PROGRAMMA2019 #ilFuturoCredeInNoi
26 Maggio 2019, decidiamo insieme il futuro della nostra città.
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sommario ECONOMIA, LAVORO E CENTRO STORICO 4
UNA CITTA’ CHE SI PRENDE CURA 6
GIOVANI, CULTURA E ASSOCIAZIONISMO 11
AMBIENTE INFRASTRUTTURE E MOBILITA’ 13
VIABILITA’ 15
SCUOLA, FORMAZIONE E UNIVERSITÀ 17
SICUREZZA 19
SPORT E POLITICHE PER L’ATTIVITA’ FISICA 20
ORGANIZZAZIONE SERVIZI E LAVORO IN COMUNE 21
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Carpi città europea, Carpi che cresce, Carpi che lavora, Carpi che attrae persone e idee. Una
città che rispetta le donne e gli uomini, che tutela l’ambiente per i suoi figli, una città in cui
ognuno sente di essere a casa, dove la diversità e la libertà di essere sé stessi trovano il diritto di
essere rappresentati. Una città che sviluppa talenti e opportunità.
Noi abbiamo un sogno che può diventare realtà solo se viene visto come una sfida collettiva.
Vogliamo costruire un “Patto per il lavoro” a livello locale, i cui capisaldi siano legalità,
formazione permanente, innovazione e sostegno alla promozione delle nostre realtà produttive. Il
lavoro è partecipazione, realizzazione di una idea, inclusione sociale e crescita personale, è lo
strumento con cui si crea la ricchezza e la si distribuisce. È sicurezza sociale. Ogni sforzo
dell’Amministrazione degli enti pubblici, della FCRC, delle associazioni e non ultimo di tutto il
tessuto imprenditoriale devono essere indirizzati alla ricerca di una piena e buona
occupazione. Lavoro sostenibile, lavoro che rispetta i più deboli, che rafforza le famiglie, che dà
certezze ed entusiasmo ai più giovani e che porta risorse per il nostro welfare e per chi nella
società è più fragile. Questo significa che ogni azione ed investimento che andremo ad illustrare
in questo programma dovrà essere oggetto di un confronto e di una concertazione con le
rappresentanze di questa comunità. Non solo quelle istituzionali, economiche o sindacali, ma ci
rivolgiamo a tutti quelli che hanno a cuore la qualità della vita nella nostra città. Avere strutture
sanitarie all’altezza, essere la città capitale del volontariato. Partecipare alla vita delle nostre
scuole, completare l’offerta culturale e del tempo libero, offrire occasioni e luoghi per lo sport
ed il benessere, costituisce a pieno titolo un contributo alla realizzazione del cittadino e alla
qualità della vita e dell’ambiente in cui viviamo. E’ in questo modo che il patto per il lavoro
diventa patto di comunità. In quel patto di comunità ci deve essere la firma di tutti quelli che
giorno dopo giorno costruiscono l’identità della nostra comunità. D'altronde produrre beni o
servizi a Carpi deve fare differenza non solo per la qualità di ciò che si realizza, ma soprattutto
per il contesto di qualità nel quale il prodotto viene pensato e realizzato.
Insomma il vero marchio del Made in Carpi è dato dalla capacità che questa città sa esprimere
nelle sue produzioni, e dal riconoscimento che assicura alle lavoratrici ed i lavoratori, anche
attraverso una città ricca di servizi per loro e per le proprie famiglie.
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ECONOMIA, LAVORO E CENTRO STORICO
Lavoro, lavori e persone; sono questi i presupposti su cui realizzare con associazioni di
categoria, sindacati, cittadini ed imprenditori, prospettive di opportunità occupazionali e di
investimento economico nel nostro territorio. Da qui la proposta di creare un Patto per il lavoro
(buono e sostenibile) in sede locale da sottoscrivere ad inizio mandato, coinvolgendo tutti gli
attori non solo economici della città e dell’unione, anche per dare vita ad un coordinamento delle
politiche del lavoro che veda la collaborazione tra Agenzia Regionale per l’impiego (da strutturare
in modo più efficace), i centri pubblici di servizio alle imprese e per la formazione permanente, le
fonti di sostegno all’innovazione delle PMI e delle start-up ed il Fondo Regionale per l’Attrattività.
La qualità della vita è vista come il primo fattore attrattivo di un territorio: per questo è
necessario coinvolgere nella visione del futuro anche economico di Carpi oltre ai sindacati e alle
associazioni di categoria anche la sanità, l’associazionismo, la scuola.
L’amministrazione comunale in questi anni ha accettato la sfida di mettersi in gioco su un
ambito come quello economico dove di norma il ruolo degli enti locali risulta essere marginale.
Certo che l’Amministrazione locale deve trovare forti e convinti partner Istituzionali per sostenere
la promozione delle attività economiche locali e la difesa e sviluppo del lavoro di buona qualità.
Chiediamo alla Fondazione Cassa di Risparmio, Regione Emilia Romagna e Governo di
sostenere le nostre iniziative locali. Ci sono già esperienze di azioni regionali di contesto, come
il finanziamento per la realizzazione della rete a banda ultra larga o la legge regionale sul cinema,
che hanno svolto il ruolo di moltiplicatori: per ogni euro investito dal pubblico se ne sono generati
altri investiti dal privato. Chiamiamo con noi altre Istituzioni, tuttavia noi per primi vogliamo essere
i capofila di questo rilancio e promozione territoriale in favore dell’insediamento di nuove
imprese sul nostro distretto. L’esperienza di Carpi fashion system con i suoi tre assi d’azione
(formazione, marketing territoriale,e sostegno all’internazionalizzazione) ha saputo dare risultati
tangibili anche grazie alla condivisione con i diversi attori economici che la compongono. Moda
makers deve proseguire ed aggiungere appuntamenti dedicati anche ad altre imprese della
filiera che vendono direttamente al dettaglio. Un appuntamento che può evolvere fino a
diventare un punto di attenzione di respiro nazionale ed internazionale come accade per altre
realtà del nostro Paese. Dobbiamo lottare affinchè l’esperienza dell’ ITS sia riconosciuta dalle
aziende locali cercando di ampliare i corsi ad esso legati, senza limitarsi al settore tessile.
L’ambito della formazione professionale non solo sul tessile abbigliamento troverà una nuova
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casa dentro al Polo della Creatività che si sta costruendo in città. Start up di imprese e
coworking caratterizzeranno quel luogo destinato a divenire una fucina per neo diplomati, neo
laureati o per persone che hanno perso il posto di lavoro ed hanno necessità di rafforzare le
proprie competenze per essere competitivi sul mercato del lavoro. Il rapporto tra le scuole
superiori del nostro distretto ed il mondo del lavoro è già consolidato ma il nostro obiettivo è
quello di coinvolgere le imprese e gli investimenti per rafforzare ulteriormente le esperienze e le
competenze degli studenti carpigiani. Aiutare un ragazzo a fare l’Erasmus o a confrontarsi con
percorsi di alta specializzazione è un investimento per l’impresa stessa e per tutta la comunità. In
un mondo che ha radicalmente cambiato l’impostazione di vita di fronte all’industria 4.0 non è
più immaginabile pensare ad un percorso caratterizzato da una prima fase di formazione ed una
di lavoro. L’evoluzione in essere ci porterà ad avere sempre più momenti di formazione intrecciati
con momenti lavorativi e per questo motivo che dobbiamo essere pronti ad affrontare la sfida
della formazione continua. E’ questo anche il modo più efficace per agevolare la specializzazione
delle produzioni destinate alla fascia di mercato di maggiore qualità, individuando prodotti
innovativi (in particolare pensando alla Green Economy).
