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U N I V E R S I T À D E G L I S T U D I D I B O L O G N A
C O R S O D I O R G A N I Z Z A Z I O N E A Z I E N D A L E
F E D E R I C O C A N E L L A
Organizzazione dei processi produttivi
L’organizzazione del cuore produttivo: core tecnology
Federico Canella - Università di Bologna
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Tecnologia: processi, tecniche, macchinari e azioni utilizzati per trasformare gli input In output ed è legata al concetto di mission.
Attorno ai processi di core tecnology viene costruito tutto il resto della struttura organizzativa.
L’organizzazione è si influenzata da strategia e ambiente esterno (già parlato) ma anche dal suo cuore produttivo interno.
Tecnologia ausiliaria: processo importante ma non correlato alla sua mission fondamentale.
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Joan Woodward
Federico Canella - Università di Bologna
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Anni 50, essex, analisi su 100 aziende manifatturiere, alla ricerca del modo migliore. Furono analizzati dati relativi a: Manager (ampiezza del controllo, delega e numero livelli ger.) Stile di gestione (comunicazioni scritte, utilizzo incentivi) Tipo di processo produttivo (complessità tecnica ovvero il
grado di meccanizzazione 1..10) Dati di fatturato per misurare il successo commerciale
Complessità tecnica
Federico Canella - Università di Bologna
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Produzione a piccoli lotti e unitaria: produzione su commessa, ordini di piccole dimensioni, soddifacimento necessità specifiche (prodotti di lusso, difesa/spazio, navi e grandi appalti)
Produzione a grandi lotti o di massa: lunghi cicli produttivi di parti standardizzate. (I prodotti per I consumatori: elettronica, auto, industria alimentare..)
Produzione a processo continuo: Non esiste un inizio e una fine del processo, completa automazione e risultati prevedibili. (impianti chimici, raffinerie, farmaceutiche..)
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Correlazioni
Federico Canella - Università di Bologna
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Lotti di massa continuo
3 4 6 23 48 15 9:1 4:1 1:1 basso medio alto alto basso alto bassa alta bassa bassa alta bassa alto basso alto basso alto basso organica meccanica organica
!
Numero dei livelli di management Span of control dei supervisori Rapporto lavoro diretto/indiretto Rapporto manager/totale del personale Livello di competenze dei dipendenti Formalizzazione delle procedure Centralizzazione Ammontare di comunicazione verbale
Ammontare di comunicazione scritta Struttura generale
Federico Canella - Università di Bologna
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Si è riscontrato che il successo commerciale si verificava nei casi di coerenza tra caratteristiche strutturali e tipo di tecnologia.
Trasformazioni organizzative: Printronix-stampanti Ambiente: Clienti passarano da utilizzo di minicomputer a pc e
server, bisogno di prodotti specifici. Printronix si trasformò da produttore di massa a produttore di
lotti – strategia di Differenziazione Riproggettazione prodotti, raddoppiò budget ReS Assemblaggio riorganizzato in piccoli gruppi di lavoratori Addestramento personale, abituato alla linea di montaggio Assunzione nuovi ingegneri Outsourcing
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L’evoluzione dei processi produttivi
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L’alta competizione ha fatto un po spostare la strategia verso I piccoli lotti.
La tecnologia è evoluta grazie ai computer, I robot, I software, il wirless I sistemi di identificazioni a rodio frequenze (RFID).
La tecnologia ha permesso grande automatizzazione anche nella personalizzazione e I tecnici si dedicano al cotrollo di processo.
Evoluzioni Produzione flessibile Produzione snella
Produzione flessibile
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Flaxible manufactoring system: mette in rete componenti della produzione che
operavano precedentemente in maniera isolata (software di progettazione, robot, computer, logistica)
Ampia la gamma degli output del medesimo impianto
Produce più rapidamente Produce su ordinazione Produce a costi contenuti
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Innovazioni tecnologiche
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CAD (computer aided design). Software utilizzati nella fase di disegno, progettazione e ingegnerizzazione.
CAM (computer aided manufacturing). Macchine programmabili a controllo computerizzato per la produzione e l’assemblaggio. Attraverso la riprogrammazione la macchina può passare a produrre una vasta gamma di prodotti.
