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Maria Parisi
PENSIERO NOTTURNO
Inizio a scrivere il mio racconto...le note di Bjork1 cullano la mia vena artistica palpitante…
...Proseguiva la notte liquida sulla sua via solita. Placida rispondeva alla chiamata, Madre Oscura che tutto avvolge con le sue spire ospitali…
Era stata inneggiata, e il suono ritmico dei palmi sudati sulle pelli tese dei tamburi consumati agiva da richiamo per lo spirito acclamato, una guida tribale accompagnava aritmicamente la notte…
L’edificio era fatiscente ma continuava a emanare essenze di antichi splendori.
Quello che era stato il municipio e in seguito il bordello del paese, si erigeva ora tra le sterpaglie urticanti e i ginepri. La sua ombra alla luce della pallida luna piena, timida tra le nubi, si diffondeva nel giardino abbandonato, spettatore antico di copiose copulazioni occasionali e retribuite...
1 Bjork, Homogenic.
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Quello che era stato viveva ancora nelle fondamenta della costruzione, ogni mattone conteneva gli affanni e gli spasmi delle donne passate che lì avevano trovato rifugio dalla strada minacciosa. Si potevano udire, si potevano respirare, ancora…
Madyuc era lì, inebriato dai battiti ritmici dei tamburi e dall’ebbrezza delle droghe condivise con la comune, un microuniverso bello e democratico danzava fluttuante intorno al fuoco, in quella che fu la Camera del Gran Consiglio Comunale. Non rimanevano che alcune flebili tracce di quell’ambiente che fu…
Ikuta volava. Alta sovrastava le fiamme con la sua tunica.
Il velo candido della sua veste come vento accarezzava il calore in una danza di contrasti cromatici ipnotizzanti.
Era un angelo dalla corona di fiori gineprini, le sue iridi corvine risplendevano nell’umido del suo occhio assopito e riflettente la potenza pirica, inondavano la stanza, pervadevano gli adepti battenti e l’edificio, tutto.
Il potere del suo spirito non aveva confini, e con lui il suo corpo palesava la sua forza libera.
“SONO STATA INVOCATA”
L’anima della Notte accrescerà le loro esperienze terrene di un universo nuovo, un neouniverso da esplorare, conoscere e fondersi, instaurando un legame eternamente toccante.
Si acclama la Luna, si attende lo spirito di Madre Benigna, Sorella Beatificante.
Maduyc la amava.
Percepiva il suo odore, la sua essenza, la sua anima.
L’aurea di Ikuta diffondeva nella stanza una luce calda, un’atmosfera placida, dalla quale il ragazzo si lasciava inondare abbandonandosi all’abbraccio iperuranico.
Lei danzava e danzava nella frenesia, la sua pelle candida rifletteva il rossore della fiamma viva. Il Fuoco, il suo cavaliere nella danza.
Si fondeva con l’elemento, Signore primordiale, il suo spirito.
Devo smetterla di perdermi in paroloni e termini alti…devo imparare ad accettare umilmente i miei limiti…(troppi avverbi, troppi aggettivi... “la scrittura destinata agli altri deve essere chiara, a tratti elementare, schietta, facilmente arrivabile”, dicono...).
La notte, nel dormiveglia spesso vengo pervasa – Avviluppata? Avvolta? Presa?... alla ricerca di vocaboli facili…costretta a parole quotidiane – dall’ispirazione… – forse troppo presuntuosa –, ma, dannatamente, giunge insieme al sonno, compagna sua di viaggio, ospite clandestino, trasportate
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dalla quadriga nera2, con la ruota appena bagnata dall’immersione nelle negre acque notturne… – il classico si ripropone prepotentemente. “Scrivi facile!” mi si dice, “Scrivi ignorante!” dico io... disdegnare D’annunzio3 coi suoi arcaismi sinonimici sublimi, abbracciare Bukowsky4 col suo rozzo lessico da bettola alcolizzata, ricco di apostrofi populinistici, lasciare spazio alla surreale semplicità tipica dello stile limpido e fiabesco di Jodorowsky5 –.
I tempi cambiano, le società, quelle che si definiscono acculturate, regrediscono, inutile, superfluo auto intrappolarsi in ragnatele lessicali e grovigli letterari facilmente incomprensibili, di troppo elevato livello, a volte, persino per l’autore… – nuovamente sto esprimendo concetti lineari in modo arzigogolato….ARZIGOGOLATO? ma perché non ricorrere ad un più quotidiano “difficile”? Forse è questa la via giusta, ascendere alla semplicità…
Umilmente riconoscere i propri limiti…
Accogliere mestamente l’inevitabile ignoranza dei nostri tempi…
…inutile cercare il Gran Finale Stupefacente…
Dalle casse risuona lieve la voce del Maestro6.
Credo che andrò a dormire.
2 Catullo, Elegie di Ligdamo, elegia IV, vv.17-18 (penultimo esame... FILOLOGIA LATINA. Preparazione di 3 mesi con tanto di lezioni private… voto finale: 21!!! e tante grazie) 3 Gabriele D’annunzio, Alcione (reminiscenza del secondo esame di Letteratura italiana moderna e contemporanea, questo mi è piaciuto! 30!!!) 4 Bukowsky, Storie di ordinaria follia (lo leggo, inevitabilmente trascinata dalle correnti “pseudoalternative”... ma ne resto quotidianamente delusa) 5 Jodorowsky, Quando Teresa si arrabbiò con Dio (grande sorpresa… è il regalo cui ricorro maggiormente negli ultimi tempi, ma i destinatari vengono ogni volta attentamente eletti dopo attenta analisi) 6 Battiato, Introspettiva,(Povera patria) (su di lui nulla da aggiungere, direi)
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BIOGRAFIA
Maria Parisi. Nata a cosenza il 5 settembre 1986, si è laureata all’Università della Calabria di
Cosenza. Attualmente frequenta il corso magistrale in Filologia Moderna all’Università di Firenze.
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