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Oceani d’amore
Tratto da: “When will peace come to earth?” Usa-Germania 1991
New Mexico, USA 8/9/91
Spero che tutti voi siate venuti a questo incontro per l’Amore di Dio.
Tutti vogliamo una vita felice e pacifica. Nessuno vuole una vita amara,
tutti la vogliono dolce. C’è qui qualcuno che vuole una vita amara? Una
vita pepata? No! Ognuno chiede che la propria vita sia dolce. Ciò
nonostante ai nostri giorni è molto amara, per nulla dolce. Questo è un
incontro spirituale. Per ogni maestro dello spirito l’obiettivo di queste
riunioni è quello di far sì che la gente sia felice. Cioè rendere la loro vita
dolce. Una vita dolce è una vita felice. La felicità è dolcezza. Quello è
l’obiettivo principale. Quando l’obiettivo è conosciuto, il passo seguente
è quello di chiedere come raggiungerlo. Qual è la Via? Con quale metodo
possiamo raggiungere una vita dolce? É vostro diritto chiedere ciò al
vostro maestro. Sento questa domanda venire dai vostri cuori ed ottengo
la risposta mediante il contatto con la mia “centrale spirituale”. Ci sono
dei quartieri generali spirituali sulla terra, così come ci sono i centri da
cui i satelliti vengono telecomandati, è un controllo a distanza. Ai
maestri dello Spirito è dato tutto ciò di cui necessitano spiritualmente. Il
nostro corpo fisico è sorretto dal nostro essere spirituale. Quando il
nostro corpo spirituale ci lascia, anche la struttura fisica decade, diventa
inutile, quindi la mettiamo nella bara e la sotterriamo. Allora qual è la via
per raddolcire la vita dell’umanità? La dolcezza viene dall’amore. Più
amore usate nella vostra vita, più questa sarà dolce. Se non ne usate, la
vostra vita sarà dura e grezza. Dura significa insipida e difficile. Sarà
come del legno, senza sapore. Chi non ha mai provato amore è come
legno secco. Quando l’amore giunge alla natura, la natura rinverdisce e si
colora. L’amore entra nei fiori, nei frutti. Quando in primavera l’amore
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arriva a loro, incominciano a sorridere. Quindi quando ricevono amore,
danno amore. Ecco perché gli uomini si immergono nel verde della
natura per assaporare i suoi colori e i suoi profumi. La natura dà amore
all’uomo e l’uomo lo dà alla natura. Entrambi prendono l’Amore dal loro
Creatore. Egli dà il suo Amore Divino alla natura che a sua volta lo dà a
voi che amate riceverlo. A voi che siete le creature più importanti. Siete
più importanti delle piante o dei cavalli, degli elefanti, degli orsi, dei
cani o delle volpi... Voi dovete rispettare l’Amore Divino più di ogni
altra creatura. Dovete dare amore a ciò che vi circonda. Ogni cosa
attorno a voi chiede il vostro amore. L’umanità è il rappresentante più
importante dell’Amore Celeste. Voi dovete essere fonti d’amore, o
sorgenti d’amore, o rubinetti d’amore, o fiumi d’amore, o mari d’amore o
Oceani d’Amore. Può una persona essere un oceano d’amore? Perché
no? Gesù Cristo (a.S.) portò Amore Divino. Molta gente ha parte di questo
amore ma non lo incrementa. L’amore per i demoni è predominante
oggigiorno. Gli eletti che giunsero dal cielo sono stati dimenticati
dall’uomo. Invece la gente corre dietro all’amore senza senso, a quello
transitorio, ad un amore a livello animale. L’amore bestiale ci porta
oscurità, tristezza, invidia, gelosia, brutte sensazioni, un livello infernale
per l’umanità. Dobbiamo migliorare e staccarci da quell’amore bestiale
raggiungendo il nobile ed elevato Amore Celeste che viene dalla
Presenza Divina. Puoi raggiungerlo? Allora il tuo amore sarà più dolce
del miele. Potresti stancarti se mangi un barattolo di miele. Diresti:
“Sono stufo di miele.” Se dico: “Mangiane ancora un barattolo!” Potresti
anche mangiarlo, ma se insisto: “Mangiane un terzo!” non vi troverai più
alcun gusto. Questo non è il tipo d’amore che chiediamo, non è di quelli
che quando ne assaggi una seconda volta o terza volta il suo gusto è già
svanito. Noi chiediamo un amore che dopo aver bevuto alla sua sponda
ne chiederai ancora, ancora, ancora e darà dolcezza alla tua vita. Un
sant’uomo disse ad Abu Yazîd al Bistâmi (Q.s.), il Sultano della Santità:
“Ho bevuto una coppa d’Amore Divino ed ho perso me stesso in essa.
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Niente più ha gusto per me. Sono ubriaco col sapore dell’amore di Allah
ed il suo sapore è infinito in me.” Il re dei Santi, udendo ciò disse:
“Anch’io bevo ma non ne ho mai abbastanza. Ne chiedo sempre di più, di
più, di più... Non è mai troppo e sono immerso nella dolcezza e
freschezza infinita del fiume dell’amore. Mi dà sempre più freschezza ed
il mio corpo ringiovanisce più fresco e più vivo. Non invecchio,
ringiovanisco. Non mi avvicino alla morte, mi rifiuto di morire. Il mio
corpo non accetta la morte. La morte mi sfugge. Essa rincorre la gente
che non ha provato il vero amore del Signore Onnipotente. Noi, che
l’abbiamo assaggiato e raggiunto la fonte, non moriamo mai.” Essi hanno
una vita eterna. Essi raggiungeranno Colui di cui sono innamorati. Allah
prepara un mondo speciale per loro, una vita privata. Là sarai come un
ombra tra la gente, mentre il tuo vero essere sarà in un mondo distinto e
privato tutto per te. Nessuno straniero vi potrà entrare. Non ci sono
partner in quel mondo d’amore. Tutto là ti darà vero amore e tutto
riceverà vero amore tramite il tuo. Sarai come una sorgente di puro
amore in quel mondo. Tutti i Profeti ci portano correnti d’amore, ma la
maggior parte degli uomini corrono via da loro. È la stessa storia oggi: la
gente s’allontana dai maestri, si allontana dalle correnti d’amore.
Corrono dietro a vite miserabili. Tutto attorno a voi può darvi amore per
un corto tempo, ma presto finisce e vi lascia come legno secco. Quindi la
missione di tutti i Santi, di tutti i Maestri Sufi è quella di trasmettere
quella corrente d’amore a chiunque la chiede. Se qualcuno mangia salato,
vorrà dell’acqua da bere. Amerà l’acqua. Se qualcuno vive nel deserto
chiederà acqua da bere. Se dorme e sogna, sognerà dell’acqua. Correrà da
una fonte all’altra per bere. Se sentiamo l’Amore Divino in noi
raggiungeremo la corrente dell’amore ed Egli vi farà dalla Presenza
Divina. La vostra vita sarà delle più dolci. Nessuna miseria terrena vi
toccherà o vi toglierà la gioia ed il piacere in cui sarete. Niente vi
distoglierà più dal vostro mondo. Questo è un mondo amaro. Solo
l’Amore Celeste, la vita e l’amore eterno vi daranno quel mondo amabile
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e privato senza intermediari, un mondo di piena gioia, un mondo
magnifico dove nulla vi nuocerà. Come fare a raggiungere quel mondo?