Sistema informativo integrato (ERP): collega tutti gli aspetti dell’azienda (contabilità, acquisti, marketing, controllo scorte..).
Federico Canella - Università di Bologna
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La fabbriche di auto oggi possono arrivare a sfornare migliaia di veicoli con grande flessibilità (stabilimento polacco della Fiat produce 600.000 auto all’anno).
L’impiano Honda in hoio sembra poter passare dalla produzione della Civic al Suv CR-V in 5 minuti sostituendo le braccia sui robot.
Product life cycle management (PLM): Memorizza dati su idee di prodotto provenienti da più parti
dell’impresa Collega la progettazione a tutti I reparti (e fornitori esterni) nello
sviluppo del nuovo prodotto Fornisce immagini tridimensionali delle componenti Utilizzato dalla Boeing per lo sviluppo del nuovo 787
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Lean productino (produzione snella)
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Prevede l’utilizzo di personale specializzato in ogni stadio del processo produttivo, approccio scrupoloso ai dettagli per la riduzione degli sprechi, risolvere I problemi e migliorare la qualità.
Hirotshi Hirata (matsushita Electric Company, Giappone): “in passato erano necessari 2,5 gg per ottenere il primo prodotto finito da un nuovo ciclo di lavorazione, ora solo 40 minuti”
Toyota: integra tecniche di just-in-time, PLM, miglioramento continuo, manutenzione preventiva…
Personalizzazione di massa
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Personalizzazione di massa (mass costumatization): tecniche proprie della produzione di massa per realizzare rapitdamente e a costi ragionevoli bene pensati per le esigenze del singolo cliente/nicchia.
2 variabili: flessibilità del prodotto e dimensioni del lotto. Woodward si muoveva sulla diagonale (piccoli lotti, produzione di
massa, ciclo continuo) La lean production si muove in orizzontale (piccoli lotti, prduzione
flessibile, presonalizzazione di massa). Vantaggi:
Utilizzo più efficiente macchinari (versatili, BEP) Aumenta la produttività dei dipendenti Diminuzione scarti Crescita varità prodotti e soddisfazione clienti.
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Impatti organizzativi
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La sola tecnologia non può garantire questi vantaggi da sola, occorre che le strutture organizzative e I processi di gestione siano adeguati, altrimenti la tecnologia diventa una zavorra.
Impatti organizzativi degli sistemi manufatturieri flessibili
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Produzione di massa FMS Struttura: Ampiezza del controllo gerarchico Livelli gerarchici Compiti Specializzazione Processo decisionale Ambiente generale
Risorse umane: Interazioni Formazione Competenze
Relazioni interorganizzative: Domanda da parte dei clienti Fornitori
!!
Ampio;
Molti; Routinari, ripetitivi; Alta; Centralizzato; Burocratico, meccanico
Limitato;
Pochi; Adattabili, artigianali; Bassa; Decentralizzato; Auto-regolamento, organico
Autonomia; Specifica, isolata; Manuali, tecniche
Lavoro di gruppo; Ampia, frequente; Cognitive, sociali, capacità di risoluzione dei problemi
Stabile; Molti, rapporti distaccati Mutevole;
Pochi, rapporti stretti
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Il settore dei servizi
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Le aziende manifatturire raggiungono il loro scopo attraverso la realizzazione di prodotti
Le aziende di servizi conseguolo il loro scopo con l’erogazione di un servizi (istruzione, cura sanitaria, trasporto, servizi bancari, alberghieri, consulenze..)
Le aziende tendenzialmente offrono mix di prodotti e servizi (distributori benzina, ristoranti, produttori che enfatizzano il servizio al cliente…). Allora si preferisce collocarle in un punto di un continum.
