrici tascabili e da tavolo, fax, telefoni, telefoni cellulari, apparecchi radio, videocamere, registratori hi-fi, strumenti musicali, trapani, macchine per cucire, giocattoli e apparecchiature per il tempo libero e lo sport e tutte le categorie non menzionate negli altri raggruppamenti), pannelli fotovoltaici;
• RAGGRUPPAMENTO 5 – Sorgenti luminose (es. tubi fluorescenti, sorgenti luminose fluorescenti compatte, sorgenti luminose a scarica ad alta intensità, comprese sorgenti luminose a vapori di sodio ad alta e bassa pressione, sorgenti luminose ad alogenuri metallici, ecc.).
1 INTRODUZIONE
61
I RAEE professionali, invece, vengono distinti direttamente per codice CER, così come elencati di seguito:
• CER 16 02 11*: apparecchiature fuori uso, contenenti clorofluorocarburi, HCFC, HFC;• CER 16 02 13*: apparecchiature fuori uso, contenenti componenti pericolosi diversi da quelli di cui alle voci 16 02 09 e 16 02 12;• CER 16 02 14: apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci da 16 02 09 a 16 02 13*;• CER 20 01 21*: tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenenti mercurio.
Per garantire un servizio efficiente ed efficace di raccolta separata dei RAEE su tutto il territorio nazionale, in conformità alle disposizioni di legge, Ecoped utilizza una serie di fornitori qualificati per garantire un servizio integrato in tutte le fasi della gestione dei RAEE.
Le imprese conivolte si dividono in:
• imprese di logistica autorizzate (per le operazioni di raccolta, trasporto, stoccaggio-transit point eventuale);• imprese per il trattamento selettivo: messa in sicurezza (rimozione dei materiali pericolosi e separazione delle frazioni riutilizzabili (per l’avvio all’effettivo recupero) o smaltimento dei componenti e frazioni riciclabili;• imprese per il trattamento finale (end processing): attività ad alto contenuto tecnologico, che rendono possibile la reimmissione delle frazioni recuperate, senza ulteriori lavorazioni, nell’ambito di nuovi cicli produttivi come nuove materie prime.
Oltre ai RAEE, Ecoped gestisce anche la raccolta dei rifiuti di pile ed accumulatori.
62
2.1 OBIETTIVOL’analisi della raccolta, del trasporto e del trattamento dei rifiuti gestiti da Ecoped e il calcolo della CFP ai sensi della norma ISO/TS 14067:2013 ha lo scopo di quantificare il contributo di questa attività al riscaldamento globale, espresso in termini di CO2 equivalente, valutando tutte le emissioni (e rimozioni) di gas serra lungo l’intero ciclo di vita. Il formato del Rapporto di studio della CFP è coerente con quanto definito dalla norma ISO/TS 14067.
2.2 CAMPO DI APPLICAZIONELe attività svolte dal consorzio Ecoped che sono state considerate nel calcolo della carbon footprint sono il trasporto e il trattamento di varie filiere di rifiuti: RAEE domestici e professionali e pile portatili.
La prima fase del ciclo consiste nel ritiro dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche dal luogo dove sono stati “prodotti” (Centro di Raccolta per quanto riguarda i RAEE domestici e pile portatili e azienda/organizzazione per i RAEE professionali) e nel loro trasporto presso l’impianto di trattamento selettivo (conferimento diretto oppure indiretto, cioè attraverso lo stoccaggio).
La seconda fase consiste nel trattamento dei rifiuti presso impianti autorizzati (trattamento selettivo), dove avviene la separazione delle varie parti che compongono il rifiuto al fine di essere recuperate direttamente o, eventualmente, inviate ad ulteriore trattamento (trattamento finale) o a smaltimento (discarica o inceneritore).
I principali vantaggi della carbon footprint, rispetto ad un classico studio di LCA completo dei suoi consueti indicatori d’impatto, sono la facilità di comunicazione e di comprensione da parte del pubblico dei risultati finali poiché l’impatto ambientale è espresso tramite un singolo indicatore.Si rimanda al paragrafo 5.2, dove sono descritte le limitazioni dello studio.
2.3 NORMA DI RIFERIMENTOPer il calcolo dell’impronta di carbonio della raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti dal consorzio Ecoped, la norma di riferimento che viene utilizzata è, quindi, la ISO/TS 14067:2013 e lo studio di valutazione del ciclo di vita è condotto in conformità a quanto richiesto dalla norma.
2.3.1 TIPO DI CFPLo studio della CFP della raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti dal consorzio Ecoped è una carbon footprint completa (“dalla culla alla tomba”).
2.3.2 CFP-PCRPer lo studio in oggetto non verranno seguite PCR, in quanto non esistono documenti relativi con l’oggettodel presente studio.
2.4 I QUANTITATIVI DI RAEE TRATTATI DA ECOPED I Rifiuti derivanti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche domestici raccolti in Italia nel 2014 sono stati di 231.746 tonnellate1, di cui 8.224 tonnellate sono state gestite dal consorzio Ecoped. Come si può notare nella tabella seguente, dove sono riportati i quantitativi specifici suddivisi nei diversi raggruppamenti, quasi l’80% dei rifiuti gestiti fanno parte del raggruppamento R4 (PED, CE, ITC, apparecchi illuminanti e altro).
2 OBIETTIVO E CAMPO DI APPLICAZIONE DELLO STUDIO
RAGGRUPPAMENTO 2014 (tonnellate)
R1 105
R2 1.393
R3 18
R4 6.479
R5 5
PILE 224
TOTALE 8.224
Tabella 1: Quantità di RAEE domestici e RIPA trattati da Ecoped nel 2014
63
Invece, relativamente ai RAEE professionali gestiti da Ecoped, i quantitativi trattati nel 2014 sono pari a 477 tonnellate. Nella tabella 2 si riportano i quantitativi trattati nel 2014, suddivisi nei diversi CER.
Gli output derivanti dal trattamento selettivo delle diverse tipologie di RAEE (rifiuti e/o materie prime secondarie) possono essere avviati a riciclo, direttamente o dopo altri trattamenti (di seguito denominato “trattamento finale”), oppure a smaltimento (discarica o incenerimento).
2.5 UNITÀ FUNZIONALE E FLUSSO DI RIFERIMENTOL’unità funzionale fornisce il riferimento al quale i dati in ingresso e in uscita al sistema considerato sono riferiti. L’unità funzionale considerata nello studio in oggetto è:
1 tonnellata di RAEE gestita dal consorzio ECOPED
Sono state quindi determinate le emissioni totali derivanti dai flussi di rifiuti gestiti dal consorzio nel 2014.
2.6 CONFINI DEL SISTEMAIl presente studio prende in considerazione l’intero ciclo di vita dell’attività di gestione dei RAEE condotta dal consorzio Ecoped; i risultati della carbon footprint sono stati riportati separatamente per RAEE
domestici, suddivisi nei diversi raggruppamenti, e RAEE professionali, separati per CER. Nel circuito dei rifiuti domestici sono inserite anche le pile portatili.
Nelle figure 1 e 2 è rappresentato schematicamente il ciclo di vita dei RAEE: dal produttore (piazzola ecologica nel caso dei RAEE domestici, azienda per quelli professionali), il rifiuto viene avviato all’impianto di trattamento selettivo (eventualmente passando attraverso lo stoccaggio). Da qui, in seguito alla separazione delle varie componenti e alla macinazione del rifiuto, le diverse frazioni prodotte possono essere inviate a recupero diretto (con o senza passare per la messa in riserva) oppure possono essere mandate ad un altro impianto dove, in seguito ad uno specifico trattamento (definito finale), verranno recuperati altri materiali. In entrambi i trattamenti, quello selettivo dei RAEE e quello finale delle componenti, una parte dei rifiuti che ne derivano sono inviati a smaltimento (discarica o incenerimento).
CER 2014 ton.
16 02 11* 121
16 02 14 (grandi bianchi) 109
16 02 13* 25
16 02 14 (PED) 222
20 01 21* 0,04
TOTALE 477,04
Tabella 2: Quantità di RAEE professionali trattati da Ecoped nel triennio 2011-2014
1 Fonte: Centro di Coordinamento RAEE2 Punto di passaggio intermedio tra produttore del rifiuto e destinatario dove avviene lo stoccaggio
64
2 OBIETTIVO E CAMPO DI APPLICAZIONE DELLO STUDIO
Figura 1: Schema utilizzato per la descrizione del ciclo di gestione dei RAEE domestici
Figura 2: Schema utilizzato per la descrizione del ciclo di gestione dei RAEE professionali
Fase 1: § 3.2Fase 2: § 3.3Fase 3: § 3.4Fase 4: § 3.5Fase 5: § 3.6
CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE - Fase 1
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO SELETTIVO
Fase 2
TRATTAMENTO FINALE Fase 3
MATERIALE RICICLATOFase 4
FINE VITADiscarica
IncenerimentoFase 5
FINE VITADiscarica
IncenerimentoFase 5
RAEEDOMESTICO
RAEEPROFESSIONALE
PRODUTTORE DEL RIFIUTO - Fase 1
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO SELETTIVO
Fase 2
TRATTAMENTO FINALE Fase 3
MATERIALE RICICLATOFase 4
65
2.7 CRITERI DI ESCLUSIONEI criteri di esclusione (cut-off) consentono di escludere, dallo studio del calcolo dell’impronta di carbonio, alcuni flussi di materia ed energia in ingresso e in uscita al sistema considerato.Nel presente studio LCA, i processi che sono stati esclusi dall’analisi, in base a puntuali analisi di sensibilità, sono i seguenti:• la costruzione degli stabilimenti aziendali e dei macchinari per il trattamento dei rifiuti;• i prodotti per la manutenzione degli impianti.
2.8 APPROCCIO DI ALLOCAZIONE SELEZIONATO La norma ISO/TS 14067 definisce una gerarchia nella selezione dell’approccio di allocazione.
L’allocazione deve essere dapprima evitata attraverso la suddivisione del processo o l’espansione del sistema, se possibile.In caso contrario i rapporti fisici (es. massa, energia) tra prodotti o funzioni devono essere utilizzati per ripartire i flussi in ingresso e in uscita.Quando non è possibile stabilire i rapporti fisici, vengono utilizzati altri rapporti (per esempio il valore economico).Per quanto riguarda i rifiuti gestiti dal consorzio Ecoped, il criterio di allocazione selezionato è quello di massa.
2.9 PERIODO DI RIFERIMENTOIl periodo di riferimento per il calcolo della carbon footprint della raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti da Ecoped è l’anno solare 2014.
66
Per l’elaborazione del presente studio e per il calcolo della carbon footprint, i dati di input sono stati forniti da Ecoped partendo dai formulari di trasporto dei rifiuti (FIR). Il consorzio ha elaborato le informazioni relative alla movimentazione dei RAEE domestici e professionali e dei rifiuti di pile portatili, eseguite nel 2014 dagli impianti di trattamento, per conto dei consorziati Ecoped, distinguendo i trasporti diretti (dal produttore all’impianto di trattamento) da quelli indiretti (passaggio attraverso uno stoccaggio prima di arrivare all’impianto di trattamento).Sono stati coinvolti 11 partner operativi di Ecoped, che hanno gestito complessivamente il 92% dei rifiuti domestici movimentati dal consorzio e circa il 95% di quelli professionali (di seguito chiamati “impianti campione”).Di seguito sono riportati gli impianti e la località in cui sono situati. Per ogni impianto sono state raccolte informazioni in merito alle lavorazioni effettuate, le tipologie di RAEE trattati e gli output derivanti dalla selezione.Tutte le informazioni sono, quindi, state raccolte attraverso una scheda specifica e puntuale, dove sono stati registrati:• i RAEE in ingresso all’impianto, suddivisi per raggruppamento (per il domestico) e per CER (per il professionale), oltre ai quantitativi di rifiuto trattato per conto di Ecoped nel 2014 e il totale lavorato nello stesso anno;• i consumi di energia elettrica e/o di combustibile necessari per il funzionamento degli impianti, suddivisi, dove possibile, per tipologia di RAEE lavorato;• altri eventuali consumi correlati all’attività di trattamento (metano per riscaldamento, acqua, ecc.);• la tipologia e la quantità dei rifiuti (o delle materie prime secondarie, MPS) in uscita dall’impianto dopo il trattamento. In particolare, per ogni CER (o MPS) in uscita dall’impianto sono state fornite informazioni relative al RAEE da cui hanno avuto origine, all’impianto di destinazione, al destino finale (recupero/trattamento, discarica, incenerimento).
Da queste informazioni sono stati, quindi, ricavati tutti i dati necessari per il calcolo della carbon footprint generata dalla
3 ANALISI DI INVENTARIO
IMPIANTO LOCALITÀ
A Dismeco S.r.l. Marzabotto (BO)B FG S.r.l. Belpasso (CT)C Nec New Ecology S.r.l. Fossò (VE)D O2Saving S.r.l. Castelnuovo (TN)E Relight S.r.l. Rho (MI)F Ri.Plastic S.r.l. Balvano (PZ)G S.E.Val. S.r.l. Colico (LC)H Stena Technoworld S.r.l. Angiari (VR)I Transistor S.r.l. Torino (TO)L Vallone S.r.l. Montalto di Castro (VT)M S.E.Val - Piantedo Piantedo
A
B
C
D
E
F
G H
I
L
M
Figura 3: Localizzazione degli impianti campione
67
gestione dei RAEE da parte di Ecoped. Nei capitoli successivi vengono dettagliatamente descritte tutte le varie fasi del ciclo, con particolare attenzione ai dati disponibili e alle eventuali assunzioni fatte per supplire alla mancanza di dati.
3.1 DESCRIZIONE DEI DATILa tipologia di dati che sono stati utilizzati nell’LCA per il calcolo della carbon footprint sono:• dati specifici, reperiti presso siti aziendali;• dati generici: dati non site-specific, quali provenienti da banche dati (commerciali e non) o da letteratura (specifica e non) relazionata a quella particolare categoria di prodotto o ad altri sistemi equivalenti da un punto di vista tecnologico, geografico e temporale. Per questa tipologia di dati la struttura consulenziale del consorzio Ecoped garantisce l’accesso a banche dati estremamente aggiornate (per esempio il database Ecoinvent 3.1).
L’utilizzo di dati specifici è prioritaria, per questo motivo è stata condotta una puntuale raccolta dati che ha permesso di approfondire le fasi del ciclo di vita particolarmente impattanti e individuare quelle non coperte da banche dati specifiche.
3.2 D A L P R O D U T T O R E D E L R I F I U T O ALL’IMPIANTO DI TRATTAMENTOCome già evidenziato, il quantitativo di rifiuti gestiti da Ecoped nel 2014 è di 8.224 tonnellate per quanto riguarda i RAEE del circuito domestico, mentre ammonta a 477 tonnellate il quantitativo dei RAEE professionali. La distanza percorsa fino all’impianto di trattamento varia a seconda del rifiuto trasportato ed è riportata nelle tabelle seguenti:
Tabella 3: Distanza percorsa (km) per il trasporto dei RAEE domestici e dei RIPA via terra e via mare all’impianto di trattamento
Tabella 4: Distanza percorsa (km) per il trasporto dei RAEE professionali via terra e via mare all’impianto di trattamento
RAGGRUPPAMENTO Da produttorea destino finale
Da produttorea stoccaggio
Da stoccaggioa destino finale
R1 213 115 234
R2 231 239 303
R3 161 297 112
R4 250 178 622
R5 160 79 147
pile 97 251
CER Da produttorea destino finale
Da produttorea stoccaggio
Da stoccaggioa destino finale
16 02 11* 234 281 206
16 02 14 (grandi bianchi) 193 210 31
16 02 13* 205 311 31
16 02 14 (PED) 272 233 400
20 01 21* 192 181 20
Da precisare che, per quanto riguarda le pile, esiste un unico impianto autorizzato in Italia che tratta tale tipologia di rifiuto.
68
3.2.1 FONTE DEI DATIIl dato di input utilizzato per il calcolo della carbon footprint è il quantitativo di rifiuti gestiti nel 2014 da Ecoped, dato fornito dal consorzio.
Le distanze di trasporto sono state calcolate partendo dai dati contenuti nei formulari di trasporto dei rifiuti, caricati nel registro di intermediazione (dati resi disponibili dal consorzio).
Per calcolare i km percorsi è stato utilizzato un software specifico per il calcolo delle distanze, computando in modo puntuale i tragitti, partendo dagli indirizzi dei produttori, dei trasportatori e dei destinatari del rifiuto ricavati dai formulari. I percorsi tengono conto anche degli eventuali trasporti attraverso gli stoccaggi. Si è, inoltre, tenuto conto dei percorsi fatti via nave, relativi ai trasporti dalle isole al continente.
Le emissioni specifiche prodotte dai mezzi di trasporto sono state calcolate con la banca dati Ecoinvent 3.13 per singole categorie di mezzi. Per il trasporto dal centro di raccolta comunale o dall’azienda produttrice del rifiuto professionale fino all’impianto di trattamento, sono stati considerati mezzi con portata compresa tra 7,5 e 16 tonnellate, in quanto confrontabile con la tipologia dei mezzi generalmente utilizzata.
3.2.2 ASSUNZIONIPer quanto riguarda i trasporti, si è assunto che tutti i quantitativi di rifiuti gestiti/movimentati da Ecoped nel 2014 siano stati trattati nello stesso anno presso gli impianti, senza tener conto di eventuali lavorazioni di stoccaggi effettuati l’anno precedente o giacenze da lavorare l’anno successivo.
I chilometri percorsi all’andata sono stati calcolati come la somma delle distanze tra il trasportatore e il produttore del rifiuto e tra questo e l’impianto di trattamento (destinatario), considerando quindi come punto di partenza per ogni viaggio la sede locale del trasportatore.
Il viaggio di ritorno è stato conteggiato pari a 0,5 volte quello di andata, perché statisticamente il trasportatore si trova nei pressi dell’impianto di trattamento (o coincide con lo stesso impianto di destinazione). Le distanze di trasporto sono state calcolate come media pesata. Per la raccolta dei RAEE domestici, è stato inserito anche il servizio di trasporto dalle utenze domestiche ai centri di raccolta: la capacità di trasporto dei mezzi utilizzati è stata considerata di 3,5 tonnellate e la distanza percorsa è stata stimata in 3,4 km, partendo dall’estensione media dei comuni italiani, pari a 37,3 km2 (fonte dati ISTAT).
3.3 TRATTAMENTO DEI RAEE PRESSO GLI IMPIANTILe modalità di trattamento dei RAEE realizzate presso gli impianti possono essere suddivise in diverse fasi, alcune sono comuni a tutte le categorie, altre più specifiche che si distinguono per tipologia di apparecchiatura.
In particolare, le fasi principali sono il conferimento, la messa in riserva e il trattamento (suddivisibile in: pre-trattamento e messa in sicurezza dei materiali), smontaggio e recupero del componente, frantumazione e selezione dei materiali, fine vita.
La figura seguente fornisce una schematizzazione delle fasi.
3 ANALISI DI INVENTARIO
69
Quando il rifiuto giunge presso l’impianto di trattamento viene effettuata una prima analisi: si tratta del trattamento selettivo e della messa in sicurezza, una lavorazione preliminare il cui scopo è quello di rendere più sicuro lo svolgimento delle successive fasi di recupero.
Essa consiste nell’asportazione di tutte le parti mobili presenti nelle apparecchiature (sportelli, componenti e cablaggi elettrici, guarnizioni in PVC e/o gomma ed altre parti accessorie quali piani in cristallo, in acciaio, in plastica ecc.) e nella contemporanea rimozione, se necessario, dei materiali classificati pericolosi come, ad esempio, CFC dai circuiti e dall’olio, interruttori con sostanze pericolose, condensatori, tubi catodici, schede elettriche ed elettroniche.
A questa procedura segue la fase di smontaggio effettuata, salvo differente prassi, manualmente.
Questa operazione è necessaria per separare in modo corretto le diverse componenti, che potranno così essere inviate a successivo recupero, e per permettere l’asportazione di tutte le parti che potrebbero risultare non idonee alla successiva fase.
Lo step seguente è automatizzato e consiste nella frantumazione e nella selezione dei materiali da avviare al recupero (metalli ferrosi e non, plastiche, ecc.).A questo punto i materiali sono pronti per essere reintrodotti all’interno dei cicli produttivi o per essere avviati a processi di recupero energetico o di massa, mentre i rifiuti prodotti dalle attività di bonifica e trattamento vengono avviati a smaltimento.
Di seguito vengono sommariamente descritti i trattamenti applicati per ciascun raggruppamento di RAEE.
3Ecoinvent è un’associazione senza fini di lucro, fondata dagli istituti svizzeri ETHZ, EPFL, PSI, Empa e ART. Ecoinvent offre uno dei più completi database internazionali di LCI (Life Cycle Inventory) con diverse migliaia di serie di dati in materia di
agricoltura, approvvigionamento energetico, trasporti, biocombustibili e biomateriali, prodotti chimici, materiali da costruzione, materiali da imballaggio, metalli di base e preziosi, lavorazione dei metalli, ICT ed elettronica, nonché il trattamento dei rifiuti.
Conferimento e messa in
riserva
Trattamento selettivoe messa
in sicurezza
Smontaggio e recupero dei componenti
Frantumazione e selezione dei
materiali
Recuperodi materialeed energia
Smaltimento
Figura 4: Fasi del trattamento delle apparecchiature elettriche ed elettroniche dismesse
70
3 ANALISI DI INVENTARIO
TRATTAMENTO
R1
Il trattamento inizia con la messa in sicurezza e lo smontaggio delle componenti pericolose: manualmente vengono asportati cavi elettrici, guarnizioni e parti in vetro. In seguito viene effettuata l’operazione di bonifica del circuito refrigerante, attraverso l’utilizzo di utensili perforanti e l’aspirazione di CFC-HFC e oli, che vengono separati e stoccati. Negli impianti può essere presente un sistema di abbattimento dei CFC, derivanti dalla fase di triturazione del poliuretano (post- combustore). Una volta privato del compressore, il rifiuto viene inviato alla fase di triturazione, che consiste in una riduzione volumetrica e successiva separazione delle varie componenti (principalmente schiume poliuretaniche, metalli ferrosi e non ferrosi, plastica).
R2
L’operazione di messa in sicurezza consiste nell’eliminazione manuale di componenti quali condensatori, eventuali interruttori al mercurio, cavi esterni, batterie, accumulatori, zavorre in cemento, circuiti stampati, ecc…. Le carcasse vengono quindi sottoposte ad una prima triturazione più grossolana e ad una successiva separazione manuale delle diverse componenti, per poi essere nuovamente ridotte a pezzature più piccole. Nastri magnetici e separatori ad induzione permettono la separazione delle diverse tipologie di materiale.
R3I monitor e i televisori vengono smantellati manualmente, in modo da estrarre il tubo catodico in sicurezza; l’involucro viene avviato a triturazione, mentre la bonifica del tubo catodico avviene nelle seguenti fasi: viene rimossa la cinghia antimplosione, viene eseguito il taglio per la separazione del vetro cono e del vetro pannello, viene estratta la maschera ferrosa ed aspirate le polveri fluorescenti dalla superficie del vetro pannello.
R4
Anche in questo caso la messa in sicurezza del rifiuto consiste nella rimozione delle componenti ambientalmente critiche, tra cui i condensatori, i componenti contenenti mercurio, pile e batterie, circuiti stampati, cartucce e toner, oltre alle parti che potrebbero danneggiare l’impianto di frantumazione (motori elettrici, trasformatori, ecc.). La successiva triturazione permette la riduzione volumetrica delle carcasse e la separazione delle diverse tipologie di materiale (ferro, materiale non ferroso, plastica,…).
R5Le operazioni di trattamento delle sorgenti luminose consistono essenzialmente nella frantumazione delle lampade, nella separazione delle parti metalliche e plastiche, nella separazione e pulizia del vetro ed infine l’estrazione e il confezionamento delle polveri fluorescenti.
P1
Il trattamento consiste in una pre-selezione manuale per separare le pile e gli accumulatori da altre frazioni, una cernita per suddividere le diverse tipologie (es. alcaline, Zn-C, Ni-Cd, ecc…), ed infine una macinazione delle pile alcaline e Zn-C che permette di ottenere quattro diverse frazioni: acciaio, carta e plastica, collettori anodici e pasta di pile. Quest’ultima subisce un processo idrometallurgico, per il recupero di zinco e ossido di manganese. Le altre tipologie di pile vengono, invece, inviate ad altri impianti per il trattamento finale.
71
Nella tabella seguente sono riportati gli impianti campione presi in considerazione per le elaborazioni del
presente studio, con indicate le categorie che vengono trattate in ognuno.
Tabella 5: Raggruppamenti trattati nei diversi impianti visitati nel corso del presente studio
RAGGRUPPAMENTO
R1 R2 R3 R4 R5
DISMECO • • • •FG • • • •
NEC NEW ECOLOGY • • • •O2SAVING • •RELIGHT • • • •
RI.PLASTIC • • • •SEVAL - COLICO • • • •
SEVAL - PIANTEDO • • •STENA - VR • • •
TRANSISTOR •VALLONE - MONTALTO • • • •
72
I consumi energetici specifici forniti dagli impianti sono stati elaborati e rapportati ai quantitativi totali di RAEE trattati nel 2014. Solo per due degli impianti campione non è stato possibile inserire il dato specifico, in quanto le informazioni fornite non sono complete. Vengono compresi all’interno della voce “altri impianti”, tutti quegli impianti di trattamento RAEE che gestiscono i rifiuti per conto di Ecoped, ma che non rientrano nel campione di aziende selezionate che hanno fornito i dati relativi ai consumi energetici necessari per lo svolgimento delle attività di trattamento dei RAEE: in questo caso, il consumo energetico è stato determinato considerando la media dei consumi degli impianti campione.
Il consumo più elevato per tutti i raggruppamenti (escluso il raggruppamento R5) è di 698,59 MJ/t per l’R1, mentre i consumi minori sono di 187,94 MJ/t per l’R1, 102,66 MJ/t per l’R2, 87,35 MJ/t per l’R3 e 87,35 MJ/t per l’R3; solo due impianti trattano R5 e i loro consumi variano da 87,35 a 160,44 MJ/t. Alcuni impianti hanno fornito il consumo elettrico comprensivo degli uffici, mentre altri sono stati in grado di separare i consumi. Nel grafico 1 sono rappresentati i consumi degli impianti campione4 rispetto ai raggruppamenti per i quali effettuano il trattamento selettivo, senza considerare i consumi per la movimentazione interna e, in viola, il valore medio pesato utilizzato per i restanti.
3 ANALISI DI INVENTARIO
4 Per motivi di riservatezza, nel grafico gli impianti campione sono riportati in modo anonimo e casuale.
Grafico 1: Consumo di energia per tipologia di raggruppamento trattato; in azzurro gli impianti selezionati nel presente studio (in ordine casuale) in viola la media degli impianti.
impianto Ximpianto medio
800,0
700,0
600,0
500,0
400,0
300,0
200,0
100,0
0
MJ/t
R1 R2 R3 R4 R5
309,19
247,29211,71
259,06
94,01
73
3.3.1 FONTE DEI DATIGli impianti campione utilizzati per lo studio hanno fornito i valori di energia e/o combustibile utilizzati per il funzionamento dell’impianto di trattamento e, quindi, per la separazione dei vari componenti e materiali che compongono il rifiuto.Dai quantitativi di RAEE lavorati nel corso del 2014 e dai consumi energetici, è stata calcolata l’energia consumata rispetto ad una tonnellata di rifiuto trattato ed è stato quindi determinato il consumo medio utilizzato per gli altri impianti.
Solo due impianti hanno fornito consumi energetici specifici per il diverso raggruppamento trattato, mentre gli altri avevano a disposizione un dato complessivo.Presso gli impianti è presente un sistema di abbattimento dei CFC derivanti dalla fase di triturazione del poliuretano (in genere impianto di post-combustione), per i quali sono stati raccolti i quantitativi dei consumi energetici e dl trattamento dei CFC.
3.3.2 ASSUNZIONISi è assunto che tutti i quantitativi di rifiuti gestiti/movimentati da Ecoped nel 2014 siano stati trattati nello stesso anno presso gli impianti, senza tener conto di eventuali stoccaggi in anni diversi dal 2014. Per quanto riguarda i RAEE professionali, i diversi CER sono stati assimilati ai raggruppamenti dei RAEE domestici, in quanto il trattamento delle diverse tipologie è essenzialmente lo stesso.
3.4 DALL’ IMPIANTO DI TRATTAMENTO SELETTIVO ALLA DESTINAZIONE FINALEQuesta fase comprende le attività che vengono svolte a valle all’uscita degli impianti di trattamento selettivo dei RAEE e che riguardano essenzialmente l’invio delle varie frazioni ad operazioni di recupero, smaltimento o ad altro impianto dove viene effettuato un secondo processo di trattamento sulle componenti separate nella fase precedente. Da qui, avverrà poi un successivo trasporto delle frazioni recuperate e dei rifiuti avviati a smaltimento in discarica e/o in inceneritore. Le fasi di trasporto in uscita dall’impianto di trattamento
fanno riferimento al consumo di mezzi con una portata massima di 32 tonnellate. Per calcolare il destino finale dei vari materiali che derivano dal trattamento presso gli impianti, sono state determinate delle percentuali in base agli output forniti dagli impianti campione, selezionando il materiale in uscita da ogni specifico raggruppamento e individuando le percentuali che vanno direttamente a recupero, a trattamento finale e/o a smaltimento. In base alle assunzioni fatte sulle lavorazioni presso gli impianti di trattamento finale e di seguito dettagliatamente descritte, sono state determinate le frazioni recuperate o smaltite. Sono stati quindi calcolati i km percorsi per ogni differente destinazione.
3.4.1 FONTE DEI DATILa maggior parte degli impianti campione (circa il 75%) ha fornito i dati relativi ai CER in uscita dal proprio impianto, attribuendoli alle tipologie (Raggruppamenti) di RAEE cui sono associati: in questo modo, selezionando uno specifico raggruppamento e gli impianti che hanno gestito quel rifiuto per conto di Ecoped nel 2014, è stato possibile calcolare la percentuale e la tipologia di rifiuti e di materia prima secondaria derivante dal trattamento delle diverse tipologie di RAEE.
Per il calcolo dei km percorsi all’uscita dell’impianto di trattamento fino alla destinazione finale (recupero, discarica, incenerimento) o successiva (trattamento finale), sono state utilizzate le informazioni fornite dagli impianti di trattamento campione, i quali hanno indicato, per ogni CER derivante dalle diverse lavorazione, l’impianto di destinazione.
Attraverso l’utilizzo di software pubblici per il calcolo delle distanze, sono stati determinati i chilometri del tragitto su strada, mentre per il traghetto e la nave è stata calcolata la distanza tra i porti in miglia, trasformata poi in km. Inoltre, in questo studio è stato preso in considerazione anche il consumo dei big bags che le aziende di trattamento utilizzano per il trasporto di alcune tipologie di rifiuti trattati (generalmente rifiuti di plastica, schede, floppy, hard disk, alimentatori e vetro
74
del tubo catodico): si è assunto un consumo pari al numero di big bag acquistati nel 2014 da ogni impianto.
3.4.2 ASSUNZIONIPer quanto riguarda le attività svolte dagli impianti di trattamento finale, non sono state rese disponibili informazioni dagli impianti selezionati (tra cui i consumi energetici e le eventuali emissioni in atmosfera di gas a effetto serra) sostanzialmente perché ritenuti dati confidenziali.I consumi energetici sono stati ricavati dai processi di trattamento presenti nella banca dati Ecoinvent 3.1 per analoghe attività di trattamento rifiuti.
I big bags sono stati modellizzati utilizzando processi della banca dati Ecoinvent e il fine vita è stato modellizzato utilizzando le percentuali di recupero, incenerimento e smaltimento in discarica tipiche dello scenario italiano per la plastica (36% riciclo, 32% incenerimento e 32% discarica).
Per quanto r iguarda i l f ine vita del le varie componenti/rifiuti derivanti da questo trattamento finale, il loro trasporto a recupero e/o a smaltimento, in termini di chilometri percorsi, è stato considerato equivalente a quello fatto dagli impianti di trattamento campione rispettivamente a recupero o a smaltimento.
Infine, per le attività svolte nel ciclo finale di trattamento, alcune informazioni relative alle percentuali di rifiuto inviato a recupero e/o a smaltimento sono state fornite dagli impianti di trattamento selettivo, mentre altre sono desunte da dati di letteratura, da banche dati, da altri progetti precedentemente svolti di Ambiente Italia.
Nelle tabelle riportate di seguito sono elencate le tipologie di rifiuti che derivano dal trattamento dei diversi raggruppamenti e CER e che, in base alle informazioni fornite durante la raccolta dati, sono poi inviate ad un altro impianto per il successivo trattamento.
3 ANALISI DI INVENTARIO
RIFIUTO ASSUNZIONI FONTE
CAVI Rifiuto costituito da pvc (62%) e rame (38%); si considera che tutto il materiale venga recuperato in seguito al trattamento finale.
Dati da impianti di trattamento selettivo
COMPRESSORISono costituiti dal’89% di ferro, 6% di alluminio, 3% di rame; dopo il trattamento, tutto il materiale è avviato a recupero. Il restante 3% è dato da scarto inviato a discarica.
Dati da impianti di trattamento selettivo
OLIOGli oli minerali usati sono per la quasi totalità oggetto di riciclo o di recupero energetico: solo circa il 3,5% dell’olio raccolto viene smaltito per termodistruzione e il 96,5% è rigenerato e quindi recuperato.
Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati e impianti di trattamento selettivo
POLIURETANO Anche quest’anno tutti gli impianti di trattamento selettivo hanno dichiarato di inviare tale rifiuto tutto a discarica o a incenerimento.
Dati da impianti di trattamento selettivo
CONDENSATORI La gran parte di questo rifiuto viene avviata alla termodistruzione (più del 71%), ma vengono anche recuperati ferro (26,7%) e alluminio (2%).
Dati da impianti di trattamento selettivo
Tabella 6: Trattamento finale dei rifiuti derivanti da raggruppamento R1 e dal CER 16 02 11
75
RIFIUTO ASSUNZIONI FONTE
CAVIRifiuto costituito da pvc e rame, nelle percentuali del 64% e 36% rispettivamente; si considera che tutto il materiale venga recuperato in seguito al trattamento finale.
Dati da impianti di trattamento selettivo
MOTORI ELETTRICI
Si suppone tutte le componenti del motore elettrico siano recuperate, in particolare un 12% di rame e un 88% di metalli ferrosi.
Dati da impianti di trattamento selettivo
SCHEDE
Nello studio non è stata fatta nessuna distinzione tra i diversi tipi di schede (prima e seconda scelta, a seconda delle percentuali di materiali preziosi che le compongono); la composizione media presa come riferimento è formata dal 59,7% di plastica, 14,5% di metalli misti e dal resto di scarti i quali finiscono in discarica (14,8%) o sono inviati a incenerimento (11%).
Dati da impianti di trattamento selettivo
RESIDUI / SCARTI Si è assunto che questa tipologia di rifiuto, di cui non si hanno informazioni in merito alla composizione, venga inviato a discarica.
Elaborazioni Ambiente Italia
CONDENSATORI Una parte del rifiuto viene recuperata come ferro (40%) e come alluminio (3%); il restante 57% viene termodistrutto.
Dati da impianti di trattamento selettivo
DEFERRIZZATO Gran parte del rifiuto viene recuperato (circa il 93% di metalli), il resto viene termodistrutto (6,9%) e solo una piccola parte rimanente è avviata a discarica.
Dati da impianti di trattamento selettivo
CARCASSE LAVATRICI
In questo caso tutto il materiale è avviato a recupero. Il rifiuto è costituito principalmente da ferro (76%), ma sono presenti anche acciaio (9%), rame e plastica (entrambi al 7%) e una piccola parte d’alluminio (1%).
Dati da impianti di trattamento selettivo
PLASTICA Una parte viene recuperata (49%). Il restante è dato da scarti inviati a incenerimento (49%) e a discarica (2%).
Dati da impianti di trattamento selettivo
Tabella 7: Trattamento finale dei rifiuti derivanti dal raggruppamento R2
76
3 ANALISI DI INVENTARIO
RIFIUTO ASSUNZIONI FONTE
AVVOLGIMENTI TV, CAVI, SPINE
Rifiuto costituito da pvc (54%) e rame (46%); si considera che tutto il materiale venga recuperato in seguito al trattamento finale.
Dati da impianti di trattamento selettivo
MOTORI ELETTRICI
Si suppone che tutte le componenti del motore elettrico siano recuperate, 12% rame e 88% metalli ferrosi.
Dati da impianti di trattamento selettivo
SCHEDE
In questo studio non è stata fatta nessuna distinzione tra i diversi tipi di schede (prima e seconda scelta, a seconda delle percentuali di materiali preziosi che le compongono); la composizione media presa come riferimento è formata dal 43% di metalli misti, dal 23% di ferro, dal 7% di alluminio e dal 27% di scarti. Per questi ultimi si è ipotizzato l’invio in discarica, mentre per le altre frazioni il riciclo.
Dati da impianti di trattamento selettivo
TRASFORMATORI Le percentuali considerate e recuperate sono rame (50%) e ferro (50%) Dati da impianti di trattamento selettivo
CONDENSATORI Solo una piccola parte del rifiuto viene recuperata come alluminio (l’1%) e il restante viene avviato a discarica (99%).
Dati da impianti di trattamento selettivo
SCHERMI PIATTILe componenti che costituiscono tale rifiuti sono: alluminio (0,003%), ferro (40,39%), plastica (25,04%), vetro (7,74%), metalli misti (21,86%), scarti a discarica (4,7%) e scarti ad incenerimento (0,26%).
Dati da impianti di trattamento selettivo
GIOGHI DI DEFLESSIONE
La composizione media dei gioghi di deflessione è: 38,7% di rame, 26,7% di ferro e 18% di plastica, che vengono recuperati, e il 16,7% di scarti a discarica.
Dati da impianti di trattamento selettivo
RESIDUI / SCARTI Si è assunto che questa tipologia di rifiuto, di cui non si hanno informazioni in merito alla composizione, venga inviata tutta a discarica. Dati Ambiente Italia
CANONCINO RETRO TUBO
Il 75% viene recuperato come ferro e il 10% come acciaio; solo il 15% è avviato in discarica.
Dati da impianti di trattamento selettivo
Tabella 8: Trattamento finale dei rifiuti derivanti dal raggruppamento R3 e dal CER 16 02 13
77
RIFIUTO ASSUNZIONI FONTE
ALIMENTATORI Stesse considerazioni fatte per i trasformatori Dati da impianti di trattamento selettivo
BATTERIE AL PIOMBO
Le batterie al piombo sono tipicamente costituite da piombo, elettrolita, materie plastiche e componenti minori. Dal processo di riciclaggio si ottengono: piombo secondario e leghe di piombo (30%), solfato di piombo (pastello) ceduto agli impianti di prodizione di piombo primario (27%), polipropilene riciclabile (circa il 3%), altri materiali recuperati (30,6%) e residui della lavorazione (circa l’8,8%), costituiti principalmente da scorie di lavorazione, mix di plastiche non valorizzabili, acido solforico non valorizzabile.
Dati da impianti di trattamento selettivo e COBAT
ALTRE BATTERIEDal trattamento di altre batterie viene recuperato un 25% di ferro; inoltre il 42,3% delle batterie viene riciclato, il 17,7% inviato a discarica e il restante 15% a incenerimento.
Dati da impianti di trattamento selettivo
CARTUCCE / TONER
Si è ipotizzato che dalla triturazione delle cartucce si riesca a recuperare la plastica (80%), mentre il restante 20% siano scarti inviati a discarica.
Elaborazioni Ambiente Italia
CAVI E SPINERifiuto costituito da pvc e rame, nelle percentuale del 64% e 34% rispettivamente; si considera che tutto il materiale venga recuperato in seguito al trattamento finale.
Dati da impianti di trattamento selettivo
CONDENSATORI Si è supposto di conferire in discarica il 99% di questa tipologia di rifiuto, mentre il restante 1% è costituito da alluminio.
Dati da impianti di trattamento selettivo
DEFERRIZZATO Gran parte del rifiuto viene recuperato (circa il 93% di metalli), il resto viene incinerato (6,9%) e solo una piccola parte rimanente è avviata a discarica.
Dati da impianti di trattamento selettivo
HARD DISK, PROCESSORI
Non avendo nessuna informazione in merito al trattamento di questo rifiuto, sono state utilizzate le informazioni presenti nella banca dati, considerando che tutto venga poi avviato a recupero.
Banca dati Ecoinvent
MEMORIA RAM Stessa assunzione fatta per gli hard disk e i processori. Banca dati Ecoinvent
MOTORI ELETTRICI
Praticamente tutte le componenti del motore elettrico sono recuperate, solo un 0,3% finisce in discarica. La composizione considerata è la seguente: 87,7% ferro, 11% rame e 0,7% alluminio.
Dati da impianti di trattamento selettivo
SCHEDE
In questo studio non è stata fatta nessuna distinzione tra i diversi tipi di schede (prima e seconda scelta, a seconda delle percentuali di materiali preziosi che le compongono); la composizione media presa come riferimento è formata dal 29,5% di plastica, 27% di metalli misti, il 12,5% di alluminio, il 5% di ferro e dal 26% di scarti. Per questi ultimi si è ipotizzato l’invio in discarica, mentre per le altre frazioni il riciclo.
Dati da impianti di trattamento selettivo
TRASFORMATORI Le percentuali considerate recuperate sono ferro (58%), rame (23%) e alluminio (5,3%).
Dati da impianti di trattamento selettivo
RESIDUI / SCARTI Si è assunto che questa tipologia di rifiuto, di cui non si hanno informazioni in merito alla composizione, venga inviato tutto a discarica. Dati Ambiente Italia
Tabella 9: Trattamento finale dei rifiuti derivanti dal raggruppamento R4 e dal CER 16 02 14
78
3.5 IL RICICLOL’attività di riciclo è considerata come il trasporto dei materiali derivanti dal trattamento selettivo e finale
all’utilizzatore successivo. Di seguito si riportano i quantitativi recuperati da Ecoped nel 2014 e le relative percentuali.
3 ANALISI DI INVENTARIO
RIFIUTO ASSUNZIONI FONTE
BASI Si considera di inviare il 71% della frazione in discarica e il 29% in incenerimento.
Dati da impianti di trattamento selettivo
POLVERIDalle polveri estratte dai tubi catodici si ricava circa il 37,5% di ossalato di terre rare con purezza tra l’80 e il 90%, che vengono recuperate; la restante parte viene inviata a discarica.
Dati da impianti di trattamento selettivo
TRASFORMATORI Le frazioni considerate recuperate sono ferro (58%), rame (23%) e alluminio (5,3%).
