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SAN GRISOSTOMO NON TI RICONOSCO PIÙ
"I ARTIGIANI: TUTO XE POSSIBILE, NIENTE XE PERFETTO" AL GROGGIA
VENEZIA, ABUSIVI PER TUTTI I GUSTI
PERIODICO DELL’ ARTIGIANATO VENEZIANO
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Io non ho la più pallida idea se il Referendum per laseparazione tra Venezia e Mestre si terrà il 30 set-tembre come ha stabilito la Regione. Una data chesembra messa là più come "foglia di fico" che comescadenza reale e reale impegno. Negli ultimi 40 annie in tutti i Referendum separatisti che ci sono statinon ho mai fatto mistero per quale parte battesse ilmio cuore. Non mi sono mai stancato di ripetere tut-ta la migliore giaculatoria di chi credeva fermamen-te nella potenza di una grande città, nella logica del-l'unità contro quella della divisione e via dicendo. Epoi diciamoci la verità, questi separatisti, chi più chimeno, non sono mai stati culturalmente un po' char-mant, l'intellighenzia non li ha mai accettati fino infondo. Un po' sfigati, un po' grigi ragionieri della por-ta accanto, un po' amministratori di condominio. Dif-ficile farseli andare bene. Vuoi mettere gli orizzontiportentosi della grande unità, della città metropolita,del "si ma la Legge Speciale…". Oggi di tempo ne èpassato, sono vecchio. Ma non ancora prudente. Pro-babilmente per questo devo aspettare di diventaredecrepito. Perché qualsiasi prudenza mi consiglie-rebbe di starmene fuori da questo dibattito. E' un te-ma già visto, senza storia, probabilmente questo Re-ferendum non si farà nemmeno, e se si farà probabil-mente andrà come una delle numerose volte prece-denti. Probabilmente . Però sono un ragazzaccio! Mipiacciono le guerre perse più di quelle vinte. Quellevinte mi annoiano, ho sempre preferito i perdenti, gliindiani sui cow-boy, i neri sui bianchi, le minoranzesulle maggioranze. Infatti se un tempo questa potevaessere in qualche modo una battaglia di scenario, inun certo qual modo "concettuale", oggi assume unsignificato diverso, quasi un discrimine per la vita o lamorte di Venezia. E’ chiaro ai più infatti, anche se nona tutti, che a questa città serve un fenomenale elet-troshock, un qualsiasi evento che tagli di netto il pia-no inclinato che sta vivendo e che porta inevitabil-mente al baratro della non città per metterci in qual-che modo una tangente, una strada diversa, un'op-zione "altra" . Quindi devo dire che un'amministra-
zione, un Sindaco che si occupi esclusivamente di Ve-nezia, come era prima del '26, mi piacerebbe ancoravederlo. Concentrati sulla specificità della città lagu-nare, sui suoi problemi, sulle sue unicità, impegnatia tramandare ciò che è un miracolo di bellezza e distraordinarietà, non a venderlo soltanto. Impegnati acapire come fare per non perdere i 3 abitanti al gior-no che oggi Venezia perde tutti i giorni per tutti gli an-ni e a come fare ad abbassare la media anagrafica diquesta città oggi di 66 anni, una delle più alte d'Italia.E via dicendo anche per Mestre, un non luogo con ladignità potenziale di città, in cui ho vissuto buonaparte della mia adolescenza, e che oggi questa digni-tà la reclama fortemente. E allora diamogliela, sen-za essere suddita di Venezia, dormitorio di migliaia dicinesi oggi, di indiani o chissacchè domani che ci dor-mono nei casermoni e si comprano il pranzo al sac-co con cui riempiranno gli inesistenti cestini dei rifiu-ti di Venezia. Due Comuni diversi, due ruoli e due fun-zioni specifiche e con due Amministrazioni concen-trate e sul pezzo, con un accordo di stretta condivi-sione e collaborazione tra loro, un controllo socialesenza pari sui cittadini. Via le municipalità per leggee non per puntiglio. Via poltrone ed emolumenti. AVenezia la conservazione, la cultura, il design, l'im-materiale, il software. A Mestre i servizi, gli hub, leinterconnessioni, i distretti . Se questo elettroshocksi chiami separazione o altro poco importa, purchésucceda qualche cosa di molto più concreto e radica-le del solito refrain estivo sui troppi turisti e sui cafo-ni, non se ne può più!, sul moto ondoso, idem! Qual-che cosa a cui dovrebbe normalmente pensare unaclasse politica degna di questo nome. Riflettere,mettersi in crisi, litigare, venire alle mani, chiamarein causa i cittadini, le organizzazioni. Il futuro di Ve-nezia vale tutto questo. Peccato veramente che inquesta città sia proprio la classe politica ad esseretotalmente deflagrata.
il direttore responsabile Gianni De Checchi
SI O NO?
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editoriale03
STORIE
Bottoni e “spagnoleti” addio!08
BENVENUTO TRA NOI
La Venezia in miniatura di Marcello Zane24
Tutti i vini di "Al Bacco Imbriago"25
NORMATIVE
La tassa sulla spesa entra anche dal calzolaio15
CALEIDOSCOPIO VENEZIANO
Polisportiva Murano, oggi Pugilato Murano: "vogliamo la Cittadella dello Sport"29
"Style In Venice": sartoria e scuola di moda09
COTTO & CONFARTIGIANATO
Penne rigate con zucchine, pecorino e ricotta fresca32
EVENTI
"I Artigiani: tuto xe possibile, niente xe perfetto" al Groggia11
FabLab Venezia: 4 anni in 3D!22
CATEGORIE
Bonus giardini, ci guadagnano tutti17
APPROFONDIMENTI
Venezia, abusivi per tutti i gusti26
L'Associazione Artigiani Venezia di Cavallino - Treporti si rinnova21
Pip Lido: sbloccati 800mila euro per le bonifiche20
RAPPORTO
San Grisostomo non ti riconosco più05
VENEZIA CHE CAMBIA
LEGGENDO33
CONSIGLI PER VOLERSI BENE32
Anno XXXI - n. 2/2018Iscr.Trib. n. 877del 12.12.1986Periodico della AssociazioneArtigiani VeneziaConfartigianato
sede centraleVeneziaCastello S. Lio 5653/4tel. 041 5299211fax 041 5299259
Ca’ Saviovia Fausta 69/atel e fax 041 5300837
Lidovia S. Gallo 43tel 041 5299280fax 041 5299282
MuranoCampo S.Bernardo 1tel e fax 041 5299281
BuranoVia S.Mauro 58 tel e fax 041 5272264
PellestrinaS. Piero in Volta 110/Bloc. Portoseccotel e fax 041 5273057
direttore responsabileGianni De Checchi
vicedirettoreG.B. “Titta” Bianchini
testi a cura diClaudia Meschini
foto diarchivio Confartigianatoarchivio TostapaneGianmarco Maggiolini
direzione, redazionee amministrazioneCastello S. Lio 5653/4Venezia
progetto grafico e impaginazioneFabrizio Bergerwww.tostapane.biz
impianti & stampaL’Artegraficawww.lartegrafica.com
in copertinafotografie di G. Maggiolini
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San Grisostomonon ti riconosco piùIntanto, però, una vittoria simbolica dei Veneziani: il ponte San Giovanni Grisostomo diventerà ponte dei Zogatoli
Il Comune dice sì: il ponte San GiovanniGrisostomo diventerà ponte dei Zogatoli.La Soprintendenza di Venezia, in rispo-sta alla richiesta inviata dall’Assessora-to alla Toponomastica lo scorso 12 di-cembre, ha espresso parere favorevoleal mutamento del toponimo riferito al"Ponte San Giovanni Grisostomo" in"Ponte dei Zogatoli, già San GiovanniGrisostomo". “Siamo molto soddisfatti -ha dichiarato l’assessore alla Topono-
mastica Paola Mar - di aver portato atermine in pochi mesi un impegno cheanche le precedenti amministrazioniavevano preso senza però, di fatto, arri-vare mai ad una conclusione positivaper i veneziani. Grazie alla sensibilitàdella Soprintendente Emanuela Carpa-ni, al costante lavoro del consiglierePaolo Pellegrini, all'impegno storico delconsigliere delegato alla Tutela delletradizioni Giovanni Giusto e all'attività
qui sottoPonte San Giovanni Grisostomoper tutti da sempre Ponte dei Zogatoli
