Chiarimenti su Radio Tevere
Radio Tevere fu un’operazione top-secret creata dal direttore del giornale Radio
EIAR della R.S.I. Paolo Fabbri su richiesta personale di Mussolini, che non esitò in
seguito a definirla “la Radio del secolo”. A collaborare furono chiamate persone
di provata fede fascista con stipendi principeschi. Radio Tevere fingeva di
trasmettere clandestinamente da Roma, territorio occupato dagli Alleati, mentre
in realtà i programmi venivano prodotti e registrati a Milano e, con il benestare del
comando tedesco di Fino Mornasco, venivano inviati via cavo ai trasmettitori siti in
Olgiate Olona al confine con Busto Arsizio. Questa emittente svolgeva un’attiva
opera di propaganda fascista distinguendosi per gli accenti fortemente satirici e
insolenti diretti contro “ il Governo del Sud, i Partigiani e gli Alleati”. Le sue
trasmissioni iniziarono il 14 giugno 1944 con il seguente titolo di apertura: “Agli
Italiani in ascolto”. “Qui Radio Tevere, voce di Roma Libera” era invece la sigla di
chiusura, affidata alle note romantiche di “Tornerai” di Restelli-Olivieri. I più
stretti collaboratori della Radio furono Mario Ortensi e Mario Ferretti, il successo
di Radio Tevere era accompagnato da soldi a palate che Ferretti distribuiva
allegramente a tutti i collaboratori. La sua ultima trasmissione come Radio Tevere
avvenne il 25 aprile 1945 con l’occupazione dei trasmettitori da parte dei
Partigiani.
I FATTI ACCADUTI DAL 25 APRILE ALLA SUA CHIUSURA
23 MAGGIO 1945
L’0ccupazione dei trasmettitori EIAR di Radio Tevere siti in via Diaz a Olgiate Olona
si conclusero alle ore 8.30 del 25 aprile 1945 per intervento della 102^ Brigata
Garibaldi di Fagnano Olona al comando del cap. Antonio Lago. In seguito alle ore
10 del medesimo giorno il ten. dell’OSS Aldo Icardi, recatosi in loco, ordinò il
cambio di guardia, sostituendo i Garibaldini con partigiani del gruppo Alto
Milanese Divisione A. Di Dio. Questo per ragioni tattiche operative, in quanto fu
allestito da questo comando presso la scuola Manzoni in Busto Arsizio l’ufficio
redazioni per l‘emittente. Il ten. Icardi trasferì la brigata Garibaldi a Olgiate
Olona per sostenere il combattimento contro il presidio tedesco sito in valle.
LE INESATTEZZE DEL LIBRO DI LOMBARDO
# - Alle pag. 14/15 – Indica l’ubicazione deI trasmettitori (capannone e antenne)
sul territorio di Busto Arsizio (altezza attuale City Garments,) mentre era sul
territorio di Olgiate Olona località Idea Verde, dove sono ancora visibili i resti del
fabbricato. Posiziona inoltre il castello De Dionigi sulla via per Fagnano, mentre si
trovava sul territorio di Olgiate in via Diaz (dove si trova ancora oggi).
# - A pag. 29 si legge: Intorno ai primi giorni di aprile 1945, nell’ora di pausa pranzo
in cui il presidio militare si allontanava per breve pausa mensa, arrivò nella piazzola
[...] un’auto con a bordo diverse persone, ne scesero tre di cui due armati di mitra si
posero a fianco del terzo accompagnandolo fino all’ingresso del fabbricato, la terza
persona entrò nel fabbricato mentre le due che lo scortarono fecero ritorno dagli
altri compagni , questa persona si presentò era il ten. Aldo Icardi del servizio
segreto americano, che mi disse “da quel momento in avanti i trasmettitori
dovevano intendersi sequestrati e restare a disposizione dell’autorità americana
nonostante il fabbricato fosse presieduto militarmente dai tedeschi, come già detto.
Disse pure che la presenza del gruppo di persone armate da cui era accompagnato
costituiva presa di possesso (sia pure simbolica) del fabbricato e degli impianti ivi
esistenti da parte di un gruppo di patrioti del luogo.[...] Icardi ci impose di
trasmettere soltanto programmi indipendenti, realizzati sul posto. Se non ricordo
male avvenne intorno il 10 aprile 1945, [ ...] io gli feci presente con tutta franchezza
l’impossibilità di poter adempiere alla richiesta per mancanza sul posto di
apparecchiatura tecnica atta alla riproduzione sonora, gli impianti EIAR di Busto
erano attrezzati soltanto per la trasmissione dei programmi provenienti da Milano
[…] il ten. Icardi non accettò nessuna nostra giustificazione [...] ci concedeva
soltanto qualche giorno di tempo […] in caso di resistenza potevamo incombere in
gravi e spiacevoli conseguenze.