Dati da impianti di trattamento selettivo
Tabella 10: Trattamento finale dei rifiuti derivanti dal raggruppamento R5 e dal CER 200121
Tabella 11: Bilancio di massa complessivo per Ecoped, RAEE domestici – anno 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
RAGGRUPPAMENTOQuantità totale trattata Riciclo diretto* Riciclo dopo
altro trattamento Riciclo totale
ton ton % ton % ton %
R1 105,42 58,84 55,82% 24,54 23,28% 83,38 79,09%
R2 1393,31 1129,84 81,09% 224,57 16,12% 1354,40 97,21%
R3 18,09 11,28 62,36% 3,23 17,87% 14,51 80,23%
R4 6478,65 4940,27 76,25% 1264,99 19,53% 6205,26 95,78%
R5 4,53 3,36 74,06% 0,88 19,37% 4,23 93,42%
TOTALE 8000,00 6143,59 76,79% 1518,20 18,98% 7661,79 95,77%
* salvo eventuale previa messa in riserva
79
Nelle tabelle seguenti sono riportati i materiali che Ecoped ha recuperato nel 2014, in seguito al trattamento dei RAEE (recupero diretto e recupero
dopo trattamento finale). Ferro, plastica e vetro sono i materiali maggiormente recuperati.
Tabella 12: Bilancio di massa complessivo per Ecoped, RAEE professionali – anno 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
Tabella 13: Principali frazioni di materiale recuperato dal consorzio Ecoped (in t) – RAEE domestici, 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
CERQuantità totale trattata Riciclo diretto* Riciclo dopo
altro trattamento Riciclo totale
ton ton % ton % ton %
16 02 11* 120,51 67,93 56,37% 28,41 23,58% 96,34 79,95%
16 02 14 (grandi bianchi) 108,92 88,32 81,09% 17,55 16,12% 105,88 97,21%
16 02 13* 24,76 15,99 64,57% 3,38 13,65% 19,37 78,22%
16 02 14 (PED) 222,29 170,06 76,50% 42,88 19,29% 212,94 95,79%
20 01 21* 0,04 0,03 74,06% 0,01 19,37% 0,04 93,42%
TOTALE 476,52 342,33 71,84% 92,24 19,36% 434,56 91,20%
* salvo eventuale previa messa in riserva
MATERIALE R1 R2 R3 R4 R5 Totale
alluminio 4,10 17,25 0,20 256,23 0,15 277,92
blocchi di cemento 267,29 267,29
carta e cartone 0,09 4,25 0,14 4,49
ferro e acciaio 61,62 696,16 3,25 3204,92 0,61 3966,56
legno 0,08 26,28 0,27 56,22 0,04 82,89
metalli misti 0,17 3,44 0,44 185,69 189,73
olio 0,39 0,39
ossalato di terre rare 0,03 0,03
piombo 14,12 14,12
plastica 15,08 269,70 3,09 2273,20 0,0002 2561,06
rame 1,12 53,78 0,96 155,19 0,23 211,27
solfato di piombo 12,72 12,72
vetro 0,74 20,50 6,30 18,94 3,03 49,52
altro 23,79 23,79
80
3.5.1 FONTE DEI DATIDalle informazioni fornite dagli impianti campione sono state determinate le percentuali di recupero (vedi paragrafo 3.4.1)
3.5.2 ASSUNZIONILe assunzioni fatte sono le stesse del paragrafo 3.4.2.
3.6 LO SMALTIMENTOPer quanto riguarda lo smaltimento in discarica e
l’incenerimento, sono stati considerati i processi della banca dati Ecoinvent 3.1, specifici per materiale (dove il processo specifico del materiale non era presente si è utilizzato un processo simile).Ciascuna tipologia di materiale a discarica e incenerimento è pertanto caratterizzata da consumi ed emissioni specifiche.È stato considerato tutto il processo di incenerimento, compresa la quota energetica, mentre non sono stati considerati gli impatti evitati.
Tabella 14: Principali frazioni di materiale recuperato dal consorzio Ecoped (in t) – RAEE professionali, 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
MATERIALE 16 02 11 16 02 14(grandi bianchi) 16 02 13 16 02 14
(PED) 20 01 21 TOTALE
alluminio 3,89 1,35 0,16 8,81 0,00 14,21
carta e cartone 0,11 0,00 0,11
cemento 20,89
ferro 73,33 54,42 4,23 111,72 0,01 243,69
legno 0,09 2,05 0,43 2,41 0,00 4,99
metalli misti 0,19 0,27 0,59 5,29 6,35
olio 0,32 0,32
ossalato di terre rare 0,00 0,00
piombo 0,59 0,59
plastica 16,08 21,08 3,70 76,72 0,00 117,58
rame 1,52 4,20 0,78 5,47 0,00 11,97
solfato di piombo 0,53 0,53
vetro 0,82 1,60 9,47 0,46 0,03 12,39
altro 0,94 0,94
3 ANALISI DI INVENTARIO
81
3.6.1 FONTE DEI DATIVedi paragrafo 3.4.1
3.6.2 ASSUNZIONIVedi paragrafo 3.4.2
3.7 BILANCIO DI MASSADi seguito si riportano i bilanci di massa dei RAEE domestici e professionali trattati da Ecoped nel 2014. In particolare il diagramma di flusso mostra la
movimentazione e il destino finale di una tonnellata di RAEE, mentre nella tabella vengono indicati i quantitativi recuperati dei diversi materiali e quelli smaltiti.
3.7.1 RAEE DOMESTICINel 2014, la percentuale di recupero è stata di quasi l’80% per il raggruppamento R1, di oltre l’80% per il raggruppamento R3, mentre ha superato il 95% per gli altri raggruppamenti, arrivando a circa il 97% per l’R2.
Tabella 15: Bilancio di massa complessivo per Ecoped, RAEE domestici – anno 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
RAGGRUPPAMENTOINCENERIMENTO DISCARICA TOTALE
ton % ton % ton %
R1 9,28 8,80% 12,76 12,10% 22,04 20,9%
R2 21,55 1,55% 17,36 1,25% 38,90 2,8%
R3 0,03 0,16% 3,55 19,61% 3,58 19,8%
R4 5,51 0,09% 267,88 4,13% 273,39 4,2%
R5 0,01 0,24% 0,29 6,34% 0,30 6,6%
TOTALE 36,38 0,45% 301,82 3,77% 338,21 4,23%
Tabella 16: Bilancio di massa complessivo per Ecoped, RAEE professionali – anno 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
CERINCENERIMENTO DISCARICA TOTALE
ton % ton % ton %
16 02 11* 21,41 17,76% 2,76 2,29% 24,17 20,1%
16 02 14 (grandi bianchi) 1,68 1,55% 1,36 1,25% 3,04 2,8%
16 02 13* 0,05 0,19% 5,34 21,59% 5,39 21,8%
16 02 14 (PED) 0,24 0,11% 9,11 4,10% 9,35 4,2%
20 01 21* 0,00 0,24% 0,00 6,34% 0,00 6,6%
TOTALE 23,37 6,36% 18,58 5,05% 41,95 11,41%
82
1.000 kg di R1all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
790,9 kg di materiale riciclato
1.000 kg di R1dal CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
115,2 kg discarica
87,9 kg incenerimento
5,8 kg discarica
0,1 kg incenerimento
R1
604kg
558,2 kg
396kg
396kg
238,8kg
232,8kg
da rifiuto a risorsa 79,09 %
83
*salvo eventuale previa messa in riserva
3 ANALISI DI INVENTARIO
MATERIALE RICICLO DIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALEINCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 3,10 1,00
carta 0,09
ferro 46,04 15,58
legno 0,08
plastica 8,29 6,79
rame 0,50 0,62
vetro 0,74
metalli misti 0,17
olio 0,39 0,014
CFC-HCFC-HC 0,14
condensatori 0,012
poliuretano 9,13 11,05
residui / scarti 1,69
TOTALE parziale (t) 58,84 24,54 9,28 12,76
TOTALE riciclo / smaltimento (t) 83,38 22,04
% 79,09% 20,90%
84
1.000 kg di R2all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
972,1 kg di materiale riciclato
1.000 kg di R2dal CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
11,3 kg discarica
0 kg incenerimento
1,2 kg discarica
15,5 kg incenerimento
R2
739,2kg
810,9 kg
260,8kg
260,8kg
177,8kg
161,2kg
da rifiuto a risorsa 97,09 %
85
*salvo eventuale previa messa in riserva
3 ANALISI DI INVENTARIO
MATERIALE RICICLO DIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALE INCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 17,24 0,01
blocchi di cemento 267,29
ferro e acciaio 625,85 70,31
legno 26,28
metalli misti 1,98 1,46
plastica 170,69 99,01
vetro 20,50
rame 53,78
condensatori 1,73
frazioni contenentisost. pericolose 0,28
residui / scarti 21,55 15,34
TOTALE parziale (t) 1.129,84 224,57 21,55 17,36
TOTALE riciclo / smaltimento (t) 1.354,40 38,90
% 97,09% 2,79%
86
1.000 kg di R3all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
802,3 kg di materiale riciclato
1.000 kg di R3dal CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
163,8 kg discarica
0,2 kg incenerimento
32,3 kg discarica
1,4 kg incenerimento
R3
918,2kg
623,6 kg
81,8kg
81,8kg
212,3kg
178,7kg
da rifiuto a risorsa 80,23 %
87
*salvo eventuale previa messa in riserva
3 ANALISI DI INVENTARIO
MATERIALE RICICLO DIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALEINCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 0,14 0,07
ferro e acciaio 2,36 0,89
legno 0,27
plastica 2,21 0,88
vetro 6,30 0,00 1,92
rame 0,96
metalli misti 0,44
condensatori 0,00 0,02
polveri 0,59
residui / scarti 0,02 1,02
TOTALE parziale (t) 11,28 3,23 0,03 3,55
TOTALE riciclo / smaltimento (t) 14,51 3,58
% 80,23% 19,77%
88
1.000 kg di R4all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
957,8 kg di materiale riciclato
1.000 kg di R4dal CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
20,4 kg discarica
0,1 kg incenerimento
20,9 kg discarica
0,8 kg incenerimento
R4
861,4 kg
762,5 kg
138,6kg
138,6kg
195,3kg
195,3kg
da rifiuto a risorsa 95,78 %
89
MATERIALE RICICLO DIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALEINCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 218,41 37,81
carta e cartone 4,25
ferro 2.574,52 630,41
legno 56,22
plastica 2.060,91 212,29
rame 2,37 152,82
ottone 4,66
vetro 18,94
metalli misti 181,03
piombo 14,12
solfato di piombo 12,72
altro 23,79
condensatori 0,93 6,33
toner 14,69
residui / scarti 4,59 246,85
TOTALE parziale (t) 4.940,27 1.264,99 5,51 267,85
TOTALE riciclo / smaltimento (t) 6.205,26 273,39
% 95,78% 4,22%
*salvo eventuale previa messa in riserva
3 ANALISI DI INVENTARIO
90
1.000 kg di R5all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
934,2 kg di materiale riciclato
1.000 kg di R5dal CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
1,5 kg discarica
0 kg incenerimento
61,9 kg discarica
2,4 kg incenerimento
R5
3,8kg
740,6 kg
996,2kg
996,1kg
258,9kg
193,7kg
da rifiuto a risorsa 93,42 %
91
*salvo eventuale previa messa in riserva
3 ANALISI DI INVENTARIO
MATERIALE RICICLO DIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALEINCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 0,10 0,05
carta e cartone 0,14
ferro 0,04 0,57
legno 0,04
plastica
rame 0,23
vetro 3,03
ossalato di polveri rare 0,03
polveri
residui / scarti 0,01 0,24
TOTALE parziale (t) 3,36 0,88 0,01 0,29
TOTALE recupero / smaltimento (t) 4,23 0,30
% 93,42% 6,58%
92
1.000 kg di P1all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
708 kg di materiale riciclato
1.000 kg di P1dal CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
60 kg discarica
110 kg incenerimento
112 kg discarica
0 kg incenerimento
P1
0kg
190kg
1.000kg
1.000kg
640kg
518kg
93
Nel grafico precedente viene riportato il bilancio di massa e i risultati della carbon footprint applicata ai rifiuti di Pile Portatili P1.
3 ANALISI DI INVENTARIO
94
1.000 kg di 16 02 11*all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
799,5 kg di materiale riciclato
1.000 kg di 16 02 11*dal CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
17,0 kg discarica
92,2 kg incenerimento
5,9 kg discarica
85,4 kg incenerimento
16 02 11*
995,4kg
563,7 kg
4,6kg
4,6kg
327,1kg
235,8kg
da rifiuto a risorsa 79,95 %
95
*salvo eventuale previa messa in riserva
3 ANALISI DI INVENTARIO
3.7.2 RAEE PROFESSIONALIAnche per i RAEE professionali, nel 2014 la percentuale di recupero è stata molto alta, quasi l’80% per i
CER 16 02 11 e 16 02 13, e ha superato il 93% negli altri casi.
MATERIALE RICICLO DIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALEINCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 2,74 1,15
carta 0,11
ferro 55,29 18,04
legno 0,09
plastica 8,18 7,90
rame 0,71 0,80
vetro 0,82
metalli 0,19
olio 0,32 0,01
CFC-HCFC-HC 0,49
poliuretano 20,90
residui / scarti 0,0043 2,76
TOTALE parziale (t) 67,93 28,41 21,41 2,76
TOTALE recupero / smaltimento (t) 96,34 24,17
% 79,95% 20,05%
96
1.000 kg di 16 02 14 (grandi bianchi)all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
972,1 kg di materiale riciclato
1.000 kg di 16 02 14 (grandi bianchi)dal CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
11,3 kg discarica
0 kg incenerimento
1,2 kg discarica
15,5 kg incenerimento
16 02 14 (grandi bianchi)
989,7kg
810,9 kg
10,3kg
10,3kg
177,8kg
161,2kg
da rifiuto a risorsa 91,21 %
97
16 02 14 (grandi bianchi)3 ANALISI DI INVENTARIO
*salvo eventuale previa messa in riserva
MATERIALE RICICLO DIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALEINCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 1,35 0,0005
blocchi di cemento 20,89
ferro e acciaio 48,92 5,50
legno 2,05
metalli misti 0,15 0,11
plastica 13,34 7,74
vetro 1,60
rame 4,20
condensatori 0,14
frazioni contenentisost. pericolose 0,02
residui / scarti 1,68 1,20
TOTALE parziale (t) 88,32 17,55 1,68 1,36
TOTALE riciclo / smaltimento (t) 105,88 3,04
% 91,21% 2,79%
98
1.000 kg di 16 02 13*all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
782,2 kg di materiale riciclato
1.000 kg di 16 02 13*dal CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
191,1 kg discarica
0,3 kg incenerimento
24,9 kg discarica
1,6 kg incenerimento
16 02 13*
966,4kg
645,7 kg
33,6kg
33,6kg
162,9kg
136,5kg
da rifiuto a risorsa 78,22 %
99
*salvo eventuale previa messa in riserva
3 ANALISI DI INVENTARIO
MATERIALE RICICLO DIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALEINCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 0,07 0,09
ferro 3,27 0,96
legno 0,43
metalli misti 0,00 0,59
plastica 2,75 0,95
vetro 9,47 3,74
rame 0,78
condensatori 0,01 0,03
polveri 0,27
residui / scarti 0,04 1,30
TOTALE parziale (t) 15,99 3,38 0,05 5,34
TOTALE recupero / smaltimento (t) 19,37 5,39
% 78,22% 21,78%
100
1.000 kg di 16 02 14 (PED)all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
957,9 kg di materiale riciclato
1.000 kg di 16 02 14 (PED)dal CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
19,5 kg discarica
0,2 kg incenerimento
21,5 kg discarica
0,9 kg incenerimento
16 02 14 (PED)
794,6kg
765,0 kg
205,4kg
205,4kg
215,3kg
192,9kg
da rifiuto a risorsa 95,79 %
101
*salvo eventuale previa messa in riserva
3 ANALISI DI INVENTARIO
MATERIALE RICICLO DIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALEINCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 7,78 1,03
ferro 89,61 22,10
legno 2,41
plastica 69,45 7,27
rame 0,11 5,35
ottone 0,22
vetro 0,46
metalli misti 5,07
piombo 0,59
solfato di piombo 0,53
altro 0,94
condensatori 0,04 0,06
toner 0,35
residui / scarti 0,19 8,70
TOTALE parziale (t) 170,06 42,88 0,24 9,11
TOTALE recupero / smaltimento (t) 212,94 9,35
% 95,79% 4,21%
102
1.000 kg di 20 01 21*all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
934,2 kg di materiale riciclato
1.000 kg di 20 01 21*dal CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
1,5 kg discarica
0 kg incenerimento
61,9 kg discarica
2,4 kg incenerimento
20 01 21*
952,4kg
740,6 kg
47,6kg
47,6kg
257,9kg
193,7kg
da rifiuto a risorsa 93,42 %
103
*salvo eventuale previa messa in riserva
3 ANALISI DI INVENTARIO
MATERIALE RICICLO DIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALEINCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 0,00089 0,0005
carta e cartone 0,0013
ferro 0,00039 0,0053
legno 0,00037
plastica 0,0000023
rame 0,0021
vetro 0,0281
ossalato di terre rare 0,00026
polveri 0,00043
residui / scarti 0,00010 0,0022
TOTALE parziale (t) 0,031 0,081 0,00010 0,0027
TOTALE recupero / smaltimento (t) 0,039 0,0028
% 93,42% 6,58%
104
3 ANALISI DI INVENTARIO
3.8 VALIDAZIONE DEI DATILa qualità dei dati dello studio finale è stata valutata attraverso bilanci di massa e di energia, che hanno fornito un utile controllo sulla validità della descrizione di ciascun processo unitario, secondo una consolidata procedura interna di verifica incrociata dell’elaborazione dei dati e delle informazioni riportate nel report finale. Nel caso fossero state evidenziate anomalie nei dati, queste sono state verificate caso per caso, acquisendo, eventualmente, dati alternativi conformi ai requisiti di qualità.
3.9 QUALITÀ DEL DATOI requisiti di qualità dei dati comprendono:- copertura temporale: tutti i dati primari utilizzati nello studio sono relativi all’anno 2014; - copertura geografica: i partner operativi selezionati sono localizzati in diverse parti dell’Italia, in modo da
garantire la copertura geografica dell’area in cui Ecoped gestisce i rifiuti;- precisione: i dati sono stati forniti dai partner operativi di Ecoped, i quali hanno dichiarato la precisione delle informazioni; i dati sono stati verificati direttamente con i responsabili delle aziende, in caso di valori anomali;- completezza: i dati utilizzati nel modello sono completi;- fonte del dato: per ogni dato utilizzato è stata dettagliatamente descritta la fonte da cui sono state ricavate le informazioni.
3.10 FORNITURA DI ENERGIA ELETTRICACome già specificato, nelle varie fasi di trattamento, si considera l’elettricità fornita dalla rete nazionale e composta secondo il mix energetico italiano (banca dati Ecoinvent 3.1, aggiornamento 2014).
105
Alla raccolta dati e alla validazione dell’inventario, segue la fase di elaborazione dei dati e la predisposizione del modello di LCA. L’analisi della carbon footprint della raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti dal consorzio Ecoped è stata svolta mediante software dedicato e riconosciuto a livello internazionale, quale il SimaPro vers.8.0.4.La prestazione ambientale è espressa mediante la somma delle emissioni e rimozioni di gas ad effetto serra(GHG) nello specifico sistema di prodotto, espresse come CO2 equivalente. La lista dei GHG con i rispettivi coefficienti GWP (Global Warming Potential, 100 anni) utilizzati è ricavata dal V rapporto dell’IPCC 2013 (per lo studio dell’anno scorso erano stati utilizzati i coefficienti del IV rapporto IPCC, 2007).
4.1 RISULTATIIl calcolo dell’impronta di carbonio del servizio di raccolta e trasporto, trattamento selettivo e secondario, riciclo e smaltimento dei rifiuti RAEE/Pile Portatili è stato condotto ai sensi della norma ISO/TS 14067:2013 “Greenhousegases - Carbon footprint of products - Requirements and guidelines for quantification and
Communication”, che definisce i criteri per la valutazione delle emissioni di gas a effetto serra derivanti dal ciclo di vita di prodotti o servizi, basandosi sulle tecniche e sui principi della valutazione del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA) definite secondo gli standard ISO 14040 e 14044. La norma valuta solo la categoria d’impatto del riscaldamento globale, pertanto non considera altri potenziali impatti ambientali come le emissioni di gas non a effetto serra, l’acidificazione, l’eutrofizzazione, la tossicità, la biodiversità, nonché altri impatti sociali o economici che possano essere associati con il ciclo di vita dei prodotti.
La carbon footprint è una misura che esprime, in termini di emissioni CO2 equivalente, il contributo al riscaldamento globale delle attività di gestione dei RAEE dalla raccolta al trasporto al trattamento (selettivo e finale), al riciclo fino all’incenerimento e discarica effettuati dai partner operativi del consorzio. Di seguito si riportano i risultati per RAEE domestici e professionali, suddivisi in assoluti, in percentuale e per tonnellata di rifiuto.
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Tabella 17: Carbon footprint totale dei RAEE domestici
CA
RB
ON
FO
OT
PR
INT
TO
TALE
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
R1 kg CO2 eq 43.946,91 8.074,74 7.053,99 1.495,87 2.418,60 23.576,50 1.327,21
R2 kg CO2 eq 254.486,83 116.486,16 60.168,73 31.145,49 44.709,56 314,91 1.661,97
R3 kg CO2 eq 2.012,42 976,57 492,75 250,64 172,39 13,67 106,40
R4 kg CO2 eq 1.360.298,00 569.506,78 232.338,96 292.181,58 237.401,98 2.590,69 26.278,01
R5 kg CO2 eq 437,30 283,39 11,61 46,68 53,83 6,01 35,78
P1 kg CO2 eq 169.974,74 21.689,53 0,53 125.915,08 5.946,94 13.083,77 3.338,90
TOTALE 1.661.181 695.328 300.066 325.120 284.756 26.502 29.409
106
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Tabella 18: Carbon footprint dei RAEE domestici (in percentuale)
Tabella 19: Carbon footprint di 1 tonnellata di RAEE domestici trattati
CA
RB
ON
FO
OT
PR
INT
TO
TALE
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
R1 % 100 18,37 16,05 3,40 5,50 53,65 3,02
R2 % 100 45,77 23,64 12,24 17,57 0,12 0,65
R3 % 100 48,53 24,49 12,45 8,57 0,68 5,29
R4 % 100 41,87 17,08 21,48 17,45 0,19 1,93
R5 % 100 64,81 2,65 10,67 12,31 1,37 8,18
P1 % 100 12,76 0,00 74,08 3,50 7,70 1,96
CA
RB
ON
FO
OT
PR
INT
TO
TALE
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
R1 kg CO2 eq/ton 416,87 76,60 66,91 14,19 22,94 223,64 12,59
R2 kg CO2 eq/ton 182,65 83,60 43,18 22,35 32,09 0,23 1,19
R3 kg CO2 eq/ton 111,24 53,98 27,24 13,85 9,53 0,76 5,88
R4 kg CO2 eq/ton 209,97 87,91 35,86 45,10 36,64 0,40 4,06
R5 kg CO2 eq/ton 96,49 62,53 2,56 10,30 11,88 1,33 7,90
P1 kg CO2 eq/ton 759,93 96,97 0,00 562,95 26,59 58,50 14,93
MEDIAkg CO2 eq/ton 963,37 169,89 35,15 584,10 49,20 103,77 21,25
MEDIA % 17,6% 3,6% 60,6% 5,1% 10,8% 2,2%
107
Figura 5: Rappresentazione della Carbon footprint per RAEE domestico (kgCO2eq/tonnellata di RAEE trattato)
R1
R2 R3
13,85
P1R5R4
76,60
12,59
223,64
22,94
14,19
32,09
22,35
43,18
83,60
9,53
5,88
53,98
27,24
7,90
87,91
36,64
45,10
35,86
4,060,40
11,88
10,30
62,53
26,59
58,50
14,93 94,94
0,00
562,95
2,56
1,33
0,76
66,91
1,190,23
R1 R2 R3 R4 R5 P1
Raccolta RAEE 76,60 83,60 53,98 87,91 62,53 94,94
Trattamento selettivo 66,91 43,18 27,24 35,86 2,56 0,00
Trattamento finale 14,19 22,35 13,85 45,10 10,30 562,95
Riciclo 22,94 32,09 9,53 36,64 11,88 26,59
Incenerimento 223,64 0,23 0,76 0,40 1,33 58,50
Discarica 12,59 1,19 5,88 4,06 7,90 14,93
108
Dalla tabella 19 sopra riportata, si evince che, per i RAEE domestici, la fase di raccolta vale mediamente il 18% della carbon footprint totale, il trattamento selettivo vale il 4%, il trattamento finale il 61%, il riciclo il 5%, l’incenerimento l’11% e la discarica il 2%.
Per quanto riguarda la fase di raccolta, la tabella 19 riporta valori che variano da un minimo di 62,5 CO2eq/t ad un massimo di 97 CO2eq/t per raggruppamento: tali differenze sono direttamente proporzionali alle distanze percorse dai mezzi di trasporto.
Le fasi di trattamento selettivo e secondario dipendono principalmente dai consumi energetici degli impianti, inoltre, per quanto riguarda il trattamento finale, le
emissioni di CO2eq sono legate alla percentuale di rifiuto che subisce un ulteriore trattamento.
Come già evidenziato, nella fase di riciclo sono solo considerati i trasporti del materiale dall’impianto all’utilizzatore successivo, in quanto l’attività di recupero del materiale non rientra nei confini del nostro sistema; le emissioni derivanti dal riciclo, pertanto, sono proporzionali alla quantità riciclata e alla distanza percorsa.
Infine, nella fase di smaltimento finale, si nota come l’incenerimento del raggruppamento R1 sia superiore agli altri RAEE a causa dello smaltimento all’inceneritore di materiali plastici (poliuretano).
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Tabella 20: Carbon footprint totale dei RAEE professionali
CA
RB
ON
FO
OT
PR
INT
TO
TALE
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
16 02 11*kg CO2 eq 74.801,83 7.481,81 5.617,52 3.320,91 2.927,58 55.179,32 274,69
16 02 14 (grandi bianchi)
kg CO2 eq16.905,43 5.566,36 4.367,74 2.434,72 3.495,05 899,63 141,92
16 02 13*kg CO2 eq 2.963,62 1.369,06 325,90 694,10 411,92 22,48 140,16
16 02 14 (PED)kg CO2 eq 35.908,30 20.408,00 681,01 5.225,48 8.528,71 107,57 957,53
20 01 21*kg CO2 eq 4,11 2,12 0,67 0,43 0,50 0,06 0,33
TOTALE 130.583 34.827 10.993 11.676 15.364 56.209 1.515
109
Tabella 22: Carbon footprint di 1 tonnellata di RAEE professionali trattati
Tabella 21: Carbon footprint dei RAEE professionali (in percentuale)
CA
RB
ON
FO
OT
PR
INT
TO
TALE
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
16 02 11*CO2 eq/ton 620,71 62,08 46,61 27,56 24,29 457,88 2,28
16 02 14 (grandi bianchi)
CO2 eq/ton155,21 51,11 40,10 22,35 32,09 8,26 1,30
16 02 13*CO2 eq/ton 119,70 55,31 13,16 28,02 16,64 0,91 5,66
16 02 14 (PED)CO2 eq/ton 161,54 91,81 3,06 23,51 38,37 0,48 4,31
20 01 21*CO2 eq/ton 97,88 50,57 15,89 10,31 11,88 1,33 7,90
MEDIACO2 eq/ton 231,01 62,18 23,77 22,35 24,65 93,77 4,29
MEDIA % 26,92% 10,29% 9,67% 10,67% 40,59% 1,86%
CA
RB
ON
FO
OT
PR
INT
TO
TALE
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
16 02 11* % 100 10,00% 7,51% 4,44% 3,91% 73,77% 0,37%
16 02 14 (grandi bianchi) % 100 38,83% 25,84% 14,40% 20,67% 0,14% 0,12%
16 02 13 * % 100 46,20% 11,00% 23,41% 13,90% 0,76% 4,73%
16 02 14 (PED) % 100 56,83% 1,90% 14,55% 23,75% 0,30% 2,67%
20 01 21* % 100 51,67% 16,24% 10,53% 12,13% 1,36% 8,07%
110
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Figura 6: Rappresentazione della carbon footprint per RAEE professionale (kgCO2eq/tonnellata di RAEE trattato)
16 02 11*
16 02 13*
16 02 14 (grandi bianchi)
20 01 21*16 02 14 (PED)
55,31
50,57
16,64
11,88
28,02
10,31
13,16
15,89
62,08
24,29
27,56
46,61
457,88
2,28
5,66 7,90
51,1132,09
8,26
22,35
40,10
1,30
0,91
91,81
38,37
23,51
3,06
4,310,48
1,33
16 02 11* 16 02 14(grandi bianchi) 16 02 13* 16 02 14 (PED) 20 01 21*
Raccolta RAEE 62,08 51,11 55,31 91,81 50,57
Trattamento selettivo 46,61 40,10 13,16 3,06 15,89
Trattamento finale 27,56 22,35 28,02 23,51 10,31
Riciclo 24,29 32,09 16,64 38,37 11,88
Incenerimento 457,88 8,26 0,91 0,48 1,33
Discarica 2,28 1,30 5,66 4,31 7,90
111
Per i RAEE professionali, la percentuale media di incidenza delle varie fasi alla carbon footprint (tabella 22) è la seguente: 27% per la fase di raccolta, 10% per il trattamento selettivo, 10% per il trattamento finale, 11% per il riciclo, il 41% per l’incenerimento e 2% per la discarica.
La tabella 22 mostra valori relativi alla raccolta che variano da un minimo di 51 CO2eq/t ad un massimo di 92 CO2eq/t: anche in questo caso, le differenze sono direttamente proporzionali alle distanze percorse dai mezzi di trasporto.Come già evidenziato per il RAEE domestici, le fasi
di trattamento selettivo e secondario dipendono dai consumi energetici degli impianti e dalla percentuale di materiale che viene avviato ad un ulteriore trattamento prima di essere effettivamente riciclato o smaltito.
Infine, le stesse considerazioni descritte per il riciclo e lo smaltimento finale dei RAEE domestici possono essere riportate ai RAEE professionali.
4.2 CONTRIBUTI DEI VARI GHGNel grafico seguente è riportato il contributo percentuale dei diversi gas ad effetto serra (GHG) alla carbon footprint.
Figura 7: Contributo dei diversi GHG alla carbon footprint dei RAEE del circuito domestico
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0R1 R2 R3 R4 R5 P1
CO2
CH4
N2OAltri GHG
112
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Figura 8: Contributo dei diversi GHG alla carbon footprint dei RAEE del circuito professionale
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
016 02 11* 16 02 14
(grandi bianchi)16 02 14
(PED)16 02 13* 20 01 21*
CO2
CH4
N2OAltri GHG
L’ultima fase dell’LCA, interpretazione e analisi di miglioramento, ha lo scopo di proporre i cambiamenti necessari a ridurre l’impatto ambientale dei processi o attività considerati.
Il consorzio Ecoped organizza e gestisce per conto dei propri associati un sistema integrato per la raccolta, il trasporto e il trattamento dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature elettriche ed elettroniche), sostituendosi ai “produttori” per tutte le fasi di raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento e smaltimento di questi rifiuti. Per garantire un servizio efficiente ed efficace, Ecoped gestisce anche la raccolta di altri rifiuti, tra cui pile e accumulatori.
Nel 2014, i quantitativi di RAEE domestici avviati a trattamento da Ecoped risultano essere pari a 8000 tonnellate, mentre, per quanto riguarda i RAEE professionali, i quantitativi trattati sono pari a 477 tonnellate.
Il presente studio prende in considerazione l’intero ciclo dell’attività di gestione dei RAEE e delle pile portatili gestiti dal consorzio Ecoped ed in particolare il trasporto e il trattamento delle varie filiere di rifiuti.Come dettagliatamente descritto precedentemente, la fase di raccolta dati ha coinvolto, oltre al consorzio, 11 impianti di trattamento che hanno gestito complessivamente circa il 92% dei rifiuti domestici movimentati dal consorzio e il 95% di quelli professionali; la scelta è stata fatta in modo da coprire tutto il territorio nazionale.
Nel 2014, la percentuale di riciclo per i RAEE domestici è stata di quasi l’80% per il raggruppamento R1 e di dell’80% per il raggruppamento R3, mentre supera il 93% per tuttti gli altri, raggiungendo il 97% per il raggruppamento R2. In particolare, sono stati avviati a riciclo 7.662 tonnellate di materiale, di cui 3.967 tonnellate di ferro e acciaio, 2.561 tonnellate di plastica, 679 di metalli misti (metalli non ferrosi).Per quanto riguarda i quantitativi smaltiti, circa 36 tonnellate di rifiuti sono stati avviati a incenerimento e
302 tonnellate a discarica.Anche per i RAEE professionali, nel 2014 la percentuale di recupero è stata superiore al 78% per tutti i RAEE, superando il 95% per il CER 16 02 14. Sono state riciclate 435 tonnellate di materiale, di cui 244 tonnellate di ferro e acciaio, 118 tonnellate di plastica e 26 tonnellate di metalli non ferrosi. A smaltimento sono stati avviate 42 tonnellate di rifiuti, di cui 6 a incenerimento e il rimanente in discarica. Per le pile portatili la percentuale di riciclo è di quasi il 71%.
Lo scopo dello studio è stato quello di calcolare la carbon footprint del servizio gestito da Ecoped di recupero e trattamento dei RAEE e dei rifiuti di pile portatili, al fine di valutare il contributo al riscaldamento globale delle attività svolte dal consorzio in termini di emissioni di CO2 equivalente.In base ai dati raccolti e alle assunzioni fatte, lo studio ha permesso di determinare le emissioni potenziali di CO2 equivalente emesse dal trattamento di una tonnellata di rifiuto, che sono riassunte nella tabella seguente.
113
5 INTERPRETAZIONE DEL CICLO DI VITA
CARBON FOOTPRINT kg CO2 eq/ton
R1 416,87
R2 182,65
R3 111,24
R4 209,97
R5 96,49
P1 759,93
16 02 11* 620,71
16 02 14 (grandi bianchi) 155,21
16 02 13* 119,70
16 02 14 (PED) 161,54
20 01 21* 97,88
Tabella 23: Carbon footprint di una tonnellata di rifiuti trattato
Come descritto in precedenza, nel ciclo di trattamento dei RAEE il contributo del sistema di trasporto del rifiuto e dei materiali derivati dal suo trattamento risulta determinante: considerando, infatti, tutti i trasporti legati alla raccolta, all’avvio a trattamento finale, a riciclo e a smaltimento, il trasporto rappresenta mediamente quasi il 40% della carbon footprint dei RAEE domestici, arrivando e superando il 60% per i raggruppamenti R2, R3, R4 e arrivando al 90% per il raggruppamento R5, mentre è in media il 44% di quella dei RAEE professionali, arrivando all’85% per il CER 16 02 14 -PED.
La riduzione delle emissioni di gas a effetto serra deve quindi concentrarsi, per ciascuna tipologia di RAEE, sull’ottimizzazione della logistica e sul miglioramento della prestazione dei mezzi da trasporto, anche se la distribuzione territoriale dei punti di prelievo (soprattutto quelli relativi alla gestione dei RAEE domestici e dei rifiuti di pile portatili) non è influenzabile da scelte strategiche del consorzio.
Per quanto riguarda il trattamento selettivo, una riduzione delle emissioni si potrebbe avere indirizzando i flussi di RAEE verso quegli impianti di trattamento selettivo a maggior efficienza, incentivando l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili (vedi grafico 1 relativo ai consumi energetici dei vari impianti), seppure dopo avere effettuato una indagine sul bilancio complessivo comprensivo del delta trasporti.
Come già più volte sottolineato, per quanto riguarda gli impianti di trattamento finale, la possibilità di controllo da parte di Ecoped sui flussi di RAEE è più limitata. Nella logica del continuo miglioramento, ulteriori approfondimenti al calcolo della carbon footprint possono derivare dall’analisi ancora più spinta dei processi di trattamento finale e del destino finale dei rifiuti che ne derivano (tenendo sempre presente che tali attività non sono sotto il diretto controllo del consorzio Ecoped). L’estensione del campione di impianti di trattamento selettivo potrebbe affinare il dato, ma non rappresentare sostanziali miglioramenti della precisione della CF finale.
5.1 VALUTAZIONE DELL’INCERTEZZAL’analisi dell’incertezza è definita dalla norma UNI EN ISO 14040:2006 come Procedura sistematica per quantificare l’incertezza, introdotta nei risultati di un’analisi d’inventario del ciclo di vita, dagli effetti cumulativi dell’imprecisione del modello, dell’incertezza degli elementi in ingresso e della variabilità dei dati.La norma ISO/TS 14067 elenca come requisito la valutazione dell’incertezza, ma non vengono forniti orientamenti dettagliati.La valutazione dell’incertezza è stata effettuata mediante
114
5 INTERPRETAZIONE DEL CICLO DI VITA
CARBON FOOTPRINT kg CO2 eq/ton %/tot
R1 106,79 26%
R2 125,58 69%
R3 68,08 61%
R4 132,24 63%
R5 86,97 90%
P1 162,02 21%
16 02 11* 103,25 17%
16 02 14 (grandi bianchi) 93,09 60%
16 02 13* 96,81 81%
16 02 14 (PED) 138,10 85%
20 01 21* 75,01 77%
Tabella 24: Carbon footprint relativa ai trasporti di una tonnellata di rifiuti trattato
l’analisi di Montecarlo sull’intero ciclo di vita, utilizzando l’incertezza di default dei processi delle banche dati. La variazione del risultato finale della carbon footprint varia tra il 15 e il 4%, come mostrato nella tabella seguente (intervallo di confidenza del 95%; copertura del dato 75%).
5.2 LIMITAZIONILa carbon footprint è la somma delle emissioni e rimozioni di gas serra di un sistema prodotto, espressa in CO2 equivalente, relative all’estrazione delle materie prime, alla produzione, all’uso ed al fine vita del prodotto.
La carbon footprint si basa su di uno studio di Life Cycle Assessment (LCA), un metodo standardizzato a livello internazionale e descritto in precise norme internazionali, ma i vincoli e le scelte richieste dall’applicazione della metodologia possono influenzare i risultati e pertanto la valutazione, accurata e completa, può presentare margini di errore, anche se non rilevanti.Si sottolinea infine come la CFP è un singolo indicatore e non può pertanto rappresentare da solo l’impatto ambientale complessivo del prodotto oggetto del presente studio.
115
CV(Coefficient of Variation)
R1 11,36%
R2 4,24%
R3 5,45%
R4 4,95%
R5 5,32%
P1 4,55%
CV(Coefficient of Variation)
16 02 11* 15,17%
16 02 14(grandi bianchi) 4,67%
16 02 13* 3,97%
16 02 14 (PED) 4,24%
20 01 21* 5,18%
Tabella 25: Coefficiente di variazione per i RAEE domestici e professionali
116
Decreto Legislativo 25 luglio 2005, n. 151: “Attuazione delle direttive 2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/108/CE, relative alla riduzione dell’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché allo smaltimento dei rifiuti”
D.M. 25 settembre 2007, n. 185, “Istituzione e modalità di funzionamento del registro nazionale dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi di gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE)”
Decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 27 “Restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche — Attuazione direttiva 2011/65/Ue — Modifica del D.Lgs. 151/2005”
Decreto legislativo 14 marzo 2014, n. 49 “Gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche — Attuazione direttiva 2012/19/Ue — Modifica del D.Lgs. 151/2005”
ISO/TS 14067 “Greenhousegases - Carbon footprint of products - Requirements and guidelines for quantification and Communication”
ISO 14040:2006 Environmental management – Life cycle assessment - Principles and Framework
ISO 14044:2006 Environmental management – Life cycle assessment – Requirements and Guidelines
IPCC (2013), Fifth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change
United Nation University, “Review of Directive 2002/96 on Waste Electrical and Electronic Equipment–Study No. 07010401/2006/442493/ETU/G4”
Report Istat, La superficie dei comuni, delle province e delle regioni italiane (dati al 9 ottobre 2011)
Centro di Coordinamento RAEE, www.cdcraee.it
Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori, www.cdcnpa.it
6 BIBLIOGRAFIA
117
NOTE
118
Flussi di Raccolta Anno 2014
BENEFICI AMBIENTALI DELLA RACCOLTA, DEL TRASPORTO E DEL TRATTAMENTODEI RIFIUTI GESTITI DAL CONSORZIOecoR’it (RAEE E PILE PORTATILI)
Società responsabile dello studio
AMBIENTE ITALIA S.R.L.Via Carlo Poerio 39 - 20129 Milanotel +39.02.27744.1 / fax +39.02.27744.222www.ambienteitalia.itPosta elettronica certificata:[email protected]
119
Sommario118 L’attività del consorzio ecoR’it nel 2014
119 Il beneficio ambientale
121 Conclusioni
120
1 L’ATTIVITÀ DEL CONSORZIO ecoR’it NEL 2014
A seguito dell’analisi ambientale delle proprie attività, il consorzio ecoR’it ha valutato i benefici ambientali derivanti dal ciclo di recupero di RAEE e dei rifiuti di pile portatili.Nella seguente tabella sono riportati i quantitativi di rifiuti gestiti dal consorzio ecoR’it nel corso del 2014, la maggior parte dei quali è stata avviata a riciclo: per
quanto riguarda il circuito domestico (RAEE domestici e pile portatili), la percentuale totale di riciclo si attesta oltre l’87%, con un valore massimo pari al 97% per il raggruppamento R2; per il circuito professionale (RAEE professionali), invece, il riciclo totale corrisponde al 95%, con un massimo del 95,8% nel caso del CER 16 02 14.
RAGGRUPPAMENTOQUANTITÀ RACCOLTE ANNO 2014 RICICLO TOTALE SMALTIMENTO TOTALE
ton. ton. % ton. %
R1 17 13,83 79,75% 3,51 20,2%
R2 214 207,41 97,07% 6,26 2,9%
R3 4.611 3.698,82 80,23% 911,71 19,8%
R4 3.636 3.496,61 96,17% 139,16 3,8%
R5 30 27,72 93,42% 1,95 6,6%
pile 109 76,84 70,80% 31,69 29,20%
8.617 7.521 87,28% 1.094 12,70%
CERQUANTITÀ RACCOLTE ANNO 2014 RICICLO TOTALE SMALTIMENTO TOTALE
ton. ton. % ton. %
16 02 11* 58 46,47 79,63% 11,88 20,4%
16 02 13* 65 50,56 78,22% 14,07 21,8%
16 02 14 2.537 2.430,02 95,79% 106,72 4,2%
20 01 21* 1 0,71 93,42% 0,05 6,6%
2.660 2.528 95% 133 5%
Tabella 1: Bilancio di massa complessivo per ecoR’it, RAEE domestici e pile portatili – anno 2014
Tabella 2: Bilancio di massa complessivo per ecoR’it, RAEE professionali – anno 2014
121
2 IL BENEFICIO AMBIENTALE
Il beneficio ambientale delle attività svolte dal consorzio ecoR’it consiste nel ridurre il quantitativo di rifiuti destinati a smaltimento e nell’avviarli a recupero come materia prima seconda.Conseguentemente il consorzio contribuisce al risparmio di risorse, sia in termini di materia sia di energia, che sarebbero necessarie in mancanza del riciclo. Il beneficio ambientale consiste, quindi, nell’evitare l’impatto ambientale associato allo smaltimento dei rifiuti e nell’evitare la produzione di materie prime vergini, sostituita dal reintegro del materiale riciclato di ecoR’it.
