Quaderni del Liceo Ferraris numero 5 – maggio 2011 ... · tra venticinque adolescenti euforici!...

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Quaderni del Liceo Ferraris numero 5 – maggio 2011 Mancini Maria Carmela “I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza “I Giochi di Newton” sono un’iniziativa del Liceo “Ferraris” che punta a stabilire continuità con l’insegnamento delle materie scientifiche svolto nelle scuole inferiori, al tempo stesso orientan- do alla scelta del Liceo scientifico gli studenti più motivati del- l’ultima classe del primo ciclo di studi. Il Quaderno ripercorre la genesi di tale iniziativa, concepita dall’autrice, insegnante appassionata, sotto il pungolo dell’esi- genza di fornire ai suoi allievi nuove e forti motivazioni allo studio delle scienze. Cresciuta gradualmente anche grazie all’apporto diretto di idee e di passione degli stessi studenti - non più visti come recettori passivi delle attività di insegnamento ma quali protagonisti co-ideatori dei percorsi di apprendimento – i “Giochi di Newton” costituiscono un interessante esempio di traduzione in pratica delle idee-base del “cooperative learning”, declinato in senso ludico, eppure estremamente serio. Cooperazione temperata da giocoso spirito di competizione, creatività sviluppata nel rispetto di regole condivise, passione per la scoperta scientifica, operatività laboratoriale, si fondono in modo armonioso in questa originale iniziativa didattico-educativa. La monografia, nella seconda parte, riporta le attività proposte nell’edizione dei “Giochi” 2011. Maria Carmela Mancini è docente a tempo indeterminato di Biologia, Chimica, Scienze della Terra e Geografia Astronomica presso il Liceo “Ferraris” dall’a.s. 2009-2010.

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Quaderni del Liceo Ferraris

numero 5 – maggio 2011

Mancini Maria Carmela “I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza

“I Giochi di Newton” sono un’iniziativa del Liceo “Ferraris” che punta a stabilire continuità con l’insegnamento delle materie scientifiche svolto nelle scuole inferiori, al tempo stesso orientan-do alla scelta del Liceo scientifico gli studenti più motivati del-l’ultima classe del primo ciclo di studi.

Il Quaderno ripercorre la genesi di tale iniziativa, concepita dall’autrice, insegnante appassionata, sotto il pungolo dell’esi-genza di fornire ai suoi allievi nuove e forti motivazioni allo studio delle scienze. Cresciuta gradualmente anche grazie all’apporto diretto di idee e di passione degli stessi studenti - non più visti come recettori passivi delle attività di insegnamento ma quali protagonisti co-ideatori dei percorsi di apprendimento – i “Giochi di Newton” costituiscono un interessante esempio di traduzione in pratica delle idee-base del “cooperative learning”, declinato in senso ludico, eppure estremamente serio.

Cooperazione temperata da giocoso spirito di competizione, creatività sviluppata nel rispetto di regole condivise, passione per la scoperta scientifica, operatività laboratoriale, si fondono in modo armonioso in questa originale iniziativa didattico-educativa.

La monografia, nella seconda parte, riporta le attività proposte nell’edizione dei “Giochi” 2011.

Maria Carmela Mancini è docente a tempo indeterminato di Biologia, Chimica, Scienze della Terra e Geografia Astronomica presso il Liceo “Ferraris” dall’a.s. 2009-2010.

“I GIOCHI DI NEWTON”: COME ATTRARRE ALLA SCIENZA Autrice: Maria Carmela Mancini 1. Così è nata l’idea

“Non vorrà fare lezione anche oggi! L’ultimo giorno di scuola, da

domani inizieranno le vacanze di Natale!” Così esordi un alunno al mio

ingresso in aula… “giochiamo prof“, continuò un altro con un tono di voce

convincente. Per un attimo mi immaginai nel tentativo di mantenere l‘ordine

tra venticinque adolescenti euforici! “Allora che facciamo?” chiese un altro:

“giochiamo” - risposi - “con le Scienze, naturalmente!“, e nell’aula serpeggiò

un mormorio di disapprovazione; ma: “le Scienze sono così belle che si

possono magicamente trasformare in un divertente gioco!”, continuai in

modo persuasivo.

Quell’anno insegnavo in un Istituto Industriale e la classe di cui sto

parlando era una prima. ”Formiamo le squadre!“, esortai la scolaresca: e

così gli alunni, con aria rassegnata, formarono i gruppi. Invitai ciascuna

squadra ad ideare rebus, domande a risposta multipla e indovinelli di

Scienze, riguardanti il programma svolto fino a quel giorno, da proporre agli

altri. Gli allievi scelsero anche tra loro la giuria ed i tutori dell’ordine. In un

attimo si creò un’atmosfera adatta al lavoro, ed io diedi loro il tempo

necessario. Mi colpi il grande coinvolgimento con il quale ciascuno

partecipava all’ideazione dei giochi. Scaduto il tempo il giurato addetto al

cronometro diede il via ai giochi.

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Il capo della prima squadra con aria di sfida propose la sua

domanda a risposta multipla all’avversario, il quale, dopo aver pensato un

po’, rispose con fare da saputello. Il gioco andò avanti ed io fui testimone di

uno spettacolo unico: i ragazzi erano molto attenti al gioco e se le risposte

date non erano esatte chi le aveva formulate dava quella giusta,

completandola con la spiegazione. Non mancarono le discussioni che

vennero subito controllate dai “tutori dell’ordine”. Ero meravigliata nel

vedere come parlavano di Biologia con lo stesso entusiasmo di quando

discutevano del campionato di calcio o di un film visto la sera prima!

