Quaderni del Liceo Ferraris
numero 5 – maggio 2011
Mancini Maria Carmela “I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza
“I Giochi di Newton” sono un’iniziativa del Liceo “Ferraris” che punta a stabilire continuità con l’insegnamento delle materie scientifiche svolto nelle scuole inferiori, al tempo stesso orientan-do alla scelta del Liceo scientifico gli studenti più motivati del-l’ultima classe del primo ciclo di studi.
Il Quaderno ripercorre la genesi di tale iniziativa, concepita dall’autrice, insegnante appassionata, sotto il pungolo dell’esi-genza di fornire ai suoi allievi nuove e forti motivazioni allo studio delle scienze. Cresciuta gradualmente anche grazie all’apporto diretto di idee e di passione degli stessi studenti - non più visti come recettori passivi delle attività di insegnamento ma quali protagonisti co-ideatori dei percorsi di apprendimento – i “Giochi di Newton” costituiscono un interessante esempio di traduzione in pratica delle idee-base del “cooperative learning”, declinato in senso ludico, eppure estremamente serio.
Cooperazione temperata da giocoso spirito di competizione, creatività sviluppata nel rispetto di regole condivise, passione per la scoperta scientifica, operatività laboratoriale, si fondono in modo armonioso in questa originale iniziativa didattico-educativa.
La monografia, nella seconda parte, riporta le attività proposte nell’edizione dei “Giochi” 2011.
Maria Carmela Mancini è docente a tempo indeterminato di Biologia, Chimica, Scienze della Terra e Geografia Astronomica presso il Liceo “Ferraris” dall’a.s. 2009-2010.
“I GIOCHI DI NEWTON”: COME ATTRARRE ALLA SCIENZA Autrice: Maria Carmela Mancini 1. Così è nata l’idea
“Non vorrà fare lezione anche oggi! L’ultimo giorno di scuola, da
domani inizieranno le vacanze di Natale!” Così esordi un alunno al mio
ingresso in aula… “giochiamo prof“, continuò un altro con un tono di voce
convincente. Per un attimo mi immaginai nel tentativo di mantenere l‘ordine
tra venticinque adolescenti euforici! “Allora che facciamo?” chiese un altro:
“giochiamo” - risposi - “con le Scienze, naturalmente!“, e nell’aula serpeggiò
un mormorio di disapprovazione; ma: “le Scienze sono così belle che si
possono magicamente trasformare in un divertente gioco!”, continuai in
modo persuasivo.
Quell’anno insegnavo in un Istituto Industriale e la classe di cui sto
parlando era una prima. ”Formiamo le squadre!“, esortai la scolaresca: e
così gli alunni, con aria rassegnata, formarono i gruppi. Invitai ciascuna
squadra ad ideare rebus, domande a risposta multipla e indovinelli di
Scienze, riguardanti il programma svolto fino a quel giorno, da proporre agli
altri. Gli allievi scelsero anche tra loro la giuria ed i tutori dell’ordine. In un
attimo si creò un’atmosfera adatta al lavoro, ed io diedi loro il tempo
necessario. Mi colpi il grande coinvolgimento con il quale ciascuno
partecipava all’ideazione dei giochi. Scaduto il tempo il giurato addetto al
cronometro diede il via ai giochi.
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Il capo della prima squadra con aria di sfida propose la sua
domanda a risposta multipla all’avversario, il quale, dopo aver pensato un
po’, rispose con fare da saputello. Il gioco andò avanti ed io fui testimone di
uno spettacolo unico: i ragazzi erano molto attenti al gioco e se le risposte
date non erano esatte chi le aveva formulate dava quella giusta,
completandola con la spiegazione. Non mancarono le discussioni che
vennero subito controllate dai “tutori dell’ordine”. Ero meravigliata nel
vedere come parlavano di Biologia con lo stesso entusiasmo di quando
discutevano del campionato di calcio o di un film visto la sera prima!
Quell’aria di rassegnazione iniziale lasciò dunque il posto ad una di
partecipazione attenta e divertita. Emersero argomenti svolti all‘inizio
dell’anno e chi non li ricordava era subito redarguito dagli altri che lo
invitavano, con modi scherzosi, ad andare a ripeterli. La giuria, con molta
serietà, attribuiva punteggi ed anche penalità a coloro che non rispettavano
le regole: e notai molta severità nella formulazione delle domande. Mi
divertii nel vedere i miei alunni protagonisti e scoprii aspetti del carattere di
alcuni che non conoscevo.
Il tempo volò e, altra meraviglia di quel giorno, al suono della
campanella che segnava la fine della mia seconda ora con loro seguì un
coro di ”Nooo, ci stavamo divertendo!”. Per me quel giorno fu veramente
importante: ero felice per l’esperienza fatta e mi resi conto che giocando
avevano ripetuto tutto il programma, e chi aveva qualche dubbio
sicuramente lo aveva chiarito. ”Giocheremo qualche altra volta vero prof?”
mi chiese dal fondo dell’aula una voce: “certo!“, risposi con tono
rassicurante. E quel ”gioco delle Scienze” divenne il mio asso nella manica.
Ogni volta che avevo lezione l‘ultimo giorno di scuola prima di qualsiasi
vacanza lo proponevo alla classe e riusciva sempre in modo diverso.