Vi chiedo di domandare in segreto ai fiori, agli alberi, alle piante dove
trovano l’amore che li rinverdisce. Vi parleranno e vi diranno: “Abbiamo
maestri che ci insufflano durante i mesi santi, nelle notti sante e durante
le ore sante sia di giorno che di notte. È un soffio Divino che ci fa
raggiungere tale dolcezza, un Amore Divino. Ogni fiore, ogni albero è
sveglio tutta la notte. Specialmente l’ultimo terzo della notte e voi invece
dormite. Il vostro corpo è stanco e siete come morti nel sonno. Così che
non aprite i vostri cuori a quel soffio sacro che giunge ogni notte. Siete
ubriachi. Siete stanchi. Siete sfiniti. Perciò l’Amore Divino non ha effetto
su di voi. Non vi raggiunge. Se veramente chiedete, questa è la risposta. È
l’amore di quel soffio che ci giunge dal cuore dei Maestri, inviatoci dalle
correnti dell’Amore Celeste tramite i loro cuori. È ciò che ci rende
amorevoli. L’India è un continente pieno di meraviglie. Ho sentito da
maestri che esiste un fiore laggiù che se lo trovate e lo portate con voi, la
gente si innamora di voi. Anche se avrete 80 o 90 anni la gente vi darà il
proprio amore se possedete quel fiore. Ma questo è in India. È molto
difficile coglierne uno perché terribili creature e cobra sono di guardia e
non vogliono che nessuno prenda quel fiore. I maestri che mi hanno detto
ciò mi hanno anche informato che se una persona è presente all’alba e si è
preparata per la Presenza Divina, quel Soffio Divino gli giungerà, lo
avvolgerà e lo ricoprirà con la corrente d’amore, così che chi lo guarderà
proverà amore per lui o per lei. Invece di rincorrere quel fiore, potrai
raggiungere la corrente d’amore. Se di notte farete come vi ho detto, i cuori
della gente saranno attratti dall’amore per voi. La vostra vita diverrà più
amabile, amabile ed amabile. Qual è la ragione della sofferenza? Qual è la
cura? Come fare ad ottenere la medicina? Penso sia chiaro. Provate! Molta
gente ha provato ed ha avuto i giusti risultati. Fintanto che date del vostro
tempo prezioso per venire qui ad ascoltare un maestro, con l’autorità a mia
disposizione do un po’ di quell’Amore Divino ai vostri cuori. Curatelo e
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non lasciatelo svanire. Curatelo come vi prendereste cura di una pianta
preziosa. Curate l’albero dell’amore e lasciatelo crescere così che vi copra,
nel mondo speciale delle correnti d’amore, qui e nell’aldilà. Inoltre, quella
corrente d’amore raggiungerà l’oceano dell’amore. Infiniti oceani d’amore.
Ci nuoterete e non vi farà annegare come gli oceani qui. No! Vi darà più
dolcezza, più gioia, più freschezza, più pace, più amore.
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L’unità oltre la dualità Egli è il tutto nel tutto.
C’è qualcuno che pensa che l’oceano sia solo ciò che appare sulla sua
superficie? Osservando le sue gradazioni di colore ed i suoi movimenti,
un occhio acuto può percepire indicazioni sulle insondabili profondità di
quell’oceano. La misericordia e la pietà Divina sono un oceano senza
limiti che fornisce un’infinita varietà di vedute a chi naviga sulla sua
superficie; ma il più grande stupore ed appagamento è serbato per quelle
“creature del mare” per le quali la misericordia Divina è divenuta il
proprio elemento. Il Signore ci chiama all’amore Divino con una
attrazione che è innata nei nostri cuori, ad un amore che può essere
compreso e riconosciuto come Divino da alcuni, mentre per altri è sentito
indirettamente come amore per le Sue creature o per il creato. Ad ogni
modo le redini del nostro cuore ci dirigono verso quegli Oceani di
Misericordia, così come il nostro corpo fisico è attratto dal mare quando
è gentile e calmo. Tramite la rivelazione dei testi sacri e grazie
all’esempio mostratoci dai Profeti e dai Santi, tutti gli esseri umani sono
in contatto con questi oceani. Per l’uomo in genere queste rivelazioni
sono come vascelli o manuali per la costruzione e la manutenzione delle
imbarcazioni che solcano i vasti mari, ma a coloro che sanno leggere tra
le righe una grande rivelazione appare: noi apparteniamo a quel mare, il
nostro posto, la nostra casa è nelle sue profondità, non sulla sua
superficie.
Il Sacro Corano è un eminente Scrittura senza ambiguità, colma di chiare
indicazioni per tutta l’umanità, ma contiene molto di più di ciò che può
vedere un occhio non allenato. La capacità di osservare nelle sue
profondità non è solo una questione di allenamento ma viene conferita
tramite la sincerità e la fede. Ci sono infiniti livelli di conoscenza e
saggezza nelle profondità del Sacro Corano ove è scritto: “Certamente
percorrerete stadio dopo stadio” ed il raggiungimento di ciascun livello
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concede grandi benefici non solo a chi l’ha raggiunto ma anche per tutti
quelli che gli stanno intorno, per tutta l’umanità e per tutta la creazione.
Si potrebbe chiedere: “Per quale motivo tutti questi significati nascosti?”
La comprensione di questi significati è la chiave per ottenere la loro
“essenza di saggezza” e questa essenza è un’inesauribile fonte, un elisir
di vita eterna. Possiamo riassumere l’essenza della saggezza che il nostro
Signore cerca di impartirci attraverso tutte le rivelazioni in una parola:
UNITA’. Il tema dominante del Sacro Corano è l’Unità e
l’Incomparabilità di Dio e la debolezza e la completa dipendenza da Lui
delle creature. Sottolineando così la Sua Onnipotenza e la nostra
debolezza ci ricorda l’affinità che abbiamo con tutte le creature, e ci
conferisce l’umile ma onorevole manto della servitù. Realizzando che
non sei meglio di nessun altro e che il tuo progresso può essere ottenuto
servendo Dio ed i Suoi servitori, avrai afferrato gli strumenti coi quali
frantumare il tuo idolo di vanità e il tuo egoismo. Avendo raggiunta
l’umiltà, le tribolazioni della vita fungeranno da propellente verso il tuo
scopo, poiché essi ci ricordano costantemente la nostra debolezza e
saranno accolte se non con ringraziamento, almeno con pazienza,
coscienti che ci stanno avvicinando sempre più all’Unità. Il nostro
viaggio verso quella meta in primo luogo ci distanzia dall’illusione della
molteplicità, velo impenetrabile per l’uomo comune. Quella è la visione
dell’infinita diversità dell’esistenza, apparentemente indipendente, di
miliardi di creature che lottano per migliorare la propria condizione ed
esercitare la propria volontà.
Lo stadio successivo è quello della realizzazione dell’Onnipotenza di Dio
e della propria debolezza: questa realizzazione ispira terrore di fronte alla
maestà e al potere di Allah (Jalâl) e uno sente se stesso essere un
umilissimo servo del Più Trascendente Signore. Oltre questo c’è lo stadio
di intimità (uns) nel quale la prossimità del Signore è percepita:
“Ed io sono più vicino all’uomo della sua vena giugulare.”
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( Corano 50, 16 )
In questo stadio si possono percepire i Suoi aspetti di amore e bellezza
(Jamâl). Ma lo scopo ultimo è oltre persino l’intimità del “Io e Te”,
l’Unità oltre la dualità, poiché Egli è il tutto nel tutto. Questo è il
significato di Lã ilâha ill’Allah: Non c’è alcun Dio all’infuori di Dio.
Fintanto che rimaniamo ancorati alla separatezza della nostra esistenza
fisica noi siamo lontani dal nostro scopo. Perché temiamo la morte?
Perché abbiamo paura di essere non esistenti, ed è per questo che anima e
corpo sono attaccati l’uno all’altra così tenacemente e questo rende
possibile a entrambi di vivere in questo mondo. Può darsi che dovremo
pagare un altro prezzo per vivere, ma tuttavia pazientiamo. Tutti i Profeti
di Dio ebbero la stessa missione: chiamare la gente ad un’esistenza
Divina nel Signore e ad uno stile di vita che conduce a perseguire quello
scopo. Che cosa implica un simile stile di vita? Una volta che l’idolo
dell’egoismo è scacciato, la realizzazione non viene più cercata nell’auto-
appagamento. L’enfasi si sposta verso la ricerca della Verità, della
purezza e della pace per avvicinarsi agli attributi divini nello spazio di
tempo che ci è stato concesso per prepararci a quella tanto sospirata
ri-unione. Ambizioni e desideri mondani vengono allora drasticamente
ridotti ed un decente livello di mantenimento necessario a sostenere un
semplice stile di vita rimpiazza uno sforzarsi vorace ed egoistico.
