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Elaborato adottato con delibera del C.C. n. _________ del _______________

PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE

STUDIO GEOLOGICO

per l'adeguamento degli elaborati geologico-tecnici

secondo i criteri della Circolare P.G.R. 8 maggio 1996 n. 7/LAP

e per le verifiche di compatibilità

con il Piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico

adottato dall'Autorità di Bacino del Fiume Po in data 26 aprile 2001

Via Genova, 192 - 10125 Torino - Tel. 0110260610

COMUNE DI TRANA

8003/FQ5

58/FQ10

6/FQ6

5/FQ6

7/FA3

LEGENDA

1/FA1

4/FQ6

4/FA9

R. Orbana

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Corsi d'acqua naturali maggiori (acque pubbliche)

Idrografia.

Corsi d'acqua naturali minori e fossi scolanti

Canali irrigui Tratti di corsi d'acqua intubati

Limite comunale (da mappe catastali)

TAV. N°

7

1:10.000

2/FA1

Limite tra la Fascia A e la Fascia B (= limite del campo d'inondazione 11/1994)

FASCE FLUVIALI DEL P.A.I. (vigenti dal mese di settembre 2007)

Limite di progetto tra la Fascia B e la Fascia C

Limite tra la Fascia B e la Fascia C

Limite esterno della Fascia C

CS

CAm1

CAb1

Comune di REANO

Comune di AVIGLIANA

Comune di GIAVENO

Comune di SANGANO

Comune di PIOSSASCO

Comune di CUMIANA

CAe1

Frana condivisa, riportata con ridelimitazione dal SIT (sistema informativo territ.le reg.le)

e dall'Atlante PAI, con relativi codici d'archivio e di legenda regionale.

Frana condivisa, riportata dal PTC (piano territoriale di coordinamento provinciale),

con relativi codici d'archivio e di legenda regionale.

Settore di versante valutato potenzialmente franoso, con relativo codice tipologico.

DISSESTI CORRELATI ALLA DINAMICA DEI VERSANTI

Frana rilevata, con relativo n° di scheda e codice di legenda regionale.

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n/FXn

n/FXn

Fn

DISSESTI CORRELATI ALLA DINAMICA TORRENTIZIA ED AL

RETICOLO IDROGRAFICO MINORE (secondo legenda regionale)

Dissesti areali.

Ambiti di pericolosità delimitati con i criteri specificati al § 7.3 della Relazione illustrativa.

EeA

EbA

EmA

Intensità del processo/pericolosità

molto elevataelevata

media/moderata

CAb1

CAm1

ambito di pericolosità elevata, senza interventi migliorativi

ambito di pericolosità media/moderata, senza interventi migliorativi

Zonazione del conoide del Rio Barassette.

CS ambito stabilizzato, non interessato da dissesti correlati al R. Barassette

Dissesti desunti dalla cronologia degli effetti dannosi e/o rilevati in campo.

EeL

Intensità del processo/pericolosità

molto elevata (erosioni laterali con sottoescavazione/distruzione di opere di difesa)

Dissesti lineari.

ELEMENTI DI PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA

IDONEITÀ ALL'UTILIZZAZIONE URBANISTICA

CARTA DI SINTESI

DELLA PERICOLOSITA' GEOMORFOLOGICA

E DELL'IDONEITA'

ALL'UTILIZZAZIONE URBANISTICA

Ambiti nei quali le condizioni di pericolosità geomorfologica sono tali da non

porre limitazioni alle scelte urbanistiche.

Gli interventi sia pubblici sia privati sono di norma consentiti nel rispetto delle

Norme Tecniche per le Costruzioni e dei Criteri applicativi generali, la cui validità

è estesa a tutte le classi.

AMBITI TERRITORIALI DI CLASSE I

AMBITI TERRITORIALI DI CLASSE II

CLASSE IIa. Settori pianeggianti stabilizzati del fondovalle principale, dove gli interventi

edilizi possono essere tipicamente condizionati da eventuali rapporti con il reticolo

idrografico minore.

AMBITI TERRITORIALI DI CLASSE III

CLASSE IIIa. (aree prive di retinatura)

Ambiti inedificati, caratterizzati da condizioni geomorfologiche o idrogeologiche che

li rendono inidonei agli insediamenti.

Limitatamente agli usi previsti dalle norme sovracomunali, può essere permessa la

realizzazione dei fabbricati specificati nelle Norme di Attuazione.

E' consentita inoltre la realizzazione di opere infrastrutturali di interesse pubblico,

secondo quanto previsto all'art. 31 della L.R. 56/77.

CLASSE IIIb2:

sono ammessi tutti i tipi d'intervento;

CLASSE IIc. Settori pianeggianti caratterizzati dalla presenza di falda libera con ridotta

soggiacenza e/o zone di ristagno delle acque superficiali, nei quali gli interventi edilizi

possono essere tipicamente condizionati da limiti alla costruzione dei locali interrati e da

problemi di drenaggio delle acque superficiali e sotterranee.

CLASSE IIb. Superfici di terrazzi e settori basali di versanti con acclività da modesta a

media, nei quali gli interventi edilizi possono essere tipicamente condizionati da problemi

di stabilità correlati all'esecuzione di scavi e riporti e relative opere di sostegno.