Rifacendolo ho capito l’importanza dell‘attività “peer to peer“, che mi ha
permesso di scoprire che se gli alunni vengono resi protagonisti della attività
didattica essi lavorano con serietà, impegno e che, tra di loro, diventano
molto severi ed esigenti.
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Qualche anno dopo decisi di far disputare i giochi tra le mie due
classi prime. Gli alunni della sezione B formularono quesiti, rebus e
cruciverba a quelli della sezione D e viceversa. Questa volta c’era una
novità: problemi di Chimica ideati dagli alunni la cui risoluzione era proposta
agli studenti della classe avversaria. Lasciai che ognuno decidesse il
proprio ruolo nel gioco. Naturalmente i più bravi decisero di inventare i
problemi di Chimica, mentre alcune ragazze prepararono un bel cruciverba
scientifico. Ciò che mi stupì fu lo scoprire che a proporsi come tutori
dell’ordine furono proprio i più discoli. Inizialmente ebbi un po’ di esitazione
ma volli metterli alla prova: furono ottimi operatori del servizio d’ordine.
Ancora una volta constatai che è sempre importante responsabilizzare i
ragazzi. I preparativi durarono qualche giorno durante i quali emerse un
forte spirito di cooperazione. Ciascuno in base alle proprie attitudini e
capacità diede il meglio di sé per fare in modo che la propria classe
vincesse.
Gli anni passarono e ogni volta che si “giocava con le Scienze“ c’era
sempre qualche novità. Seguendo le mie figlie, che frequentavano un
istituto comprensivo, notai che in molte occasioni i bambini della scuola
materna incontravano quelli della elementare e questi spesso erano invitati
ad andare presso la scuola media, ma mi resi conto che tale ricerca di
continuità verticale non proseguiva oltre: la scuola superiore non aveva mai
occasione d’invitare i ragazzi delle medie a trascorrere insieme una giornata
scolastica per poter dare agli studenti dei due ordini di scuola la possibilità
di socializzare e, soprattutto, ai più piccoli la possibilità di vedere la scuola
superiore quando è in piena attività e non quando è vuota, di domenica
mattina durante i giorni dell’orientamento. Decisi quindi di creare questa
opportunità: ma come?
Ci pensavo spesso, finalmente un giorno mi venne un’idea: quale
occasione migliore per socializzare se non con il gioco? “Il gioco delle
Scienze“, naturalmente! In quel periodo stavo trattando la legge
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gravitazionale ed ecco che i divertenti giochi delle Scienze divennero “I
Giochi di Newton”.
2. Gli obiettivi
Inizialmente pensai che gli obiettivi dei “Giochi di Newton“ dovessero
essere la socializzazione tra studenti di scuole di grado diverso e la
continuità tra inferiori e superiori, ma riflettendo sulle esperienze fatte in
classe mi resi conto che implicito in essi ve n’era un altro. Pensai, infatti,
che i giocatori per prepararsi devono necessariamente approfondire lo
studio di argomenti scientifici, ed in tal modo ampliare le conoscenze in
questo ambito disciplinare; quindi, questa attività promuove l’interesse verso
le Scienze.
Sia i “giocatori” che gli ”autori” mediante i “giochi” mettono in atto le
competenze acquisite: i primi per rispondere, accumulare punti e vincere; i
secondi per ideare giochi da proporre. Ogni giocatore mette a disposizione
della sua squadra le proprie potenzialità, pertanto questa attività promuove
la cooperazione (cooperative learning). Tale modalità di apprendimento
consente agli alunni di avere occasione di imparare anche dai compagni, ed
in modo tale da “fissare” con grande efficacia conoscenze ed abilità: nei
“giochi di Newton”, infatti, troviamo attuato, in modo essenziale, il
cooperative learning, e promossa l’attività peer to peer.
Tutti i partecipanti devono rispettarsi reciprocamente e devono
attenersi a regole chiare, garanzia di buon funzionamento del tutto: ed ecco
un altro importante obiettivo! La buona riuscita dei giochi dipende da ogni
alunno giocatore, autore dei quiz o giurato che sia: pensai dunque che il
progetto sviluppasse anche il senso di responsabilità di ciascuno.
“E se svolgessi i giochi nel periodo che precede le iscrizioni?” Allora,
pensai, “l’iniziativa potrebbe avere, tra gli altri, anche l’obiettivo di
pubblicizzare la scuola”. Decisi allora di coinvolgere nei giochi le classi
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prime: i ragazzi che appartenevano a classi diverse ebbero modo di
conoscersi e fu come se gli studenti diventassero membri d’un’unica
numerosissima classe: la loro nuova scuola superiore. Ecco emergere
l’obiettivo di “accoglienza e inserimento nella nuova scuola”.
3. I ruoli
I ragazzi che giocano hanno diversi ruoli, in quanto possono:
a) far parte della giuria
b) essere tutor di una squadra di concorrenti
c) costituire il servizio d’ordine
d) essere presentatori, o infine
e) essere concorrenti.
La giuria è composta da sei studenti della scuola superiore
ospitante: il “presidente” che controlla il punteggio attribuito dai giurati e
proclama i vincitori; la “voce“ che comunica sia il punteggio da attribuire ad
ogni risposta esatta che la classifica provvisoria; un altro giurato è addetto a
designare la squadra che si è comportata meglio, un quarto ragazzo
sceglierà la squadra che ha mostrato più affiatamento, un altro è addetto a
valutare la velocità nelle risposte; il sesto è il “cronometro“ dei giochi, cioè
dà il ”via” e lo ”stop” ai giochi.