Persone ricche e potenti furono spesso in prima linea nell’opposizione
contro i Profeti poiché, mancando loro l’allenamento spirituale che possa
permettergli di trattare il potere e la ricchezza con distacco, essi videro il
loro potere e la loro ricchezza come l’essenza e l’affermazione della loro
esistenza. Così si opposero con veemenza ad ogni cambiamento dello
status quo. Persone povere e senza potere furono generalmente più
ricettive, perché non si sentirono spaventati dall’avvento di un nuovo
ordine orientato verso la spiritualità. Certamente anche essi ritenevano
che il denaro e il potere erano criteri dell’esistenza, ma pensarono: “Non
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abbiamo nulla e comunque non siamo nulla, quindi che cosa abbiamo da
perdere se andiamo ad ascoltare?” Così quando i Profeti li chiamarono al
Signore essi poterono facilmente rinunciare all’attaccamento e ai valori
terreni e dissero: “Abbiamo lasciato alle nostre spalle ogni cosa a parte
noi stessi”. E per quelli che realmente intesero quello che avevano detto,
tra i poveri che avevano rinunciato a poco e fra i ricchi che dovettero
lottare duramente per rinunciare ai valori mondani, l’essenza del
messaggio fu quindi impartita: “Ora, lasciate indietro voi stessi e
avvicinatevi all’Oceano dell’Unità”. Abu Yazîd al Bistâmi (Q.s.) (uno dei
più grandi Maestri della linea Khwajagân) si avvicinò alla Presenza
Divina e “bussò” alla porta. Gli fu chiesto: “Chi è là?” “Sono venuto, o
mio Signore” rispose Abu Yazîd. Gli fu detto: “Qui non c’è posto per
due, lascia il tuo ego dietro di te e vieni.” Quando una seconda volta Abu
Yazîd (Q.s.) avvicinò la Presenza Divina gli fu chiesto chi fosse, disse:
“Tu, o Signore.” Una volta fu chiesto ad Abu Yazîd (Q.s.) a proposito degli
atti di adorazione e di devozione di due differenti tipi: quelli indicati
dall’esempio del Profeta (S.a.s.) (Sunnat) e quelli resi obbligatori tramite
Rivelazione Divina (Fard) Egli disse: “Sunnat è l’abbandono del mondo
e fard è l’abbandono di tutto tranne Lui solo.” Tanta gente proclama di
seguire la Sûnnat ma i loro cuori sono pieni di amore per la mondanità.
Per quanto riguarda ciò che è obbligatorio, Abu Yasid (Q.s.) è penetrato nel
cuore dell’argomento, perché quell’abbandono totale è il fine verso il
quale tutti i mezzi (atti di adorazione) sono diretti. Obbligatorio, inoltre,
perché nel tempo della morte tutti dobbiamo lasciare ogni cosa all’infuori
di Lui, sia che siamo pronti oppure no. Il Signore ci invita ad entrare
negli Oceani di Unità mentre noi siamo ancora in questa vita, a
dissolverci come lo zucchero si dissolve nel tè. Quando lo zucchero si è
sciolto non puoi più dire: “Questo è lo zucchero e questo è il tè”. L’invito
del nostro Signore ad unirci nella Sua Unità ci è sempre offerto ed è
nostro destino soffrire fino a che non rispondiamo a quell’invito. Fino a
che ci attacchiamo alla nostra pretesa di autonomia dovremo anche
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sopportare il peso delle dure lezioni che questo mondo ha da offrirci, con
pianto e sofferenza. Lasciate andare e nulla vi recherà danno. Quando
‘Abd ul Qâder Jilâni (Q.s.) si rivolgeva ai suoi seguaci, la sua individualità
diveniva a volte completamente velata da un manto di Attributi Divini e
di Attributi Profetici. Quando era in simili stati il Divino si manifestava
attraverso di lui e la sua parola diventava fonte di timore e per chi non
avesse ancora raggiunto una stazione sufficientemente elevata, molto
disturbante e persino scioccante. La perfezione può essere compresa solo
da individui perfettamente completi, niente affatto da uomini non
rigenerati. Per quelli sulla via della Verità, essi comprendono la
perfezione in accordo con i loro rispettivi livelli di evoluzione ed i
seguaci di Abd ul Qader Jilani (Q.s.) non erano su di un livello tale da
poter ricevere da quelle emanazioni. Una volta stava tenendo un discorso
rivolto ai suoi discepoli dal pulpito di una moschea. Egli recitò un verso
del Sacro Corano e lo spiegò un po’. Poi disse: “Questa spiegazione
aiuterà ognuno dei presenti a capire questo verso, ciascuno ad un livello
(di comprensione) corrispondente alle proprie cognizioni, ma il suo
significato reale non è per voi. Non potete capire quello che sto dicendo.
C’è solo uno degli ascoltatori in grado di apprezzare i profondi significati
del discorso ed è nascosto dietro un pilastro ed è coperto da un velo. Le
mie parole sono state dirette a quella persona, non a voi, cercate di capire
questo e non pensate a voi stessi come ricettacoli adeguati ad ogni pezzo
di preziosa saggezza. Se voi sentite qualcosa da me che capite, allora
molto bene, fatene buon uso sulla vostra strada, ma se sentite qualcosa
che non capite, state attenti a non respingerlo. Quando succede questo,
semplicemente mantenetevi in pace e siate umili abbastanza da accettare
che possa essere stato diretto a qualcun altro dell’assemblea, qualcuno
che ha raggiunto un potenziale di comprensione superiore al vostro. Poi
continuò in un altro, ancora più profondo livello di significato di quel
verso del Corano e disse: “Ora, questo è oltre il livello anche di quella
persona dietro al pilastro”. Quando Jilani (Q.s.) ritornò in sé, i suoi
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discepoli lo informarono della natura dei suoi discorsi durante lo stato di
assenza da sé. Jilani (Q.s.) allora disse loro: “O figli miei, se è vero che io
dico cose contrarie alla Sharîah (legge divina) allora dovete colpirmi con
la vostra spada”. Ciò che Jilani (Q.s.) intendeva con “contrario” alla
Sharîah significava in effetti contrario alla vostra comprensione della
Sharîah; poiché le persone non sono tutte sullo stesso livello di
comprensione della Sharîah. Nel successivo incontro Jilani (Q.s.) disse
ancora cose appartenenti ai reami della conoscenza di Allah Onnipotente.
Allora in accordo con le istruzioni dello Sheikh i discepoli estrassero le
loro spade ed incominciarono a colpirlo, ma le loro spade passavano
attraverso la figura dello Sheikh così facilmente come se passassero
attraverso l’aria. Colpirono e colpirono ma era come se il suo corpo fosse
un miraggio. Quando Jilani (Q.s.) tornò a sé, i suoi discepoli gli dissero: “O
nostro Maestro, hai di nuovo detto di quelle parole.” “E voi cosa avete
fatto a riguardo?” “Come ci hai istruito, ti abbiamo colpito con le nostre
spade, ma esse passavano come attraverso aria fine.” “Allora non dovevo
più essere là. Non c’era più Jilâni da essere tagliato dalle vostre spade.
Jilâni era dissolto nell’Unità del Signore Allah l’Onnipotente. Era Lui
solo che vi parlava.” Certamente qualcuno solleverà delle obiezioni
dicendo che non c’è nessuna evidenza dalle Scritture del fatto che Allah
possa parlare attraverso un intermediario diverso da un Profeta (S.a.s.). Sia
il Corano che la Torah narrano che Allah parlò a Mosè (a.S.) attraverso un
cespuglio in fiamme, ed ogni credente accetta questo. Nella vostra
opinione, qual è il veicolo più nobile per la Luce Divina, il più nobile
strumento per la Saggezza Divina, il cespuglio o l’uomo? È l’uomo o il
cespuglio “la corona della creazione”? C’è terreno sul quale respingere
questo punto? Quando una persona raggiunge la stazione dell’Unità egli
lascia dietro di sé la sua propria esistenza, cosicché l’Unità Divina lo
sopraffà: potete vederlo come Jilâni ma non è più Jilâni (Q.s.). Siamo tutti
gravati dal peso del carico di questa vita e ci carichiamo di quel peso solo
perché non vogliamo sollevarcene. Alcune persone sciocche non sono
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soddisfatte di portare i loro pesi ma invidiano i pesi degli altri. Il risultato
è questo: fintanto che uno porta il peso del suo io molti altri lo
attaccheranno e sarà colpito da frecce e pugnali, ferito dalle spade
dell’invidia e dell’inimicizia. Raggiungere la porta dell’Unità con
l’Onnipotente è la sola via per essere liberato dalle sofferenze di questo
mondo e tutti i Profeti di Dio hanno insegnato metodi per raggiungere
questo scopo. Comunque, la resistenza nell’uomo è molto forte e,
generalmente, maggiore è la nostra fortuna mondana più difficile sarà
raggiungerlo. Questa è una delle principali ragioni per cui la legge Divina
rivelata attraverso i tempi ha richiesto al ricco di dare in carità al povero.
