Piano di gestione del Rischio di Alluvioni
PROGETTO DI PIANO
Roma 17 Settembre 2015
PROGETTO DI PIANO
RAPPORTO AMBIENTALE
F. Quilici, I. Gabbrielli, R. Della Casa
Direttiva 20072007/60/CE
valutazione e gestione dei rischi di alluvionivalutazione e gestione dei rischi di alluvioni
scopo:
PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONIPIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI
RIFERIMENTI NORMATIVIRIFERIMENTI NORMATIVI
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
scopo:
“ Istituire un quadro coordinato a livello comunitario
per la valutazione e la gestione dei rischi di alluvione
volto a ridurre le conseguenze negative per la salute
umana, l’ambiente, il patrimonio culturale e le attività
economiche “
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONIPIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI
�� Riferimenti NormativiRiferimenti Normativi
Direttiva Alluvioni 2007/60/CE
istituisce un quadro unitario
per la valutazione e gestione
del rischio di alluvioni
D.Lgs. 49/2010
Attuazione della
Direttiva 2007/60/CE
D.Lgs. 219/2010
attribuisce alle Autorità di
Bacino ex L. 183/89
l’adempimento degli
obblighi del D.Lgs. 49/2010
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Obiettivi generali volti alla
“riduzione delle potenziali
conseguenze negative delle
alluvioni nei confronti di:
salute umanasalute umana, ambienteambiente,
patrimonio culturalepatrimonio culturale e
attività economicaattività economica“
Misure di mitigazione coordinate a livello di bacino idrografico
e definite nel Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA)
Le Autorità di Bacino
Nazionali, Interregionali e
Regionali sono individuate
quali Unità di Gestione
(Unit of Management)
Individua due parti del piano:
- Parte A: attività di pianificazione
di bacino (competenza delle
Autorità di Bacino distrettuali)
- Parte B: attività di allertamento e
governo delle piene (competenza
Regioni + Dipartimento Nazionale
Protezione Civile)
PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONIPIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI
�� TappeTappe
1. Valutazione preliminare del rischio
[art. 4 e 5 della DCE 2007/60; art.4-5 del DLgs 49/2010; da completarsi entro 22 dicembre 2011]
Misure transitorie
(art.13 c.1 DCE2007/60)
2. Redazione delle mappe di pericolosità e rischio
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
2. Redazione delle mappe di pericolosità e rischio
[art.6 DCE 2007/60; art.6 DLgs 49/2010; da completarsi entro il 22 dicembre 2013
secondo la direttiva; scadenza anticipata al 22 giugno 2013 dal D.Lgs. 49/2010]
FASE COMPLETATA
[C.T. 6/12/2013 – C.I. 23/12/2013]
3. Predisposizione del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni
[art.7 DCE 2007/60; art.7 DLgs 49/2010; da completarsi entro il 22 dicembre 2015]
Comitato Istituzionale 22 dicembre 2014: PROGETTO di PIANO
(presa d’atto e approvazione ai soli fini dei successivi adempimenti comunitari)
PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONIPIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
� Obiettivi di PianoObiettivi di Piano
Obiettivi generali validi a scala di distretto riferiti alle principali categorie di effetti delle
alluvioni che la direttiva chiede di fronteggiare:
Obiettivi per la salute umana (S)1. Riduzione del rischio per la salute e la vita umana;2. Mitigazione dei danni ai sistemi che assicurano la sussistenza (reti elettriche, idropotabili, etc.) e ai sistemi strategici (ospedali e strutture sanitarie, scuole).Obiettivi per l'ambiente (A)1. Salvaguardia delle aree protette dagli effetti negativi dovuti a possibile inquinamento in caso di eventi 1. Salvaguardia delle aree protette dagli effetti negativi dovuti a possibile inquinamento in caso di eventi alluvionali2. Mitigazione degli effetti negativi per lo stato ecologico dei corpi idrici dovuti a possibile inquinamento in caso di eventi alluvionali, con riguardo al raggiungimento degli obiettivi ambientali di cui alla Direttiva 2000/60/CE.Obiettivi per il patrimonio culturale (C)1. Salvaguardia del patrimonio dei beni culturali ed architettonici esistenti;2. Mitigazione dei possibili danni dovuti ad eventi alluvionali sul sistema del paesaggio.Obiettivi per le attività economiche (E)1. mitigazione dei danni alla rete infrastrutturale primaria (ferrovie, autostrade, SGC, strade regionali,impianti di trattamento, etc.);2. mitigazione dei danni al sistema economico e produttivo (pubblico e privato);3. mitigazione dei danni alle proprietà immobiliari;4. mitigazione dei danni ai sistemi che consentono il mantenimento delle attività economiche (retielettriche, idropotabili, etc.).
PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONIPIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI
�� Tipologie di misure (azioni di Piano)Tipologie di misure (azioni di Piano)
Piano incentrato sulle misure da attuare per ridurre i danni causati da eventi alluvionali
Devono essere considerati ed integrati tutti gli aspetti della gestione del rischio di alluvioni
Misure che agiscono
sulla vulnerabilità dei
beni esposti (es.,
Misure che agiscono
sulla ricostruzione nel
post-evento (es.,
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PREVENZIONE
PROTEZIONE
PREPARAZIONE
RIPRISTINO
beni esposti (es.,
delocalizzazioni)
Misure che agiscono
sulla probabilità degli
eventi alluvionali (es.,
casse di espansione)
Misure che agiscono sulla
previsione e gestione
dell’emergenza (es.,
sistema allerta)
post-evento (es.,
assistenza economica)
Misure che agiscono sulla
previsione e gestione
dell’emergenza (es.,
sistema allerta)
Misure che agiscono sulla
previsione e gestione
dell’emergenza (es.,
sistema allerta)
PARTE APARTE A
autorità di
bacino
nazionali,
interregionali
e regionali
PARTE BPARTE B
regioni e
Dipartimento
Protezione
Civile
IL PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO VIGENTEIL PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO VIGENTE
P.A.I. Serchio P.A.I. Serchio –– I AggiornamentoI Aggiornamento [approvato con D.P.C.M. 26 luglio 2013][approvato con D.P.C.M. 26 luglio 2013]
Costituisce il punto di partenza dal quale sono state
redatte le mappe di pericolosità e rischio
contiene:
misure strutturalistrutturali (programma degli interventi) e
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misure strutturalistrutturali (programma degli interventi) e