I presentatori sono due: essi conducono i giochi ma sono anche gli
animatori della giornata.
Ogni squadra ha come punto di riferimento un tutor, alunno della
scuola superiore, il cui ruolo è quello di supportare la squadra: appena essa
avrà dato una risposta egli si alzerà cosi che il giudice possa segnare il
tempo impiegato. Quando tutti i tutor si saranno alzati in piedi la voce darà
la risposta esatta e il punteggio da attribuire, i tutor leggeranno ad alta voce
la risposta data dalla propria squadra e la giuria, in base all’esattezza di
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essa, attribuirà o meno i punti previsti per quel gioco. Durante il break i tutor
fanno “gli onori di casa“, accompagnando i concorrenti a visitare la scuola.
Altro ruolo importante è quello dei responsabili dell’ordine. I ragazzi
che rivestono questo ruolo devono vigilare che vengano sempre rispettate
le regole del gioco ma, soprattutto, che il comportamento di ciascuno sia
sempre educato.
Infine i concorrenti: si tratta di ragazzi e ragazze che frequentano la
terza media, partecipanti ai giochi in squadre composte da 6 elementi. Ogni
squadra ha un capo, un esperto chimico, un amante di Geografia astrono-
mica e di Stelle, un bravo enigmista e un “asso” nei giochi di logica. In que-
sto modo si potrà realmente mettere in atto lo spirito di cooperazione. Tutti i
partecipanti, siano essi giurati o tutor, concorrenti o addetti al servizio
d’ordine, avranno comunque un unico intento: la buona riuscita dei giochi!
4. I giochi
Giocando in classe con le Scienze, il cruciverba ideato da un gruppo
di alunne mi era particolarmente piaciuto perché mi aveva permesso, quasi
meglio d’un’interrogazione classica, di verificare le conoscenze di Biologia
sia di coloro che avevano “giocato” sia delle ragazze ideatrici, le quali
avevano strutturato uno schema complesso con delle definizioni molto
chiare che vertevano su tutto il programma svolto. Il cruciverba fu dunque il
primo tipo di prova che decisi di proporre per i “Giochi di Newton”.
Pensai, poi, ai simpatici rebus da proporre come relax tra due prove
più impegnative. Un gruppo di ragazzi ideò un crucipuzzle con definizione di
una legge scientifica nascosta da individuare, che sottopose al mio giudizio.
Trovai quel gioco veramente originale e decisi di proporlo ai ragazzi delle
scuole medie.
Divertenti rompicapo di logica non potevano mancare trattandosi di
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giochi a carattere scientifico - matematico così, con la collaborazione della
docente di matematica, ne abbiamo scelti alcuni veramente avvincenti.
Seguendo trasmissioni televisive di quiz avevo notato che molti di
essi erano scientifici e pensai che probabilmente i ragazzi fossero esperti in
questo tipo di gioco.
Per abituarli al progetto CLIL - che prevede l’insegnamento di una
disciplina scientifica in lingua inglese - chiesi ad un gruppo di appassionati
di prepararne alcuni e di tradurli con l’aiuto della professoressa di Inglese.
”Prof abbiamo inventato un gioco nuovo!!”: così mi accolsero due
ragazze con gli occhi costì tanto scintillanti di entusiasmo che mi venne
spontaneo di lasciare sulla cattedra tutti i libri ed il registro che avevo in
mano e di leggere con curiosità il foglio scritto a penna che le ragazze mi
stavano porgendo. Il gioco consisteva in due tabelle di cui la prima era
vuota e la seconda conteneva tante lettere messe alla rinfusa. Si dovevano
comporre con le lettere della seconda tabella i nomi di sei pianeti e metterli
in ordine di distanza dal Sole nella prima. Apprezzai la creatività e mi resi
conto che non era facile perché i pianeti non erano i primi sei del Sistema
Solare quindi la ricerca nella seconda tabella non era mnemonica e
scontata. ”Molto bello“ esclamai “farà anche questo parte dei giochi!”
Le Scienze affascinano, e stupiscono soprattutto in laboratorio. Gli
argomenti, se trattati in classe e verificati con esperimenti vengono
compresi meglio e con minore difficoltà. Per completare i Giochi di Newton
era indispensabile inserire anche qualche attività di laboratorio. Con la
collaborazione delle colleghe di Scienze e di Fisica abbiamo quindi scelto
esperimenti di facile esecuzione da effettuare con materiali e strumenti
facilmente reperibili da proporre alle squadre delle scuole medie, facendo
anche in modo che destassero stupore e fossero coinvolgenti. L’estrazione
del DNA dal kiwi, così come la ricerca della vitamina C nel succo di limone
ci sembrarono soddisfare tutti questi requisiti. Per la Fisica la costruzione di
un piccolo circuito con i limoni usati come generatori che permettevano
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l’accensione di una piccola lampadina ci parve adatta a suscitare interesse
e meraviglia nei piccoli “fisici” ospiti della nostra scuola.
Cruciverba, rebus, rompicapo, quiz in inglese, esperimenti di
Chimica e di Fisica: ecco, i Giochi di Newton erano pronti, potevamo
giocare.