Oltre agli ovvi benefici di sollevare dalla povertà chi riceve e di
proteggere il donatore dall’invidia, dare in carità allena le persone
benestanti a rinunciare ad una parte della loro ricchezza e così purificarla
e purificarsi. E per questo che la parte dovuta ai poveri si chiama Zakât
(purificazione). Purificazione da cosa? Dal nostro attaccamento ad
un’esistenza separata. Sha’bân ar-Rai (Q.s.) era un semplice pastore ed
anche uno dei grandi Santi Sufi dell’inizio dell’era islamica. Visse nel
tempo in cui i quattro ben rinomati Imam delle scuole sunnite di
giurisprudenza erano impegnati a compilare i canoni delle loro rispettive
scuole. Uno di questi grandi dotti, Imam Shafi’i (Q.s.), considerava
Sha’bân ar-Rai (Q.s.) suo tutore spirituale.
Un altro dei quattro grandi Imam, Ahmed ibn Hâmbal (Q.s.), essendo
scettico di uno Sheikh così illetterato, decise di porgli una domanda
molto semplice per accertare il suo livello di conoscenza. Imam Shafi’i
(Q.s.) lo ammonì: “Stai attento a non pensare a lui come a un sempliciotto,
perché se gli domandi con questo preconcetto, capirà la tua intenzione
nascosta e ti svergognerà. Imam Ahmed (Q.s.) era comunque determinato a
proseguire il suo corso, e così gli domandò: “Qual è la quota di Zakât che
tutti i musulmani non indigenti devono pagare ai poveri?” “Di quale
Zakât stai chiedendo. La vostra Zakât o la nostra? Secondo la vostra
varietà di conoscenza o secondo la nostra via?” Sorpreso e sempre
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sospettoso di eresia, Imam Ahmed chiese: “Cosa? Pretenderesti dire che
vi sono due quote di Zakât nella Sharîah? Vorrei sapere quali sono e su
quali evidenze basi le tue affermazioni.” “Secondo la Sharîah come si
applica a te e a quelli che sono sulla tua via, è incombente sopra ogni
persona di dare ai poveri un quarantesimo del suo oro, argento, greggi e
merci. Secondo la Sharîah come si applica ai suoi schiavi, gli schiavi e
tutto ciò che possiedono appartengono al loro Padrone. Per cui, nella
nostra via, di ogni quarantesimo, quaranta sono per il nostro Signore e
niente è per noi”. Allora Imam Ahmed (Q.s.) gli chiese: “Su quale autorità
basi questo? Chi è il tuo Imam e qual è la tua catena di trasmissione
indietro fino al Profeta (S.a.s.)?” “Il nostro Imam è Abu Bakr as-Siddiq (R.a.)
(il primo Khalîfa dell’Islam): egli diede tutta la sua ricchezza per il suo
Signore.” Richiedendo così di rinunciare almeno ad un quarantesimo
della loro ricchezza ogni anno, viene dato agli uomini il via lungo il
cammino della rinuncia. E rinunciare al possesso anche di un piccolo
valore è una lotta per l’uomo, che è nato in questo mondo a pugni chiusi
ma dovrà lasciarlo a mani aperte. Nulla di ciò che potrà raccogliere dai
tesori di questo mondo lo renderà capace di risiedervi per sempre. Così,
aprite le vostre mani mentre sono ancora calde; questo è meglio per le
vostre anime, poiché la pratica di vivere a mani aperte vi preparerà a
vivere la vostra esistenza nella sublime Unità Divina. Questo è il più alto
livello di bene in questo mondo e l’Onnipotente promette una grande
ricompensa: “Sarà la ricompensa del bene altro che il Meglio?” Il
Signore Onnipotente accetterà la vostra esistenza e vi darà da Se stesso.
Questo è il significato di “Fana-fillah” (annichilimento in Dio) e “Baqa-
billah” (permanenza in Dio): la vera esistenza nell’oceano dell’unità di
Allah Onnipotente. Nessuno può anticipare quell’infinito piacere. Possa
Allah concedercelo. Ma ogni cosa ha il suo prezzo....
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L’importanza di allineare la propria volontà con quella del Signore.
Tratto da: Mercy Oceans Hidden Treasures. Damasco 1980-81
Il mio GrandSheikh (Q.s.) stava parlando di un punto molto importante
riguardo a Shaitân. Per quale ragione è stato espulso dalla Presenza
Divina? GrandSheikh (Q.s.) disse che Shaitân era un fedele servitore del
suo Signore. Lo adorava e lo rispettava da più di 2000 anni senza nessuna
disobbedienza, ma una volta, solo una volta, egli usò la sua volontà
contro la volontà del suo Signore. Mettere la propria volontà sopra la
Volontà Divina non era e non poteva essere un’azione corretta e fu la
sola ragione per cui fu bandito dalla Presenza Divina. Quando Allah creò
Adamo (a.S.), la Sua Volontà fu che tutti si prostrassero di fronte a lui in
segno di rispetto e così comandò a tutti di fare. Tutti obbedirono eccetto
Shaitân che disse: “No”. Il significato di questo era: “La mia volontà è
sopra la tua volontà, io non obbedisco ai tuoi ordini”. Questo rifiuto di
sottomettersi lo fece cadere nell’oscurità dell’esilio e quello fu l’inizio e
la fonte del peccato. GrandSheikh (Q.s.) dice che quando i figli di Adamo
(a.S.) pongono la propria volontà sopra la Volontà di Allah o del Profeta
(S.a.s.) attribuiscono segretamente partners ad Allah (Shirk Khafi,
politeismo nascosto) in modo non esplicito, ma interiore e quindi molto
pericoloso e causa di guai profondi. Nel nostro tempo in modo
particolare, l’uomo si aggrappa con forza alla sua volontà, richiedendo
che essa prevalga sopra tutto il resto. Troverai pochissime persone che
siano in accordo fra di loro, la maggioranza si attacca fermamente al
proprio volere individuale. Come potrebbero quindi essere d’accordo con
la Volontà del Signore o la Volontà del Profeta (S.a.s.) se non possono
nemmeno piegarsi ed accettarsi l’uno con l’altro? Questa è la fonte del
peccato ed è per questo che tutte le Tarîqat insegnano alla gente come
essi possano abbandonare la propria volontà di fronte ad una persona e
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dire: “Questo è il mio Sheikh, ho lasciato la mia volontà per la sua
volontà, così che questo possa essere un primo passo per poter imparare
ad essere un obbediente servitore di Allah e del suo Profeta (S.a.s.),
altrimenti non potrei nemmeno incominciare.” Ora Satana ed il suo
esercito stanno lottando contro gli Sheikh e le Tarîqat perché le Tarîqat
insegnano alla gente a lasciare la propria volontà di fronte ad Allah ed al
suo Profeta (S.a.s.). La Tarîqa intende educarci. Quando dico che lui è il
mio Sheikh per amore di Allah e del suo Profeta (S.a.s.), allora lo amo non
per questo mondo, ma veramente per Allah e per il suo Profeta (S.a.s.).