Servizi vs prodotti
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Tecnologie per i servizi .Prodotto intangibile .La produzione e il consumo avvengono simultaneamente
.Labor e knowledge intensive
.Interazione con il cliente generalmente alta
.Elevata importanza dell’elemento umano .La qualità è percepita e difficile da misurare .È generalmente necessario un rapido tempo di risposta .Il luogo di erogazione è estremamente importante
Tecnologie manifatturiere . Prodotto tangibile .I prodotti possono essere immagazzinati per un consumo successivo .Capital intensive
.Scarsa interazione con il cliente .L'elemento umano può essere meno importante
.La qualità è misurata direttamente .Sono accettabili tempi di risposta più lunghi .Il luogo di produzione è moderatamente importante
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Progettazione organizzativa delle aziende di servizi
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I dipendenti del nucleo tecnico devono essere vicini ai clienti. Pertanto si creano queste differenze
Pochi ruoli di confine separati Elevata dispersione geografica che permette inferiori economie di
scala Processo decisionale decentrato Formalizzazione minore Competenza risorse umane maggiore (degli operativi) Competenze enfatizzate: interpersonali oltre che tecniche
Home dopot (bricocenter) Autogril e l’upsail
Tecnologia ausiliaria a livello di unità
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Charl Perrow 2003 specificò 2 dimensioni Numero di eccezioni nel lavoro (eventi inattesi e nuovi) e
Varietà del compito (possibilità che I processi siano portati a termine nello stesso modo)
Analizzabilità delle attività di lavoro: se lo è il lavoro può essere ridotto a singoli passi meccanici, si possono fare procedure, calcoli… In caso contrario il dipendente deve affidarsi alla propria esperienza e buon senso. Ad es un accordatore di pianoforti della Steinway e Sons utilizza una tecnologia non analizzabile (il proprio orecchio).
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I 4 estremi (1 e 2)
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Tecnologie rutinarie (bassa varietà e alta analizzabilità): utilizzo procedure su dati oggettivi e colcoli. Compiti formalizzati e standard. Es gli sportelli bancari, la catena di montaggio automobili.
Tecnologie aritigianali (bassa analizzabilità e bassa varietà): il processo non è pienamente compreso, ma è abbastanza stabile. Serve formazione, intuizione, buonsenso ed esperienza. I modellisti delle aziende di abbigliramento che trasformano I disegni degli stilisti in abiti – gli autori che trasformano le idee di puntata del dr house in intrecci e dialoghi.
I 4 estremi (3 e 4)
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Tecnologie ingegneristiche: grande varietà e alta analizzabilità. Sono complesse ma regolare possono essere pertanto gestite con architetture organizzative complesse. I dipendenti devono avere profonde conoscenze tecniche. Compiti di contabilità e ingegnerizzazione.
Tecnologie non rutinarie. Bassa analizzabilità e alta varietà: Lo sforzo va sull’analisi dei problemi e la scelta tra numerose soluzioni apparentemente buone. Serve esperienza e conoscenza tecnica. Queste attività sono la pianificazione strategica o la ricerca di base o le aziende biotecnologiche.
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Progettazione delle unità organizzative (personale)
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Formalizzazione: alta per la tecnologia rutinaria, che prevede la pacellizzaizone del lavoro. Bassa per funzioni non rutinarie e ad elevata varietà.
Decentramento: possibile l’accentramento per le tecnologie rutinarie. Minore per le unità ingegneristiche, che acquisiscono potere e autorevolezza. Idem per le unità aritgianali, esperienza e intuito hanno un peso. Ancora maggiore nelle funzioni non rutinarie.
Livello di competenze: per il rutinario non è necessario un livello troppo elevato. Per le funzioni con maggiore varietà servono competenze tecniche (scuole professionali o università tecniche), per quelle artigianali serve esperienza e intuito. Le attività non rutinarie richiedono entrambe I tipi di formazione.
Integrazione
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Ampiezza del controllo: n° dip che rispondono al singolo manager. Se è lasciata poca autonomia all’operativo, serve un minore span nelle attività complesse, perchè I supervisori saranno contattati spesso.
Comunicazione : aumenta all’aumentare della varietà. Problemi frequenti potrebbero richiedere scambi di informazioni con altre unità. Comunicazioni formali e scritte in ambienti analizzabili, più di persona, in riunione ed esperienziali per I compiti non analizzabili.