L’attività del consorzio contribuisce alle emissioni di gas effetto serra, per la fase di trasporto dei rifiuti (dal loro sito di produzione agli impianti di trattamento e successivamente al destino finale), per le attività svolte dagli impianti di trattamento e per gli impatti dovuti allo smaltimento.A fronte di questo aumento delle emissioni di gas serra (scenario “attività ecoR’it”) il consorzio contribuisce:
• ad evitare gli impatti dello smaltimento dei RAEE tal quali in discarica (scenario “no riciclo”);• ad evitare gli impatti della produzione di materie prime vergini, cioè di risorse estratte dall’ambiente naturale (scenario “mancata produzione materie prime”).
Le tabelle 3 e 5 riportano le emissioni di CO2 equivalenti prodotte dai seguenti scenari:• lo scenario “no riciclo” rappresenta le emissioni che si avrebbero nel caso in cui i rifiuti fossero inviati totalmente a discarica; • lo scenario “attività ecoR’it” rappresenta invece le emissioni derivanti dalla gestione dei rifiuti da parte del consorzio, come descritto precedentemente (§ 1);• lo scenario “mancata produzione materie prime” corrisponde alle emissioni derivanti dalla produzione da materiale riciclato rispetto a quelle derivanti da materie vergini. Il segno negativo indica che le emissioni derivanti dalla produzione di materie prime secondarie è minore rispetto a quella da materie prime vergini.
Il beneficio ambientale totale corrisponde alla differenza tra il contributo dato dall’attività di ecor’it e dalla produzione dei manufatti da materie prime secondarie meno lo scenario “no riciclo” e la produzione dei manufatti da materie prime vergini. Nelle tabelle 4 e 6, invece, il beneficio ambientale è espresso in termini di consumi energetici: anche in questo caso sono riportati i consumi derivanti dai diversi scenari e l’energia risparmiata grazie all’attività di ecoR’it. Le emissioni evitate e il risparmio energetico sono calcolati in riferimento alle quantità di rifiuti che il consorzio ecoR’it ha gestito nel corso del 2014 (vedi tabella 1 e 2).
RAGGRUPPAMENTO no riciclo(ton CO2eq)
attività ecoR’it(ton CO2eq)
mancata produzionematerie prime (ton CO2eq) ton CO2eq evitate
R1 19,31 9,92 -25,15 -34,53
R2 13,49 38,83 -296,89 -271,55
R3 290,67 919,45 -5.735,50 -5.106,71
R4 237,84 747,20 -8.338,73 -7.829,37
R5 1,38 3,55 -37,31 -35,14
P1 26,19 85,30 -298,56 -239,46
TOTALE 588,88 1.804,25 -14.732,14 -13.690,96
Tabella 3: Beneficio ambientale in termini di emissioni di CO2eq, circuito domestico – anno 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
122
Sia dal punto di vista delle emissioni di gas serra sia da quello del consumo energetico, le attività del consorzio ecoR’it (trasporti lungo la filiera dei RAEE, trattamenti primari e secondari, recupero e smaltimento finale dei rifiuti) hanno generato impatti ambientali superiori rispetto a quelli che sarebbero stati prodotti in caso di completo smaltimento in discarica (colonna “no riciclo” delle tabelle precedenti), tranne che per le emissioni del raggruppamento R1, in quanto lo smaltimento degli impianti di refrigerazione senza recupero dei CFC risulta particolarmente impattante. Come già evidenziato, però, oltre a non disperdere sostanze inquinanti,
occorre considerare il beneficio ottenuto grazie al fatto di poter avviare a riciclo materiali che altrimenti sarebbero prodotti completamente ex-novo. Il beneficio ambientale complessivo rimane, quindi, positivo.
Il bilancio complessivo delle emissioni climalteranti mostra in modo evidente il peso e l’importanza dell’attività di recupero dei materiali: la gestione dei RAEE domestici (comprese le pile portatili) che il consorzio ecoR’it ha svolto nel 2014 ha permesso di evitare l’emissione di 13.690 tonnellate di CO2eq, mentre il risparmio energetico è di oltre 253.000 GJ.
2 IL BENEFICIO AMBIENTALE
RAGGRUPPAMENTO no riciclo (GJ) attività ecoR’it (GJ) mancata produzionematerie prime (GJ) GJ risparmiate
R1 3,31 38,48 -261,02 -225,86
R2 244,79 573,18 -4.353,54 -4.025,14
R3 2.513,75 13.289,60 -107.080,99 -96.305,14
R4 1.146,97 10.896,96 -158.357,99 -148.608,00
R5 18,36 50,31 -418,11 -386,15
P1 26,02 979,11 -4.525,81 -3.572,72
TOTALE 3.953,20 25.827,65 -274.997,46 -253.123,01
CER no riciclo (ton CO2eq) attività ecoR’it(ton CO2eq)
mancata produzionematerie prime (ton CO2eq) ton CO2eq evitate
16 02 11* 64,65 39,82 -103,70 -128,52
16 02 13* 3,21 12,22 -90,56 -81,55
16 02 14 113,24 501,50 -5.504,33 -5.116,07
20 01 21* 0,05 0,15 -0,87 -0,77
TOTALE 181,15 553,70 -5.699,47 -5.326,91
Tabella 4: Beneficio ambientale in termini di consumi energetici, circuito domestico – anno 2014
Tabella 5: Beneficio ambientale in termini di emissioni di CO2eq, circuito professionale – anno 2014
123
Anche nel caso dei rifiuti del circuito professionale, i consumi energetici risultano maggiori per le attività di ecoR’it rispetto allo smaltimento dei RAEE in discarica (come per il circuito dei RAEE domestici), così come per le emissioni di gas serra si nota come lo scenario “no riciclo” abbia emissioni minori rispetto allo scenario “attività ecoR’it”, ad eccezione dell’impatto del CER 16 02 11* dovuto al mancato recupero (e quindi emissione) dei gas CFC degli impianti di refrigerazione. La competitività dello scenario “attività ecoR’it” rispetto
allo scenario “no riciclo” è dovuta anche all’assenza del trasporto casa-piazzola ecologica presente nel circuito domestico di raccolta dei RAEE. Il bilancio totale delle emissioni climalteranti mostra, anche nel caso dei RAEE professionali, il peso e l’importanza dell’attività di recupero dei materiali: la gestione dei RAEE professionali che il consorzio ecoR’it ha svolto nel 2014 ha permesso di evitare l’emissione di circa 5.327 tonnellate di CO2eq e il risparmio energetico è stato di quasi 100.000 GJ
Il bilancio ambientale del ciclo dei flussi dei rifiuti (RAEE e pile portatili), trattati dal consorzio ecoR’it nel corso del 2014 e redatto in collaborazione con Ambiente Italia, vede qui riassunti i benefici ambientali derivati dall’attività di ecoR’it.Le attività svolte dal consorzio nel 2014 hanno:- recuperato complessivamente 10.049 tonnellate di materiali (+11% rispetto lo scorso anno) su un totale
di 11.276 tonnellate di rifiuti trattati (pari al 90%); - evitato l’emissione in atmosfera di 19.017 tonnellate di gas a effetto serra pari alle emissioni di oltre 9.050 auto che percorrono in media 10.000 km, valore simile rispetto all’anno precedente; - risparmiato 349.178 GJ di energia, pari al consumo annuo di circa 50.300 frigoriferi in classe C (ovvero al consumo di una città di 130.000 abitanti).
3 CONCLUSIONI
CER no riciclo (GJ) attività ecoR’it (GJ) mancata produzione materie prime (GJ) GJ risparmiate
16 02 11* 6,46 226,99 -1.254,44 -1.033,91
16 02 13* 28,93 181,78 -1.359,25 -1.206,40
16 02 14 231,75 7.309,33 -100.885,65 -93.808,07
20 01 21* 0,07 2,24 -9,25 -7,08
TOTALE 267,20 7.720,34 -103.508,59 -96.055,46
Tabella 6: Beneficio ambientale in termini di consumi energetici, circuito professionale – anno 2014
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Flussi di Raccolta Anno 2014
CALCOLO DELLA CARBON FOOTPRINT DELLA RACCOLTA, DEL TRASPORTOE DEL TRATTAMENTO DEI RIFIUTI GESTITI DAL CONSORZIO ecoR’it(RAEE E PILE PORTATILI)
Società responsabile dello studio
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125
Sommario126 Introduzione
130 Obiettivo e campo di applicazione dello studio
136 Analisi di inventario
171 Valutazione degli impatti
184 Interpretazione del ciclo di vita
187 Bibliografia
126
127
128
La crescente attenzione al problema dei cambiamenti climatici, l’importanza che oggi sul mercato è data ai requisiti “ecologici” dei prodotti, la maggior consapevolezza del consumatore verso scelte più responsabili e comportamenti virtuosi, hanno contribuito a determinare la creazione di nuovi modi per fornire informazioni relative all’impatto sul clima di prodotti e servizi.
In questo ambito ha trovato grande diffusione la “carbon footprint”: essa rappresenta un indicatore ambientale che esprime la quantità totale delle emissioni di gas ad effetto serra emesse, direttamente o indirettamente, durante il ciclo di vita di un prodotto, di un’organizzazione o di un servizio e fornisce una quantificazione dell’impatto delle attività umane, espressa come quantità di anidride carbonica equivalente (CO2eq).
Nel calcolo dalla carbon footprint si tiene conto di tutti i gas clima-alteranti del Protocollo di Kyoto, tra cui l’anidride carbonica (CO2), il metano (CH4), l’ossido nitroso (N2O) e altri composti chimici (come i CFC, Halon, HCFC, ecc.). Ciascuna di queste emissioni è moltiplicata per il corrispondente coefficiente di caratterizzazione del potenziale di riscaldamento globale (Global Warming Potential, GWP) e la somma totale fornisce il valore di carbon footprint.
La carbon footprint dei prodotti comprende l’assorbimento e l’emissione di gas clima-alteranti nell’arco dell’intera vita di un prodotto, dall’estrazione delle materie prime e la loro trasformazione, al loro uso, fino al riciclo ed eventuale smaltimento finale. In ciascuna delle suddette fasi, le emissioni di gas ad effetto serra possono derivare da sorgenti come l’utilizzo di energia e di combustibili per il trasporto, dalla produzione di rifiuti e dalle perdite di refrigeranti dai sistemi di refrigerazione, mentre gli assorbimenti possono derivare dalla fissazione della CO2 atmosferica da parte delle piante o del suolo.
1.1 LO SVILUPPO NORMATIVO DEI RAEEIl D.Lgs. 151/05 (ora sostituito dal D.Lgs. 49/2014) definisce RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) le apparecchiature elettriche ed elettroniche che sono considerate rifiuti ai sensi della normativa vigente, inclusi tutti i componenti, i sottoinsiemi ed i materiali di consumo che sono parte integrante del prodotto nel momento in cui si assume la decisione di disfarsene.
I Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) non possono essere gettati nei normali cassonetti e smaltiti in discarica, in quanto possono contenere sostanze in grado di contaminare l’ambiente in maniera irreversibile, quali ad esempio metalli pesanti, sostanze lesive per l’ozono e sostanze alogenate; pertanto, per evitare la dispersione di tali componenti, è necessario trattare nel modo corretto le componenti inquinanti (attraverso recupero o riciclo) e smaltire le sole parti residue non più recuperabili.La normativa di riferimento che ha regolamentato la gestione di questi rifiuti è il Decreto Legislativo 151 del 2005, che ha migliorato, sotto il profilo ambientale, l’intervento wdei soggetti che svolgono un ruolo attivo nel ciclo di vita dei prodotti elettrici ed elettronici: dai produttori agli utilizzatori, passando per gli attori della filiera distributiva, fino agli operatori del riciclo.
Al decreto legislativo hanno fatto seguito 5 decreti ministeriali attuativi:• DM 25/09/07: istituzione del comitato di vigilanza e di controllo sulla gestione dei RAEE, ai sensi dell’articolo 15, comma 1, del decreto legislativo 25 luglio 2005, n. 151• DM 25/09/07, n. 185, recante l’istituzione del “Registro nazionale dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi di gestione dei RAEE”, del “Centro di coordinamento per l’ottimizzazione delle attività di competenza dei sistemi collettivi” e del “Comitato di indirizzo sulla gestione dei RAEE” (attuazione articoli 13, comma 8 e 15 comma 4, D.Lgs. 151/2005) • DM Ambiente 8 aprile 2008 recante “Disciplina dei
1 INTRODUZIONE
129
centri di raccolta dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato — Articolo 183, comma 1, lettera cc) del D.Lgs. 152/2006”• DM Ambiente 12 maggio 2009 recante “Finanziamento gestione Raee”• DM Ambiente 8 marzo 2010, n. 65, recante “Gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) — Modalità semplificate”
In particolare il Decreto stabilisce misure e procedure finalizzate a:a) prevenire la produzione di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche;b) promuovere il reimpiego, il riciclo e le altre forme di recupero dei RAEE, in modo da ridurne la quantità da avviare allo smaltimento;c) migliorare, sotto il profilo ambientale, l’intervento dei soggetti che partecipano al ciclo di vita di queste apparecchiature, quali, ad esempio, i produttori, i distributori, i consumatori e, in particolare, gli operatori direttamente coinvolti nel trattamento dei RAEE;d) ridurre l’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Il sistema introdotto dalla normativa è improntato sulla responsabilità dei “produttori” (ossia dei primiimportatori o fabbricanti) ai quali si chiede di organizzare e finanziare la raccolta e la gestione dei rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato.
Nel 2014 sono stati pubblicati due importanti decreti legislativi che hanno sostituito il D.Lgs. 151/05.D.Lgs. 4 marzo 2014, n. 27, Restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche — Attuazione direttiva 2011/65/Ue — Modifica del D.Lgs. 151/2005D.Lgs. 14 marzo 2014, n. 49, Gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche — Attuazione direttiva 2012/19/Ue — Modifica del D.Lgs. 151/2005.Il primo, entrato in vigore il 30 marzo 2014, prevede che
le apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato non dovranno contenere determinate sostanze tossiche e nocive individuate nell’allegato II del decreto, ovvero piombo, mercurio, cadmio, cromo esavalente e bifenili polibromurati (PBB).
Il secondo, invece, entrato in vigore il 12/04/14, oltre ad inserire prescrizioni per particolari tipologie di AEE, riguarda più direttamente la gestione dei rifiuti (RAEE): precisa meglio la distinzione tra i RAEE domestici e professionali, introducendo inoltre la novità dei RAEE di piccolissime dimensioni (oggetto di ritiro gratuito senza obbligo di acquisto dell’equivalente, cosiddetto “uno contro zero”), definendo:
RAEE DOMESTICI: i RAEE originati dai nuclei domestici e i RAEE di origine commerciale, industriale, istituzionale e di altro tipo analoghi, per natura e quantità, a quelli originati dai nuclei domestici. I rifiuti delle AEE che potrebbero essere usati sia dai nuclei domestici sia da utilizzatori diversi (“dual use”), sono in ogni caso considerati RAEE domestici.
RAEE PROFESSIONALI: i RAEE diversi da quelli provenienti da nuclei domestici.RAEE di piccolissime dimensioni: i RAEE di dimensioni esterne inferiori a 25 cm.
PANNELLI FV: sono definiti RAEE “domestici” se originati da impianti di potenza nominale inferiore a 10 kW, mentre sono definiti RAEE “professionali” se di potenza superiore.
Inoltre definisce:
CENTRI DI TRATTAMENTO: gli impianti o le imprese che effettuano operazioni di trattamento Raee devono essere autorizzati con l’autorizzazione unica ex articolo 208, D.Lgs. 152/2006. L’autorizzazione garantisce l’utilizzo delle migliori tecniche di trattamento, di recupero e di riciclaggio disponibili, e
130
stabilisce le condizioni per garantire l’osservanza dei requisiti previsti per il trattamento adeguato e per il conseguimento degli obiettivi di riciclaggio e recupero indicati in allegato V.
TRATTAMENTO: il trattamento prevede la rimozione di tutti liquidi ed un trattamento selettivo conforme alle prescrizioni tecniche. Nel caso di RAEE contenenti sostanze lesive dell’ozono alle operazioni di trattamento si applicano le disposizioni del Reg. (CE) n. 1005/2009 sulle sostanze che riducono lo strato di ozono e del Reg. (CE) n. 842/2006 su taluni gas fluorurati a effetto serra.
Il nuovo Decreto RAEE 49/2014 precisa, all’articolo 35 comma 2°), che il Comitato di Vigilanza e Controllo (CVC) del sistema RAEE definisce i criteri di determinazione delle quote di mercato, anche in considerazione, ove possibile, del diverso impatto ambientale delle singole tipologie di AEE. A tal fine, il CVC valuta l’analisi del ciclo di vita dei beni che può essere facoltativamente presentata da ciascun produttore con riferimento alle proprie AEE.
1.2 IL CONSORZIO ECOR’ITIl consorzio ecoR’it organizza e gestisce per conto dei propri consorziati un sistema integrato per la raccolta, il trasporto ed il trattamento dei RAEE, sostituendosi ai “produttori” per tutte le fasi di raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento e smaltimento di questi rifiuti.
Le categorie di apparecchiature elettriche ed elettroniche che rientrano nel campo di applicazione del D.Lgs. 49/2014 sono riportate di seguito:1. grandi elettrodomestici;2. piccoli elettrodomestici;3. apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni;4. apparecchiature di consumo;5. apparecchiature di illuminazione;6. strumenti elettrici ed elettronici (ad eccezione degli utensili industriali fissi di grandi dimensioni); 7. giocattoli e apparecchiature per lo sport e per il tempo libero;8. dispositivi medici (ad eccezione di tutti i prodotti
impiantati e infettati);9. strumenti di monitoraggio e di controllo;10. distributori automatici.
Per quanto riguarda i RAEE domestici, nel periodo c.d “transitorio”, ovvero sino al 15 agosto 2018, la raccolta separata avviene suddividendo i rifiuti secondo 5 Raggruppamenti:
• RAGGRUPPAMENTO 1 – Freddo e clima (es. frigoriferi, congelatori, altri grandi elettrodomestici utilizzati per la refrigerazione, la conservazione e il deposito di alimenti, apparecchi per il condizionamento, ecc.);
• RAGGRUPPAMENTO 2 – Altri grandi bianchi (es. lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, piastre riscaldanti elettriche, forni a microonde, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici e apparecchiature per la ventilazione e l’estrazione d’aria, ecc.);
• RAGGRUPPAMENTO 3 – TV e monitor;
• RAGGRUPPAMENTO 4 – Information Technology ed elettronica di consumo, apparecchi di illuminazione (pr ivat i del le sorgent i luminose), p iccol i elettrodomestici e altro (es. stampanti, copiatrici, macchine da scrivere elettriche ed elettroniche, calcolatrici tascabili e da tavolo, fax, telefoni, telefoni cellulari, apparecchi radio, videocamere, registratori hi-fi, strumenti musicali, trapani, macchine per cucire, giocattoli e apparecchiature per il tempo libero e lo sport e tutte le categorie non menzionate negli altri raggruppamenti), pannelli fotovoltaici;
• RAGGRUPPAMENTO 5 – Sorgenti luminose (es. tubi fluorescenti, sorgenti luminose fluorescenti compatte, sorgenti luminose a scarica ad alta intensità, comprese sorgenti luminose a vapori di sodio ad alta e bassa pressione, sorgenti luminose ad alogenuri metallici, ecc.).I RAEE professionali, invece, vengono distinti
1 INTRODUZIONE
131
direttamente per codice CER, così come elencati di seguito:
• CER 16 02 11*: apparecchiature fuori uso, contenenti clorofluorocarburi, HCFC, HFC;
• CER 16 02 13*: apparecchiature fuori uso, contenenti componenti pericolosi diversi da quelli di cui alle voci 16 02 09 e 16 02 12;
• CER 16 02 14: apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci da 16 02 09 a 16 02 13
• CER 20 01 21*: tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenenti mercurio.
Per garantire un servizio efficiente ed efficace di raccolta separata dei RAEE su tutto il territorio nazionale, in conformità alle disposizioni di legge, Ecoped utilizza una serie di fornitori qualificati per garantire un servizio integrato in tutte le fasi della gestione dei RAEE.
Le imprese conivolte si dividono in:• imprese di logistica autorizzate (per le operazioni di raccolta, trasporto, stoccaggio-transit point eventuale);• imprese per il trattamento selettivo: messa in sicurezza (Rimozione dei materiali pericolosi e separazione delle frazioni riutilizzabili (per l’avvio all’effettivo recupero) o smaltimento dei componenti e frazioni riciclabili;• imprese per il trattamento finale (end processing): attività ad alto contenuto tecnologico, che rendono possibile la reimmissione delle frazioni recuperate, senza ulteriori lavorazioni, nell’ambito di nuovi cicli produttivi come nuove materie prime.
Oltre ai RAEE, ecoR’it gestisce anche la raccolta deirifiuti di pile ed accumulatori.
132
2 OBIETTIVO E CAMPO DI APPLICAZIONE DELLO STUDIO
2.1 OBIETTIVOL’analisi della raccolta, del trasporto e del trattamento dei rifiuti gestiti da ecoR’it e il calcolo della CFP ai sensi della norma ISO/TS 14067:2013 ha lo scopo di quantificare il contributo di questa attività al riscaldamento globale, espresso in termini di CO2 equivalente, valutando tutte le emissioni (e rimozioni) di gas serra lungo l’intero ciclo di vita.
Il formato del Rapporto di studio della CFP, validato dall’organismo terzo indipendente, è coerente con quanto definito dalla norma ISO/TS 14067.
2.2 CAMPO DI APPLICAZIONELe attività svolte dal consorzio ecoR’it che sono state considerate nel calcolo della carbon footprint sono il trasporto e il trattamento di varie filiere di rifiuti: RAEE domestici e professionali e pile portatili. Rispetto a quanto analizzato l’anno precedente, nel presente studio non sono compresi i rifiuti con CER 08 03 18, toner per stampa esausti. La prima fase del ciclo consiste nel ritiro dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche dal luogo dove sono stati “prodotti” (Centro di Raccolta per quanto riguarda i RAEE domestici e pile portatili e azienda/organizzazione per i RAEE professionali) e nel loro trasporto presso l’impianto di trattamento selettivo (conferimento diretto oppure indiretto, cioè attraverso lo stoccaggio presso un transit point).La seconda fase consiste nel trattamento dei rifiuti raccolti presso impianti autorizzati (trattamento selettivo), dove avviene la separazione delle varie parti che compongono il rifiuto al fine di essere recuperate direttamente o, eventualmente, inviate ad ulteriore trattamento (trattamento finale) o a smaltimento (discarica o inceneritore).
I principali vantaggi della carbon footprint, rispetto ad un classico studio di LCA completo dei suoi consueti indicatori d’impatto, sono la facilità di comunicazione e di comprensione da parte del pubblico dei risultati finali poiché l’impatto ambientale è espresso tramite un singolo indicatore. Si rimanda al paragrafo 5.2, dove sono descritte le limitazioni dello studio.
2.3 NORMA DI RIFERIMENTOPer il calcolo dell’impronta di carbonio della raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti dal consorzio ecoR’it, la norma di riferimento che viene utilizzata è, quindi, la ISO/TS 14067:2013 e lo studio di valutazione del ciclo di vita è condotto in conformità a quanto richiesto dalla norma.
2.3.1 TIPO DI CFPLo studio della CFP della raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti dal consorzio ecoR’it è una carbon footprint completa (“dalla culla alla tomba”).
2.3.2 CFP-PCRPer lo studio in oggetto non verranno seguite PCR, in quanto non esistono documenti relativi con l’oggetto del presente studio.
2.4 I QUANTITATIVI DI RAEE TRATTATI DA ECOR’ITI Rifiuti derivanti da Apparecchiature Elettriche domestiche raccolti in Italia nel 2014 sono stati pari a 231.746 tonnellate1; il quantitativo è in aumento di oltre il 2% rispetto al 2013, anno in cui i quantitativi raccolti erano stati pari a 225.933 tonnellate.L’incremento è stato ancora più rilevante per il consorzio ecoR’it, che passando da 7.704 tonnellate nel 2013 a 8.507 nell’ultimo anno ha registrato un aumento di oltre il 10% dei rifiuti totali gestiti.
Per quanto riguarda il circuito domestico, anche nel corso del 2014 il consorzio ha trattato maggiormente i raggruppamenti R3 e R4, per i quali si è registrato un aumento del 29% dei primi ed una diminuzione del 4%dei secondi rispetto all’anno precedente. In generale, sono stati gestiti 17 tonnellate di R1 (apparecchiature refrigeranti), 214 tonnellate di R2 (grandi bianchi), 4.611 tonnellate di R3 (TV e monitor), 3.636 tonnellate di R4 (PED, CE, ITC, apparecchi illuminanti e altro) e 30 tonnellate di R5 (sorgenti luminose).
Nella tabella seguente si riportano i quantitativi dei rifiuti trattati, suddivisi nei diversi raggruppamenti e la differenza rispetto agli anni precedenti.1 Fonte: Centro di Coordinamento RAEE
133
2011 ton. 2012 ton. 2013 ton. 2014 ton. Trend2011-2012
Trend2012-2013
Trend2013-2014
Trend2011-2014
R1 67 93 51 17 39% -45% -66% -74%
R2 37 229 280 214 519% 23% -24% 477%
R3 3.280 2.531 3.580 4.611 -23% 41% 29% 41%
R4 4.496 3.921 3.776 3.636 -13% -4% -4% -19%
R5 15 18 16 30 20% -12% 90% 98%
7.896 6.791 7.704 8.507 -14% 13% 10% 8%
Tabella 1: Quantità di RAEE domestici trattati da ecoR’it nel triennio 2011-2014
Figura 1: Quantità di RAEE domestici trattati da ecoR’it
0
1000
2000
3000
4000
5000 2014201320122011
5000
4000
3000
2000
1000
0
R1 R2 R3 R4 R5
30 16 18 1517 51 6793
3.6363.776
3.921
4.4964.611
3.580
2.531
3.280
214 280 22937
134
2 OBIETTIVO E CAMPO DI APPLICAZIONE DELLO STUDIO
CER 2011 ton. 2012 ton. 2013 ton. 2014 ton. Trend2011-2012
Trend2012-2013
Trend2013-2014
Trend2011-2014
16 02 11 32 34 44 58 6% 31% 31% 82%
16 02 13 14 18 33 65 29% 86% 93% 362%
16 02 14 603 1.792 2.636 2.537 197% 47% -4% 321%
20 01 21 1 2 2 1 100% -7% -59% -24%
650 1.846 2.850 2.660 184% 47% -2% 309%
Tabella 2: Quantità di RAEE professionali trattati da ecoR’it nel triennio 2011-2014
Invece, relativamente ai RAEE professionali gestiti da ecoR’it, i quantitativi trattati nel 2014 sono leggermente diminuiti, di circa il 2% rispetto all’anno precedente, passando da 2.850 a 2.660 tonnellate.
Più nel dettaglio, i rifiuti trattati sono i seguenti: 58 tonnellate di rifiuti pericolosi classificati con codice CER 16 02 11 (apparecchiature fuori uso, contenenti clorofluorocarburi, HCFC, HFC), 65 tonnellate di rifiuti pericolosi classificati con codice CER 16 02 13 (apparecchiature fuori uso, contenenti componenti
pericolosi diversi da quelli di cui alle voci 16 02 09 e 16 02 12), 2.537 tonnellate di rifiuti non pericolosi classificati con codice CER 16 02 14 (apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci da 16 02 09 a 16 02 13 e 1 tonnellata di rifiuti pericolosi classificati con codice CER 20 01 21 (tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenenti mercurio).
Nella tabella 2 si riportano i quantitativi trattati nel triennio 2011-2014, mostrando un aumento per tutti i due primi CER e una leggera diminuzione per il resto.
135
Gli output derivanti dal trattamento selettivo delle diverse tipologie di RAEE (rifiuti e/o materie prime secondarie) possono essere avviati a riciclo, direttamente o dopo altri trattamenti (di seguito denominato “trattamento finale”), oppure a smaltimento (discarica o incenerimento), come da figure 3 e 4.
2.5 UNITÀ FUNZIONALE E FLUSSO DI RIFERIMENTOL’unità funzionale fornisce il riferimento al quale i dati in ingresso e in uscita al sistema considerato sono riferiti. L’unità funzionale considerata nello studio in
oggetto è:
1 tonnellata di RAEE e pile portatili gestita dal consorzio ecoR’it
Si precisa che ci si riferisce ad una tonnellata di ciascuna tipologia di rifiuto. Sono state poi determinate le emissioni totali derivanti dai flussi di rifiuti gestiti dal consorzio ecoR’it nel 2014, moltiplicando le emissioni derivanti da una tonnellata di rifiuto per le relative tonnellate trattate dal consorzio.
20 01 21* 0
500
1000
1500
2000
2500
3000Figura 2: Quantità di RAEE professionali trattati da ecoR’it
3000
2500
2000
1500
1000
500
016 02 14 16 02 13* 16 02 11*
2014201320122011
1 165 58 44 34 3233 18 142 2
2.5372.636
1.792
603
136
2 OBIETTIVO E CAMPO DI APPLICAZIONE DELLO STUDIO
2.6 CONFINI DEL SISTEMAIl presente studio prende in considerazione l’intero ciclo di vita dell’attività di gestione dei RAEE condotta del consorzio ecoR’it; i risultati della carbon footprint sono stati riportati separatamente per RAEE domestici, suddivisi nei diversi raggruppamenti, e RAEE professionali, separati per CER.Nel paragrafo 4.2 è riportata la carbon footprint anche delle pile portatili.
Nelle figure 3 e 4 è rappresentato schematicamente il ciclo di vita dei RAEE, che rimane invariato rispetto allo studio dell’anno precedente: dal produttore (piazzola ecologica nel caso dei RAEE domestici, azienda per quelli professionali), il rifiuto viene avviato all’impianto di trattamento selettivo (eventualmente passando attraverso lo stoccaggio2).
Da qui, in seguito alla separazione delle varie componenti e alla macinazione del rifiuto, le diverse frazioni prodotte possono essere inviate a recupero diretto (con o senza passare per la messa in riserva) oppure possono essere mandate ad un altro impianto dove, in seguito ad uno specifico trattamento (definito finale), verranno recuperati altri materiali.
In entrambi i trattamenti, quello selettivo dei RAEE e quello finale delle componenti, una parte dei rifiuti che ne derivano sono inviati a smaltimento (discarica o incenerimento).
3 Punto di passaggio intermedio tra produttore del rifiuto e destinatario.
Figura 3: Schema utilizzato per la descrizione del ciclo di gestione dei RAEE domestici
CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE - Fase 1
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO SELETTIVO
Fase 2
TRATTAMENTO FINALE Fase 3
MATERIALE RICICLATOFase 4
FINE VITADiscarica
InceneritoreFase 5
RAEEDOMESTICO
137
2.7 CRITERI DI ESCLUSIONEI criteri di esclusione (cut-off) consentono di escludere, dallo studio del calcolo dell’impronta di carbonio, alcuni flussi di materia ed energia in ingresso e in uscita al sistema considerato.
Nel presente studio LCA, i processi che sono stati esclusi dall’analisi, in base a puntuali analisi di sensibilità, sono i seguenti:
• la costruzione degli stabilimenti aziendali e dei macchinari per il trattamento dei rifiuti;• i prodotti per la manutenzione degli impianti.
I risultati di tali analisi dimostrano, per ogni tipologia di rifiuto, che il contributo dei processi esclusi non influisce in modo significativo all’impatto totale (contributo sempre inferiore allo 0,6%).
2.8 APPROCCIO DI ALLOCAZIONE SELEZIONATO La norma ISO/TS 14067 definisce una gerarchia nella selezione dell’approccio di allocazione. L’allocazione deve essere dapprima evitata attraverso la suddivisione del processo o l’espansione del sistema, se possibile. In caso contrario i rapporti fisici (es. massa, energia) tra prodotti o funzioni devono essere utilizzati per ripartire i flussi in ingresso e in uscita.
Quando non è possibile stabilire i rapporti fisici, vengono utilizzati altri rapporti (per esempio il valore economico).
Per quanto riguarda i rifiuti gestiti dal consorzio ecoR’it, il criterio di allocazione selezionato è quello di massa.
2.9 PERIODO DI RIFERIMENTOIl periodo di riferimento per il calcolo della carbon footprint della raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti da ecoR’it è l’anno solare 2014.
Figura 4: Schema utilizzato per la descrizione del ciclo di gestione dei RAEE professionali
Fase 1: § 3.2Fase 2: § 3.3Fase 3: § 3.4Fase 4: § 3.5Fase 5: § 3.6
FINE VITADiscarica
InceneritoreFase 5
RAEEPROFESSIONALE
DETENTORE DEL RIFIUTO - Fase 1
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO SELETTIVO
Fase 2
TRATTAMENTO FINALE Fase 3
MATERIALE RICICLATOFase 4
138
3 ANALISI DI INVENTARIO
Per l’elaborazione del presente studio e per il calcolo della carbon footprint, i dati di input sono stati forniti da ecoR’it partendo dai formulari di trasporto dei rifiuti (FIR). Il consorzio ha elaborato le informazioni relative alla movimentazione dei RAEE domestici e professionali e dei rifiuti di pile portatili, eseguite nel 2014 dagli impianti di trattamento, per conto dei consorziati ecoR’it, distinguendo i trasporti diretti (dal produttore all’impianto di trattamento) da quelli indiretti (passaggio attraverso lo stoccaggio prima di arrivare all’impianto di trattamento).Rilevato che rispetto all’anno precedente sono stati coinvolti altri partner operativi di ecoR’it, il campione
ha gestito complessivamente il 95% dei rifiuti domestici movimentati dal consorzio e circa il 91% di quelli professionali (di seguito chiamati “impianti campione”). Come si vede in figura 5, dove è riportata la localizzazione degli impianti, la scelta è stata fatta in modo da coprire tutto il territorio nazionale favorendo quanto più possibile la centralità geografica rispetto al luogo di produzione del rifiuto. Rispetto allo studio svolto nel 2013, sono aumentati gli impianti coinvolti nell’analisi, passando da 14 a 17.Anche quest’anno, in ogni nuovo impianto è stato fatto un sopralluogo, durante il quale sono state raccolte informazioni in merito alle lavorazioni effettuate, le
IMPIANTO LOCALITÀ
A Dismeco S.r.l. Marzabotto (BO)B FG S.r.l. Belpasso (CT)C Lavoro&Ambiente S.r.l. Ternate (VA)D Nec New Ecology S.r.l. Fossò (VE)E O2Saving S.r.l. Castelnuovo (TN)F Raetech S.r.l. Foiano della Chiana (AR)G Relight S.r.l. Rho (MI)H Ri.Plastic S.r.l. Balvano (PZ)I Rimel S.r.l. Pollenza (MC)J S.E.Val. S.r.l. Colico (LC)K Stena Technoworld S.r.l. Angiari (VR)L Transistor S.r.l. Torino (TO)M Vallone S.r.l. Montalto di Castro (VT)N Ecodreaming Fossò (VE)O Vallone - Anagni Anagni (FR)P S.E.Val - Piantedo PiantedoQ Feragame Srl Broni (PV)
A
CP
D
E
F
GJ
Q
K
L
M
N
O
H
I
B
Figura 5: Localizzazione degli impianti campione
139
tipologie di RAEE trattati e gli output derivanti dalla selezione, mentre gli impianti già visitati gli scorsi anni sono stati coinvolti nella raccolta dati. Tutte le informazioni sono, quindi, state raccolte attraverso una scheda specifica e puntuale, dove sono stati registrati:• i RAEE in ingresso all’impianto, suddivisi per raggruppamento (per il domestico) e per CER (per il professionale), oltre ai quantitativi di rifiuto trattato per conto di ecoR’it nel 2014 e il totale lavorato nello stesso anno;• i consumi di energia elettrica e/o di combustibile necessari per il funzionamento degli impianti, suddivisi, dove possibile, per tipologia di RAEE lavorato;• altri eventuali consumi correlati all’attività di trattamento (metano per riscaldamento, acqua, ecc.);• la tipologia e la quantità dei rifiuti (o delle materie prime secondarie, MPS) in uscita dall’impianto dopo il trattamento. In particolare, per ogni CER (o MPS) in uscita dall’impianto sono state fornite informazioni relative al RAEE da cui hanno avuto origine, all’impianto di destinazione, al destino finale (recupero/trattamento, discarica, incenerimento).
Da queste informazioni sono stati, quindi, ricavati tutti i dati necessari per il calcolo della carbon footprint generata dalla gestione dei RAEE da parte di ecoR’it.Nei capitoli successivi vengono dettagliatamente descritte tutte le varie fasi del ciclo, con particolare attenzione ai dati disponibili e alle eventuali assunzioni
fatte per supplire alla mancanza di dati.
3.1 DESCRIZIONE DEI DATILa tipologia di dati che sono stati utilizzati nell’LCA per il calcolo della carbon footprint sono:• dati primari, reperiti presso siti aziendali;• dati secondari: dati provenienti da banche dati (commerciali e non) o da letteratura (specifica e non) relazionata a quella particolare categoria di prodotto o ad altri sistemi equivalenti da un punto di vista tecnologico, geografico e temporale. Per questa tipologia di dati la struttura consulenziale del consorzio ecoR’it garantisce l’accesso a banche dati estremamente aggiornate (per esempio il database Ecoinvent 3.1).
L’utilizzo di dati specifici è prioritario, per questo motivo è stata condotta una puntuale raccolta dati che ha permesso di approfondire le fasi del ciclo di vita particolarmente impattanti e individuare quelle non coperte da banche dati specifiche.
3.2 DAL PRODUTTORE DEL RIFIUTO ALL’IMPIANTO DI TRATTAMENTOCome già evidenziato, il quantitativo di rifiuti gestiti da ecoR’it nel 2014 è di 8.616 tonnellate per quanto riguarda i RAEE del circuito domestico, mentre ammonta a 2.660 tonnellate il quantitativo dei RAEE professionali. Nella tabella seguente il peso dei RAEE è suddiviso per raggruppamento e per CER.
RAGGRUPPAMENTO tonnellate
R1 17,3
R2 213,7
R3 4.610,5
R4 3.635,8
R5 29,7
PILE 108,6
Tabella 3: Quantità di RAEE e RIPA trattati da ecoR’it nel 2014
CER tonnellate
16 02 11* 58,4
16 02 13* 64,6
16 02 14 2.536,7
20 01 21* 0,8
140
La distanza percorsa fino all’impianto di trattamento varia a seconda del rifiuto trasportato ed è riportata nelle tabelle seguenti:
Da precisare che, per quanto riguarda le pile, esiste un unico impianto autorizzato in Italia che tratta tale tipologia di rifiuto.
3.2.1 FONTE DEI DATIIl dato di input utilizzato per il calcolo della carbon footprint è il quantitativo di rifiuti gestiti nel 2014 da ecoR’it, dato fornito dal consorzio. Le distanze di trasporto sono state calcolate partendo dai dati contenuti nei formulari di trasporto dei rifiuti, caricati nel registro di intermediazione (dati resi disponibili dal consorzio). Per calcolare i km percorsi è stato utilizzato un software
specifico per il calcolo delle distanze, computando in modo puntuale i tragitti, partendo dagli indirizzi dei produttori, dei trasportatori e dei destinatari del rifiuto ricavati dai formulari. I percorsi tengono conto anche degli eventuali trasporti attraverso gli stoccaggi. Si è, inoltre, tenuto conto dei percorsi fatti via nave, relativi ai trasporti dalle isole al continente.Le emissioni specifiche prodotte dai mezzi di trasporto sono state calcolate con la banca dati Ecoinvent 3.13 (nuovo aggiornamento rispetto a quella utilizzata l’anno scorso) per singole categorie di mezzi. In base alle informazioni fornite da ecoR’it nei formulari di trasporto
3 ANALISI DI INVENTARIO
Tabella 4: Distanza percorsa (km) per il trasporto dei RAEE domestici e dei RIPA via terra e via mare all’impianto di trattamento
RAGGRUPPAMENTO Da produttorea destino finale
Da produttorea stoccaggio
Da stoccaggioa destino finale
R1 152 - -
R2 203 67 504
R3 250 169 231
R4 283 190 634
R5 128 121 232
pile 315 369 457
Tabella 5: Distanza percorsa (km) per il trasporto dei RAEE professionali via terra e via mare all’impianto di trattamento
CER Da produttorea destino finale
Da produttorea stoccaggio
Da stoccaggioa destino finale
16 02 11* 387 743 192
16 02 13* 367 411 203
16 02 14 270 226 639
20 01 21* 146 476 110
3 Ecoinvent è una associazione senza fini di lucro, fondata dagli istituti svizzeri ETHZ, EPFL, PSI, Empa e ART. Ecoinvent offre uno dei più completi database internazionali di LCI (Life Cycle Inventory) con diverse migliaia di serie di dati in materia di agricoltura, approvvigionamento energetico, trasporti, biocombustibili e
biomateriali, prodotti chimici, materiali da costruzione, materiali da imballaggio, metalli di base e preziosi, lavorazione dei metalli, ICT ed elettronica, nonché il trattamento dei rifiuti.
141
dei rifiuti, è stato determinato il peso medio dei trasporti di RAEE che, per i RAEE domestici risulta essere circa 1,7 tonnellate (passando da un minimo di 5 kg ad un massimo di 13 tonnellate), lo stesso valore che per i professionali (in questo caso con un range che va da 5 kg a 17 tonnellate).
Per il trasporto dal centro di raccolta comunale o dall’azienda produttrice del rifiuto professionale fino all’impianto di trattamento, sono stati considerati mezzi con portata compresa tra 7,5 e 16 tonnellate, in quanto confrontabile con la tipologia dei mezzi generalmente utilizzata.
3.2.2 ASSUNZIONIPer quanto riguarda i trasporti, le assunzioni definite per la gestione dei rifiuti trattati nel 2014 sono le stesse fatte l’anno precedente e che vengono riportate per completezza.