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dell’ufficio Ecografico e Toponomastica,siamo riusciti ad arrivare in pochi mesi,alla modifica definitiva del toponimo delluogo, attesa da dieci anni dalle asso-ciazioni cittadine.Un’operazione che vuole ricordare unnegozio storico che negli anni è stato unimportante punto di riferimento per lacittà e i suoi residenti, senza togliereimportanza alla figura di San GiovanniGrisostomo. Il prossimo passo sarà laformalizzazione della delibera e la con-seguente intitolazione". Il cambio di intitolazione del ponte in"Ponte dei Zogatoli già San GiovanniGrisostomo", potrebbe sembrare unacosa di poco conto, ma su questo temac'è stato un grande interessamento daparte di interi gruppi di veneziani che daanni chiedevano che il ponte si chia-masse come è sempre stato chiamatodalla gente, almeno dalla seconda metàdel XX secolo. E' stato infatti naturaleper tutti chiamare il ponte in quel modo,vista la presenza preponderante del for-nitissimo negozio di giocattoli "Molin"che tra il campo e il ponte contava al-meno cinque vetrine, oltre alle finestreal primo piano. Era aperto dal 1865 eper bambine e bambini era una speciedi paradiso: bambole, trenini, modellini,Lego, biciclette soldatini, pattini, giochidi società, poi nel 2007 il negozio hachiuso i battenti, sostituito prima da unpunto vendita di calzature e poi, ineso-rabilmente, si è trasformato in vetrinadi souvenir per turisti. Nonostante ciòper tutti nella vulgata popolare il ponteè rimasto "ponte dei Giocattoli" o "pon-te dei Zogatoli". E così viene chiamatotuttora. Dieci anni fa il gruppo Venessia.com fe-ce un blitz dimostrativo alla sua manie-ra, quella della burla intelligente, cam-biando nottetempo il nizioleto e lancian-do così ufficialmente il dibattito, chemai si è sopito. Nel tempo altre associa-zioni si sono quindi fatte avanti per chie-dere a gran forza il cambio del nome e ilpapero in Lego al primo piano del nego-zio, tuttora esposto, divenne una sortadi bandiera del movimento sempre piùampio che chiedeva l'intitolazione. Ora se i veneziani avranno il loro tantodesiderato "Ponte dei Zogatoli", c'è pe-
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rò da dire che San Grisostomo, almenocome se lo ricordano le persone conqualche anno in più, è totalmente diver-so. Degli storici negozi che lo caratte-rizzavano è rimasto ben poco, comin-ciando da Coin, trasformato in Coin Ex-celsior nel 2015 e che ora rischia purela chiusura. Proprio davanti a Coin un
tempo c'era il negozio Prenatal, uno deipochi dedicato interamente ai più pic-coli, poi trasformato in negozio di co-smetici della catena Sephora, e ancora,il negozio di scarpe "Ballin", molto ap-prezzato dai veneziani, è diventato loscorso febbraio, proprio nei giorni incui la città festeggia il Carnevale, il se-condo store "Nino & Friends" presentein laguna. Il negozio si presenta al pub-blico con tre fontane di cioccolato, unnuovo corner dal quale fanno capolinodelle “lastre” di cioccolato da 1 chilo,una miniatura di un vecchio focolare inmaiolica dedicato all’assaggio dei pro-dotti “salati” e infine un omaggio allacittà: una riproduzione del campanile diSan Marco realizzato in vetro e marmoche fa da “contenitore” ai chicchi di caf-fè provenienti da diverse parti del mon-do. Nato a Sorrento venti anni fa conpiccole produzioni di liquori e dolci "Ni-no & Friends", conta ora diversi puntivendita in varie città d'Italia, un negoziosicuramente scenografico da vederema che come tanti altri a San Grisosto-mo e in altre parti di Venezia, si rivolgeverso una clientela turistica. Ma conti-nuiamo la carrellata: dolciumi e cara-melle che spuntano da giganteschi ba-rili di legno e tantissimi turisti che gira-no divertiti tra gli scaffali anche nel ne-gozio della catena "Captain Candy" cheha sostituito il negozio di borse e vali-geria "Carpisa", e ancora la rivendita dimaglieria in cachemire "Virginia Peas",trasformato in uno dei tantissimi nego-zi di abiti cinesi a pochi euro, ed il nego-zio di abbigliamento "Unic Store", fre-quentatissimo dai Veneziani ora diven-tato fast food panineria. Già in prece-denza avevamo dedicato un servizio al-la chiusura della storica "FiaschetteriaToscana", oggi secondo punto vendita"Buger King" in città e al negozio di fo-tografia diventatato un take away, masicuramente la lista non si fermerà qui."Tengono duro" a San Grisostomo alcu-ni negozi storici, come "Giacomo Riz-zo", pasta e prodotti tipici, presente dal1905, la bigiotteria "Fantuzzi", il nego-zio di tessuti e cravatte "Fabris", l'abbi-gliamento "Anni Ruggenti" e l'oggetti-stica e vetri "Rose Douce", ma ancoraper quanto, ci chiediamo?
in queste paginel’inesorabile cambiamento della città in zona Ponte di San Grisostomo
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Bottoni e “spagnoleti” addio! Chiude un'altra attività storica: Mercerie Gavagnin, in calle dei Fuseri, ai piedi dell'omonimo ponte
Ormai resiste solo chi alla sua tradizio-nale merceologia aggiunge prodotti tu-ristici, oppure chi ha comperato il fon-do", così Roberto Magliocco, presidenteAscom Venezia commenta la continuamoria di negozi "di vicinato" che affliggeormai da tempo Venezia. Questa voltarivolgiamo la nostra attenzione ad unsettore che a Venezia già di per se nonconta un numero elevato di attivitàaperte, ovvero la bottega di merceria,quel tipo di negozio dove si possono ac-quistare "spagnolette" di cotone, nastrie bottoni, gomitoli di lana ma anche cal-ze e collant e, talvolta anche biancheriaintima. Uno storico negozio di questo ti-po è la Mercerie Gavagnin, in calle deiFuseri, ai piedi dell'omonimo ponte."Vado in pensione come chiunque -spiega il titolare Roberto Gavagnin, 67anni - ho rilevato questo negozio nel1980 e perciò ho alle spalle 38 anni dilavoro quotidiano. L'attività di merceriaera già attiva qui dal 1902, ma con unnegozio oltre il ponte. Il proprietario deimuri è sempre stato onestissimo esempre siamo andati d'accordo, gli au-menti sono sempre stati solo adeguatiall'Istat. È un anziano veneziano e maiaffitterebbe i locali di sua proprietà a
non veneziani o aicinesi, ormai quasitotalmente padronidella calle. D'altra parte però continua-re per forza un'attività è diventato con-troproducente, se si deve versare il 70per cento degli incassi allo Stato. Dav-vero basta così, abbiamo già dato. Rin-grazio mia moglie che in questi anni miha supportato". "Nessuno ci aiuta - con-clude Roberto Gavagnin - le botteghestoriche non sono tutelate e la burocra-zia toglie anche il respiro: non fa lavora-re, non fa vivere, non fa prosperare ilcommercio in città". Tuttavia non saràl'ennesimo buco nero nella recente sto-ria della merceologia veneziana, dalmomento che al posto dei Gavagnin èsubentrata un'attività storica di abbi-gliamento già presente in città, che si ètrasferita così tutto rimane veneziano,anche se non più merceria storica...... Intanto anche in Fondamenta della Mi-sericordia, a Cannaregio 2625, sulle ve-trine della merceria "Macripe" di Ma-rianna Pertile, capeggia il cartello: ce-desi attività. Dopo oltre 80 anni e diver-se gestioni, la bottega rischia ora diperdere la sua peculiarità, quella di co-loratissima e fornitissima merceria.
in questa paginaennesima chiusura
di una storica bottega venezianae l’interno della merceria
“Macripe”
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ie"Style In Venice": sartoria e scuola di modaQuattro professioniste del settore hanno aperto a Santa Croce un Atelier di abiti su misura e riparazioni
Lidia Bashynska, Alessandra Boyke-vych, Irina Chayun e Olena Palamar-chuk, tutte di origini ucraine, residenti aVenezia da diversi anni e accomunatedalla passione per la sartoria, hannounito le proprie esperienze e la propriaprofessionalità aprendo a Santa Croce643, in Calle Dario, l'atelier "Style In Ve-nice". "Ci siamo conosciute alla scuoladi taglio e cucito "Elite" di Mestre, doveAlessandra Boykevych insegnava figuri-na di moda. Noi tre siamo state suealunne, tutte con diverse esperienze giàmaturate precedentemente in questocampo - spiega Lidia Bashynska - ter-
minata la scuola abbiamo pensato dimettere a frutto i nostri saperi ed aprireinsieme un'attività tutta nostra". "StyleIn Venice", inaugurato lo scorso 10 feb-braio, propone abiti su misura per don-na, riparazioni per uomo e donna, maanche un interessante corso di taglio ecucito tenuto da Alessandra che hal'abilitazione all'insegnamento a tutti ilivelli: "Durante i corsi gli iscritti po-tranno, nell'arco di un week end, confe-zionare in toto un capo, dal disegno allarealizzazione finale". Gli interessatipossono contattarci scrivendo a:[email protected].
in alto da sinistraOlena Palamarchuk
Irina ChayunAlessandra Boykevych
Lidia Bashynska
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"Vorremmo sviluppare una linea disartoria tutta nostra, che ci contraddi-stingua, al momento stiamo studiandocolori e tessuti, ma siamo pronte asoddisfare anche le esigenze e le ideedelle nostre clienti" conclude Lidia. At-tualmente le quattro stiliste stannorealizzando un abito da sposa ed unoda sera per le loro prime clienti.