Coordinamento: gerarchia verticale per compiti rutinari e orizzontali per non rutinari
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Le interdipendenze
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Il concetto di interdipendenza esprime la misura in cui le unità dipendono le une dalle altre per risorse o materiali al fine di svolgere I propri compiti. Se bassa le unità possono svolgere I lavori in maniera
indipendente con poca necessità di interagire Altrimente devono interagire e scambiare risorse in maniera
crescente al crescere dell’interdipendenza
James Thompson 1967
I tipi di interdipendenza
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Generica: forma più bassa. Ogni unità è parte dell’organizzazione e contribuisce al bene comune ma lavora in modo indipendente. Es filiali delle banche e ristoranti Mc donald (divisioni). Il
successo di ogni divisione contribuisce al successo comune. Tipica delle tecnologie di mediazione (la UO fornisce prodotti o servizi che mediano o stabiliscono un collegamento con I clienti dell’ambiente esterno, il che permette di lavorare in maniera indipendente).
I manager devono utilizzare medesimi procedure standard decise dall’alto e medesimi report finanziari, per portare ad un bilancio totale.
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Interdipendenza sequenziale
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Interdipendenza di tipo seriale. Gli output di una UO sono gli input dell’altra UO. Es linea di assemblaggio automobile, cantiere navale. Gestire una interdipendenza sequenziale richiede + coordinamento: pianificazione, programmazione (A deve sapere che input vuole B), colloquio diretto per la neccessità di gestire eccezioni.
Sono necessari maggiori integrazioni orizzontali, se le UO sono al medesimo livello gerarchico funzionale.
Reciproca
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L’output della UO A è input della UO B e viceversa. Le UO si influenzano in maniera reciproca. E’ la più complessa.
Tipica delle tecnologie intensive, dove vengono offerti ai clienti una varietà di prodotti e servizi in combinazione tra loro.
Sviluppo di un nuovo prodotto (UO mkt, UO prod, UO design, UO vendite devono coordinanrsi per il lancio del prodotto).
Ospedali: trasferimento malati da un reparto all’altro Occorre uno stretto coordinamento.
Piani e programmi, interazione giornaliera e adattamento reciproco. Lavori di squadra, incontri faccia a faccia. Ubicazione vicina, o resa vicina con la telematica. Adozione di trumenti di collegamento orizzontale. Verticalmente sarebbe opportuno rispondessero al medesimo direttore.
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La squadre sportive
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Baseball: bassa interdipendenza, la buona performance individuale contribuisce al bene comune. Il coach deve principalmente scegliere I buoni giocatori.
Nel footbal americano l’interdipendenza è sequenziale: la UO prima linea blocca gli avversari e I running back possono giocare o passare. Occorrono piani di gioco coordinati.
Nel basket l’interdipendenza è reciproca. Suddivisione del lavoro meno precisa. La palla viene smistata continuamente. Il coach deve influire sul flusso di gioco e I giocatori devono adattarsi al flusso di gioco gli uni agli altri in base a come si sviluppano gli eventi.
La progettazione della mansione
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Job design: assegnazioni di obiettivi e compiti che devono essere realizzati dai dipendenti. La tecnologia influenza la job design, in alcuni casi sostituisce la
persona. Robot – operai, casse automatiche prima, l’home banking ora – cassiere…
La produzione di massa ha semplificato il lavoro: lavori noiosi e ripetitivi – poca soddisfazione.
Attraverso la job rotation si può diminuire la ripetitività e aumentare l’apprendimento
Le tecnologie più avanzate di personalizzazione di massa chiedono delle manisioni più ricche (job enrichment/enlargment), maggior responsabilità, riconoscimento e possibilità di innovazione.
In banca ci sono meno cassieri e più asset manager.
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I vantagggi sulla mansione della lean production e delle tecnologie sono molteplici: Maggiori opportunità per sviluppare capacità intellettuali Potenziamento abilità cognitive, apprendimento, crescita Maggiori responsabiltà sui risultati Maggiore interdipendenza che porta ad una maggiore
interazione e capacità di lavoro in squadra.
Sistemi socio-tecnici
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Questo approccio riconosce l’importanza delle esigenze tecniche e delle persone nella formulazione della job design.