Un servizio già presente sul nostro territorio è stato il cosiddetto lavoro estivo guidato che, se
reintrodotto favorirebbe l’avvicinamento tra giovani studenti e mondo del lavoro.
Al pari dell’impegno per sostenere l’economia produttiva, ci adoperiamo e vogliamo investire
importanti idee innovative e risorse in favore dell’economia del commercio e dei servizi. E’
fondamentale rilanciare il commercio e le attività anche
nei quartieri al di fuori del centro storico, sia per limitare l’isolamento di queste zone sia per
evitare un eventuale abbandono che renda le zone poco vivibili e trascurate. Inoltre sarebbe
auspicabile che eventuali fiere, eventi e momenti di aggregazione abbiano luogo anche al di
fuori del centro storico, per creare comunità e vicinanza tra i cittadini.
Daremo esecutività ad un pacchetto di interventi mirato e dedicato al centro storico cittadino
sfruttando in modo positivo l’aumento parziale della ztl facendola coincidere con un’espansione
anche identitaria del centro storico. Lo sviluppo del cuore pulsante della nostra città passa
attraverso una concertazione che comprende tutti i soggetti che vivono e frequentano il centro:
residenti, commercianti, associazioni di categoria,insomma quell’insieme di attori che da sempre,
insieme all’Amministrazione comunale si impegnano nel tenere vivo e attrattivo questo nostro
luogo identitario. A tal fine riteniamo utile avviare con gli operatori commerciali del Centro Storico
un percorso volto a creare un soggetto di coordinamento che possa essere di riferimento
dell’amministrazione. Corso Roma sarà la nostra quarta piazza e dovrà essere riqualificata in tal
senso sollevandola dall’essere come oggi, una zona di transito e parcheggio.
Intendiamo puntare alla creazione (curandone l’inserimento nel marketing territoriali e
regionale volto alla promozione delle “Città d’Arte, Cultura e Affari”) di un itinerario turistico
nel centro storico che tocchi tutti i punti di interesse storico ed artistico, anche aumentando i
giorni di accesso gratuito al museo, in sinergia con la promozione degli eventi per far conoscere
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le ricchezze del territorio, a partire da quelle enogastronomiche.
Andranno realizzati dei parcheggi hub ( fast park) al limitare del centro storico, in particolare in
piazzale della Meridiana, in piazzale Baracchi e in piazzale Donatori di sangue, presso i
poliambulatori. Potremo inoltre ragionare sull’opportunità di ampliare i parcheggi in piazzale
medaglie d’oro e riqualificare le aree di piazzale Ramazzini per sostenere le spese di
riqualificazione possiamo contare sulle risorse del piano organico sisma e sull’alienazione del
mercato coperto. Gli oneri di urbanizzazione derivati dai nuovi insediamenti commerciali
artigianali e produttivi verranno poi utilizzati per ulteriori opere di riqualificazione e per
incidere sugli affitti delle attività d’impresa situate in centro storico. Un ruolo particolarmente di
rilievo deve essere riconosciuto al mondo dell’impresa agricola e a tutta la filiera del settore
primario. L’economia agricola, necessità oggi di maggiori sostegni a supporto di produzioni e
tecniche agronomiche che salvaguardino la qualità ambientale e la biodiversità tipiche della
nostra zona. Produzione, turismo enogastronomico, nuove forme di accoglienza turistica, tipicità
ed eccellenze territoriali, fanno delle nostre imprese agricole, dei veri e propri protagonisti di
un’economia eco sostenibile e rivolta ad un pubblico sempre maggiore. Da qui l’esigenza di
modernizzare la visione urbanistica che si ha rispetto al territorio rurale e quindi consentendo
alle imprese di investire in sicurezza e in modo sostenibile.
Alla base di qualsiasi proposta, progetto , promozione o sostegno all’attività di impresa,
saremo intransigenti nella tutela della legalità e del lavoro, rispettandone i diritti e la
sicurezza. Per questo sosterremo sempre iniziative quali l’Osservatorio per la legalità inteso
come strumento per evitare fenomeni fino a pochi anni fa a questo territorio sconosciuti
UNA CITTA’ CHE SI PRENDE CURA
La nostra responsabilità assunta sulla sanità locale e provinciale non arretrerà di un passo nei
prossimi cinque anni: il dovere sarà quello di dare slancio ai nostri professionisti e alle
eccellenze del nostro Ospedale e a far sì che il comparto delle professioni sia congruo per
numero e professionalità ai bisogni e agli obblighi di legge per il Ramazzini e per il territorio del
distretto.
Quindi Ospedale e Hospice diventeranno per noi una priorità: la richiesta di avere un nuovo
ospedale a Carpi deriva dalla necessità di avere una infrastruttura all’altezza delle necessità di un
territorio di oltre 100.000 abitanti. Un ospedale di area così come figurato dalla programmazione
provinciale e regionale che superi la vetusta del Ramazzini e consenta agli operatori e ai medici
che operano su Carpi di poter prestare il proprio servizio in locali qualitativamente elevati dal
punto di vista tecnologico ed alberghiero. In ogni caso intendiamo migliorare il pronto
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soccorso,chiedendo all’Ausl di intervenire per ridurre i tempi d’attesa e di incrementare il
personale impegnato. Va migliorata anche la viabilità di accesso e ripensato il sistema dei
parcheggi.
Siamo pronti ad assicurare qualsiasi sostegno a soggetti che vogliono promuovere l’Hospice
territoriale per l’area nord e i comuni delle Terre d’Argine. Riteniamo infatti che l’Hospice sia
determinante non solo, per assicurare cura a persone affette da malattie incurabili, ma soprattutto
perché risulta essere lo strumento più efficace per assicurare la medesima qualità di cura anche
a persone appartenenti a fasce sociali diametralmente diverse.
Il vero grande cambiamento della nostra comunità è correlato all’allungamento della vita. E
una trasformazione continua e silente che cambia il nostro tessuto sociale e porta con se
problemi nuovi, bisogni e ricadute sociali.
Ora noi siamo di fronte a una scelta: trasformare questi problemi in nuove opportunità.
Qualcuno pensa ad un modello sociale simile alla Florida dove le città paiono definirsi come il
luogo più accogliente dove svernare una volta raggiunta la terza età. Noi rispondiamo che
vogliamo diventare la Silycon valley dell’invecchiamento .Vogliamo essere protagonisti di un
cambiamento generato dalle grandi conquiste degli scorsi decenni e che ci offre l’occasione di
fornire risposte capaci di soddisfare non solo i nuovi bisogni ma anche di creare nuovi posti di
lavoro. La promozione dell’invecchiamento attivo e del diritto all’apprendimento permanente
dovranno essere curati per potenziare le competenze produttive, ma anche per diffondere
benessere, relazioni, inclusione sociale ad ogni età.
La programmazione pubblica di questo distretto ha saputo accompagnare agli strumenti
classici di servizi alla persona (case residenza anziani, centri diurni, assistenza domiciliare)
anche nuovi progetti capaci di coinvolgere l’associazionismo (vedi monitoraggio fragili) e le
politiche abitative (care residence). Ci impegneremo a rispondere ai bisogni delle famiglie con
anziani non autosufficienti e fragili attraverso progetti sempre più personalizzati sui bisogni,
ricercando la presa in carico più efficace affinchè nessuna famiglia si senta sola. E’ un obiettivo
difficile, ma per noi centrale, perché significa modulare la rete assistenziale orientandola ad una
crescente personalizzazione. I progetti che guarderanno alle necessità di quel particolare
momento come l’ultimo in ordine di data realizzato per chi ha collocato il proprio caro in una
struttura privata ma non riesce a pagare la retta. In particolare riteniamo importante lo sviluppo
di progetti ed un potenziamento dell’assistenza domiciliare per le “persone fragili”, con centri
diurni e comunità alloggio di quartiere.