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"I Artigiani: tuto xe possibile, niente xe perfetto" al GroggiaL'artigiano esce dal guscio della sua bottega per dialogare con passione ma anche disincanto con la Città e sulla Città, raccontando difficoltà e potenzialità della categoria attraverso il filtro dell’arte
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Ci hanno messo impegno e passione, pari a quelli spesi nel loro lavo-ro quotidiano di artigiani. Si sono impossessati del palcoscenico coninaspettata bravura, raccontandosi, divertendosi e divertendo, con di-sinvoltura, convinzione ed espressività. Stiamo parlando dei dieci arti-giani attori, protagonisti lo scorso 2 marzo dello spettacolo "I artigiani:tuto xe possibile niente xe perfetto", portato in scena in un TeatrinoGroggia a S. Alvise al limite della capienza. Quaranta minuti per darevoce ad ognuno dei protagonisti e raccontare la propria storia lavora-tiva, fatta di soddisfazioni ma anche di sacrifici, aspettative e desideri,presentare gli indispensabili ferri del proprio mestiere esaltandone lecaratteristiche al punto da considerarli "amici di tutti i giorni" ed alcontempo esternare, con verve ed ironia, anche le proprie idee sullaloro città."Con questo spettacolo - si interroga Andrea Bertoldini, presidenteConfartigianato Venezia - gli artigiani-attori ci lasciano un messaggiomolto chiaro: che oggi ci sono e che vorranno esserci anche domani. Ildisturbo non lo toglieranno, ma è chiaro che non dipende solo da loro.Saprà la Città che tanto amano renderli di nuovo attori protagonisti an-ziché fugaci comparse?".Lo spettacolo andato in scena è il frutto di un lungo, appassionato ma
in queste paginealcuni momenti dellospettacolo “I Artigiani” al Teatrino Groggia di Venezia
qui sottoAlberta Toninato
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anche faticoso percorso. Per due mesi idieci artigiani si sono trovati ogni giovedìsera, dopo un'intera giornata lavorativa,nella sede di Confartigianato a San Lio,per frequentare il corso di teatro tenutodall'attrice e regista veneziana AlbertaToninato. Insieme a loro, Roberta DalCorso, dell'Ufficio Categorie, protagoni-sta anche lei sul palco. Severina Rizzolo, decoratrice, GiorgiaManenti, impiraressa, Valentina Bonafè,tappezziera, Marco Lachin, restauratore,Andrea Dabalà, decoratore con fiori, Ro-berto Moro, fotografo (sue le foto "arti-
giane" che si sono susseguite sul fondodel palco), Massimiliano Rasa, impianti-sta e cantante per hobby, Gianpaolo Fal-lani, serigrafo, Gregorio Bacci, pittore edecoratore, questi i "magnifici dieci".Hanno scritto i testi dello spettacolo sce-gliendone il titolo; hanno inventato le"odi" agli strumenti del mestiere; hannoimparato, grazie al laboratorio "Arti diGiano", tenuto sempre da Alberta Toni-nato, a raccontarsi e a trasmettere emo-zioni attraverso innovativi giochi di scrit-tura creativa. "In questo modo - spiegaGianni De Checchi segretario di Confarti-gianato Venezia - i partecipanti hannopotuto acquisire quelle capacità narrati-ve che serviranno loro non solo sul palcoma anche e soprattutto in ambito profes-sionale, al momento del-l'approccio con il cliente"."Nell'epoca del turismoesperienziale - ha conclu-so Andrea Bertoldini - as-sume sempre più impor-tanza la narrazione dellecose e delle storie che visono sottese; sempre più ilcliente è infatti alla ricercadi un'emozione che lo fac-cia entrare in sintonia conla persona che ha realizza-to quell'oggetto; perchéuna storia è capace di tra-sformare un acquisto in unricordo che non lo abban-donerà più".
in alto a sinistraSeverina Rizzolo
qui sopraGregorio Bacci
qui a sinistraRoberta Dal Corso
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in queste paginealcuni momenti dellospettacolo “I Artigiani” al Teatrino Groggia di Veneziacon gli artigiani-attorinella loro performancecoinvolgente ed emozionanteFotografie di Gianmarco Maggiolini
in basso e nella paginasuccessiva nei “tondi”fotoritratti degli artigiani/attori eseguite daRoberto Moro
Valentina Bonafè: è stata una bellissima esperienza, mi sono diver-tita ed arricchita dal punto di vista dell'utilità e dal punto di vistaumano.
Severina Rizzolo: il corso mi ha dato la possibilità di incontrare per-sone simpatiche, con esperienze diverse ma comuni che desidera-
no resistere, con la passione per ciò che si fa , alla scomparsa delbuongusto e della qualità e soprattutto mi sono tanto divertita.
Marco Lachin: il corso, ha risvegliato in me antichi interessi eper questo sono felicissimo di averlo potuto fare. La capacità diAlberta di elaborare il nostro materiale e di costruire un copione
da mettere in scena va al di là di quello che offre un pecorso diquesto tipo. Per non parlare dei compagni di avventura con cui ho
lavorato. Un testo scritto da dieci persone che parla come se fosseun'unica persona perchè spesso mi sono ritrovato nelle loro paroleche avrei voluto scrivere io.
Roberto Moro: una bella opportunità per conoscere altri artigianicome me, entrare in contatto con il loro mondo e la loro realtà la-
vorativa, vedere e fotografare le loro botteghe, scambiare ideee magari, perché no, avviare qualche collaborazione in futu-
ro. Questo corso si è rivelato un ottimo strumento per fareil punto sul mio lavoro, prendere consapevolezza sul per-corso fatto e sugli obiettivi futuri. Mi ha inoltre, ed è for-se la cosa che più desideravo, spronato a parlare davan-ti ad un pubblico (seppur di colleghi) con maggiore sicu-rezza ed in modo emotivamente appagante.
Gregorio Bacci: tanta gioia e nuove amicizie.
La parola ai protagonista
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Massimiliano Rasa: un'esperienza unica e di crescita persona-le, che mi ha reso più disinvolto nei rapporti con i miei clienti.
Gianpaolo Fallani: sicuramente il rapporto che si è creato tradi noi, che eravamo per lo più sconosciuti uno all’altro, il met-tersi in gioco, ha portato un arricchimento personale impor-tante che ci aiuterà a guardarci e a guardare le nostre attivitàcon uno sguardo anche “dal di fuori”.
Andrea Dabalà: spero che questo corso possa aiutarmi ad af-frontare con più sicurezza le difficoltà che il lavoro comporta,nella gestione delle criticità quotidiane e nelle relazioni in ge-nere.
Giorgia Manenti: nonostante la mia reticenza iniziale, il corsoè stato veramente molto piacevole ed interessante. Il con-fronto tra artigiani di diverse categorie è sicuramente im-portante; la condivisioni di idee, pensieri, progetti, sogni esperanze in un clima di grande simpatia reciproca si è rive-lato prezioso.
Roberta Dal Corso: essere stata tutor di questo corso mi hapermesso di conoscere alcuni associati da un punto di vista dif-ferente. Ne ho conosciuto l'animo. Questo mi ha certamentearricchita anche professionalmente. Sapere come stanno loro,questa volta dal punto di vista personale e non solo aziendale,è certamente un valore aggiunto.
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eLa tassa sulla spesa entra anche dal calzolaio“Per le riparazioni, esenti dallo scontrino, lo dovremo emettere per pochi centesimi. Rischiamo multe da 5mila euro!”