Si è assunto che tutti i quantitativi di rifiuti gestiti/movimentati da ecoR’it nel 2014 siano stati trattati nello stesso anno presso gli impianti, senza tener conto di eventuali lavorazioni di stoccaggi effettuati l’anno precedente o giacenze da lavorare l’anno successivo.I chilometri percorsi all’andata sono stati calcolati come la somma delle distanze tra il trasportatore e il produttore del rifiuto e tra questo e l’impianto di trattamento (destinatario), considerando quindi come punto di partenza per ogni viaggio la sede locale del
trasportatore. Il viaggio di ritorno è stato conteggiato pari a 0,5 volte quello di andata, perché statisticamente il trasportatore si trova nei pressi dell’impianto di trattamento (o coincide con lo stesso impianto di destinazione). Le distanze di trasporto sono state calcolate come media pesata.
Per la raccolta dei RAEE domestici, è stato inserito anche il servizio di trasporto dalle utenze domestiche ai centri di raccolta: la capacità di trasporto dei mezzi utilizzati è stata considerata di 3,5 tonnellate e la distanza percorsa è stata stimata in 3,4 km, partendo dall’estensione media dei comuni italiani, pari a 37,3 km2 (fonte dati ISTAT).
3.3 TRATTAMENTO DEI RAEE PRESSO GLI IMPIANTILe modalità di trattamento dei RAEE realizzate presso gli impianti non sono diverse da quelle realizzate gli scorsi anni e possono essere suddivise in diverse fasi, alcune sono comuni a tutte le categorie, altre più specifiche e si distinguono per tipologia di apparecchiatura.In particolare, le fasi principali sono il conferimento, la messa in riserva e il trattamento (quest’ultimo è suddivisibile in pre-trattamento e messa in sicurezza dei materiali) smontaggio e recupero del componente, frantumazione e selezione dei materiali, fine vita.
La figura seguente fornisce una schematizzazione delle fasi.
Conferimento e messa in
riserva
Trattamento selettivoe messa
in sicurezza
Smontaggio e recupero dei componenti
Frantumazione e selezione dei
materiali
Recuperodi materialeed energia
Smaltimento
Figura 6: Fasi del trattamento delle apparecchiature elettriche ed elettroniche dismesse
142
3 ANALISI DI INVENTARIO
Quando il rifiuto giunge presso l’impianto di trattamento viene effettuata una prima analisi: si tratta del trattamento selettivo e della messa in sicurezza, una lavorazione preliminare il cui scopo è quello di rendere più sicuro lo svolgimento delle successive fasi di recupero. Essa consiste nell’asportazione di tutte le parti mobili presenti nelle apparecchiature (sportelli, componenti e cablaggi elettrici, guarnizioni in PVC e/o gomma ed altre parti accessorie quali piani in cristallo, in acciaio, in plastica ecc.) e nella contemporanea rimozione, se necessario, dei materiali classificati pericolosi come, ad esempio, CFC dai circuiti e dall’olio, interruttori con sostanze pericolose, condensatori, tubi catodici, schede elettriche ed elettroniche.
A questa procedura segue la fase di smontaggio effettuata, salvo differente prassi, manualmente.Questa operazione è necessaria per separare in modo corretto le diverse componenti, che potranno così
essere inviate a successivo recupero, e per permettere l’asportazione di tutte le parti che potrebbero risultare non idonee alla successiva fase. Lo step seguente è automatizzato e consiste nella frantumazione e nella selezione dei materiali da avviare al recupero (metalli ferrosi e non, plastiche, ecc.). A questo punto i materiali sono pronti per essere reintrodotti all’interno dei cicli produttivi o per essere avviati a processi di recupero energetico o di massa, mentre i rifiuti prodotti dalle attività di bonifica e trattamento vengono avviati a smaltimento.Di seguito vengono sommariamente descritti i trattamenti applicati per ciascun raggruppamento di RAEE.
Nella tabella 6 sono riportati gli impianti campione presi in considerazione per le elaborazioni del presente studio, con indicate le categorie che vengono trattate in ognuno.
TRATTAMENTO
R1
Il trattamento inizia con la messa in sicurezza e lo smontaggio delle componenti pericolose: manualmente vengono asportati cavi elettrici, guarnizioni e parti in vetro. In seguito viene effettuata l’operazione di bonifica del circuito refrigerante, attraverso l’utilizzo di utensili perforanti e l’aspirazione di CFC-HFC e oli, che vengono separati e stoccati. Negli impianti può essere presente un sistema di abbattimento dei CFC, derivanti dalla fase di triturazione del poliuretano (post- combustore).Una volta privato del compressore, il rifiuto viene inviato alla fase di triturazione, che consiste in una riduzione volumetrica e successiva separazione delle varie componenti (principalmente schiume poliuretaniche, metalli ferrosi e non ferrosi, plastica).
R2
L’operazione di messa in sicurezza consiste nell’eliminazione manuale di componenti quali condensatori, eventuali interruttori al mercurio, cavi esterni, batterie, accumulatori, zavorre in cemento, circuiti stampati, ecc… Le carcasse vengono quindi sottoposte ad una prima triturazione più grossolana e ad una successiva separazione manuale delle diverse componenti, per poi essere nuovamente ridotte a pezzature più piccole. Nastri magnetici e separatori ad induzione permettono la separazione delle diverse tipologie di materiale.
R3I monitor e i televisori vengono smantellati manualmente, in modo da estrarre il tubo catodico in sicurezza; l’involucro viene avviato a triturazione, mentre la bonifica del tubo catodico avviene nelle seguenti fasi: viene rimossa la cinghia antimplosione, viene eseguito il taglio per la separazione del vetro cono e del vetro pannello, viene estratta la maschera ferrosa ed aspirate le polveri fluorescenti dalla superficie del vetro pannello.
R4
Anche in questo caso la messa in sicurezza del rifiuto consiste nella rimozione delle componenti ambientalmente critiche, tra cui i condensatori, i componenti contenenti mercurio, pile e batterie, circuiti stampati, cartucce e toner, oltre alle parti che potrebbero danneggiare l’impianto di frantumazione (motori elettrici, trasformatori, ecc.).La successiva triturazione permette la riduzione volumetrica delle carcasse e la separazione delle diverse tipologie di materiale (ferro, materiale non ferroso, plastica,…).
R5Le operazioni di trattamento delle sorgenti luminose consistono essenzialmente nella frantumazione delle lampade, nella separazione delle parti metalliche e plastiche, nella separazione e pulizia del vetro ed infine l’estrazione e il confezionamento delle polveri fluorescenti.
143
Tabella 6: Raggruppamenti trattati nei diversi impianti visitati nel corso del presente studio
RAGGRUPPAMENTO
R1 R2 R3 R4 R5
DISMECO • • • •ECODREAMING • • • •
FERAGAME • • •FG • • • •
NEC NEW ECOLOGY • • • •LAVORO&AMBIENTE •
O2SAVING • •RAETECH • • •RELIGHT • • • •
RI.PLASTIC • • • •RIMEL • •
SEVAL - COLICO • • • •SEVAL - PIANTEDO • • •
STENA - VR • •TRANSISTOR •
VALLONE - ANAGNI • •VALLONE - MONTALTO • • • •
*
* trattamento parziale (smontaggio senza trattamento del tubo catodico)
I consumi energetici specifici forniti dagli impianti sono stati elaborati e rapportati ai quantitativi totali di RAEE trattati nel 2014.Solo per due degli impianti campione non è stato possibile inserire il dato specifico, in quanto le informazioni fornite non sono complete.
Vengono compresi all’interno della voce “altri impianti”, tutti quegli impianti di trattamento RAEE che gestiscono i rifiuti per conto di ecoR’it, ma che non rientrano nel campione di aziende selezionate che hanno fornito i dati relativi ai consumi energetici necessari per lo svolgimento delle attività di trattamento dei RAEE: in questo caso, il consumo energetico è stato determinato considerando la media dei consumi degli impianti campione.
Il consumo più elevato fra tutti i raggruppamenti (escluso il raggruppamento R5) è di 698,59 MJ/t di RAEE (contro i 575,10 MJ/t del 2013), mentre i consumi minori sono di 187,94 MJ/t per l’R1, 102,66 MJ/t per l’R2, 87,35 MJ/t per l’R3 e per l’R4; solo due degli impianti che trattano R5 hanno fornito i loro consumi che variano da 87,35 a 160,44 MJ/t.Alcuni impianti hanno fornito il consumo elettrico comprensivo degli uffici, mentre altri sono stati in grado di separare i consumi. Nel grafico 1 sono rappresentati i consumi degli impianti campione4 rispetto ai raggruppamenti per i quali effettuano il trattamento selettivo, senza considerare i consumi per la movimentazione interna e, in viola, il valore medio pesato utilizzato per i restanti.
4 Per motivi di riservatezza, nel grafico gli impianti campione sono riportati in modo anonimo e casuale.
144
3 ANALISI DI INVENTARIO
La seguente tabella riporta i consumi energetici medi del triennio 2012-2014 e la loro differenza: come si può notare, ad esclusione dei raggruppamenti R1 ed R2 per i quali i consumi sono aumentati leggermente, c’è in
generale una diminuzione dei MJ/t, riduzione che varia dal -3% per i raggruppamenti R3 ad oltre il 31% per i raggruppamenti R5.
Tabella 7: Consumo medio degli impianti nel triennio 2012-2014
2012 (MJ/t) 2013 (MJ/t) 2014 (MJ/t) Variazione 2013-2014
R1 297,93 282,51 309,19 9%
R2 257,38 214,46 238,00 11%
R3 222,95 211,14 205,73 -3%
R4 307,72 260,94 238,88 -8%
R5 136,71 136,19 94,01 -31%
4 Per motivi di riservatezza, nel grafico gli impianti campione sono riportati in modo anonimo e casuale.
Grafico 1: Consumo di energia per tipologia di raggruppamento trattato; in azzurro gli impianti selezionati nel presente studio (in ordine casuale) in viola la media degli impianti.
impianto Ximpianto medio
800,0
700,0
600,0
500,0
400,0
300,0
200,0
100,0
0
MJ/t
R1 R2 R3 R4R5
309,19
238,00205,73
238,88
94,01
145
3.3.1 FONTE DEI DATIGli impianti campione utilizzati per lo studio hanno fornito i valori di energia e/o combustibile utilizzati per il funzionamento dell’impianto di trattamento e, quindi, per la separazione dei vari componenti e materiali che compongono il rifiuto. Dai quantitativi di RAEE lavorati nel corso del 2014 e dai consumi energetici, è stata calcolata l’energia consumata rispetto ad una tonnellata di rifiuto trattato ed è stato quindi determinato il consumo medio utilizzato per gli altri impianti.
Anche quest’anno, solo due impianti hanno fornito consumi energetici specifici per il diverso raggruppamento trattato, mentre gli altri avevano a disposizione un dato complessivo; infine, per uno degli impianti selezionati non è stato possibile utilizzare i dati forniti, in quanto tali dati sono risultati completamente estranei agli indici medi di riferimento.
Presso gli impianti è presente un sistema di abbattimento dei CFC derivanti dalla fase di triturazione del poliuretano (in genere impianto di post-combustione), per i quali sono stati raccolti i quantitativi dei consumi energetici e dl trattamento dei CFC.
3.3.2 ASSUNZIONISi è assunto che tutti i quantitativi di rifiuti gestiti/movimentati da ecoR’it nel 2014 siano stati trattati nello stesso anno presso gli impianti, senza tener conto di eventuali stoccaggi in anni diversi dal 2014.
Per quanto riguarda i RAEE professionali, i diversi CER sono stati assimilati ai raggruppamenti dei RAEE domestici, in quanto il trattamento delle diverse tipologie è essenzialmente lo stesso. Il CER 16 02 11 è stato equiparato al raggruppamento R1, il CER 16 02 13 ad R3, il CER 16 02 14 ad R4, mentre il CER 20 01 21 ad R5.
Tre degli impianti selezionati utilizzano gasolio per la produzione dell’energia necessaria per il funzionamento; solo uno di essi, dotato di contatore, ha fornito il dato di energia elettrica effettivamente prodotta dal generatore. Il rendimento della macchina è stato utilizzato per calcolare
i kWh prodotti anche dai generatori degli altri impianti.
3.4 DALL’IMPIANTO DI TRATTAMENTO SELETTIVO ALLA DESTINAZIONE FINALEQuesta fase comprende le attività che vengono svolte a valle all’uscita degli impianti di trattamento selettivo dei RAEE e che riguardano essenzialmente l’invio delle varie frazioni ad operazioni di recupero, smaltimento o ad altro impianto dove viene effettuato un secondo processo di trattamento sulle componenti separate nella fase precedente. Da qui, avverrà poi un successivo trasporto delle frazioni recuperate e dei rifiuti avviati a smaltimento in discarica e/o in inceneritore. Le fasi di trasporto in uscita dall’impianto di trattamento fanno riferimento al consumo di mezzi con una portata massima di 32 tonnellate.Per calcolare il destino finale dei vari materiali che derivano dal trattamento presso gli impianti, sono state determinate delle percentuali in base agli output forniti dagli impianti campione, selezionando il materiale in uscita da ogni specifico raggruppamento e individuando le percentuali che vanno direttamente a recupero, a trattamento finale e/o a smaltimento. In base alle assunzioni fatte sulle lavorazioni presso gli impianti di trattamento finale e di seguito dettagliatamente descritte, sono state determinate le frazioni recuperate o smaltite. Sono stati quindi calcolati i km percorsi per ogni differente destinazione.
3.4.1 FONTE DEI DATILa maggior parte degli impianti campione (circa il 50%) hanno fornito i dati relativi ai CER in uscita dal proprio impianto, attribuendoli alle tipologie (Raggruppamenti) di RAEE cui sono associati: in questo modo, selezionando uno specifico raggruppamento e gli impianti che hanno gestito quel rifiuto per conto di ecoR’it nel 2014, è stato possibile calcolare la percentuale e la tipologia di rifiuti e di materia prima secondaria derivante dal trattamento delle diverse tipologie di RAEE.
Per il calcolo dei km percorsi dall’uscita dall’impianto di trattamento fino alla destinazione finale (recupero, discarica, incenerimento) o successiva (trattamento finale), sono state utilizzate le informazioni fornite dagli impianti di trattamento campione, i quali hanno
146
3 ANALISI DI INVENTARIO
indicato, per ogni CER derivante dalle diverse lavorazione, l’impianto di destinazione. Attraverso l’utilizzo di software pubblici per il calcolo delle distanze, sono stati determinati i chilometri del tragitto su strada, mentre per il traghetto e la nave è stata calcolata la distanza tra i porti in miglia, trasformata poi in km.Inoltre, in questo studio è stato preso in considerazione anche il consumo dei big bags che le aziende di trattamento utilizzano per il trasporto di alcune tipologie di rifiuti trattati (generalmente rifiuti di plastica, schede, floppy, hard disk, alimentatori e vetro del tubo catodico): si è assunto un consumo pari al numero di big bag acquistati nel 2014 da ogni impianto.
3.4.2 ASSUNZIONIPer quanto riguarda le attività svolte dagli impianti di trattamento finale, non sono state rese disponibili informazioni dagli impianti selezionati (tra cui i consumi energetici e le eventuali emissioni in atmosfera di gas a effetto serra) sostanzialmente perché ritenuti dati confidenziali. I consumi energetici sono stati ricavati dai processi di trattamento presenti nella banca dati Ecoinvent 3.1 per analoghe attività di trattamento rifiuti.I big bags sono stati modellizzati utilizzando processi della
banca dati Ecoinvent e il fine vita è stato modellizzato utilizzando le percentuali di recupero, incenerimento e smaltimento in discarica tipiche dello scenario italiano per la plastica (36% riciclo, 32% incenerimento e 32% discarica).Per quanto riguarda il fine vita delle varie componenti/rifiuti derivanti da questo trattamento finale, il loro trasporto a recupero e/o a smaltimento, in termini di chilometri percorsi, è stato considerato equivalente a quello fatto dagli impianti di trattamento campione rispettivamente a recupero o a smaltimento. Infine, per le attività svolte nel trattamento finale, alcune informazioni relative alle percentuali di rifiuto inviato a recupero e/o a smaltimento sono state fornite dagli impianti di trattamento selettivo, mentre altre sono desunte da dati di letteratura, da banche dati, da altri progetti precedentemente svolti di Ambiente Italia. Rispetto all’anno precedente, sono notevolmente aumentate le tipologie di rifiuto per le quali sono stati utilizzati dati primari.
Nelle tabelle riportate di seguito sono elencate le tipologie di rifiuti che derivano dal trattamento dei diversi raggruppamenti e CER e che, in base alle informazioni fornite durante la raccolta dati, sono poi inviate ad un altro impianto per il successivo trattamento.
RIFIUTO ASSUNZIONI FONTE
CAVI Rifiuto costituito da pvc (62%) e rame (38%); si considera che tutto il materiale venga recuperato in seguito al trattamento finale.
Dati da impianti di trattamento selettivo
COMPRESSORISono costituiti dal’89% di ferro, 6% di alluminio, 3% di rame; dopo il trattamento, tutto il materiale è avviato a recupero. Il restante 3% è dato da scarto inviato a discarica.
Dati da impianti di trattamento selettivo
OLIOGli oli minerali usati sono per la quasi totalità oggetto di riciclo o di recupero energetico: solo circa il 3,5% dell’olio raccolto viene smaltito per termodistruzione e il 96,5% è rigenerato e quindi recuperato.
Dati da impianti di trattamento selettivo e www.coou.it
POLIURETANO Anche quest’anno tutti gli impianti di trattamento selettivo hanno dichiarato di inviare tale rifiuto tutto a discarica o a incenerimento.
Dati da impianti di trattamento selettivo
CONDENSATORI La gran parte di questo rifiuto viene avviata alla termodistruzione (più del 71%), ma vengono anche recuperati ferro (26,7%) e alluminio (2%).
Dati da impianti di trattamento selettivo
Tabella 8: Trattamento finale dei rifiuti derivanti da raggruppamento R1 e dal CER 16 02 11*
147
RIFIUTO ASSUNZIONI FONTE
CAVIRifiuto costituito da pvc e rame, nelle percentuali del 64% e 36% rispettivamente; si considera che tutto il materiale venga recuperato in seguito al trattamento finale.
Dati da impianti di trattamento selettivo
MOTORI ELETTRICI
Si suppone che tutte le componenti del motore elettrico siano recuperate, in particolare un 12% di rame e un 88% di metalli ferrosi.
Dati da impianti di trattamento selettivo
SCHEDE
Nello studio non è stata fatta nessuna distinzione tra i diversi tipi di schede (prima e seconda scelta, a seconda delle percentuali di materiali preziosi che le compongono); la composizione media presa come riferimento è formatadal 59,7% di plastica, 14,5% di metalli misti e dal resto di scarti i quali finiscono in discarica (14,8%) o sono inviati a incenerimento (11%).
Dati da impianti di trattamento selettivo
RESIDUI / SCARTI Si è assunto che questa tipologia di rifiuto, di cui non si hanno informazioni in merito alla composizione, venga inviato a discarica.
Dati da impianti di trattamento selettivo
CONDENSATORI Una parte del rifiuto viene recuperata come ferro (40%) e come alluminio (3%); il restante 57% viene termodistrutto.
Dati da impianti di trattamento selettivo
DEFERRIZZATO Gran parte del rifiuto viene recuperato (circa il 93% di metalli), il resto viene termodistrutto (6,9%) e solo una piccola parte rimanente è avviata a discarica.
Dati da impianti di trattamento selettivo
CARCASSE LAVATRICI
In questo caso tutto il materiale è avviato a recupero. Il rifiuto è costituito principalmente da ferro (76%), ma sono presenti anche acciaio (9%), rame e plastica (entrambi al 7%) e una piccola parte d’alluminio (1%).
Dati da impianti di trattamento selettivo
PLASTICA Una parte viene recuperata (49%). Il restante è dato da scarti inviati a incenerimento (49%) e a discarica (2%).
Dati da impianti di trattamento selettivo
Tabella 9: Trattamento finale dei rifiuti derivanti dal raggruppamento R2
148
3 ANALISI DI INVENTARIO
RIFIUTO ASSUNZIONI FONTE
AVVOLGIMENTI TV, CAVI, SPINE
Rifiuto costituito da pvc (54%) e rame (46%); si considera che tutto il materiale venga recuperato in seguito al trattamento finale.
Dati da impianti di trattamento selettivo
MOTORI ELETTRICI
Si suppone che tutte le componenti del motore elettrico siano recuperate, 12% rame e 88% metalli ferrosi.
Dati da impianti di trattamento selettivo
SCHEDE
In questo studio non è stata fatta nessuna distinzione tra i diversi tipi di schede (prima e seconda scelta, a seconda delle percentuali di materiali preziosi che le compongono); la composizione media presa come riferimento è formata dal 43% di metalli misti, dal 23% di ferro, dal 7% di alluminio e dal 27% di scarti. Per questi ultimi si è ipotizzato l’invio in discarica, mentre per le altre frazioni il riciclo.
Dati da impianti di trattamento selettivo
TRASFORMATORI Le percentuali considerate e recuperate sono rame (50%) e ferro (50%) Dati da impianti di trattamento selettivo
CONDENSATORI Solo una piccola parte del rifiuto viene recuperata come alluminio (l’1%) e il restante viene avviato a discarica (99%).
Dati da impianti di trattamento selettivo
SCHERMI PIATTILe componenti che costituiscono tale rifiuti sono: alluminio (0,003%), ferro (40,39%), plastica (25,04%), vetro (7,74%), metalli misti (21,86%), scarti a discarica (4,7%) e scarti ad incenerimento (0,26%).
Dati da impianti di trattamento selettivo
GIOGHI DI DEFLESSIONE
La composizione media dei gioghi di deflessione è: 38,7% di rame, 26,7% di ferro e 18% di plastica, che vengono recuperati, e il 16,7% di scarti a discarica.
Dati da impianti di trattamento selettivo
RESIDUI / SCARTI Si è assunto che questa tipologia di rifiuto, di cui non si hanno informazioni in merito alla composizione, venga inviato tutto a discarica.
Dati da impianti di trattamento selettivo
CANONCINO RETRO TUBO
Il 75% viene recuperato come ferro e il 10% come acciaio; solo il 15% è avviato in discarica.
Dati da impianti di trattamento selettivo
Tabella 10: Trattamento finale dei rifiuti derivanti dal raggruppamento R3 e dal CER 16 02 13*
149
RIFIUTO ASSUNZIONI FONTE
ALIMENTATORI Stesse considerazioni fatte per i trasformatori
BATTERIE AL PIOMBO
Le batterie al piombo sono tipicamente costituite da piombo, elettrolita, materie plastiche e componenti minori. Dal processo di riciclaggio si ottengono: piombo finale e leghe di piombo (30%), solfato di piombo (pastello) ceduto agli impianti di prodizione di piombo selettivo (27%), polipropilene riciclabile (circa il 3%), altri materiali recuperati (30,6%) e residui della lavorazione (circa l’8,8%), costituiti principalmente da scorie di lavorazione, mix di plastiche non valorizzabili, acido solforico non valorizzabile.
Dati da impianti di trattamento selettivo e da Rapporto annuale 2014 COBAT
ALTRE BATTERIEDal trattamento di altre batterie viene recuperato un 25% di ferro; inoltre il 42,3% delle batterie viene riciclato, il 17,7% inviato a discarica e il restante 15% a incenerimento.
Dati da impianti di trattamento selettivo
CARTUCCE / TONER
Si è ipotizzato che dalla triturazione delle cartucce si riesca a recuperare la plastica (80%), mentre il restante 20% siano scarti inviati a discarica.
Elaborazioni Ambiente Italia “Il riciclo ecoefficiente”
CAVI E SPINERifiuto costituito da pvc e rame, nelle percentuale del 64% e 34% rispettivamente; si considera che tutto il materiale venga recuperato in seguito al trattamento finale.
Dati da impianti di trattamento selettivo
CONDENSATORI Si è supposto di conferire in discarica il 99% di questa tipologia di rifiuto, mentre il restante 1% è costituito da alluminio.
Dati da impianti di trattamento selettivo
DEFERRIZZATO Gran parte del rifiuto viene recuperato (circa il 93% di metalli), il resto viene incinerato (6,9%) e solo una piccola parte rimanente è avviata a discarica.
Dati da impianti di trattamento selettivo
HARD DISK, PROCESSORI
Non avendo nessuna informazione in merito al trattamento di questo rifiuto, sono state utilizzate le informazioni presenti nella banca dati, considerando che tutto venga poi avviato a recupero.
Banca dati Ecoinvent
MEMORIA RAM Stessa assunzione fatta per gli hard disk e i processori. Banca dati Ecoinvent
MOTORI ELETTRICI
Praticamente tutte le componenti del motore elettrico sono recuperate, solo un 0,3% finisce in discarica. La composizione considerata è la seguente: 87,7% ferro, 11% rame e 0,7% alluminio.
Dati da impianti di trattamento selettivo
SCHEDE
In questo studio non è stata fatta nessuna distinzione tra i diversi tipi di schede (prima e seconda scelta, a seconda delle percentuali di materiali preziosi che le compongono); la composizione media presa come riferimento è formata dal 29,5% di plastica, 27% di metalli misti, il 12,5% di alluminio, il 5% di ferro e dal 26% di scarti. Per questi ultimi si è ipotizzato l’invio in discarica, mentre per le altre frazioni il riciclo.
Dati da impianti di trattamento selettivo
TRASFORMATORI Le percentuali considerate recuperate sono ferro (58%), rame (23%) e alluminio (5,3%).
Dati da impianti di trattamento selettivo
RESIDUI / SCARTI Si è assunto che questa tipologia di rifiuto, di cui non si hanno informazioni in merito alla composizione, venga inviato tutto a discarica.
Dati da impianti di trattamento selettivo
Tabella 11: Trattamento finale dei rifiuti derivanti dal raggruppamento R4 e dal CER 16 02 14
150
3 ANALISI DI INVENTARIO
3.5 IL RICICLOPer l’attività di riciclo si considera il trasporto dei materiali e il recupero dopo il trattamento selettivo e finale presso l’utilizzatore successivo.
Di seguito si riportano i quantitativi recuperati da ecoR’it nel 2014 e le relative percentuali.
RIFIUTO ASSUNZIONI FONTE
BASI Si considera di inviare il 71% della frazione in discarica e il 29% in incenerimento.
Dati da impianti di trattamento selettivo
POLVERIDalle polveri estratte dai tubi catodici si ricava circa il 37,5% di ossalato di terre rare con purezza tra l’80 e il 90%, che vengono recuperate; la restante parte viene inviata a discarica.
Dati da impianti di trattamento selettivo
TRASFORMATORI Le frazioni considerate recuperate sono ferro (58%), rame (23%) e alluminio (5,3%).
Dati da impianti di trattamento selettivo
Tabella 12: Trattamento finale dei rifiuti derivanti dal raggruppamento R5 e dal CER 20 01 21*
Tabella 13: Bilancio di massa complessivo per ecoR’it, RAEE domestici – anno 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
RAGGRUPPAMENTOQuantità totale trattata Riciclo diretto* Riciclo dopo
altro trattamento Riciclo totale
ton ton % ton % ton %
R1 17 8,58 49,46% 5,25 30,29% 13,83 79,75%
R2 214 146,01 68,34% 61,39 28,73% 207,41 97,07%
R3 4.611 2.875,08 62,36% 823,74 17,87% 3.698,82 80,23%
R4 3.636 2.838,03 78,06% 658,58 18,11% 3.496,61 96,17%
R5 30 21,97 74,06% 5,75 19,37% 27,72 93,42%
8.507 5.889,67 69,23% 1.554,71 18,28% 7.444,38 87,51%
* salvo eventuale previa messa in riserva
151
Nelle tabelle seguenti sono riportati i materiali che ecoR’it ha recuperato nel 2014, in seguito al trattamento dei RAEE (recupero diretto e recupero dopo trattamento
finale). Ferro, plastica e vetro sono i materiali maggiormente recuperati.
Tabella 14: Bilancio di massa complessivo per ecoR’it, RAEE professionali – anno 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
CERQuantità totale trattata Riciclo diretto* Riciclo dopo
altro trattamento Riciclo totale
ton ton % ton % ton %
16 02 11* 58 32,62 55,90% 13,85 23,74% 46,47 79,63%
16 02 13* 65 41,73 64,57% 8,82 13,65% 50,56 78,22%
16 02 14 2.537 1.940,67 76,50% 489,35 19,29% 2.430,02 95,79%
20 01 21* 1 0,56 74,06% 0,15 19,37% 0,71 93,42%
2.660 2.015,58 75,76% 512,17 19,25% 2.527,76 95,01%
* salvo eventuale previa messa in riserva
Tabella 15: Principali frazioni di materiale recuperato dal consorzio ecoR’it (in t) – RAEE domestici, 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
MATERIALE R1 R2 R3 R4 R5 Totale
alluminio 0,56 2,36 51,68 149,75 0,97 205,32
blocchi di cemento 37,68 37,68
carta e cartone 0,03 15,72 0,94 16,69
ferro e acciaio 10,52 112,83 827,97 1.813,04 4,00 2768,37
legno 0,03 3,70 69,11 27,60 0,26 100,71
metalli misti 0,06 0,51 111,12 93,76 205,43
olio 0,09 0,09
ossalato di terre rare 0,18 0,18
piombo 12,43 12,43
plastica 2,21 37,95 787,87 1.265,58 2.093,61
rame 0,22 9,73 244,14 80,02 1,50 335,60
solfato di piombo 11,20 11,20
vetro 0,12 2,65 1.606,93 9,30 19,86 1638,86
altro 18,20 18,20
152
3 ANALISI DI INVENTARIO
3.5.1 FONTE DEI DATIDalle informazioni fornite dagli impianti campione sono state determinate le percentuali di recupero (vedi paragrafo 3.4.1)
3.5.2 ASSUNZIONILe assunzioni fatte sono le stesse del paragrafo 3.4.2.
3.6 LO SMALTIMENTOPer quanto riguarda lo smaltimento in discarica e l’incenerimento, sono stati considerati i processi della banca dati Ecoinvent 3.1, specifici per materiale (dove il processo specifico del materiale non era presente si è utilizzato un processo simile). Ciascuna tipologia di materiale a discarica e incenerimento è pertanto caratterizzata da consumi ed emissioni specifiche.È stato considerato tutto il processo di incenerimento, compresa la quota energetica, mentre non sono stati considerati gli impatti evitati.
Tabella 16: Principali frazioni di materiale recuperato dal consorzio ecoR’it (in t) – RAEE professionali, 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
MATERIALE 16 02 11* 16 02 13* 16 02 14 20 01 21* TOTALE
alluminio 1,84 0,42 100,57 0,02 102,85
carta e cartone 6,52 0,02 6,54
ferro 28,81 11,03 1.274,88 0,10 1.314,82
legno 1,91 1,13 27,54 0,01 30,59
metalli misti 0,09 1,55 60,39 62,03
olio 0,19 0,19
ossalato di terre rare 0,00 0,00
piombo 6,72 6,72
plastica 5,93 9,66 875,48 0,00 891,07
rame 0,86 2,05 62,39 0,04 65,33
solfato di piombo 6,05 6,05
vetro 0,32 24,72 5,30 0,51 30,85
altro 10,71 10,71
153
Tabella 17: Bilancio di massa complessivo per ecoR’it, RAEE domestici – anno 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
RAGGRUPPAMENTOINCENERIMENTO DISCARICA TOTALE
ton % ton % ton %
R1 3,04 17,53% 0,47 2,72% 3,51 20,2%
R2 3,39 1,59% 2,87 1,34% 6,26 2,9%
R3 7,45 0,16% 904,27 19,61% 911,71 19,8%
R4 3,05 0,08% 136,11 3,74% 139,16 3,8%
R5 0,7 0,24% 1,88 6,34% 1,95 6,6%
17,00 0,20% 1045,60 12,29% 1062,60 12,49%
Tabella 18: Bilancio di massa complessivo per ecoR’it, RAEE professionali – anno 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
CERINCENERIMENTO DISCARICA TOTALE
ton % ton % ton %
16 02 11* 10,39 17,80% 1,49 2,55% 11,88 20,4%
16 02 13* 0,12 0,19% 13,95 21,59% 14,07 21,8%
16 02 14 2,70 0,11% 104,02 4,10% 106,72 4,2%
20 01 21* 0,00 0,24% 0,05 6,34% 0,05 6,6%
13,21 0,50% 119,51 4,49% 132,72 4,99%
3.6.1 FONTE DEI DATIVedi paragrafo 3.4.1
3.6.2 ASSUNZIONIVedi paragrafo 3.4.2
3.7 BILANCIO DI MASSADi seguito si riportano i bilanci di massa dei RAEE domestici e professionali trattati da ecoR’it nel 2014. In particolare il diagramma di flusso mostra la
movimentazione e il destino finale di una tonnellata di RAEE, mentre nella tabella vengono indicati i quantitativi recuperati dei diversi materiali e quelli smaltiti.
3.7.1 RAEE DOMESTICINel 2014, la percentuale di recupero è stata di oltre l’80% per il raggruppamento R3, di quasi l’80% per il raggruppamento R1, mentre ha superato il 95% per gli altri raggruppamenti, arrivando a circa il 97% per l’R2, 96% per R4 e 93% per R5.
154
1.000 kg di R1all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
797,5 kg di materiale riciclato
1.000 kg di R1dal CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE
TRATTAMENTO FINALE
20,4 kg discarica
175,1 kg incenerimento
6,8 kg discarica
0,2 kg incenerimento
R1
1.000kg
494,6 kg
310,0kg
302,9kg
da rifiuto a risorsa 79,75 %
Bilancio di massa del raggruppamento R1
155
*salvo eventuale previa messa in riserva
3 ANALISI DI INVENTARIO
Bilancio di massa del raggruppamento R1, dettagliato per materiale differenziato
MATERIALE RICICLODIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALEINCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 0,39 0,17
carta 0,03
ferro 7,91 2,61
legno 0,03
plastica 2,21
rame 0,10 0,12
vetro 0,12
metalli misti 0,06
olio 0,09 0,0032
CFC-HCFC-HC 0,0329
condensatori 0,0012
poliuretano 3,0024
residui / scarti 0,47
TOTALE parziale (t) 8,58 5,25 3,04 0,47
TOTALE riciclo / smaltimento (t) 13,83 3,51
% 79,75 20,25
156
1.000 kg di R2all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
970,7 kg di materiale riciclato
1.000 kg di R2dal CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
12,4 kg discarica
0,5 kg incenerimento
1 kg discarica
15,4 kg incenerimento
R2
748,8kg
683,4 kg
251,2kg
251,2kg
303,7kg
287,3kg
da rifiuto a risorsa 97,07%
Bilancio di massa del raggruppamento R2
157
*salvo eventuale previa messa in riserva
3 ANALISI DI INVENTARIO
Bilancio di massa del raggruppamento R2, dettagliato per materiale differenziato
MATERIALE RICICLODIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALE INCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 2,04 0,32
blocchi di cemento 37,68
ferro e acciaio 78,80 34,03
legno 3,70
metalli misti 0,30 0,20
plastica 20,84 17,12
vetro 2,65
rame 9,73
condensatori 0,11 0,12
frazioni contenenti sost. pericolose 0,04
residui / scarti 3,29 2,71
TOTALE parziale (t) 146,01 61,39 3,39 2,87
TOTALE riciclo / smaltimento (t) 207,41 6,26
% 97,07 2,93
158
1.000 kg di R3all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
802,3 kg di materiale riciclato
1.000 kg di R3dal CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
163,8 kg discarica
0,2 kg incenerimento
32,3 kg discarica
1,4 kg incenerimento
R3
714,0kg
623,6 kg
286,0kg
286,0kg
212,3kg
178,7kg
da rifiuto a risorsa 80,23 %
Bilancio di massa del raggruppamento R3
159
*salvo eventuale previa messa in riserva
3 ANALISI DI INVENTARIO
Bilancio di massa del raggruppamento R3, dettagliato per materiale differenziato
MATERIALE RICICLODIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALEINCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 34,78 16,90
ferro e acciaio 601,07 226,90
legno 69,11
plastica 563,45 224,42
vetro 1606,67 0,26 490,46
rame 244,14
metalli misti 111,12
condensatori 1,14 5,17
polveri 149,75
residui / scarti 6,31 258,88
TOTALE parziale (t) 2875,08 823,74 7,45 904,27
TOTALE riciclo / smaltimento (t) 3.698,82 911,71
% 80,23 19,77
160
1.000 kg di R4all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
961,7 kg di materiale riciclato
1.000 kg di R4dal CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
18,0 kg discarica
0,1 kg incenerimento
19,4 kg discarica
0,7 kg incenerimento
R4
916,5 kg
780,6 kg
83,5kg
83,5kg
202,0kg
181,1kg
da rifiuto a risorsa 96,17 %
Bilancio di massa del raggruppamento R4
161
MATERIALE RICICLODIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALEINCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 129,97 19,78
carta e cartone 15,72
ferro 1500,51 312,53
legno 27,60
plastica 1151,47 114,11
rame 1,16 78,85
ottone 2,29
vetro 9,30
metalli misti 91,47
piombo 12,43
solfato di piombo 11,20
altro 18,20
condensatori 0,45 3,11
toner 7,22
residui / scarti 125,79
TOTALE parziale (t) 2.838,03 658,58 3,05 136,11
TOTALE riciclo / smaltimento (t) 3.496,61 139,16
% 96,17 3,83
*salvo eventuale previa messa in riserva
3 ANALISI DI INVENTARIO
Bilancio di massa del raggruppamento R4, dettagliato per materiale differenziato
162
1.000 kg di R5all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
934,2 kg di materiale riciclato
1.000 kg di R5dal CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
1,0 kg discarica
0 kg incenerimento
62,4 kg discarica
2,4 kg incenerimento
R5
474,9kg
740,6 kg
525,1kg
525,1kg
258,0kg
193,7kg
da rifiuto a risorsa 93,42 %
Bilancio di massa del raggruppamento R5
163
*salvo eventuale previa messa in riserva
3 ANALISI DI INVENTARIO
Bilancio di massa del raggruppamento R5, dettagliato per materiale differenziato
MATERIALE RICICLODIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALEINCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 0,63 0,34
carta e cartone 0,94
ferro 0,28 3,72
legno 0,26
plastica rame 1,50
vetro 19,86
ossalato di polveri rare 0,18 polveri 0,31
residui / scarti 0,07 1,58
TOTALE parziale (t) 21,97 5,75 0,07 1,88
TOTALE recupero / smaltimento (t) 27,72 1,95
% 93,42 6,58
164
1.000 kg di 16 02 11*all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
796,3 kg di materiale riciclato
1.000 kg di 16 02 11*
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
19,8 kg discarica
135,3 kg incenerimento
5,7 kg discarica
42,8 kg incenerimento
16 02 11*
975,1kg
559,0 kg
24,9kg
24,9kg
286,0kg
237,4kg
da rifiuto a risorsa 79,63 %
Bilancio di massa del CER 16 02 11*
165
3 ANALISI DI INVENTARIO
3.7.2 RAEE PROFESSIONALIAnche per i RAEE professionali, nel 2014 la percentuale di recupero è stata molto alta, superiore al 78% per i
CER 16 02 11* e 16 02 13* e ha superato il 93% negli altri casi.
*salvo eventuale previa messa in riserva
Bilancio di massa del CER 16 02 11*, dettagliato per materiale differenziato
MATERIALE RICICLODIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALEINCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 1,30 0,53
carta 6,52
ferro 20,31 8,49
legno 1,91
plastica 1,98 3,95
rame 0,27 0,59
vetro 0,32
metalli 0,09
olio 0,19 0,01
CFC-HCFC-HC 0,44
poliuretano 9,94
residui / scarti 0,0021 1,49
TOTALE parziale (t) 32,62 13,85 10,40 1,49
TOTALE recupero / smaltimento (t) 46,47 11,89
% 79,63 20,37
166
1.000 kg di 16 02 13*all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
782,2 kg di materiale riciclato
1.000 kg di 16 02 13*
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
191,1 kg discarica
0,3 kg incenerimento
24,9 kg discarica
1,6 kg incenerimento
16 02 13*
867,3kg
645,7 kg
132,7kg
132,7kg
162,9kg
136,5kg
da rifiuto a risorsa 78,22 %
Bilancio di massa del CER 16 02 13*
167
*salvo eventuale previa messa in riserva
3 ANALISI DI INVENTARIO
Bilancio di massa del CER 16 02 13*, dettagliato per materiale differenziato
MATERIALE RICICLODIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALEINCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 0,18 0,24
ferro 8,54 2,50
legno 1,13
metalli misti 1,55
plastica 7,17 2,49
vetro 24,71 0,0042 9,76
rame 2,05
condensatori 0,02 0,08
polveri 0,71
residui / scarti 0,10 3,40
TOTALE parziale (t) 41,73 8,82 0,12 13,95
TOTALE recupero / smaltimento (t) 50,56 14,07
% 78,22 21,78
168
1.000 kg di 16 02 14all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
957,9 kg di materiale riciclato
1.000 kg di 16 02 14
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
19,5 kg discarica
0,2 kg incenerimento
21,5 kg discarica
0,9 kg incenerimento
16 02 14
913,8kg
765,0 kg
86,2kg
86,2kg
215,3kg
192,9kg
da rifiuto a risorsa 95,79 %
Bilancio di massa del CER 16 02 14
169
*salvo eventuale previa messa in riserva
3 ANALISI DI INVENTARIO
Bilancio di massa del CER 16 02 14, dettagliato per materiale differenziato
MATERIALE RICICLODIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALEINCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 88,81 11,76
ferro 1.022,67 252,21
legno 27,54
plastica 792,50 82,98
rame 1,30 61,09
ottone 2,55
vetro 5,30
metalli misti 57,84
piombo 6,72
solfato di piombo 6,05
altro 10,71
condensatori 0,00 0,51 0,67
toner 4,02
residui / scarti 2,19 99,33
TOTALE parziale (t) 1.940,67 489,35 2,70 104,02
TOTALE recupero / smaltimento (t) 2.430,02 106,72
% 95,79 4,21
170
1.000 kg di 20 01 21all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
934,2 kg di materiale riciclato
1.000 kg di 20 01 21
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
1,5 kg discarica
0 kg incenerimento
61,9 kg discarica
2,4 kg incenerimento
20 01 21*
59,3kg
740,6 kg
940,7kg
940,7kg
257,9kg
193,7kg
da rifiuto a risorsa 93,42 %
Bilancio di massa del CER 20 01 21*
171
*salvo eventuale previa messa in riserva
3 ANALISI DI INVENTARIO
Bilancio di massa del CER 20 01 21*, dettagliato per materiale differenziato
MATERIALE RICICLODIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALEINCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 0,02 0,01
carta e cartone 0,02
ferro 0,01 0,10
legno 0,01
plastica 0,0000 0,000
rame 0,04
vetro 0,51
ossalato di terre rare 0,00
polveri 0,01
residui / scarti 0,002 0,04
TOTALE parziale (t) 0,56 0,15 0,002 0,05
TOTALE recupero / smaltimento (t) 0,71 0,05
% 93,42 6,58
172
3 ANALISI DI INVENTARIO
3.8 VALIDAZIONE DEI DATILa qualità dei dati dello studio finale è stata valutata attraverso bilanci di massa e di energia, che hanno fornito un utile controllo sulla validità della descrizione di ciascun processo unitario, secondo una consolidata procedura interna di verifica incrociata dell’elaborazione dei dati e delle informazioni riportate nel report finale. Nel caso fossero state evidenziate anomalie nei dati, queste sono state verificate caso per caso, acquisendo, eventualmente, dati alternativi conformi ai requisiti di qualità.