CLASSE III (indifferenziata). Estesi ambiti di versante inedificati, non interessati da

generali condizioni di rilevante pericolosità geomorfologica, in gran parte caratterizzati da

acclività medio-alta od elevata e comprendenti limitate aree colpite da dissesti correlati alla

dinamica dei versanti e dei corsi d'acqua minori. Essi sono da considerarsi a tutti gli effetti

analoghi agli ambiti di classe IIIa, non escludendo tuttavia la possibilità di future

individuazioni di aree idonee all'edificazione attribuibili alla classe II.

Tali individuazioni possono essere fatte solo mediante una variante strutturale, dopo la

favorevole conclusione di uno Studio geologico-tecnico di fattibilità , da svolgersi con

riferimento a specifiche ipotesi di utilizzazione urbanistica e secondo i criteri indicati dalla

Circ. P.G.R. 7/LAP/96 per le indagini di Terza fase.

Ambiti nei quali le condizioni di moderata pericolosità geomorfologica possono essere agevolmente

superate mediante l'adozione ed il rispetto di modesti accorgimenti tecnici realizzabili con il progetto

esecutivo nell'ambito del singolo lotto edificatorio o dell'intorno significativo.

Tali interventi non devono in alcun modo incidere negativamente sulle aree limitrofe, né condizionare

la propensione all'edificabilità.

Gli interventi sia pubblici sia privati sono di norma consentiti, nel rispetto delle prescrizioni

geotecniche e dei criteri geoapplicativi specificati nella Relazione geologico-tecnica redatta ai sensi

dell'art. 14 della L.R. 56/77, da recepirsi nelle Norme di attuazione.

In rapporto alle diverse condizioni di pericolosità prevalenti (ma non esclusive),

la classe II è differenziata nelle seguenti sottoclassi.

Ambiti nei quali le condizioni di pericolosità geomorfologica e di rischio, derivanti questi ultimi dalla

urbanizzazione dell'area, sono tali da impedirne l'uso qualora inedificate, richiedendo, viceversa, la

previsione di interventi di riassetto territoriale a tutela del patrimonio esistente.

CLASSE IIIa-R. Classificazione esclusivamente attribuita all'area di pertinenza della cava

di serpentiniti abbandonata “Rivafredda”, comprendente i versanti coltivati ed i sottostanti

piazzali di deposito e lavorazione.

In considerazione delle attuali condizioni di pericolosità, sia di tipo geomorfologico, sia di

tipo ambientale, l'area è ritenuta inidonea a qualsiasi tipo di utilizzazione urbanistica.

Ogni eventuale proposta per interventi di sistemazione e/o recupero e/o ridestinazione,

dovrà essere elaborata e valutata nell'ambito di un progetto pluridisciplinare coordinato di

messa in sicurezza geomorfologica e di risanamento-recupero ambientale da sottoporsi

alla procedura di VIA.

CLASSE IIIb

Ambiti edificati, nei quali gli elementi di pericolosità geologica e di rischio sono tali da

imporre in ogni caso interventi di riassetto territoriale di carattere pubblico a tutela del

patrimonio urbanistico esistente. In assenza di tali interventi, sono consentite solo

trasformazioni che non comportino un incremento del carico antropico.

Nuove opere o costruzioni sono ammissibili solo dopo l'attuazione degli interventi di

riassetto e dell'avvenuta eliminazione e/o minimizzazione della pericolosità, con i seguenti

criteri di limitazione dell'incremento del carico antropico:

CLASSE IIIb3:

sono ammessi interventi che comportano modesti incrementi del carico antropico;

CLASSE IIIb4:

non sono ammessi interventi che comportano incrementi del carico antropico.

Gli interventi ammissibili nelle aree attribuite alle varie sottoclassi sono indicati, con relative

limitazioni e prescrizioni, nella tabella “Interventi ammissibili nelle aree edificate assegnate

alle classi IIIb e IIIc” allegata alla Relazione illustrativa e recepita nelle NdA.

Le campiture a tratteggio sono usate, insieme alle sigle suffisse fra parentesi, per delimitare

le zone di mitigazione correlate agli interventi di riassetto specificati in detta tabella.

Per queste aree è necessaria la predisposizione di adeguati protocolli d'intervento nell'ambito

del Piano Comunale di Protezione Civile .

CLASSE IIIc. Insediamenti residenziali od artigianali isolati, la cui ulteriore utilizzazione

urbanistica è giudicata incompatibile con le condizioni di elevata pericolosità

geomorfologica e di alto rischio incombenti su di essi.

Tali condizioni sono dimostrate da gravi dissesti avvenuti in passato e sono in molti casi

confermate dagli esiti di analisi idrauliche appositamente eseguite.

La realizzazione di adeguati interventi difensivi appare in tutti i casi molto difficile ed

onerosa, anche in considerazione dei rapporti costi/benefici.

Con l'attuazione dei provvedimenti di cui alla Legge 9/7/1908 n. 445 ed all'art. 40 delle

Norme di Attuazione del PAI è possibile programmare la rilocalizzazione degli

insediamenti regolarmente autorizzati.

In attesa di rilocalizzazione, sono ammissibili unicamente interventi conservativi.

Per questi insediamenti è urgente la predisposizione di adeguati protocolli d'intervento

nell'ambito del Piano Comunale di Protezione Civile .

Fasce fluviali di vincolo paesaggistico ex-lege 431/1985

5/FA1

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CAe1ambito di pericolosità molto elevata, senza interventi migliorativi

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Giugno 2014

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