Bio-sacchetti solo un problema di orto-frutta? Assolutamente no. Le polemicheche hanno imperversato su media e suisocial in questi ultimi tempi, si sonoconcentrate sull’obbligo di pagamentoper quelli da frutta e verdura nei super-mercati, leggerissimi con spessore sot-to i 15 micron, ma nessuno si è soffer-mato su una particolarità della leggeche impone la cessione a titolo onerosodi tutti i sacchetti di bio blastica chevengono consegnati da commercianti eartigiani al cliente. E tra questi anche icalzolai, e non solo."Trovo davvero assurda questa legge -rileva Antonio Moressa, vice presidenteConfartigianato Venezia e presidente dicategoria - difatti se l'obiettivo era far
usare sacchetti bio degradabili per farsì che il mondo fosse meno inquinatodalla plastica, poteva anche starci, maarrivare a far pagare il sacchetto allaclientela lo trovo insensato, si tratta difatto di una legge che si trasforma inuna nuova tassa, complicandoci la vi-ta". "Vogliamo fare un esempio - ag-giunge Moressa - ora dovrò adeguare ilregistro di cassa, tra l'altro chiamandoun tecnico specializzato, per creare unadistinta voce di spesa sullo scontrino. Ese a fine anno questa nuova voce conte-rà 1000 euro come verranno fiscalmen-te conteggiati questi soldi ? Mi verran-no calcolati come guadagno? Inizial-mente noi titolari di piccole impresepensavamo che questa nuova legge ri-guardasse solo la grande distribuzionee non i piccoli artigiani e commercianti,non eravamo stati messi al correnteche la "tassa sulla spesa" interessasseinvece tutti, sottolineo tassa perchè ditassa stiamo parlando: un ulteriore ag-gravio soprattutto da un punto di vistaburocratico". “Dobbiamo far pagare un sacchetto cheprima, nella maggioranza dei casi, da-vamo gratis? Ebbene sì. È un obbligo, celo impone la legge” - spiega EugenioMoro presidente regionale veneto deicalzolai di Confartigianato- che precisa:“oltre al danno (per il consumatore) labeffa è per noi calzolai. In base infatti aquanto contenuto nel Decreto del Presi-dente della Repubblica 21.12.1996, n.696 (Regolamento recante norme per lasemplificazione degli obblighi di certifi-cazione dei corrispettivi), molte dellenostre botteghe sono esenti dalla emis-sione dello scontrino, che ora dovrem-mo comunque fare per un importo di
qui sottoAntonio Moressavice presidenteConfartigianato Venezia
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pochi centesimi. Incredibile!” “E non è finita - rincara la dose Mores-sa -. Dalla norma non è, ad oggi, nem-meno chiaro se sia possibile, per ilcliente, recarsi dal negoziante con lapropria sportina di plastica senza ri-schiare di far incorrere il negoziante inuna sanzione”.Per i cosiddetti trasgressori, sono infat-ti previste sanzioni molto pesanti. Lavendita delle borse di plastica non ri-spondenti alle caratteristiche previstedalla normativa è infatti punita con unasanzione amministrativa pecuniaria cheva da 2.500 a 25 mila euro. Sanzione chepuò persino essere aumentata fino adun massimo di 100mila euro. Non è ad-dirittura possibile fare "promozioni" perabbattere il costo del sacchetto. Sareb-bero infatti considerate pratiche elusi-ve. E scatterebbero multe.“La soluzione a questo punto è abban-donare la plastica - conclude Moressa -e passare alle borsine o sacchetti di car-ta o in tessuto, realizzati in vero mate-riale ecologico e che non impongono(per legge almeno) una spesa per i con-sumatori. Ma per i negozianti e artigianisì. Già i margini di guadagno sono bassi,se poi ci aggiungiamo l’obolo obbligato-rio per legge al sistema bancario per ilPOS e adesso anche gli shoppers più co-stosi, allora è meglio chiudere bottega”.
Cosa prevede la normativa? La norma-tiva prevede che le borse di plastica de-vono essere biodegradabili e compo-stabili - cioè di composizione tale dapoter essere conferite nell’umido nellafase di raccolta dei rifiuti. A ciascunaattività spetta la verifica della confor-mità delle buste alla normativa. Il con-trollo può avvenire con qualsiasi moda-lità, anche attraverso il rilascio da par-te dei fornitori di una dichiarazione chene attesti la rispondenza alle caratteri-stiche previste dalla legge. La leggeprecisa, inoltre, che il prezzo di venditaper singola unità deve risultare dalloscontrino o fattura d’acquisto dei pro-dotti. L’importo può essere deciso dalsingolo esercente.
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eBonus giardini, ci guadagnano tuttiIl Presidente Andrea Bertoldini: “Riconosciuto un settoreda troppo tempo dimenticato. Un'opportunità per gli ope-ratori e per l'economia del Lido e del litorale del Cavallino"
"Un importante risultato per un setto-re, quello della manutenzione del ver-de, troppo spesso dimenticato". È gran-de la soddisfazione di ConfartigianatoImprese Venezia sul “Bonus verde” in-serito nell’ultima Legge Finanziaria ap-provata di recente."La norma è molto semplice – spiega ilpresidente di Confartgianato ImpreseVenezia, Andrea Bertoldini – e consistein una detrazione fiscale del 36% rivol-ta ai privati che decidono di intervenirenel verde, con un tetto massimo di spe-sa pari a 5.000 euro". I perimetri diquesta nuova detrazione fiscale sonoben individuati: innanzi tutto l'importo
massimo di 5.000 euro è per unità im-mobiliare ad uso abitativo (quindi, unsoggetto potrebbe beneficiare, adesempio, sia per le spese di sistema-zione del giardino dell’abitazione prin-cipale sia quelle per il giardino dellacasa al mare). Gli interventi agevolabi-li riguardano la "sistemazione a verde"di aree scoperte private di edifici esi-stenti, unità immobiliari, pertinenze orecinzioni (impianti di irrigazione; rea-lizzazione pozzi; realizzazione di co-perture a verde e di giardini pensili)."Sottolineo - prosegue Bertoldini - chela detrazione spetta anche per gli in-terventi effettuati su parti comuni
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esterne di edifici condominiali e per lespese di progettazione e manutenzioneconnesse all’esecuzione degli inter-venti agevolati".È la prima volta che in Italia viene ap-plicato un provvedimento del genere,ed è per questo che lo sgravio sarà va-lido in via sperimentale per un anno.“Avremmo voluto una durata più ampia- commenta Gianni De Checchi, segre-tario di Confartgianato Imprese Vene-zia - e soglie di spesa più alte ma cre-diamo che questo sia un ottimo puntodi partenza”.Ma il "Bonus verde" in realtà, porta die-tro una lunga serie di benefici non soloper chi opera direttamente nel settore,ma anche per l'indotto. Stiamo parlan-do di tutto ciò che ruota attorno allarealizzazione di giardini e spazi verdi,cioè impianti elettrici, di illuminazionee di irrigazione. Ma l'aspetto senzadubbio più importante è che c'è, per laprima volta a livello normativo, il rico-noscimento di una figura professionale,quella del manutentore del verde. Par-lando di numeri, stiamo incidendo in unsettore, quello florovivaistico, che inItalia conta 30 mila aziende con 2,5 mi-liardi di fatturato. Nel Veneto un prov-vedimento del genere avrà un impattosu almeno 2.850 aziende e almeno7.500 addetti. Un settore in forte cresci-ta, solo nel corso del 2016 abbiamo re-gistrato un saldo positivo di 78 impreseper un +3,1%.
