Al Sindaco del Comune di Veggiano
Dott.ssa Anna Lazzarin
Via Roma, 32
35030 Veggiano
Veggiano, 28 novembre 2012
Egr. Sig. Sindaco,
nel presente documento si evidenziano alcuni aspetti che vengono considerati critici in merito alla
costruzione della “Ciclovia del fiume Bacchiglione da Veggiano a Codevigo”, inserita nell’elenco
degli interventi ammessi al finanziamento previsto dal Programma Operativo Regionale parte FESR
2007-2013 Asse 4, Linea d'intervento 4.3, Azione 4.3.1 “Realizzazione di piste ciclabili in aree di
pregio ambientale e in ambito urbano”.
Premessa
Premesso che il potenziamento dell’utilizzo di mezzi di trasporto a basso impatto ambientale è e
resta un’importante priorità, congiuntamente all’incentivo di forme di turismo maggiormente
rispettose dell’ambiente e del territorio, è doveroso sottolineare come sia necessario valutare
attentamente le modalità con cui si intende procedere in tale direzione: si rischia infatti,
intraprendendo interventi di varia natura atti a potenziare quanto descritto, di procedere in direzione
contraria, andando a creare un impatto negativo su ambiente e territorio. In tal senso, la costruzione
di piste ciclabili rappresenta un importante intervento atto a disincentivare l’utilizzo di mezzi a
motore per piccoli spostamenti e garantire al contempo la sicurezza dei ciclisti, tuttavia quando si
tratta di opere considerevoli come quella in oggetto, emergono alcune evidenti contraddizioni.
Riteniamo infatti che opere siffatte, andando spesso a svilupparsi in aree rurali fino ad ora
interessate da interventi urbanistici contenuti, vadano a costituire un impatto ambientale importante:
i lavori di costruzione, la cementificazione, il passaggio frequente di persone e mezzi, con relative
conseguenze, andrebbero a costituire elementi di disturbo per l’ecosistema. L’espressione
valorizzazione ambientale, tanto abusata in tali contesti, risulta quanto mai fuori luogo.
Pavimentazione del percorso
Dalle descrizioni del progetto si evince come si intenda utilizzare principalmente asfalto come
materiale per pavimentare il percorso. Riteniamo questa scelta inopportuna: da un punto di vista
puramente estetico, risulta di certo il materiale meno indicato per armonizzarsi nel contesto del
paesaggio rurale, per quanto possano essere usate “varianti” ritenute migliori come indicato nella
descrizione del progetto. La conseguente impermeabilizzazione del terreno all’uso dell’asfalto
potrebbe portare a fenomeni di erosione del suolo, particolarmente problematici laddove la pista
corra sulla sommità arginale. Inoltre essendo un materiale anossico comporta di fatto la morte di
molti microrganismi presenti nel terreno e fondamentali per mantenere le normali funzionalità del
suolo. E’ fuori luogo utilizzare questo materiale per “valorizzare” l’ambiente, risultando molto più
idoneo ad esempio un fondo di ghiaia o in terra battuta. Si noti inoltre che le macchine agricole,
citate nel documento, utilizzano abitualmente carrarecce in terra battuta o ghiaia senza alcun
problema.
Utilizzo del suolo
La nostra Regione ha conosciuto una cementificazione spesso selvaggia negli ultimi decenni, e una
considerevole superficie di terreno agrario classificato come di categoria 1, cioè la migliore in
assoluto, si rileva ormai irrimediabilmente persa (si veda ad esempio
http://www.ilsuolominacciato.it/film.html). Sarebbe da evitare ogni opera che sottragga anche
minime superfici di terreno se non strettamente necessario. La costruzione di una pista asfaltata
comporterebbe quindi un’ulteriore, non giustificabile, perdita di prezioso suolo agrario.
Tracciato del percorso
Il percorso ipotizzato non sfrutta al meglio tratti già presenti (strade sterrate, già asfaltate o simili),
impedendo di risparmiare suolo e/o denaro. Inoltre alcuni tratti sono previsti in area golenale, dove
tali manufatti sono particolarmente esposti all’azione di piene eccezionali, come peraltro risultato
palese nel novembre 2010: in tale occasione tratti di pista ciclabile in area golenale a Trambacche
sono stati letteralmente spazzati via dall’acqua. Ipotizziamo alcune varianti (in rosso) in Figura 1
(alternativa al passaggio sulla sommità arginale in loc. S. Maria) e in Figura 2 (alternative per loc.
Trambacche)
Figura 1
Figura 2
Si sottolinea inoltre la perplessità di operare sulla sommità arginale: il rimestamento del terreno
conseguente all’opera di costruzione potrebbe destabilizzare l’argine, o abbassarlo, aumentando il
rischio di NUOVE ALLUVIONI in un territorio già provato da un forte rischio idraulico.
Si sottolinea inoltre come alcuni tratti della pista attraversino zone in cui è consentita la caccia. Il
rischio di ferimento o peggio uccisione accidentale di persone in transito in tali aree è reale, e non
accettabile. Pertanto o si ipotizza un percorso alternativo, oppure deve essere vietata la caccia nelle
aree interessate.
Altre osservazioni
La costruzione della pista porterebbe un significativo flusso di persone in aree generalmente non
interessate in precedenza da tale fenomeno. Ciò costituisce una fonte di disturbo per tutti gli animali
presenti nell’area. Inoltre non è da escludere purtroppo il verificarsi di fenomeni di inciviltà da
parete di alcuni, come l’abbandono di rifiuti o il passaggio con mezzi non consentiti (ad esempio
ciclomotori).
Resta inoltre da sottolineare come l’opera, coi suoi cospicui finanziamenti, rappresenti un
appetibile “bottino”: giri di appalti truccati (come riportato nel Mattino di Padova, 8 marzo 2012),
sono già stati denunciati nel caso del completamento della pista dei Colli Euganei. Il timore che
speculazioni e strumentalizzazioni possano infiltrarsi dietro la realizzazione dell’opera sono
pertanto concreti.
Chiediamo un Vostro intervento per scongiurare interventi massivi e porre rimedio alle
situazioni descritte.
Ringraziamo per l’attenzione e porgiamo distinti saluti.
Andrea Bertarello, via Borgo 15/a, 35030 Veggiano
Michele Favaron, via Borgo 8, 35030 Veggiano
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