non strutturalinon strutturali (norme di piano, indirizzi, obiettivi) di
riduzione del rischio
In particolare le misure strutturali del PAI sono state
utilizzate come base per l’individuazione delle
misure di protezione del PdG Alluvioni
I progetti di piano stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico non sono sottoposti a
valutazione ambientale strategica (VAS)*****
Art. 68 comma 1 del D.Lgs 152/2006:Art. 68 comma 1 del D.Lgs 152/2006:
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LA PROCEDURA DI VAS LA PROCEDURA DI VAS
D.Lgs 152/2006 parte II e s.m.i (D.Lgs 16 gennaio 2008 n.4)D.Lgs 152/2006 parte II e s.m.i (D.Lgs 16 gennaio 2008 n.4)
D.Lgs. 49/2010
Art.9 comma1 bis
I PIANI DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI
(ad esclusione della parte B)
SONO ASSOGETTATI A VAS
“.. definiscano il quadro di riferimento per la realizzazione dei progetti elencati negli allegati II, III e
IV alla parte seconda dello stesso decreto legislativo, oppure possano comportare un qualsiasi
impatto ambientale sui siti designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli
qualora
impatto ambientale sui siti designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli
uccelli selvatici e su quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli
habitat naturali e della flora e della fauna selvatica”
05 Settembre 2014RAPPORTO PRELIMINARE DI VAS
Avvio consultazione (durata 45 giorni)
Parere N. 1663 DEL 25/11/2014
Commissione Tecnica di Verifica
dell’impatto Ambientale VIA e VAS
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
LA PROCEDURA DI VASLA PROCEDURA DI VAS-- RAPPORTO PRELIMINARERAPPORTO PRELIMINARE
I CONTRIBUTI PERVENUTII CONTRIBUTI PERVENUTI
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
LA PROCEDURA DI VASLA PROCEDURA DI VAS-- RAPPORTO PRELIMINARERAPPORTO PRELIMINARE
I CONTRIBUTI PERVENUTII CONTRIBUTI PERVENUTI
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
LA PROCEDURA DI VASLA PROCEDURA DI VAS-- RAPPORTO PRELIMINARERAPPORTO PRELIMINARE
I CONTRIBUTI PERVENUTII CONTRIBUTI PERVENUTI
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
LA PROCEDURA DI VASLA PROCEDURA DI VAS-- RAPPORTO PRELIMINARERAPPORTO PRELIMINARE
PARERE MOTIVATO DELLA COMMISSIONE VIA VASPARERE MOTIVATO DELLA COMMISSIONE VIA VAS
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
IL RAPPORTO AMBIENTALE IL RAPPORTO AMBIENTALE
DOCUMENTI:DOCUMENTI:
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�Aspetti pertinenti lo stato attuale dell’ambiente
�Rapporto dei contenuti e degli obiettivi del Piano con altri pertinenti piani e programmi
�Valutazione degli effetti e valutazione di incidenza
�Sintesi non tecnica
�Piano di Monitoraggio
ALLEGATI:ALLEGATI:
�Schede Natura 2000
�Estratto D.G.R.T. n. 644 del 2004
�Copertura degli habitat presenti nei siti Rete Natura 2000 e stato di conservazione
dei siti Rete Natura 2000
�Target Bacino Serchio
�Habitat del bacino del fiume Serchio- “Manuale italiano di interpretazione degli
habitat (Direttiva 92/43/CEE)”
Decreto del Segretario Generale n. 94 del 16/06/2015Decreto del Segretario Generale n. 94 del 16/06/2015
Pubblicazione sulla G.U. 166 del 20/07/2015
Durata della consultazione: 60 giorni
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
IL RAPPORTO AMBIENTALE IL RAPPORTO AMBIENTALE
OSSERVAZIONI PREVENUTE FINO AD OGGI:OSSERVAZIONI PREVENUTE FINO AD OGGI:
1.1. MINISTERO DEI BENI CULTURALI SOPRINTENDENZA BELLE ARTI E PAESAGGIO DELLE MINISTERO DEI BENI CULTURALI SOPRINTENDENZA BELLE ARTI E PAESAGGIO DELLE
PROVINCE DI FIRENZE, PISTOIA E PRATOPROVINCE DI FIRENZE, PISTOIA E PRATO-- PROT. N. 2541 DEL 06/08/2015PROT. N. 2541 DEL 06/08/2015PROVINCE DI FIRENZE, PISTOIA E PRATOPROVINCE DI FIRENZE, PISTOIA E PRATO-- PROT. N. 2541 DEL 06/08/2015PROT. N. 2541 DEL 06/08/2015
2.2. CONSORZIO 4 BASSO VALDARNOCONSORZIO 4 BASSO VALDARNO-- PROT. N. 2544 DEL 06/08/2015PROT. N. 2544 DEL 06/08/2015
3.3. AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE AMBIENTALE DELLA TOSCANA (ARPAT)AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE AMBIENTALE DELLA TOSCANA (ARPAT)--
PROT. N. 2696 DEL 25/08/2015PROT. N. 2696 DEL 25/08/2015
GLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE GLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE
Tratti dal VII programma di Azione Ambientale 2013-2020 dell’Unione Europea
Integrati con gli obietti dei Piani Regionali PIT e PAER
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
STATO DELL’AMBIENTE STATO DELL’AMBIENTE
POPOLAZIONE
ATMOSFERA
ARIA
CAMBIAMENTI CLIMATICI
ACQUA
SUOLO
USO DEL SUOLO
INCENDI BOSCHIVI
EROSIONE COSTIERA
ATTIVITA’ ESTRATTIVEATTIVITA’ ESTRATTIVE
AREE A RISCHIO IDROGEOLOGICO
AREE SOGGETTE O MINACCIATE DA FENOMENI DI SICCITA’, DEGRADO DEL SUOLO E
DESERTIFICAZIONE
AREE A PERICOLISITA’ SISMICA
AREE SOGGETTE A SUBSIDENZA
AREE DI PARTICOLARE RILEVANZA AMBIENTALE
AREE NATURALI PROTETTE
PRODUZIONI AGRICOLE DI PARTICOLARE QUALITA’ E TIPICITA’
SISTEMI PRODUTTIVI
AGRICOLTURA
INDUSTRIA
MOBILITA’
PRODUZIONE DI ENERGIA
GESTIONE DEI RIFIUTI E BONIFICA DEI SITI CONTAMINATI
BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
RAPPORTO CON ALTRI PERTINENTI PIANI O PROGRAMMI RAPPORTO CON ALTRI PERTINENTI PIANI O PROGRAMMI
PIANI DELL’AUTORITÀ DI BACINOPIANO DI BACINO DEL FIUME SERCHIO, STRALCIO “ASSETTO IDROGEOLOGICO” (P.A.I.)PIANO DI BACINO, STRALCIO BILANCIO IDRICO DEL BACINO DEL LAGO DI MASSACIUCCOLIPIANO DI GESTIONE DELLE ACQUE DEL DISTRETTO IDROGRAFICO DEL FIUME SERCHIOPIANI EUROPEI/NAZIONALIFONDO EUROPEO AGRICOLO PER LO SVILUPPO RURALE (FEASR), PIANO STRATEGICO NAZIONALE PER LO SVILUPPO RURALE 2007/2013 E POR CReO 2014-2020 PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALEPIANO STRATEGICO NAZIONALE CONTRO IL DISSESTO IDROGEOLOGICO (PSN)PIANI E PROGRAMMI REGIONALIPROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO PRS 2011-2015PIANO DI INDIRIZZO TERRITORIALE (PIT)PIANO AMBIENTALE ED ENERGETICO REGIONALE (PAER)PIANO REGIONALE INTEGRATO INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ (PRIIM)PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI E BONIFICA DEI SITI INQUINATI (PRB)PIANO REGIONALE AGRICOLO FORESTALE (PRAF)PIANO REGIONALE AGRICOLO FORESTALE (PRAF)PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE (PTA)PIANO DI SVILUPPO RURALE REGIONALE (PSR 2014-2020)DOCUMENTO ANNUALE PER LA DIFESA DEL SUOLO (DADS)PIANI E PROGRAMMI PROVINCIALIPIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI LUCCAPIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI PISAPIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI PISTOIALA PIANIFICAZIONE DEL PARCO REGIONALE MIGLIARINO – SAN ROSSORE – MASSACIUCCOLIPiano del Parco regionale Migliarino- S. Rossore- MassaciuccoliPiano di Gestione Padule Settentrionale e Lago di MassaciuccoliPiano di Gestione Tenuta di Migliarino e Fattoria di VecchianoPiano di Gestione Tenuta Borbone e Macchia Lucchese e Piano di Gestione Tenuta di S. RossoreRETE NATURA 2000 E RETE ECOLOGICA REGIONALE: MISURE DI CONSERVAZIONE E PIANO DI