“Questo bonus riconosce e attribuiscedignità ad una categoria – concludeGianni De Checchi – che nel nostro ter-ritorio conta una quindicina di operato-ri, concentrati per lo più al Lido e al Li-torale del Cavallino. In questo settoreinfatti, c'è molto abusivismo e un in-centivo del genere può servire a crearenuova occupazione, far emergere il ne-ro e combattere l’evasione fiscale. L’au-spicio è che questa opportunità sia pie-namente sfruttata dai potenziali benefi-ciari, creando di fatto un indotto positi-vo su diversi fronti: quello paesaggisti-co, in quanto si potranno sistemare averde diverse aree scoperte, creandoun ambiente più piacevole e salutare(ad esempio le piante contribuiscono adabbattere le polveri sottili e rendonol'ambiente più vivibile contribuendoanche ad un maggior apporto di ossige-no), beneficiando al contempo di un“incentivo” economico che contribuiràa maggiori entrate fiscali verso lo Statoderivanti da maggiori incassi di Iva, co-sì questo beneficio toccherà molteplicisoggetti in un colpo solo”.L'Associazione di San Lio fornisce indi-cazioni anche sulle modalità di paga-mento ammesse, fondamentali per nonperdere le detrazioni "Una volta tantol’Agenzia delle Entrate nelle sue inter-pretazioni si è dimostrata lungimirante- spiega Enrico Vettore, responsabileCategorie di Confartigianato ImpreseVenezia - prevedendo un ampio venta-
DETRAZIONE IRPED
detrazione 36% fino a 5.000 Euro per chi effettua spese per la sistemazione del verde di aree scoperte di pertinenza delle unità immobiliari di qualsiasi tipo: giardini, terrazzi, balconi anchecondominiali, impianti di irrigazione e recupero dei parchi storici
Pagamenti: - Bonifico tracciabile - assegno bancario, postale o circolare non trasferibile
ESCLUSI I PAGAMENTI IN CONTANTI
Le ristrutturazione deve terminare entro il 31 Dicembre 2018
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glio sugli strumenti di pagamento. Nonsolo non viene richiesto il bonifico"tracciabile" tipico delle ristrutturazio-ni edilizie, ma si ammette anche l’usodell’assegno bancario, postale o circo-lare non trasferibile. Via libera quindiad assegni, bancomat, carte di credito ebonifici ordinari per i pagamenti dellespese che beneficiano del "Bonus ver-de". L’acquisto di piante in vaso, però, èagevolato solo se fa parte di un più am-pio intervento di "sistemazione a verdeex novo" o di "radicale rinnovamento"dell’area". Di fatto, sono esclusi solocoloro che pagano vivaisti e giardinieriin contanti.
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Venezia Centro Storico, isole e litorale di Cavallino Treporti
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Pip Lido: sbloccati 800mila europer le bonificheGli Artigiani: "Finalmente sbloccata una situazione alla deriva da 30 anni"
La Giunta comunale, riunitasi lo scorso13 febbraio nella sede municipale di viaPalazzo a Mestre, ha approvato la deli-bera che autorizza il prelevamento di787mila euro dal fondo di riserva per ri-solvere l’annoso problema delle bonifi-che dell’area PIP terre Perse – Umi 12del Lido. Un intervento per non far quin-di ricadere sui futuri assegnatari l'in-gente costo delle bonifiche di questi ter-reni oggi abbandonati e in degrado.L'operazione, attesa da decenni per gliinsediamenti artigianali che vanno davia Mezzalira fino al canale che delimitail cantiere Serenissima, dovrebbe incre-mentare le possibilità che qualche inve-stitore si interessi a queste aree, crean-do anche nuovi posti di lavoro con lacertezza di poter contare su concessio-ni con diritto di superficie. Sorta negli anni ’70 secondo le regoleedilizie dell’epoca, è dagli anni ’90 cheil Comune dichiara di voler metteremano al Pip. Vari gli interventi richiestidagli artigiani della zona: la regolariz-zazione delle aree per decenni occupa-te abusivamente, la bonifica di porzionidi terra contaminata da rifiuti tossici(come la Umi 12, area recintata tra viaMezzalira e via Tiso, già sotto indagineper inquinamento), le spese di urbaniz-
zazione da completare per ridare un to-no all’area. Decenni di proclami, cadutisempre nel vuoto. Dopo la chiusura del “buco”, la siste-mazione del Gran Viale S. Maria Elisa-betta, il restauro del Casinò e dellapiazza, l’avvio dei lavori al Blue Moon el’altra importante delibera riguardanteil Piano particolareggiato degli Arenili,con lo stanziamento di questi fondi sipotrà finalmente procedere all'asse-gnazione delle aree del Piano di Inse-diamento Produttivo. La notizia è stata accolta con piacere dairappresentanti degli artigiani, consor-ziati nel Cipal. "Prendiamo questa novi-tà con grande soddisfazione - ha com-mentato Daniele Savio, presidente delcomitato lidense - Un segnale concretoda parte dell’amministrazione, speria-mo adesso che il PIP veda la luce". "Il Li-do correva il rischio di essere una delletante incompiute del Veneto - ha aggiun-to il segretario, Gianni De Checchi - do-po quasi 30 anni, siamo solo a due terzidella realizzazione dell’area. L’iniziativadel Comune supera anni di palude ecrea le condizioni per rimettere in motol’area. Un provvedimento coraggioso,ora si passi all’operatività della deliberaper completare l’area quanto prima".
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L'Associazione Artigiani Venezia diCavallino - Treporti si rinnovaThomas Mariotto, una figura già nota da anni nel litorale,dirigerà la sede di Cavallino - Treporti
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Anche per la sede territoriale dell'As-sociazione Artigiani Venezia di Cavalli-no - Treporti è arrivato il momento del-la riorganizzazione e del rinnovamen-to. Nei prossimi mesi l'ufficio si pro-porrà ai propri associati in una vestecompletamente rivista negli arredi, ga-rantendo un clima più funzionale edaccogliente con personale qualificato acompleta disposizione.L'ufficio di Cavallino - Treporti, in pie-na sintonia con la sede centrale di Ve-nezia, si affianca alle piccole impresegarantendo un servizio di sostegno econsulenza in qualsiasi fase della vitaaziendale. Gli imprenditori possonocosì togliersi il peso di gestire pratichee “scartoffie” e dedicarsi completa-mente alla propria attività per rendereancor più qualitativi i servizi offerti.Il rag. Thomas Mariotto, una figura giàconosciuta da anni nel litorale, è ilnuovo responsabile della sede di Ca-vallino - Treporti in Via Fausta 69/A,continuando con il suo impegno di va-lorizzazione al fine di renderla un ec-
cellente punto di riferimento per tuttele realtà imprenditoriali del litorale. Alsuo fianco la rag. Elisabetta Messinacon i suoi venti anni di esperienza alservizio delle imprese.La qualità dei servizi Confartigianatoviene proposta anche per le aziende diBurano immerse nella realtà turisticache rappresenta il principale mercatodi riferimento. Le eccellenze di questameravigliosa isola della Laguna di Ve-nezia saranno supportate con maggio-re tempestività e accuratezza, al fine direndere ogni attività commerciale unluogo unico e rispettoso delle normati-ve vigenti.
Il rag. Thomas Mariotto riceverà i propriassociati presso l'ufficio di San Mauro58 ogni mercoledì dalle 09.00 alle 12.00,la sede di Cavallino - Treporti è apertaal pubblico dal lunedì al venerdì dalle08.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.00,nel giorno di mercoledì dalle 08.30 alle14.30 in orario continuato.
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FabLab Venezia: 4 anni in 3D!Innovazione, sostenibilità e mentalità open sourceal servizio di un'idea di imprenditorialità che mira alla personalizzazione e alla produzione sostenibile
Una grande festa "Al Vapore", storicolocale di Marghera, per il compleannodi FabLab Venezia srls, il laboratorio difabbricazione digitale e start-up inno-vativa con sede all’interno del Vega, ilParco Scientifico e Tecnologico di Ve-nezia. Amici, conoscenti, compagni dilavoro e di avventure hanno celebratoinsieme, lo scorso 18 febbraio, questiprimi 4 anni di sperimentazione, inno-vazione, crescita e progetti. Una festaveramente “fablab”, tra stampanti, in-stallazioni multimediali e le perfor-mance musicali de La Ghenga FuoriPosto, mentre immagini e video rac-contavano la storia del primo laborato-rio di fabbricazione digitale del Nor-dest nato dall'idea di tre giovani im-prenditori e che nel tempo ha saputoaffermarsi diventando una start up disuccesso.FabLab Venezia è nato nel 2013 grazieai soci fondatori Elia de Tomasi, Leoni-das Paterakis e Andrea Boscolo. Offre
servizi e processi innovativi collegatialla manifattura digitale (servizi di 3Dprinting, modellazione, taglio laser,eccetera); programmi formativi per lacrescita ed il trasferimento di knowhow al mondo dell’impresa, alle asso-ciazioni di categoria, ai liberi profes-
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sionisti, ai makers e agli istituti scola-stici. Il laboratorio si rivolge ai desi-gner in senso ampio, alle impresecreative, per sviluppare progetti in reteapprofittando dei nuovi canali istituzio-nali e culturali, e a tutti coloro che cer-cano un appoggio nello sviluppo e co-struzione delle loro idee. Allo stessotempo i professionisti hanno la possibi-lità di sperimentare una prototipazionea basso costo, mentre scuole e univer-
sità possono trovare nel laboratorio unriferimento per la conoscenza di nuovetecnologie digitali per la produzione.Fablab Venezia, tramite Fablab for Kidsriserva una particolare attenzione allaformazione dei più piccoli, essendofermamente convinti che lo sviluppodelle abilità trasversali e delle cono-scenze tecnico-tecnologiche siano unmomento fondamentale della forma-zione dei giovani d’oggi.I Fablab sono laboratori innovativi diproduzione di idee e oggetti, apparte-nenti ad una rete globale ma fortemen-te legati alle realtà locali, che facilitanolo sviluppo di invenzioni dando accessoa strumenti di fabbricazione digitale.Innovazione, sostenibilità e mentalitàopen source sono al servizio di unanuova idea di imprenditorialità, che mi-ra alla personalizzazione e alla produ-zione sostenibile.Nato al M.I.T. di Boston, il concetto diFablab si sta diffondendo in tutto ilmondo e fonda la sua forza su una filo-sofia di azione locale attraverso unnetwork internazionale.