# - A pag. 31 si legge: io provvidi subito ad informare la Direzione Compartimentale
EIAR di Milano, ma da parte di questa non pervenne mai istruzioni sul da farsi, [...] #
- A pag. 32 si legge: A questo punto è opportuno dire che in quel tempo c’era stata
assegnata una ulteriore scorta militare, costituita da un gruppo di italiani in età
molto giovane (tra i 18 e 20 anni), tutti armati di moschetto!
# - A pag. 33 si legge: Nel frattempo si provvide pure ad adattare alla bell’e meglio
ad auditorium di fortuna una piccola stanza nei locali del magazzino radio EIAR sito
in via Mentana 7 [...] con assoluta segretezza iniziammo a mettere insieme quelle
apparecchiature […] che in seguito portarono alla esecuzione delle trasmissioni
autonome di Radio Busto Arsizio, come voluto dal ten. Icardi – credo che tale
operazione si svolse tra il 16 e il 23 aprile 1945 o giù di lì, certamente prima del 25
aprile.
# - A pag. 31 scrive […] ricevo dal comando tedesco di Fino Mornasco di cominciare
a smontare gli impianti per il trasferimento. Mi consultai subito con il capo tecnico
presente in sede, restammo tutti silenziosi e muti, allibiti. Altro che trasmissioni
autonome! Come ci saremmo dovuti comportare con l’Ufficiale americano, cosa
avremmo dovuto dirgli?
# - a pagina 51 ripete indubbi meriti competono al gruppo patrioti […] che con tanto
spregio del pericolo si presentarono armati nel fabbricato dei trasmettitori EIAR
unitamente al ten. USA Aldo Icardi alcune settimane prima del 25 aprile.
Ma siamo fuori dal Mondo? Come si può pensare di sequestrare una stazione
radio della RSI, uno degli impianti più sorvegliati (in quanto struttura top-secret)
con un presidio militare tedesco di guardia che era lì 24 ore su 24, ed occuparlo
con solo tre uomini addirittura 15 giorni prima dell’insurrezione?! Averla usata
per trasmettere dei messaggi già prima del 25 aprile è assurdo, ma i tedeschi di
guardia cosa hanno fatto? Hanno forse giocato a tresette con il servizio segreto
americano? E’ anche assurdo affermare di aver avvertito telefonicamente la
direzione EIAR di Milano su richiesta del ten. Icardi dei servizi segreti americani.
Ma come è possibile scrivere queste cose? La direzione EIAR di Milano avrebbe
fatto intervenire immediatamente la polizia fascista o I tedeschi che erano ancora
in pieno potere, ed avrebbero almeno avvertito il corpo di guardia li già presente.
Il ten. Icardi personalmente mi ha confermato sia a voce che per iscritto, “io
Lombardo non l’ho mai conosciuto personalmente”, e solo alla mattina del 25
aprile (e non prima) il ten. Icardi si recò presso la stazione Radio (gia da poche ore
in possesso dei partigiani) con la decisione di usare questa stazione radio per
annunciare l’insurrezione; contemporaneamente consegnò l’ordine scritto per
mettere in funzione l’impianto ai fini di trasmettere (vedi l’ordine scritto dal col.
Oggioni in data 25 aprile 1945).
Questo comando, d’intesa con il CLN di Busto Arsizio, ordina a codesta direzione
della stazione Radio Trasmittente di Busto Arsizio, di mettere in efficienza la stazione
stessa entro le ore 19. Tutto il personale è mobilitato e deve attenersi a tutti gli
ordini indiscutibili del Comando di Piazza .