3.9 QUALITÀ DEL DATOI requisiti di qualità dei dati comprendono:- copertura temporale: tutti i dati primari utilizzati nello studio sono relativi all’anno 2014;- copertura geografica: i partner operativi selezionati sono localizzati in diverse parti dell’Italia, in modo da garantire la copertura geografica dell’area in cui ecoR’it gestisce i rifiuti;- precisione: i dati sono stati forniti dai partner operativi di ecoR’it, i quali hanno dichiarato la precisione delle informazioni; i dati sono stati verificati direttamente con i responsabili delle aziende, in caso di valori anomali;- completezza: i dati utilizzati nel modello sono completi;- fonte del dato: per ogni dato utilizzato è stata dettagliatamente descritta la fonte da cui sono state ricavate le informazioni.
3.10 FORNITURA DI ENERGIA ELETTRICACome già specificato, nelle varie fasi di trattamento, si considera l’elettricità fornita dalla rete nazionale e composta secondo il mix energetico italiano (banca dati Ecoinvent 3.1, aggiornamento 2014).
173
Alla raccolta dati e alla validazione dell’inventario, segue la fase di elaborazione dei dati e la predisposizione del modello di LCA. L’analisi della carbon footprint della raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti dal consorzio ecoR’it è stata svolta mediante software dedicato e riconosciuto a livello internazionale, quale il SimaPro vers.8.0.4.
La prestazione ambientale è espressa mediante la somma delle emissioni e rimozioni di gas ad effetto serra (GHG) nello specifico sistema di prodotto, espresse come CO2 equivalente. La lista dei GHG con i rispettivi coefficienti GWP utilizzati (Global Warming Potential, 100 anni) è ricavata dal V rapporto dell’IPCC 2013 (per lo studio dell’anno scorso erano stati utilizzati i coefficienti del IV rapporto IPCC, 2007).
4.1 RISULTATIIl calcolo dell’impronta di carbonio del servizio di raccolta e trasporto, trattamento selettivo e finale, riciclo e smaltimento dei rifiuti RAEE/Pile Portatili è stato condotto ai sensi della norma ISO/TS 14067:2013 “Greenhousegases - Carbon footprint of products - Requirements and guidelines for quantification and
Communication”, che definisce i criteri per la valutazione delle emissioni di gas a effetto serra derivanti dal ciclo di vita di prodotti o servizi, basandosi sulle tecniche e sui principi della valutazione del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA) definite secondo gli standard ISO 14040 e 14044.
La norma valuta solo la categoria d’impatto del riscaldamento globale, pertanto non considera altri potenziali impatti ambientali come le emissioni di gas non a effetto serra, l’acidificazione, l’eutrofizzazione, la tossicità, la biodiversità, nonché altri impatti sociali o economici che possano essere associati con il ciclo di vita dei prodotti.
La carbon footprint è una misura che esprime, in termini di emissioni CO2 equivalente, il contributo al riscaldamento globale delle attività di gestione dei RAEE dalla raccolta al trasporto al trattamento (selettivo e finale), al riciclo fino all’incenerimento e discarica.
Di seguito si riportano i risultati per RAEE domestici e professionali, suddivisi in assoluti, in percentuale e per tonnellata di rifiuto.
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Tabella 19: Carbon footprint totale dei RAEE domestici (valori assoluti in kg CO2 equivalente)
CA
RB
ON
FO
OT
PR
INT
TO
TALE
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
R1 kg CO2 eq 9.922,14 801,93 689,83 320,32 422,10 7.644,73 43,23
R2 kg CO2 eq 38.828,40 17.410,15 7.612,54 7.005,58 6.474,14 16,26 309,73
R3 kg CO2 eq 919.451,78 372.599,81 185.784,82 133.500,68 175.297,29 3.423,06 48.846,12
R4 kg CO2 eq 747.202,56 328.604,02 139.922,00 93.062,23 171.033,86 1.357,31 13.223,16
R5 kg CO2 eq 3.549,56 2.057,14 560,59 305,84 352,38 39,36 234,25
TOTALE kg CO2 eq 1.718.954,43 721.473,05 334.569,77 234.194,64 353.579,77 12.480,71 62.656,50
174
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Tabella 20: Carbon footprint dei RAEE domestici (in percentuale)
Tabella 21: Carbon footprint di 1 tonnellata di RAEE domestici trattati
CA
RB
ON
FO
OT
PR
INT
TO
TALE
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
R1 % 100 8,08 6,95 3,23 4,25 77,05 0,44
R2 % 100 44,84 19,61 18,04 16,67 0,04 0,80
R3 % 100 40,52 20,21 14,52 19,07 0,37 5,31
R4 % 100 43,98 18,73 12,45 22,89 0,18 1,77
R5 % 100 57,95 15,79 8,62 9,93 1,11 6,60
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R1 kg CO2 eq/ton 572,21 46,25 39,78 18,47 24,34 440,87 2,49
R2 kg CO2 eq/ton 181,72 81,48 35,63 32,79 30,30 0,08 1,45
R3 kg CO2 eq/ton 199,42 80,81 40,30 28,96 38,02 0,74 10,59
R4 kg CO2 eq/ton 205,51 90,38 38,48 25,60 47,04 0,37 3,64
R5 kg CO2 eq/ton 119,64 69,34 18,89 10,31 11,88 1,33 7,90
175
Figura 7: Rappresentazione della Carbon footprint per RAEE domestico (kgCO2eq/tonnellata di RAEE trattato)
R2 R3
R5R4
46,252,49
440,87
24,34
18,47
30,30
32,79
35,63
81,48
38,02
10,59
80,81
40,30
7,90
90,38
47,04
25,60
38,48
3,640,37
11,88
10,31
69,34
18,89
1,33
0,741,450,08
28,96
39,78
R1 R1 R2 R3 R4 R5
Raccolta RAEE 46,25 81,48 80,81 90,38 69,34
Trattamento selettivo 39,78 35,63 40,30 38,48 18,89
Trattamento finale 18,47 32,79 28,96 25,60 10,31
Riciclo 24,34 30,30 38,02 47,04 11,88
Incenerimento 440,87 0,08 0,74 0,37 1,33
Discarica 2,49 1,45 10,59 3,64 7,90
176
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Dalla tabella 21 sopra riportata, si evince che, per i RAEE domestici, la fase di raccolta vale mediamente il 28,8% della carbon footprint totale, il trattamento selettivo vale il 13,5%, il trattamento finale il 9,1%, il riciclo l’11,9%, l’incenerimento il 34,7% e la discarica il 2,0%.
Per quanto riguarda la fase di raccolta, la tabella 21 riporta valori che variano da un minimo di 46 CO2eq/t ad un massimo di 90 CO2eq/t per raggruppamento: tali differenze sono direttamente proporzionali alle distanze percorse dai mezzi di trasporto.
Le fasi di trattamento selettivo e finale dipendono principalmente dai consumi energetici degli impianti; inoltre, per quanto riguarda il trattamento
finale, le emissioni di CO2eq sono legate alla percentuale di rifiuto che subisce un ulteriore trattamento.
Come già evidenziato, nella fase di riciclo sono solo considerati i trasporti del materiale dall’impianto all’utilizzatore successivo, in quanto l’attività di recupero del materiale non rientra nei confini del nostro sistema; le emissioni derivanti dal riciclo, pertanto, sono proporzionali alla quantità riciclata e alla distanza percorsa.
Infine, nella fase di smaltimento finale, si nota come l’incenerimento del raggruppamento R1 sia superiore agli altri RAEE a causa dello smaltimento all’inceneritore di materiali plastici (poliuretano).
Tabella 22: Carbon footprint totale dei RAEE professionali
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16 02 11* kg CO2 eq 39.820,94 6.175,63 2.812,23 1.256,89 1.469,93 27.951,97 154,28
16 02 13* kg CO2 eq 12.219,93 6.792,03 2.051,16 1.069,51 1.801,51 56,95 444,95
16 02 14kg CO2 eq 501.504,17 214.154,15 95.397,01 62.950,80 117.465,07 1.227,60 10.309,54
20 01 21*kg CO2 eq 153,23 112,26 17,13 7,82 9,01 1,01 5,99
TOTALE 553.698,27 227.234,07 100.277,54 65.285,01 120.745,53 29.237,54 10.914,77
177
Tabella 23: Carbon footprint dei RAEE professionali (in percentuale)
Tabella 24: Carbon footprint di 1 tonnellata di RAEE professionali trattati
CA
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A
16 02 11* % 100 15,51 7,06 3,16 3,69 70,19 0,39
16 02 13* % 100 55,60 16,79 8,75 14,75 0,47 3,64
16 02 14 % 100 42,70 19,02 12,55 23,42 0,24 2,06
20 01 21* % 100 73,26 11,18 5,11 5,88 0,66 3,91
CA
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FIN
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INC
ENER
IMEN
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DIS
CA
RIC
A
16 02 11*kg CO2 eq/ton 682,38 105,8 48,2 21,5 25,2 479,0 2,6
16 02 13*kg CO2 eq/ton 189,01 105,09 31,74 16,55 27,87 0,88 6,88
16 02 14kg CO2 eq/ton 197,70 84,42 37,61 24,82 46,31 0,48 4,06
20 01 21*kg CO2 eq/ton 201,88 147,90 22,57 10,31 11,88 1,33 7,90
178
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Figura 8: Rappresentazione della carbon footprint per RAEE professionale (kgCO2eq/tonnellata di RAEE trattato)
16 02 11* 16 02 13*
16 02 14 20 01 21*
84,4
147,9
46,3
11,9
24,8
10,3
37,6
22,6
105,8
25,2
21,5
48,2
479,0
2,6
4,1 7,9
27,9
16,5
31,7
0,9 6,9
0,5 1,3
105,1
16 02 11* 16 02 13* 16 02 14 20 01 21*
Raccolta RAEE 105,8 105,1 84,42 147,9
Trattamento selettivo 48,2 31,7 37,6 22,6
Trattamento finale 21,5 16,5 24,8 10,3
Riciclo 25,2 27,9 46,3 11,9
Incenerimento 479,0 0,9 0,5 1,3
Discarica 2,6 6,9 4,1 7,9
179
Per i RAEE professionali, la percentuale media di incidenza delle varie fasi alla carbon footprint (tabella 24) è la seguente: 34,9% per la fase di raccolta, 11,0% per il trattamento selettivo, 5,8% per il trattamento finale, 8,8% per il riciclo, 37,9% per l’incenerimento e 1,7% per la discarica.
La tabella 24 mostra valori relativi alla raccolta che variano da un minimo di 84 CO2eq/t ad un massimo di 148 CO2eq/t: anche in questo caso, le differenze sono direttamente proporzionali alle distanze percorse dai mezzi di trasporto.
Come già evidenziato per il RAEE domestici, le fasi di trattamento selettivo e finale dipendono dai consumi energetici degli impianti e dalla percentuale di materiale che viene avviato ad un ulteriore trattamento prima di essere effettivamente riciclato o smaltito.
Infine, le stesse considerazioni descritte per il riciclo e lo smaltimento finale dei RAEE domestici possono essere riportate ai RAEE professionali.Nella fase di riciclo sono considerati soltanto i trasporti del materiale dall’impianto all’utilizzatore successivo, in quanto l’attività di recupero del materiale non rientra nei confini del sistema; le emissioni derivanti dal riciclo sono, quindi, proporzionali alla quantità riciclata e alla distanza percorsa.
Inoltre nella fase di smaltimento finale, si nota come l’incenerimento del raggruppamento CER 16 02 11* sia superiore agli altri RAEE a causa dello smaltimento all’inceneritore di materiali plastici quali il poliuretano.
4.2 ALTRI RIFIUTI: PILE PORTATILIIl consorzio ecoR’it effettua anche la raccolta di pile portatili. Nella tabella 25 sono riportati i quantitativi di pile portatili gestiti dal consorzio ecoR’it nel 2014.
Riguardo le pile portatili, sono state fatte le stesse assunzioni relative ai RAEE domestici per quanto riguarda la raccolta e il trasporto all’impianto di trattamento, poiché lo schema di raccolta e gli operatori incaricati sono confrontabili a quelli impiegati per la gestione dei RAEE.Le fasi di lavorazione, le materie prime utilizzate, la destinazione dei materiali dopo il trattamento e i consumi elettrici sono stati forniti da uno degli impianti campione, che è anche l’impianto di destinazione principale dei flussi di pile portatili gestite dal consorzio ecoR’it.
Il trattamento consiste in una pre-selezione manuale per separare le pile portatili e gli accumulatori da altre frazioni, una cernita per suddividere le diverse tipologie (es. alcaline, Zn-C, Ni-Cd, ecc…), ed infine una macinazione delle pile alcaline e Zn-C che permette di ottenere quattro diverse frazioni: acciaio, carta e plastica, collettori anodici e pasta di pile.Quest’ultima subisce un processo idrometallurgico, per il recupero di zinco e ossido di manganese.Le altre tipologie di pile vengono, invece, inviate ad altri impianti per il trattamento finale: i dati relativi ai consumi elettrici e alle percentuali di riciclo sono stati desunti dalla banca dati Econvent.
Di seguito viene riportato il bilancio di massa e i risultati della carbon footprint applicata ai rifiuti di Pile Portatili P1.
Tabella 25: Quantità di pile portatili trattate da ecoR’it nel 2014
TIPOLOGIA tonnellate
Pile portatili 109
180
1.000 kg di P1all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
708 kg di materiale riciclato
1.000 kg di P1dal CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
60 kg discarica
110 kg incenerimento
112 kg discarica
0 kg incenerimento
P1
752kg
190kg
248kg
248kg
640kg
518kg
Figura 9: Bilancio di massa delle pile
181
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Tabella 26: Carbon footprint totale delle pile portatili
CA
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CC
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P1
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FIN
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INC
ENER
IMEN
TO
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CA
RIC
A
P1 kg CO2eq 85.296,92 13.324,22 0,26 61.115,02 2.886,41 6.350,43 1.620,59
Tabella 27: Carbon footprint delle pile portatili (in percentuale)
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CC
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P1
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ENTO
FIN
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INC
ENER
IMEN
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DIS
CA
RIC
A
P1 % 100 15,62 0,00 71,65 3,38 7,45 1,90
Tabella 28: Carbon footprint delle pile portatili rispetto ad 1 ton di rifiuto trattato
CA
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P1
TRAT
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A
P1 kg CO2 eq/ton 785,69 122,73 0,00 562,95 26,59 58,50 14,93
182
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Dalla figura 10 si vede come il contributo maggiore sia dovuto alla fase di raccolta e alla fase di trattamento finale; tutta l’energia utilizzata per il trattamento selettivo deriva da fonti rinnovabili.
4.3 CONTRIBUTI DEI VARI GHGNel grafico seguente è riportato il contributo percentuale dei diversi gas ad effetto serra (GHG) alla carbon footprint.
Figura 10: Rappresentazione della carbon footprint per il trattamento delle pile (kgCO2eq/tonnellata di pile trattate)
P1
0
122,7358,50
562,95
26,59
14,93
P1
RaccoltaPile 122,73
Trattamento selettivo 0
Trattamento finale 562,95
Riciclo 26,59
Incenerimento 58,50
Discarica 14,93
183
Figura 11: Contributo dei diversi GHG alla carbon footprint dei RAEE del circuito domestico
Figura 12: Contributo dei diversi GHG alla carbon footprint dei RAEE del circuito professionale
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0R1 R2 R3 R4 R5 P1
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
016 02 11* 16 02 13* 16 02 14 20 01 21*
CO2
CH4
N2OAltri GHG
CO2
CH4
N2OAltri GHG
184
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
4.4 VARIAZIONE DELLA CARBON FOOTPRINT RISPETTO ALL’ATTIVITÀ SVOLTA NEL 2013Il consorzio ecoR’it, da sempre attento all’ambiente, dal 2011 ha iniziato a verificare la carbon footprint delle proprie attività di raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti e, nel corso degli anni, ha migliorato la propria analisi implementando la raccolta dei dati primari e delle informazioni specifiche presso i vari impianti di trattamento, passando dal coinvolgimento di soli 3 partner operativi nel 2011 (due impianti di trattamento e lo stoccaggio) a 17 per il presente studio (senza conteggiare gli stoccaggi).
Il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di partner operativi ha permesso di ottenere informazioni puntuali e dettagliate sia relativamente ai trasporti sia alle operazioni di trattamento selettivo (lavorazioni effettuate, consumi di energia e destino finale dei materiali ottenuti dalle operazioni di trattamento, come precedentemente descritto).
Per ottenere informazioni sempre più attendibili, l’attività svolta nel 2014, oltre ad aver aumentato i dati raccolti dagli impianti di trattamento selettivo, ha approfondito ulteriormente le lavorazioni che vengono svolte nei trattamenti secondari. Nonostante non sia stato possibile ottenere informazioni specifiche in merito ai consumi energetici degli impianti secondari, numerosi impianti di trattamento selettivo hanno fornito le percentuali di riciclo e/o smaltimento dei diversi materiali (es. trasformatori, schede, cavi, etc.) relativi agli impianti di trattamento finale, perfezionando così l’indagine sul il fine vita dei rifiuti trattati.
I dati raccolti hanno, quindi, permesso di utilizzare dati primari per il calcolo della carbon footprint, diminuendo sempre di più il numero di assunzioni e dati di letteratura (dati secondari).
Inoltre, nello studio di quest’anno è stata utilizzata una banca dati più aggiornata rispetto allo studio precedente. Di seguito vengono esaminate dettagliatamente le
differenze della carbon footprint delle varie tipologie di rifiuto trattato rispetto a quella calcolata l’anno precedente.
Per quanto riguarda i RAEE domestici, il valore della carbon footprint per tonnellata di rifiuto trattato nel 2013 è diminuita per tutti i raggruppamenti, ad eccezione del raggruppamento R1, come dettagliatamente descritto di seguito.
Per tutti i raggruppamenti si può notare innanzitutto una diminuzione delle emissioni legate alla raccolta dei RAEE: questo è dovuto principalmente ad una diminuzione dei km percorsi dai mezzi per conferire i rifiuti dal produttore allo smaltitore.
Per quanto riguarda il raggruppamento R1, le cui quantità trattate sono diminuite del 66% rispetto al 2013, le emissioni totali passano da 299 kg CO2eq per una tonnellata di rifiuto trattato nel 2013 a 572 kg CO2eq per la stessa quantità trattata nel 2014. Il motivo principale di questo incremento è la destinazione di una quantità maggiore di poliuretano a incenerimento; inoltre altri motivi sono legati, oltre alla raccolta dei RAEE come sopra descritto, anche alle emissioni legate al trattamento selettivo e all’incenerimento, mentre sono aumentate le emissioni derivanti dal trattamento finale e dal riciclo, legate probabilmente ad una migliore qualità dei dati raccolti relativamente a questa fase del ciclo di vita; la fase di avvio a discarica, invece, è rimasta pressoché invariata.
Le emissioni totali di CO2eq relative alla gestione di una tonnellata di RAEE domestico R2 sono ridotte di oltre 50 kg, passando da 234 kg CO2eq/ton nel 2013 a 182 kg CO2eq/ton nel 2014. Questa diminuzione è dovuta principalmente alla fase di raccolta dei RAEE che è passata da 143 kg CO2eq/ton nel 2013 a 81 kg CO2eq/ton. L’unico aumento si registra nella fase di trattamento finale, che passa da 21 kg CO2eq/ton a 36 kg CO2eq/ton, mentre per tutte le altre fasi le emissioni rimangono simili rispetto all’anno precedente.
185
I flussi di rifiuti trattati nel 2013 relativamente al raggruppamento R3 riportano una emissione totale di 199 kg CO2eq/ton, rispetto ai 240 kg CO2eq/ton del 2013.
Questa differenza è dovuta alla diminuzione sopra descritta dei trasporti legati alla raccolta dei RAEE, ai consumi del trattamento selettivo e a quelli dovuto al riciclo del materiale. Le fasi di trattamento finale e di avvio a discarica sono aumentate e questo è dovuto ad un miglioramento delle informazioni ottenute sul trattamento finale dei rifiuti.
Il valore relativo alle emissioni del raggruppamento R4 diminuisce passando da 222 kg CO2eq/ton nel 2013 a 206 kg CO2eq/ton nel 2014. Analizzando le varie fasi, si può notare una diminuzione nella fase di raccolta, trattamento selettivo e finale, mentre rimangono pressoché costanti il riciclo e lo smaltimento finale.
Infine, per il raggruppamento R5, si registra un aumento delle emissioni solo per la fase di avvio a discarica, a causa di un maggior quantitativo smaltito, mentre diminuiscono per tutte le altre fasi, portando così le emissioni totali da 171 kg CO2eq/ton nel 2013 a 120 kg CO2eq/ton. Anche per i RAEE professionali si nota una diminuzione delle emissioni per tutti i CER, tranne che per il CER 16 01 11*.
Si passa infatti da 390 kg CO2 eq/ton a 682 kg CO2 eq/ton per il CER 16 02 11*, dove, nonostante una diminuzione delle emissioni legate al trattamento selettivo e alla fase si discarica, si registra un grande incremento della fase di incenerimento (quest’ultimo legato alla maggior percentuale di poliuretano smaltito) e un aumento dell’emissioni dovute alla raccolta dei RAEE; restano pressoché costanti le emissioni legate alle altre fasi.
Per il CER 16 02 13* la diminuzione è di circa 6 kg CO2 eq/ton, passando da 195 kg CO2 eq/ton a 189 kg CO2 eq/ton: anche in questo caso aumentano le emissioni della raccolta dei RAEE, mentre diminuiscono le emissioni legate a tutte le altre fasi.
Le emissioni legate al CER 16 02 14 passano da 210 kg CO2 eq/ton a 198 kg CO2 eq/ton, registrando un aumento delle emissioni legate al trattamento selettivo e finale e alla fasi di avvio a riciclo, mentre diminuiscono le emissioni dovute alla raccolta dei RAEE; le fasi di smaltimento rimangono pressoché costanti.
Infine, per quanto riguarda il CER 20 01 21*, le emissioni passano da 220 kg CO2 eq/ton nel 2013 a 202 kg CO2 eq/ton, con un aumento delle emissioni solo nella fase di avvio a discarica.
186
5 INTERPRETAZIONE DEL CICLO DI VITA
L’ultima fase dell’LCA, interpretazione e analisi di miglioramento, ha lo scopo di proporre i cambiamenti necessari a ridurre l’impatto ambientale dei processi o attività considerati.Il consorzio ecoR’it organizza e gestisce per conto dei propri associati un sistema integrato per la raccolta, il trasporto e il trattamento dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature elettriche ed elettroniche), sostituendosi ai “produttori” per tutte le fasi di raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento e smaltimento di questi rifiuti. Per garantire un servizio efficiente ed efficace, ecoR’it gestisce anche la raccolta di altri rifiuti, tra cui pile portatili.Nel 2014, i quantitativi di RAEE domestici avviati a trattamento da ecoR’it risultano aumentati di circa il 10% rispetto al 2013, passando da 7.704 tonnellate a 8.507 tonnellate, mentre, per quanto riguarda i RAEE professionali, i quantitativi trattati nel 2014 sono diminuiti di circa il 2% rispetto all’anno precedente, passando da 2.850 tonnellate a 2.660. Per quanto riguarda le pile portatili, ecoR’it ha trattato un quantitativo pari a 109 tonnellate, 76 tonnellate in meno rispetto all’anno precedente. Il presente studio prende in considerazione l’intero ciclo dell’attività di gestione dei RAEE e delle pile portatili gestiti dal consorzio ecoR’it ed in particolare il trasporto e il trattamento delle varie filiere di rifiuti.Come dettagliatamente descritto precedentemente, la fase di raccolta dati, più approfondita rispetto a quella eseguita l’anno precedente, ha coinvolto, oltre al consorzio, 17 impianti di trattamento che hanno gestito complessivamente circa il 95% dei rifiuti domestici movimentati dal consorzio e il 91% di quelli professionali; la scelta è stata fatta in modo da coprire tutto il territorio nazionale.
Nel 2014, la percentuale di riciclo per i RAEE domestici è stata di quasi l’80% per il raggruppamento R1 e oltre l’80% per il raggruppamento R3, mentre ha superato il 93% per gli altri raggruppamenti, raggiungendo il 97% per il raggruppamento R2. In particolare, sono stati avviati a riciclo 7.444 tonnellate di materiale, di cui 2.768 tonnellate di ferro e acciaio, 2.094 tonnellate di plastica, 1.639 tonnellate di vetro, 336 tonnellate di rame e 205 tonnellate di alluminio.
Per quanto riguarda i quantitativi smaltiti, circa 17 tonnellate di rifiuti sono stati avviati a incenerimento e 1.045 tonnellate a discarica. Per le pile portatili la percentuale di riciclo è di quasi il 71%.
Anche per i RAEE professionali, nel 2014 la percentuale di recupero è stata superiore al 78% per tutti i RAEE, superando il 90% per i CER 16 02 14 e 20 01 21. Sono state riciclate 2.528 tonnellate di materiale, di cui 1.315 tonnellate di ferro e acciaio, 891 tonnellate di plastica, 103 tonnellate di alluminio e 65 tonnellate di rame.A smaltimento sono state avviate 133 tonnellate di rifiuti, di cui 13 a incenerimento e il rimanente in discarica. Lo scopo dello studio è stato quello di calcolare la carbon footprint del servizio gestito da ecoR’it di recupero e trattamento dei RAEE e dei rifiuti di pile portatili, al fine di valutare il contributo al riscaldamento globale delle attività svolte dal consorzio in termini di emissioni di CO2 equivalente.In base ai dati raccolti e alle assunzioni fatte, lo studio ha permesso di determinare le emissioni potenziali di CO2 equivalente emesse dal trattamento di una tonnellata di rifiuto, che sono riassunte nella tabella seguente.
CARBON FOOTPRINT kg CO2 eq/ton
R1 572,21
R2 181,72
R3 199,42
R4 205,51
R5 119,64
P1 785,69
16 02 11* 682,38
16 02 13* 189,01
16 02 14 197,70
20 01 21* 201,88
Tabella 29: Carbon footprint di una tonnellata di rifiuti trattati
187
Come descritto in precedenza e a conferma di quanto riportato nella comunicazione CF dello scorso anno, nel ciclo di trattamento dei RAEE il contributo del sistema di trasporto del rifiuto e dei materiali derivati dal suo trattamento risulta determinante: considerando, infatti, tutti i trasporti legati alla raccolta, all’avvio a trattamento finale, a riciclo e a smaltimento, il trasporto rappresenta mediamente quasi il 40% (l’anno scorso era mediamente il 65%) della carbon footprint dei RAEE domestici, arrivando e superando il 70% per i raggruppamenti R2, R3, R4 e R5, mentre è in media il 48% di quella dei RAEE professionali (mediamente il 63% nel 2013), arrivando all’85% per il CER 20 01 21*.
La riduzione delle emissioni di gas a effetto serra deve quindi concentrarsi, per ciascuna tipologia di RAEE, sull’ottimizzazione della logistica e sul miglioramento della prestazione dei mezzi da trasporto, anche se la distribuzione territoriale dei punti di prelievo (soprattutto quelli relativi alla gestione dei RAEE domestici e dei rifiuti di pile portatili) non è influenzabile da scelte strategiche del consorzio.
Per quanto riguarda il trattamento selettivo, già quest’anno si è registrata una riduzione dei consumi per la maggior parte dei raggruppamenti e un’ulteriore riduzione delle emissioni si potrebbe avere, indirizzando i flussi di RAEE verso quegli impianti di trattamento selettivo a maggior efficienza, incentivando l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili (vedi grafico 1 relativo ai consumi energetici dei vari impianti), seppure dopo avere effettuato una indagine sul bilancio complessivo comprensivo del delta trasporti. Come già più volte sottolineato, per quanto riguarda gli impianti di trattamento finale, la possibilità di controllo da parte di ecoR’it sui flussi di RAEE è più limitata, nonostante quest’anno la qualità delle informazioni sia aumentata, grazie soprattutto ai dati forniti dagli impianti di trattamento selettivo.Nella logica del continuo miglioramento, ulteriori approfondimenti al calcolo della carbon footprint possono derivare dall’analisi ancora più spinta dei processi di trattamento finale e del destino finale dei rifiuti che ne derivano (tenendo sempre presente che tali attività non sono sotto il diretto controllo del consorzio ecoR’it).
L’estensione del campione di impianti di trattamento selettivo potrebbe affinare il dato, ma non rappresentare sostanziali miglioramenti della precisione della CF finale.
CARBON FOOTPRINT kg CO2 eq/ton %/tot
R1 78,80 14%
R2 127,05 70%
R3 143,20 72%
R4 148,16 72%
R5 93,77 78%
P1 187,79 24%
16 02 11* 145,49 21%
16 02 14 147,61 78%
16 02 13* 139,72 71%
20 01 21* 172,34 85%
Tabella 30: Carbon footprint relativa al trasporto di una tonnellata di rifiuti trattati
188
5 INTERPRETAZIONE DEL CICLO DI VITA
5.1 EMISSIONI E RIMOZIONI DERIVANTI DA CARBONIO BIOGENICOCome prevede la norma, lo studio di carbon footprint ha considerato, ma non conteggiato nel calcolo riportato precedentemente, l’anidride carbonica di origine biogenica.La CO2 di origine biogenica riportata di seguito è stata considerata per le biomasse utilizzate come combustibili nel ciclo di vita e per il fine vita del cartone recuperato.
5.2 VALUTAZIONE DELL’INCERTEZZAL’analisi dell’incertezza è definita dalla norma UNI EN ISO 14040:2006 come Procedura sistematica per quantificare l’incertezza, introdotta nei risultati di un’analisi d’inventario del ciclo di vita, dagli effetti cumulativi dell’imprecisione del modello, dell’incertezza degli elementi in ingresso e della variabilità dei dati.
La norma ISO/TS 14067 elenca come requisito la valutazione dell’incertezza, ma non vengono forniti
orientamenti dettagliati.La valutazione dell’incertezza è stata effettuata mediante l’analisi di Montecarlo sull’intero ciclo di vita, utilizzando l’incertezza di default dei processi delle banche dati. La variazione del risultato finale della carbon footprint varia tra il 16 e il 4%, come mostrato nella tabella seguente (intervallo di confidenza del 95%; copertura del dato 75%).
5.3 LIMITAZIONILa carbon footprint è la somma delle emissioni e rimozioni di gas serra di un sistema prodotto, espressa in CO2 equivalente, relative all’estrazione delle materie prime, alla produzione, all’uso ed al fine vita del prodotto.
La carbon footprint si basa su di uno studio di Life Cycle Assessment (LCA), un metodo standardizzato a livello internazionale e descritto in precise norme internazionali, ma i vincoli e le scelte richieste dall’applicazione della metodologia possono influenzare i risultati e pertanto la valutazione, accurata e completa, può presentare margini di errore, anche se non rilevanti.
Si sottolinea infine che la CFP è un singolo indicatore e non può pertanto rappresentare da solo l’impatto ambientale complessivo del prodotto oggetto del presente studio.
CV(Coefficient of Variation)
R1 16,39%
R2 4,49%
R3 4,25%
R4 3,92%
R5 4,81%
P1 4,25%
CV(Coefficient of Variation)
16 02 11* 14,05%
16 02 13* 4,15%
16 02 14 4,30%
20 01 21* 4,83%
Tabella 32: Coefficiente di variazione per i RAEE domestici e professionali
CO2 DI ORIGINE BIOGENICA kg CO2 eq/ton
R1 1,74
R2 1,39
R3 2,39
R4 1,93
R5 2,42
P1 119,95
16 02 11* 2,87
16 02 13* 2,36
16 02 14 2,27
20 01 21* 2,62
Tabella 31: CO2 di origine biogenica di una tonnellata di rifiuti trattata
189
Decreto Legislativo 25 luglio 2005, n. 151: “Attuazione delle direttive 2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/108/CE, relative alla riduzione dell’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché allo smaltimento dei rifiuti”
D.M. 25 settembre 2007, n. 185, “Istituzione e modalità di funzionamento del registro nazionale dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi di gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE)”
Decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 27 “Restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche — Attuazione direttiva 2011/65/Ue — Modifica del D.Lgs. 151/2005”
Decreto legislativo 14 marzo 2014, n. 49 “Gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche — Attuazione direttiva 2012/19/Ue — Modifica del D.Lgs. 151/2005” ISO/TS 14067 “Greenhousegases - Carbon footprint of products - Requirements and guidelines for quantification and Communication”
ISO 14040:2006 Environmental management – Life cycle assessment - Principles and Framework
ISO 14044:2006 Environmental management – Life cycle assessment – Requirements and Guidelines
IPCC (2013), Fifth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change
United Nation University, “Review of Directive 2002/96 on Waste Electrical and Electronic Equipment–Study No. 07010401/2006/442493/ETU/G4”
Report Istat, La superficie dei comuni, delle province e delle regioni italiane (dati al 9 ottobre 2011)
Centro di Coordinamento RAEE, www.cdcraee.it
Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori, www.cdcnpa.it
Ispra, Rapporto rifiuti urbani 2014
Cobat, Rapporto annuale 2014
Ambiente Italia, Il riciclo ecoefficiente, 2012
Consorzio Obbligatorio degli oli usati, www.coou.it
6 BIBLIOGRAFIA
190
Flussi di Raccolta Anno 2014
CALCOLO DELLA WATER FOOTPRINT DELLA RACCOLTA, DEL TRASPORTO E DEL TRATTAMENTO DEI RIFIUTI GESTITI DAL CONSORZIO ecoR’it (RAEE E PILE PORTATILI)
Società responsabile dello studio
AMBIENTE ITALIA S.R.L.Via Carlo Poerio 39 - 20129 Milanotel +39.02.27744.1 / fax +39.02.27744.222www.ambienteitalia.itPosta elettronica certificata:[email protected]
191
Sommario190 Introduzione
191 Obiettivo e campo di applicazione dello studio
195 Analisi di inventario
199 Valutazione degli impatti
224 Interpretazione del ciclo di vita
226 Bibliografia
192
L’attenzione sempre maggiore all’ambiente ha spinto il consorzio ecoR’it a valutare e misurare l’impatto della propria attività di raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti.
L’acqua dolce è una risorsa scarsa, la sua disponibilità è limitata mentre la domanda è in crescita: le comunità, le aziende e la filiera di produzione influenzano fortemente il consumo e l’inquinamento dell’acqua in termini quantitativi e di distribuzione temporale e spaziale. Per questi motivi, accanto allo studio della carbon footprint, il consorzio ha deciso di valutare anche la propria water footprint.
L’impronta d’acqua (water footprint) è stata introdotta nel 2002 da parte di Hoekstra e dal suo gruppo di ricercatori dell’università di Twente ad Utrecht in Olanda (Water Footprint Network). Egli definisce l’impronta idrica di un individuo, di una comunità, di un’azienda, come il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre i beni e i servizi consumati da quell’individuo, comunità o impresa, misurata in termini di volumi d’acqua consumati (evaporati o incorporati in un prodotto) e inquinati per unità di tempo; essa viene stimata considerando l’utilizzo di acqua in tutte le fasi della catena di produzione
Tradizionalmente, il metodo sviluppato dal Water Footprint Network distingue tre tipologie di acqua, di
solito richiamate da tre distinti colori:
- acqua blu: si riferisce al prelievo di acque superficiali e sotterranee destinate all’utilizzo per scopi agricoli, domestici e industriali. È la quantità di acqua dolce che non torna a valle del processo produttivo nel medesimo punto in cui è stata prelevata o vi torna, ma in tempi diversi;- acqua verde: è il volume di acqua piovana che non contribuisce al ruscellamento superficiale e si riferisce principalmente all’acqua evapo-traspirata per un utilizzo agricolo;- acqua grigia: rappresenta il volume di acqua inquinata, quantificata come il volume di acqua necessario per diluire gli inquinanti al punto che la qualità delle acque torni sopra gli standard di qualità.
La norma ISO 14046:2014 definisce la water footprint come la misura che quantifica i potenziali impatti ambientali connessi all’acqua. Per creare il profilo ambientale della WF dell’attività svolta dal consorzio ecoR’it, sono stati presi come riferimento gli indicatori stabiliti dalla Environmental Footprint della UE (Raccomandazione della Commissione del 9 aprile 2013, relativa all’uso di metodologie comuni per misurare e comunicare le prestazioni ambientali nel corso del ciclo di vita dei prodotti e delle organizzazioni), con le varianti sotto riportate dovute alla disponibilità dei modelli in SimPro.
1 INTRODUZIONE
Environmental footprint Presente studio
Scarsità idrica Modello svizzero per la scarsità ecologia (Frischknectht et al., 2008) Water Scarcity Index (Hoekstra, 2012)
Eutrofizzazione Modello EUTREND (Struijs et al, 2008) Eutrophication potential(Heijungs et al.,1992)
Ecotossicità per l’ambiente acquatico Modello USEtox(Rosenbaum et al., 2008)
Modello USEtox(Rosenbaum et al., 2008)
193
2.1 OBIETTIVOL’analisi della raccolta, del trasporto e del trattamento dei rifiuti gestiti da ecoR’it e il calcolo della WFP ai sensi della norma ISO 14046:2014 hanno lo scopo di quantificare e valutare gli impatti sull’acqua definiti da tre indicatori selezionati e legati alle attività di raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti dal consorzio ecoR’it.
I risultati dello studio saranno resi disponibili ai soci del consorzio, ai partner operativi e a tutti gli stakeholder interessati. Proprio per assicurare la trasparenza e la coerenza di quanto riportato nel presente documento, si è deciso di effettuare il riesame critico dello studio da parte di un esperto indipendente di terza parte.
Il report è costituito dal presente documento che contiene la descrizione dei dati utilizzati, la fonte e le assunzioni fatte per il presente studio. I risultati sono espressi in termini di “water scarcity footprint”, “water eutrophication footprint” e “water ecotoxicity footprint”.
2.2 CAMPO DI APPLICAZIONELe attività svolte dal consorzio ecoR’it che sono state considerate nel calcolo della water footprint sono il trasporto e il trattamento di varie filiere di rifiuti: RAEE domestici e professionali e pile portatili. Rispetto a quanto analizzato l’anno precedente, nel presente studio non sono compresi i rifiuti con CER 08 03 18, toner per stampa esausti.
La prima fase del ciclo consiste nel ritiro dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche dal luogo dove sono stati “prodotti” (Centro di Raccolta per quanto riguarda i RAEE domestici e pile portatili e azienda/organizzazione per i RAEE professionali e i toner) e nel loro trasporto all’impianto di trattamento (conferimento diretto oppure indiretto, cioè passando attraverso uno stoccaggio); dopo l’impianto di trattamento, le componenti separate dei RAEE sono trasportate alla destinazione finale (riciclo, discarica, inceneritore).
La seconda fase consiste nel trattamento dei RAEE presso impianti autorizzati, cioè la separazione delle varie parti che compongono il rifiuto al fine di essere recuperate direttamente o, eventualmente, inviate ad ulteriore trattamento o a smaltimento finale.
2.3 NORMA DI RIFERIMENTOIl presente rapporto è conforme alla norma ISO 14046:2014.
2.4 TIPO DI WFPLo studio della WFP della raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti dal consorzio ecoR’it è una water footprint completa (in quanto prende in considerazione tutto il ciclo di gestione dei RAEE domestici e professionali, oltre che delle pile portatili, dalla raccolta al trasporto, al trattamento, fino al fine vita delle varie componenti) e autonoma, non intesa come asserzione comparativa.
2.5 I QUANTITATIVI DI RIFIUTI TRATTATI DA ECOR’ITI RAEE domestici raccolti in Italia nel 2014 sono stati pari a 231.746 tonnellate; il quantitativo è in aumento di oltre il 2% rispetto al 2013, anno in cui i quantitativi raccolti erano stati pari a 225.933 tonnellate. L’incremento è stato ancora più rilevante per il consorzio ecoR’it, che passando da 7.704 tonnellate nel 2013 a 8.507 nell’ultimo anno ha registrato un aumento di oltre il 10% dei rifiuti totali gestiti.
Per quanto riguarda il circuito domestico, anche nel corso del 2014 il consorzio ha trattato maggiormente i raggruppamenti R3 e R4, per i quali si è registrato un aumento del 29% dei primi ed una diminuzione del 4% dei secondi, rispetto all’anno precedente.
In generale, sono state gestite 17 tonnellate di R1 (apparecchiature refrigeranti), 214 tonnellate di R2 (grandi bianchi), 4.611 tonnellate di R3 (TV e monitor), 3.636 tonnellate di R4 (PED, CE, ITC, apparecchi illuminanti e altro) e 30 tonnellate di R5 (sorgenti luminose).
2 OBIETTIVO E CAMPO DI APPLICAZIONE DELLO STUDIO
1 Fonte: Centro di Coordinamento RAEE
194
2 OBIETTIVO E CAMPO DI APPLICAZIONE DELLO STUDIO
Nel 2014, la percentuale di riciclo per i RAEE domestici è stata di quasi l’80% per il raggruppamento R1 e oltre l’80% per il raggruppamento R3, mentre ha superato il 93% per gli altri raggruppamenti, raggiungendo il 97% per il raggruppamento R2. In particolare, sono stati avviati a riciclo 7.444 tonnellate di materiale, di cui 2.768 tonnellate di ferro e acciaio, 2.094 tonnellate di plastica, 1.639 tonnellate di vetro, 336 tonnellate di rame e 205 di alluminio. Per quanto riguarda i quantitativi smaltiti, circa 17 tonnellate di rifiuti sono stati avviati a incenerimento e 1.045 tonnellate a discarica. Per le pile portatili la percentuale di riciclo è di quasi il 71%.Anche per i RAEE professionali, nel 2014 la percentuale di recupero è stata superiore al 78% per tutti i RAEE, superando il 90% per i CER 16 02 14 e 20 01 21*. Sono state riciclate 2.528 tonnellate di materiale, di cui 1.315 tonnellate di ferro e acciaio, 891 tonnellate di plastica, 103 tonnellate di alluminio e 65 tonnellate di rame. A smaltimento sono stati avviate 133 tonnellate di rifiuti, di cui 13 a incenerimento e il rimanente in discarica.