in queste pagineCorsi, laboratori e didat-tica organizzati daFabLab Venezia
nella pagina a sinistrala torta “2.0” eseguita in occasione dei 4 anni di FabLab
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La Venezia in miniatura di Marcello ZanePalazzi veneziani e casette colorate di Burano
Si chiama "Creazioni M.Zane" il labora-torio bottega gestito da Marcello Zane,recentemente aperto a Burano in viaSan Martino Sinistro 192. Figlio d'arte,Marcello ha seguito le orme del padre erealizza riproduzioni delle tipiche caset-te colorate dell'isola della laguna maanche dei palazzi veneziani. "Dapprimavengono realizzati i modellini in cerami-ca tenera inviati poi a ditte specializzateche li ricrea nei materiali richiesti, ov-vero legno, gesso, resina - spiega Mau-rizio, che ha tramandato quest'arte alfiglio Marcello - poi ogni pezzo viene di-pinto interamente a mano, diventandoquindi un pezzo unico, infatti ogni caset-ta o palazzo è diverso dall'altro". Mauri-zio Zane continua invece a gestire conl'altro figlio Tommaso il vicino laborato-rio di vetro a lume in via San Martino Si-nistro 688. "Anche Tommaso sta impa-rando ora a realizzare come suo fratel-lo le miniature, casette di Burano e pa-lazzi veneziani, e lo fa qui nel laborato-rio in via San Martino Sinistro 688, dovenegli anni'80 ho avuto questa felice in-tuizione - aggiunge Maurizio - Buranonon è, infatti, solo l'isola del merlettoma a caratterizzarla e a renderla unicasono anche le sue casette colorate.Considerando che chi la visita vorrebbesempre portarsene via con se un ricor-do tangibile e, al contempo, non tuttipossono permettersi un'opera in mer-letto che ha un suo costo se originale,ecco che l'idea di realizzare le casettecolorate che contraddistiguono l'isola siè subito dimostrata vincente. All'epocaero l'unico, e forse lo sono ancora, aproporre miniature che rispecchiasseroquella che è Burano nell'immaginariocollettivo: una splendida tavolozza dicolori !".
Benvenuto tra noi!
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Tutti i vini di "Al Bacco Imbriago"Marco Agosti e Giulia Santi hanno inaugurato una vineria con anche prodotti regionali
Ha aperto i battenti lo scorso 6 febbraiola vineria "Al Bacco Imbriago" in Calledel Fumo, Cannaregio 5310, titolariMarco Agosti e Giulia Santi. "Dopo averfrequentato la scuola alberghiera Bar-barigo e conseguita la specializzazionein "sala bar" - spiega Giulia - mi sonoassociata all'"AMIRA (AssociazioneMaîtres Italiani Ristoranti ed Alberghi),avvicinandomi al mondo del vino ed aisuoi abbinamenti". "La mia formazionescolastica - spiega Marco - proviene in-vece da un mondo diverso, difatti ho fre-quentato l'Istituto Nautico e dopo diver-si impieghi ho iniziato a lavorare comedipendente in una vineria, poi l'incontrocon Giulia e la decisione di rilevare que-sto spazio che prima era il magazzino diun'altra vineria che si occupava solo divendita all'ingrosso per bar e ristoran-ti". Giulia e Marco hanno arredato labottega in calle del Fumo, trasforman-dola da semplice magazzino in negozio,mantenendo la rivendita all'ingrosso eaggiungendovi anche quella al detta-
glio. "Abbiamo vini sfusi da tutti Italia,tra cui un ottimo Chianti in fiasco e al-cuni vini del sud Italia - aggiungonoMarco e Giulia - ma anche dei prodottidi nicchia e specialità regionali come illimoncello, il Bellini targato Cipriani,varie grappe, l'olio pugliese spremuto afreddo ed alcune marmellate comequella di uva fragola". "Al Bacco Imbria-go" è disponibile per gli appassionati uninteressante opuscolo: il Calendario lu-nare imbottigliamento vino. La tradizio-ne lunare consiglia di imbottigliare: alprimo quarto, in fase di luna crescente,per ottenere vini frizzanti; all'ultimoquarto, in fase di luna calante, i vini alungo invecchiamento, mentre con laluna piena si può imbottigliare qualsia-si tipo di vino. La luna ideale per imbot-tigliare è comunque la prima luna nuo-va di primavera (marzo: lunazione diPrimavera). La vineria "Al Bacco Im-briago" fornisce ai clienti al dettaglionon provvisti di una propria bottiglia lebottiglie nuove in plastica.
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qui sopraGiulia Santi e Marco Agosti
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Venezia, abusivi per tutti i gusti E in quarant'anni il 60% degli acconciatori ha chiuso
Venezia culla dell'abusivismo e quellodell'acconciatura/estetica è da sempreuno dei settori che paga il prezzo più al-to. Un settore molto variegato che com-prende le attività di parrucchiere, mas-saggi, pedicure e manicure e onicotec-nica (ricostruzione e decorazione un-
ghie). Tutte in varia misura sono colpiteda questa vera e propria piaga.Le "Iene" con il loro servizio shock suicentri estetici cinesi, andato recente-mente in scena, hanno aperto il classi-co vaso di pandora. Tra i campioni pre-levati nei centri e fatti analizzare è stata
a destraUmberto Corrà
presidente del settore acconciatura/estetica
di Confartigianato Venezia
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ritrovata un'altissima percentuale di batteri, tra cui lostafilococco e l'escherichia coli, virus, come il papillo-ma virus, e funghi come la candida. Una situazione cheConfartigianato ai vari livelli denuncia da tempo, anchecon campagne shock (come quella riportata nella im-magine).E' vero che questo settore, limitatamente al Centro sto-rico, non ha ancora visto l'invasione di operatori low-cost comune al resto d'Italia, a cominciare dalla nostraterraferma. Ma il problema resta nella sua interezza.L'assenza totale delle minime condizioni di natura igie-nico sanitaria riscontrate in questi pseudo centri esteticiè grosso modo la stessa che si potrebbe riscontrare nel-le tante case degli operatori fai da te. Il fatto è che nelleabitazioni è pressoché impossibile effettuare i controlli.“Risparmiare qualche euro e avere il trattamento in casa- spiega Umberto Corrà, presidente del settore acconcia-tura/estetica di Confartigianato Venezia - può sembrareuna proposta allettante, ma non se va a discapito dellapulizia. Trattamenti estetici, manicure e pedicure lowcost, ma anche colorazioni con prodotti non certificatipossono creare danni alla persona molto gravi, come ri-badiamo da sempre". Ma a questo abusivismo di tipo "casalingo" si aggiungonoaltre forme non meno pesanti e tipiche di una città comeVenezia capitale turistica e palcoscenico per dodici mesiall'anno. Forme di concorrenza sleale più chic, più elitariema altrettanto lesive delle aziende in regola. "Ci riferiamo- analizza Gianni De Checchi, segretario di Confartigiana-to Venezia - ai tanti negozi di vendita dei prodotti che atti-rano i clienti, soprattutto turisti, con finte dimostrazioni,per poi effettuare make-up completi a pagamento, il tut-to senza i necessari atti autorizzativi. Oppure ai tanti al-berghi che propongono ai loro ospiti servizi di acconcia-tura ed estetica tramite operatori privi dei requisiti pre-visti. E anche ai tanti esercizi che aprono senza persona-le preposto qualificato e senza i requisiti igienico sanita-ri rilasciati dall'Asl. Che magari dopo chiudono ma in-tanto ci provano e aprono, data anche la lentezza e laframmentarietà con cui vengono effettuati i controlli".Già. Perché nonostante le numerose segnalazioni ef-fettuate anche da parte di Confartiganato a tutela delleattività regolari che versano tasse, contributi, paganoaffitti e rispettano le condizioni igienico sanitarie, diverifiche sul campo se ne continuano a vedere ben po-che. E una città che non protegge chi fa i salti mortaliper continuare la propria attività, è una città allo sban-do.Eppure le regole ci sono e sono molto chiare. Il nuovoregolamento comunale per la disciplina delle attivitàdi acconciatore, barbiere, estetista e tatuaggio e pier-cing è operativo dal 2013. Vi sono definite le normeigienico sanitarie dei locali, delle attrezzature e delledotazioni tecniche, oltre che i requisiti professionaliin capo al personale. Il rispetto di tali norme è d’ob-
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bligo per gli esercizi diacconciatura/estetica e per le attività ditatuatori e piercer, al fine di garantire laqualità del servizio e la tutela della sa-lute dei clienti che si rivolgono a loroper trattamenti di acconciatura ed este-tica. Per chiudere le cifre. "In 40 anni ilsettore acconciatura/estetica ha persoil 60% degli operatori - spiega EnricoVettore, responsabile Categorie di Con-fartigianato Venezia -. Questo tipo diaziende rientra in quello che viene soli-tamente definito l'artigianato di servizioalla residenza. Diminuiscono gli abitan-ti chiudono le aziende, l'equazione è
chiara. Ma non spiega tutto. Tanti par-rucchieri ed estetiste, o perché andati inpensione o perché hanno dovutochiudere per tasse e affittinon più sostenibili, hannocontinuato a fare quelloche sanno fare, l'abu-sivismo casalingo dicui abbiamo detto,al "pane e salame".Che si aggiunge al-l'abusivismo "al ca-viale" della Veneziaturistica che tuttotravolge".