Quell’aria di rassegnazione iniziale lasciò dunque il posto ad una di

partecipazione attenta e divertita. Emersero argomenti svolti all‘inizio

dell’anno e chi non li ricordava era subito redarguito dagli altri che lo

invitavano, con modi scherzosi, ad andare a ripeterli. La giuria, con molta

serietà, attribuiva punteggi ed anche penalità a coloro che non rispettavano

le regole: e notai molta severità nella formulazione delle domande. Mi

divertii nel vedere i miei alunni protagonisti e scoprii aspetti del carattere di

alcuni che non conoscevo.

Il tempo volò e, altra meraviglia di quel giorno, al suono della

campanella che segnava la fine della mia seconda ora con loro seguì un

coro di ”Nooo, ci stavamo divertendo!”. Per me quel giorno fu veramente

importante: ero felice per l’esperienza fatta e mi resi conto che giocando

avevano ripetuto tutto il programma, e chi aveva qualche dubbio

sicuramente lo aveva chiarito. ”Giocheremo qualche altra volta vero prof?”

mi chiese dal fondo dell’aula una voce: “certo!“, risposi con tono

rassicurante. E quel ”gioco delle Scienze” divenne il mio asso nella manica.

Ogni volta che avevo lezione l‘ultimo giorno di scuola prima di qualsiasi

vacanza lo proponevo alla classe e riusciva sempre in modo diverso.

Rifacendolo ho capito l’importanza dell‘attività “peer to peer“, che mi ha

permesso di scoprire che se gli alunni vengono resi protagonisti della attività

didattica essi lavorano con serietà, impegno e che, tra di loro, diventano

molto severi ed esigenti.

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 3

Qualche anno dopo decisi di far disputare i giochi tra le mie due

classi prime. Gli alunni della sezione B formularono quesiti, rebus e

cruciverba a quelli della sezione D e viceversa. Questa volta c’era una

novità: problemi di Chimica ideati dagli alunni la cui risoluzione era proposta

agli studenti della classe avversaria. Lasciai che ognuno decidesse il

proprio ruolo nel gioco. Naturalmente i più bravi decisero di inventare i

problemi di Chimica, mentre alcune ragazze prepararono un bel cruciverba

scientifico. Ciò che mi stupì fu lo scoprire che a proporsi come tutori

dell’ordine furono proprio i più discoli. Inizialmente ebbi un po’ di esitazione

ma volli metterli alla prova: furono ottimi operatori del servizio d’ordine.

Ancora una volta constatai che è sempre importante responsabilizzare i

ragazzi. I preparativi durarono qualche giorno durante i quali emerse un

forte spirito di cooperazione. Ciascuno in base alle proprie attitudini e

capacità diede il meglio di sé per fare in modo che la propria classe

vincesse.

Gli anni passarono e ogni volta che si “giocava con le Scienze“ c’era

sempre qualche novità. Seguendo le mie figlie, che frequentavano un

istituto comprensivo, notai che in molte occasioni i bambini della scuola

materna incontravano quelli della elementare e questi spesso erano invitati

ad andare presso la scuola media, ma mi resi conto che tale ricerca di

continuità verticale non proseguiva oltre: la scuola superiore non aveva mai

occasione d’invitare i ragazzi delle medie a trascorrere insieme una giornata

scolastica per poter dare agli studenti dei due ordini di scuola la possibilità

di socializzare e, soprattutto, ai più piccoli la possibilità di vedere la scuola

superiore quando è in piena attività e non quando è vuota, di domenica

mattina durante i giorni dell’orientamento. Decisi quindi di creare questa

opportunità: ma come?

Ci pensavo spesso, finalmente un giorno mi venne un’idea: quale

occasione migliore per socializzare se non con il gioco? “Il gioco delle

Scienze“, naturalmente! In quel periodo stavo trattando la legge

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 4

gravitazionale ed ecco che i divertenti giochi delle Scienze divennero “I

Giochi di Newton”.

2. Gli obiettivi

Inizialmente pensai che gli obiettivi dei “Giochi di Newton“ dovessero

essere la socializzazione tra studenti di scuole di grado diverso e la

continuità tra inferiori e superiori, ma riflettendo sulle esperienze fatte in

classe mi resi conto che implicito in essi ve n’era un altro. Pensai, infatti,

che i giocatori per prepararsi devono necessariamente approfondire lo

studio di argomenti scientifici, ed in tal modo ampliare le conoscenze in

questo ambito disciplinare; quindi, questa attività promuove l’interesse verso

le Scienze.

Sia i “giocatori” che gli ”autori” mediante i “giochi” mettono in atto le

competenze acquisite: i primi per rispondere, accumulare punti e vincere; i

secondi per ideare giochi da proporre. Ogni giocatore mette a disposizione

della sua squadra le proprie potenzialità, pertanto questa attività promuove

la cooperazione (cooperative learning). Tale modalità di apprendimento

consente agli alunni di avere occasione di imparare anche dai compagni, ed

in modo tale da “fissare” con grande efficacia conoscenze ed abilità: nei

“giochi di Newton”, infatti, troviamo attuato, in modo essenziale, il

cooperative learning, e promossa l’attività peer to peer.

Tutti i partecipanti devono rispettarsi reciprocamente e devono

attenersi a regole chiare, garanzia di buon funzionamento del tutto: ed ecco

un altro importante obiettivo! La buona riuscita dei giochi dipende da ogni

alunno giocatore, autore dei quiz o giurato che sia: pensai dunque che il

progetto sviluppasse anche il senso di responsabilità di ciascuno.