Obiettivo della ottimizzazione congiunta Sistema sociale
Comportamenti individuali e di gruppo Cultura organizzativa Prassi di gestione Stile di leadership Grado di apertura e di comunicazione Bisogni e desideri individuali
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Conclusione
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31 Sistema tecnico
Tipo di tecnologia produttiva Livello di interdipendenza Contesto fisico di lavoro Complessità del processo Natura delle materie prime Pressione del fattore tempo
Esempio della videosorveglianza In alcuni casi ridurre l’efficienza porta il vantaggio di
Prestazioni individuali Sicurezza Qualità Meno Torunover Meno assenteismo
La complessità tecnologica crescente pone le aziende di fronte a scelte che vanno prese tenendo in considerazione anche il fattore umano.
CASO ACETATI
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La produzione del reparto Acetati consisteva in circa venti diversi tipi di liquidi viscosi acetati, utilizzati da un altro reparto per produrre pellicole trasparenti da chiarificare o da rivestire con emulsioni fotografiche od ossido di ferro.
Prima del cambiamento, il reparto era situato in un vecchio edificio di quattro piani, come mostrato in Figura
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La struttura produttiva
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Uffici e laboratorio test
Piano lavorazioni
Vasche di miscelazione e di stoccaggio
Magazzino del materiale
Asc
enso
re
30 metri
Stoccaggio solvente
Le persone
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Per realizzare tale lavoro, il Reparto era strutturato come mostrato in Figura.
Gli Aiutanti, di solito, erano giovani uomini tra i 18 e i 25 anni, i Miscelatori avevano tra i 25 e i 40 anni, i Capi Gruppo e i Capi Squadra tra i 40 e i 60 anni. I Capi Squadra ricevevano un salario, mentre i Capi Gruppo, i Miscelatori e gli Aiutanti erano pagati a ore.
Per produrre oltre 9.000 tonnellate l’anno, il Reparto operava 24 ore al giorno, 7 giorni a settimana. Quattro squadre si avvicendavano nei turni, per esempio: il Capo Turno A, i suoi due Capi Gruppo e le squadre lavoravano due settimane al turno di giorno dalle 8 alle 16, quindi due settimane al turno serale dalle 16 a mezzanotte e, infine, due settimane al turno di notte da mezzanotte alle 8. Vi erano due giorni di riposo tra i cambiamenti di turno.
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Il lavoro
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Durante un turno tipico, il Capo Gruppo e la sua squadra completavano due o tre lotti, e un lotto era spesso iniziato in un turno e completato nel successivo. Nei turni serali e notturni vi erano minori quantità di lavoro, giacché non erano effettuate consegne, ma le squadre che coprivano questi turni erano un po’ più impegnate nelle pulizie. All’inizio di ogni turno, il Capo Turno forniva istruzioni ai due Capi Gruppo sullo stato dei lotti in lavorazione e dei lotti da miscelare, sulle consegne attese e sulle pulizie da compiere. Durante il turno, il Capo Turno raccoglieva periodicamente dei campioni in alcune bottiglie, che erano inviate ai tecnici del laboratorio per i test di rito.
Il management e lo staff dell’ufficio (Capo Reparto, Ingegnere di Staff, Tecnico di Laboratorio e Impiegato) lavoravano solo durante il turno di giorno, sebbene il Capo Turno potesse chiamarli in caso di emergenze nel corso degli altri turni.
L’organigramma
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Capo Reparto
Supervisore Turno A
Ingegnere di Staff
Impiegato Tecnico di Laboratorio
Capo Turno
2 Miscelatori
2 Aiutanti
Supervisore Turno C Supervisore Turno B Supervisore Turno D
Capo Turno
2 Miscelatori
2 Aiutanti
Capo Turno
2 Miscelatori
2 Aiutanti
Capo Turno
2 Miscelatori
2 Aiutanti
Capo Turno
2 Miscelatori
2 Aiutanti
Capo Turno
2 Miscelatori
2 Aiutanti
Capo Turno
2 Miscelatori
2 Aiutanti
Capo Turno
2 Miscelatori
2 Aiutanti
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Il clima aziendale
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Tutto sommato, il Reparto era un posto piacevole in cui lavorare. Il piano lavorazioni, infatti, era un po’ caldo, ma ben illuminato, calmo e pulito e, soprattutto durante i turni seriali e notturni, accadeva spesso che si ridesse e si scherzasse tra un carico e l’altro del lotto.