ACCONCIATORI ED ESTETISTI CENTRO STORICO
1976Barbieri: 32
parrucchieri U/D: 186Estetiste: 17tot. 235
1996Barbieri: 14
parrucchieri U/D: 114estetisti: 22tot. 150
2017Barbieri: 7
parrucchieri U/D: 74estetisti: 15
tot. 96
qui sopraEnrico VettoreresponsabileCategorie diConfartigianatoVenezia
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Polisportiva Murano,oggi Pugilato Murano: "vogliamo la Cittadella dello Sport"50 anni di sport, solidarietà e aggregazione
La Polisportiva Murano cambia nome e diventaPugilato Murano, mantenendo però inalterate tut-te le attività sportive, le iniziative benefiche ed ag-gregative che l'hanno sempre contraddistinta,una scelta dettata dal fatto che da diverso tempoormai le varie società sportive presenti sul terri-torio di Murano si sono rese indipendenti ed han-no intrapreso un percorso personale senza più bi-sogno di una polisportiva che le coordini tramiteun unico consiglio direttivo. "Il nostro obiettivo èora un altro - spiega il presidente di Pugilato Mu-rano, Angelo Signoretto, fratello del maestro ve-traio Pino, recentemente scomparso - ovveroquello di creare una vera e propria cittadella del-lo sport all'interno degli ampi spazi da noi gestiti,che includono un campo da calcetto, uno da ba-sket, tavoli da ping pong, spazi per il tennis, il pat-tinaggio, la box e le arti marziali, ma anche spazia carattere aggregativo e comunitario, dove si or-ganizzano feste e ricorrenze. Vorremmo inaugu-rare una pista per la corsa e l'atletica ed aprireuna foresteria. Il Comune, proprietario dell'interastruttura, affiderebbe a noi il progetto realizzativo,all'appello mancano solo i finanziamenti e non èpoco". L'idea di creare una polisportiva che riunisse e co-ordinasse le poche società sportive di Murano fuun intuizione unica. Grazie ad un gruppo di amicinel 1968 nacque la Polisportiva Murano e a pre-siederla fu chiamato un giovane imprenditore:
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Sandro Nason che si era già distinto pertutta una serie di iniziative legate allaParrocchia di S. Pietro Martire. Fino adallora si praticava calcio, canottaggio,judo e pallacanestro mentre lo scopodella nuova associazione era quello dipromuovere e diffondere altre disciplineavendo così più forza nel chiedere al-l'Amministrazione Comunale contributie spazi dove poterle praticare. L'inaugurazione della Palestra "UgoFoscolo", oggi "Leo Perziano" consentìlo sviluppo delle attività esistenti e lanascita di nuove fino a quel momentosconosciute. Contemporaneamentel'iniziativa di due privati, Antonio Pre-viero e Arcangelo Zanon, permise di in-crociare le racchette sui campi in terrarossa, mentre la disponibilità delleSuore Dorotee ad aprire i loro spazi die-de vita al pattinaggio. Pian piano si co-stituirono società di bocce, atletica, vo-ga alla veneta, minibasket e ginnasticamotoria, kick boxing e kayak. Nel 1982le suore Doroteee decisero di ampliareulteriormente le concessioni alla Poli-sportiva Murano, concedendo di utiliz-zare il centro sportivo della scuola "B.Dal Mistro", dotato di una pista poliva-lente e di un campo da calcio, spazi poiacquisiti dal Comune di Venezia che hadeciso di mantenervi la stessa destina-zione d'uso, concedendone la gestionealla Polisportiva Murano. Anzi recente-mente è stato rimesso a nuovo l'im-pianto d'illuminazione nei campi dagioco con la possibilità di organizzaretornei serali. Purtroppo il 1° maggio del 1993 l'ama-tissimo presidente Sandro Nasonscomparve, lasciando un'eredità, cononori e oneri, non facile da gestire, mala Polisportiva Murano, rimboccandosile maniche ha vinto la scommessa, con-tinuando ad operare a favore di Murano,dei giovani e dello sport, così come reci-ta il suo motto: "non per se ma per glialtri". In questi 50 anni di attività la Polisporti-va Murano, oggi la Pugilato Murano, haorganizzato e continua ad organizzaresvariate attività, come il premio "Il Na-tale dello sportivo”, iniziativa nata neglianni settanta con l'obiettivo di premiaregli atleti delle varie società che si erano
distinti per i loro risultati sportivi duran-te l'anno. Patrocinata dagli Enti Pubbli-ci, la manifestazione si è arricchita dianno in anno di novità come le Borse diStudio (in collaborazione con le scuole)ed i premi a campioni olimpici, mondia-li, europei ed italiani che, con la loropresenza, sono serviti da stimolo agliatleti più giovani. Nel 1984 è stato inse-rito il prestigioso riconoscimento "L'Uo-mo e lo Sport" che viene assegnato a chiabbia dedicato la vita a favore dellosport e dei suoi alti valori. La denomina-zione del premio è diventata poi: "San-dro Nason - l'Uomo e lo Sport", mante-nendo sempre lo stesso significato, ov-vero quello di riconoscimento ad ungrande sportivo di origine muranese.
qui sopra, dall’altoCinzia Lionello ritira il premio
Sandro NasonFederica Pellegrini riceve il
poster che la raffigura bambinacon sua mamma e il fratello
nella pagina a destra, dall’altoNatale dello sportivo
Poster di Sandro Nason
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Quest'anno il premio è andato alla cam-pionessa olimpica Federica Pellegrini,con menzione d'onore a sua madre,muranese doc, Cinzia Lionello: "per ilsacrificio e la devozione per la famigliae lo sport". Altra grande manifestazionele "Mini Olimpiadi", iniziativa organizza-ta a partire dal 1997 ogni 1° maggio perricordare, da una parte la scomparsa diSandro Nason e dall'altra la festa dedi-cata ai bambini che si celebrava sempreil 1° maggio con giochi vari, tiro alla fu-ne, corsa con i sacchi ecc. Con il tempola "Mini Olimpiade" a cui partecipanosia i bambini che gli adulti, è cresciutamoltissimo. Quest'anno si è registrato ilrecord per questa iniziativa con ben 856iscritti ufficiali nelle diverse discipline
sportive, 900 pasti gratuiti elargiti dallaPolisportiva Murano ed oltre 2500 pre-senze. Sempre quest'anno è nata unanuova iniziativa rivolta ai ragazzi affettida sindrome down o altre disabilità: laprima edizione delle "Special MiniOlimpiadi". Ma l'impegno della Polisportiva Mura-no ed ora della Pugilato Murano non siferma qui, infatti tra le altre svariateattività svolte, ricordiamo: il Palio delleRepubbliche Marinare, oltre a varie al-tre regate, tra cui la Regata del Palio ela Vogada di Primavera, i giochi sul-l'acqua, la manifestazione di judo in-ternazionale Alpe Adria, il gemellaggioValzorana con gara di sci e voga, laTombola di Beneficenza, spettacoli esfilate durante il Carnevale, gare di pe-sca, Festa dell'Uva, Festa degli Acqui-loni, Gioco dell'Oca oltre a ben 21 edi-zioni del Mercatino di Solidarietà, alquale quest'anno si sono aggunti og-getti offerti dai produttori di vetro diMurano. Una curiosità: la Polisportiva Muranonel 1997 è stata ufficialmente invitata apartecipare, assieme al Gruppo Remie-ro Murano, ai 700 anni d'insediamentodella Famiglia Ranieri nel Principato diMonaco dove ha donato una tradiziona-le gondola veneziana con stemma eparticolari in vetro a Sua Altezza il Prin-cipe Ereditario Alberto di Monaco.