“E se svolgessi i giochi nel periodo che precede le iscrizioni?” Allora,

pensai, “l’iniziativa potrebbe avere, tra gli altri, anche l’obiettivo di

pubblicizzare la scuola”. Decisi allora di coinvolgere nei giochi le classi

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prime: i ragazzi che appartenevano a classi diverse ebbero modo di

conoscersi e fu come se gli studenti diventassero membri d’un’unica

numerosissima classe: la loro nuova scuola superiore. Ecco emergere

l’obiettivo di “accoglienza e inserimento nella nuova scuola”.

3. I ruoli

I ragazzi che giocano hanno diversi ruoli, in quanto possono:

a) far parte della giuria

b) essere tutor di una squadra di concorrenti

c) costituire il servizio d’ordine

d) essere presentatori, o infine

e) essere concorrenti.

La giuria è composta da sei studenti della scuola superiore

ospitante: il “presidente” che controlla il punteggio attribuito dai giurati e

proclama i vincitori; la “voce“ che comunica sia il punteggio da attribuire ad

ogni risposta esatta che la classifica provvisoria; un altro giurato è addetto a

designare la squadra che si è comportata meglio, un quarto ragazzo

sceglierà la squadra che ha mostrato più affiatamento, un altro è addetto a

valutare la velocità nelle risposte; il sesto è il “cronometro“ dei giochi, cioè

dà il ”via” e lo ”stop” ai giochi.

I presentatori sono due: essi conducono i giochi ma sono anche gli

animatori della giornata.

Ogni squadra ha come punto di riferimento un tutor, alunno della

scuola superiore, il cui ruolo è quello di supportare la squadra: appena essa

avrà dato una risposta egli si alzerà cosi che il giudice possa segnare il

tempo impiegato. Quando tutti i tutor si saranno alzati in piedi la voce darà

la risposta esatta e il punteggio da attribuire, i tutor leggeranno ad alta voce

la risposta data dalla propria squadra e la giuria, in base all’esattezza di

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essa, attribuirà o meno i punti previsti per quel gioco. Durante il break i tutor

fanno “gli onori di casa“, accompagnando i concorrenti a visitare la scuola.

Altro ruolo importante è quello dei responsabili dell’ordine. I ragazzi

che rivestono questo ruolo devono vigilare che vengano sempre rispettate

le regole del gioco ma, soprattutto, che il comportamento di ciascuno sia

sempre educato.

Infine i concorrenti: si tratta di ragazzi e ragazze che frequentano la

terza media, partecipanti ai giochi in squadre composte da 6 elementi. Ogni

squadra ha un capo, un esperto chimico, un amante di Geografia astrono-

mica e di Stelle, un bravo enigmista e un “asso” nei giochi di logica. In que-

sto modo si potrà realmente mettere in atto lo spirito di cooperazione. Tutti i

partecipanti, siano essi giurati o tutor, concorrenti o addetti al servizio

d’ordine, avranno comunque un unico intento: la buona riuscita dei giochi!

4. I giochi

Giocando in classe con le Scienze, il cruciverba ideato da un gruppo

di alunne mi era particolarmente piaciuto perché mi aveva permesso, quasi

meglio d’un’interrogazione classica, di verificare le conoscenze di Biologia

sia di coloro che avevano “giocato” sia delle ragazze ideatrici, le quali

avevano strutturato uno schema complesso con delle definizioni molto

chiare che vertevano su tutto il programma svolto. Il cruciverba fu dunque il

primo tipo di prova che decisi di proporre per i “Giochi di Newton”.

Pensai, poi, ai simpatici rebus da proporre come relax tra due prove

più impegnative. Un gruppo di ragazzi ideò un crucipuzzle con definizione di

una legge scientifica nascosta da individuare, che sottopose al mio giudizio.

Trovai quel gioco veramente originale e decisi di proporlo ai ragazzi delle

scuole medie.

Divertenti rompicapo di logica non potevano mancare trattandosi di

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giochi a carattere scientifico - matematico così, con la collaborazione della

docente di matematica, ne abbiamo scelti alcuni veramente avvincenti.

Seguendo trasmissioni televisive di quiz avevo notato che molti di

essi erano scientifici e pensai che probabilmente i ragazzi fossero esperti in

questo tipo di gioco.

Per abituarli al progetto CLIL - che prevede l’insegnamento di una

disciplina scientifica in lingua inglese - chiesi ad un gruppo di appassionati

di prepararne alcuni e di tradurli con l’aiuto della professoressa di Inglese.

”Prof abbiamo inventato un gioco nuovo!!”: così mi accolsero due

ragazze con gli occhi costì tanto scintillanti di entusiasmo che mi venne

spontaneo di lasciare sulla cattedra tutti i libri ed il registro che avevo in

mano e di leggere con curiosità il foglio scritto a penna che le ragazze mi

stavano porgendo. Il gioco consisteva in due tabelle di cui la prima era

vuota e la seconda conteneva tante lettere messe alla rinfusa. Si dovevano

comporre con le lettere della seconda tabella i nomi di sei pianeti e metterli

in ordine di distanza dal Sole nella prima. Apprezzai la creatività e mi resi

conto che non era facile perché i pianeti non erano i primi sei del Sistema

Solare quindi la ricerca nella seconda tabella non era mnemonica e

scontata. ”Molto bello“ esclamai “farà anche questo parte dei giochi!”