GESTIONELE MISURE DI CONSERVAZIONE DELLA DEL. C.R.T. 454/2008LE MISURE DI CONSERVAZIONE DELLA DEL.G.R. 644/2004PIANI DI GESTIONEZONE UMIDE DI IMPORTANZA INTERNAZIONALELA STRATEGIA MARINA
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
RAPPORTO CON ALTRI PERTINENTI PIANI O PROGRAMMI RAPPORTO CON ALTRI PERTINENTI PIANI O PROGRAMMI PIT REGIONE TOSCANA CON VALENZA DI PIANO PAESAGGISTICOPIT REGIONE TOSCANA CON VALENZA DI PIANO PAESAGGISTICO
2 Versilia e Costa Apuana
3 Garfagnana e Val di Lima
Documenti del RA:
Invarianti strutturali pertinenti e relative criticità
Obiettivi di qualità e direttive correlate del PIT per ciascuna
1. Stato dell’ambiente(Paragrafo 2.4.7 “Beni culturali e
paesaggistici”)
2. Rapporto con altri
Analisi di:Ambiti territoriali
pertinenti analizzati:
approvato con Deliberazione Consiglio Regione Toscana n.37del 27 marzo 2015
4 Lucchesia
6 Firenze – Prato - Pistoia
8 Piana Livorno – Pisa -
Pontedera
correlate del PIT per ciascuna invariante Strutturale pertinente
Coerenza/compatibilità delle misure del PdG Alluvioni con:
�invariante II “I caratteri ecosistemici dei paesaggi”
�Presenza di aree a vincolo paesaggistico
�Presenza di beni architettonici vincolati
�Aree tutelate per Legge presenti nel bacino
3. Valutazione degli effetti e valutazione di incidenza
2. Rapporto con altri piani e programmi(Paragrafo 3 “Piano di Indirizzo
Territoriale”)
INVARIANTI DEL PIT ANALIZZATE:
I caratteri idro-geo-morfologici dei bacini idrografici e dei sistemi morfogenetici.
I caratteri eco sistemici del paesaggio
Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, urbani e infrastrutturali
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VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI E VALUTAZIONE DI INCIDENZAVALUTAZIONE DEGLI EFFETTI E VALUTAZIONE DI INCIDENZA
��IMPOSTAZIONE GENERALEIMPOSTAZIONE GENERALE
Le misure del PdG Alluvioni:
Misure generali:
Tipo a): misure di varia tipologia (principalmente protezione e prevenzione) ancora da localizzare in
modo dettagliato o implementabili a scala diffusa Scheda 11
VALUTAZIONE
Interventi strutturali localizzati:SCHEDE DI VALUTAZIONE da 1 a 10
organizzate per corpo idrico o gruppi di
corpi idrici
Misure generali:Tipo b): misure non strutturali che, per loro stessa natura, non producono effetti diretti sulle matrici ambientali (studi, protocolli, programmi sperimentali etc.)
VALUTAZIONE
DELLE MISURE
GENERALI
Elenco Schede di Valutazione:
Scheda 1- fiume Serchio Monte, torrente Lima, torrente Turrite Secca,
torrente Turrite di Gallicano
Scheda 2 – fiume Serchio Medio Superiore e fiume Serchio Medio Inferiore
Scheda 3- fiume Serchio Lucchese e fiume Serchio foce
Scheda 11- valutazione delle misure generali
Scheda 4- torrente Celetra
Scheda 5- torrente Freddana
Scheda 6- torrente Contesora
Scheda 7- fosso delle Cavine
Scheda 8- canale Ozzeri
Scheda 9- torrente Guappero e
rio Vorno
Scheda 10- lago di Massaciuccoli
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SCHEDE DI VALUTAZIONESCHEDE DI VALUTAZIONE
��CONTENUTICONTENUTI
SINTETICA DESCRIZIONE DEL CORPO IDRICO
Schede sviluppate a partire dai corpi idrici
individuati per il PdG Acque
(coordinamento con la Dir. 2000/60/CE)
SINTETICA DESCRIZIONE DEL CORPO IDRICO
DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI PREVISTI
VALUTAZIONE PRELIMINARE DEGLI EFFETTI ATTESI DALLE MISURE
VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI DELLE MISURE SUI FATTORI AMBIENTALI
(INCLUSA VALUTAZIONE D’INCIDENZA SE DOVUTA)
MATRICE DI VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI; INCLUSI IMPATTI A BREVE E MEDIO TERMINE, MISURE DI
MITIGAZIONE ED IMPATTI CUMULATIVI
ELENCO MISURE DI PIANO
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SCHEDA 2 SCHEDA 2
FIUME SERCHIO MEDIO SUPERIORE FIUME SERCHIO MEDIO SUPERIORE –– FIUME SERCHIO MEDIO INFERIOREFIUME SERCHIO MEDIO INFERIORE
SCHEDA 2 SCHEDA 2
MISURE 4 E 5: MISURE 4 E 5:
REALIZZAZIONE DELLE CASSE DI ESPANSIONE DEL FIUME SERCHIO REALIZZAZIONE DELLE CASSE DI ESPANSIONE DEL FIUME SERCHIO
(LOC. DIECIMO E PIANO DI COREGLIA) (LOC. DIECIMO E PIANO DI COREGLIA)
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
Interventi già previsti dal P.A.I vigente
Studio “Verifica dell’efficacia delle casse di espansione previste dal vigente P.A.I, 2008”
Superficie complessiva: 114 ha (35 + 79)Volumi di scavo ipotizzati: 650.000 mc (280.000 + 370.000)Volume invasabile: 2.9 Mmc (1.3 + 1.6)Funzionamento ipotizzato: in derivazione
Efficienza di laminazione: 7.5% (P. Coreglia – Tr30); 4.5% (Diecimo- Tr30)Efficienza di laminazione: 7.5% (P. Coreglia – Tr30); 4.5% (Diecimo- Tr30)
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
CASSE DI ESPANSIONE IN DERIVAZIONE, SVANTAGGI
NATURALISTICI
- Necessità di argine perimetrale
- Distruzione fascia vegetazione riparia
- Rottura del continuum fiume- territorio
- Interruzione scambi fiume-territorio
- Erosione fondo e sponda opposta
- Necessità di artificializzare l’altra sponda e il fondo
- Scomparsa habitat acquatici e ripari
- Appiattimento alveo; riduzione flusso iporreico- Appiattimento alveo; riduzione flusso iporreico
-Perdita capacità depurante
VANTAGGI NATURALISTICI:
- Ampi spazi liberi dall’edificazione
- Possibilità di utilizzo agricolo dei terreni
-Vocazione: zone umide e oasi naturalistiche
(fonte: La riqualificazione fluviale in Italia “Linee giuda, strumenti ed esperienze per gestire ilterritorio” CIRF, 2006)
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI DELLE CASSE DI ESPANSIONEVALUTAZIONE DEGLI IMPATTI DELLE CASSE DI ESPANSIONE
Utilizzato il metodo IFF: consente di valutare lo stato complessivo dell’ambiente fluviale e
della sua funzionalità, intesa come capacità autodepurativa derivante dall’interazione di
vari sistemi biotici e abiotici presenti nell’ecosistema acquatico e in quello terrestre ad
esso collegato.
