Comune di San DonaciProvincia di Brindisi
RELAZIONE GEOTECNICA
OGGETTO: ADEGUAMENTO DEL CENTRO COMUNALE DI RACCOLTA AL DM 8 APRILE 2008 E S.M.I. ED ALLE LINEE GUIDA PER LA REALIZZAZIONE DEI CENTRI COMUNALI DI RACCOLTA. (c.da Santa Maria in Catasto Terreni al Foglio 24 p.lla 29)Palazzina Uffici e Servizi
COMMITTENTE: Comune di San Donaci (Br)
San Donaci, lì, 18/11/2013
Il Progettista
_________________________(Dott. Ing. DE FILIPPIS Michele)
Il Direttore dei Lavori
_________________________(Dott. Ing. DE FILIPPIS Michele)
Studio Tecnico di Ingegneriavia G.Ferraris n.19 - 72025 - San Donaci (Br)339-5915827
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PREMESSA
In ottemperanza a quanto previsto dalle NTC di cui al D.M. 14.01.2008, il Comune di San
Donaci ha conferito al sottoscritto Ing. De Filippis Michele l’incarico di redigere una relazione
geotecnica su un terreno su cui è prevista la costruzione di una palazzina Uffici e Servizi all’interno
di un Centro di raccolta rifiuti speciali.
Il relativo progetto architettonico è stato redatto dal sottoscritto.
Le norme di cui al citato Decreto prescrivono fra l’altro che i progetti di opere, siano esse
pubbliche o private, vanno corredati da apposita relazione geotecnica, nella quale siano evidenziate
le caratteristiche fisico-meccaniche dei sedimenti costituenti il sottosuolo dell’area interessata e sia
calcolata la capacità portante di essi.
1) CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE E GEOLOGICHE DEL TERRITORIO DI
SAN DONACI.
Il territorio di San Donaci si mostra piuttosto pianeggiante con deboli contro pendenze,
leggermente inclinata sull’asse NO-SE, con quote variabili che vanno dai 70,00m. s.l.m. dell’area
settentrionale del territorio ai 36,00m. s.l.m. della zona a sud.
L’area a NO del territorio comunale rappresenta presumibilmente un “alto strutturale”,
elevato per una decina di metri all’area adiacente pianeggiante, che corrisponde al “basso
strutturale” originatosi in concomitanza di fenomeni tettonici antichi che hanno interessato il
basamento carbonatico cretacico; la morfologia del terreno appare qui piana e tabulare, con evidenti
tracce di fenomeni carsici.
In tutta la parte settentrionale del territorio è altresì rilevabile un modesto ma diffuso
reticolo di superficie, costituito da canali di erosione e linee d’impluvio, impostatosi sui terreni
sabbiosi limosi con sviluppo secondo assi ad andamento Nord-Sud; in tali solchi gli episodi di
erosione per ruscellamento si manifestano in occasione di eventi meteorici particolarmente intensi
anche se non eccezionali.
Tanto le acque incanalate quanto quelle non regimate vanno poi, di solito, a raccogliersi in
aree a elevata permeabilità secondaria, lungo il limite di affioramento dei calcari, infiltrandosi nel
sottosuolo attraverso fratturazioni e cavità carsiche; ovvero tendono a raccogliersi nelle aree delle
“Paludi”, dove è ricorrente la formazione di durevoli ed estesi ristagni a carattere stagionale che si
esauriscono nel tempo per lenta infiltrazione dell’acqua in cavità naturali delle rocce carbonatiche
sottostanti.
2) RILEVAMENTO GEOLOGICO
Per il rilievo generale della litologia si è utilizzata la tavoletta dell’IGM F° 203 II N.E. “San
Donaci”.(BR), ove il territorio di San Donaci ricade, un ulteriore contributo è stato ottenuto
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facendo riferimento a stratigrafie ricavate da sondaggi compiuti nell’ambito del territorio comunale
e a studi ed osservazioni fatte antecedentemente da altri professionisti nonché da informazioni
assunte in loco.
Dai rilievi effettuati dall’esame delle carte topografiche a disposizione si evidenzia un
assetto morfologico nel complesso pianeggiante, con leggere e blande ondulazioni e inclinazioni
mediamente rivolte verso Sud Est e confluenti verso la zona “Paludi”.
3) LINEAMENTI STRATIGRAFICI
Il territorio di San Donaci si estende completamente nell’area meridionale della pianura
Brindisina sino ai confini della zona nord delle Serre Salentine.
Considerando i risultati del rilievo geologico, i terreni rilevati possono essere ascritti alle
seguenti unità formazioni, elencate a partire dalla più antica:
- Calcari di Altamura;
- Serie deposizionale della Fossa bradanica (termini superiori);
- Depositi Marini terrazzati postcalabriani;
- Depositi continentali e coperture eluviali antiche, recenti e naturali.