5. Aspettando i Giochi di Newton
“Si sta realizzando il primo passo verso la continuità”, pensai quando
nella sala dei docenti ero seduta per concordare gli argomenti sui quali
preparare gli alunni per partecipare ai giochi con i colleghi che hanno
collaborato con me e le professoresse delle diverse scuole medie che
avevano accolto il nostro invito e avevano aderito al progetto.
Era settembre e si decise di cominciare i programmi proprio dagli
argomenti stabiliti. Ecco il concretizzarsi di quel ”punto di giunzione“
importante: gli studenti delle diverse scuole uniti nella preparazione d’un
evento che li vedeva fianco a fianco.
Gli alunni delle prime del nostro Liceo si misero subito all’opera.
Pensarono proprio a tutto, dal logo dei giochi ai segnaposto delle squadre e
anche ai festoni e ai cartelloni per addobbare l’aula magna. Lasciai che
ognuno decidesse il proprio ruolo nei giochi, come criterio per la scelta dei
tutor furono i ragazzi a stabilire che ciascuno dovesse accompagnare le
squadre della propria scuola media di provenienza.
”Le magliette e le coppe sono arrivate!” mi comunicò il collega di
educazione fisica che se ne era occupato, qualche giorno prima della data
di inizio dei giochi. A quella frase mi resi conto che stava per concretizzarsi
quell’idea che giorno dopo giorno era cresciuta nella mia mente, s’era
affinata divenendo per me sempre più coinvolgente, importante e alla quale
sentivo di tenere sempre di più.
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Ed ora, ecco, tutto è pronto. I festoni colorati sulle pareti e i banchi
disposti in gruppo per le squadre danno un aspetto diverso alla seria aula
magna. Alla cattedra i ragazzi della giuria e al centro siede il presidente
intento a distribuire ai giurati le tabelle per annotare il punteggio delle
squadre. Ai lati della cattedra i due presentatori emozionatissimi ripetono il
discorso iniziale. Di fronte a me ad ogni postazione un tutor che attende la
propria squadra. Vicino alla porta i ragazzi del servizio d’ordine pronti ad
accogliere gli ospiti. ”Sono arrivati!” esclama con voce tremante per
l’emozione la ragazza più vicina alla porta sporgendosi per spiare. A questa
frase compaiono i tanto attesi ospiti preceduti da un alunno del nostro liceo
che mostra il cartellone recante il nome della rispettiva scuola media il cui
tutor si alza, va incontro a loro e facendo gli onori di casa li invita da
accomodarsi scoprendo subito che tra di essi ci sono amici dell’ anno
precedente e non solo!
Altra meraviglia, rivede la sua insegnante di Scienze di terza media!
I giochi di Newton quindi hanno permesso anche alle docenti di poter
vedere come gli ex alunni si siano inseriti nella nuova scuola. L’aula magna
pian piano si riempie, di fronte a me tantissimi ragazzini con la maglietta dei
bianca dei giochi e tantissimi visetti emozionati che mi guardano aspettando
che io dia il via alla gara. C’erano proprio tutti! Presi il microfono e con il
cuore impazzito: “benvenuti al Ferraris!“, la mia idea era diventata realtà,
diedi così inizio ai Giochi di Newton!
6. Finalmente i Giochi!
I presentatori diedero inizio ai giochi. I primi in programma erano i
giochi di logica. I concorrenti si misero subito all’opera, era come se
nell’aula magna ci fossero tante nuvolette candide quante erano le squadre.
Infatti i componenti delle squadre che indossavano le magliette bianche
s’erano avvicinati tutti al foglio sul quale erano scritti i giochi, tanto che non
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c’era spazio tra un ragazzo e l’altro sì che sembravano una nuvola.
Lavorarono quindi con molta serietà e correttezza. Al termine, quando tutte
le squadre ebbero completato il lavoro, ”la voce” lesse le risposte esatte ed
il presidente le spiegò con molta chiarezza.
“Ecco l’obiettivo dell’apprendere con la metodologia del peer to peer“
pensai quando le parole del ragazzo presidente della giuria furono di
chiarificazione dei dubbi manifestati da alcuni concorrenti. La scena cambiò
al secondo gioco allorché le squadre furono impegnate nell’esecuzione
dell’esperimento “l’estrazione del DNA dal kiwi”. La staticità che aveva
caratterizzato i giochi di logica lasciò il posto alla dinamicità tipica
dall’attività di laboratorio. C’era chi tagliava kiwi, chi li riduceva in poltiglia
schiacciandoli, chi preparava soluzioni, chi prelevava succo d‘ananas
utilizzando una siringa. Anche le professoresse delle scuole medie si
avvicinarono ai banchi delle squadre e con molto interesse seguirono il
procedimento per l’esecuzione dell’esperimento. I ragazzi mostravano
entusiasmo ed così i tutor, tanto che alcuni, mentre i concorrenti
preparavano una soluzione si improvvisavano “porta provette” umani. Non
mancavano le foto ricordo che ritraevano i concorrenti della squadra più i
tutor con un kiwi in una mano e la soluzione colorata nell’altra. Guardando
tutto ciò constatai che l’obiettivo socializzazione era stato raggiunto anche
la cooperazione era evidente. Che soddisfazione si leggeva sul viso dei
ragazzi nel vedere il DNA in sospensione nella provetta, segno della riuscita
dell’esperimento.