Stiamo parlando della volontà dei servitori, un argomento estremamente
importante che influenza la nostra vita e i nostri progressi presso la
Presenza Divina. Usare la nostra volontà come dovremmo significa
accordarla con i desideri del nostro Signore, se siamo capaci di ciò ci
renderemo accettabili nella Presenza Divina; se no, significherà infelicità
per noi, sconfitta ed oscurità, tutto ciò che discese sopra Shaitân perché
non poté fare ciò che il suo Signore desiderava da lui: prostrarsi di fronte
ad Adamo (a.S.). A causa di ciò, tutte le devozioni e gli atti di adorazione
da lui compiuti in 2000 anni furono resi vani e fu bandito. GrandSheikh
(Q.s.) insisteva sull’importanza di questo punto poiché le fondamenta in
tutte le religioni e di tutte le fedi sono basate su questo: se puoi agire in
accordo con la Volontà del tuo Signore, tu potrai migliorare fino al rango
dei Profeti e dei Santi, ti potrai avvicinare alla Presenza Divina e trovare
accoglienza; altrimenti stai segretamente attribuendo partners ad Allah e
diventi attaccato a questa terra come un aeroplano che vi è legato e non
può decollare. Chi non dà la giusta attenzione a questo sottile punto è nel
pericolo di dirigersi lungo la via di Shaitân. Questa è una base comune in
tutte le religioni, poiché Allah l’Onnipotente ha detto tramite i suoi
Profeti: “O mio popolo, se pretendete di essere Miei servitori, allora
mettete i vostri desideri in linea con i Miei, altrimenti non siete
servitori.” Allah l’Onnipotente disse ai figli di Israele tramite il Profeta
Gesù (a.S.): “Rendete testimonianza che Gesù Cristo (a.S.) è il mio Profeta
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presso di voi.” A loro questo non piacque e così caddero. Allah disse
loro: “Io non ho bisogno delle vostre adorazioni, tutto quello che voglio è
che vi sintonizziate con i Miei desideri.” Similmente, Allah disse
attraverso il suo Profeta Muhammad (S.a.s.): “O Cristiani venite e siate
d’accordo con Muhammad (S.a.s.).” Essi risposero: “No, a noi piace solo
Gesù Cristo (a.S.), è abbastanza per noi.” L’Onnipotente rispose : “La
vostra adorazione è inaccettabile fino a che i vostri desideri sono
differenti dai Miei.” Ognuno vuole che i suoi desideri siano soddisfatti.
Vero o no? Dobbiamo servire come piace a noi o come piace a Lui?
Dobbiamo accettare la parola del nostro Signore riguardo a Gesù Cristo
(a.S.), Mosè e gli altri Profeti. Adesso anche i Musulmani stanno correndo
dietro a tanti desideri e abbandonano la Via di Muhammad (S.a.s.),
dicendo: “Ci piace questo e quello”. Come risultato, la loro adorazione si
riduce a un nulla. Se potete capire questo punto, sarà sufficiente per voi,
essendo la prima e più importante lezione che possiamo imparare dalle
azioni di Shaitân. Non avete paura di diventare come lui? I compagni del
Profeta (S.a.s.) impararono ad obbedire al Signore attraverso l’obbedienza
verso il Profeta (S.a.s.). Essi dicevano: “O nostro Profeta (S.a.s.) offriamo le
nostre madri e i nostri padri per te.” Glielo dicevano sinceramente e con
amore. In questo modo giunsero ad obbedire ad Allah tramite
l’obbedienza a Muhammad (S.a.s.). Quindi Allah ordinò alla gente di
seguire i successori del Profeta (S.a.s.) e di stare uniti a loro come i
compagni (Sahâba) stavano uniti al Profeta (S.a.s.), così che tramite loro
noi possiamo imparare l’obbedienza al Signore. Se questa disciplina di
seguire coloro che sono veramente sulla via del Profeta (S.a.s.) non fosse
nell’Islam, non ci sarebbe più Islam. L’Islam viene con la disciplina, una
forte disciplina: la gente non deve più andare di qua e di là, ma deve
seguire la via del Profeta (S.a.s.). Questo è il significato della disciplina
nell’Islam. Dobbiamo accettarlo altrimenti stiamo ingannando noi stessi,
dobbiamo mantenere una disciplina, come Allah l’Onnipotente ordina nel
Sacro Corano:
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“... E non seguire i loro vani desideri perché essi ti farebbero deviare
dalla Via della Verità....”
( Corano 5, 51 )
Il nostro GrandSheikh (Q.s.) stava dicendo riguardo Adamo (a.S.) che
quando Allah l’Onnipotente lo mise in Paradiso e gli disse: “Ti è stata
concessa ogni cosa, godine in abbondanza eccetto quell’albero da frutto
che non devi avvicinare.” Ma l’ego di Adamo (a.S.) diceva: “O mio
Signore, Tu non vuoi che ne mangi ma io lo voglio.” Siccome il desiderio
del suo ego non era in linea con quello del suo Signore, divenne
vulnerabile alle suggestioni di Shaitân; per cui dovette andare sulla Terra
ad imparare l’educazione e la disciplina, la somma delle quali è dire
dentro di sé: “Come vuoi Tu, mio Signore.” Se non possiamo dire questo
dentro il nostro io profondo, significa che rendiamo i nostri desideri
signori sopra il nostro Signore, Iddio l’Onnipotente. Quando Adamo (a.S.)
mangiò da quell’albero in opposizione alla Volontà del suo Signore,
Allah prese da lui il suo manto paradisiaco e lo lasciò nudo e disonorato
per fargli provare vergogna di quello che aveva fatto.
Dobbiamo stare molto attenti a non attribuire partners ad Allah
l’Onnipotente nelle le nostre azioni. Se riusciamo ad essere attenti a
questo punto sottile sarà facile per noi ricevere Luce Divina nei nostri
cuori. Il Profeta (S.a.s.) diceva riguardo ad Abu Bakr (R.a.): “Egli era uno che
morì prima di morire.” Fra tutti i compagni, perché fu Abu Bakr (R.a.) a
realizzare questo? Poiché egli aveva lasciato assolutamente tutti i suoi
desideri alle sue spalle, così che non era rimasto nulla di essi al cospetto
del suo Signore e del suo Profeta (S.a.s.). Egli era come un uomo morto che
non ha alcun desiderio per questa vita. Quando raggiunse questo stato,
egli era come un ombra del Profeta (S.a.s.) e non potete trovare un ombra
che non sia completamente d’accordo col suo originale; fino a questo
livello assoluto Abu Bakr (R.a.) non lasciò mai la Via del Profeta (S.a.s.).
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Grazie a questa qualità, Abu Bakr (R.a.) divenne degno di fiducia sotto tutti
gli aspetti ed il Profeta (S.a.s.) poté trasferire molte conoscenze nel suo
cuore. Il Profeta (S.a.s.) sapeva che Abu Bakr (R.a.) non avrebbe fatto nulla
contro il suo desiderio o il suo volere, così, nelle gerarchie spirituali, Abu
Bakr (R.a.) è il più alto di tutti i compagni del Profeta (S.a.s.). Anche
Sayyidina Ali (R.a.) era uno dei compagni del Profeta (S.a.s.) che non usò mai
la sua volontà contro la volontà di Muhammad (S.a.s.) o desiderò in
opposizione al desiderio del Profeta (S.a.s.). Egli era uno dei due, fra tutti i
compagni, che conformò i suoi desideri totalmente a quelli del Profeta
(S.a.s.). Ali (R.a.) è stato descritto dal Profeta (S.a.s.) nel modo seguente: “Io
sono la Città della Conoscenza e ‘Alî (R.a.) è la porta di quella Città.” Il
mio GrandSheikh (Q.s.) diceva che il Profeta Muhammad (S.a.s.) era così
soddisfatto del fatto che Ali (R.a.) lo seguisse come un’ombra, che un
giorno gli ordinò di guardarlo: quando ‘Alî (R.a.) lo guardò, il Profeta (S.a.s.)
mostrò se stesso nella sua vera Personalità Profetica presso la Presenza
Divina. Nessuno può contemplare quella personalità fino a che non
raggiunge la stazione di Sayyidina Ali (R.a.); qual è questa stazione? È la
stazione dell’essere un ombra in ogni azione. Una volta il figlio di ‘Omar
(R.a.) stava andando in Higiaz viaggiando su di un cammello, quando
arrivò in un certo punto della strada fece una deviazione sulla destra,
cavalcò in tondo e ritornò sulla pista, continuando la sua strada. La gente
gli chiese: “O figlio di ‘Omar (R.a.), la strada andava diritta, perché hai
fatto un cerchio?” Egli rispose: “O gente, una volta accompagnai il
Profeta (S.a.s.) su questa strada e quando egli giunse in questo punto fece
un cerchio sulla destra, quindi continuò diritto, quindi ho voluto fare
come il Profeta (S.a.s.).” Guardate come i compagni desideravano e
agivano come il Profeta (S.a.s.). A chi raggiunge questa stazione, il Profeta
(S.a.s.) può mostrare la sua vera Personalità Profetica presso la Presenza
Divina, poiché anche ora il Profeta (S.a.s.) è vivo, ma non nello stesso
modo in cui noi siamo vivi. Egli ha una vita reale alla Presenza Divina.