Le formazioni geologiche presenti in affioramento sul territorio di San Donaci, a partire da
quella più antica a quella più recente, sono:
a) Calcari di Altamura
Questa formazione affiora nell’area nordoccidentale dell’abitato di San Donaci e
costituiscono il substrato su cui poggiano i terreni quaternari sovrapposti.
Negli affioramenti rilevati, estesi nell’area centrale del territorio comunale, si presentano in
superficie in facies alterna e carsificata, a giacitura suborizzontale concordante con la topografia, in
strati piani o debolmente inclinati 7° -10° verso Nord ovvero verso Sud, presumibilmente potenti di
qualche centimetro a qualche metro.
Sono diffusamente interessati da fratture sub verticali e cavità di varia estensione, con
associate abbondanti sacche di “terra rossa” originate da varie e sinergiche azioni morfologiche
succedutesi nel tempo, e in particolare dell’azione concomitante di H2O e di CO2.
Dall’analisi obiettiva e dai dati desunti da perforazioni di pozzi profondi emerge che questa
formazione carbonatica si compone essenzialmente di alternanze calcari micritici microfossiliferi e
calcari a Rudiste, depositi in sequenze solitamente cicliche di ambiente di piattaforma interna, con
orizzonti dolomizzati, a colorazione variabile da termini chiari a tonalità marcatamente più scure,
molto compatti e tenaci, a grana fine, con potenza totale della formazione di certo superiore a
1.000m
Cronologicamente è datata al Tauroniano superiore – Maastrichtiano.
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b) Serie della Fossa Bradanica
In trasgressione sui Calcari di Altamura vi sono depositi riferibili ai termini superiori del
ciclo sedimentario della Fossa Bradanica, messi in posto lungo i margini orientali del bacino di
avanfossa, cui appartengono la formazione delle Calcareniti di Gravina (alla quale vanno correlate
lembi del livello P3 delle Calcareniti del Salento e due ampie plaghe del menbro calcarenitico Q1c
della Formazione di Gallipoli riportate nel Foglio 203 “Brindisi” della Carta Geologica d’Italia) e
quella delle Argille Subappeninnine (cui vanno ascritti i membri sabbiosi del livello Q1 – P3 delle
Calcareniti del Salento e lembi del membro argilloso Q1s della Formazione di Gallipoli).
c) Depositi marini terrazzati postcalabriani.
A tale formazione vengono ascritti depositi di spiaggia e di piana costiera riferibili a diverse unità
litostratigrafiche, messe a posto a seguito del ritiro del mare verso le attuali linee di costa secondo
terrazzi di vari ordini e collegate a distinte fasi eustatico–tettiniche; in giacitura suborizzontali
presentano uno spessore solitamente limitato a qualche metro. Li ritroviamo nel margine
settentrionale e orientale del territorio comunale, di norma in trasgressione sui sottostanti termini
della serie calabriana della Fossa bradanica e su quelli mesozonici ancora più antichi.
Dal punto di vista litologico tali depositi sono costituiti a volte da calcareniti a grana grossa
di colore giallo bruno, irregolarmente stratificate in livelli spessi alcuni centimetri, sia banchi di
sabbie a granulometria fine e media, di colore giallastro tendente al bruno scuro, talvolta con un
buon grado di cementazione che ne conferisce una maggiore tenuta anche nei valori meccanici, e da
sabbie argillose con intercalazioni di sottili straterelli di arenarie ben cementate.
In questa formazione si rinviene la falda freatica superficiale, il cui livello statico è
mediamente a 2,00-2,50 m di profondità dal piano di campagna, ma che presenta ampie oscillazioni
stagionali legate alle precipitazioni meteoriche.
Cronologicamente sono ascrivibili al Pleistocene medio superiore.
d) Depositi continentali e coperture alluvionali antiche, recenti e attuali.
A chiudere la serie sedimentaria vi sono depositi continentali costituiti da sedimenti limoso-
argillosi, e le alluvioni recenti che si rinvengono più diffusamente lungo i canali e i corsi
d’acqua.
Questi terreni sono distribuiti in un affioramento che si estende nell’area centrale del
territorio comunale, secondo l’allineamento Nord Ovest-Sud Est fino ad oltre il limite
amministrativo interprovinciale; buona parte dell’ambito è allocata su tali depositi.
Si tratta di una coltre superficiale di suolo, dello spessore variabile da pochi centimetri fino
al metro, a forte componente organica, dalla colorazione variabile ma solitamente su toni bruno
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scuro con focature rossastre, costituita da terreni eluviali e colluviali la cui origine è dovuta
all’erosione, al trasporto e all’alterazione dei materiali rocciosi delle formazioni sottostanti; non
rara la presenza e di crostoni arenitici, di debole potenza, che solitamente rappresentano la
superficie di sedime di manufatti civili.