Il futuro ci deve vedere impegnati in questa direzione, con una buona sinergia tra pubblico e
privato anche per la programmazione urbanistica rigenerando la città permettendo agli attuatori
di costruire case sostenibili per l’età avanzata. La grande maggioranza del patrimonio abitativo
privato è infatti costituita da unità abitative con più di tre piani e l’ascensore non è presente.
Pensare la nuova città con i termini della resilienza sociale è anche una grande opportunità
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economica per il settore dell’edilizia e delle politiche abitative. Questo cambiamento demografico
ha trovato importanti risposte anche sul piano della programmazione sanitaria a testimoniarlo il
cantiere della “Casa della salute” nella filiera dell’assistenza e della funzione di alleggerire la
pressione sul Pronto Soccorso e i percorsi approntati per le dimissioni protette, che nel 2018
hanno risposto ai bisogni di 500 famiglie circa e che devono essere sostenuti e rafforzati. Così
come diventa imprescindibile il tema della prevenzione e della sicurezza per i malati ed i loro
famigliari dopo il momento acuto della degenza e delle dimissioni dalla struttura ospedaliera.
Questi progetti ci vedono oggi all’apice del panorama regionale e nazionale ma non ci mettono
nelle condizioni di poter considerare il nostro compito come esaurito. Dobbiamo sviluppare il più
possibile il concetto di prossimità. E’ questa la base per affrontare il fenomeno crescente della
povertà che non è soltanto di carattere economico ma culturale, educativo e relazionale.
Le figure professionali della sanità ( medici di base) e dell’assistenza sociale ( assistenti sociali
professionali) devono entrare nei nostri quartieri, trovare una propria collocazione fuori dagli uffici
e dentro le dinamiche più profonde del cambiamento al fine di prevenire l’isolamento e i
problemi ad essi correlati. Centri sociali, parrocchie polisportive sono i luoghi di questa
prossimità. Un patrimonio straordinario dove questo rapporto si può sviluppare e può diventare
prevenzione e sicurezza per i nostri cittadini. In una parola serve una comunità coesa ed
organizzata capace di prendersi cura delle persone fragili e dei disabili tenendo assieme la
sanità, il sociale ma anche il terzo settore ed il privato cittadino. Sentirsi sicuri nel proprio
ambiente è la condizione indispensabile per guardare al futuro con ottimismo e con progettualità.
Per questo non lasciamo indietro nessuno, anzi. Il nostro impegno sarà più incisivo proprio per
quelle persone che, pur nella disabilità, hanno talenti da esprimere, desideri da realizzare e una
vita autonoma da raggiungere. Opportunità di lavoro per i disabili, progetti di sollievo per i
famigliari e un grande investimento sul dopo di noi e sulla vita autonoma di ragazzi e ragazze che
sono una risorsa per la nostra società. Questo il nostro obiettivo per i prossimi 5 anni.
Il ruolo dell’associazionismo e del volontariato è decisivo ed andrà sostenuto con energia,
valorizzandone la funzione, assicurandogli i servizi necessari e promuovendo a breve una forte
iniziativa di confronto come “Gli stati generali del Volontariato e della Cittadinanza Attiva a
Carpi”.
Vogliamo l’Associazionismo sempre più protagonista; l’Associazionismo che progetta con
l’Amministrazione; Associazionismo attivo e responsabile che si prende cura di una parte dei
problemi e che investe con l’Amministrazione in progetti innovativi in grado di coinvolgere più
associazioni in una logica di rete con l’attenzione ai bisogni sempre più complessi della nostra
società e l’Associazionismo che si occupa di cooperazione internazionale e di scambi culturali..
Dal canto nostro l’impegno con la casa del Volontariato e il CSV a dare il massimo supporto per
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l’adeguamento delle tantissime associazioni del territorio alla nuova legge sul terzo settore che
richiede cambiamenti tali e tanti per i quali un sostegno professionale è dovuto.
Vogliamo investire soprattutto nei servizi di supporto ai minori in difficoltà (Diurno per minori)
e su progetti di sostegno e dialogo con gli adolescenti. Sono impegni che prendiamo di fronte
alle famiglie di nostri concittadini che vivono queste fragilità, e hanno il diritto di trovare nell’Ente
Pubblico, un interlocutore serio e che metta mezzi e persone capaci per rispondere ai problemi.
Con queste energie e con queste idee continueremo a fare ciò che abbiamo sempre fatto, ciò
che ha fatto grande la nostra comunità, vale a dire non lasciare indietro nessuno.
Una attenzione nuova andrà posta alle persone con disagio psichico, che spesso vivono e
fanno vivere alla propria famiglia problemi davvero complessi. Malattie mentali, depressione da
perdita di lavoro e status, dipendenza da farmaci e sostanze psicotrope rischiano di moltiplicarsi
a fronte delle difficoltà e dei cambiamenti, è importante che, anche in questi casi, “nessuno si
senta solo”.
Proponiamo lo sviluppo di un centro sociale polivalente in una casa della cultura di genere. Un
luogo specifico dove valorizzare le differenze di genere. Un punto d’incontro e confronto per le
donne di ogni età e di ogni nazionalità, vero e proprio
riferimento per la città, dove stare insieme e incontrarsi tra culture e provenienze diverse e dove
le donne, native e migranti, possono trovare modi e forme di partecipazione alla vita della città.
Dove l’educazione alla differenza di genere, di provenienza, di cultura diventa un modo per
migliorare le relazioni ed un anticorpo all’intolleranza , al pregiudizio ed alla discriminazione.
Forse stiamo proponendo una casa della cultura delle differenze, perché quandole donne
propongono non lo fanno solo per sé, ma una comunità a misura di tutti.
Le difficoltà economiche in cui si possono trovare anche in maniera improvvisa le persone
devono essere affrontate e superate in tempi stretti per evitare che divengano irreversibili.
Il gioco d’azzardo ha assunto dimensioni rilevanti nel nostro Paese comportando, per molti
soggetti tra quelli più vulnerabili, il rischio di una vera e propria dipendenza comportamentale
con gravi disagi per la persona e per la famiglia, alimentando anche l’usura gestita dalla
criminalità organizzata. Le cifre nella nostra città parlano di oltre 135 milioni di euro spesi nel 2016
(1900 euro a testa circa) nei giochi a postazione fissa, senza contare i giochi on line. Il contrasto
va fatto sia attraverso la riduzione dell’offerta, che sul piano culturale, per aumentare la
consapevolezza dei rischi insiti, coinvolgendo diversi soggetti istituzionali che operano sui
territori e le associazioni di volontariato. Il contrasto all’illegalità e al gioco patologico dovrà
continuare ad essere una prerogativa per il prossimo mandato amministrativo , oltre alla
mappatura delle attività e l’applicazione della legge Regionale 5/2013 e le modifiche attuate dal
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D.G.R.831/2017 sarà necessario arrivare alla stesura di un regolamento che disciplini gli orari di
funzionamento degli apparecchi di intrattenimento e svago.
Nelle nostre case quotidianamente restano inutilizzati o vengono sprecati e gettati tonnellate
di farmaci ancora validi, uno spreco enorme e una grave perdita economica per il nostro sistema
sanitario, con conseguenze negative determinate dallo smaltimento di tonnellate di medicinali.