Sia Abu Bakr (R.a.) che Ali (R.a.) raggiunsero la loro stazione divina e
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ricevettero la Santa Fiducia (amanat) dal Profeta (S.a.s.) durante questa
vita. Altri Sahâba ricevettero ciò solo quando raggiunsero l’aldilà.
GrandSheikh (Q.s.) mi disse che un giorno Sayyidina ‘Ali (R.a.) disse a
Sayyidina ‘Omar (R.a.) a riguardo della conoscenza segreta che gli era
stata rivelata: “O ‘Omar (R.a.), se ti parlassi delle conoscenze segrete che
mi sono state dischiuse, immediatamente mi taglieresti la testa con la tua
spada, non mi lasceresti alzare dal mio posto se ti parlassi dei segreti
della Via, della Creazione, della Religione, della Profezia e dei segreti di
Allah l’Onnipotente. Non potresti nemmeno ascoltare. Quando il Profeta
(S.a.s.) fu portato nei Cieli nel Viaggio Notturno o Ascensione (Mi’raj) la
notizia di questo viaggio miracoloso si diffuse tra i musulmani. ‘Omar
(R.a.) sentendo queste notizie a lui incomprensibili, corse a vedere il
Profeta (S.a.s.), per capire cosa fosse tutto ciò. Sulla sua strada incontrò
Abu Bakr (R.a.) e gli chiese: “Cosa sta dicendo il tuo compagno (
Muhammad (S.a.s.)), tu credi ad una cosa simile? “Abu Bakr (R.a.), che non
aveva ancora incontrato il Profeta (S.a.s.) dopo il Mi’raj, disse: “O ‘Omar,
che cosa stai dicendo? Se tutta la creazione è stata creata per amor suo,
credi sia troppo per Lui ascendere ai Cieli o compiere altri miracoli? O
‘Omar (R.a.), io credo che lui sia capace di miracoli ancora più grandi di
questo; è così grande, così rispettato presso la Presenza Divina che
nessuno può conoscere la sua vera personalità se non il suo Signore.”
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Sforzo e fiducia nel Signore. La scala per la luna.
Questa notte GrandSheikh (Q.s.) parlerà di un punto molto importante.
Dico che GrandSheikh (Q.s.) parlerà perché gli Auliyâ (santi) vivono nella
vita reale: sono stelle viventi, non stelle morte. Sono persone viventi
anche dopo la loro scomparsa dalla vita corporea. Quando lasciano
questo mondo e vanno verso la vita celeste, essi lasciano dietro se stessi
un successore (Khalîfa) deputato a parlare per conto loro; quindi, quando
parlo qui è il mio GrandSheikh (Q.s.) che parla, che mi fa parlare per conto
suo. Per questo dico che vi parlerà di un punto importante. GrandSheikh
(Q.s.) diceva che un grande Santo ed amante del Profeta (S.a.s.), Ibn ‘Omar
as-Safadi (Q.s.), disse: “Se una persona lascia tutto e si astiene dall’azione,
dicendo che non ha bisogno di agire perché egli ha fiducia nel suo
Signore e che il suo Signore è sufficiente per lui e gli procura ciò che ha
bisogno, allora quell’uomo è un fuorviato e un peccatore”. Qui
GrandSheikh (Q.s.) vuole chiarire la vera relazione tra il servo ed il suo
Signore, dicendo: “C’è una certa distanza che i servi devono coprire,
prima e solo quando quella distanza è stata coperta ed il suo perimetro
attraversato, i servi potranno dire: “Da qui in poi lascio ogni cosa al mio
Signore e da questo punto in poi affido tutti i miei affari al mio Signore!”
Per esempio, un contadino ara il suo campo e pianta granoturco, quindi
lo lascia ed ha il diritto di attendere semplicemente la mietitura. Egli avrà
fiducia nel suo Signore che produca il suo raccolto, ma se una persona
non ara e non semina, dice solamente: “Io confido che il Signore mi darà
granoturco al tempo della mietitura” egli è in verità ben stolto nel suo
pensare e nel suo agire. Dovete essere consapevoli sul vostro da fare e
compierlo. Non potete far piovere, non potete costringere il granoturco a
crescere e produrre pannocchie, ma potete arare e seminare, solo allora
potrete confidare che il vostro Signore porti a compimento quello che
avete cominciato. Questa è la vera fiducia in Allah (tawâkkul). Questo è
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un punto molto importante e spesso frainteso, specialmente nei paesi
europei, dove c’è gente che solleva obiezioni all’Islam, dicendo che esso
ci insegna che non c’è bisogno di lavorare, ma che bisogna dipendere
solo dai Favori Divini. Oggi anche nei paesi musulmani la generazione
più giovane dice che l’Islam è la causa dell’arretratezza dei loro paesi,
ma questo è il risultato di un erronea comprensione. In realtà, quello che
l’Islam ci dice è che noi possiamo incominciare a lavorare con le nostre
proprie azioni ma è Allah che le completa e che il successo di ogni sforzo
è nelle Sue mani. Questo è il mondo delle cause. Abbiamo bisogno di
cause e dobbiamo tenerci stretti ad esse in questa vita, perché eventi
miracolosi possono accadere a Profeti e Santi ma non a chiunque. Per
questa ragione ci è stato ordinato dal Profeta (S.a.s.) di partecipare alle
cause così da poter testimoniare gli effetti ed ottenere i risultati. Allah
Onnipotente dice che nessuno raggiunge nulla senza agire; dobbiamo
agire per avere dei risultati. Quindi l’azione è un ordine di Allah
Onnipotente e non dobbiamo solamente sederci ed aspettare senza
movimenti e senza azioni. Avere fiducia in Allah è corretto solo dopo
aver completato il nostro dovere. A volte nella Tarîqa, lo Sheikh può
mettere alla prova un murîd ordinandogli di abbandonare ogni causa e di
non cercare i propri mezzi di sussistenza. Ma questi casi sono rare
eccezioni e non la regola generale. La regola generale è procurarsi i
mezzi, come Allah comanda. Perché GrandSheikh (Q.s.) parla di questo
punto? Non lo menziona qui nel contesto delle azioni terrene e azioni per
questa vita, ma piuttosto si riferisce allo sforzo richiestoci per
raggiungere le stazioni celesti e gli oceani della Conoscenza Divina.
Dovete sforzarvi e compiere buone azioni quanto più potete, e quando
avete finito, dopo aver fatto quanto più vi era possibile, Allah
l’Onnipotente vi innalzerà. Se voi state cercando le stazioni divine e
poteri miracolosi, dovete prima lottare e non solamente dire “Allah ci
darà” o “Le mie azioni non sono sufficienti perché io possa raggiungere
le stazioni celesti.” Una buona analogia per illustrare questo punto è la
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seguente: ad un tale erano stati dati un piccone ed un badile rotti e gli fu
detto: “Prendi questi strumenti e scava sotto tutti i sette strati della Terra
fino a che raggiungerai la fine dove troverai il tuo tesoro.” Pensate voi
che sia possibile farlo con un piccone ed un badile rotti? Naturalmente
no, ma malgrado ciò, devi scavare quanto più puoi e non cedere dicendo:
“Come posso compiere un impresa simile?” Il tuo compito è quello di
scavare poco a poco ed il Signore ti sta seguendo così che quando vede
che credi fermamente e lavori come ti è stato ordinato, Egli manderà il
Suo Aiuto giusto nel momento in cui sarai esausto e non potrai fare di
più. In quel momento manderà una grande macchina che estrarrà il tuo
tesoro istantaneamente e senza sforzo. Poiché sei un servo senza potere,
incapace di eseguire un Suo ordine, Lui estrarrà per te il tuo tesoro con il
Suo potere, non con il tuo. Ti sta solo mettendo alla prova: stai
ascoltando, credendo e obbedendo? Se incominci, lui finirà, ma se dici:
“È impossibile anche per la più grande macchina, come posso io farlo?”