2.6 UNITÀ FUNZIONALE E FLUSSO DI RIFERIMENTOL’unità funzionale fornisce il riferimento al quale i dati in ingresso e in uscita al sistema considerato sono riferiti. L’unità funzionale considerata nello studio in oggetto è:
1 tonnellata di RAEE e pile portatili gestita dal consorzio ecoR’it
Si precisa che ci si riferisce ad una tonnellata di ciascuna
tipologia di rifiuto. Sono stati poi determinati gli impatti totali derivanti dai flussi di rifiuti gestiti dal consorzio ecoR’it nel 2014, moltiplicando gli impatti derivanti da una tonnellata di rifiuto per le relative tonnellate trattate dal consorzio.
2.7 CONFINI DEL SISTEMAIl presente studio prende in considerazione l’intero ciclo dell’attività del consorzio ecoR’it nella gestione dei RAEE; i risultati della WF sono stati riportati separatamente per i RAEE domestici, suddivisi nei diversi raggruppamenti, e i RAEE professionali, separati per codice CER.
Nelle figure 1 e 2 è rappresentato schematicamente il ciclo di vita dei RAEE: dal produttore (piazzola ecologica nel caso dei RAEE domestici, azienda per quelli professionali), il rifiuto viene avviato all’impianto di trattamento (eventualmente passando attraverso uno stoccaggio).
Da qui, in seguito alla separazione delle varie componenti e alla macinazione del rifiuto, le diverse frazioni prodotte possono essere inviate a recupero diretto (con o senza passare per la messa in riserva) oppure possono essere mandate ad un altro impianto dove, in seguito ad uno specifico trattamento, verranno recuperati altri materiali.
In entrambi i trattamenti, quello selettivo dei RAEE e quello finale delle componenti, una parte dei rifiuti che ne derivano sono inviati a smaltimento (discarica o incenerimento). Per completezza, si riporta di seguito lo schema del ciclo di gestione dei RAEE.
195
Figura 1: Schema utilizzato per la descrizione del ciclo di gestione dei RAEE domestici
Figura 2: Schema utilizzato per la descrizione del ciclo di gestione dei RAEE professionali
Fase 1: § 3.2Fase 2: § 3.3Fase 3: § 3.4Fase 4: § 3.5Fase 5: § 3.6
CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE - Fase 1
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO SELETTIVO
Fase 2
TRATTAMENTO FINALE Fase 3
MATERIALE RICICLATOFase 4
FINE VITADiscarica
IncenerimentoFase 5
FINE VITADiscarica
IncenerimentoFase 5
RAEEDOMESTICO
RAEEPROFESSIONALE
PRODUTTORE DEL RIFIUTO - Fase 1
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO SELETTIVO
Fase 2
TRATTAMENTO FINALE Fase 3
MATERIALE RICICLATOFase 4
196
2 OBIETTIVO E CAMPO DI APPLICAZIONE DELLO STUDIO
Per quanto riguarda i consumi idrici degli impianti campione e gli scarichi, sono stati considerati i prelievi idrici nei diversi bacini italiani dove sono localizzate le attività di trattamento, come rappresentato nella figura 3.Per le attività di fine vita, si è tenuto conto del luogo in cui i rifiuti vengono avviati a discarica o a smaltimento (quasi esclusivamente Italia).
I processi selezionati dalla banca dati Ecoinvent 3.1 relativi ai consumi di energia elettrica e di combustibile tengono conto della provenienza specifica e, nel caso di consumi di acqua, questa è relativa al paese di origine. In particolare, per quanto riguarda l’energia elettrica, per il funzionamento degli impianti è stato selezionato un mix energetico italiano che conteggia anche l’importazione di energia da Francia, Austria, Svizzera, Grecia e Slovenia e, conseguentemente, i consumi di acqua prelevati in questi Paesi. La medesima considerazione può essere fatta per il metano, che tiene conto della produzione europea, con i relativi contributi delle importazioni.
Come descritto nel Report Carbon Footprint ecoR’it sono stati raccolti e utilizzati dati primari per quanto riguarda i processi di trattamento selettivo (copertura del dato superiore al 91%), oltre alle distanze della raccolta dei RAEE e di avvio a trattamento, riciclo e smaltimento.I dati diretti relativi ai processi di trattamento finale non comprendono tutte le tipologie di lavorazione, in quanto, nonostante il coinvolgimento delle aziende, sono informazioni difficili da ottenere perché ritenute confidenziali e riservate; in allegato sono riportati dettagliatamente i processi selezionati da database specifico e tutte le assunzioni fatte.
2.8 APPROCCIO DI ALLOCAZIONE SELEZIONATOLa norma ISO 14046:2014 definisce una gerarchia nella selezione dell’approccio di allocazione.L’allocazione deve essere dapprima evitata attraverso la suddivisione del processo o l’espansione del sistema, se possibile.In caso contrario i rapporti fisici (es. massa, energia) tra
prodotti o funzioni devono essere utilizzati per ripartire i flussi in ingresso e in uscita.Quando non è possibile stabilire i rapporti fisici, vengonoutilizzati altri rapporti (per esempio il valore economico). Per quanto riguarda i rifiuti gestiti dal consorzio ecoR’it, il criterio di allocazione selezionato nel presente studio è quello di massa.
2.9 PERIODO DI RIFERIMENTOIl periodo di riferimento per il calcolo della WF è l’anno solare 2014.
SorgentePozzoCorso d’acquaLago naturaleBacino artificialeAcque marine o salmastre
Figura 3: Tipologia delle fonti di approvvigionamento di acqua ad uso potabile nei distretti idrografici
197
3 ANALISI DI INVENTARIO
Per l’elaborazione del presente studio e per il calcolo della water footprint, i dati di input sono stati forniti da ecoR’it partendo dai formulari di trasporto dei rifiuti (FIR). Il consorzio ha elaborato le informazioni relative alla movimentazione dei RAEE domestici e professionali, dei rifiuti di pile portatili, eseguite nel 2014 dagli impianti di trattamento, per conto dei consorziati ecoR’it, distinguendo i trasporti diretti (dal produttore all’impianto di trattamento) da quelli indiretti (passaggio attraverso uno stoccaggio prima di arrivare all’impianto di trattamento).
Rispetto all’anno precedente sono stati coinvolti altri partner operativi di ecoR’it: il campione ha gestito complessivamente il 95% dei rifiuti domestici movimentati dal consorzio e circa il 91% di quelli professionali (di seguito chiamati “impianti campione”).
Come si vede in figura 4, dove è riportata la localizzazione degli impianti, la scelta è stata fatta in modo da coprire tutto il territorio nazionale favorendo più possibile la centralità geografica rispetto al luogo di produzione del rifiuto.
IMPIANTO LOCALITÀ
A Dismeco S.r.l. Marzabotto (BO)B FG S.r.l. Belpasso (CT)C Lavoro&Ambiente S.r.l. Ternate (VA)D Nec New Ecology S.r.l. Fossò (VE)E O2Saving S.r.l. Castelnuovo (TN)F Raetech S.r.l. Foiano della Chiana (AR)G Relight S.r.l. Rho (MI)H Ri.Plastic S.r.l. Balvano (PZ)I Rimel S.r.l. Pollenza (MC)J S.E.Val. S.r.l. Colico (LC)K Stena Technoworld S.r.l. Angiari (VR)L Transistor S.r.l. Torino (TO)M Vallone S.r.l. Montalto di Castro (VT)N Ecodreaming Fossò (VE)O Vallone - Anagni Anagni (FR)P S.E.Val - Piantedo PiantedoQ Feragame Srl Broni (PV)
A
CP
D
E
F
GJ K
L
M
N
O
H
B
I
Q
Figura 3: Localizzazione degli impianti campione
198
3 ANALISI DI INVENTARIO
Anche quest’anno in ogni nuovo impianto è stato fatto un sopralluogo, durante il quale sono state raccolte informazioni in merito alle lavorazioni effettuate, le tipologie di RAEE trattati e gli output derivanti dalla selezione, mentre gli impianti già visitati gli scorsi anni sono stati coinvolti nella raccolta dati.Tutte le informazioni sono, quindi, state raccolte attraverso una scheda specifica e puntuale, dove sonostati registrati:• i RAEE in ingresso all’impianto, suddivisi per raggruppamento (per il domestico) e per CER (per il professionale), oltre ai quantitativi di rifiuto trattato per conto di ecoR’it nel 2013 e il totale lavorato nello stesso anno;• i consumi di energia elettrica e/o di combustibile necessari per il funzionamento degli impianti, suddivisi, dove possibile, per tipologia di RAEE lavorato;• altri consumi correlati all’attività di trattamento (metano per riscaldamento, acqua, ecc.);• la tipologia e la quantità dei rifiuti (o delle materie prime secondarie, MPS) in uscita dall’impianto dopo il trattamento. In particolare, per ogni CER (o MPS) in uscita dall’impianto sono state fornite informazioni relative al RAEE da cui hanno avuto origine, all’impianto di destinazione, al destino finale (recupero/trattamento, discarica, incenerimento).
Come sopra descritto, oltre ad informazioni relative ai RAEE in ingresso all’impianto, ai consumi energetici e alla quantità e tipologia di rifiuti in uscita dall’impianto, sono stati raccolti anche i dati relativi ai consumi idrici. È da sottolineare che per tutte le attività di recupero dei rifiuti svolte presso gli impianti di trattamento selettivo non vengono utilizzate acque di processo, ma l’acqua viene utilizzata esclusivamente per gli usi igienici, antincendio e, raramente, per il lavaggio dei piazzali o dei mezzi.Le informazioni raccolte hanno riguardato le quantità di acqua utilizzata e la relativa sorgente, la qualità dell’acqua (la maggior parte acqua potabile) e le forme di utilizzo (vedi sopra), la localizzazione geografica e gli aspetti temporali, oltre alle emissioni in aria, acqua e suolo che possono avere impatti sulla qualità dell’acqua.
Da queste informazioni sono stati, quindi, ricavati tutti i dati necessari per il calcolo della water footprint generata dalla gestione dei RAEE da parte di ecoR’it.
3.1 DESCRIZIONE DEI DATILa tipologia di dati che sono stati utilizzati nell’LCA per il calcolo della water footprint sono:• dati primari, reperiti presso siti aziendali;• dati secondari: dati provenienti da banche dati (commerciali e non) o da letteratura (specifica e non) relazionata a quella particolare categoria di prodotto o ad altri sistemi equivalenti da un punto di vista tecnologico, geografico e temporale. Per questa tipologia di dati la struttura consulenziale del consorzio ecoR’it garantisce l’accesso a banche dati estremamente aggiornate (per esempio il database Ecoinvent 3.01 per i sistemi energetici ed i trasporti).
L’utilizzo di dati primari è prioritario e, per questo motivo è stata condotta una specifica raccolta dati che ha permesso di approfondire le fasi del ciclo di vita particolarmente impattanti e individuare quelle non coperte da banche dati specifiche.
Si rimanda al Report Carbon Footprint ecoR’it per la descrizione completa dei dati utilizzati per elaborare il ciclo di vita dell’attività di raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti da ecoR’it, dove, per ogni fase è riportata dettagliatamente la descrizione di tutti i processi considerati.
Per quanto riguarda i consumi idrici degli impianti di trattamento selettivo, si precisa che solamente 4 impianti prelevano acqua da pozzo (2 nel bacino idrografico delle Alpi Orientali, uno in quello padano e uno nell’Appennino Centrale), mentre la maggior parte degli impianti campione utilizza acqua da acquedotto.
I corpi idrici utilizzati per l’approvvigionamento idropotabile sono di diversi tipi in base alle caratteristiche idrogeologiche del territorio: acque sotterranee (sorgente e pozzo), acque superficiali (corso d’acqua,
199
lago naturale, bacino artificiale), acque marine o salmastre: l’85,6% del prelievo nazionale di acqua a uso potabile deriva da acque sotterranee, il 14,3% da acque superficiali e lo 0,1% da acque marine o salmastre
(Fonte ISTAT 2012, dati 2008). Se consideriamo le regioni in cui sono localizzati gli impianti campione, si possono distinguere le seguenti percentuali per fonte di approvvigionamento:
Tutti gli impianti campione hanno fornito i quantitativi dell’acqua prelevata nel 2014 (sia da pozzo che da acquedotto), valori che sono stati utilizzati nel processo specifico di ogni singolo impianto. Mediamente, per il raggruppamento R1 e per il CER 160211* sono stati prelevati 0,014 m3/t da pozzo e 0,104 m3/t da acquedotto, 0,018 da pozzo e 0,108 m3/t da acquedotto per il raggruppamento R2, 0,20 m3 da pozzo e 0,140 m3/t da acquedotto per il raggruppamento R3 e per il CER 160213*, 0,016 m3/t da pozzo e 0,113 da acquedotto per il raggruppamento R4 e per il CER 160216 ed infine 0,239 m3/t da acquedotto per il raggruppamento R5 e per il CER 200121*.
Sono stati inoltre considerati tutti gli scarichi idrici. Relativamente agli scarichi idrici degli impianti di trattamento selettivo, tutti recapitanti in pubblica fognatura, i valori sono stati dichiarati dagli impianti
stessi e sono stati identificati i punti di scarico dei reflui depurati. Sono stati inoltre determinati i quantitativi di acque meteoriche derivanti dal dilavamento dei piazzali, calcolati in base alle precipitazioni medie nella provincia dove è ubicato l’impianto (solo in un caso i dati sono regionali, mentre in 2 sono locali) relativamente all’anno 2014 (solo in due casi si è considerata la media degli ultimi 10 anni per mancanza di dati annuali) e la superficie impermeabilizzata. Per tutti i flussi è indicata l’origine geografica e in parte anche se deriva da prelievi da pozzo, fiume, lago, ecc.
3.2 VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DEI DATIPer confermare e dare evidenza in merito alla qualità dei dati utilizzati per il calcolo della water footprint della raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti dal consorzio ecoR’it, l’inventario della WF è stato verificato
sorgente pozzo corso d’acqua lago naturale bacinoartificiale
acque marineo salmastre
Piemonte 16,7% 71,0% 11,9% - 0,4% -
Lombardia 16,4% 80,7% 0,2% 2,8% 0,0% -
Trento 82,1% 15,3% 2,6% 0,0% - -
Veneto 30,1% 59,9% 9,9% 0,2% - -
Emilia Romagna 6,1% 62,8% 19,4% 0,0% 11,6% -
Toscana 19,8% 54,7% 22,0% 0,2% 3,0% 0,2%
Marche 57,5% 22,6% 8,2% - 11,7% -
Lazio 76,7% 22,1% 0,8% 0,3% 0,0% -
Basilicata 54,3% 1,5% - - 44,2% -
Sicilia 25,5% 52,2% 1,7% - 18,6% 2,0%
ITALIA 35,7% 49,8% 5,4% 0,5% 8,4% 0,1%
200
3 ANALISI DI INVENTARIO
sia internamente (puntualmente) che esternamente (a campione) dall’organismo deputato alla validazione finale dello studio di WF.
I requisiti di qualità dei dati comprendono:• copertura temporale: tutti i dati primari utilizzati nello studio sono relativi all’anno 2014;• copertura geografica: i partner operativi selezionati sono localizzati in diverse parti dell’Italia, in modo da garantire la copertura geografica dell’area in cui ecoR’it gestisce i rifiuti; tutti i processi utilizzati nello studio tengono conto della localizzazione geografica;• copertura tecnologica: è stata considerata la specifica tecnologia utilizzata;• precisione: i dati sono stati forniti dai partner operativi di ecoR’it, i quali hanno dichiarato la precisione delle informazioni; i dati sono stati verificati direttamente con i responsabili delle aziende, in caso di valori anomali;• completezza: i dati utilizzati nel modello sono completi;• rappresentatività: i dati e le informazioni utilizzate riproducono la realtà analizzata, in termini di copertura geografica, temporale e tecnologica;
• riproducibilità: le informazioni sulla metodologia e sui dati utilizzati assicurano la riproducibilità dei risultati riportati nel presente studio;• fonte del dato: per ogni dato utilizzato è stata fornita la fonte da cui sono state ricavate le informazioni.
Nel presente studio LCA, i processi che sono stati esclusi dall’analisi, in base a puntuali analisi di sensitività, sono i seguenti:• la costruzione degli stabilimenti aziendali e dei macchinari per il trattamento dei rifiuti;• i prodotti per la manutenzione degli impianti.
I risultati di tali analisi dimostrano, per ogni tipologia di rifiuto, che il contributo dei processi esclusi non influisce in modo significativo agli impatti (contributo sempre inferiore alle 0,8%).Non sono stati applicati cut-off aggiuntivi oltre a quelli interne alle banche dati.
201
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Alla raccolta dati e alla validazione dell’inventario, segue la fase di elaborazione dei dati e la predisposizione del modello di LCA. L’analisi della water footprint sulla raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti dal consorzio ecoR’it è stata svolta mediante SimaPro vers.8.0.4, software dedicato e riconosciuto a livello internazionale.
4.1 RISULTATIIl calcolo dell’impronta idrica del servizio di raccolta e trasporto, trattamento selettivo e finale, riciclo e smaltimento dei rifiuti RAEE/Pile Portatili è stato condotto ai sensi della norma ISO 14046:2013 “Environmental management – Water footprint – Principles, requirements and guidelines”, che definisce i principi, i requisiti e le linee guida relativi alla valutazione dell’impronta idrica di prodotti, processi e organizzazioni, basandosi sulle tecniche e sui principi della valutazione del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA) definite secondo gli standard ISO 14040 e 14044.
Per definire il profilo idrico dell’attività svolta da ecoR’it, sono state scelte 3 diverse categorie d’impatto, quali: la carenza idrica (Water Scarcity), l’eutrofizzazione, l’ecotossicità per ambiente acquatico.Di seguito vengono riportati i risultati per ogni categoria, ognuno espresso con il proprio indicatore.
Visto che tutti i trattamenti primari e la quasi totalità di quelli secondari avviene nel territorio nazionale, così come il riciclo e lo smaltimento dei RAEE, si è deciso di tenere aggregati i risultati, specificando, dove possibile, i bacini idrici interessati.
4.1.1 CARENZA IDRICA (WATER SCARCITY)La crescita della popolazione mondiale e le relative variazioni nello stile di vita, i modelli di consumo, la competizione per le risorse idriche tra settori come l’agricoltura, l’industria e l’energia, la tutela della salute degli ecosistemi, sono solo alcune tra le numerose questioni connesse alla scarsità idrica. Il gruppo di ricerca di Arjen Hoekstra dell’Università di Twente, in collaborazione con il Water Footprint Network, ha
sviluppato un innovativo indicatore di carenza idrica (Water Scarcity Index), che, rispetto agli indicatori precedenti, introduce tre novità:
1. misura l’utilizzo dell’acqua in termini di consumo di acqua superficiale e sotterranea (cioè impronta idrica blu) e non di prelievo di acqua;2. per valutare la disponibilità dell’acqua tiene conto dei flussi necessari per mantenere le funzioni ecologiche dell’ecosistema (utilizzando il recente standard che presume che uno sfruttamento superiore al 20% del flusso naturale di un fiume aumenti i rischi per la salute dell’ambiente e l’equilibrio dell’ecosistema);3. confronta l’utilizzo e la disponibilità d’acqua su base mensile piuttosto che annuale.
Il metodo utilizzato si basa sulla pubblicazione di Hoekstra et al. del 2012 “Global monthly water scarcity: blue water footprints versus blue water availability”, che definisce la carenza d’acqua blu in un dato bacino idrico come il rapporto tra l’impronta idrica blu in quel bacino e la disponibilità d’acqua, dove:• l’impronta idrica blu per le attività umane è definita come il volume di acqua superficiale e sotterranea consumata per svolgere quelle attività e il consumo si riferisce al volume di acqua dolce usata e poi evaporata o incorporata nel prodotto;• non si considera la scarsità delle precipitazioni, o l’acqua verde;• la disponibilità di acqua blu considera tutti i deflussi delle acque, da cui viene sottratto l’80% per tenere conto delle esigenze idriche per la salute ecologica (flusso ambientale richiesto presunto); è quindi il volume di acqua che può essere consumato senza provocare impatti negativi all’ambiente.
I valori della carenza idrica blu (blue water scarcity) è stata classificata in 4 livelli:
1. Bassa (<100%): l’impronta idrica blu è minore del 20% del deflusso naturale e non supera la disponibilità d’acqua blu; il runoff non è modificato o è leggermente modificato; il flusso ambientale presunto non è compromesso.
202
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
2. Moderata (100-150%): l’impronta idrica blu è compresa tra il 20 e il 30% del deflusso naturale; il runoff e moderatamente modificato; il requisito del flusso ambientale presunto non è soddisfatto.3. Significativa (150-200%): l’impronta idrica blu è compresa tra il 30 e il 40% del deflusso naturale; il runoff è significativamente modificato; il requisito del flusso ambientale presunto non è soddisfatto.4. Grave (>200%): l’impronta idrica blu supera il 40% del deflusso naturale; il runoff è seriamente modificato; il requisito del flusso ambientale presunto non è soddisfatto.
L’indicatore considera diverse tipologie di uso dell’acqua, ovvero acque superficiali prelevate da fiume e lago, acque sotterranee, acque di raffreddamento, acque per le turbine, oltre agli scarichi idrici.
Nella tabella seguente si riportano i diversi usi di acqua che l’indicatore considera e il fattore di caratterizzazione. In particolare, si riporta il fattore utilizzato per l’origine Italiana delle acque, dove il valore indica un livello 1 di carenza idrica blu, oltre a quelli dei Paesi che maggiormente sono influenzati dalle attività di ecoR’it (Svizzera, Francia, Austria e Slovenia, paesi da cui viene importata energia elettrica e Russia per il metano).
Tabella 1: Fattore di caratterizzazione per alcuni usi d’acqua in Italia (IT), Svizzera (CH), Francia (FR), Austria (AT), Slovenia (SI) e Russia (RU)
Tabella 2: Consumo di acqua totale dei RAEE domestici
SETTORE TIPOLOGIA U.M. IT CH FR AT SI RU
Raw Water, river m3/m3 0,12 0,12 0,40 0,12 0,11 0,39
Raw Water, lake m3/m3 0,12 0,12 0,40 0,12 0,11 0,39
Raw Water, well, in ground m3/m3 0,12 0,12 0,40 0,12 0,11 0,39
Raw Water, unspecified natural origin m3/m3 0,12 0,12 0,40 0,12 0,11 0,39
Raw Water, cooling, unspecified natural origin m3/m3 0,12 0,12 0,40 0,12 0,11 0,39
Raw Water, turbine use, unspecified natural origin m3/m3 0,12 0,12 0,40 0,12 0,11 0,39
TO
TALE
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
R1 m3eq 10,16 0,52 1,17 0,86 0,32 7,29 0,01
R2 m3eq 44,26 12,01 11,35 15,95 4,86 0,02 0,09
R3 m3eq 817,62 256,76 165,62 225,58 131,23 11,92 26,51
R4 m3eq 1.249,35 228,34 164,05 720,46 128,30 4,71 3,49
R5 m3eq 2,54 1,40 0,45 0,23 0,26 0,12 0,08
203
L’indicatore utilizzato, espresso in m3eq, si applica e valuta, come sopra descritto, solo all’acqua complessivamente consumata. Si precisa che l’indicatore dell’impatto che un uso degradativo dell’acqua può avere sulla scarsità
idrica non è stato considerato. Di seguito si riportano i risultati per RAEE domestici e professionali, suddivisi per raggruppamento, rispetto ai quantitativi totali trattati, in percentuale e per tonnellata di rifiuto.
Tabella 3: Consumo di acqua dei RAEE domestici (in percentuale)
Tabella 4: Consumo di acqua di 1 tonnellata di RAEE domestici trattati
TO
TALE
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
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ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
R1 % 100 5,12 11,50 8,45 3,12 71,74 0,08
R2 % 100 27,12 25,64 36,03 10,97 0,04 0,20
R3 % 100 31,40 20,26 27,59 16,05 1,46 3,24
R4 % 100 18,28 13,13 57,67 10,27 0,38 0,28
R5 % 100 55,06 17,52 9,06 10,40 4,85 3,11
TO
TALE
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
R1 m3eq /ton 0,5858 0,0300 0,0673 0,0495 0,0183 0,4202 0,0005
R2 m3eq /ton 0,2071 0,0562 0,0531 0,0746 0,0227 0,0001 0,0004
R3 m3eq /ton 0,1773 0,0557 0,0359 0,0489 0,0285 0,0026 0,0058
R4 m3eq /ton 0,3436 0,0628 0,0451 0,1982 0,0353 0,0013 0,0010
R5 m3eq /ton 0,0856 0,0472 0,0150 0,0078 0,0089 0,0041 0,0027
TOTALE MEDIA% m3eq /ton - 27,40% 17,61% 27,76% 10,16% 15,69% 1,38%
204
Figura 5: Rappresentazione della water scarcity per RAEE domestico (m3eq /tonnellata di RAEE trattato)
R1
R2 R3
R5R4
0,0300
0,0673
0,0495
0,0183
0,0562
0,0531
0,0746
0,0227
0,4202
0,0005
R1 R2 R3 R4 R5
Raccolta RAEE 0,0300 0,0562 0,0557 0,0628 0,0472
Trattamento selettivo 0,0673 0,0531 0,0359 0,0451 0,0150
Trattamento finale 0,0495 0,0746 0,0489 0,1982 0,0078
Riciclo 0,0183 0,0227 0,0285 0,0353 0,0089
Incenerimento 0,4202 0,0001 0,0026 0,0013 0,0041
Discarica 0,0005 0,0004 0,0058 0,0010 0,0027
0,0001
0,0013
0,0004
0,0010
0,0557
0,0628
0,0451
0,1982
0,0353
0,0359
0,0472
0,0150
0,0078
0,0089
0,00410,0027
0,0489
0,0285
0,0026 0,0058
205
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Dalla tabella 3 sopra riportata, si evince che, per i RAEE domestici, la fase di trattamento finale vale mediamente il 28% del consumo di acqua totale, la fase di raccolta dei RAEE il 27%, il trattamento selettivo il 18%, l’incenerimento 16% il riciclo il 10% e la discarica l’1%.
Per tutte le fasi del ciclo di vita dei RAEE il valore della water footprint non è tanto legato al consumo diretto di acqua, ma soprattutto al consumo energetico, cioè ad un consumo indiretto:
- per quanto riguarda i consumi di energia elettrica la WF è legata ai consumi del mix energetico italiano, caratterizzato da impianti idroelettrici e da impianti termoelettrici raffreddati per la maggior parte ad acqua; - per i consumi di combustibile per autotrazione, l’utilizzo di acqua è legato all’impatto sull’ambiente acquatico derivato dall’estrazione del combustibile.
La tabella 4 riporta valori di consumo di acqua che variano da un minimo di 0,09 m3eq/t ad un massimo di 0,59 m3eq/t per raggruppamento. Per tutte le categorie di RAEE il valore della fase di raccolta si aggira attorno ai 0,05 m3eq/t, tranne per il raggruppamento R4, per il quale supera i 0,06 m3eq/t e per il raggruppamento R1
che vale 0,03 m3eq/t: in questa fase, come riportato sopra, l’utilizzo di acqua è legato al consumo derivato dall’estrazione del combustibile utilizzato dai mezzi di trasporto.
Per quanto riguarda le fasi di trattamento selettivo e finale, il loro valore è legato soprattutto al consumo energetico degli impianti e quindi al mix energetico italiano. Per il trattamento finale del raggruppamento R4, il consumo idrico deriva dal trattamento idrometallurgico (svolto presso l’impianto di trattamento finale) di quella frazione di pile portatili che deriva dal trattamento selettivo.
Infine, per quanto riguarda il fine vita, la fase di riciclo varia da 0,01 a 0,04 m3eq/t di rifiuto trattato, anche in questo caso legata al combustibile utilizzato per il trasporto, mentre le fasi di incenerimento e discarica mostrano un valore sempre inferiore ad 0,005 m3eq/t, tranne per la fase di incenerimento del raggruppamento R1, dove si raggiunge un valore di 0,42 m3eq/t: l’utilizzo di acqua, in questo caso, è legato soprattutto alla produzione di sodio idrossido utilizzato al post-combustore presso gli impianti di trattamento selettivo per termodistruzione dei CFC. Le tabelle sotto riportate descrivono i risultati relativi ai RAEE professionali.
Tabella 5: Consumo di acqua totale dei RAEE professionali
TO
TALE
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
16 02 11*m3eq 60,260 4,593 5,315 2,860 1,103 46,350 0,039
16 02 13*m3eq 12,795 5,051 3,713 2,152 1,351 0,197 0,330
16 02 14m3eq 943,881 159,261 158,508 531,081 88,117 4,401 2,513
20 01 21*m3eq 0,120 0,083 0,019 0,006 0,007 0,003 0,002
206
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Tabella 6: Consumo di acqua dei RAEE professionali (in percentuale)
Tabella 7: Consumo di acqua di 1 tonnellata di RAEE professionali trattati
TO
TALE
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
16 02 11* % 100 7,62 8,82 4,75 1,83 76,92 0,07
16 02 13* % 100 39,48 29,02 16,82 10,56 1,54 2,58
16 02 14 % 100 16,87 16,79 56,27 9,34 0,47 0,27
20 01 21* % 100 69,29 15,92 4,89 5,61 2,61 1,68
TO
TALE
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
16 02 11*m3eq /ton 1,0326 0,0787 0,0911 0,0490 0,0189 0,7943 0,0007
16 02 13*m3eq /ton 0,1980 0,0782 0,0574 0,0333 0,0209 0,0030 0,0051
16 02 14m3eq /ton 0,3721 0,0628 0,0625 0,2094 0,0347 0,0017 0,0010
20 01 21*m3eq /ton 0,1587 0,1100 0,0253 0,0078 0,0089 0,0041 0,0027
TOTALE MEDIA % 33,31% 17,64% 20,68% 6,84% 20,38% 1,15%
207
Figura 6: Rappresentazione della water scarcity per RAEE professionale (m3/tonnellata di RAEE trattato)
16 02 11* 16 02 13*
16 02 14
16 02 11* 16 02 13* 16 02 14 20 01 21*
Raccolta RAEE 0,0787 0,0782 0,0628 0,1100
Trattamento selettivo 0,0911 0,0574 0,0625 0,0253
Trattamento finale 0,0490 0,0333 0,2094 0,0078
Riciclo 0,0189 0,0209 0,0347 0,0089
Incenerimento 0,7943 0,0030 0,0017 0,0041
Discarica 0,0007 0,0051 0,0010 0,0027
0,0787
0,0911
0,0782
0,0574
0,0333
0,0209
0,0051
0,0490
0,0189
0,7943
0,0007
0,0628
0,1100
0,0253
0,0089
0,00780,0041
0,0027
0,0625
0,2094
0,0347
0,0030
0,0017 0,0010
20 01 21*
208
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Per i RAEE professionali, la percentuale media di incidenza delle varie fasi (tabella 7, dettaglio per codice CER tabella 6) è la seguente: 33% per la raccolta dei RAEE, 21% la fase di trattamento finale, 18% per quello selettivo, 20% per l’incenerimento, 7% per il riciclo e 1% per la discarica.
La tabella 7 mostra valori relativi del consumo di acqua che variano da un minimo di 0,16 m3/t ad un massimo di 1,03 m3/t: anche in questo caso, come per i RAEE domestici, l’impatto delle fasi di trattamento selettivo e finale è legato al consumo indiretto di acqua per la produzione di energia elettrica e, per il CER 160214, al trattamento idrometallurgico della frazione di pile derivanti dal trattamento selettivo.
La fase di riciclo varia da 0,01 a 0,04 a m3/t di acqua, mentre le fasi di avvio a incenerimento e a discarica sono sempre inferiori a 0,05 m3/t, tranne per il CER 160211* (come visto per il raggruppamento R1 dei RAEE domestici), per il quale la fase di incenerimento raggiunge il valore di 0,8 m3/t, a causa dei consumi idrici per la produzione di idrossido di sodio.
4.1.2 EUTROFIZZAZIONEIl termine eutrofizzazione si riferisce al processo di arricchimento in nutrienti (soprattutto composti di fosforo e azoto) degli ecosistemi acquatici in grado di alterare più o meno profondamente il loro stesso equilibrio fino a compromettere in casi estremi la loro esistenza.Le alghe e le piante acquatiche hanno bisogno, per compiere il proprio ciclo biologico, oltre che di luce, acqua ed anidride carbonica, anche di nutrienti tra cui l’azoto e il fosforo.L’apporto di nutrienti nei corsi d’acqua e nel mare è un fatto naturale, ma può venire fortemente accelerato dalle attività umane che esercitano un’azione involontaria di fertilizzazione determinata da tre fattori quasi sempre connessi tra loro e direttamente legati all’evoluzione demografica e al conseguente
inquinamento dell’acqua:
• incremento della popolazione e conseguente aumento degli scarichi urbani, uso progressivo di detergenti contenenti polifosfati;• intensificazione dell’agricoltura e conseguente uso crescente di fertilizzanti, concentramento degli allevamenti zootecnici; con rilascio in particolar modo di nitrati;• rapida industrializzazione e conseguente incremento di scarichi industriali contenenti sostanze nutritive.
Il fenomeno comporta una crescita eccessiva di alghe, piante acquatiche e fitoplancton dei corsi d’acqua, dei laghi, delle lagune e del mare, il cui sviluppo incontrollato rende difficile alla luce solare di penetrare nelle acque più profonde inibendo il processo della fotosintesi delle alghe e delle piante acquatiche poste in profondità; la conseguente marcescenza della biomassa algale e la riduzione dell’ossigeno (anossia) porta alla morte della fauna ittica e, nei casi estremi, di tutte le forme viventi.
L’eutrofizzazione interferisce, inoltre, sull’utilizzo dell’acqua per uso potabile, sul suo impiego per la pescicoltura e la molluschicoltura e per gli usi ricreazionali tra cui la balneazione; può compromettere le qualità estetiche degli ambienti acquatici e la loro funzionalità biologica compromettendo la sopravvivenza di numerose specie di animali e vegetali.
Il metodo utilizzato per il calcolo dell’eutrofizzazione (sviluppato da Heijungs et al., 1992 “Environmental life cycle assessment of products”) prende in considerazione le emissioni di nutrienti (ossia azoto e fosforo nelle loro diverse forme chimiche) nei tre diversi comparti, acqua, aria e suolo: gli scarichi idrici, e quindi le emissioni in acqua, danno un contributo diretto all’eutrofizzazione, mentre nel caso delle emissioni in aria e dello spargimento nel suolo, l’apporto è conseguenza rispettivamente della deposizione e della lisciviazione delle sostanze. Di seguito sono elencati i nutrienti e i rispettivi fattori di caratterizzazione.
209
Tabella 8: Fattori di caratterizzazione delle diverse forme chimiche dei nutrienti
Comparto Sostanza Fattore U.M.
Aria Ammoniaca 0,35 kg PO43- eq/ kg
Aria Ammonio 0,33 kg PO43- eq/ kg
Aria Protossido di azoto 0,27 kg PO43- eq/ kg
Aria Nitrati 0,1 kg PO43- eq/ kg
Aria Acido nitrico 0,1 kg PO43- eq/ kg
Aria Monossido di azoto 0,2 kg PO43- eq/ kg
Aria Azoto 0,42 kg PO43- eq/ kg
Aria Diossido di azoto 0,13 kg PO43- eq/ kg
Aria Ossidi di azoto 0,13 kg PO43- eq/ kg
Aria Azoto totale 0,42 kg PO43- eq/ kg
Aria Fosfati 1 kg PO43- eq/ kg
Aria Acido fosforico 0,97 kg PO43- eq/ kg
Aria Fosforo 3,06 kg PO43- eq/ kg
Aria Anidride fosforica 1,34 kg PO43- eq/ kg
Aria Fosforo totale 3,06 kg PO43- eq/ kg
Suolo Ammoniaca 0,35 kg PO43- eq/ kg
Suolo Ammonio 0,33 kg PO43- eq/ kg
Suolo Nitrati 0,1 kg PO43- eq/ kg
Suolo Acido nitrico 0,1 kg PO43- eq/ kg
Suolo Azoto 0,42 kg PO43- eq/ kg
Suolo Ossidi di azoto 0,13 kg PO43- eq/ kg
Comparto Sostanza Fattore U.M.
Suolo Azoto totale 0,42 kg PO43- eq/ kg
Suolo Fosfati 1 kg PO43- eq/ kg
Suolo Acido fosforico 0,97 kg PO43- eq/ kg
Suolo Fosforo 3,06 kg PO43- eq/ kg
Suolo Anidride fosforica 1,34 kg PO43- eq/ kg
Suolo Fosforo totale 3,06 kg PO43- eq/ kg
Acqua Ammoniaca 0,35 kg PO43- eq/ kg
Acqua Ammonio 0,33 kg PO43- eq/ kg
Acqua COD, Chemical Oxygen Demand 0,022 kg PO43- eq/ kg
Acqua Nitrati 0,1 kg PO43- eq/ kg
Acqua Acido nitrico 0,1 kg PO43- eq/ kg
Acqua Nitriti 0,1 kg PO43- eq/ kg
Acqua Azoto 0,42 kg PO43- eq/ kg
Acqua Ossidi di azoto 0,13 kg PO43- eq/ kg
Acqua Azoto totale 0,42 kg PO43- eq/ kg
Acqua Fosfati 1 kg PO43- eq/ kg
Acqua Acido fosforico 0,97 kg PO43- eq/ kg
Acqua Fosforo 3,06 kg PO43- eq/ kg
Acqua Anidride fosforica 1,34 kg PO43- eq/ kg
Acqua Fosforo totale 3,06 kg PO43- eq/ kg
210
Di seguito sono riportati i valori relativi all’eutrofizzazione ed espressi in kg PO4
3-eq totale rispetto ai flussi di RAEE domestici e professionali trattati nel 2014, oltre al
valore percentuale e a quello relativo al trattamento di una tonnellata.
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Tabella 9: Eutrofizzazione totale dei RAEE domestici
Tabella 10: Eutrofizzazione dei RAEE domestici (in percentuale)
TO
TALE
kgP
O43-
eq
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
R1 9,74 0,58 2,25 0,85 0,31 3,50 2,25
R2 71,08 12,46 25,02 15,79 4,69 0,01 13,11
R3 2521,53 266,86 620,25 222,41 149,97 2,31 1259,72
R4 1604,16 233,89 395,88 217,87 123,80 0,92 631,79
R5 13,04 1,48 2,03 0,22 0,26 0,02 9,04
TOTALE 4219,55 515,27 1045,43 457,15 279,03 6,77 1915,92
TO
TALE
%
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
R1 100 5,94 23,05 8,74 3,14 35,97 23,16
R2 100 17,53 35,20 22,22 6,59 0,02 18,44
R3 100 10,58 24,60 8,82 5,95 0,09 49,96
R4 100 14,58 24,68 13,58 7,72 0,06 39,38
R5 100 11,31 15,57 1,70 1,96 0,18 69,28
211
Nella tabella 11 si può notare che i valori dell’eutrofizzazione derivati dal trattamento di una tonnellata di RAEE domestici variano da 0,56 kg di PO4
3-
eq per il raggruppamento R1 a 0,33 kg di PO43-eq per il
raggruppamento R2.Se si osservano le varie fasi del ciclo di trattamento dei RAEE, i valori sono pressoché simili per tutti i raggruppamenti, tranne per il fine vita, dove il valore è
maggiore per i raggruppamenti R1, R3 ed R5.
Dalla tabella 10, inoltre, si può osservare come i contributi maggiori siano dovuti essenzialmente a due fasi, quella del trattamento selettivo e quella dello smaltimento in discarica. Di seguito sono descritti nel dettaglio i contributi all’eutrofizzazione dei diversi nutrienti.
Tabella 11: Eutrofizzazione di 1 tonnellata di RAEE domestici trattatiT
OTA
LEkg
PO
43-eq
/ton
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
R1 0,562 0,033 0,130 0,049 0,018 0,202 0,130
R2 0,333 0,058 0,117 0,074 0,022 0,000 0,061
R3 0,547 0,058 0,135 0,048 0,033 0,001 0,273
R4 0,441 0,064 0,109 0,060 0,034 0,000 0,174
R5 0,440 0,050 0,068 0,007 0,009 0,001 0,305
MEDIA TOTALE % 12% 25% 11% 5% 7% 40%
Figura 7: Contributi dei nutrienti nei diversi raggruppamenti
212
30,80
6,01
35,78
19,77
4,11
R1
R2 R3
R5R4
R1 R2 R3 R4 R5
COD, in acqua 30,80 17,84 41,81 34,85 57,50
Fosfati, in acqua 6,01 8,13 4,88 6,58 2,81
Nitrati, in acqua 35,78 44,75 26,05 29,11 13,80
Ossidi di Azoto, in aria 19,77 20,25 18,02 21,74 13,24
Ammonio, in acqua 4,11 3,33 8,64 7,01 12,14
Protossido di Azoto, in aria 2,33 0,37 0,25 0,32 0,17
Ammoniaca, in aria 0,94 0,17 0,10 0,16 0,07
Nitriti, in acqua 0,07 0,05 0,14 0,11 0,20
Azoto, in acqua 0,10 0,10 0,07 0,07 0,05
Fosforo, in acqua 0,07 0,02 0,01 0,02 0,01
Altro, in aria e suolo 0,03 0,03 0,02 0,03 0,01
0,070,10
0,07
0,03
0,942,33
0,37
0,320,16
0,11
0,07
0,02
0,03
0,10
0,17
0,14
0,070,20
0,050,01
0,01
0,07
0,01
0,02
0,170,05
0,100,02
0,03 17,84 8,1341,81
57,50
2,81
13,80
13,24
12,14
4,88
26,0518,02
8,64
0,25
44,75
34,85
6,58
29,1121,74
7,01
20,25
3,35
213
Per tutti i raggruppamenti, il contributo maggiore è dato dalle emissioni in acqua di nitrati e COD, derivanti principalmente dalla fase di fine vita del materiale trattato (ed in particolare allo smaltimento del poliuretano) e al trattamento delle acque reflue. Un contributo elevato è dato anche dagli ossidi di azoto in aria, che sono sottoprodotti che si formano
durante una combustione in cui si utilizza aria (es. motore delle automobili, centrali termoelettriche, ecc…).
Per quanto riguarda i RAEE professionali, di seguito si riporta il contributo potenziale all’eutrofizzazione dei diversi CER gestiti dal consorzio ecoR’it.
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
2 Chemical Oxygen Demand, ossia la domanda chimica di ossigeno. Questo parametro rappresenta la quantità di ossigeno necessaria per la completa ossidazione per via chimica dei composti organici ed inorganici presenti in un campione di acqua. Insieme al BOD (Biological Oxygen Demand, doamnda biologica di ossigeno)
e TOC (Total Organica Carbon, carbonio organico totale) rappresenta uno dei parametri comunemente utilizzati per la misura indiretta del tenore di sostanze organiche presenti in un’acqua.