Il corso d’acqua viene suddiviso in tratti omogenei e per ciascun tratto viene risposto a
14 domande che esaminano i seguenti aspetti (sotto indici): “vegetazione e territorio
circostante”, “condizioni idriche e efficienza di esondazione”, “struttura
dell’alveo” e “caratteristiche biologiche”.
VALORE IFF LIVELLO DI FUNZIONALITA’ GIUDIZIO DI
FUNZIONALIA’
COLORE
261-300 I Ottimo Blu
251-260 I-II Ottimo-buono Blu-verde
201-250 II Buono Verde
181-200 II-III Buono-mediocre Verde-giallo
121-180 III Mediocre Giallo
101-120 III-IV Mediocre-scadente Giallo-arancio
61-100 IV Scadente Arancio
51-60 IV-V Scadente-pessimo Arancio-rosso
14-50 V Pessimo Rosso
L’indice si presta bene anche a
scopo previsionale
consentendo di valutare come
varia la funzionalità fluviale
dopo la realizzazione di opere
strutturali
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
È stata esaminata la cassa di espansione sita in localitàDiecimo (Serchio medio-inferiore):- valutazione della funzionalità del corso d’acqua allo stato
attuale;- successiva analisi “previsionale” della funzionalità basatasullo stato dell’ambiente a circa tre anni dalla fine dei lavori direalizzazione della cassa, a seguito del ripristino dell'equilibriodel sistema, verosimilmente alterato durante i lavori dicostruzione della cassa di esondazione.
Nome tratto lunghezza Stato attuale Stato previsionaleNome tratto lunghezza Stato attuale Stato previsionale
Marinelle
Mandrione
1300 m III MEDIOCRE IV-V SCADENTE-
PESSIMO
III MEDIOCRE IV PESSIMO
Macchia 1 300 m III MEDIOCRE IV-V SCADENTE-
PESSIMO
III-IV MEDIOCRE-
SCADENTE
IV-V SCADENTE-
PESSIMO
Macchia 2 300 m III MEDIOCRE IV PESSIMO
III MEDIOCRE IV PESSIMO
Campo
calcio
500 m III MEDIOCRE IV PESSIMO
III-IV MEDIOCRE-
SCADENTE
IV PESSIMO
I sub indici “Vegetazione eterritorio circostante”, e“Struttura dell’alveo”hanno evidenziatomaggiori modifiche fra lostato attuale e quelloprevisionale.
REALIZZAZIONE DELLE CASSE DI ESPANSIONE DEL FIUME SERCHIO REALIZZAZIONE DELLE CASSE DI ESPANSIONE DEL FIUME SERCHIO
MATRICE DI VALUTAZIONE DEGLI IMPATTIMATRICE DI VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
Impatti a breve e medio termine: impatti in fase di cantiere sulle matrici biodivesita’ (perdita di habitat, danni a vegetazione Impatti a breve e medio termine: impatti in fase di cantiere sulle matrici biodivesita’ (perdita di habitat, danni a vegetazione
o fauna), suolo (alterazione del suolo, emissione di sostanze inquinanti) e aria e fattori climatici (emissione di sostanze
inquinanti). La mitigazione di tali impatti dovrà essere definita in fase di progettazione degli interventi.
Misure di mitigazione: dovranno essere proposte soluzioni alternative di progettazione che riducano al minimo gli impatti
stessi (soluzioni che spaziano dalla realizzazione di aree di naturale esondazione salvaguardando la fascia di dinamica fluviale,
a casse tradizionali in linea o in derivazione). Le indicazioni fornite dal PIT per il corridoio ecologico costituiscono misure
di mitigazione.“miglioramento dei livelli di qualità e continuità degli ecosistemi fluviali attraverso la riduzione e mitigazione degli
elementi di pressione antropica e la realizzazione di interventi di riqualificazione e di ricostituzione degli ecosistemi ripariali e
fluviali...”
Impatti cumulativi: l’ulteriore artificializzazione sul corpo idrico dovrà essere ridotta sulla base delle indicazioni fornite nelle
misure di mitigazione.
SCHEDA 8 SCHEDA 8
CANALE OZZERICANALE OZZERI
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
Misura 9: Interventi coordinati di adeguamento idraulico
sul sistema del Canale Ozzeri-Ozzoretto-Piscilla.
Comprende:
Casse di espansione
Riprofilatura ed ampliamento delle sezioni liquideRiprofilatura ed ampliamento delle sezioni liquide
Adeguamento impianti idrovori ======
Particolare attenzione rivolta a:
VALUTAZIONE DI INCIDENZA
�Cassa di espansione nel SIR Padule di
Verciano e
Prati alle Fontane/Padule delle Monache
�Interventi interferenti con beni architettonici vincolati
COMPATIBILITA’ CON DISCIPLINA DEL PIT
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI DELLE CASSE DI ESPANSIONE TIPO 1VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI DELLE CASSE DI ESPANSIONE TIPO 1
- Le valutazioni effettuate presuppongono una tipologia di cassa tradizionale in
derivazione (arginata ed alimentata da sfioratori).