Verrai bandito dalla Presenza Divina. Ma se incominci il tuo scavo
malgrado la ovvia impossibilità del compito, allora il verso divino del
Sacro Corano si applicherà a te:
“Allah non grava alcuno oltre le sue capacità.
( Corano 2, 286 )
“ Non abbiamo la pretesa di raggiungere tutte le stazioni celesti come
risultato delle nostre pratiche; facciamo solo ciò che è in nostro potere di
fare e, in realtà, raggiungere lo scopo per mezzo delle nostre pratiche è
come cercare di raggiungere la luna per mezzo di una scala; anche se
legassi assieme tutte le scale del mondo non potresti raggiungerla, è
impossibile; ma dobbiamo comunque provare perché può darsi che, una
notte, dalla luna discenda una scala per congiungersi alla nostra, e allora
ci sarà possibile salire, ma che noi possiamo costruire su fino alla luna,
quello mai, ma dobbiamo comunque compiere il nostro dovere. Allah
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dice che fare il proprio dovere è la causa del nostro raggiungere i cieli,
ma dovete sapere che questo non è sufficiente. Sappiamo che le scale
vanno verso l’alto, ma non fino alla luna. Questo è il significato preciso
della Tarîqat, e noi non inganniamo la gente: se uno lavora con sincerità,
il nostro Signore può mandare una scala in ogni momento dalla luna per
portarvi su, ma dovete fare il vostro lavoro, ed avere fiducia nel Signore.
Molta gente legge nei libri a riguardo di eventi miracolosi, e, a volte il
nostro ego ci chiede di essere uno di questi “uomini miracolo”. Tarîqat è
la via per diventare capaci di compiere miracoli, ma noi non lavoriamo
per ottenere simili cose, ma solo per il piacere del nostro Signore.
Quando Lui è soddisfatto di noi, ci renderà soddisfatti di Lui, ed in quel
momento non vorrete nemmeno considerare gli eventi miracolosi; è solo
il nostro ego che chiede di compiere simili imprese. Il nostro
GrandSheikh (Q.s.) sta dicendo alla fine di quest’incontro: “Vi sto parlando
per conto del Signore del Tempo (Sâhib-uz-Zamân), Sayyidina al-Mahdi
(a.S.), perché non gli è ancora permesso mostrarsi e rivolgersi alla gente
direttamente, quindi mi è stato dato permesso in vece sua. Quando
apparirà voi testimonierete il modo in cui parlerà.” GrandSheikh (Q.s.)
continuò: “Questa assemblea ha le stesse virtù dell’assemblea di
Sayyidina al-Mahdi (a.S.), e riceve la stessa ricompensa. Queste
conoscenze non sono il risultato della lettura di libri, ma provengono
direttamente dal cuore del Santo Profeta (S.a.s.). Allah l’Onnipotente
concede queste conoscenze a chi ha fiducia in Lui ed a chi esegue i suoi
ordini con pieno rispetto”.
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I miracoli: il potere di racchiudere il mondo in un ditale.
Il mio GrandSheikh (Q.s.) dice che raramente accadono miracoli,
normalmente tutto succede tramite cause. Solo in casi eccezionali degli
eventi succedono e sono inspiegabili con le leggi causali ordinarie.
Queste eccezioni sono limitate in ogni secolo. Per esempio qualche anno
fa ho sentito di un bambino che risolveva enigmi matematici che
nemmeno degli adulti colti arrivavano a risolvere. Così pure nel mondo
spirituale accadono cose nella vita di persone che sono miracolose e
nessuno riesce a spiegarne le cause basandosi sulla normalità.
GrandSheikh (Q.s.) ci svela come mai questi fatti accadono: primo, per
dichiarare ad ogni persona che c’è il Signore dell’universo e che Egli fa
ciò che vuole. Che le cause non lo concernono né è soggetto alle leggi
naturali. Egli è colui che crea queste cause e queste leggi, ma non sono
un legame per Lui. La Sua Sovranità è assoluta ed il Suo regno è libero
dal comando altrui. Egli solo comanda e fa ciò che vuole come vuole.
Dobbiamo avere la certezza assoluta che Egli ha il Potere di fare ogni e
qualsiasi cosa. GrandSheikh (Q.s.) mi fece quest’esempio su come Allah
Onnipotente faccia ciò che vuole. Allah Onnipotente potrebbe
racchiudere il mondo intero in un ditale. Come? Se consideriamo ciò con
le conoscenze empiriche saremo d’accordo che ciò è fattibile, in quanto
gli astronomi e scienziati hanno scoperto che vi sono stelle la cui massa
in un cucchiaino equivale a un miliardo di tonnellate. Stelle di neutroni.
Gli scienziati studiano e ricercano ed aumentano la loro sapienza in
merito, Allah ha dato loro la mente per osservare la Terra ed i Cieli.
Sapendo ciò possiamo dire che questa ipotesi è valida, perché no, forse
veramente si potrebbe mettere l’intero pianeta in un ditale. Questa è la
nostra mente che stima e calcola, ma Allah non agisce come noi
pensiamo. Egli può mettere il mondo nel ditale senza rimpicciolire il
mondo o senza allargare il ditale. Niente si oppone al Suo volere. Se
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ordina qualcosa, così dev’essere. Questo è il potere di Allah Onnipotente
(Qûdrah). Nella nostra immaginazione allargheremmo il ditale o
restringeremmo il mondo, ma se facesse così anche Lui, non vi sarebbe
differenza tra servi e Signore. La prima ragione per cui Allah decreta
l’accadere dei miracoli è di mostrarci che Lui può ciò che desidera. Così
a chi Egli vuole dà conoscenza segreta senza sforzi e senza studio. Il
nostro GrandSheikh (Q.s.) disse che tali poteri gli furono conferiti nella sua
infanzia, ma la completezza del potere degli Auliyâ sta nel mantenere
segreto e non fare mostra delle loro facoltà miracolose: qui sta la loro
vera grandezza. Gli Auliyâ sono come vulcani, in sé racchiudono
tremendi poteri. Ma come un vulcano può apparire ad un ignaro come
una montagna qualsiasi, così gli Auliyâ possono sembrarti persone
qualsiasi. Alcuni pretendono che gli Auliyâ non siano differenti da noi:
“Cosa sono tutte queste storie degli Auliyâ? Che differenza c’è tra noi e
loro?” La risposta a quelle persone è: possono sembrare simili a voi,
anche la gente della Mecca guardava il Profeta (S.a.s.) e diceva: “Egli è
come noi, come può dire cose simili?” Oggi la gente dice degli Auliyâ:
“Hanno due gambe, due braccia e un naso come noi, perché gli attribuite
così tanti poteri?” Nelle sembianze esteriori sono normali, ma
interiormente sono assolutamente differenti come lo sono due fili
elettrici, uno che porta la corrente e l’altro no. Quello che la trasporta
sembra identico all’altro, poiché non vedete la corrente che scorre in lui.
Provate a toccarli con un dito e poi mi direte se sono uguali! Un filo ti dà
una scarica che ti sbatte fuori dalla porta! Gli Auliyâ non parlano ora ma
giunta l’ora possono con una sberla spedirti da qui in Germania o in
Inghilterra. Gli Auliyâ hanno poteri Divini perché hanno dato il controllo
del loro corpo fisico interamente nelle mani del loro Signore, e perché
non fanno mai resistenza con il loro volere a quel controllo. Si sono
liberati dalla morsa del loro ego e si sono consegnati al loro Signore.
Così che il Potere Divino scorre nei loro corpi e con quel potere possono
fare cose miracolose. La seconda ragione per cui Allah Onnipotente invia
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miracoli è che a nessuno venga meno la speranza nel suo Signore. Se non
fosse per quei miracoli molti cadrebbero nella disperazione. Siccome
accadono di quando in quando, nessuno può dire: “Non posso
raggiungere gli Oceani di Conoscenza, sono troppo pigro. Come potrò
giungere a quei ranghi?” Invece possono sperare nell’aiuto Divino. Forse
ammettendo la loro debolezza Allah concederà loro la Sua ricompensa.
Allah può anche dare un rango elevato a qualcuno senza alcun motivo.