Giunse il momento del break, ecco i ragazzi del nostro Liceo
passare tra i banchi delle squadre con vassoi pieni di cornetti gentilmente
offerti dalla signora del bar della scuola. ”Gli alunni del Ferraris a scuola si
sentono accolti”, pensai, ”come se considerassero la scuola alla stregua di
una seconda casa”. Non avevo ancora finito di fare questa osservazione tra
me e me, quando mi si avvicinò la studentessa rappresentante di sede del
Liceo chiedendomi di poter parlare per dare il benvenuto agli ospiti a nome
di tutti gli studenti del Ferraris. Mi sembrò una bella e doverosa iniziativa e
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le passai il microfono. Con molta disinvoltura parlò ai presenti e ciò che mi
colpì fu la frase di chiusura del suo discorso: ”la scelta della scuola
superiore è molto importante dovete essere attenti e valutare bene le vostre
attitudini ma vi auguro di essere fortunati come me e di trovare una scuola
come la mia. Io ogni giorno vengo volentieri e non vedo l’ora di incontrare i
miei compagni ed i miei professori. Qui mi sento a mio agio, studio con
serenità”. Decisi che a questa studentessa spettasse il titolo di opinionista!
Quello che aveva detto diede conferma a ciò che pensavo. Nel nostro Liceo
si cerca di mettere gli alunni nelle migliori condizioni per poter apprendere,
permettendo loro di poter lavorare serenamente e con molta serietà.
Poco prima che terminasse la pausa, mentre i ragazzi visitavano la
scuola accompagnati dai tutor, ebbi modo di parlare con le docenti delle
scuole medie le quali si mostrarono entusiaste per la nostra iniziativa e
misero in evidenza un aspetto che io non avevo preso in considerazione:
questi giochi permettono alle scuole medie di incontrarsi e di confrontarsi.
Alcune insegnanti avevano rivisto con piacere i loro ex alunni ed erano felici
di vederli così ben integrati nel Liceo. Si avvicinarono a me anche i genitori
ed alcuni nonni che erano venuti inizialmente solo per accompagnare i
ragazzi ma cominciando a seguire i giochi li avevano trovati avvincenti ed
avevano deciso di trattenersi. Tutto ciò, naturalmente mi gratificò
moltissimo. Quelle frasi di approvazione mi riempirono di energia e con
voce ricca di vigore diedi il via alla seconda parte dei giochi.
Tutto è pronto per l’esperimento di Fisica. Un intenso profumo di
limone invade ogni punto dell’aula magna mentre i concorrenti sono intenti
ad allestire un piccolo circuito elettrico che utilizza come generatori di
corrente limoni collegati mediante morsetti e fili conduttori. Un po’ di
suspence e poi un applauso spontaneo da parte dei componenti della
squadra quando, collegando il circuito ad una piccola lampadina, questa si
accende. “Si è illuminata!” esclama incredulo un altro concorrente.
L’entusiasmo che dilagava nell’aula era conferma dell’efficacia
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nell’apprendimento e del maggiore coinvolgimento dei discenti scaturito
dalla attività di laboratorio.
Terminato l’esperimento si passò ai quiz a risposta multipla in
Inglese. Mentre una ragazza del nostro Liceo leggeva le domande e gli altri
erano attentissimi nel dare la risposta, mentre i tutori dell’ordine vigilavano
in modo che si rispettassero le regole, mentre i giurati attribuivano il
punteggio, mi resi conto che, in quel giorno di scuola diverso dagli altri, gli
alunni erano protagonisti attivi dell’apprendimento e noi insegnanti guide
sorprese e spettatrici, quasi incredule d’un evento speciale.
Era proprio vero che i giovani non stavano parlando di cellulari, ma
di cellule.
Chissà da quanto tempo non si divertivano sorridendo ad un
coetaneo senza usare giochi tecnologici che li pongono davanti ad uno
schermo, isolandoli ed estraniandoli dalla realtà. Tutto ciò che gli alunni
avevano appreso lo avevano fatto divenire “proprio” a tal punto da
trasformarsi con molta disinvoltura in un divertente gioco.
Arrivò il momento dell’enigmistica: rebus, cruciverba e quel
complicato gioco ideato dalle ragazze della prima C. Come erano fieri i miei
alunni quando io al microfono li invitavo ad alzarsi per presentarli ai
concorrenti come autori di ciascun gioco. E i tutor, come esultavano quando
era attribuito un punto alla squadra che supportavano come se fossero loro i
concorrenti!
Giunse il momento della proclamazione della squadra vincitrice.
Mentre la giuria era intenta a stilare la classifica, un alunno della prima C
intratteneva i presenti con curiosità scientifiche da lui ricercate che, essendo
molto coinvolgenti, interessarono tutti. Propose anche divertenti indovinelli
rigorosamente di Scienze che servirono da relax dopo una mattinata così
intensa e piena di attività. La disinvoltura con la quale quel ragazzino
parlava ai presenti era proprio tanta, padrone “della scena” a tal punto da
suscitare la simpatia del preside che sottovoce mi chiese il suo nome.