Un impiego corretto e responsabile dei farmaci, beni preziosi per la nostra collettività, è anche un
forte richiamo etico alla solidarietà nei confronti di persone e comunità meno avvantaggiate.
Il Banco Farmaceutico stima che ogni anno restano inutilizzati nelle case degli italiani oltre1,066
kg di farmaci procapite. Queste stime ci portano a dire che sulla città di Carpi il totale di farmaci
non utilizzati potrebbe essere pari a 74.620 kg.
In questi ultimi 5 anni la città ha attivato diversi progetti che si ritrovano in “carpi non spreca”un
contenitore che raccoglie diverse azioni con un denominatore comune: recuperare ciò che è
ancora utile e donarlo a chi ha bisogno.
A Carpi, a tutt’oggi, disponiamo di 628 appartamenti di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP),
insufficienti per garantire una risposta adeguata alle circa 400 domande in graduatoria, visto il
tasso di risposta inferiore al 10% annuo dovuto allo scarso tournover degli assegnatari che, stante
l'attuale legge regionale, possono rimanervi “a vita” se in costanza dei requisiti per la
permanenza ed inoltre, in molti casi, non più adeguati alle necessità sanitarie e sociali degli
abitanti. Le recenti modifiche normative e l'adeguamento dei canoni di affitto a livello provinciale,
non sono stati sufficienti ad aggredire il problema. Ovviamente la politica sulla casa ha un
respiro nazionale, ma la nostra amministrazione deve assolutamente attivarsi ancora di più
per individuare anche attori locali, con i quali si possa impostare un programma di intervento.
Alcuni esempi: aumentare il patrimonio di Edilizia Residenziale Sociale (ERS) formula abitativa
che sta nel mezzo tra il mercato privato e il patrimonio pubblico dedicato ai più fragili (ERP);
incentivare i proprietari a mettere a disposizione alloggi ad affitto calmierato tramite lo strumento
dell'Agenzia Sociale per l'Affitto; porre l'attenzione sulla povertà energetica e, in collaborazione
con i gestori locali, trovare nuove strategie d'intervento; stimolare l'organizzazione di eventi che
coinvolgano le piccole comunità condominiali al fine di sviluppare la convivialità, rafforzare i
legami di prossimità e di solidarietà. Un ulteriore esempio, quantitativamente piccolo, ma
socialmente molto importante e per questo da replicare, è rappresentato dal progetto di
Co-Housing solidale per famiglie sfrattate con minori finanziato in parte dal 5 x mille donato
dai cittadini al comune.
Un esempio significativo di rigenerazione urbana, in periferia, andrebbe individuato nel
“risanamento” del cosiddetto “biscione” (via Unione Sovietica). Risanamento è una parola
molto impegnativa, anche perché si tratta di un pezzo di periferia, ma anche di città, che
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racchiude tanti elementi umani e sociali: è abitazione per tante persone, ospita vari esercizi
commerciali e una, o più, associazioni culturali e religiose. Ma è anche degrado e percepito come
ghetto. Pensare ad un intervento implica ovviamente una fase di studio dell’esistente e delle
possibili soluzioni, ma anche di coinvolgimento di chi ci vive e lavora, oltre ad un notevole
impegno economico, che dovrebbe coinvolgere importanti attori economici della città, uno fra
tutti la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi. L’obiettivo dovrebbe essere quello di
aumentare la dotazione di edilizia residenziale sociale della nostra città.
Allo stesso modo vogliamo costruire, con la collaborazione del Terzo Settore, una rete di
servizi facilmente accessibili per chi si trova in difficoltà come la mensa sociale, l’emporio
solidale e lo sportello per la povertà energetica in grado di rispondere ai bisogni primari delle
persone rispettandone la dignità.
GIOVANI, CULTURA E ASSOCIAZIONISMO
Basterebbe questo per sintetizzare il futuro che vogliamo. Ma la bellezza di una comunità unita,
coesa e forte, sta nel mescolare le esperienze, le conoscenze e le storie di chi la compone. Ed è
questo che intendiamo realizzare: una società ricca di energie date dalla freschezza dei giovani,
che trovino il supporto dell’esperienza dei padri e la creatività di chi ha viaggiato e conosce
realtà diverse. La prima cosa straordinaria che metteremo in campo è questa: un dibattito
intergenerazionale fatto di punti di vista, stimoli e collaborazione. Gli eventi e i festival così
numerosi a Carpi richiedono l’intervento di operatori qualificati, ma soprattutto di molti volontari.
Spesso provengono dal mondo giovanile e scolastico, e quasi mai il loro lavoro e impegno viene
ricompensato come sarebbe giusto fare. Non tanto a livello economico, anche se si potrebbe
arrivare a pensare se non altro ad un rimborso spese, quanto a livello sociale e culturale.
Sarebbe auspicabile che uno studente ad esempio di una scuola superiore potesse in qualche
modo vedere riconosciuto il suo impegno anche in classe, da parte del corpo docente e dai
compagni (pensiamo al momento della conta dei crediti scolastici, o della media a fine anno, o
dei progetti extrascolastici) e che abbia la possibilità di sentirsi motivato e adeguatamente
ricompensato per poter continuare anche in momenti successivi della sua vita e a diventare così
un cittadino più attivo e consapevole.
Naturalmente si portano proposte molto pratiche sul come aumentare e migliorare la fruibilità
dei servizi cittadini con particolare attenzione al trasporto pubblico, all’estensione oraria
dell’apertura della Biblioteca Loria, ed ampliamento degli spazi da dedicare allo studio per gi
studenti universitari.Integrazione con iniziative e momenti di aggregazione in luoghi e spazi
della nostra socialità, a partire da quei Centri sociali che sempre più hanno assunto il ruolo di
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centri polifunzionali. In tutto questo ci impegniamo ad un maggior coordinamento tra iniziativa
pubblica e associativa del terzo settore e perché no, anche verso quel privato che guarda
all’impresa come opportunità di redistribuzione di benessere sul territorio.
Dobbiamo creare quel virtuoso circuito che vede nell’Amministrazione pubblica il soggetto
principale nella programmazione proposta dagli Istituti culturali, e che possa accogliere
proposte , idee e risorse provenienti dal tessuto sociale e che permetta alle varie associazioni
culturali di completare il calendario di eventi cittadini, con il comune obiettivo di aumentarne non
solo il numero ma anche la qualità delle proposte. La nostra città, porta in dote un ricco
patrimonio culturale, dal Festivalfilosofia, alla Festa del racconto e per i più giovani tra i nostri
concittadini ricordiamo la festa del Gioco. A questi importanti appuntamenti, devono sommarsi le
innumerevoli proposte figlie del mondo privato territoriale. In questo modo la cultura diventa non
solo un’occasione di crescita e formazione per tutti, ma anche una grande opportunità di rilancio
promozionale per la città intera. Fondamentale è quindi il ruolo dell’associazionismo culturale
come produttore di iniziative coordinate con l’Ente. Ma l’associazionismo è anche volontariato
ed oltre al tema del già citato ricambio generazionale ci si deve impegnare sulla necessità di
sostenere le associazioni di fronte ai passaggi burocratici previsti dalla nuova Legge sul Terzo
settore e sull’opportunità di creare una figura di riferimento in sinergia con l’amministrazione
pubblica dedicata al reperimento fondi ed alla partecipazione a bandi.
