Persepolis è il titolo di un fumetto storico/autobiografico, scritto e
disegnato dall’autrice iraniana Marjane Satrapi.
L’opera narra la vita dell’autrice, dall’infanzia trascorsa in Iran sino
all’età adulta; da un lato, Persepolis racconta soprattutto dell’Iran,
dell’evoluzione e dei mutamenti che tale Paese ha subìto in seguito alla
Rivoluzione Islamica, visti attraverso gli occhi prima di una bambina e
poi di una donna adulta; ma racconta anche dell’Europa, del mondo
“occidentale” osservato da un’adolescente costretta ad allontanarsi
dal proprio Paese e da una dittatura opprimente, soprattutto verso le
donne.
Persepolis offre un punto di vista differente rispetto a quello dei libri
di storia o delle cronache occidentali, a proposito del periodo della
rivoluzione o di quello immediatamente successivo del conflitto Iran-
Iraq; un punto di vista interno al Paese, vicino nel tempo e nello spazio
a quegli avvenimenti, spesso triste protagonista.
In Italia Persepolis è stato pubblicato per la prima volta da Edizioni
Lizard in 4 volumi, usciti tra il 2002 e il 2003 e presto esauriti.
Il fumetto
Marjane Satrapi
Il cinemaPersepolis sbarca sul grande schermo nel 2007. Dopo non poche critiche dal governo Iraniano viene candidato all’Oscar
e premiato dalla giura del Festival di Cannes.
Trama
Non troviamo molte differenze tra il fumetto e il film, le tecniche e le vicende narrate sono simili, per non dire uguali.
Il film si apre con una Marjane matura che, all’aeroporto, dopo aver indossato il velo, si scopre incapace di imbarcare sul
volo per Teheran. Il motivo di tale disagio si rivela, tra una sigaretta e l’altra, quando inizia un flashback che ripercorre la sua
vita.
Marjane è un’allegra ed energica bambina che cresce sotto la dittatura dello Scià. I suoi genitori sono di educazione citta-
dina borghese ed auspicano la democrazia con la fine del dominio dello Scià.
Alla caduta dello Scià, suo zio, proveniente da un gruppo comunista delle provincie dell’Azerbaijan, viene liberato dalla
prigione, insieme ad altri prigionieri politici. Marjane trova i racconti dello zio affascinanti ed avventurosi, egli racconta la
sua storia e come abbia combattuto per il trionfo del proletariato, scappando perfino in Unione Sovietica per sfuggire alle
persecuzioni e studiando a Mosca.
Tuttavia, la Rivoluzione islamica diventa sempre più dura e rigida e, come tutte le altre persone simpatizzanti per il comuni-
smo, viene di nuovo arrestato e condannato a morte.
Quando scoppia la lunga guerra (Iran-Iraq) i genitori di Marjane cominciano a temere per la sua sicurezza e per il suo be-
nessere in quanto il controllo sui costumi diventa sempre più rigido e Marjane non riesce a contenere la sua ribellione.
Marjane viene mandata al Liceo francese di Vienna grazie all’aiuto di un’amica della mamma. La teenager iraniana però
non si adatta bene in Austria, l’amica della madre la ricovera in un’altra casa e Marjane sente sempre più la solitudine. Qui
incontra anche un ragazzo con cui scopre l’amore, ma la relazione non ha successo e Marjane subisce una delusione tan-
to forte da metterla in una crisi così profonda da spingerla ad una vita da barbona e a dormire per le strade di Vienna.
Qui rischia la vita anche a causa di un caso grave di bronchite che la porta al ricovero in ospedale.
Dopo chiede ai suoi parenti di ritornare in Iran, senza che essi le
pongano però alcuna domanda.
Tornata nella sua terra natale Marjane si deprime nel vedere la
situazione in cui versano la sua famiglia e i suoi amici soggetti ad
un regime sempre più duro e repressivo, severissimo soprattut-
to sui costumi. Alla fine Marjane emigra a Parigi, lasciando la sua
famiglia.
La trasposizione delle vignette in bianco e nero del fumetto, che
devono proprio alla loro semplicità la capacità di commuovere e
di mettere in luce, attraverso lo sguardo di un bambino, l’assurdità
e la cruenza di un regime religioso, è perfettamente riuscita.
Non disturba affatto che nella trasposizione cinematografica non
tutti gli episodi delle 350 pagine di un lavoro tanto denso siano
stati ripresi fedelmente, né che qualcosa, soprattutto del quarto
ed ultimo volume, sia stato del tutto eliminato. Il film non risulta mai
confuso o incomprensibile, nemmeno ad un pubblico che non
conosca già i libri. Anche nelle animazioni la Satrapi ci conduce
in un Iran che in pubblico è in gran parte apparenza e che svela la
propria anima solo nella vita privata..
C’è un continuo rimescolarsi di emozioni. Non si fa in tempo a
distendersi, osservando le simpatiche figure sullo schermo, che
subito urlano le sirene degli allarmi, irrompono le guardie religio-
se e dei personaggi a cui ci eravamo affezionati muoiono. Morte,
guerra, persecuzioni fanno da sfondo alle varie vicende.
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