qui sopra, dall’altoSpecial mini olimpiadi
Cuochi della festa del primomaggio Mini olimpiadi
a sinistraFederica Pellegrini con il trofeo
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I "Consigli per volersi bene" del Club Delfino Centro fitness sulla fondamenta delle Zattere, il club Delfino è una asso-ciazione sportiva dilettantistica che propone diverse possibilità per farsidel bene: ginnastica a corpo libero, con gli attrezzi, corsi di gruppo, gin-nastica individuale anche pre e post operatoria, in collaborazione con imedici. Un fiore all’occhiello è la molteplice offerta di massaggi, da
quello rilassante al linfodrenaggio, dal massaggio con gli oli essenziali a quello sportivo. Scuola di pra-noterapia, il club delfino accoglie tra i suoi associati anche i bambini. Zattere, Dorsoduro 788/A, Venezia. Chiusura: sabato pom. e domenica. t. 041/5232763 - 327.6835923www.palestraclubdelfino.com
I SEGRETI DI MISTER DELFINOHai mai pensato alla tua pelle? Le nostre emozioni sono a “fior di pelle”: non siamo in grado di controlla-re il rossore improvviso della rabbia o della vergogna, il pallore della paura, la pelle d’oca scatenata daun’emozione. La pelle rappresenta la prima immagine di noi stessi verso l’esterno, è l’organo privilegiatodella vita di relazione ed è recettrice delle energie e delle pulsazioni costanti. Riflette la nostra sfera emo-tiva e l’equilibrio esistente o meno tra il nostro cervello e le nostre emozioni, traduce i disturbi dell’affetti-vità ed è lo specchio delle nostre fantasie e passioni nascoste. E’ l’organo più esteso e visibile del nostrocorpo, unico capace di fornire sensazioni attive e passive nello stesso momento: toccare ed essere toccatiè un’azione simultanea, costituita da input e output. La pelle è un organo fortemente erogeno, direttamen-te legato alla sfera emotiva e sessuale, il che rende quasi ogni disturbo e malattia cutanea, direttamenterelazionata a disturbi psicosomatici. Di fatto oggigiorno la maggior parte dei dermatologi coscienziosi si ap-poggia a uno psicoanalista per il trattamento dei disturbi legati alla pelle. Gli oli essenziali in questo sensosono un aiuto positivo in quanto il loro profumo stimola e influisce sulla mente e le emozioni, agendo an-che a livello topico e cutaneo. Gli oli essenziali del club Delfino sono studiati per ogni tipo di disturbo!
Le ricette della MarisaVanda, figlia di Marisa, prosegue la tradizione nella locanda aperta nel 1965
Piccola locanda sul canale di Cannaregio, sulla cui riva è possibi-le gustare i pranzi e le cene estive. La cucina, portata avanti daAnna, figlia di Marisa Bertolini, è molto semplice: piatti abbon-danti e fedeli alla tradizione. Dalla Marisa si possono trovare gliintramontabili della cucina veneziana casalinga: moscardini inumido, spienza bollita (milza), baccalà mantecato o frittura mistadi pesce. La genuinità delle pietanze e l’accessibilità dei prezzi fadel ristorante meta ambita da studenti e turisti. Cannaregio 652b, Fondamenta di San Giobbe, VeneziaChiusura: domenica, lunedì e mercoledì seraTEL: 041/720211
Penne rigate con zucchine, pecorino e ricotta fresca
Ingredienti per 4 persone: 500 gr di penne rigate; 500 gr di zucchine piccole; 100 gr di pecorino; 200gr di ricotta fresca; olio, sale, pepe, formaggio grana, salvia in foglie qb. Preparazione: Tagliare finemente le zucchine, rosolarle in olio d'oliva con un paio di foglie di salvia,aggiungere quindi la ricotta, il pecorino ed un paio di cucchiai di acqua di cottura della pasta. Nel frattem-po cucinare le penne, toglierle un minuto prima della cottura e versarle nel tegame con gli altri ingredien-ti, saltare e aggiungere un po' di grana a piacere.Vino di accompagnamento: Chardonnay Curtefranca "Ca' Del Bosco"
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LeggendoContinua la simpatica iniziativa dedicata alle piccole librerie ed editorieveneziane. A tutte abbiamo chiesto e chiediamo di collaborare con noipresentando un volume, saggio, romanzo etc che i nostri associati po-tranno poi acquistare con uno sconto del 10% sul prezzo di copertina.
Libreria “Toletta” - Dorsoduro 1214 Venezia"QUESTIONI DI LINGUA. IL PROFUMO DELLA PANTERA" prezzo di copertina 10,00 €Nel "De vulgari eloquentia" Dante paragonava con un'immagine ad effetto il volga-re illustre, cioè la nuova lingua unitaria che molti in Italia cercavano ma non trova-vano, alla mitica pantera profumata, bestia medievale che lasciava dietro di sé unascia odorosa ovunque, senza mai lasciarsi però catturare. Quel profumo ormai èdiventato, dopo secoli, quello dell'attuale italiano, una lingua che ha avuto e conti-nua ad avere una storia tanto lunga quanto controversa: un aroma che si percepi-sce nella sua identità e nelle sue diversità anche in autori ed artisti che forse nep-pure si sono resi conto di averne modificato in parte l'essenza, o che hanno cerca-to in molti di indagare ed investigare nella sua formula eterea, a volte solo istinti-vamente per analizzarlo, altre volte più coscientemente per cercare di fissarlo.Autore: Pietro Bortoluzzi • Edito da: La Toletta Edizioni
Libreria “Marco Polo” - Cannaregio 5886/A e Dorsoduro 2899 - Venezia"L’AUTUNNO È L’ULTIMA STAGIONE DELL’ANNO" prezzo di copertina 15,00 € Tre giovani donne, la cui amicizia è nata nelle aule della facoltà di ingegneria dell’Università diTehran, si confrontano, sulla soglia dei trent’anni, con scelte importanti dalle quali dipenderàil loro destino futuro.Leila cerca disperatamente di ritrovare il suo posto nel mondo dopo che ha deciso di non segui-re il marito all’estero per proseguire gli studi. Incapace di rassegnarsi alla fine di quello che erastato un grande amore e un matrimonio felice, cerca conforto nel lavoro in un giornale che lemutate condizioni politiche costringeranno di lì a poco a chiudere. Attorno a lei si muovono lefigure di Roja e Shabane, con le loro storie familiari e le angosce di chi si appresta ad entrarenel mondo degli adulti. Roja coltiva il sogno di un dottorato in Francia e di una carriera impor-tante, per il quale è pronta a sacrificare il legame con la madre e con il fratello, suoi unici affet-ti dopo la morte tragica del padre. Shabaneh vive il rimorso di aver forse provocato il drammache rende infelice la sua famiglia e oscilla tra il desiderio di vivere una propria vita, sposandofinalmente un collega di lavoro la cui pazienza è giunta ormai al limite, e il timore di venir menoal suo dovere di figlia. Autore: Nasim Marashi • Edito da: Ponte 33 edizioni
Libreria “Studium” - San Marco 337 Venezia“UN PASSATO DA SPIA”prezzo di copertina 20,00 €Peter Guillam, fedelissimo collega e discepolo di George Smiley dei Servizi segreti bri-tannici, è ormai da tempo in pensione nella sua tenuta agricola in Bretagna dove vive conla famiglia, quando riceve inaspettatamente una lettera che lo convoca a Londra nelquartier generale dell’Intelligence. A quanto pare il suo passato durante la GuerraFredda lo sta richiamando. Quelle che un tempo erano considerate le più famose ope-razioni di spionaggio nelle quali erano coinvolti personaggi del calibro di George Smiley,Alec Leamas, Jim Prideaux, e lo stesso Peter Guillam, vengono ora analizzate e investi-gate da una nuova generazione che non ha alcuna memoria di quegli anni.Chi è davvero responsabile di atti commessi molti anni prima in nome di qualcosa chenon esiste più? Qualcuno deve pagare il sangue innocente che è stato versato per unacausa considerata giusta per il bene comune. Autore: John Le Carrè • Edito da: Mondadori
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