Ascoltando e confrontandoci con i protagonisti del Terzo settore abbiamo convenuto
sull’esigenza di dare una periodicità ad incontri tra funzionari pubblici e delegati
dell’associazionismo locale, per favorire la partecipazione a strumenti già presenti quali la
Consulta e lo scambio di buone prassi e di collaborazione fra chi oggi sta dando un contributo
fattivo alla programmazione culturale cittadina.
Nello sviluppo di un centro polivalente dedicato, strutturato ed attrezzato alla cultura di
genere vogliamo comprendere l’inserimento di strumenti utili per una formazione
permanente, quale elemento di inclusione sociale.L’impegno sulla diffusione della lingua
inglese, sulla formazione continua per tutto l’arco della vita e sul protagonismo giovanile può
trovare una concreta realizzazione in un grande spazio/contenitore, in grado di offrire opportunità
ai giovani e a tutti i cittadini interessati a queste tematiche. In un’ottica di rigenerazione urbana
(come indica peraltro la nuova legge regionale in materia) e di recupero di spazi dismessi o in
situazioni critiche (pensiamo al grande patrimonio di centri sociali anziani oggi in difficoltà, anche
per la mancanza di un passaggio del testimone tra volontari e fruitori) è possibile pensare ad una
Casa delle Culture che, a fianco dei grandi poli culturali cittadini (Palazzo Pio, Teatro e San
Rocco in primo luogo) e in sinergia con altri luoghi della città gestiti da privati o fondazioni, nel
quale la lingua inglese sia la prima lingua di accesso per chi vuole fruire dei suoi servizi e che
abbia anche spazi da dedicare ad associazioni e gruppi informali. Pensiamo ad un ambiente
dentro al quale sia possibile dare ospitalità anche ad uno spazio legato alla cultura di genere ed
al protagonismo femminile. Pensiamo ad un grande luogo che consenta nel suo recupero di
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realizzare anche eventi che i poli culturali carpigiani non promuovono, e che possa ad esempio
realizzare e dare ospitalità a spettacoli ed iniziative varie di qualità. Oggi ad esempio i costi di
gestione notevoli del teatro comunale impediscono a tutti coloro che vorrebbero dare vita ad
eventi spettacolistici o teatrali di farlo. Ed anche chi vuole diffondere la cultura cinematografica
attraverso cineforum e dibattiti non può permettersi il noleggio, costoso, di una grande sala
cinematografica. La Casa delle culture potrebbe diventare il terzo polo culturale dopo Palazzo
Pio e il Teatro.
AMBIENTE INFRASTRUTTURE E MOBILITA’
E’ necessario contenere il consumo e l’impermeabilizzazione del territorio, promuovere il
capitale naturale e il paesaggio, l’edilizia di qualità e la rigenerazione urbana, anche
attraverso il riuso delle aree depauperate o dismesse. Se a ciò si aggiunge l’esigenza di
ulteriore messa in sicurezza del territorio dal rischio idraulico e sismico, risulta evidente
l’esigenza di un piano di interventi per la mitigazione degli effetti di una urbanizzazione assai
accresciuta, per il recupero ambientale e di edifici con tipologie costruttive inadeguate (da
destinare preferibilmente a fasce sociali in difficoltà). L’applicazione della nuova Legge
Urbanistica Regionale e del nuovo PUG dovrà favorire la realizzazione di questi obiettivi.
Si sono conclusi i primi cinque anni di mandato da Sindaco con delle importanti promesse
mantenute. L’avvio del cantiere e l’opera in corso di realizzazione, dell’ammodernamento del
nostro acquedotto, che diventerà così l’acquedotto più moderno d’Italia. Un piano da oltre 15
milioni di investimento pubblico. La realizzazione dell’illuminazione pubblica a risparmio
energetico attraverso la sostituzione di oltre 6000 punti luce tradizionali, con lampade a Led.
Progetto che sarà allargato a tutti i restanti punti luce pubblici. Altro risultato che premia la nostra
comunità è il raggiungimento della riduzione da 200 a 60 kg dei rifiuti indifferenziati pro
capite annui. Partendo da questi risultati occorre iniziare a ragionare seriamente sulla
destinazione del rifiuto risultante dalla raccolta differenziata, visto che, nell’attuale congiuntura
rischia di trasformarsi da opportunità a problema, causa anche le difficoltà del mercato.
Crediamo, quindi, che si debba iniziare a ridurre fortemente la produzione di rifiuti, passando
progressivamente dal riciclo al riuso degli imballaggi, con contenitori riutilizzabili decine di volte.
Anche all’interno delle scuole si potrebbe incentivare l’uso di contenitori riutilizzabili per
distribuire l’acqua corrente, anziché quella imbottigliata agli studenti. Queste sono scelte di
respiro nazionale, per non dire sovranazionale, ma un’amministrazione comunale può
promuovere iniziative pilota che diano l’esempio per sperimentare modelli alternativi. Questo si
inserisce nelle azioni in favore della promozione e incentivazione del recupero e del riciclo dei
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rifiuti urbani domestici ed industriali.
Manterremo le risorse economiche messe a disposizione per incentivare il cambio dei tetti e
delle coperture in cemento amianto laddove ancora presenti. Così come confermeremo degli
incentivi per la mobilità elettrica attraverso risorse per favorire l’acquisto di auto e bici a trazione
elettrica.
L’estensione del trasporto pubblico urbano nei giorni festivi e tutte le domeniche dell’anno.
L’importante servizio di Prontobus, che collega attraverso il trasporto pubblico, la città con le sue
frazioni, esteso anche nelle fasce orarie pomeridiane. Crediamo molto nel trasporto pubblico
collettivo e lo abbiamo già dimostrato. Ma quanto fatto lo riteniamo solo un buon inizio. Siamo
nella giusta direzione, ma vogliamo dare di più ai nostri cittadini. Lavoriamo per aumentare la
frequenza oraria dei passaggi dei bus e delle linee urbane. Metteremo mano alle linee che
collegano tra loro i centri di alta presenza , quali centro storico, stazione dei treni, degli autobus,
quartieri e zone industriali, artigianali e commerciali, polo scolastico e sportivo della nostra città.
Rimane sul tavolo di confronto provinciale l’obiettivo di realizzare una metropolitana di
superficie che colleghi Carpi con Modena. Questo darebbe una significativa risposta a quanti
(studenti, lavoratori e pendolari in genere) giornalmente utilizzano i treni per raggiungere il
capoluogo di provincia. D’altra parte risulta ormai non più rinviabile il miglioramento del
collegamento stradale sulla Statale Romana con il capoluogo, la cui vetustà comporta un
notevole danno per gli utenti e per l’ambiente: 12 km in 30 min per una velocità media di circa 25
km/h. Così come sarebbe importante proseguire il ragionamento dei collegamenti extra urbani,
attraverso i mezzi pubblici, migliorando la raggiungibilità della Stazione ad Alta velocità Medio
Padana di Reggio Emilia, e la città di Sassuolo, importante polo industriale e sanitario.
Ma la mobilità urbana, alternativa all’uso dell’auto privata, passa anche attraverso nuove forme di
servizio dedicato a pubblici particolari. Andrà sollecitato e sostenuto il “Pedobus”: una forma di
partecipazione responsabile di adulti, genitori, nonni, volontari qualificati,che attraverso percorsi
pedonali ben definiti e messi in sicurezza, accompagnano gruppi di bambini e ragazzi nel casa
scuola, e viceversa, “raccogliendoli” sul percorso in particolari e definiti punti Hub. Questo
modello di comunità attiva è già in corso su puntuali realtà. Vorremmo incrementare ed
estendere il servizio in ogni realtà scolastica le cui condizioni di raggiungibilità a piedi lo
consenta. Inutile ricordare gli enormi vantaggi che un simile sistema porterebbe se esteso sulla
totalità, dei nostri plessi scolastici. Meno automobili nei pressi delle scuole, più sicurezza
stradale, meno inquinamento e una maggiore socialità tra residenti vicini di vie e quartieri della
città, che insieme si trovano per accompagnare i nostri figli a scuola.