-La realizzazione di tali opere comporterà pertanto una presumibile sottrazione
di aree umide al corso d’acqua nei periodi di morbida/magra.
- Ricadono nel SIR-SIC Padule di Verciano e Prati alle Fontane/Padule delle- Ricadono nel SIR-SIC Padule di Verciano e Prati alle Fontane/Padule delle
Monache e in tratti del canale in gran parte ad oggi non arginati.
- Una tra le casse previste interessa marginalmente aree a vincolo paesaggistico
(189-1975 “Zona dell'acquedotto Nottolini, interessante i comuni di Lucca e
Capannori” e 190-1985 “Territorio delle colline e delle ville lucchesi, sito nei
comuni di Lucca, San Giuliano Terme, Massarosa, Montecarlo, Altopascio e
Porcari e rettifica”).
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
Estratto cartografico della Carta ecologica
del PIT
Le aree da destinarsi a cassa ricadono in:-“Nuclei di connessione ed elementi forestali isolati”
obiettivi:-Miglioramento della qualità e dei loro livelli di maturità ecomplessità strutturale.-Estensione e miglioramento della connessioneecologica dei nuclei forestali isolati-Tutela e ampliamento dei nuclei forestali isolati costituitida boschi planiziali.
-“Area critica della rete ecologica per processi di-“Area critica della rete ecologica per processi di
artificializzazione” obiettivi :-riduzione/contenimento delle dinamiche di consumo disuolo, mitigazione degli impatti ambientali,riqualificazione delle aree degradate e il recupero deivalori naturalistici e di sufficienti livelli di permeabilitàecologica del territorio e di naturalità.
-“Corridoio ecologico da riqualificare del canale Ozzeri”
obiettivi:-Miglioramento dei livelli di permeabilità ecologica dellearee di pertinenza fluviale riducendo i processi diconsumo di suolo e miglioramento dei livelli di qualità econtinuità degli ecosistemi fluviali attraverso la riduzionee mitigazione degli elementi di pressione antropica e larealizzazione di interventi di riqualificazione e diricostituzione degli ecosistemi ripariali e fluviali.
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Esame dei contenuti della DGRT 644/2004 intergrata dalla DGRT 1006/2014
Tipologia ambientale prevalente: Zona planiziale caratterizzata da ampie superfici agricole, prati
umidi, prati da sfalcio, pascoli, boschi igrofili e mesoigrofili relittuali, canali e fitta rete idrografica di
bonifica.
Principali elementi di criticità interni al sito:-Periodici interventi di ripulitura e ricalibratura della sezione idraulica nei canali e nelle scoline minori.-Isolamento delle zone umide, ubicate in un contesto altamente antropizzato.
-Interventi di gestione forestale non coerenti con gli obiettivi di conservazione del Sito e in grado di accelerare
l’espansione di Robinia pseudacacia e di altre specie invasive.
Principali obiettivi di conservazione:a ) Conservazione dei boschi igrofili/mesoigrofilib) Conservazione/ampliamento/ripristino della vegetazione elofitica/idrofiticae) Conservazione delle popolazioni di specie minacciate di flora e faunag) Miglioramento della connettività ecologica con le altre aree umide della pianura lucchese
Indicazioni per le misure di conservazione:- Programmi a lungo e medio termine che possano prevedere l’ampliamento o il ripristino delle tipologie
ambientali di pregio (prati umidi, ontanete palustri, vegetazione idrofitica, magnocariceti) ad esempio conallagamenti e creazioni di piccole zone umide
-Accordi con Enti preposti per una corretta gestione della vegetazione lungo i canali e le scoline minori-Verifica dei confini per un’eventuale estensione e realizzazione di un corridoio ecologico lungo l’Ozzeri -
Rogio per collegare tutte le principali aree umide superstiti, fra i bottacci del Guappero ed il Padule di Bientina
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Esame dei target della Strategia Regionale della Biodiversità
3. Aree umide costiere ed interne, dulciacquicole e salmastre, con mosaici di
specchi d’acqua, bozze, habitat elofitici, steppe salmastre e praterie umide.Il sistema delle aree umide presenta prevalenti pressioni legate alla gestione della risorsa idrica e ai suoiaspetti qualitativi (inquinamento di origine terrestre e marina) e quantitativi... Tali fenomeni sonofrequentemente aggravati dalla diffusa presenza di specie aliene animali e vegetali C La frammentazione e
l’isolamento delle aree umide relittuali nell’ambito di pianure ad elevato tasso di urbanizzazione
costituisce un ulteriore elemento di criticità.
4. Ambienti fluviali e torrentizi, di alto, medio e basso corso.4. Ambienti fluviali e torrentizi, di alto, medio e basso corso.Per il target le principali pressioni sono prevalentemente legate agli aspetti qualitativi e quantitativi degliapporti idrici (minori afflussi idrici, inquinamento delle acque, prelievi idrici, ecc.), alla gestione della
vegetazione ripariale (periodiche pulizie delle sponde), all’invasione di specie aliene, ai processi di
antropizzazione delle sponde e di riduzione delle fasce ripariali ed alle opere trasversali cheinterrompono la continuità fluvialeC
5. Aree agricole di alto valore naturale (HNVF)Le principali pressioni sono prevalentemente legate alla perdita di aree agricole di alto valore naturale dovuta adue processi opposti: abbandono delle attività agricole e zootecniche a bassa intensità in ambienti montani edalto collinari (con attivazione di processi di rinaturalizzazione, ricolonizzazione arbustiva ed arborea) e aumento
dei livelli di urbanizzazione con elevato consumo di suolo e perdita di aree agricole nell’ambito delle
pianure alluvionali e basse colline. A tali modifiche si associano i processi di intensificazione delle pratichecolturali.
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Le aree destinate a cassa di espansione costituiscono il principale collegamento tra il
corridoio ecologico del canale Ozzeri e la restante parte del SIR stesso.
Probabilmente la presenza del vincolo di cassa di espansione ha contribuito alla
salvaguardia ambientale di tali aree, permettendo di mantenere dei relittuali boschi
igrofili lungo il canale.
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La realizzazione di una cassa di tipo tradizionale in derivazione comporterebbe:
-sconnessione tra il corso d’acqua e le aree circostanti
-confinamento dell’area stessa e il presumibile taglio della vegetazione arborea
presente nella cassa,
-sconnessione quindi fra il corridoio fluviale con il corridoio ecologico del SIR.
Sul fattore ambientale “acqua” viene valutato il potenziale effetto connesso alla
Pertanto si ritiene che debba essere studiata una tipologia di opera
compatibile per l’area in esame, partendo dalla soluzione estrema di area di
naturale esondazione e valutando alternative che minimizzino gli impatti sul
SIR e rispettino le misure i conservazione individuate, come ad esempio
casse in linea con argini perimetrali posti il più possibile fuori dal SIR.
Sul fattore ambientale “acqua” viene valutato il potenziale effetto connesso alla
sottrazione di aree di naturale esondazione, che contribuiscono a mantenere la
capacità di autodepurazione del corpo idrico.