Le Scienze affascinano, e stupiscono soprattutto in laboratorio. Gli

argomenti, se trattati in classe e verificati con esperimenti vengono

compresi meglio e con minore difficoltà. Per completare i Giochi di Newton

era indispensabile inserire anche qualche attività di laboratorio. Con la

collaborazione delle colleghe di Scienze e di Fisica abbiamo quindi scelto

esperimenti di facile esecuzione da effettuare con materiali e strumenti

facilmente reperibili da proporre alle squadre delle scuole medie, facendo

anche in modo che destassero stupore e fossero coinvolgenti. L’estrazione

del DNA dal kiwi, così come la ricerca della vitamina C nel succo di limone

ci sembrarono soddisfare tutti questi requisiti. Per la Fisica la costruzione di

un piccolo circuito con i limoni usati come generatori che permettevano

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l’accensione di una piccola lampadina ci parve adatta a suscitare interesse

e meraviglia nei piccoli “fisici” ospiti della nostra scuola.

Cruciverba, rebus, rompicapo, quiz in inglese, esperimenti di

Chimica e di Fisica: ecco, i Giochi di Newton erano pronti, potevamo

giocare.

5. Aspettando i Giochi di Newton

“Si sta realizzando il primo passo verso la continuità”, pensai quando

nella sala dei docenti ero seduta per concordare gli argomenti sui quali

preparare gli alunni per partecipare ai giochi con i colleghi che hanno

collaborato con me e le professoresse delle diverse scuole medie che

avevano accolto il nostro invito e avevano aderito al progetto.

Era settembre e si decise di cominciare i programmi proprio dagli

argomenti stabiliti. Ecco il concretizzarsi di quel ”punto di giunzione“

importante: gli studenti delle diverse scuole uniti nella preparazione d’un

evento che li vedeva fianco a fianco.

Gli alunni delle prime del nostro Liceo si misero subito all’opera.

Pensarono proprio a tutto, dal logo dei giochi ai segnaposto delle squadre e

anche ai festoni e ai cartelloni per addobbare l’aula magna. Lasciai che

ognuno decidesse il proprio ruolo nei giochi, come criterio per la scelta dei

tutor furono i ragazzi a stabilire che ciascuno dovesse accompagnare le

squadre della propria scuola media di provenienza.

”Le magliette e le coppe sono arrivate!” mi comunicò il collega di

educazione fisica che se ne era occupato, qualche giorno prima della data

di inizio dei giochi. A quella frase mi resi conto che stava per concretizzarsi

quell’idea che giorno dopo giorno era cresciuta nella mia mente, s’era

affinata divenendo per me sempre più coinvolgente, importante e alla quale

sentivo di tenere sempre di più.

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Ed ora, ecco, tutto è pronto. I festoni colorati sulle pareti e i banchi

disposti in gruppo per le squadre danno un aspetto diverso alla seria aula

magna. Alla cattedra i ragazzi della giuria e al centro siede il presidente

intento a distribuire ai giurati le tabelle per annotare il punteggio delle

squadre. Ai lati della cattedra i due presentatori emozionatissimi ripetono il

discorso iniziale. Di fronte a me ad ogni postazione un tutor che attende la

propria squadra. Vicino alla porta i ragazzi del servizio d’ordine pronti ad

accogliere gli ospiti. ”Sono arrivati!” esclama con voce tremante per

l’emozione la ragazza più vicina alla porta sporgendosi per spiare. A questa

frase compaiono i tanto attesi ospiti preceduti da un alunno del nostro liceo

che mostra il cartellone recante il nome della rispettiva scuola media il cui

tutor si alza, va incontro a loro e facendo gli onori di casa li invita da

accomodarsi scoprendo subito che tra di essi ci sono amici dell’ anno

precedente e non solo!

Altra meraviglia, rivede la sua insegnante di Scienze di terza media!

I giochi di Newton quindi hanno permesso anche alle docenti di poter

vedere come gli ex alunni si siano inseriti nella nuova scuola. L’aula magna

pian piano si riempie, di fronte a me tantissimi ragazzini con la maglietta dei

bianca dei giochi e tantissimi visetti emozionati che mi guardano aspettando

che io dia il via alla gara. C’erano proprio tutti! Presi il microfono e con il

cuore impazzito: “benvenuti al Ferraris!“, la mia idea era diventata realtà,

diedi così inizio ai Giochi di Newton!

6. Finalmente i Giochi!

I presentatori diedero inizio ai giochi. I primi in programma erano i

giochi di logica. I concorrenti si misero subito all’opera, era come se

nell’aula magna ci fossero tante nuvolette candide quante erano le squadre.

Infatti i componenti delle squadre che indossavano le magliette bianche

s’erano avvicinati tutti al foglio sul quale erano scritti i giochi, tanto che non

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c’era spazio tra un ragazzo e l’altro sì che sembravano una nuvola.

Lavorarono quindi con molta serietà e correttezza. Al termine, quando tutte

le squadre ebbero completato il lavoro, ”la voce” lesse le risposte esatte ed

il presidente le spiegò con molta chiarezza.

“Ecco l’obiettivo dell’apprendere con la metodologia del peer to peer“

pensai quando le parole del ragazzo presidente della giuria furono di

chiarificazione dei dubbi manifestati da alcuni concorrenti. La scena cambiò

al secondo gioco allorché le squadre furono impegnate nell’esecuzione

dell’esperimento “l’estrazione del DNA dal kiwi”. La staticità che aveva

caratterizzato i giochi di logica lasciò il posto alla dinamicità tipica

dall’attività di laboratorio. C’era chi tagliava kiwi, chi li riduceva in poltiglia

schiacciandoli, chi preparava soluzioni, chi prelevava succo d‘ananas

utilizzando una siringa. Anche le professoresse delle scuole medie si

avvicinarono ai banchi delle squadre e con molto interesse seguirono il

procedimento per l’esecuzione dell’esperimento. I ragazzi mostravano

entusiasmo ed così i tutor, tanto che alcuni, mentre i concorrenti

preparavano una soluzione si improvvisavano “porta provette” umani. Non

mancavano le foto ricordo che ritraevano i concorrenti della squadra più i

tutor con un kiwi in una mano e la soluzione colorata nell’altra. Guardando

tutto ciò constatai che l’obiettivo socializzazione era stato raggiunto anche

la cooperazione era evidente. Che soddisfazione si leggeva sul viso dei

ragazzi nel vedere il DNA in sospensione nella provetta, segno della riuscita

dell’esperimento.