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Ecco, il presidente della giuria si alza. Nell’aula magna piomba il
silenzio più assoluto, gli viene passato il microfono, è il momento della
proclamazione dei campioni dei Giochi di Newton. Il tutor accompagna la
squadra vincitrice alla cattedra dove il presidente consegna l’attestato al
caposquadra. Che gioia e che soddisfazione per l’intera squadra; e per le
altre squadre? non avevano forse dato tutte prova d’impegno nel prepararsi
per questi giochi? non si erano comportate in modo rispettoso delle regole?
non avevano lavorato mostrando spirito di squadra? Tutte meritavano un
riconoscimento. Infatti, quando la squadra campione tornò al suo posto la
premiazione continuò. Il presidente proclamò la squadra che comportandosi
in modo corretto aveva meritato il titolo di ”campioni nel rispetto delle
regole”; ci fu chi ebbe il riconoscimento per aver dimostrato il miglior
affiatamento e la migliore cooperazione, fu premiata anche la squadra che
era stata più veloce nel dare le risposte. Il titolo di esperto di laboratorio
spettò alla squadra che aveva eseguito meglio gli esperimenti, il
riconoscimento di ”esperto in enigmistica” fu attribuito a quella che aveva
dimostrato di essere competente nella risoluzione del cruciverba e dei
rebus, anche il team che era stato più bravo nel risolvere i rompicapo venne
premiato così come quello dimostratosi esperto in ... English.
Questa scelta, premeditata, di premiare tutti era scaturita dalla mia
convinzione che in ogni alunno ci sono tante potenzialità e spetta
all’insegnante ricercarle e valorizzarle per dargli la possibilità di acquisire
sempre più fiducia e sicurezza in se stesso.
La premiazione si concluse con la consegna da parte del nostro
preside di una coppa a ciascuna scuola partecipante, segno di amicizia e
ricordo di questo evento scaturito dal lavoro e dall’impegno di tanti alunni ed
insegnanti tutti accumunati da un unico obiettivo: la buona riuscita di esso!
Al momento del commiato aleggiava aria di soddisfazione, sentii una
ragazza affermare di non vedere l’ora di tornare alla sua scuola per
consegnare, con orgoglio, al preside il premio ricevuto! Quanta euforia
riempiva l’aula magna. Mentre le professoresse ospiti mi salutavano e mi
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ringraziavano per aver dato ai propri alunni la possibilità di fare questa bella
esperienza il vociare diveniva sempre meno forte e il silenzio prendeva il
suo posto. Tutti i ragazzi erano andati via felici e arricchiti da questa
giornata scolastica diversa dalle altre.
E i miei alunni? no, non erano andati a casa, stavano ancora riuniti
in un angolo dell’aula magna a discutere di come era andata la giornata,
ricordandone i momenti più significativi, quelli più emozionanti e perché no
anche quelli più buffi. Io ero con loro sentivo che questa esperienza mi
aveva permesso di instaurare un rapporto nuovo con loro,avevamo lavorato
fianco a fianco superando momenti di difficoltà, soprattutto nella fase di
preparazione, momenti di tensione nei quali a volte la mia pazienza è stata
messa a dura prova!! Anche loro avevano dovuto aggiungere altro lavoro a
quello scolastico ordinario, ma l’impegno e la fatica dei giorni trascorsi
erano stati magicamente cancellati dalla gioia e dalla soddisfazione date del
buon esito dei giochi che in quel momento ci univa facendo in modo che
anche noi fossimo una squadra affiatata nella quale ognuno si era
impegnato per il bene di tutto il gruppo.
Per me questa esperienza didattica è stata molto importante perché
mi ha fatto crescere professionalmente facendomi capire che l’alunno deve
essere il protagonista attivo della lezione e sentirsi responsabile del suo
operato. L’insegnante deve rappresentare una guida sempre pronta a
motivare e suscitare l’interesse e l’entusiasmo dell’alunno.
Nell’edizione 2011 “I Giochi di Newton” si sono svolti in cinque
giornate: ognuna ci ha fatto vivere emozioni diverse e non saprei dire quale
di esse sia stata la più bella. Tornati a fare lezione una voce dal fondo
dell’aula mi diede conferma di quanto era stata apprezzata questa iniziativa
didattica un po’ speciale: ”Benvenuti ai Giochi di Newton - prof a quando i
prossimi?”
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7. I “protagonisti” dell’edizione 2011 dei “Giochi”
Oltre me, Maria Carmela Mancini, hanno partecipato all’attuazione dei
giochi i seguenti docenti:
prof.a Rosangela Decuia: ha curato il gioco ”In English please”
prof.a Concetta D’Ippolito: si è occupata dei giochi di logica
prof.a Rita Lovecchio: ha collaborato preparando l’esperimento di Fisica
prof.a Mina Palumbo: ha preparato l’esperimento di Chimica,
prof. Pasquale Pignatelli: ha provveduto a reperire le magliette, le coppe ed
alla raccolta delle adesioni da parte delle scuole medie.
Gli alunni:
IB Saracino Alessio, Buongiorno Gianmarco, Albano Roberto,
Bottiglione Benedetta, De Angelis Federica, De Marco Valentina, Di
Bari Silvia, Galeone Gabriella, Immune Cristian, La Spada Gabriella,
Ludovico Matteo, Mandese Valeria, Notarnicola Alessia, Panerai
Francesca, Pastore Emanuele, Pomes Federica, Putignano
Francesca, Tarallo Gabriele,
IC Albano Fabio, Baroni Andrea,Cassone Davide, Chiruzzi Andrea,
Cofano Riccardo, Dellinoci Alessia, Fanelli Stefano, Fontanarosa
Noemi, Latini Roberto, Mattaisi Giulia, Miceli Anna, Molino Antonio,
Palminteri Marco, Rubiu Remo, Russo Francesca, Scotti Silivia,
Valentini Luca,
ID Spada Roberto, D’Ippolito Marco, Basile Piero, Deandri Arianna,
Scarinci Antonio, Bax Francesca, Scutifero Francesco,
IE Dalbosco Amanda, Dipierro Noemi, Prisciano Marialucia, Pocognoni
Simone, Sciarraffia Gianmario, Sini Valeria.