La presenza dell’acquedotto Nottolini nella cassa di valle presuppone la necessità di
rivedere il perimetro della cassa stessa.
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VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI DELLE CASSE DI ESPANSIONE TIPO 2bVALUTAZIONE DEGLI IMPATTI DELLE CASSE DI ESPANSIONE TIPO 2b
Lo studio di fattibilità delle casse di espansione sul canale Piscilla prevedeva le seguenti opere:
-realizzazione, immediatamente a monte delle mura cittadine, di un dispositivo (Presidio nord) chepermetta di parzializzare la portata in transito nel tratto cittadino del Piscilla ed alimentare le casse inprogetto.
-realizzazione, a valle delle mura cittadine, di un dispositivo di controllo delle portate, analogo al precedente(Presidio sud);
- realizzazione di una serie di casse o vasche di accumulo utilizzando parte degli spalti murari.
Ricadono in aree a vincolo paesaggistico sugli spalti delle mura di Lucca (canale Piscilla).
- realizzazione di una serie di casse o vasche di accumulo utilizzando parte degli spalti murari.
Tre ipotesi di scavo degli spalti: � diversa efficenza idraulica
-configurazione 1: scavo di media entità esteso a tutti gli spalti murari;
-configurazione 2: intervento su tutti gli spalti murari, ma con maggiori entità di scavo rispetto allasoluzione 1.
- configurazione 1S: intervento soltanto su una parte degli spalti murari, configurazione limitata alle cassein destra idrografica del Piscilla.
Gli scavi massimi in termini volumetrici erano previsti nella configurazione 2 ed erano nell’ordine di 1.10 m diabbassamento medio del piano di campagna. Tutte e tre le configurazioni prevedono lo scavo massimo di 2.20 mper uno degli spalti.
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La realizzazione delle casse tipo 2b necessita di valutazioni e riflessioni in merito all’origine
dei vincoli paesaggistici ed alla compatibilità dell’opera prevista con tali vincoli in
particolare si ricorda:
PIT scheda di vincolo: Riguardo alle dinamiche di trasformazione/elementi di rischio/criticità viene riportato“permanenza dell’anello verde riferito al sistema delle mura e alla fascia di rispetto compresa tra la
cortina muraria e i viali di circonvallazione” . Relativamente alle Direttive viene altresì riportato che “gli Enti
Territoriali e e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e neipiani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: 2.b.2. Riconoscere gli elementi che
compongono il sistema del verde urbano. 2.b.3. Definire strategie, misure e regole/discipline volte a:
Codice vincolo 141-1957: denominazione: Città di Lucca e zona ad essa circostante
compongono il sistema del verde urbano. 2.b.3. Definire strategie, misure e regole/discipline volte a:
- assicurare l’accessibilità ai percorsi ed ai camminamenti sopra le mura per garantirne la fruizione pubblica;- realizzare interventi di restauro e di messa in sicurezza;- riqualificare le aree urbane e periurbane, anche marginali, connotate da fenomeni di criticità da recuperareper il rafforzamento complessivo del sistema del verde urbano;- assicurare il mantenimento delle aree libere e a verde che qualificano il tessuto urbano storicoconservandone i caratteri tradizionali, la consistenza e la qualità urbana.”
Considerato quanto sopra riportato si ritiene che la tipologia di intervento di
realizzazione delle casse di espansione sugli spalti delle mura urbane di Lucca
compatibile con l’area in esame, in una delle sue alternative, debba essere definita
e concordata con gli uffici delle Sovrintendenze competenti.
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INTERVENTI SUL CANALE OZZERIINTERVENTI SUL CANALE OZZERI-- MATRICE DI VALUTAZIONE DEGLI IMPATTIMATRICE DI VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
CASSA TIPO 1: RICADENTE NEL SIR
CASSA TIPO 2b: RICADENTI SUGLI SPALTI DELLE MURA URBANE DI LUCCA
Impatti a breve e medio termine: vedi casse di espansione sul fiume Serchio
Misure di mitigazione: per le casse di espansione tipo 1 si ritiene che debba essere studiata una tipologia di opera
compatibile per l’area in esame, partendo dalla soluzione estrema di area di naturale esondazione e valutando alternative che
minimizzino gli impatti sul SIR, come ad esempio casse in linea con argini perimetrali posti il più possibile fuori dal SIR. Per le
casse di espansione tipo 2b si ritiene che che la tipologia di intervento di realizzazione delle casse di espansione sugli
spalti delle mura urbane di Lucca compatibile con l’area in esame, in una delle sue alternative, debba essere definita e
concordata con gli uffici delle Sovrintendenze competenti
Impatti cumulativi:probabile frammentazione del corridoio ecologico Ozzeri-Rogio, che potrà essere mitigata attraverso tutti
gli accorgimenti indicati nelle misure di mitigazione. Tali accorgimenti verranno sviluppati in coerenza con gli obiettivi della
specifica invariante del PIT.
SCHEDA 10 SCHEDA 10
LAGO DI MASSACIUCCOLILAGO DI MASSACIUCCOLI
-Si estende tra i monti dell’Oltreserchio lucchese e le dunecostiere del Mar Ligure, in prossimità degli abitati di
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costiere del Mar Ligure, in prossimità degli abitati diViareggio e di Torre del Lago Puccini;
-Lo specchio d’acqua del lago, di circa 12 kmq, è circondatoda una vasta zona acquitrinosa, ed è delimitato da arginiche lo separano dalla campagna circostante;
-Ha una profondità media 2 metri, è pensile rispetto aiterritori limitrofi (quota di fondo più alta rispetto ai terreniposti intorno);
-Le aree intorno al lago sono morfologicamente depresse,con quote anche inferiori di alcuni metri rispetto al livellomedio del mare, e sono tenute asciutte da un sistema dibonifica meccanico che ne permette anche un utilizzoagricolo.
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PROBLEMATICHE:
- deficit idrico ;
- pericolosità idraulica, legata a:
- problematiche da esondazione dal lago di Massaciuccoli, per
sormonto e cedimento arginale;
- problematiche da esondazione dal fiume Serchio e dal reticolo
idraulico minore;
- insufficienze della rete di bonifica e ristagni;
- subsidenza;
- qualità delle acque ed eutrofizzazione;
- progressiva salinizzazione delle acque;
- antropizzazione in aree potenzialmente pericolose2
LA SUBSIDENZA INDOTTA:
le aree di bonifica per prosciugamento sono soggette, nel tempo, ad un progressivo
abbassamento a causa di:
- costipamento dello strato superficiale del terreno a seguito della sottrazione
dell’acqua interstiziale per abbassamento della falda idrica;
- costipamento degli strati di terreno più profondi (abbattendo la falda viene,
parzialmente, meno la spinta idrostatica sui terreni bonificati);
- i terreni prosciugati ricchi di sostanza organica sono soggetti a un processo di
mineralizzazione con tassi di costipamento molto elevati. Al processo di
mineralizzazione si possono aggiungere poi episodici fenomeni locali di combustione
della torba a seguito di incendi
LAGO DI MASSACIUCCOLILAGO DI MASSACIUCCOLI
ALTERNATIVE D’INTERVENTOALTERNATIVE D’INTERVENTO
Alternativa 0: La bonifica meccanica prosegue con le sue attuali modalità e con il suo attuale
fine di garantire un adeguato franco di coltivazione al territorio.