Giunse il momento del break, ecco i ragazzi del nostro Liceo

passare tra i banchi delle squadre con vassoi pieni di cornetti gentilmente

offerti dalla signora del bar della scuola. ”Gli alunni del Ferraris a scuola si

sentono accolti”, pensai, ”come se considerassero la scuola alla stregua di

una seconda casa”. Non avevo ancora finito di fare questa osservazione tra

me e me, quando mi si avvicinò la studentessa rappresentante di sede del

Liceo chiedendomi di poter parlare per dare il benvenuto agli ospiti a nome

di tutti gli studenti del Ferraris. Mi sembrò una bella e doverosa iniziativa e

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 11

le passai il microfono. Con molta disinvoltura parlò ai presenti e ciò che mi

colpì fu la frase di chiusura del suo discorso: ”la scelta della scuola

superiore è molto importante dovete essere attenti e valutare bene le vostre

attitudini ma vi auguro di essere fortunati come me e di trovare una scuola

come la mia. Io ogni giorno vengo volentieri e non vedo l’ora di incontrare i

miei compagni ed i miei professori. Qui mi sento a mio agio, studio con

serenità”. Decisi che a questa studentessa spettasse il titolo di opinionista!

Quello che aveva detto diede conferma a ciò che pensavo. Nel nostro Liceo

si cerca di mettere gli alunni nelle migliori condizioni per poter apprendere,

permettendo loro di poter lavorare serenamente e con molta serietà.

Poco prima che terminasse la pausa, mentre i ragazzi visitavano la

scuola accompagnati dai tutor, ebbi modo di parlare con le docenti delle

scuole medie le quali si mostrarono entusiaste per la nostra iniziativa e

misero in evidenza un aspetto che io non avevo preso in considerazione:

questi giochi permettono alle scuole medie di incontrarsi e di confrontarsi.

Alcune insegnanti avevano rivisto con piacere i loro ex alunni ed erano felici

di vederli così ben integrati nel Liceo. Si avvicinarono a me anche i genitori

ed alcuni nonni che erano venuti inizialmente solo per accompagnare i

ragazzi ma cominciando a seguire i giochi li avevano trovati avvincenti ed

avevano deciso di trattenersi. Tutto ciò, naturalmente mi gratificò

moltissimo. Quelle frasi di approvazione mi riempirono di energia e con

voce ricca di vigore diedi il via alla seconda parte dei giochi.

Tutto è pronto per l’esperimento di Fisica. Un intenso profumo di

limone invade ogni punto dell’aula magna mentre i concorrenti sono intenti

ad allestire un piccolo circuito elettrico che utilizza come generatori di

corrente limoni collegati mediante morsetti e fili conduttori. Un po’ di

suspence e poi un applauso spontaneo da parte dei componenti della

squadra quando, collegando il circuito ad una piccola lampadina, questa si

accende. “Si è illuminata!” esclama incredulo un altro concorrente.

L’entusiasmo che dilagava nell’aula era conferma dell’efficacia

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 12

nell’apprendimento e del maggiore coinvolgimento dei discenti scaturito

dalla attività di laboratorio.

Terminato l’esperimento si passò ai quiz a risposta multipla in

Inglese. Mentre una ragazza del nostro Liceo leggeva le domande e gli altri

erano attentissimi nel dare la risposta, mentre i tutori dell’ordine vigilavano

in modo che si rispettassero le regole, mentre i giurati attribuivano il

punteggio, mi resi conto che, in quel giorno di scuola diverso dagli altri, gli

alunni erano protagonisti attivi dell’apprendimento e noi insegnanti guide

sorprese e spettatrici, quasi incredule d’un evento speciale.

Era proprio vero che i giovani non stavano parlando di cellulari, ma

di cellule.

Chissà da quanto tempo non si divertivano sorridendo ad un

coetaneo senza usare giochi tecnologici che li pongono davanti ad uno

schermo, isolandoli ed estraniandoli dalla realtà. Tutto ciò che gli alunni

avevano appreso lo avevano fatto divenire “proprio” a tal punto da

trasformarsi con molta disinvoltura in un divertente gioco.

Arrivò il momento dell’enigmistica: rebus, cruciverba e quel

complicato gioco ideato dalle ragazze della prima C. Come erano fieri i miei

alunni quando io al microfono li invitavo ad alzarsi per presentarli ai

concorrenti come autori di ciascun gioco. E i tutor, come esultavano quando

era attribuito un punto alla squadra che supportavano come se fossero loro i

concorrenti!

Giunse il momento della proclamazione della squadra vincitrice.

Mentre la giuria era intenta a stilare la classifica, un alunno della prima C

intratteneva i presenti con curiosità scientifiche da lui ricercate che, essendo

molto coinvolgenti, interessarono tutti. Propose anche divertenti indovinelli

rigorosamente di Scienze che servirono da relax dopo una mattinata così

intensa e piena di attività. La disinvoltura con la quale quel ragazzino

parlava ai presenti era proprio tanta, padrone “della scena” a tal punto da

suscitare la simpatia del preside che sottovoce mi chiese il suo nome.