Tabella 12: Eutrofizzazione totale dei RAEE professionali
Tabella 13: Eutrofizzazione dei RAEE professionali (in percentuale)
TO
TALE
kgP
O43-
eq
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
16 02 11* 36,688 4,226 8,391 2,832 1,064 13,049 7,126
16 02 13* 19,088 4,649 7,265 2,129 1,304 0,040 3,701
16 02 14 1222,033 146,833 337,647 157,500 85,022 0,887 494,143
20 01 21* 0,382 0,077 0,061 0,006 0,007 0,001 0,231
TO
TALE
%
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
16 02 11* 100 11,52 22,87 7,72 2,90 35,57 19,42
16 02 13* 100 24,36 38,06 11,15 6,83 0,21 19,39
16 02 14 100 12,02 27,63 12,89 6,96 0,07 40,44
20 01 21* 100 20,13 15,98 1,49 1,71 0,16 60,54
214
Nella tabella 14 sono riportati i valori di eutrofizzazione, espressi in kg di PO4
3-eq, derivanti dal trattamento di 1 tonnellata di RAEE professionali, con un quantitativo leggermente che varia da 0,3 kg per il CER 16 02 13* a 0,63 kg per il CER 16 02 11*. Anche per i RAEE professionali si può fare la stessa considerazione
descritta per i RAEE domestici: tutti i RAEE professionali mostrano valori simile nella stessa fase del ciclo di gestione del rifiuto, mentre la situazione cambia per il fine vita, in quanto il CER 16 02 11* e il CER 20 01 21* sono quelli dal cui trattamento viene avviato a fine vita il quantitativo maggiore di materiale.
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Tabella 14: Eutrofizzazione di 1 tonnellata di RAEE professionali trattati
TO
TALE
kgP
O43-
eq/t
on
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
16 02 11 0,629 0,072 0,144 0,049 0,018 0,224 0,122
16 02 13 0,295 0,072 0,112 0,033 0,020 0,001 0,057
16 02 14 0,482 0,058 0,133 0,062 0,034 0,000 0,195
20 01 21 0,503 0,101 0,080 0,007 0,009 0,001 0,305
MEDIA TOTALE % 17% 26% 8% 5% 9% 35%
215
Figura 8: Contributo dei nutrienti nei diversi CER16 02 11* 16 02 13* 16 02 14 20 01 21*
COD, in acqua 27,10 18,17 35,31 51,31
Fosfati, in acqua 6,97 7,77 6,82 3,30
Nitrati, in acqua 34,47 39,65 31,59 14,62
Ossidi di Azoto, in aria 23,83 30,33 18,50 19,56
Ammonio, in acqua 3,50 3,30 7,17 10,63
Protossido di Azoto, in aria 2,13 0,40 0,26 0,23
Ammoniaca, in aria 1,52 0,17 0,12 0,10
Nitriti, in acqua 0,06 0,05 0,12 0,17
Azoto, in acqua 0,17 0,10 0,08 0,05
Fosforo, in acqua 0,22 0,03 0,02 0,01
Altro, in aria e suolo 0,05 0,03 0,03 0,02
3,50
23,83
34,47
27,10
2,13 1,52 0,06 0,17 0,22 0,05
6,97
16 02 11*
3,30
30,33
39,65
18,17
0,40 0,17 0,05 0,10 0,03 0,03
7,77
16 02 13*
10,63
19,56
14,62
51,31
3,30
20 01 21*7,17
18,50
31,59
35,31
0,26 0,12 0,12 0,08 0,02 0,03
6,82
16 02 14
0,23 0,10 0,17 0,05 0,01 0,02
216
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Come si può notare dalla tabella 15 e come riportato poi nelle tabelle e nei grafici sottostanti, i contributi all’ecotossicità sono legati ai pesticidi e agli insetticidi utilizzati nella coltivazione delle colture impiegate per la
produzione di biomasse.
Nelle tabelle seguenti sono riportati i valori di ecotossicità per ogni raggruppamento e il contributo di ogni fase.
Per i RAEE professionali si possono fare le stesse considerazioni appena descritte per i domestici: anche in questo caso, i composti che contribuiscono maggiormente all’eutrofizzazione (sono, oltre l’80%, il COD in acqua, i nitrati e gli ossidi di azoto).
4.1.3 ECOTOSSICITÀPer calcolare il contributo all’ecotossicità della raccolta, del trasporto e del trattamento dei rifiuti gestiti dal consorzio ecoR’it, è stato utilizzato il modello USEtox. Il fattore di caratterizzazione per l’ecotossicità in ambiente acquatico (ecotossicità potenziale) è espresso in unità tossiche comparative (CTUe).Gli effetti per gli ecosistemi di acqua dolce sono basati
su dati di concentrazione specifici per una determinata specie, alla quale il 50% di una popolazione mostra un effetto, espresso come una stima della frazione di specie potenzialmente interessate integrate per il tempo e il volume per unità di massa di sostanza emessa.L’indicatore tiene conto del destino ambientale della sostanza chimica, ovvero del modello di distribuzione e degradazione nell’ambiente, delle modalità di esposizione e degli effetti tossici del composto. Di seguito vengono riportate alcune delle sostanze che maggiormente contribuiscono all’ecotossicità nel ciclo di raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti dal consorzio ecoR’it.
Tabella 15: Fattori di caratterizzazione per alcune sostanze che contribuiscono all’ecotossicità
NOME DESCRIZIONE FATTORE DICARATTERIZZAZIONE
Aldicarb Insetticida tossico 5,93E3 CTU/kg
Chlorothalonil Composto organico altamente tossico per i pesci e gli invertebrati acquatici 1,16E-8 CTU/kg
Chlorpyrifos Insetticida altamente tossico per gli anfibi e molto tossico per i pesci 1,6E5 CTU/kg
Cumene Composto organico pericoloso per l’ambiente 665 CTU/kg
Cyfluthrin Piretroide ad attività insetticida, altamente tossico per la fauna acquatica 6,68E5 CTU/kg
Cypermethrin Insetticida pericoloso per l’ambiente 7,01E4 CTU/kg
Diflubenzuron Insetticida 1,7E5 CTU/kg
Fipronil Insetticida tossico e pericoloso in ambiente 3,23E4 CTU/kg
Phenol Composto organico aromatico tossico e corrosivo 933 CTU/kg
Profenofos Pesticida tossico per gli organismi acquatici 4,53E5 CTU/kg
Toluene Idrocarburo aromatico tossico 55,9 CTU/kg
Xylene Idrocarburo aromatico infiammabile e nocivo 77,4 CTU/kg
217
Tabella 16: Ecotossicità totale dei RAEE domestici
Tabella 17: Ecotossicità dei RAEE domestici (in percentuale)
Come si nota dalla tabella 17, per tutti i raggruppamenti, il contributo maggiore è legato al trattamento selettivo e finale, che insieme ricoprono una percentuale media di circa il 70%: il risultato deriva dalla produzione di
energia elettrica ed in particolare dall’uso di pesticidi e insetticidi per la coltivazione delle colture usate per la produzione di biomasse.
TO
TALE
C
TU
e
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
R1 14,09 1,40 7,88 2,94 0,76 1,10 0,01
R2 183,96 30,68 87,92 53,46 11,73 0,03 0,14
R3 3895,32 656,52 2151,87 720,17 313,66 1,94 51,16
R4 2948,18 579,99 1396,03 656,48 309,85 0,78 5,05
R5 11,84 3,62 6,88 0,56 0,64 0,01 0,15
TOTALE 7053,39 1272,21 3650,57 1433,62 636,64 3,85 56,50
TO
TALE
%
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
R1 100 9,93 55,91 20,83 5,43 7,84 0,06
R2 100 16,68 47,79 29,06 6,38 0,01 0,08
R3 100 16,85 55,24 18,49 8,05 0,05 1,31
R4 100 19,67 47,35 22,27 10,51 0,03 0,17
R5 100 30,54 58,06 4,71 5,39 0,06 1,24
218
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Come si può notare dalla figura 9, per tutti i raggruppamenti il contributo maggiore è dato dal Diflubenzuron e dal Chlorpyrifos, entrambi pesticidi, il cui uso è collegato alla
produzione di energia elettrica da biomasse, e dal Phenol, legato al trattamento delle acque reflue. Come riportato nelle tabelle sottostanti, anche per i RAEE professionali le
Tabella 18: Ecotossicità di 1 tonnellata di RAEE domestici trattati
Tabella 19: Contributi delle diverse sostanze all’ecotossicità
SOSTANZA COMPARTO R1 (%) R2 (%) R3 (%) R4 (%) R5 (%)
Aldicarb Suolo 2,41 2,27 2,17 2,06 1,86
Benzene Acqua 0,98 1,03 1,16 1,29 1,53
Benzene, ethyl- Acqua 0,69 0,98 1,10 1,23 1,49
Chlorothalonil Suolo 1,89 1,52 1,47 1,44 1,28
Chlorpyrifos Suolo 16,98 16,02 15,33 14,52 13,14
Diflubenzuron Suolo 47,58 45,00 43,08 40,78 37,09
Fipronil Suolo 2,13 2,01 1,92 1,82 1,65
Formaldehyde Aria 1,18 1,35 1,48 1,59 1,87
Phenol Acqua 12,67 17,72 19,90 22,28 26,89
Profenofos Suolo 3,97 3,74 3,58 3,39 3,07
Toluene Acqua 1,11 1,51 1,70 1,90 2,28
Xylene Acqua 1,24 1,72 1,93 2,16 2,61
Altro Aria acqua suolo 7,17 5,12 5,17 5,52 5,24
TO
TALE
C
TU
e/to
n
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
R1 0,813 0,081 0,454 0,169 0,044 0,064 0,001
R2 0,861 0,144 0,411 0,250 0,055 0,0001 0,001
R3 0,845 0,142 0,467 0,156 0,068 0,0004 0,011
R4 0,811 0,160 0,384 0,181 0,085 0,0002 0,001
R5 0,399 0,122 0,232 0,019 0,022 0,0003 0,005
TOTALE MEDIA % 18,73% 52,87% 19,07% 7,15% 1,60% 0,57%
219
Figura 9: Contributi delle diverse sostanze all’ecotossicità
AltroXyleneTolueneProfenofosPhenolFormaldehydeFipronilDiflubenzuronChlorpyrifosChlorothalonilBenzene, ethyl-BenzeneAldicarb
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0R1 R2 R3 R4 R5 P1
fasi che maggiormente contribuiscono all’ecotossicità sono il trattamento selettivo e finale, con percentuali comprese tra il 50 e l’83%%. Come per i raggruppamenti del domestico,
il risultato deriva dalla produzione di energia elettrica ed in particolare dall’uso di pesticidi e insetticidi per la coltivazione delle colture usate per la produzione di biomasse.
Tabella 20: Ecotossicità totale dei RAEE professionali
TO
TALE
CT
Ue
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
16 02 11* 59,555 11,049 29,458 9,587 2,663 6,738 0,060
16 02 13* 48,591 12,151 25,337 7,086 3,264 0,042 0,711
16 02 14 2263,038 383,098 1185,676 476,864 212,802 1,010 3,587
20 01 21* 0,443 0,201 0,208 0,014 0,016 0,000 0,004
TOTALE 406,499 1240,679 493,552 218,745 7,791 4,362 406,499
220
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Tabella 21: Ecotossicità dei RAEE professionali (in percentuale)
Tabella 22: Ecotossicità di 1 tonnellata di RAEE professionali trattati
TO
TALE
%
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
16 02 11* 100 18,55 49,46 16,10 4,47 11,31 0,10
16 02 13* 100 25,01 52,14 14,58 6,72 0,09 1,46
16 02 14 100 16,93 52,39 21,07 9,40 0,04 0,16
20 01 21* 100 45,31 46,89 3,22 3,68 0,04 0,85
TO
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CT
Ue/
ton
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16 02 11* 1,021 0,189 0,505 0,164 0,046 0,115 0,001
16 02 13* 0,752 0,188 0,392 0,110 0,050 0,001 0,011
16 02 14 0,892 0,151 0,467 0,188 0,084 0,000 0,001
20 01 21* 0,584 0,265 0,274 0,019 0,022 0,000 0,005
TOTALE MEDIA % 26,45% 50,22% 13,74% 6,07% 2,87% 0,64%
221
Figura 10: Contributo delle diverse sostanze all’ecotossicità
AltroXyleneTolueneProfenofosPhenolFormaldehydeFipronilDiflubenzuronChlorpyrifosChlorothalonilBenzene, ethyl-BenzeneAldicarb
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
016 02 11* 16 02 1416 02 13* 20 01 21*
Tabella 23: Contributo delle diverse sostanze all’ecotossicità
SOSTANZA COMPARTO 16 02 11* % 16 02 13* % 16 02 14 % 20 01 21* %
Aldicarb Suolo 2,13 2,04 2,22 1,56
Benzene Acqua 1,36 1,31 1,09 1,88
Benzene, ethyl- Acqua 0,99 1,26 1,02 1,86
Chlorothalonil Suolo 2,08 1,39 1,54 1,09
Chlorpyrifos Suolo 15,02 14,40 15,67 11,04
Diflubenzuron Suolo 42,39 40,53 43,94 31,31
Fipronil Suolo 1,88 1,81 1,97 1,39
Formaldehyde Aria 1,70 1,71 1,47 2,35
Phenol Acqua 18,25 22,77 18,51 33,45
Profenofos Suolo 3,51 3,36 3,66 2,58
Toluene Acqua 1,63 1,93 1,58 2,83
Xylene Acqua 1,80 2,21 1,80 3,25
Altro Aria acqua suolo 7,25 5,27 5,52 5,42
222
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
4.2 PILE PORTATILICome già evidenziato il consorzio ecoR’it si occupa anche di gestire la raccolta, il trasporto e il trattamento dei rifiuti di pile portatili, per i quali sono riportati di seguito i risultati dei diversi indicatori selezionati.
Nelle tabelle sottostanti sono riportati i valori dei consumi idrici, collegati soprattutto, come già descritto in precedenza, alla produzione di energia elettrica delle fasi di trattamento selettivo e finale.
In particolare, per quanto riguarda il raggruppamento P1 (pile portatili), il valore dipende per oltre il 99% dal
trattamento finale: questo è dovuto sia al consumo di acqua nel processo idrometallurgico di trattamento della pasta di pile, sia al processo della banca dati Ecoinvent selezionato, che considera una produzione globale delle materie prime utilizzate nel processo di trattamento e, di conseguenza, un consumo di energia elettrica proveniente da tutto il mondo.Di conseguenza, comprendendo un mix energetico globale, la frazione di energia proveniente da fonti idroelettriche e prodotta in paesi con un indice di scarsità idrica da moderata a grave, va ad influire notevolmente sul consumo idrico finale del ciclo di gestione delle pile portatili.
Per quanto riguarda l’eutrofizzazione, il contributo maggiore è dato dalle emissioni di COD in acqua (35%),
derivante dalla fase di fine vita, e di fosfati in acqua (26%) legati ai processi produzione di energia.
Tabella 24: Consumo d’acqua (water scarcity) per il raggruppamento P1 (sul totale gestito, in percentuale e per 1 tonnellata)
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P1
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m3eq 1295,88 9,43 0,32 1262,96 2,17 20,46 0,55
% 100 0,73 0,02 97,46 0,17 1,58 0,04
m3eq/t 11,937 0,087 0,003 11,633 0,020 0,188 0,005
223
Tabella 25: Eutrofizzazione potenziale per il raggruppamento P1 (sul totale gestito, in percentuale e per 1 tonnellata)
Figura 11: Contributi dei nutrienti nelle diverse componenti
COD, in acqua: 35,42%Fosfati, in acqua: 25,72%Nitrati, in acqua: 18,15%Ossidi di Azoto, in aria: 12,18%Ammonio, in acqua: 7,34%Protossido di Azoto, in aria: 0,58%Ammoniaca, in aria: 0,29%Nitriti, in acqua: 0,11%Azoto, in acqua: 0,10%Azoto, in aria: 0,03%Altro, in aria e suolo: 0,07%
7,34
12,18
18,15
35,42
0,58 0,29 0,11 0,10 0,03 0,07
25,72
U.M
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P1
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kgPO43-eq 232,71 9,31 0,01 154,96 2,09 3,76 62,58
% 100 4,00 0,00 66,59 0,90 1,62 26,89
kgPO43-eq/t 2,144 0,086 0,000 1,427 0,019 0,035 0,576
224
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Infine, di seguito sono riportati i valori relativi all’ecotossicità, anche in questi casi come già visto prima, i contributi maggiori sono legati alle fasi di
trattamento finale, derivanti dall’utilizzo di pesticidi nella coltivazione di biomasse per la produzione di energia elettrica.
Tabella 26: Ecotossicità per il raggruppamento P1
Tabella 27: Contributo all’ecotossicità delle diverse sostanze
SOSTANZA COMPARTO P1 (%)
Aldicarb Suolo 2,06
Benzene Acqua 1,08
Benzene, ethyl- Acqua 0,78
Chlorothalonil Suolo 4,03
Chlorpyrifos Suolo 14,53
Diflubenzuron Suolo 39,32
Fipronil Suolo 1,82
Formaldehyde Aria 1,58
Phenol Acqua 14,47
Profenofos Suolo 3,40
Toluene Acqua 1,26
Xylene Acqua 1,39
Altro Aria acqua suolo 14,29
U.M
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P1
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CTUe 263,17 23,61 0,00 232,47 5,23 0,84 1,02
% 100 8,97 0,00 88,34 1,99 0,32 0,39
CTUe/t 2,424 0,218 0,000 2,141 0,048 0,008 0,009
225
4.3 VARIAZIONE RISPETTO ALL’ATTIVITÀ SVOLTA NEL 2013Il consorzio ecoR’it, da sempre attento all’ambiente, dal 2013 ha iniziato a verificare, accanto alla carbon footprint, anche la water footprint delle proprie attività di raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti e, nel corso degli anni, ha migliorato la propria analisi, implementando la raccolta dei dati primari e delle informazioni specifiche presso i vari impianti di trattamento, passando dal coinvolgimento di soli 3 partner operativi (due impianti di trattamento e uno stoccaggio) a 17 per il presente studio (senza conteggiare gli stoccaggi).
Il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di partner operativi ha permesso di ottenere informazioni puntuali e dettagliate sia relativamente ai trasporti sia alle operazioni di trattamento selettivo (lavorazioni effettuate, consumi di energia e destino finale dei materiali ottenuti dalle operazioni di trattamento, come precedentemente descritto).
Per ottenere informazioni sempre più attendibili, l’attività svolta nel 2014, oltre ad aver aumentato i dati raccolti dagli impianti di trattamento selettivo, ha approfondito ulteriormente le lavorazioni che vengono svolte nei trattamenti secondari. Nonostante non sia stato possibile ottenere informazioni specifiche in merito ai consumi energetici degli impianti secondari, numerosi impianti di trattamento selettivo hanno fornito le percentuali di riciclo e/o smaltimento dei diversi materiali (es. trasformatori, schede, cavi, etc.) relativi agli impianti di trattamento finale, perfezionando così l’indagine sul fine vita dei rifiuti trattati.
I dati raccolti hanno, quindi, permesso di utilizzare dati
primari per il calcolo della water footprint, diminuendo sempre di più il numero di assunzioni e dati di letteratura (dati secondari).
Inoltre, nello studio di quest’anno è stata utilizzata una banca dati più aggiornata rispetto allo studio precedente. Di seguito vengono esaminate dettagliatamente le differenze della water footprint delle varie tipologie di rifiuto trattato rispetto a quella calcolata l’anno precedente.
Per quanto riguarda l’indicatore della water scarcity, la diminuzione del valore per tutti i RAEE domestici e professionali è dovuta, come già evidenziato, all’aggiornamento della banca, che ha migliorato i bilanci idrici di tutti i processi. Questo cambiamento non permette di evidenziare le variazioni eventualmente legate alle fasi di gestione dei RAEE.
L’indicatore relativo all’eutrofizzazione registra un aumento per il raggruppamento R1 (da 0,6 nel 2013 a 1 kg PO4
3- nel 2014) e per il raggruppamento R5 (da 0,2 nel 2013 a 0,4 kg PO4
3- nel 2014) e per il CER 20 01 21*(da 0,2 nel 2013 a 0,5 kg PO4
3- nel 2014), dovuto ad un aumento dello smaltimento in discarica, una diminuzione per il raggruppamento R3 (da 0,5 nel 2013 a 0,6 kg PO4
3- nel 2014) e per il CER 16 02 13* (da 0,5 nel 2013 a 0,3 kg PO4
3- nel 2014), mentre rimane pressoché costante per i raggruppamenti R2 e R4 e per il CER 20 01 20*.
Infine, per quanto riguarda l’ecotossicità, il valore dell’indicatore è diminuito per tutti i RAEE domestici e professionali e questo è legato alla diminuzione dei consumi energetici e dei km percorsi dai mezzi per conferire i rifiuti dal produttore allo smaltitore.
226
5 INTERPRETAZIONE DEL CICLO DI VITA
L’ultima fase dell’LCA, interpretazione e analisi di miglioramento, ha lo scopo di proporre i cambiamenti necessari a ridurre l’impatto ambientale dei processi o attività considerati.
Come già evidenziato, i partner operativi del consorzio ecoR’it non utilizzano acqua di processo per il trattamento selettivo dei RAEE e dei rifiuti di pile e accumulatori ma i loro consumi idrici sono legati esclusivamente ai servizi igienici.Si è visto, invece, che gli impatti sull’acqua sono legati principalmente alla produzione di energia elettrica, alla fase di smaltimento e a quella di trasporto.
In termini assoluti di utilizzo di acqua, i bacini che maggiormente sono interessati dall’attività di raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti dal consorzio ecoR’it sono quelli italiani (vedi capitolo 3), Paese in cui avvengono la maggior parte delle attività; gli altri bacini interessati sono quelli svizzeri, francesi (per le importazioni di energia elettrica) e russo (per le importazioni di metano).
Per quando riguarda l’indicatore di consumo idrico (water scarcity), varia dai 0,09 ai 0,58 m3eq/t per i RAEE domestici e da 0,16 a 1,04 m3eq/t per i professionali; il contributo maggiore deriva dalla fase di raccolta dei RAEE (27% per i RAEE domestici e 33% per quelli professionali) e di trattamento selettivo (17,4% per i RAEE domestici e 17,6% per i professionali) e il trattamento finale (28% per i RAEE domestici e 21% per i professionali).
La notevole diminuzione rispetto all’anno precedente è legata essenzialmente alla banca dati utilizzata (Ecoinvent 3.1), il cui aggiornamento ha portato ad un miglioramento del bilancio idrico, che, per numerosi processi, non era corretto.
Per questo motivo non si ritiene di poter effettuare un confronto attendibile con i risultati dell’anno precedente.
Diversamente, l’eutrofizzazione è legata a due diverse fasi: quella di smaltimento in discarica dei rifiuti (40% per i RAEE domestici e 35% per quelli professionali), legata quindi alla produzione di percolato, e quella di consumo energetico legata invece al trattamento selettivo (26% per il domestico e al 28% per il professionale).
I valori dell’eutrofizzazione totale variano da 0,3 a 0,6 kg PO4
3-eq/t per i RAEE domestici e da 0,3 a 0,6 kg PO43-
eq/t per i professionali.
Infine, per quanto riguarda l’ecotossicità totale, il range è compreso tra lo 0,4 e lo 0,86 CTUe/t per i RAEE domestici e tra 058 e 1,02 CTUe/t per i professionali. Anche questo indicatore è legato alla produzione di energia elettrica ed in particolare alla fase di coltivazione delle biomasse: infatti, le fasi di trattamento selettivo e finale (che utilizzano energia elettrica) pesano il 72% per i RAEE domestici e 64% per quelli professionali.
In base a quanto visto, il miglioramento della water footprint del ciclo di raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti dal consorzio ecoR’it, si dovrebbe concentrare in particolare su tre aspetti: quello energetico, attraverso una razionalizzazione dei consumi elettrici; quello dei trasporti, puntando sul miglioramento della logistica; quello del fine vita, riducendo i quantitativi di rifiuti che vengono avviati a smaltimento.
5.1 VALUTAZIONE DELL’INCERTEZZAL’analisi dell’incertezza è definita dalla norma UNI EN ISO 14040:2006 come procedura sistematica per quantificare l’incertezza, introdotta nei risultati di un’analisi d’inventario del ciclo di vita, degli effetti cumulativi dell’imprecisione del modello, dell’incertezza degli elementi in ingresso e della variabilità dei dati. La norma ISO 14046 prevede un’analisi qualitativa o quantitativa dell’incertezza, citando come esempio l’analisi di Montecarlo.La valutazione dell’incertezza è stata effettuata
227
mediante l’analisi di Montecarlo sull’intero ciclo di vita. L’incertezza di default dei processi delle banche dati risulta predominante.
5.2 LIMITAZIONILa valutazione della water footprint è un indicatore che da solo non è sufficiente per descrivere i potenziali impatti ambientali complessivi di prodotti, processi o organizzazioni.
La water footprint si basa su di uno studio di Life Cycle Assessment (LCA), un metodo standardizzato a livello internazionale e descritto in precise norme internazionali, ma i vincoli e le scelte richieste dall’applicazione della
metodologia possono influenzare i risultati e pertanto la valutazione, accurata e completa, può presentare margini di errore, anche se non rilevanti.
Limitazioni possono essere dovute alla difficoltà della caratterizzazione, ai metodi sperimentali ancora in fase di sviluppo, alle incertezze in merito alle caratteristiche spazio temporali di ciascuna categoria di impatto che possono portare a differenti risultati.
Si sottolinea, inoltre, che attualmente alcuni passi metodologici devono ancora essere affrontati ed avere un consenso unanime.
228
Decreto Legislativo 25 luglio 2005, n. 151: “Attuazione delle direttive 2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/108/CE, relative alla riduzione dell’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché allo smaltimento dei rifiuti” e ss. mm.e ii.
D.M. 25 settembre 2007, n. 185, “Istituzione e modalità di funzionamento del registro nazionale dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi di gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE)”
ISO 14040:2006 Environmental management – Life cycle assessment - Principles and Framework ISO 14044:2006 Environmental management – Life cycle assessment – Requirements and Guidelines
IPCC (2013), Fifth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change
United Nation University, “Review of Directive 2002/96 on Waste Electrical and Electronic Equipment–Study No. 07010401/2006/442493/ETU/G4”
Report Istat, La superficie dei comuni, delle province e delle regioni italiane (dati al 9 ottobre 2011)
Report Istat 2012,Le statistiche sull’acqua (dati al 2008)
Centro di Coordinamento RAEE, www.cdcraee.it
Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori, www.cdcnpa.it
Hoekstra AY, Mekonnen MM, Chapagain AK, Mathews RE, Richter BD (2012), Global Monthly Water Scarcity: Blue Water Footprints versus Blue Water Availability. PLoS ONE 7(2): e32688. doi:10.1371/journal.pone.0032688
Hoekstra AY, Chapagain AK, Aldaya MM, Mekonnen MM (2011), Water footprint assessment manual: Setting the global standard. Earthscan, London, UK.
R. Heijungs (final editor) et al. (1992), Environmental life cycle assessment of product – Guide, Leiden: Centrum voor Milieukunde. – 111
Raccomandazione della Commissione del 9 aprile 2013, relativa all’uso di metodologie comuni per misurare e comunicare le prestazioni ambientali nel corso del ciclo di vita dei prodotti e delle organizzazioni
Ispra, Rapporto rifiuti urbani 2014
Cobat, Rapporto annuale 2014
Ambiente Italia, Il riciclo ecoefficiente, 2012
Consorzio Obbligatorio degli oli usati, www.coou.it
6 BIBLIOGRAFIA
229
NOTE
230
Flussi di Raccolta Anno 2014
BENEFICI AMBIENTALI DELLA RACCOLTA, DEL TRASPORTO E DEL TRATTAMENTODEI RIFIUTI GESTITI DAL CONSORZIORIDOMUS (RAEE)
Società responsabile dello studio
AMBIENTE ITALIA S.R.L.Via Carlo Poerio 39 - 20129 Milanotel +39.02.27744.1 / fax +39.02.27744.222www.ambienteitalia.itPosta elettronica certificata:[email protected]
231
Sommario230 L’attività del consorzio Ridomus nel 2014
230 Il beneficio ambientale
231 Conclusioni
232
1 L’ATTIVITÀ DEL CONSORZIO RIDOMUS NEL 2014
2 IL BENEFICIO AMBIENTALE
A seguito dell’analisi ambientale delle proprie attività, il consorzio Ridomus ha valutato i benefici ambientali derivanti dal ciclo di recupero di RAEE.
Nella seguente tabella sono riportati i quantitativi di rifiuti gestiti dal consorzio Ridomus nel corso del 2014, la maggior parte dei quali è stata avviata a riciclo.
Il beneficio ambientale delle attività svolte dal consorzio Ridomus consiste nel ridurre il quantitativo di rifiuti destinati a smaltimento e nell’avviarli a recupero come materia prima seconda. Conseguentemente il consorzio contribuisce al risparmio di risorse, sia in termini di materia che di energia, che sarebbero necessarie in mancanza del riciclo. Il beneficio ambientale consiste, quindi, nell’evitare l’impatto ambientale associato allo smaltimento dei rifiuti e nell’evitare la produzione di materie prime vergini, sostituita dal reintegro del materiale riciclato di Ridomus.
L’attività del consorzio contribuisce alle emissioni di gas effetto serra, per la fase di trasporto dei rifiuti (dal loro sito di produzione agli impianti di trattamento e successivamente al destino finale), per le attività svolte dagli impianti di trattamento e per gli impatti dovuti allo smaltimento. A fronte di questo aumento delle emissioni di gas serra
(scenario “attività Ridomus”) il consorzio contribuisce:• ad evitare gli impatti dello smaltimento dei RAEE tal quali in discarica (scenario “no riciclo”);• ad evitare gli impatti della produzione di materie prime vergini, cioè di risorse estratte dall’ambiente naturale (scenario “mancata produzione materie prime”).
La tabella 2 riporta le emissioni di CO2 equivalente prodotte dai seguenti scenari:• lo scenario “no riciclo” rappresenta le emissioni che si avrebbero nel caso in cui i rifiuti fossero inviati totalmente a discarica;• lo scenario “attività Ridomus” rappresenta invece le emissioni derivanti dalla gestione dei rifiuti da parte del consorzio, come descritto precedentemente (§ 1);• lo scenario “mancata produzione materie prime” corrisponde alle emissioni derivanti dalla produzione da
RAGGRUPPAMENTOQUANTITÀ RACCOLTE ANNO 2014 RICICLO TOTALE SMALTIMENTO TOTALE
ton. ton. % ton. %
R1 4.357 3.452,07 79,23% 904,77 20,77%
Tabella 1: Bilancio di massa complessivo per Ridomus, RAEE domestici – anno 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
RAGGRUPPAMENTO no riciclo(ton CO2eq)
attività Ridomus(ton CO2eq)
mancata produzionematerie prime (ton CO2eq) ton CO2eq evitate
R1 5.197,68 2.396,75 -6.774,28 -9.575,21
Tabella 2: Beneficio ambientale in termini di emissioni di CO2eq, circuito domestico – anno 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
233
3 CONCLUSIONI
RAGGRUPPAMENTO no riciclo (GJ) attività Ridomus (GJ) mancata produzionematerie prime (GJ) GJ risparmiate
R1 1.774,43 14.166,88 -70.883,12 -58.490,68
Tabella 3: Beneficio ambientale in termini di consumi energetici, circuito domestico – anno 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
Dal punto di vista delle emissioni di gas serra le attività del consorzio Ridomus (trasporti lungo la filiera dei RAEE, trattamenti selettivi e finali, recupero e smaltimento dei rifiuti) hanno generato impatti ambientali minori rispetto a quelli che sarebbero stati prodotti in caso di completo smaltimento in discarica, in quanto lo smaltimento degli impianti di refrigerazione senza recupero dei CFC risulta particolarmente impattante. Per quanto riguarda il consumo energetico, invece, le attività del consorzio risultano essere più energivore rispetto all’avvio a discarica.
Come già evidenziato, però, oltre a non disperdere
sostanze inquinanti, occorre considerare il beneficio ottenuto grazie al fatto di poter avviare a riciclo materiali che altrimenti sarebbero prodotti completamente ex-novo. Il beneficio ambientale complessivo rimane, quindi, positivo.
Il bilancio complessivo delle emissioni climalteranti mostra in modo evidente il peso e l’importanza dell’attività di recupero dei materiali: la gestione dei RAEE domestici che il consorzio Ridomus ha svolto nel 2014 ha permesso di evitare l’emissione di 9.575 tonnellate di CO2eq, mentre il risparmio energetico è di quasi 60.000 GJ.
materiale riciclato rispetto a quelle derivanti da materie vergini. Il segno negativo indica che le emissioni derivanti dalla produzione di materie prime secondarie è minore rispetto a quella da materie prime vergini.
Il beneficio ambientale totale corrisponde alla differenza tra il contributo dato dall’attività di Ridomus e dalla produzione dei manufatti da materie prime secondarie meno lo scenario “no riciclo” e la produzione dei
manufatti da materie prime vergini.In tabella 3, invece, il beneficio ambientale è espresso in termini di consumi energetici: anche in questo caso sono riportati i consumi derivanti dai diversi scenari e l’energia risparmiata grazie all’attività di Ridomus.Le emissioni evitate e il risparmio energetico sono calcolati in riferimento alle quantità di rifiuti che il consorzio Ridomus ha gestito nel corso del 2014 (vedi tabella 1).
Il bilancio ambientale del ciclo dei flussi dei RAEE trattati dal consorzio Ridomus nel corso del 2014 e redatto in collaborazione con Ambiente Italia, vede riassunti i benefici ambientali derivati dall’attività di Ridomus.
Le attività svolte dal consorzio nel 2014 hanno:- recuperato complessivamente 3.452 tonnellate di
materiali su un totale di 4.357 tonnellate di rifiuti trattati (pari al 95%);- evitato l’emissione in atmosfera di 9.575 tonnellate di gas a effetto serra pari alle emissioni di oltre 5.000 auto che percorrono in media 10.000 km; - risparmiato 58.490 GJ di energia, pari al consumo annuo di circa 32.600 frigoriferi in classe C.
234
Flussi di Raccolta Anno 2014
CALCOLO DELLA CARBON FOOTPRINT DELLA RACCOLTA, DEL TRASPORTOE DEL TRATTAMENTO DEI RIFIUTIGESTITI DAL CONSORZIORIDOMUS (RAEE)
Società responsabile dello studio
AMBIENTE ITALIA S.R.L.Via Carlo Poerio 39 - 20129 Milanotel +39.02.27744.1 / fax +39.02.27744.222www.ambienteitalia.itPosta elettronica certificata:[email protected]
235
Sommario234 Introduzione
237 Obiettivo e campo di applicazione dello studio
240 Analisi di inventario
251 Valutazione degli impatti
254 Interpretazione del ciclo di vita
256 Bibliografia
236
La crescente attenzione al problema dei cambiamenti climatici, l’importanza che oggi sul mercato è data ai requisiti “ecologici” dei prodotti, la maggior consapevolezza del consumatore verso scelte più responsabili e comportamenti virtuosi, hanno contribuito a determinare la creazione di nuovi modi per fornire informazioni relative all’impatto sul clima di prodotti e servizi.
In questo ambito ha trovato grande diffusione la “carbon footprint”: essa rappresenta un indicatore ambientale che esprime la quantità totale delle emissioni di gas ad effetto serra emesse, direttamente o indirettamente, durante il ciclo di vita di un prodotto, di un’organizzazione o di un servizio e fornisce una quantificazione dell’impatto delle attività umane, espressa come quantità di anidride carbonica equivalente (CO2eq).
Nel calcolo dalla carbon footprint si tiene conto di tutti i gas clima-alteranti del Protocollo di Kyoto, tra cui l’anidride carbonica (CO2), il metano (CH4), l’ossido nitroso (N2O) e altri composti chimici (come i CFC, Halon, HCFC, ecc.). Ciascuna di queste emissioni è moltiplicata per il corrispondente coefficiente di caratterizzazione del potenziale di riscaldamento globale (Global Warming Potential, GWP) e la somma totale fornisce il valore di carbon footprint.
La carbon footprint dei prodotti comprende l’assorbimento e l’emissione di gas clima-alteranti nell’arco dell’intera vita di un prodotto, dall’estrazione delle materie prime e la loro trasformazione, al loro uso, fino al riciclo ed eventuale smaltimento finale.In ciascuna delle suddette fasi, le emissioni di gas ad effetto serra possono derivare da sorgenti come l’utilizzo di energia e di combustibili per il trasporto, dalla produzione di rifiuti e dalle perdite di refrigeranti dai sistemi di refrigerazione, mentre gli assorbimenti possono derivare dalla fissazione della CO2 atmosferica da parte delle piante o del suolo.
1.1 LO SVILUPPO NORMATIVO DEI RAEEIl D.Lgs. 151/05 (ora sostituito dal D.Lgs. 49/2014) definisce RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) le apparecchiature elettriche ed elettroniche che sono considerate rifiuti ai sensi della normativa vigente , inclusi tutti i componenti, i sottoinsiemi ed i materiali di consumo che sono parte integrante del prodotto nel momento in cui si assume la decisione di disfarsene.
I Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) non possono essere gettati nei normali cassonetti e smaltiti in discarica, in quanto possono contenere sostanze in grado di contaminare l’ambiente in maniera irreversibile, quali ad esempio metalli pesanti, sostanze lesive per l’ozono e sostanze alogenate; pertanto, per evitare la dispersione di tali componenti, è necessario trattare nel modo corretto le componenti inquinanti (attraverso recupero o riciclo) e smaltire le sole parti residue non più recuperabili.La normativa di riferimento che ha regolamentato la gestione di questi rifiuti è il Decreto Legislativo 151 del 2005, che ha migliorato, sotto il profilo ambientale, l’intervento dei soggetti che svolgono un ruolo attivo nel ciclo di vita dei prodotti elettrici ed elettronici: dai produttori agli utilizzatori, passando per gli attori della filiera distributiva, fino agli operatori del riciclo.
Al decreto legislativo hanno fatto seguito 5 decreti ministeriali attuativi:
• DM 25/09/07: istituzione del comitato di vigilanza e di controllo sulla gestione dei RAEE, ai sensi dell’articolo 15, comma 1, del decreto legislativo 25 luglio 2005, n. 151;• DM 25/09/07, n. 185, recante l’istituzione del “Registro nazionale dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi di gestione dei RAEE”, del “Centro di coordinamento per l’ottimizzazione delle attività di competenza dei sistemi collettivi” e del “Comitato di indirizzo sulla gestione dei
1 INTRODUZIONE
237
RAEE” (attuazione articoli 13, comma 8 e 15 comma 4, D.Lgs. 151/2005);• DM Ambiente 8 aprile 2008 recante “Disciplina dei centri di raccolta dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato — Articolo 183, comma 1, lettera cc) del D.Lgs. 152/2006”;• DM Ambiente 12 magg io 2009 recante “Finanziamento gestione Raee”;• DM Ambiente 8 marzo 2010, n. 65, recante “Gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) — Modalità semplificate”.
In particolare il Decreto stabilisce misure e procedure finalizzate a:
a) prevenire la produzione di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche;b) promuovere il reimpiego, il riciclo e le altre forme di recupero dei RAEE, in modo da ridurne la quantità da avviare allo smaltimento;c) migliorare, sotto il profilo ambientale, l’intervento dei soggetti che partecipano al ciclo di vita di queste apparecchiature, quali, ad esempio, i produttori, i distributori, i consumatori e, in particolare, gli operatori direttamente coinvolti nel trattamento dei RAEE;d) ridurre l ’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Il sistema introdotto dalla normativa è improntato sulla responsabilità dei “produttori” (ossia dei primi importatori o fabbricanti) ai quali si chiede di organizzare e finanziare la raccolta e la gestione dei rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato.
Nel 2014 sono stati pubblicati due importanti decreti legislativi che hanno sostituito il D.Lgs. 151/05.
D.Lgs. 4 marzo 2014, n. 27, Restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche —
Attuazione direttiva 2011/65/Ue — Modifica del D.Lgs. 151/2005D.Lgs. 14 marzo 2014, n. 49, Gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche — Attuazione direttiva 2012/19/Ue — Modifica del D.Lgs. 151/2005.
Il primo, entrato in vigore il 30 marzo 2014, prevede che le apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato non debbano contenere determinate sostanze tossiche e nocive individuate nell’allegato II del decreto, ovvero piombo, mercurio, cadmio, cromo esavalente e bifenili polibromurati (PBB).
Il secondo, invece, entrato in vigore il 12/04/14, oltre ad inserire prescrizioni per particolari tipologie di AEE, riguarda più direttamente la gestione dei rifiuti (RAEE) e precisa meglio la distinzione tra i RAEE domestici e professionali, introducendo inoltre la novità dei RAEE di piccolissime dimensioni (oggetto di ritiro gratuito senza obbligo di acquisto dell’equivalente, cosiddetto “uno contro zero”), definendo:
RAEE DOMESTICI: i RAEE originati dai nuclei domestici e i RAEE di origine commerciale, industriale, istituzionale e di altro tipo analoghi, per natura e quantità, a quelli originati dai nuclei domestici. I rifiuti delle AEE che potrebbero essere usati sia dai nuclei domestici sia da utilizzatori diversi (“dual use”), sono in ogni caso considerati RAEE domestici;
RAEE PROFESSIONALI: i RAEE diversi da quelli provenienti da nuclei domestici;
RAEE DI PICCOLISSIME DIMENSIONI: i RAEE di dimensioni esterne inferiori a 25 cm;
PANNELLI FV: sono definiti RAEE “domestici” se originati da impianti di potenza nominale inferiore a 10 kW, mentre sono definiti Raee “professionali” se di potenza superiore.
238
Inoltre definisce:
CENTRI DI TRATTAMENTO: gli impianti o le imprese che effettuano operazioni di trattamento RAEE devono essere autorizzati con l’autorizzazione unica ex articolo 208, D.Lgs. 152/2006. L’autorizzazione garantisce l’utilizzo delle migliori tecniche di trattamento, di recupero e di riciclo disponibili, e stabilisce le condizioni per garantire l’osservanza dei requisiti previsti per il trattamento adeguato e per il conseguimento degli obiettivi di riciclo e recupero indicati in allegato V;
TRATTAMENTO: il trattamento prevede, almeno, la rimozione di tutti liquidi ed un trattamento selettivo conforme alle prescrizioni tecniche. Nel caso di RAEE contenenti sostanze lesive dell’ozono alle operazioni di trattamento si applicano le disposizioni del Reg. (CE) n. 1005/2009 sulle sostanze che riducono lo strato di ozono e del Reg. (CE) n. 842/2006 su taluni gas fluorurati a effetto serra.