Vantaggi:
Non è necessaria alcuna modifica delle pratiche di uso del suolo e delle attuali attività.
Svantaggi:
- Questa alternativa implicherà l’adeguamento degli impianti idrovori e delle altre strutture,
con i conseguenti costi economici (limitate capacità di gestione degli eventi meteorici
importanti);
- E’ altresì da attendersi il proseguo dei fenomeni di subsidenza;
- E’ ancora oggetto di discussione la compatibilità ambientale delle attuali pratiche.
Alternativa 1 La bonifica meccanica prosegue con le sue attuali modalità ma si ammette che leAlternativa 1 La bonifica meccanica prosegue con le sue attuali modalità ma si ammette che le
porzioni più depresse del territorio perdano il franco di coltivazione e possano riallargarsi, anche
in condizioni meteorologiche normali, per risalita della falda.
Vantaggi:
- Permette di evitare ulteriori adeguamenti degli impianti idrovori;
- Permette di rallentare / interrompere il processo di abbassamento delle aree interessate;
- E’ possibile utilizzare e gestire le zone che si allagano quali aree di fitodepurazione /
sedimentazione prima del sollevamento delle acque in lago, con conseguente miglioramento
della qualità delle acque immesse nel lago stesso;
- Può costituire il ripristino di una condizione naturale di ambiente palustre, da valorizzare;
- Le acque affioranti, magari fitodepurate, potrebbero essere riutilizzate per irrigazione.
Svantaggi:
Impone l’individuazione di diversi utilizzi per le aree che verranno ad allagarsi.
Alternativa 2 : prevede LA FORMALIZZAZIONE che le porzioni più depresse del territorio
possano allagarsi in caso di evento meteorico. Questa ipotesi (affiancabile sia all’ipotesi 1 che
alla 2) prevede un protocollo di spegnimento delle idrovore in caso di piena del lago. I territori
depressi svolgono un compito di invaso. Le acque ivi invasate sono poi sollevate nel lago di
Massaciuccoli ad evento di piena concluso.
Vantaggi:
- Permette di alleggerire gli eventi di piena del lago in quanto le acque invasate nelle bonifiche
possono essere recapitate in lago durante la fase di esaurimento della piena dello stesso;
- Per gli imprenditori, la formalizzazione e la gestione di una condizione che già ad oggi si
manifesta deve portare a forme di compenso e/o risarcimento per i terreni che vanno ad
assumere la funzione descritta;
Svantaggi:
- Cambio totale e permanente della destinazione di uso delle aree
- Necessità di individuare a priori modalità di utilizzo del territorio compatibili con periodici- Necessità di individuare a priori modalità di utilizzo del territorio compatibili con periodici
allagamenti o comunque forme di compenso e/o risarcimento per i terreni.
Alternativa 3 Si abbandona la bonifica meccanica di un territorio e questo viene restituito al
lago.
Vantaggi:
- Rinaturalizzazione di una porzione di territorio;
- Può contribuire, se l’area è estesa, al miglioramento della qualità ambientale (es.
miglioramento qualità acque) e può costituire una valorizzazione del territorio;
- Comporta la conclusione degli oneri di protezione e gestione idraulica dell’area interessata.
- Aumenta la capacità di laminazione delle piene da parte del lago di Massaciuccoli
Svantaggi:
- Cambio totale e permanente della destinazione di uso delle aree
- Necessità di individuare forme di compenso e/o risarcimento per i proprietari
- Possibile necessità di realizzare arginature di contenimento.
Alternativa 4: Alcune aree di bonifica assumono il ruolo di casse di laminazione in derivazione
per il sistema di acque alte (lago, reticolo minore, eventualmente Serchio).
Vantaggi:
- Alleggerimento significativo delle piene del lago
- (Alleggerimento significativo delle piene del fiume Serchio)
Svantaggi:
- Cambio di destinazione delle aree coinvolte
- Necessità di delocalizzare edifici civili ed attività
- Necessità di sollevare meccanicamente i volumi invasati, ad evento concluso
-Necessità di individuare tipologie realizzative e modalità di gestione ambientalmente e
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socialmente sostenibili.
La scelta delle alternative presuppone il coordinamento fra tutti gli Enti coinvolti ed è
quindi demandata a una fase successiva, in questa sede si propone pertanto che
venga definita una specifica misura di Piano avente ad oggetto l’istituzione di un
Tavolo Tecnico tra tutti gli Enti competenti attraverso il quale dovrà essere garantita
l’individuazione della strategia migliore che integri le problematiche di rischio
idraulico con quelle di qualità delle acque e con lo sviluppo socio- economico
dell’area.
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SCHEDA 11 SCHEDA 11
VALUTAZIONE DELLE MISURE GENERALIVALUTAZIONE DELLE MISURE GENERALI
DESCRIZIONE GENERALEDESCRIZIONE GENERALE
Tipo b): misure non strutturali che, per loro stessa natura, non producono effetti diretti sulle matrici ambientali (studi, protocolli, programmi sperimentali etc.)