Ten. Col. Oggioni
Il ten. Icardi ricavò il materiale necessario per trasmettere dalla cassetta del
materiale di scorta in dotazione alla radio della missione Chrysler (se questo è
corretto il microfono dovrebbe portare questi dati “SW109 –MICROPHONE T-17 –
753-CHI-41). Tutto questo accadde nel giorno del 25 aprile 1945 e non prima. Il
testo che venne poi trasmesso fu composto e scritto dal Comando Patrioti in Busto
Arsizio, ma la messa in onda via etere partì dal trasmettitore e dalle antenne
situate sul territorio di Olgiate Olona. Se così non fosse, avrebbero dovuto tirare
un filo da via Mentana (a Busto) all’attuale Idea Verde, e credo che non vi erano i
tempi tecnici per realizzare tutto questo, in quanto l’ordine venne consegnato
verso le ore 10: si è subito dovuto pensare al recupero del materiale necessario
per poter trasmettere. Dopo le 10 Icardi manda Marco, la sua staffetta, (“Marco”
credo sia un nome di battaglia, comunque è un cittadino di Busto Arsizio,
potrebbe essere l’Armiraglio Alfonso, il cui nome di battaglia era “Marco”. In ogni
caso non lo posso assicurare in quanto per il ten. Icardi lo conosceva solo come
“Marco”) ad Appiano Gentile dove aveva trasferito la sua Radiotrasmittente da
pochi giorni, per prelevare il materiale necessario. Quindi si perse del tempo, al
ritorno si misero al lavoro e alle ore 19.00 i tecnici avevano già annunciano al
comando Patrioti di essere in condizioni di poter trasmettere. La trasmissione poi
venne effettuata verso le ore 22.00. Anche qui non si può comprendere come
siano andati a Busto in via Mentana a preparare tutto questo, sapendo che per
poter trasmettere si sarebbero dovuti collegare al trasmettitore con un'unica
possibilità, tirare tre chilometri di filo. La domanda sorge spontanea, non si poteva
fare tutto al trasmettitore di Olgiate evitando così di tirare tre chilometri di filo?
Anche se Lombardo accenna nel suo libro a pag. 39 “il giorno del 25 aprile
interessammo la società telefonica STIPEL di effettuare un collegamento telefonico
tra l’EIAR di via Mentana e la località ove avevano sede i trasmettitori”, questo è
molto difficile da comprendere, non è credibile.
# - A pag. 53 scrive: La mia collaborazione con Radio Busto Arsizio terminò verso il
4/5 maggio 1945. Non sono in grado di riferire su quanto avvenne dopo tale data.
Solo nell’anno 2005 ho appreso con emozione […]
Quindi come ha potuto Lombardo avere in suo possesso il microfono che ha
continuato a trasmettere fino al 23 maggio1945, quando lui dichiara di non aver
mai più messo piede in quella sede?
inoltre, fa notare che le prime notizie di quello che avvenne dopo quella data le
ha apprese solo nell’anno 2005
# L’ing. Lombardo dall’EIAR fu licenziato il 4 maggio 1945, e nel medesimo giorno
veniva espulso anche da Radio Busto Arsizio (sostituito dall’ing. Minicucci). A
Busto in quel determinato periodo la direzione EIAR non aveva nessun potere
giuridico, qui gli ordini venivano dati esclusivamente dal Comando Alleato
coordinato dal Col. Astley e dal CLN di Busto Arsizio, in quanto l’impianto era sotto
la protezione delle forze alleate: quindi l’allontanamento fu approvato da questi,
non da altri - perché?! ( se avrebbe dato tutta questa collaborazione al servizio
segreto americano ed ai partigiani come lui descrive, non l’avrebbero allontanato.
Credo dovevano avere il dovere di opporsi e ne avevano anche le facoltà!)
# Riguardo alla lettera rilasciata dal. ten Icardi al Lombardo (dal suo libro vedi
foto pag. 54) , Icardi personalmente mi conferma, sia a voce sia per iscritto che
quella lettera riportata sul libro di Lombardo è autentica, la fece lui su richiesta
(non ricorda bene se su richiesta di Luciano Vignati oppure di Peppino Solbiati), in
quanto avevano bisogno di fare un favore a Lombardo. Anche la lettera rilasciata
dal CLN di Busto (pag. 58) credo sia autentica. Scopo di queste dichiarazioni è che
Lombardo doveva essere riabilitato in quanto il Raggruppamento Alto Milanese
Divisione A. Di Dio aveva inserito come “bottino di guerra” anche la stazione
Radio, che misero in vendita agli industriali bustesi. Questi, prima di firmare
l’accordo, giustamente pretesero di avere del personale adatto per il
funzionamento e il permesso della RAI per poter trasmettere, operazione fallita in
seguito, in quanto la RAI vinse la causa e si riprese l’impianto. (La riunione con gli
industriali bustesi si svolse a Gazzada presso la villa del’Ing. Castelli all’epoca
presidente della società “Vizzola” di Busto)
Vedi i seguenti allegati (pag. 6 e7, fotocopie del rapporto originale steso dal
Raggruppamento Alto Milanese nel giugno 1945 su Radio Busto Arsizio). Come si
nota il complesso lo avevano acquisito come bottino di guerra (e come si legge
speravano di vincere la causa), ed avevano bisogno di una persona che lo gestisse:
Lombardo.
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