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 13

Ecco, il presidente della giuria si alza. Nell’aula magna piomba il

silenzio più assoluto, gli viene passato il microfono, è il momento della

proclamazione dei campioni dei Giochi di Newton. Il tutor accompagna la

squadra vincitrice alla cattedra dove il presidente consegna l’attestato al

caposquadra. Che gioia e che soddisfazione per l’intera squadra; e per le

altre squadre? non avevano forse dato tutte prova d’impegno nel prepararsi

per questi giochi? non si erano comportate in modo rispettoso delle regole?

non avevano lavorato mostrando spirito di squadra? Tutte meritavano un

riconoscimento. Infatti, quando la squadra campione tornò al suo posto la

premiazione continuò. Il presidente proclamò la squadra che comportandosi

in modo corretto aveva meritato il titolo di ”campioni nel rispetto delle

regole”; ci fu chi ebbe il riconoscimento per aver dimostrato il miglior

affiatamento e la migliore cooperazione, fu premiata anche la squadra che

era stata più veloce nel dare le risposte. Il titolo di esperto di laboratorio

spettò alla squadra che aveva eseguito meglio gli esperimenti, il

riconoscimento di ”esperto in enigmistica” fu attribuito a quella che aveva

dimostrato di essere competente nella risoluzione del cruciverba e dei

rebus, anche il team che era stato più bravo nel risolvere i rompicapo venne

premiato così come quello dimostratosi esperto in ... English.

Questa scelta, premeditata, di premiare tutti era scaturita dalla mia

convinzione che in ogni alunno ci sono tante potenzialità e spetta

all’insegnante ricercarle e valorizzarle per dargli la possibilità di acquisire

sempre più fiducia e sicurezza in se stesso.

La premiazione si concluse con la consegna da parte del nostro

preside di una coppa a ciascuna scuola partecipante, segno di amicizia e

ricordo di questo evento scaturito dal lavoro e dall’impegno di tanti alunni ed

insegnanti tutti accumunati da un unico obiettivo: la buona riuscita di esso!

Al momento del commiato aleggiava aria di soddisfazione, sentii una

ragazza affermare di non vedere l’ora di tornare alla sua scuola per

consegnare, con orgoglio, al preside il premio ricevuto! Quanta euforia

riempiva l’aula magna. Mentre le professoresse ospiti mi salutavano e mi

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 14

ringraziavano per aver dato ai propri alunni la possibilità di fare questa bella

esperienza il vociare diveniva sempre meno forte e il silenzio prendeva il

suo posto. Tutti i ragazzi erano andati via felici e arricchiti da questa

giornata scolastica diversa dalle altre.

E i miei alunni? no, non erano andati a casa, stavano ancora riuniti

in un angolo dell’aula magna a discutere di come era andata la giornata,

ricordandone i momenti più significativi, quelli più emozionanti e perché no

anche quelli più buffi. Io ero con loro sentivo che questa esperienza mi

aveva permesso di instaurare un rapporto nuovo con loro,avevamo lavorato

fianco a fianco superando momenti di difficoltà, soprattutto nella fase di

preparazione, momenti di tensione nei quali a volte la mia pazienza è stata

messa a dura prova!! Anche loro avevano dovuto aggiungere altro lavoro a

quello scolastico ordinario, ma l’impegno e la fatica dei giorni trascorsi

erano stati magicamente cancellati dalla gioia e dalla soddisfazione date del

buon esito dei giochi che in quel momento ci univa facendo in modo che

anche noi fossimo una squadra affiatata nella quale ognuno si era

impegnato per il bene di tutto il gruppo.

Per me questa esperienza didattica è stata molto importante perché

mi ha fatto crescere professionalmente facendomi capire che l’alunno deve

essere il protagonista attivo della lezione e sentirsi responsabile del suo

operato. L’insegnante deve rappresentare una guida sempre pronta a

motivare e suscitare l’interesse e l’entusiasmo dell’alunno.

Nell’edizione 2011 “I Giochi di Newton” si sono svolti in cinque

giornate: ognuna ci ha fatto vivere emozioni diverse e non saprei dire quale

di esse sia stata la più bella. Tornati a fare lezione una voce dal fondo

dell’aula mi diede conferma di quanto era stata apprezzata questa iniziativa

didattica un po’ speciale: ”Benvenuti ai Giochi di Newton - prof a quando i

prossimi?”

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 15

7. I “protagonisti” dell’edizione 2011 dei “Giochi”

Oltre me, Maria Carmela Mancini, hanno partecipato all’attuazione dei

giochi i seguenti docenti:

prof.a Rosangela Decuia: ha curato il gioco ”In English please”

prof.a Concetta D’Ippolito: si è occupata dei giochi di logica

prof.a Rita Lovecchio: ha collaborato preparando l’esperimento di Fisica

prof.a Mina Palumbo: ha preparato l’esperimento di Chimica,

prof. Pasquale Pignatelli: ha provveduto a reperire le magliette, le coppe ed

alla raccolta delle adesioni da parte delle scuole medie.