Le scuole Medie che hanno partecipato, con una o più squadre:
Alfieri – Taranto
Colombo - Taranto
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Dante – Taranto
De Nicola – Pulsano
Giannone – Pulsano
Leonida – Taranto
Madonna Della Camera - Monteparano e Roccaforzata
Sciascia – Talsano
Pascoli – San Giorgio Jonico.
8. Il logo
Ai “Giochi” corrisponde un “logo” che cerca di esprimerne con
immediatezza alcuni elementi costitutivi fondamentali.
Il logo è utilizzato, in particolare, per i “segnaposto” per le diverse squadre
collocate a lavorare in aula magna:
“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 17
9. Alcuni giochi dell’edizione 2011
Il Cruciverba
“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 19
Il gioco dei pianeti (ideato dalle ragazze della IC)
L’ultimo pianeta è stato DECLASSATO
IN ENGLISH, PLEASE ?
1. It measures the energy generated during an earthquake: a) Richter scale b) Mohs scale c) Ph scale d) Thermometric scale
a) in una b) il volume c) l’orbita d) il numero
2. On the 21st june the sun’s rays are perpendicular:
a) at Capricorn Tropic b) at Equator c) at Cancer Tropic d) at Artic Polar Circle
a) e la temperature b) descritta c) reazione chimica
“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 20
d) di molecule
3. Who studied the movement of planets? a) Friedich b) Keplero c) Newton d) A. Volta
a) in una b) la somma delle masse c) area d) l’orbita
4. A ph solution measures: a) salinity grade b) temperature c) acidity grade d) basicity grade
a) la differenza b) alle rispettive c) dei reagenti d) pianeta
5. A noble gas:
a) has got 8 electrons on the external orbital b) has got no electrons c) yields electrons d) yields neutrons
a) è uguale b) contraria c) permane d) in soluzione
6. A negative ion is an atom that: a) lost a proton b) gained an electron c) lost an electron d) none of the three is true
a) di quiete b) alla somma delle masse c) in condizioni standard d) acida
“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 21
7. What is there between Mars and Earth? a) Asteroids b) Venus c) Jupiter d) None of the three is true
a) una spinta b) è massima c) a cubo d) dei prodotti
8. The internal structure of the Earth is: a) Crust, asthenosphere, nucleus b) Lithosphere, mantle, nucleus c) Crust, mantle, nucleus d) Crust, atmosphere, nucleus
a) di moto b) inerzia c) della reazione d) il peso
Now write the law: _______________________________________________________
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Giochi di logica
A 1) un contadino ha nel suo cortile 45 animali tra conigli e galline. Quanti ne ha degli uni e delle altre, se le zampe di tutti gli animali sono 108? A 2) in una scatola sono contenute 8 scatole ciascuna delle quali ne contiene altre 4. Quante sono in tutto le scatole? A 3) un virus si riproduce per divisione producendo 2 nuovi virus ogni 10 secondi. Quanti saranno i virus riprodotti dopo un minuto? A 4) un albero alto 12 metri proietta un’ombra di 3 metri. Quanto è alto un palo che, alla stesa ora, proietta un’ombra di 2 metri? A 5) nella figura sono riportati quattro triangoli rettangoli isosceli, contenenti al loro interno dei cerchi tutti uguali. Quanti saranno i cerchi nella figura 5?
“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 22
Soluzioni 1) 36 galline e 9 conigli 2) 41 3) 64 4) 8 m 5) 30
Esperimenti Ricerca della vitamina C Procedimento:
• Riempire di acqua,fino al segno,il becker di vetro (circa 100 cc) e aggiungere ½ cucchiaino di amido
• Mescolare con il cucchiaino per ottenere una soluzione omogenea • Riempire un bicchiere di plastica fino al segno (10 cc) e aggiungerci 4 gocce di
tintura di iodio
“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 23
• Prelevare con la siringa dal becker di vetro 10 cc di soluzione e versala in una delle due provette
• Ripetere l’operazione precedente per la seconda provetta • Aggiungere in ciascuna provetta, 5 cc della soluzione contenuta nel bicchiere di
plastica (cioè quella con la tintura di iodio) • Infine SOLO in una delle due provette aggiungete 20 gocce di limone • Cosa osservate? Se avete eseguito bene l’esperimento la soluzione che
inizialmente era violetta diventa progressivamente quasi trasparente • Questo viraggio di colore denota la presenza di vitamina C che essendo un acido
(acido ascorbico) determina una cambiamento di ph nella nostra soluzione: ciò crea un viraggio di colore.
Estrazione del DNA
Come immaginiamo tutti sappiate, gli organismi viventi contengono DNA (acido desossiribonucleico), sostanza presente nei nuclei delle cellule che contiene le informazioni per il funzionamento della cellula e si duplica, per poi distribuirsi nelle cellule figlie,al momento della riproduzione cellulare.