Non appaiono presumibili impatti significativi sulle matrici ambientali
Tipo a): misure di varia tipologia (principalmente protezione e prevenzione) ancora da localizzare in modo dettagliato o implementabili a scala diffusa
Non appaiono presumibili impatti significativi sulle matrici ambientali
La valutazione ambientale è stata effettuata per tipologia di intervento sulla base
delle considerazioni già elaborate per tali tipologie nelle schede di Valutazione
dei singoli copri idrici
LA VAS COMUNQUE IMPONE CHE LE VALUTAZIONI AMBIENTALI
DI TALI INTERVENTI SIANO OGGETTO DI SUCCESSIVI APPROFONDIMENTI
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Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
PIANO DI MONITORAGGIOPIANO DI MONITORAGGIO
ELENCO TIPOLOGIE ED INDICATORI
Indicatori di contesto: descrivono l’evoluzione del contesto ambientale e sono
direttamente correlati agli obiettivi di sostenibilità ambientale
Indicatori di attuazione: valutano l’avanzamento dell’ attuazione delle misura
Indicatori di processo: valutano il raggiungimento degli obiettivi del Piano di Gestione
del rischio di Alluvioni del rischio di Alluvioni
Indicatori di contributo: descrivono il contributo che l’attuazione del Piano apporta alla
variazione del contesto
�Report di monitoraggio annuali
�Indicatori popolati a cura dell’AdB Serchio (no necessità di acquisto di strumentazione)
�Verranno sviluppate specifiche Schede degli indicatori al fine di valutarne il trend
REPORT DI MONITORAGGIO
INDICATORI DI CONTESTO
Fattori ambientali Indicatori di contesto
Settori produttivi e
beni materiali
Estensione (Kmq) delle superfici agricole
Estensione (Kmq) dei territori modellati artificialmente
Infrastrutture di trasporto a sviluppo areale (mq)
Aree produttive nel bacino del Serchio
Biodiversità, flora e
fauna
Aree protette nel bacino del Serchio
Siti Rete Natura 2000 con peggioramento dello stato di
conservazione degli habitat
Copertura habitat di interesse conservazionistico nella
Rete Natura 2000
Popolazione e salute
umana
Popolazione del bacino del Serchio
Estensione (Kmq) delle superfici agricole
Estensione (Kmq) dei territori modellati artificialmente
Acqua
Stato ecologico dei corpi idrici
Stato chimico dei corpi idrici
Stato ecologico delle acque di transizione
Stato chimico delle acque di transizione
Stato ecologico delle acque marino costiere
Stato chimico delle acque marino costiere
Stato chimico delle acque sotterranee
Stato quantitativo delle acque sotterranee
Categoria delle acque destinate alla produzione di
acqua potabile
Conformità delle acque destinate alla vita dei pesci
Conformità delle acque destinate alla vita dei
molluschi
Classe di balneazione
Suolo
Estensione (Kmq) dei territori modellati artificialmente
Numero incendi delle province ricadenti nel bacino
Superficie del territorio provinciale ricadente nel
bacino bruciata
Estensione delle superfici a diversa pericolosità
geomorfologica e idraulica classificate nel PAI
Indice di franosità per comune
% di superficie del bacino ricoperta da frane attive
% superficie del bacino ricoperta da frane quiescenti
Indice di franosità (valore %)
Numero eventi di dissesto idrogeologico (data)
zone sismiche del bacino del Serchio
Estensione delle aree soggette a subsidenza
Quota media e minima dei terreni subsidenti
Classe di balneazione
Conducibilità a 15 m nel sistema delle ex cave di
sabbia silicea del lago di Massaciuccoli
Salinità madia, massima e minima a Torre del Lago
Estensione delle superfici a diversa pericolosità
geomorfologica e idraulica classificate nel PAI
Aria, fattori climatici
Aggiornamento valori polveri PM10 e PM2.5
Aggiornamento valori Biossido di Azoto NO2
Aggiornamento valori Ozono O3
Andamento delle piogge medie annue
Cumulata di pioggia annua su sottobacino
Beni materiali, patrimonio
culturale, anche
architettonico e
archeologico, paesaggio
Numero e/o superficie beni ambientali, storici e
culturali rilevanti
INDICATORI DI ATTUAZIONE
Indicatore Stato di attuazione della misura
Stato di attuazione della misura: Interventi coordinati
di adeguamento geometrico e di rinforzo
strutturale sugli argini del Fiume Serchio nel
tratto compreso tra Ponte a Moriano e la foce
In corso di realizzazione (On-Going
Construction)
Stato di attuazione della misura: Interventi di
adeguamento di ponti e altre infrastrutture
critiche interferenti con il corso del Fiume Serchio
nel suo tratto arginato
In corso di progettazione (Planning
On-Going)
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
Stato di attuazione della misura: Interventi di
riprofilatura e adeguamento delle sezioni d'alveo
del Fiume Serchio nel tratto compreso tra Lucca e
la foce
In corso di realizzazione (On-Going
Construction)
Stato di attuazione della misura: Realizzazione cassa di
espansione del fiume Serchio in loc. Diecimo
(comune di Borgo a Mozzano)
In corso di progettazione (Planning
On-Going)
Stato di attuazione della misura: Realizzazione cassa di
espansione del fiume Serchio in loc. Piano di
Coreglia (comune di Coreglia A.)
In corso di progettazione (Planning
On-Going)
TOT: 53 indicatori di attuazione
Roma, 17 settembre 2015 Roma, 17 settembre 2015
INDICATORI DI PROCESSO
-PR1 Riduzione espressa in percentuale della superficie (Kmq) interessata daalluvioni frequenti nel bacino del corpo idrico interessato dalla realizzazione dimisure di Piano.-PR2 Riduzione espressa in percentuale della superficie (Kmq) interessata daalluvioni poco frequenti nel bacino del corpo idrico interessato dalla realizzazione dialluvioni poco frequenti nel bacino del corpo idrico interessato dalla realizzazione dimisure di Piano.-PR3 Riduzione espressa in percentuale della superficie (Kmq) interessata daalluvioni rare nel bacino del corpo idrico interessato dalla realizzazione di misure diPiano.
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INDICATORI DI CONTRIBUTO
-CN1 Abitanti interessati da alluvioni frequenti per la macroarea 1- CN2 Abitanti interessati da alluvioni poco frequenti per la macroarea 1- CN3 Abitanti interessati da alluvioni rare per la macroarea 1- CN4 Abitanti interessati da alluvioni frequenti per la macroarea 2-- CN5 Abitanti interessati da alluvioni poco frequenti per la macroarea 2- CN6 Abitanti interessati da alluvioni rare per la macroarea 2- CN7 Abitanti interessati da alluvioni frequenti per la macroarea 3- CN8 Abitanti interessati da alluvioni poco frequenti per la macroarea 3- CN9 Abitanti interessati da alluvioni rare per la macroarea 3-CN10 Attività commerciali e industriali (mq) in area a pericolosità P3 nella macroarea 1- CN19 Attività agricole (ha) in area a pericolosità P3 nella macroarea 1-CN28 Superficie (Kmq) interessata da alluvioni frequenti per la macroarea 1-CN28 Superficie (Kmq) interessata da alluvioni frequenti per la macroarea 1- CN37 Aree protette (ha) interessate da alluvioni frequenti (P3) nella macroarea 1- CN46 Aree agricole (ha) soggette ad alluvioni frequenti nella macroarea 1- CN55 Attività commerciali ed industriali (mq) soggette ad alluvioni frequenti nella macroarea 1- CN64 Infrastrutture di trasporto a sviluppo lineare (m) soggette ad alluvioni frequenti nellamacroarea 1- CN73 Infrastrutture di servizio a sviluppo areale (mq) soggette ad alluvioni frequenti nellamacroarea 1- CN82 Scenari a bassa probabilità di alluvione Patrimonio culturale soggetto ad alluvioni rare- CN83 Scenari a bassa media probabilità di alluvione. Patrimonio culturale soggetto ad alluvionipoco frequenti- CN84 Scenari a bassa elevata probabilità di alluvione. Patrimonio culturale soggetto adalluvioni frequenti- CN85 Confronto stati di qualità e misure realizzate per corpo idrico
TOT: 85 indicatori di contributo
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