Gli alunni:

IB Saracino Alessio, Buongiorno Gianmarco, Albano Roberto,

Bottiglione Benedetta, De Angelis Federica, De Marco Valentina, Di

Bari Silvia, Galeone Gabriella, Immune Cristian, La Spada Gabriella,

Ludovico Matteo, Mandese Valeria, Notarnicola Alessia, Panerai

Francesca, Pastore Emanuele, Pomes Federica, Putignano

Francesca, Tarallo Gabriele,

IC Albano Fabio, Baroni Andrea,Cassone Davide, Chiruzzi Andrea,

Cofano Riccardo, Dellinoci Alessia, Fanelli Stefano, Fontanarosa

Noemi, Latini Roberto, Mattaisi Giulia, Miceli Anna, Molino Antonio,

Palminteri Marco, Rubiu Remo, Russo Francesca, Scotti Silivia,

Valentini Luca,

ID Spada Roberto, D’Ippolito Marco, Basile Piero, Deandri Arianna,

Scarinci Antonio, Bax Francesca, Scutifero Francesco,

IE Dalbosco Amanda, Dipierro Noemi, Prisciano Marialucia, Pocognoni

Simone, Sciarraffia Gianmario, Sini Valeria.

Le scuole Medie che hanno partecipato, con una o più squadre:

Alfieri – Taranto

Colombo - Taranto

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 16

Dante – Taranto

De Nicola – Pulsano

Giannone – Pulsano

Leonida – Taranto

Madonna Della Camera - Monteparano e Roccaforzata

Sciascia – Talsano

Pascoli – San Giorgio Jonico.

8. Il logo

Ai “Giochi” corrisponde un “logo” che cerca di esprimerne con

immediatezza alcuni elementi costitutivi fondamentali.

Il logo è utilizzato, in particolare, per i “segnaposto” per le diverse squadre

collocate a lavorare in aula magna:

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 17

9. Alcuni giochi dell’edizione 2011

Il Cruciverba

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 18

Il Rebus

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 19

Il gioco dei pianeti (ideato dalle ragazze della IC)

L’ultimo pianeta è stato DECLASSATO

IN ENGLISH, PLEASE ?

1. It measures the energy generated during an earthquake: a) Richter scale b) Mohs scale c) Ph scale d) Thermometric scale

a) in una b) il volume c) l’orbita d) il numero

2. On the 21st june the sun’s rays are perpendicular:

a) at Capricorn Tropic b) at Equator c) at Cancer Tropic d) at Artic Polar Circle

a) e la temperature b) descritta c) reazione chimica

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 20

d) di molecule

3. Who studied the movement of planets? a) Friedich b) Keplero c) Newton d) A. Volta

a) in una b) la somma delle masse c) area d) l’orbita

4. A ph solution measures: a) salinity grade b) temperature c) acidity grade d) basicity grade

a) la differenza b) alle rispettive c) dei reagenti d) pianeta

5. A noble gas:

a) has got 8 electrons on the external orbital b) has got no electrons c) yields electrons d) yields neutrons

a) è uguale b) contraria c) permane d) in soluzione

6. A negative ion is an atom that: a) lost a proton b) gained an electron c) lost an electron d) none of the three is true

a) di quiete b) alla somma delle masse c) in condizioni standard d) acida

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7. What is there between Mars and Earth? a) Asteroids b) Venus c) Jupiter d) None of the three is true

a) una spinta b) è massima c) a cubo d) dei prodotti

8. The internal structure of the Earth is: a) Crust, asthenosphere, nucleus b) Lithosphere, mantle, nucleus c) Crust, mantle, nucleus d) Crust, atmosphere, nucleus

a) di moto b) inerzia c) della reazione d) il peso

Now write the law: _______________________________________________________

_______________________________________________________

Giochi di logica

A 1) un contadino ha nel suo cortile 45 animali tra conigli e galline. Quanti ne ha degli uni e delle altre, se le zampe di tutti gli animali sono 108? A 2) in una scatola sono contenute 8 scatole ciascuna delle quali ne contiene altre 4. Quante sono in tutto le scatole? A 3) un virus si riproduce per divisione producendo 2 nuovi virus ogni 10 secondi. Quanti saranno i virus riprodotti dopo un minuto? A 4) un albero alto 12 metri proietta un’ombra di 3 metri. Quanto è alto un palo che, alla stesa ora, proietta un’ombra di 2 metri? A 5) nella figura sono riportati quattro triangoli rettangoli isosceli, contenenti al loro interno dei cerchi tutti uguali. Quanti saranno i cerchi nella figura 5?

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 22

Soluzioni 1) 36 galline e 9 conigli 2) 41 3) 64 4) 8 m 5) 30

Esperimenti Ricerca della vitamina C Procedimento:

• Riempire di acqua,fino al segno,il becker di vetro (circa 100 cc) e aggiungere ½ cucchiaino di amido

• Mescolare con il cucchiaino per ottenere una soluzione omogenea • Riempire un bicchiere di plastica fino al segno (10 cc) e aggiungerci 4 gocce di

tintura di iodio

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 23

• Prelevare con la siringa dal becker di vetro 10 cc di soluzione e versala in una delle due provette

• Ripetere l’operazione precedente per la seconda provetta • Aggiungere in ciascuna provetta, 5 cc della soluzione contenuta nel bicchiere di

plastica (cioè quella con la tintura di iodio) • Infine SOLO in una delle due provette aggiungete 20 gocce di limone • Cosa osservate? Se avete eseguito bene l’esperimento la soluzione che

inizialmente era violetta diventa progressivamente quasi trasparente • Questo viraggio di colore denota la presenza di vitamina C che essendo un acido

(acido ascorbico) determina una cambiamento di ph nella nostra soluzione: ciò crea un viraggio di colore.

Estrazione del DNA

Come immaginiamo tutti sappiate, gli organismi viventi contengono DNA (acido desossiribonucleico), sostanza presente nei nuclei delle cellule che contiene le informazioni per il funzionamento della cellula e si duplica, per poi distribuirsi nelle cellule figlie,al momento della riproduzione cellulare.