Del DNA attualmente si parla molto dato che la manipolazione di esso e la conseguente modifica degli organismi viventi (OGM,organismi geneticamente modificati) è un argomento di grande attualità, causa di dibattiti pro e contro.
In questa pagina proponiamo un procedimento di estrazione del DNA con mezzi e materiali alla portata di qualsiasi semplice laboratorio. L’ esperienza proposta si articola in tre fasi:
- demolizione della struttura cellulare ed inattivazione degli enzimi che attaccano il DNA; - digestione delle proteine, in particolare degli istoni - precipitazione del DNA.
Come materiale di partenza abbiamo utilizzato due kiwi del peso complessivo di poco più di 100 g, abbiamo eliminato la buccia e schiacciato la polpa fino ad ottenere una poltiglia omogenea, abbiamo aggiunto la soluzione per la demolizione della struttura cellulare. Questa soluzione è composta da : 3g di NaCl (comune sale da cucina), 90 ml di acqua distillata e 10 ml di detersivo per piatti.
La miscela così ottenuta è stata messa in un becker da 250 ml, questo a sua volta è stato messo in un recipiente contenente acqua a 60° C ed è stato tenuto per 15 minuti. La miscela è stata mescolata dolcemente con una bacchetta di vetro.
In queste condizioni le sostanze tensioattive presenti nel detergente per piatti hanno sciolto le membrane cellulari mentre la soluzione salina ha inattivato gli enzimi che demoliscono il DNA.
Passati 15 minuti abbiamo messo il becker in un recipiente con cubetti di ghiaccio per bloccare rapidamente le reazioni chimiche prima che anche il DNA potesse essere distrutto.
Una volta che la miscela si è raffreddata l’abbiamo filtrata tramite un colino a maglie sottili. Abbiamo preso alcune provette ed abbiamo distribuito in ciascuna 5ml di filtrato. In ciascuna provetta abbiamo poi aggiunto 1ml di succo di ananas ed
“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 24
abbiamo mescolato. Abbiamo aspettato 5minuti in modo che la bromelina presente nel succo di ananas digerisse gli istoni, le proteine legate al DNA.
Avevamo precedentemente messo in congelatore dell’alcool etilico a 95° lasciandovelo per alcune ore (l’alcool non gela alla temperatura del congelatore) in modo che al momento dell’uso fosse molto freddo.
Con una pipetta abbiamo aggiunto in ciascuna provetta 6ml di alcool freddo avendo cura di farlo colare lentamente lungo la parete delle provette in modo che non si mescolasse con il liquido già presente ma andasse a formare uno strato ben separato. Lasciando a riposo le provette per qualche minuto si è formato, tra lo strato giallo-verdastro del fondo e lo strato limpido di alcool uno strato biancastro di materiale dall’aspetto gelatinoso, si tratta del DNA che, essendo insolubile in alcool, precipita nell’interfaccia tra l’alcool e la miscela posta sul fondo.
Indovinelli 1) Son presente in ogni cosa solida liquida o gassosa. Al mondo non c’è chi è
più piccolo di me. Chi sono? ( ATOMO)
2) Non so bello da vedere a me piace sostenere e il movimento consentire ma non posso dimagrire. ( SCHELETRO)
3) Ogni sera son diversa anche se son sempre la stessa. Certe volte non ci sono altre invece piena sono. (LUNA)
4) All’inizio non ci siamo, una volta noi cadiamo poi le radici noi mettiamo, bianchi e forti diventiamo . (DENTI)
5) Siamo belli e siamo tanti, siamo forti e aitanti, noi potenza conferiamo, qualche volta ci esibiamo. (MUSCOLI)
6) Giro, giro e mai mi stanco , sono piccolo e leggero negativo ma sincero. (ELETTRONE)
7) Quando arrivo tutto trema, sono violento e devastante e mi teme anche un gigante. (TERREMOTO)
8) Sono al centro della scena ma per me non darti pena, sono sempre positivo il mio numero è distintivo . (PROTONE)
9) Sono caldo e lucente e rallegro tanta gente! Su di me tu puoi contare quando vuoi risparmiare e il pianeta rispettare. (SOLE)
10) Io non sono comandato lento batto rilassato ma se sono affaticato il mio ritmo è accelerato. (CUORE)
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11. Alcune fotografie dei “Giochi”
CARTELLONE IDEATO E REALIZZATO DAI RAGAZZI DELLA 1^C
FESTONE IDEATO E REALIZZATO DALLE RAGAZZE DELLA 1^B
“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 27
I CONCORRENTI INTENTI NELLO SVOLGIMENTO DEI GIOCHI
“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 28
ESPERIMENTO DI FISICA: COSTRUZIONE D’UN CIRCUITO US ANDO
LIMONI COME GENERATORI DI CORRENTE
PRIMA FASE DELLA PREPARAZIONE DEL CIRCUITO
“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 29
VENGONO INSERITI UN CHIODO E UNA MONETA IN CIASCUN LIMONE
UNENDO I MORSETTI LASCIATI LIBERI AD UNA LAMPADINA ESSA SI ACCENDE
“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 30
ESPERIMENTO DI CHIMICA: ESTRAZIONE DELLA VITAMINA C DAL LIMONE
LA SOLUZIONE INIZIALMENTE VIOLETTA DIVENTA TRASPARENTE
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