Il nuovo Decreto RAEE 49/2014 precisa, all’articolo 35 comma 2°), che il Comitato di Vigilanza e Controllo (CVC) del sistema RAEE definisce i criteri di determinazione delle quote di mercato, anche in considerazione, ove possibile, del diverso impatto ambientale delle singole tipologie di AEE.A tal fine, il CVC valuta l’analisi del ciclo di vita dei beni che può essere facoltativamente presentata da ciascun produttore con riferimento alle proprie AEE.
1.2 IL CONSORZIO RIDOMUSIl consorzio Ridomus organizza e gestisce per conto dei propri consorziati un sistema integrato per la raccolta, il trasporto ed il trattamento dei RAEE del raggruppamento R1, sostituendosi ai “produttori” per tutte le fasi di raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento e smaltimento di questi rifiuti.
• RAGGRUPPAMENTO 1 corrisponde ai rifiuti appartenenti alla categoria freddo e clima (es. frigoriferi, congelatori, altri grandi elettrodomestici utilizzati per la refrigerazione, la conservazione e il depos i to d i a l iment i , apparecch i per i l condizionamento, ecc.).
Per garantire un servizio efficiente ed efficace di raccolta separata dei RAEE su tutto il territorio nazionale, in conformità alle disposizioni di legge, Ecoped utilizza una serie di fornitori qualificati per garantire un servizio integrato in tutte le fasi della gestione dei RAEE.Le imprese conivolte si dividono in:
• imprese di logistica autorizzate (per le operazioni di raccolta, trasporto, stoccaggio-transit point eventuale);• imprese per il trattamento selettivo: messa in sicurezza (Rimozione dei materiali pericolosi e separazione delle frazioni riutilizzabili (per l’avvio all’effettivo recupero) o smaltimento dei componenti e frazioni riciclabili;• imprese per il trattamento finale (end processing): attività ad alto contenuto tecnologico, che rendono possibile la reimmissione delle frazioni recuperate, senza ulteriori lavorazioni, nell’ambito di nuovi cicli produttivi come nuove materie prime.
1 INTRODUZIONE
239
2.1 OBIETTIVOL’analisi della raccolta, del trasporto e del trattamento dei rifiuti gestiti da Ridomus e il calcolo della CFP ai sensi della norma ISO/TS 14067:2013 ha lo scopo di quantificare il contributo di questa attività al riscaldamento globale, espresso in termini di CO2 equivalente, valutando tutte le emissioni (e rimozioni) di gas serra lungo l’intero ciclo di vita.Il formato del Rapporto di studio della CFP è coerente con quanto definito dalla norma ISO/TS 14067.
2.2 CAMPO DI APPLICAZIONELe attività svolte dal consorzio Ridomus che sono state considerate nel calcolo della carbon footprint sono il trasporto e il trattamento dei rifiuti RAEE domestici, appartenenti al raggruppamento R1.La prima fase del ciclo consiste nel ritiro dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche dal luogo dove sono stati “prodotti” (Centro di Raccolta) e nel loro trasporto all’impianto di trattamento selettivo (conferimento diretto oppure indiretto, cioè attraverso lo stoccaggio). La seconda fase consiste nel trattamento dei rifiuti presso impianti autorizzati (trattamento selettivo), dove avviene la separazione delle varie parti che compongono il rifiuto al fine di essere recuperate direttamente o, eventualmente, inviate ad ulteriore trattamento (trattamento finale) o a smaltimento (discarica o inceneritore).I principali vantaggi della carbon footprint, rispetto ad un classico studio di LCA completo dei suoi consueti indicatori d’impatto, sono la facilità di comunicazione e di comprensione da parte del pubblico dei risultati finali poiché l’impatto ambientale è espresso tramite un singolo indicatore. Si rimanda al paragrafo 5.2, dove sono descritte le limitazioni dello studio.
2.3 NORMA DI RIFERIMENTOPer il calcolo dell’impronta di carbonio della raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti dal consorzio Ridomus, la norma di riferimento che viene utilizzata è, quindi, la ISO/TS 14067:2013 e lo studio di valutazione del ciclo di vita è condotto in conformità a quanto richiesto dalla norma.
2.3.1 TIPO DI CFPLo studio della CFP della raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti dal consorzio Ridomus è una carbon footprint completa (“dalla culla alla tomba”).
2.3.2 CFP-PCRPer lo studio in oggetto non verranno seguite PCR, in quanto non esistono documenti relativi all’oggetto del presente studio.
2.4 I QUANTITATIVI DI RAEE TRATTATI DA RIDOMUSI Rifiuti derivanti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche domestiche, raccolti in Italia nel 2014 sono pari a 231.746 tonnellate1, di cui 4.357 tonnellate sono state gestite dal consorzio Ridomus.
Gli output derivanti dal trattamento dei RAEE (rifiuti e/o materie prime secondarie) possono essere avviati a riciclo, direttamente o dopo altri trattamenti (di seguito denominato “trattamento finale”), oppure a smaltimento (discarica o incenerimento).
2.5 UNITÀ FUNZIONALE E FLUSSO DI RIFERIMENTO L’unità funzionale fornisce il riferimento al quale i dati in ingresso e in uscita al sistema considerato sono riferiti. L’unità funzionale considerata nello studio in oggetto è:
1 tonnellata di RAEE gestita dal consorzio Ridomus
Sono state quindi determinate le emissioni totali derivanti dai flussi di rifiuti gestiti dal consorzio nel 2014.
2.6 CONFINI DEL SISTEMAIl presente studio prende in considerazione l’intero ciclo dell’attività di gestione dei RAEE condotta dal consorzio Ridomus.
2 OBIETTIVO E CAMPO DI APPLICAZIONE DELLO STUDIO
1 Fonte: Centro di Coordinamento RAEE
Nella figura 1 rappresentato schematicamente il ciclo di vita dei RAEE: dal produttore (piazzola ecologica), il rifiuto viene avviato all’impianto di trattamento selettivo (eventualmente passando attraverso lo stoccaggio).
Da qui, in seguito alla separazione delle varie componenti e alla macinazione del rifiuto, le diverse frazioni prodotte possono essere inviate a recupero diretto (con o senza passare per la messa in riserva) oppure possono essere mandate ad un altro impianto dove, in seguito ad uno specifico trattamento (definito finale), verranno recuperati altri materiali.
In entrambi i trattamenti, quello selettivo dei RAEE e quello finale delle componenti, una parte dei rifiuti che ne derivano sono verranno inviati a smaltimento (discarica o incenerimento).
240
2 OBIETTIVO E CAMPO DI APPLICAZIONE DELLO STUDIO
2 Punto di passaggio intermedio tra produttore del rifiuto e destinatario
Figura 1: Schema utilizzato per la descrizione del ciclo di gestione dei RAEE domestici
Fase 1: § 3.2Fase 2: § 3.3Fase 3: § 3.4Fase 4: § 3.5Fase 5: § 3.6
FINE VITADiscarica
IncenerimentoFase 5
RAEEPROFESSIONALE
PRODUTTORE DEL RIFIUTO - Fase 1
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO SELETTIVO
Fase 2
TRATTAMENTO FINALE Fase 3
MATERIALE RICICLATOFase 4
241
2.7 CRITERI DI ESCLUSIONEI criteri di esclusione (cut-off) consentono di escludere, dallo studio del calcolo dell’impronta di carbonio, alcuni flussi di materia ed energia in ingresso e in uscita al sistema considerato.
Nel presente studio LCA, i processi che sono stati esclusi dall’analisi, in base a puntuali analisi di sensibilità, sono i seguenti:
• la costruzione degli stabilimenti aziendali e dei macchinari per il trattamento dei rifiuti;• i prodotti per la manutenzione degli impianti.
2.8 APPROCCIO DI ALLOCAZIONE SELEZIONATO La norma ISO/TS 14067 definisce una gerarchia nella selezione dell’approccio di allocazione.
L’allocazione deve essere dapprima evitata attraverso la suddivisione del processo o l’espansione del sistema, se possibile.
In caso contrario i rapporti fisici (es. massa, energia) tra prodotti o funzioni devono essere utilizzati per ripartire i flussi in ingresso e in uscita. Quando non è possibile stabilire i rapporti fisici, vengono utilizzati altri rapporti (per esempio il valore economico).Per quanto riguarda i rifiuti gestiti dal consorzio Ridomus, il criterio di allocazione selezionato è quello di massa.
2.9 PERIODO DI RIFERIMENTOIl periodo di riferimento per il calcolo della carbon footprint della raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti da Ridomus è l’anno solare 2014.
242
Per l’elaborazione del presente studio e per il calcolo della carbon footprint, i dati di input sono stati forniti da Ridomus partendo dai formulari di trasporto dei rifiuti (FIR). Il consorzio ha elaborato le informazioni relative alla movimentazione dei RAEE relativi al raggruppamento R1 eseguite nel 2014 dagli impianti di trattamento, per conto dei consorziati Ridomus, distinguendo i trasporti diretti (dal produttore all’impianto di trattamento) da quelli indiretti (passaggio attraverso lo stoccaggio prima di arrivare all’impianto di trattamento).
Sono stati coinvolti 7 partner operativi di Ridomus, che hanno gestito complessivamente il 95% dei rifiuti movimentati dal consorzio (di seguito chiamati “impianti campione”). Di seguito è riportata la localizzazione degli impianti.
Per ogni impianto sono state raccolte informazioni in merito alle lavorazioni effettuate, le tipologie di RAEE trattate e gli output derivanti dalla selezione.Tutte le informazioni sono, quindi, state raccolte attraverso una scheda specifica e puntuale, dove sono stati registrati:
• i RAEE in ingresso all’impianto, oltre ai quantitativi di rifiuto trattato per conto di Ridomus nel 2014 e il totale lavorato nello stesso anno;• i consumi di energia elettrica e/o di combustibile necessari per il funzionamento degli impianti, suddivisi, dove possibile, per tipologia di RAEE lavorato;• altri eventuali consumi correlati all’attività di trattamento (metano per riscaldamento, acqua, ecc.); • la tipologia e la quantità dei rifiuti (o delle materie prime secondarie, MPS) in uscita dall’impianto dopo il trattamento. In particolare, per ogni CER (o MPS) in uscita dall’impianto sono state fornite informazioni relative al RAEE da cui hanno avuto origine, all’impianto di destinazione, al destino finale (recupero/ trattamento, discarica, incenerimento).
Da queste informazioni sono stati, quindi, ricavati tutti i dati necessari per il calcolo della carbon footprint
3 ANALISI DI INVENTARIO
A
B
C
D
E
G
F
IMPIANTO LOCALITÀ
A Dismeco S.r.l. Marzabotto (BO)B FG S.r.l. Belpasso (CT)C Nec New Ecology S.r.l. Fossò (VE)D O2Saving S.r.l. Castelnuovo (TN)E Relight S.r.l. Rho (MI)F Ri.Plastic S.r.l. Balvano (PZ)G S.E.Val. S.r.l. Colico (LC)
Figura 2: Localizzazione degli impianti campione
243
generata dalla gestione dei RAEE da parte di Ridomus. Nei capitoli successivi vengono dettagliatamente descritte tutte le varie fasi del ciclo, con particolare attenzione ai dati disponibili e alle eventuali assunzioni fatte per supplire alla mancanza di dati.
3.1 DESCRIZIONE DEI DATILa tipologia di dati che sono stati utilizzati nell’LCA per il calcolo della carbon footprint sono:• dati specifici, reperiti presso siti aziendali;• dati generici: dati non site-specific, quali provenienti da banche dati (commerciali e non) o da letteratura (specifica e non) relazionata a quella particolare categoria di prodotto o ad altri sistemi equivalenti da un punto di vista tecnologico, geografico e temporale. Per questa tipologia di dati la struttura consulenziale
del consorzio Ridomus garantisce l’accesso a banche dati estremamente aggiornate (per esempio il database Ecoinvent 3.1).L’utilizzo di dati specifici è prioritario, per questo motivo è stata condotta una puntuale raccolta dati che ha permesso di approfondire le fasi del ciclo di vita particolarmente impattanti e individuare quelle non coperte da banche dati specifiche.
3.2 DAL PRODUTTORE DEL RIFIUTO ALL’IMPIANTO DI TRATTAMENTOCome già evidenziato, il quantitativo di rifiuti gestiti da Ridomus nel 2014 è di 4.357 tonnellate di RAEE del raggruppamento R1.La distanza percorsa fino all’impianto di trattamento è riportata nella tabella seguente:
3.2.1 FONTE DEI DATIIl dato di input utilizzato per il calcolo della carbon footprint è il quantitativo di rifiuti gestiti nel 2014 da Ridomus, dato fornito dal consorzio.Le distanze di trasporto sono state calcolate partendo dai dati contenuti nei formulari di trasporto dei rifiuti, caricati nel registro di intermediazione (dati resi disponibili dal consorzio). Per calcolare i km percorsi è stato utilizzato un software specifico per il calcolo delle distanze, computando in modo puntuale i tragitti, partendo dagli indirizzi dei produttori, dei trasportatori e dei destinatari del rifiuto ricavati dai formulari. I percorsi tengono conto anche degli eventuali trasporti attraverso gli stoccaggi. Si è, inoltre, tenuto conto dei percorsi fatti via nave, relativi ai trasporti dalle isole al continente.
Le emissioni specifiche prodotte dai mezzi di trasporto sono state calcolate con la banca dati Ecoinvent 3.13 per singole categorie di mezzi. Per il trasporto dal centro di raccolta comunale del rifiuto professionale fino all’impianto di trattamento, sono stati considerati mezzi con portata compresa tra 7,5 e 16 tonnellate, in quanto confrontabile con la tipologia dei mezzi generalmente utilizzata.
3.2.2 ASSUNZIONIPer quanto riguarda i trasporti, si è assunto che tutti i quantitativi di rifiuti gestiti/movimentati da Ridomus nel 2014 siano stati trattati nello stesso anno presso gli impianti, senza tener conto di eventuali lavorazioni di stoccaggi effettuati l’anno precedente o giacenze da lavorare l’anno successivo.
RAGGRUPPAMENTO Da produttorea destino finale
Da produttorea stoccaggio
Da stoccaggioa destino finale
R1 311 85 447
3Ecoinvent è una associazione senza fini di lucro, fondata dagli istituti svizzeri ETHZ, EPFL, PSI, Empa e ART. Ecoinvent offre uno dei più completi database internazionali di LCI (Life Cycle Inventory) con diverse migliaia di serie di dati in materia di
agricoltura, approvvigionamento energetico, trasporti, biocombustibili e biomateriali, prodotti chimici, materiali da costruzione, materiali da imballaggio, metalli di base e preziosi, lavorazione dei metalli, ICT ed elettronica, nonché il trattamento dei rifiuti.
Tabella 1: Distanza percorsa (km) per il trasporto dei RAEE domestici via terra e via mare all’impianto di trattamento
244
3 ANALISI DI INVENTARIO
La fase di pretrattamento e messa in sicurezza è una lavorazione preliminare e consecutiva al trasporto, il cui scopo è quello di rendere più sicuro lo svolgimento delle successive fasi di recupero.Essa consiste nell’asportazione di parti mobili delle apparecchiature (sportelli, componenti e cablaggi elettrici, guarnizioni in PVC e/o gomma ed altre parti accessorie quali piani in cristallo, in acciaio, in plastica ecc.) e nella contemporanea rimozione dei materiali classificati pericolosi quali, ad esempio, CFC dai circuiti e dall’olio.
La fase di smontaggio, che in genere avviene manualmente, permette di separare diverse componenti che possono poi essere inviate a successivo recupero e di asportare tutte le parti che potrebbero creare problemi alla fase successiva, che consiste nella frantumazione e nella selezione dei materiali da avviare al recupero (metalli ferrosi e non, plastiche, ecc.).Essa è caratterizzata da un maggiore impiego di energia e da soluzioni automatizzate e ad alto contenuto tecnologico.
I chilometri percorsi all’andata sono stati calcolati come la somma delle distanze tra il trasportatore e il produttore del rifiuto e tra questo e l’impianto di trattamento (destinatario), considerando quindi come punto di partenza per ogni viaggio la sede locale del trasportatore.
Il viaggio di ritorno è stato conteggiato pari a 0,5 volte quello di andata, perché statisticamente il trasportatore si trova nei pressi dell’impianto di trattamento (o coincide con lo stesso impianto di destinazione). Le distanze di trasporto sono state calcolate come media pesata.
È stato inserito anche il servizio di trasporto dalle utenze domestiche ai centri di raccolta: la capacità di
trasporto dei mezzi utilizzati è stata considerata di 3,5 tonnellate e la distanza percorsa è stata stimata in 3,4 km, partendo dall’estensione media dei comuni italiani, pari a 37,3 km2 (fonte dati ISTAT).
3.3 TRATTAMENTO DEI RAEE PRESSO GLI IMPIANTI Le modalità di trattamento dei RAEE realizzate presso gli impianti possono essere suddivise in diverse fasi: il conferimento, la messa in riserva e il trattamento; quest’ultimo è suddivisibile in: trattamento selettivo e messa in sicurezza dei materiali, smontaggio e recupero del componente, frantumazione e selezione dei materiali, fine vita.
La figura seguente fornisce una schematizzazione delle fasi.
Conferimento e messa in
riserva
Trattamento selettivoe messa
in sicurezza
Smontaggio e recupero dei componenti
Frantumazione e selezione dei
materiali
Recuperodi materialeed energia
Smaltimento
Figura 3: Fasi del trattamento delle apparecchiature elettriche ed elettroniche dismesse
245
I materiali così selezionati dovranno essere prioritariamente reintrodotti nei cicli produttivi o avviati a processi di recupero energetico o di massa; i rifiuti prodotti dalle attività di bonifica e trattamento
sono avviati a smaltimento.
Di seguito viene sommariamente descritto il trattamento dei RAEE del raggruppamento R1.
TRATTAMENTO
R1
Il trattamento inizia con la messa in sicurezza e lo smontaggio delle componenti pericolose: manualmente vengono asportati cavi elettrici, guarnizioni e parti in vetro. In seguito viene effettuata l’operazione di bonifica del circuito refrigerante, attraverso l’utilizzo di utensili perforanti e l’aspirazione di CFC-HFC e oli, che vengono separati e stoccati. Negli impianti può essere presente un sistema di abbattimento dei CFC, derivanti dalla fase di triturazione del poliuretano (post- combustore).Una volta privato del compressore, il rifiuto viene inviato alla fase di triturazione, che consiste in una riduzione volumetrica e successiva separazione delle varie componenti (principalmente schiume poliuretaniche, metalli ferrosi e non ferrosi, plastica).
246
Nel grafico 1 sono rappresentati i consumi degli impianti campione4 senza considerare i consumi per la movimentazione interna e, in viola, il valore medio pesato utilizzato per i restanti.
3.3.1 FONTE DEI DATIGli impianti campione utilizzati per lo studio hanno fornito i valori di energia e/o combustibile utilizzati per il funzionamento dell’impianto di trattamento e, quindi, per la separazione dei vari componenti e materiali che compongono il rifiuto. Dai quantitativi di RAEE lavorati nel corso del 2014 e dai consumi energetici, è stata calcolata l’energia consumata rispetto ad una tonnellata
di rifiuto trattato; è stato quindi determinato il consumo medio utilizzato per gli altri impianti.Solo due impianti hanno fornito consumi energetici specifici per il diverso raggruppamento trattato, mentre gli altri avevano a disposizione un dato complessivo.Presso gli impianti è presente un sistema di abbattimento dei CFC derivanti dalla fase di triturazione del poliuretano (in genere impianto di post-combustione), per i quali sono stati raccolti i quantitativi dei consumi energetici e di trattamento dei CFC.
3.3.2 ASSUNZIONISi è assunto che tutti i quantitativi di rifiuti gestiti/movimentati da Ridomus nel 2014 siano stati trattati nello stesso anno presso gli impianti, senza tener conto di eventuali stoccaggi in anni diversi dal 2014.
3.4 DALL’IMPIANTO DI TRATTAMENTO SELETTIVO ALLA DESTINAZIONE FINALEQuesta fase comprende le attività che vengono svolte dall’uscita dagli impianti di trattamento selettivo dei RAEE e che riguardano essenzialmente l’invio delle varie frazioni ad operazioni di recupero, smaltimento o ad altro impianto dove viene effettuato un secondo processo di trattamento sulle componenti separate nella fase precedente.
Da qui, avverrà poi un successivo trasporto delle frazioni recuperate e dei rifiuti avviati a smaltimento in discarica e/o in inceneritore. Le fasi di trasporto in uscita dall’impianto di trattamento fanno riferimento al consumo di mezzi con una portata massima di 32 tonnellate.
Per calcolare il destino finale dei vari materiali che derivano dal trattamento presso gli impianti, sono state determinate delle percentuali in base agli output forniti dagli impianti campione, selezionando il materiale in uscita e individuando le percentuali che vanno direttamente a recupero, a trattamento finale e/o a smaltimento. In base alle assunzioni fatte sulle lavorazioni presso gli impianti di trattamento finale e di seguito dettagliatamente descritte, sono state
3 ANALISI DI INVENTARIO
4 Per motivi di riservatezza, nel grafico gli impianti campione sono riportati in modo anonimo e casuale.
Grafico 1: Consumo di energia per il raggruppamento R1 trattato; in blu gli impianti selezionati nel presente studio (in ordine casuale), in rosso la media degli impianti.
impianto Ximpianto medio
800,0
700,0
600,0
500,0
400,0
300,0
200,0
100,0
0
MJ/t
R1
309,19
247
determinate le frazioni recuperate o smaltite. Sono stati quindi calcolati i km percorsi per ogni differente destinazione.
3.4.1 FONTE DEI DATILa maggior parte degli impianti campione (circa il 50%) hanno fornito i dati relativi ai CER in uscita dal proprio impianto, attribuendoli alle tipologie (Raggruppamenti) di RAEE cui sono associati: in questo modo, selezionando uno specifico raggruppamento e gli impianti che hanno gestito quel rifiuto per conto di Ridomus nel 2014, è stato possibile calcolare la percentuale e la tipologia di rifiuti e di materia prima secondaria derivante dal trattamento dei RAEE.
Per il calcolo dei km percorsi dall’uscita dell’impianto di trattamento fino alla destinazione finale (recupero, discarica, incenerimento) o successiva (trattamento finale), sono state utilizzate le informazioni fornite dagli impianti di trattamento campione, i quali hanno indicato, per ogni CER derivante dalle diverse lavorazione, l’impianto di destinazione. Attraverso l’utilizzo di software pubblici per il calcolo delle distanze, sono stati determinati i chilometri del tragitto su strada, mentre per il traghetto e la nave è stata calcolata la distanza tra i porti in miglia, trasformata poi in km.Inoltre, è stato preso in considerazione anche il consumo dei big bags che le aziende di trattamento utilizzano per il trasporto di alcune tipologie di rifiuti trattati: si è assunto un consumo pari al numero di big bag acquistati nel 2014 da ogni impianto.
3.4.2 ASSUNZIONIPer quanto riguarda le attività svolte dagli impianti di trattamento finale, non sono state rese disponibili informazioni dagli impianti selezionati (tra cui i consumi energetici e le eventuali emissioni in atmosfera di gas a effetto serra) sostanzialmente perché ritenuti dati confidenziali. I consumi energetici sono stati ricavati dai processi di trattamento presenti nella banca dati Ecoinvent 3.1 per analoghe attività di trattamento rifiuti.
I big bags sono stati modellizzati utilizzando processi della banca dati Ecoinvent e il fine vita è stato modellizzato utilizzando le percentuali di recupero, incenerimento e smaltimento in discarica tipiche dello scenario italiano per la plastica (36% riciclo, 32% incenerimento e 32% discarica).
Per quanto riguarda il fine vita delle varie componenti/rifiuti derivanti da questo trattamento finale, il loro trasporto a recupero e/o a smaltimento, in termini di chilometri percorsi, è stato considerato equivalente a quello fatto dagli impianti di trattamento campione rispettivamente a recupero o a smaltimento.Infine, per le attività svolte nel ciclo finale di trattamento, alcune informazioni relative alle percentuali di rifiuto inviato a recupero e/o a smaltimento sono state fornite dagli impianti di trattamento selettivo.Nella tabella riportata di seguito sono elencate le tipologie di rifiuti che derivano dal trattamento del raggruppamento R1 e che, in base alle informazioni fornite durante la raccolta dati, sono poi inviate ad un altro impianto per il successivo trattamento.
248
3 ANALISI DI INVENTARIO
3.5 IL RICICLOL’attività di riciclo è considerata come il trasporto dei materiali, derivanti dal trattamento selettivo e finale, all’utilizzatore successivo.
Di seguito si riportano i quantitativi recuperati da Ridomus nel 2014 e le relative percentuali.
Tabella 2: Trattamento finale dei rifiuti derivanti da raggruppamento R1
RIFIUTO ASSUNZIONI FONTE
CAVI Rifiuto costituito da pvc (62%) e rame (38%); si considera che tutto il materiale venga recuperato in seguito al trattamento finale.
Dati da impianti di trattamento selettivo
COMPRESSORISono costituiti dal’89% di ferro, 6% di alluminio, 3% di rame; dopo il trattamento, tutto il materiale è avviato a recupero. Il restante 3% è dato da scarto inviato a discarica.
Dati da impianti di trattamento selettivo
OLIOGli oli minerali usati sono per la quasi totalità oggetto di riciclo o di recupero energetico: solo circa il 3,5% dell’olio raccolto viene smaltito per termodistruzione e il 96,5% è rigenerato e quindi recuperato.
Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati e impianti di trattamento selettivo
POLIURETANO Anche quest’anno tutti gli impianti di trattamento selettivo hanno dichiarato di inviare tale rifiuto tutto a discarica o a incenerimento.
Dati da impianti di trattamento selettivo
CONDENSATORI La gran parte di questo rifiuto viene avviata alla termodistruzione (più del 71%), ma vengono anche recuperati ferro (26,7%) e alluminio (2%).
Dati da impianti di trattamento selettivo
Tabella 3: Bilancio di massa complessivo per Ridomus, RAEE domestici – anno 2014
RAGGRUPPAMENTORICICLO DIRETTO* RICICLO DOPO
ALTRO TRATTAMENTO RICICLO TOTALE
ton % ton % ton %
R1 2526,54 57,99% 925,53 21,24% 3452,07 79,23%
* salvo eventuale previa messa in riserva
249
Nella tabella 4 sono riportati i materiali che Ridomus ha recuperato nel 2014, in seguito al trattamento dei RAEE (recupero diretto e recupero dopo trattamento finale). Ferro, plastica e vetro sono i materiali maggiormente recuperati.
3.5.1 FONTE DEI DATIDalle informazioni fornite dagli impianti campione sono state determinate le percentuali di recupero (vedi paragrafo 3.4.1).
3.5.2 ASSUNZIONILe assunzioni fatte sono le stesse del paragrafo 3.4.2.
3.6 LO SMALTIMENTOPer quanto riguarda lo smaltimento in discarica e l’incenerimento, sono stati considerati i processi della banca dati Ecoinvent 3.1, specifici per materiale (dove il processo specifico del materiale non era presente si è utilizzato un processo simile).
Ciascuna tipologia di materiale a discarica e incenerimento è pertanto caratterizzata da consumi ed emissioni specifiche.
È stato considerato tutto il processo di incenerimento, compresa la quota energetica, mentre non sono stati considerati gli impatti evitati (vedi tabella 5).
3.6.1 FONTE DEI DATIVedi paragrafo 3.4.1
3.6.2 ASSUNZIONIVedi paragrafo 3.4.2
3.7 BILANCIO DI MASSADi seguito si riporta il bilancio di massa dei RAEE trattati da Ridomus nel 2014.In particolare il diagramma di flusso mostra la movimentazione e il destino finale di una tonnellata di RAEE, mentre nella tabella vengono indicati i quantitativi recuperati dai diversi materiali e quelli smaltiti.Nel 2014, la percentuale di recupero è stata di quasi l’80% per il raggruppamento R1.
Tabella 4: Principali frazioni di materiale recuperato dal consorzio Ridomus (in t) – RAEE domestici, 2014 (elaborazione Ambiente Italia)
MATERIALE R1
alluminio 157,58
carta e cartone 324,32
ferro e acciaio 2250,25
legno 326,83
metalli misti 4,62
olio 12,92
plastica 293,76
rame 55,30
vetro 26,48
RAGGRUPPAMENTOINCENERIMENTO DISCARICA TOTALE
ton % ton % ton %
R1 518,57 11,90% 386,20 8,86% 904,77 20,8%
Tabella 5: Bilancio di massa complessivo per Ridomus, RAEE domestici – anno 2014
250
1.000 kg di R1all’impianto di TRATTAMENTO SELETTIVO
792,3 kg di materiale riciclato
1.000 kg di R1dal CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE
STOCCAGGIO
TRATTAMENTO FINALE
83,2 kg discarica
90,5 kg incenerimento
5,4 kg discarica
28,5 kg incenerimento
R1
872,4kg
579,9 kg
127,6kg
127,6kg
246,4kg
212,4kg
da rifiuto a risorsa 79,23 %
251
3 ANALISI DI INVENTARIO
*salvo eventuale previa messa in riserva
MATERIALE RICICLO DIRETTO*
RICICLO DOPO TRATTAMENTO
FINALEINCENERIMENTO DISCARICA
alluminio 117,55 40,04
carta 324,32
ferro 1.617,37 632,88
legno 95,12 198,55
plastica 326,83
rame 18,78 36,51
vetro 26,48
metalli misti 4,62
olio 12,92 0,47
CFC-HCFC-HC 23,09
condensatori 0,10 0,34
poliuretano 494,91 316,77
residui / scarti 69,09
TOTALE parziale (t) 2.526,54 925,53 518,57 386,20
TOTALE riciclo / smaltimento (t) 3.452,07 904,77
% 79,23% 20,77%
252
3.8 VALIDAZIONE DEI DATILa qualità dei dati dello studio finale è stata valutata attraverso bilanci di massa e di energia, che hanno fornito un utile controllo sulla validità della descrizione di ciascun processo unitario, secondo una consolidata procedura interna di verifica incrociata dell’elaborazione dei dati e delle informazioni riportate nel report finale. Nel caso fossero state evidenziate anomalie nei dati, queste sono state verificate caso per caso, acquisendo, eventualmente, dati alternativi conformi ai requisiti di qualità.
3.9 QUALITÀ DEL DATOI requisiti di qualità dei dati comprendono:
- copertura temporale: tutti i dati primari utilizzati nello studio sono relativi all’anno 2014;- copertura geografica: i partner operativi selezionati sono localizzati in diverse parti dell’Italia, in modo
da garantire la copertura geografica dell’area in cui Ridomus gestisce i rifiuti;- precisione: i dati sono stati forniti dai partner operativi di Ridomus, le quali hanno dichiarato la precisione delle informazioni; i dati sono stati verificati direttamente con i responsabili delle aziende, in caso di valori anomali;- completezza: i dati utilizzati nel modello sono completi;- fonte del dato: per ogni dato utilizzato è stata dettagliatamente descritta la fonte da cui sono state ricavate le informazioni.
3.10 FORNITURA DI ENERGIA ELETTRICACome già specificato, nelle varie fasi di trattamento, si considera l’elettricità fornita dalla rete nazionale e composta secondo il mix energetico italiano (banca dati Ecoinvent 3.1, aggiornamento 2014).
3 ANALISI DI INVENTARIO
253
Alla raccolta dati e alla validazione dell’inventario, segue la fase di elaborazione dei dati e la predisposizione del modello di LCA. L’analisi della carbon footprint della raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti gestiti dal consorzio Ridomus è stata svolta mediante SimaPro vers.8.0.4., software dedicato e riconosciuto a livello internazionale.
La prestazione ambientale è espressa mediante la somma delle emissioni e rimozioni di gas ad effetto serra (GHG) nello specifico sistema di prodotto, espresse come CO2 equivalente. La lista dei GHG con i rispettivi coefficienti GWP (Global Warming Potential, 100 anni) utilizzati è ricavata dal V rapporto dell’IPCC 2013 (per lo studio dell’anno scorso erano stati utilizzati i coefficienti del IV rapporto IPCC, 2007).
4.1 RISULTATIIl calcolo dell’impronta di carbonio del servizio di raccolta e trasporto, trattamento selettivo e finale, riciclo e smaltimento dei rifiuti RAEE/Pile Portatili è stato condotto ai sensi della norma ISO/TS 14067:2013 “Greenhousegases - Carbon footprint of products - Requirements and guidelines for quantification and
Communication”, che definisce i criteri per la valutazione delle emissioni di gas a effetto serra derivanti dal ciclo di vita di prodotti o servizi, basandosi sulle tecniche e sui principi della valutazione del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA) definite secondo gli standard ISO 14040 e 14044.
La norma valuta solo la categoria d’impatto del riscaldamento globale, pertanto non considera altri potenziali impatti ambientali come le emissioni di gas non a effetto serra, l’acidificazione, l’eutrofizzazione, la tossicità, la biodiversità, nonché altri impatti sociali o economici che possano essere associati con il ciclo di vita dei prodotti.
La carbon footprint è una misura che esprime, in termini di emissioni CO2 equivalente, il contributo al riscaldamento globale delle attività di gestione dei RAEE dalla raccolta al trasporto al trattamento (selettivo e finale), al riciclo fino all’incenerimento e discarica effettuati dai partner operativi del consorzio. Di seguito si riportano i risultati per RAEE domestici suddivisi in assoluti, in percentuale e per tonnellata di rifiuto.
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTIC
AR
BO
NF
OO
TP
RIN
T
TO
TALE
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
R1 kg CO2 eq 2.396.748,80 345.379,20 250.412,28 43.861,95 109.656,41 1.394.146,70 253.292,26
CA
RB
ON
FO
OT
PR
INT
TO
TALE
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
AR1 % 100 14,41% 10,45% 1,83% 4,58% 58,17% 10,57%
Tabella 6: Carbon footprint totale dei RAEE R1
Tabella 7: Carbon footprint dei RAEE R1 (in percentuale)
254
4 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
R179,27
57,48
10,07
25,17
58,14
319,99
CA
RB
ON
FO
OT
PR
INT
TO
TALE
RA
CC
OLT
A
RA
EE
TRAT
TAM
ENTO
SE
LETT
IVO
TRAT
TAM
ENTO
FIN
ALE
RIC
ICLO
INC
ENER
IMEN
TO
DIS
CA
RIC
A
R1 kg CO2 eq/ton 550,11 79,27 57,48 10,07 25,17 319,99 58,14
Tabella 8: Carbon footprint di 1 tonnellata di RAEE R1 trattato
Figura 4: Rappresentazione della carbon footprint per RAEE R1 (kgCO2eq/tonnellata di RAEE trattato)
R1
Raccolta RAEE 79,27
Trattamento selettivo 57,48
Trattamento finale 10,07
Riciclo 25,17
Incenerimento 319,99
Discarica 58,14
255
Dalla figura e dalle tabelle sopra riportate, si evince che, per i RAEE del raggruppamento R1, la fase maggiormente impattante è quella dell’incenerimento (58%), seguita dalla fase di raccolta dei RAEE (14%), avvio a discarica (11%), trattamento selettivo (10%), riciclo (5%) e trattamento finale (2%).
Per quanto riguarda la fase di raccolta, il valore è direttamente proporzionali alle distanze percorse dai mezzi di trasporto.Le fasi di trattamento selettivo e finale dipendono principalmente dai consumi energetici degli impianti; inoltre, per quanto riguarda il trattamento finale, le emissioni di CO2eq sono legate alla percentuale di rifiuto che subisce un ulteriore trattamento.
L’elevata incidenza della fase di incenerimento è dovuta allo smaltimento finale del poliuretano.
Come già evidenziato, nella fase di riciclo sono solo considerati i trasporti del materiale dall’impianto all’utilizzatore successivo, in quanto l’attività di recupero del materiale non rientra nei confini del nostro sistema; le emissioni derivanti dal riciclo, pertanto, sono proporzionali alla quantità riciclata e alla distanza percorsa.
4.2 CONTRIBUTI DEI VARI GHGNel grafico seguente è riportato il contributo percentuale dei diversi gas ad effetto serra (GHG) alla carbon footprint.
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0R1
CO2
CH4
N2OAltri GHG
Figura 5: Contributo dei diversi GHG alla carbon footprint dei RAEE del raggruppamento R1
256
5 INTERPRETAZIONE DEL CICLO DI VITA
L’ultima fase dell’LCA, interpretazione e analisi di miglioramento, ha lo scopo di proporre i cambiamenti necessari a ridurre l’impatto ambientale dei processi o attività considerati.
Il consorzio Ridomus organizza e gestisce per conto dei propri associati un sistema integrato per la raccolta, il trasporto e il trattamento dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature elettriche ed elettroniche), sostituendosi ai “produttori” per tutte le fasi di raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento e smaltimento di questi rifiuti. Per garantire un servizio efficiente ed efficace.
Il presente studio prende in considerazione l’intero ciclo dell’attività di gestione dei RAEE del raggruppamento R1 dal consorzio Ridomus ed in particolare il trasporto e il trattamento dei rifiuti. Come dettagliatamente descritto precedentemente, la fase di raccolta dati, ha coinvolto, oltre al consorzio, 7 impianti di trattamento che hanno gestito complessivamente circa il 95% dei rifiuti domestici movimentati dal consorzio; la scelta è stata fatta in modo da coprire tutto il territorio nazionale.
Nel 2014, i quantitativi di RAEE domestici avviati a trattamento da Ridomus risultano essere pari a 4.357 tonnellate, con una percentuale di riciclo di quasi l’80%. In particolare, sono stati avviati a riciclo 2.250 tonnellate di ferro e acciaio, 326 tonnellate di legno, 324 tonnellate di carta e cartone, 294 tonnellate di plastica e 158 tonnellate di alluminio. Per quanto riguarda i quantitativi smaltiti, circa 519 tonnellate di rifiuti sono stati avviati a incenerimento e 386 tonnellate a discarica.
Lo scopo dello studio è stato quello di calcolare la carbon footprint del servizio gestito da Ridomus di recupero e trattamento dei RAEE domestici (raggruppamento R1), al fine di valutare il contributo al riscaldamento globale
delle attività svolte dal consorzio in termini di emissioni di CO2 equivalente.
In base ai dati raccolti e alle assunzioni fatte, lo studio ha permesso di determinare le emissioni potenziali di CO2 equivalente emesse dal trattamento di una tonnellata di rifiuto, che sono riassunte nella tabella seguente.
Come descritto in precedenza, nel ciclo di trattamento dei RAEE il contributo del sistema di trasporto del rifiuto e dei materiali derivati dal suo trattamento risulta determinante, per questo motivo la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra deve quindi concentrarsi sull’ottimizzazione della logistica e sul miglioramento della prestazione dei mezzi da trasporto, anche se la distribuzione territoriale dei punti di prelievo non è influenzabile da scelte strategiche del consorzio.
Si potrebbe, inoltre, valutare la possibilità di indirizzare i flussi di RAEE verso quegli impianti di trattamento selettivo a maggior efficienza, incentivando l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, seppure dopo avere effettuato un’indagine sul bilancio complessivo comprensivo del delta trasporti.
Invece, per quanto riguarda gli impianti di trattamento finale, la possibilità di controllo da parte di Ridomus sui flussi di RAEE è limitata. Nella logica del continuo miglioramento, ulteriori approfondimenti al calcolo della carbon footprint possono derivare dall’analisi ancora più spinta dei processi di trattamento finale e del destino finale dei rifiuti che ne derivano (tenendo sempre presente che tali attività non sono sotto il diretto controllo del consorzio Ridomus).
CARBON FOOTPRINT kg CO2 eq/ton
R1 550,11
Tabella 9: Carbon footprint di una tonnellata di rifiuti trattato
257
L’estensione del campione di impianti di trattamento selettivo potrebbe affinare il dato, ma non rappresentare sostanziali miglioramenti della precisione della CF finale.
5.1 VALUTAZIONE DELL’INCERTEZZAL’analisi dell’incertezza è definita dalla norma UNI EN ISO 14040:2006 come Procedura sistematica per quantificare l’incertezza, introdotta nei risultati di un’analisi d’inventario del ciclo di vita, dagli effetti cumulativi dell’imprecisione del modello, dell’incertezza degli elementi in ingresso e della variabilità dei dati.
La norma ISO/TS 14067 elenca come requisito la valutazione dell’incertezza, ma non vengono forniti orientamenti dettagliati.
La valutazione dell’incertezza è stata effettuata mediante l’analisi di Montecarlo sull’intero ciclo di vita, utilizzando l’incertezza di default dei processi delle banche dati.La variazione del risultato finale della carbon footprint è pari al pari al 12% (intervallo di confidenza del 95%; copertura del dato 75%).
5.2 LIMITAZIONILa carbon footprint è la somma delle emissioni e rimozioni di gas serra di un sistema prodotto, espressa in CO2 equivalente, relative all’estrazione delle materie prime, alla produzione, all’uso ed al fine vita del prodotto.
La carbon footprint si basa su uno studio di Life Cycle Assessment (LCA), un metodo standardizzato a livello internazionale e descritto in precise norme internazionali, ma i vincoli e le scelte richieste dall’applicazione della metodologia possono influenzare i risultati e pertanto la valutazione, accurata e completa, può presentare margini di errore, anche se non rilevanti.
Si sottolinea infine come la CFP è un singolo indicatore e non può pertanto rappresentare da solo l’impatto ambientale complessivo del prodotto oggetto del presente studio.
258
6 BIBLIOGRAFIA
Decreto Legislativo 25 luglio 2005, n. 151: “Attuazione delle direttive 2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/108/CE, relative alla riduzione dell’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché allo smaltimento dei rifiuti”
D.M. 25 settembre 2007, n. 185, “Istituzione e modalità di funzionamento del registro nazionale dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi di gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE)”
Decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 27 “Restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche — Attuazione direttiva 2011/65/Ue — Modifica del D.Lgs. 151/2005”
Decreto legislativo 14 marzo 2014, n. 49 “Gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche — Attuazione direttiva 2012/19/Ue — Modifica del D.Lgs. 151/2005”
ISO/TS 14067 “Greenhousegases - Carbon footprint of products - Requirements and guidelines for quantification and Communication”
ISO 14040:2006 Environmental management – Life cycle assessment - Principles and Framework
ISO 14044:2006 Environmental management – Life cycle assessment – Requirements and Guidelines
IPCC (2013), Fifth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change
United Nation University, “Review of Directive 2002/96 on Waste Electrical and Electronic Equipment–Study No. 07010401/2006/442493/ETU/G4”
Report Istat, La superficie dei comuni, delle province e delle regioni italiane (dati al 9 ottobre 2011)
Centro di Coordinamento RAEE, www.cdcraee.it
Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori, www.cdcnpa.it
259
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