Del DNA attualmente si parla molto dato che la manipolazione di esso e la conseguente modifica degli organismi viventi (OGM,organismi geneticamente modificati) è un argomento di grande attualità, causa di dibattiti pro e contro.

In questa pagina proponiamo un procedimento di estrazione del DNA con mezzi e materiali alla portata di qualsiasi semplice laboratorio. L’ esperienza proposta si articola in tre fasi:

- demolizione della struttura cellulare ed inattivazione degli enzimi che attaccano il DNA; - digestione delle proteine, in particolare degli istoni - precipitazione del DNA.

Come materiale di partenza abbiamo utilizzato due kiwi del peso complessivo di poco più di 100 g, abbiamo eliminato la buccia e schiacciato la polpa fino ad ottenere una poltiglia omogenea, abbiamo aggiunto la soluzione per la demolizione della struttura cellulare. Questa soluzione è composta da : 3g di NaCl (comune sale da cucina), 90 ml di acqua distillata e 10 ml di detersivo per piatti.

La miscela così ottenuta è stata messa in un becker da 250 ml, questo a sua volta è stato messo in un recipiente contenente acqua a 60° C ed è stato tenuto per 15 minuti. La miscela è stata mescolata dolcemente con una bacchetta di vetro.

In queste condizioni le sostanze tensioattive presenti nel detergente per piatti hanno sciolto le membrane cellulari mentre la soluzione salina ha inattivato gli enzimi che demoliscono il DNA.

Passati 15 minuti abbiamo messo il becker in un recipiente con cubetti di ghiaccio per bloccare rapidamente le reazioni chimiche prima che anche il DNA potesse essere distrutto.

Una volta che la miscela si è raffreddata l’abbiamo filtrata tramite un colino a maglie sottili. Abbiamo preso alcune provette ed abbiamo distribuito in ciascuna 5ml di filtrato. In ciascuna provetta abbiamo poi aggiunto 1ml di succo di ananas ed

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 24

abbiamo mescolato. Abbiamo aspettato 5minuti in modo che la bromelina presente nel succo di ananas digerisse gli istoni, le proteine legate al DNA.

Avevamo precedentemente messo in congelatore dell’alcool etilico a 95° lasciandovelo per alcune ore (l’alcool non gela alla temperatura del congelatore) in modo che al momento dell’uso fosse molto freddo.

Con una pipetta abbiamo aggiunto in ciascuna provetta 6ml di alcool freddo avendo cura di farlo colare lentamente lungo la parete delle provette in modo che non si mescolasse con il liquido già presente ma andasse a formare uno strato ben separato. Lasciando a riposo le provette per qualche minuto si è formato, tra lo strato giallo-verdastro del fondo e lo strato limpido di alcool uno strato biancastro di materiale dall’aspetto gelatinoso, si tratta del DNA che, essendo insolubile in alcool, precipita nell’interfaccia tra l’alcool e la miscela posta sul fondo.

Indovinelli 1) Son presente in ogni cosa solida liquida o gassosa. Al mondo non c’è chi è

più piccolo di me. Chi sono? ( ATOMO)

2) Non so bello da vedere a me piace sostenere e il movimento consentire ma non posso dimagrire. ( SCHELETRO)

3) Ogni sera son diversa anche se son sempre la stessa. Certe volte non ci sono altre invece piena sono. (LUNA)

4) All’inizio non ci siamo, una volta noi cadiamo poi le radici noi mettiamo, bianchi e forti diventiamo . (DENTI)

5) Siamo belli e siamo tanti, siamo forti e aitanti, noi potenza conferiamo, qualche volta ci esibiamo. (MUSCOLI)

6) Giro, giro e mai mi stanco , sono piccolo e leggero negativo ma sincero. (ELETTRONE)

7) Quando arrivo tutto trema, sono violento e devastante e mi teme anche un gigante. (TERREMOTO)

8) Sono al centro della scena ma per me non darti pena, sono sempre positivo il mio numero è distintivo . (PROTONE)

9) Sono caldo e lucente e rallegro tanta gente! Su di me tu puoi contare quando vuoi risparmiare e il pianeta rispettare. (SOLE)

10) Io non sono comandato lento batto rilassato ma se sono affaticato il mio ritmo è accelerato. (CUORE)

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10. L’attestato e la maglietta

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11. Alcune fotografie dei “Giochi”

CARTELLONE IDEATO E REALIZZATO DAI RAGAZZI DELLA 1^C

FESTONE IDEATO E REALIZZATO DALLE RAGAZZE DELLA 1^B

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I CONCORRENTI INTENTI NELLO SVOLGIMENTO DEI GIOCHI

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 28

ESPERIMENTO DI FISICA: COSTRUZIONE D’UN CIRCUITO US ANDO

LIMONI COME GENERATORI DI CORRENTE

PRIMA FASE DELLA PREPARAZIONE DEL CIRCUITO

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 29

VENGONO INSERITI UN CHIODO E UNA MONETA IN CIASCUN LIMONE

UNENDO I MORSETTI LASCIATI LIBERI AD UNA LAMPADINA ESSA SI ACCENDE

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 30

ESPERIMENTO DI CHIMICA: ESTRAZIONE DELLA VITAMINA C DAL LIMONE

LA SOLUZIONE INIZIALMENTE VIOLETTA DIVENTA TRASPARENTE

“I Giochi di Newton”: come attrarre alla scienza – pag. 31

LA GIURIA SI PREPARA PER LA PREMIAZIONE

LA PREMIAZIONE