A proposito in inquinamento acustico, sarà necessaria l’apertura di un confronto con RFI
affinché con l’entrata in funzione della galleria del Brennero per il trasporto ferroviario merci,
l’eventuale aumento di convogli sulla linea ferroviaria che attraversa la città sia accompagnato
dallo sviluppo di barriere acustiche, rispettando gli impegni assunti sin dal lontano 2004.
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VIABILITA’
Al pari dell’impegno sul trasporto pubblico collettivo ed eco sostenibile, è obiettivo della
coalizione che mi affianca, migliorare ed incrementare le condizioni di viabilità e mobilità
ecofriendly per eccellenza, vale a dire gli spostamenti in bicicletta all’interno di tutto il territorio
comunale. Il primo impegno riguarda un piano di manutenzione straordinario per tutte le piste
ciclopedonali presenti e la realizzazione delle piste ciclabili lungo gli argini (il cui progetto
preliminare è stato approvato in questa legislatura), a cui seguirà lo studio per realizzare un
collegamento ciclabile sicuro tra le zone industriali e le attuali piste che insistono all’interno
dell’anello urbano. Per migliorare la sicurezza dei ciclisti, viene messo al vaglio di esperti di
mobilità sostenibile, la circolazione delle bici all’interno delle rotonde, con apposite corsie
riservate che ne garantiscono la scorrevolezza senza interruzione di diritto di precedenza.
Modello di viabilità questo che si può mutuare dall’esperienza pluriennale dei Paesi del Nord
Europa, da sempre all’avanguardia sull’uso della bicicletta per gli spostamenti urbani.
Rimane un punto di eccellenza da raggiungere insieme ai diversi attori del tessuto produttivo
locale, quello di riconoscere un incentivo, un riconoscimento economico per ogni km percorso
in bicicletta da quanti utilizzano le due ruote per percorrere la tratta casa lavoro e viceversa.
Esperienza pilota è stata fatta dal Comune di Cesena. Noi vorremmo studiare un modello che
possa prevedere anche una compartecipazione dell’Ente pubblico a sostegno di questo
riconoscimento kilometrico in favore di quanti si muovono in bici per andare sui luoghi di lavoro.
I parchi e più in generale gli spazi verdi della città, possono essere coniugati con la mobilità
ecologica, definendo corridoi ciclabili nel verde, che colleghino le piste ciclabili della città con i
parchi principali.
Dall’esperienza già messa in campo nella realizzazione di quartieri e aree urbane a “Zona 30”
riceviamo un forte incoraggiamento a continuare in questo senso. Micro rotonde, segnaletica
orizzontale dedicata, oltre a garantire maggiore sicurezza stradale, fanno sì che diminuisca
l’inquinamento da gas di scarico. Con la corretta gestione dei sensi unici di marcia, si
restituiscono anche i margini di intere vie e ad aree di sosta per i residenti e si ricavano aree da
poter dedicare a nuove piste ciclabili.
Guardando la viabilità, e più in generale la mobilità, anche come un elemento fondamentale per
la crescita economica del nostro territorio, non possiamo non rilevare che siamo al centro di un
triangolo che ha i suoi vertici nelle città di Modena, Reggio Emilia e Mantova, che l’Autostrada del
Brennero sia anche una porta diretta verso il nord dell’Europa, e infine che la ferrovia non si fermi
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a Carpi, ma colleghi Modena a Verona. Più localmente pensiamo che almeno tre siano i cantieri
fondamentali da mettere in agenda. Dobbiamo collegare la rotonda di via Guastalla con l’ultima
rotonda della zona artigianale di Fossoli, unendo così in maniera lineare due siti produttivi oggi
collegati dalla sola ed insufficiente Strada Statale Romana Nord. Va completata la complanare
all’autostrada superando il cavalcavia di via dell’Agricoltura. Dovrà essere realizzata una
efficace viabilità all’uscita del nostro casello autostradale, utilizzando le risorse che la società
autostrade del Brennero ha programmato di investire in tal senso. E’ quindi importante mettere
mano ad una agenda di programma seria, con delle scadenze di realizzazione e delle priorità di
intervento. Certamente verrà ripreso lo studio sull’annoso collegamento Cibeno-Roosevelt-Due
Ponti, che ormai da anni riempie le pagine di idee, ma di difficile realizzazione. Una possibile
soluzione, per una realtà così prossima al centro cittadino,potrebbe essere la creazione di un
passaggio (sottopasso o sovrappasso) ciclo pedonale per bypassare la ferrovia di via Roosevelt.
La realizzazione di rotonde in luogo ad incroci regolati da semaforo è ormai una scelta europea
che riconosce il miglioramento della viabilità e della scorrevolezza del traffico. Una riflessione in
tal senso la si vuol fare per quegli incroci sulla Tangenziale Bruno Losi che vivono flussi di traffico
importanti. Tra questi ricordo l’incrocio con via Guastalla e il doppio impianto semaforico
all’altezza del polo scolastico e piscine comunali. Su quest’ultimo incrocio occorre poi pensare
ad una soluzione di attraversamento ciclo pedonale in assoluta sicurezza e proporzionato alla
numerosa presenza contemporanea dei ragazzi che frequentano le scuole ivi presenti.
In questo contesto di attenzioni per una riqualificazione delle aree urbane sempre più vicine ai
bisogni delle persone, sia in senso di una modifica della viabilità che di un riappropriarsi da parte
dei cittadini di intere aree, vanno senz’altro incluse le zone di periferia. Si propone di creare
degli “spazi di frequentazione” nelle periferie, anche attraverso la chiusura al traffico di
attraversamento veicolare di alcune piazze, larghi o particolari vie e una riqualificazione
dell’arredo urbano, migliorando il presente e incrementando le strutture laddove necessita.
Queste soluzioni, che investono in modo particolare i nostri quartieri periferici, devono vedere la
partecipazione con contributi di idee e suggerimenti in primis da chi abita, frequenta e lavora in
quelle realtà. Serve dunque un modello partecipato di coinvolgimento progettuale tra
l’Amministrazione e chi vive i quartieri. La manutenzione delle aree verdi di quartiere deve
vedere il prosieguo della collaborazione con il mondo del volontariato. Questa buona pratica
potrebbe essere implementata anche attraverso specifiche convenzioni tra pubblico e privato
per sostenere quei singoli cittadini che intendono aumentare il patrimonio verde delle loro
abitazioni. Un albero, un arbusto una siepe in più, anche se presenti un area privata (
parco,giardino,terrazzo o semplice balcone) sono un patrimonio ambientale per tutta la comunità,
per questo vanno sostenute ed incoraggiate le piantumazioni di essenze verdi. Vogliamo
immaginare una Carpi sempre più colorata di note fiorite e arricchita in tutte le sue zone da una
vasto patrimonio verde. Il verde dunque protagonista.
Vediamo nei parchi pubblici una grossa possibilità per facilitare (tutti i giorni
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dell’anno) l’aggregazione tra le persone, la possibilità di migliorare la salute ed il benessere
psico-fisico, rendere la nostra città più verde soddisfare le esigenze di tutti i cittadini creando
possibilità di gioco, sport, relax e svago ma soprattutto garantire spazi vuoti per gustare la nostra
città in modo più lento.