Gli uomini avevano un bersaglio per le freccette nell’area di lavoro e la competizione era fortemente sentita; le squadre inoltre andavo spesso a giocare a bowling appena terminato il turno, anche all’una del mattino, poiché le sale erano aperte 24 ore al giorno.
Il turnover e l’assenteismo erano bassi e molti impiegati trascorrevano l’intera carriera con l’azienda, alcuni in un unico reparto. L’azienda era grande, paternalistica, con eccellenti stipendi e offriva delle indennità accessorie che includevano bonus rilevanti e praticamente automatici per tutti. Poi arrivò il cambiamento. …
La rivoluzione
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Il nuovo sistema comprende quanto segue: per migliorare la produttività, il Reparto Acetati fu completamente riprogettato; la tecnologia cambiò dal metodo per “lotti” a quello a processo continuo. L’edificio fu mantenuto, ma sostanzialmente modificato al suo interno, come mostrato in Figura 7.17.
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La nuova organizzazione
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Bidone Bidone
Stoccaggio solvente
Area immagazzinamento
Asc
enso
re
Laboratorio Pannello
di controllo
Pannello di
controllo Uffici
Serbatoi a processo continuo
Nuovo organigramma
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Richard L. Daft, Organizzazione aziendale, seconda edizione, Apogeo, 2004.
Capo Reparto
Supervisore Turno A
Ingegnere di Staff
Impiegato Tecnico di Laboratorio
2 Capo Turno 1 Miscelatori 1 Aiutante
Supervisore Turno C Supervisore Turno B Supervisore Turno D
2.Capo Turno 1 Miscelatore
1 Aiutante
2 Capo Turno 1 Miscelatore
1 Aiutante
2 Capo Turno 1 Miscelatore
1 Aiutante
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Il nuovo processo
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1.La maggior parte delle materie prime solide sono spedite tramite camion in grandi bidoni di alluminio da 230 chilogrammi.
2.Un Manipolatore (prima Aiutante) è sempre in servizio al primo piano, per ricevere le materie prime e scaricare i bidoni negli alimentatori semi–automatici.
3.Il Capo Operatore (l’ex Capo Gruppo) dirige le operazioni di miscelatura dal suo pannello di controllo al quarto piano, posizionato lungo un muro negli Uffici del Reparto. La miscelatura è, in effetti, un’operazione automatica una volta che il materiale solido è stato inviato all’alimentatore;
un programma apre e chiude le valvole necessarie ad aggiungere il solvente, a riscaldare, a miscelare, ecc. Seduto al tavolo davanti al suo pannello, il Capo Operatore controlla il processo per rilevare che tutto funzioni entro temperature e pressioni specifiche.
I nuovi risultati
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42 Questo cambiamento tecnico permise al Reparto di ridurre
grandemente la manodopera necessaria. Fu creata una nuova posizione, quella dell’operatore alla pompa che, situato in una “baracca” a circa 100 metri dall’edificio principale, azionava le pompe e le valvole che spostavano il prodotto finito tra i vari serbatoi di immagazzinamento.
Grazie al nuovo sistema, la capacità produttiva fu incrementata a più di 11.000 tonnellate l’anno e tutti gli addetti rimasti ricevettero un aumento retributivo del 15%. Il personale in eccedenza che non era stato spostato al Reparto Adesivi, era stato trasferito negli altri reparti dell’azienda. Nessuno fu licenziato.
Sfortunatamente, nei mesi successivi ai lavori di costruzione e di addestramento tecnico, la produzione reale scese decisamente rispetto alle capacità potenziali, e divenne quasi identica a quella che si otteneva con la vecchia tecnologia. L’assenteismo aumentò marcatamente, e parecchi errori commessi dagli operatori ebbero come risultato delle perdite sostanziali.
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