Le variazioni del grado di costipamento e della frazione argillosa nell’ambito di questa
coltre è causa dell’estrema variabilità con cui si rinviene il livello statico della falda freatica.
Sono datati al Pleistocene medio e superiore – Olocene.
4) UBICAZIONE DELL’AREA INTERESSATA E SUE CARATTERISTICHE
MORFOLOGICHE E STRUTTURALI.
Il suolo oggetto di studio è ubicato nel Comune di San Donaci in contrada Santa Maria e
distinto in catasto al foglio 24 particella 29.
Questa parte del territorio comunale si estende su di una superficie sub-pianeggiante, con
quota media di 49.00 ml. s.l.m. ed è caratterizzata dalla presenza di alcune blande ondulazioni, con
dislivelli intorno ai due metri.
Corrisponde ad un ampia depressione morfologica, racchiusa fra due alti strutturali di
direzione NW-SE, priva di una vera e propria idrografia superficiale; molto rare sono infatti le
forme di incisione presenti sul terreno.
Dalla interpretazione di foto aeree è emersa la presenza di linee temporanee di deflusso,
appena incise, sviluppatesi essenzialmente in direzione W-E.
Dal punto di vista strutturale il territorio è caratterizzato da un substrato calcareo del
Cretaceo e da una successione trasgressiva plio-pleistocenica, costituita da calcareniti ed argille
passanti a sabbie.
Su questi ultimi depositi si rinvengono sedimenti clastici sabbiosi e calcarenitici riferibili a
brevi cicli sedimentari di età pliocenica media e superiore.
5) STRATIGRAFIA DELL’AREA INTERESSATA
Dalle prove penetrometriche effettuate su lotti limitrofi e dai risultati ottenuti dalla
interpretazione di alcune indagini geoelettriche eseguite dal geologo dr. Palmisano nei pressi della
Villa comunale, distante dal suolo in questione solo poche decine di metri, si può asserire, con
buoni margini di sicurezza, quanto segue:
La stratigrafia del sottosuolo è la seguente:
dal piano di campagna a circa 0.50 ml. terreno vegetale;
da 0.50 ml. dal p.c. a circa 4,00 “sabbie ;
da 4,00 ml. dal p.c. a circa 24,00 “sabbie con presenza della falda idrica e argille;
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da 24.00ml. dal p.c. a circa 55.00 “calcareniti ben cementate;
da 55,00ml in poi sono presenti Calcari con presenza della falda profonda.
4) CATEGORIA DEL SOTTOSUOLO E RELATIVA CAPACITA’ PORTANTE.
Per la definizione dell’azione sismica si può fare riferimento a un approccio semplificato che si
basa sull’individuazione di categorie di sottosuolo di riferimento (Tab. 3.2.II e 3.2.III delle NTC).
Il sottosuolo interessato dalla nostra costruzione appartiene alla categoria “C: depositi di terreni in
grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti…………..”
Da tutto fin qua detto è evidente che il piano di sedime delle fondazioni è rappresentato dalle
sabbie, le cui caratteristiche meccaniche possono così riassumersi:
Peso specifico 1700 Kg/mc
Coesione C = 0 - 0.40 t./mq
Angolo d’attrito = 30°
Tutto quanto fin qui detto la pressione di contatto ammissibile è data dalla seguente
espressione:
pamm. = p ult / b /[ ( Nq - 1 ) t/b + N/ 2 ]
dove:
-Nq ed N sono i fattori di portanza in funzione dell’angolo d’attrito e possono in questo caso
ritenersi pari a 22.50 ed 19.70 rispettivamente;
-b è uguale a 50 cm in quanto rappresenta la larghezza della fondazione nastriforme;
-t è la profondità a cui sono attestate le fondazioni che porremmo uguale 100 cm;
è il coefficiente di sicurezza che le norme italiane pongono uguale a 3.
Sostituendo nella formula della pressione ammissibile i valori suddetti si avrà:
pamm. = 0.1962 N/mq.
In conclusione si può certamente affermare che il terreno interessato dal fabbricato in
questione è di natura prettamente sabbiosa, e che il carico ammissibile è da ritenersi pari a
0.1962N/mq.
Resta inteso che, quanto attiene l’esame e la valutazione della risposta meccanica del
complesso terreno-costruzione alle azioni conseguenti alla soluzione progettuale e l’individuazione
della soluzione più idonea alla realizzazione delle strutture fondali, sono di competenza del
progettista della struttura.
Tanto in adempimento dell’incarico ricevuto.
San Donaci, lì 18.11.2013
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Dott.Ing. De Filippis Michele
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