I parchi di Carpi hanno grandissime potenzialità da valorizzare di più e rendere più “vissuti” tutto
l’anno. Si rende necessaria la realizzazione del Parco Lama, seguendo durante la sua
elaborazione i suggerimenti di botanici, biologi ed esperti del territorio.
L’acquisizione dell’area della Cappuccina e il progetto partecipato sul Parco Lama aprono una
nuova stagione di protagonismo per le aree verdi della nostra città. Non più spazi ‘di risulta’
rispetto alle urbanizzazioni ma autentici corridoi di collegamento e di socialità. Per questo
pensiamo a parchi e giardini in cui possono coesistere attività sportive, ludiche e ricreative di
interesse per bambini, ragazzi, famiglie e anziani. Una delle cifre che pensiamo di adottare è
permettere l’insediamento nei parchi di attività al fine di presidiare il verde pubblico e garantirne
una fruibilità a tutti i cittadini.
SCUOLA, FORMAZIONE E UNIVERSITÀ
I servizi per l’infanzia sono e devono continuare ad essere un punto di eccellenza per la nostra
comunità. Il giudizio estremamente positivo che viene riconosciuto dalle famiglie, circa la qualità
dei nostri servizi per l'infanzia (nidi e scuole d'infanzia) e del sistema integrato che ci permette di
sostenere la domanda con una risposta di qualità, ci dice che siamo sulla strada giusta e in
sintonia con i bisogni delle famiglie. Questo deve essere di stimolo e incentivare ancora la nostra
azione amministrativa. Dai suggerimenti raccolti durante un costante confronto con l’utenza
registriamo la necessità dell'aumento della flessibilità oraria dei servizi di attenzione costante
alla formazione permanente degli insegnanti creando sinergie tra il coordinamento pedagogico
dei nostri servizi e l’intero sistema scolastico, nonché la necessità di sostenere anche le iniziative
delle famiglie come ad esempio l’opportunità di costituire gruppi di acquisto solidale del
materiale scolastico.
Continueremo con l’impegno di non gravare ulteriormente sulle famiglie chiedendo, come
abbiamo sempre fatto risorse e finanziamenti enti ed istituzioni affinchè i servizi 0/6 anni siano
sempre più accessibili economicamente.
Anche l’incremento dei mezzi e delle tratte utili al trasporto scolastico, vengono considerati
uno strumento utile per aumentarne l’utilizzo e per ridurre l’utilizzo dell’auto privata e quindi
abbattere il traffico intorno alle scuole.
Particolare attenzione viene posta sul “Patto per la scuola”. Questo deve diventare patrimonio
comune di tutta la collettività; fondamentale, quindi che se ne diffonda maggiormente la sua
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conoscenza. La scuola come punto di riferimento per genitori, ragazzi e mondi vicini alle famiglie,
quali sport, volontariato ed impresa. In questo sistema la Pubblica Amministrazione deve
assumere un ruolo prioritario di interlocutore e connettore tra i diversi attori. Dobbiamo avere un
appuntamento annuale con gli "stati generali della scuola", che sia un’ occasione di confronto sia
per i docenti che per il mondo che ruota attorno al sistema scolastico.
Il collegamento con le iniziative culturali del territorio, hanno fin’ora prodotto un importante
canale di restituzione diretta alle fasce generazionali più giovani, delle attività svolte sia con la
didattica offerta dagli istituti culturali pubblici, sia con le iniziative promosse con seminari paralleli
ai grandi eventi tenuti in città. La sempre maggiore propensione dei nostri ragazzi di viaggiare
per conoscere , studiare , lavorare e fare esperienze internazionali ha aumentato la richiesta di
strutturare l'offerta culturale sul versante della lingua inglese e della cultura anglosassone.
Questo ha fatto nascere l'idea di dedicare spazi pubblici, quali ad esempio il Mac'e', fornendo
materiali in lingua inglese ed operatori formati in grado di accompagnare la crescita formativa
“in lingua” per quanti abbiano la necessità e l’interesse in tal senso.
Rimane fondamentale quel dialogo e conoscenza tra la scuola, in particolare gli indirizzi tecnici
delle scuole Superiori con le imprese. Dobbiamo lavorare molto nel sostenere questo scambio di
contributi. Da un lato la formazione didattica, dall’altro l’esperienza dell’impresa inserita nei
mercati ormai globali. Il concetto è quello della costruzione di percorsi formativi qualificati, capaci
di accompagnare la persona durante tutto il proprio percorso, essendo oggi indispensabile
superare il concetto che la vita si divisa in "studio" prima e "lavoro" poi, ma che le due fasi si
intreccino più volte nell'esperienza lavorativa.
Una formazione continua è ormai imprescindibile per quanti sono all’interno del processo
produttivo ed anche per quanti sono alla ricerca di nuove opportunità occupazionali. Abbiamo
inaugurato da pochi mesi il Cpia in città, questo centro di formazione per adulti, vuole essere
ancor prima di una scuola, un luogo di incontro per tutte quelle persone adulte, che desiderano
continuare un percorso scolastico interrotto e che avvertono l’esigenza di una preparazione di
base per affrontare la sfida di una ricerca di impiego. Anche sul versante universitario, il
sostegno alle borse di studio e alle esperienze come l'Erasmus deve vedere l'azione congiunta
di Ente locale, Fondazione Cassa di Risparmio e attori economici.
La centralità della ricerca e della formazione permanente richiamano l’esigenza di una relazione
più stretta tra le attività di eccellenza nel territorio e l’Università di Modena e Reggio. Con questa
sarà utile avviare un confronto per verificare la possibilità di realizzare a Carpi master e corsi di
laurea coerenti con le esigenze di innovazione e sviluppo del nostro tessuto produttivo.
Ma se il cuore fondamentale delle scuola lo fanno insegnanti e studenti non possiamo
dimenticare che entrambi vivono il loro fare scuola all’interno degli edifici scolastici.
Edifici che hanno dimostrato di essere in sicurezza e sui quali in questi anni abbiamo investito
ingenti risorse in termini di adeguamento normativo su prevenzione e sicurezza. Non
possiamo però dimenticare che la grande maggioranza degli edifici scolastici ha ormai una vita
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lunga decine di anni: forte sarà il nostro impegno della manutenzione e nell’adeguamento alle
nuove esigenze della didattica contemporanea.
SICUREZZA
Nessuna demagogia, nessuna strumentalizzazione delle paure che le persone, soprattutto le
fasce più deboli vivono. Servono risposte ed investimenti. Abbiamo iniziato e vogliamo
proseguire con l’estensione del sistema di videosorveglianza in città, nei luoghi più sensibili e
nei varchi di accesso. Andrebbe estesa l’operatività del fondo per il risarcimento delle vittime di
reato affinché risarcisca il 100% degli importi, almeno per alcune categorie di reati. Ma
l’investimento maggiore deve proseguire sul Progetto Controllo di Vicinato di cui Carpi è ai
vertici a livello nazionale per adesioni. Sono le azioni comuni, di buon vicinato, di conoscenza tra
chi vive nella stessa via, nello stesso quartiere a rendere più sicuri i nostri luoghi e di abitazione e
di frequentazione quali parchi, giardini, piazze… Però la convivenza non può essere imposta dalle
forze di polizia o indotta dalle azioni dell'ente locale. Occorrono progetti in grado di realizzarla
come accordo sociale vero fra persone che vivono in uno stesso luogo. Aprire un dialogo con le
comunità religiose che hanno associazioni culturali al fine di far crescere una coscienza sicurezza
dei luoghi di culto. Per facilitare processi servono vaccini al degrado e l’abbandono anche nelle
zone più periferiche; per combattere l’isolamento rendere attivi i quartieri e chi li abita,
proponiamo di dare la possibilità ad associazioni sportive di creare e gestire una palestra
popolare, per diffondere la cultura dello sport, perché diventi punto di aggregazione e
riferimento, prevenendo situazioni di disagio, criminalità, malavita. Bisogna continuare a lavorare
su azioni di coordinamento interforze, sul rinnovamento del ruolo della PM e su come
riqualificare quelle aree che in città vengono percepite come ‘ghetti’. Continueremo a chiedere al
Ministro degli Interni, l’adeguamento del numero di agenti di polizia per il nostro Commissariato.
La sicurezza passa soprattutto attraverso un’azione di controllo preventivo del territorio, e
questa la si fa se si hanno le risorse necessarie. L’attuale organico, chiede alle donne e uomini
del nostro Commissariato uno sforzo organizzativo importante. Noi intendiamo esprimere
gratitudine per quanto fanno ogni giorno e vogliamo assicurare a tutte le Forze dell’ordine
presenti in città, che saremo sempre al loro fianco per garantire la vicinanza
dell’Amministrazione, per le richieste di aumento di organico e mezzi adeguati.
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SPORT E POLITICHE PER L’ATTIVITA’ FISICA
“Lo sport è riconosciuto per il suo enorme valore sociale quale strumento per la realizzazione
del diritto alla salute e al benessere delle persone, lo sviluppo delle relazioni e dell’inclusione
sociale, la promozione delle pari opportunità e di un rapporto armonico con l’ambiente, senza
dimenticare la valorizzazione economica dei territori”. (Art. 1 della Legge sulla promozione
delle attività sportive della Regionale Emilia Romagna.)
Qui è condensato lo spirito col quale intendiamo sostenere il mondo dell’associazionismo
sportivo, della libera attività fisica praticata individualmente e la promozione delle buone pratiche
in favore del benessere, oltre naturalmente all’ attività agonistica professionale e di
avviamento allo sport per i nostri ragazzi.
Questi obiettivi devono continuare ad essere il frutto di un lavoro condiviso e plurale tra
l’Amministrazione comunale e le società sportive del territorio, che trovano nella Consulta Sport e
Benessere sia un luogo di confronto che uno strumento per contribuire fare sintesi
programmatica.
Tra gli obiettivi di programma deve avere una priorità l’impegno a far crescere figure
dirigenziali in seno alle società sportive, sostenendone aggiornamenti e formazione, con
particolare attenzione agli aspetti legati alle norme sulla fiscalità e sulla sicurezza. Il ruolo sociale
delle società sportive deve passare attraverso la realizzazione di una “Carta etica dello Sport” e
verso politiche che favoriscano l’inclusione sociale ed il superamento delle barriere economiche
quale motivo per l’abbandono della pratica sportiva per i nostri figli.
Lo sport per tutti significa anche promozione di manifestazioni agonistiche di primissimo
livello. Dobbiamo affermare la nostra città quale meta di appuntamenti sportivi nazionali e
internazionali.
Il lavoro che ci attende prevede l’impegno sia sulle persone che sulle strutture e gli impianti
sportivi. La città parte da una buona dote di impianti e spazi per fare pratica sportiva. Pensiamo
comunque alla necessità di nuove palestre, per rispondere alla crescita delle richieste in termini
di ore delle società sportive, che all’ aumento di bambine e bambini che si avvicinano alla pratica
sportiva. Al pari della necessità di nuovi impianti occorre da subito attivare un piano di
manutenzione straordinaria per l’esistente.
Proposte di nuovi impianti sono al vaglio dell’Amministrazione, si va dall’esigenza di una nuova
palestra / impianto sportivo coperto, che potrebbe essere nell’area nord (es. frazione di Fossoli),
alla realizzazione di un campo regolare in erba sintetica da realizzare su un campo già esistente
in erba naturale, all’idea di realizzare un palazzetto dello Sport con una forte funzione civica,
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dedicato quindi non esclusivamente allo sport professionistico e che sia una reale occasione per
le attività delle società sportive carpigiane non drenando a queste risorse. E’ per questo
necessario coinvolgere la Fondazione CR Carpi in un progetto che non veda solo la
realizzazione dell’opera ma anche la sua gestione creando quindi un’opportunità in più per
l’aggregazione e lo sport e gli eventi della città.
A fianco delle strutture vere e proprie, vanno valorizzate ed ulteriormente potenziate le aree
verdi, i parchi, le piste ciclabili per lo sport libero. Si pensi ad esempio quanto emerso dalla
ricerca fatta nel dicembre 2017 e della sempre maggiore attenzione verso l’attività sportiva non
strutturata. Partendo da quei dati si propongono restyling dei percorsi salute, percorsi per
running, ciclisti amatoriali individuando migliorie, segna distanze, attrezzature. Manutenzione
delle aree esistenti ed incremento delle aree libere con campi da calcetto, basket, skate. Si
propone infine l’istituzione di un’anagrafe volontaria per chi pratica sport ed attività fisica senza
essere iscritto a nessuna società. Un anagrafe che permetta oltre al monitoraggio della pratica
sportiva praticata, anche l’invito a controlli sanitari periodici, in modo da fare prevenzione per chi
pratica attività fisica.
In ultimo, risulta fondamentale il potenziamento dell’Ufficio Sport, attraverso l’inserimento di
figure specialistiche a supporto delle associazioni sportive. Figure con mansioni tecniche, e
fiscali, che possano collaborare con le società sportive convenzionate e che hanno in gestione
impianti pubblici.
ORGANIZZAZIONE SERVIZI E LAVORO IN COMUNE
La riorganizzazione del lavoro all’interno di un Ente Pubblico è materia delicata, perché deve
tenere in considerazione diversi fattori che possono avere esigenze diverse e volte
diametralmente opposte tra loro. Il principio su cui intendiamo far cardine è quello del
coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori di ogni livello attraverso la concertazione con
le rappresentanze sindacali del settore pubblico e le esigenze plurali dell’utenza per ogni
servizio erogato. Mutuando da esperienze già in essere in alcune realtà avanzate del settore sia
pubblico che privato, vorremmo confrontarci sullo Smart working. Il lavoro agile (o smart
working) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato
dall'assenza di vincoli orari o spaziali e un'organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita
mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a
conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività.
Questo modello vuole metter al centro dell’azione la “persona lavoratrice” a tutto tondo, quindi
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come individuo che ha una propria vita privata fatta di famiglia, tempo libero ed interessi, ma che
allo stesso tempo ha degli obiettivi di lavoro da raggiungere. Certo è un modello rivoluzionario,
che prevede la sua esecutività attraverso un approccio graduale. Tuttavia pensiamo che il
superamento della rigidità dell’orario di presenza continuativa sia un fattore raggiungibile ed
utile per migliorare la qualità del lavoro. Rimane ovviamente imprescindibile la consapevolezza
che il primo obiettivo a cui dobbiamo tendere come dipendenti pubblici, sia il grado di
soddisfazione dei cittadini utenti.
Anche la riorganizzazione delle sedi comunali saranno progettate secondo questa linea guida.
Accorciare i tempi di risposta della P.A., agevolare gli spostamenti dei cittadini che
necessitano di pratiche condivise da più uffici, accorpando questi nello stesso edificio,
armonizzare gli orari di apertura degli sportelli front office secondo le esigenze anche del
mondo produttivo, che più spesso si interfaccia con il servizio Pubblico.
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