Possiamo chiedere al nostro Signore la soddisfazione di qualsiasi
desiderio. Il nostro Signore non rifiuta mai una richiesta. Ma dato che
alcuni nostri desideri non sono buoni per noi adesso, Egli li accantona e
li soddisferà il Giorno del Giudizio.
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Le tombe hanno orecchie. La stazione del nostro GrandSheikh (Q.s.).
Un Mûrshid (maestro, guida), un GrandSheikh che insegna ed educa la gente
è come un professore di chirurgia che dà lezioni su un cadavere e poi mostra
ai suoi studenti ciò che devono imparare. Il nostro GrandSheikh (Q.s.) ci aveva
parlato di Shaitân, allo scopo di spiegarci quale sia stata la ragione per cui sia
stato bandito dalla Presenza Divina. Poi ha parlato di Adamo (a.S.) e di come
sia stato mandato via dal Paradiso. Dopo di che, ci ha parlato dei compagni
del Profeta (S.a.s.), in modo particolare dei quattro Khalîfah ben guidati, e
attraverso i suoi insegnamenti ci ha dato alcune indicazioni sul perché Abu
Bakr (R.a.) detiene il primo posto ed ha raggiunto i più alti gradi, perché anche
Ali (R.a.) raggiunse grande conoscenza spirituale e perché Sayyidina ‘Omar
(R.a.) e Sayyidina Othman (R.a.) non erano allo stesso livello di sviluppo
spirituale di Ali (R.a.) e Abu Bakr (R.a.). Quando un GrandSheikh (Q.s.) che ha una
vera eredità dal Profeta (S.a.s.) parla a riguardo di una persona nella tomba, le
persone interessate possono ascoltarlo. Un GrandSheikh (Q.s.) di tale rango
può parlare di fronte ad un gruppo di ascoltatori, ed i suoi discorsi vengono
ascoltati da tutti i Santi, vivi o nella vita del Barzâkh (tomba). Questo è un
miracolo di Allah. Essi possono essere ascoltati come oggigiorno, quando un
presidente si rivolge ad un assemblea ogni presidente ed ogni governo potrà
facilmente ascoltarlo o leggere quel discorso. Se Sultãn al Auliyâ ( Re dei
Santi ) parla, deve essere ascoltato ovunque. Il discorso su Shaitân e Adamo
(a.S.) e sui Sahâba fu tenuto da GrandSheikh (Q.s.) dopo la preghiera del mattino,
e nel pomeriggio dello stesso giorno GrandSheikh (Q.s.) mi disse: “O Nâzim
Efendi, il discorso di questa mattina è stato ascoltato dai compagni del
Profeta (S.a.s.) nelle loro tombe e ne sono stati molto compiaciuti, poiché ci è
stato concesso un potere dal nostro Signore: se noi vediamo un
incompletezza da parte di qualcuno e la facciamo notare, questa verrà
colmata. Quando indicavo che alcuni dei Sahâba a volte usavano la loro
volontà e non mettevano i loro desideri in linea con quelli del Profeta (S.a.s.),
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causando così la loro incompletezza, in quel momento Allah l’Onnipotente
completò per loro lo sviluppo spirituale là nella tomba, ciò attraverso Sâhib-
uz-Zamân, Sayyidina al-Mahdi (a.S.), il cui compito è di completare nel
Barzâkh quello che è rimasto incompleto in questa vita. Il nostro
GrandSheikh (Q.s.) mi disse: “O Nâzim Efendi, tu ed i tuoi fratelli dovete
ringraziare Allah di avere l’onore di essere in compagnia di un tale
GrandSheikh (Q.s.) al quale è stato dato dal suo Signore il potere di salvare non
solo i suoi murîd, ma anche i murîd degli altri Sheikh che sono caduti nelle
mani dei demoni.” Io chiesi al mio Sheikh: “E ciò si applica anche alle
Nazioni degli altri Profeti oltre quella del nostro Profeta (S.a.s.), nelle quali così
tanti sono stati catturati da Shaitân ed i suoi eserciti. Il vostro potere si
estende anche a loro?” Egli disse: “Sì, nell’Ultimo Giorno, quel GrandSheikh
(Q.s.) salverà dalle mani di Shaitân tutti quelli delle nazioni di precedenti
Profeti che non si unirono all’assemblea del loro Profeta (S.a.s.) ma che
rimasero fuori nella morsa dei demoni. Questo GrandSheikh (Q.s.) riceverà
grande autorità nell’Ultimo Giorno.”
Cosa significa che ogni Profeta (S.a.s.) è vivo? Come succede? Allah
Onnipotente in ogni tempo nomina una persona come rappresentante di
ciascun Profeta (S.a.s.). La stessa benedizione (bâraka) e le stesse
emanazioni spirituali (tajâlli) che erano presenti nel tempo di quel
Profeta (S.a.s.) non scompaiono, ma continuano ad essere manifeste. Nel
nostro tempo, siccome il tajâlli del nostro Profeta (S.a.s.) è manifesto nel
suo “Vicario” (Khalîfa) e così pure quello di tutti gli altri Profeti, si può
dire che è come se ci fossero 124000 Profeti sulla terra. GrandSheikh (Q.s.)
continuò dicendo che c’è sempre un grande Wali (Santo) che deve, da
solo, essere il “Vicario” di tutti i 124000 Profeti e rappresentarli; questa
è la stazione di GrandSheikh (Q.s.), e GrandSheikh (Q.s.) è il rappresentante
di Sayyidina Muhammad (S.a.s.) e tutti i Profeti sono sotto la sua bandiera.
GrandSheikh (Q.s.) disse: “Deve esserci sempre uno che detiene questo
rango; ora questa stazione appartiene a noi; dopo di me solo un altro
verrà a detenere questo rango prima dell’inizio degli eventi della fine del
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tempo (venuta di Sayyidina al-Mahdi (a.S.)). Sei stato onorato da Allah di
essere in simile compagnia.
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La pazienza è una chiave che solo la fede produce.
Il mio GrandSheikh (Q.s.) ci istruisce sulla grande importanza dell’essere
pazienti di fronte a situazioni spiacevoli. Non lasciatevi prendere dal
panico quando vi trovate in una situazione sgradevole. Non perdersi
d’animo e non farsi prendere dal panico sono qualità di grande necessità
ai nostri tempi. Molte cose grandi e terribili potrebbero accadere da un
momento all’altro, non dovete perdere la vostra freddezza, forse dovrete
affrontare quei terribili e giganteschi eventi e tenerli lontani da voi. Cosa
ci può dare queste qualità necessarie? Una salda credenza, la fede. Senza
fede non potrete sorreggere voi stessi, solo la fede vi darà la forza di
reggervi eretti. Ora, in quei giorni, la gente proverà queste spiacevoli
situazioni, perciò avranno bisogno di fede, di rafforzare la loro fede.
GrandSheikh (Q.s.) ci consiglia di essere pronti a fronteggiare le situazioni
spiacevoli che accadranno, sarà nostro dovere farvi fronte. Dovete sapere
che ogni qualvolta affrontate tali eventi con fermezza progredite
spiritualmente, avanzando con forza e decisione verso la vostra
destinazione; più la situazione è provante più velocemente siete spinti
verso la vostra meta. “O miei figlioli” disse GrandSheikh (Q.s.) “O mia
gente, dovete sapere che ogni cosa buona apparirà tramite la vostra
pazienza di fronte ad azioni od eventi perturbanti. Ogni cosa buona ed
ogni vera conoscenza, nasceranno dalla vostra pazienza. La conoscenza
della certezza (‘ilm ul yaqîn), la visione di certezza (‘ayn ul yaqîn) e la
verità di certezza (haqq ul yaqîn) appariranno affrontando questi eventi
sgraditi con pazienza”. Quella pazienza è la chiave che apre i tesori per i
figli di Adamo (a.S.), a tutti coloro che saranno fermi e pazienti di fronte a
queste prove verranno date le chiavi dei loro tesori.
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Raggiungere la vera umiltà nell’adorazione. Evitare il compiacimento con la quantità
delle proprie devozioni.
Il nostro GrandSheikh (Q.s.) porta a conoscenza della gente e focalizza un
punto sottile così che si possa agire di conseguenza. Nessuno, nemmeno
il Santo Profeta (S.a.s.) stesso, raggiungerà un rango presso la Presenza
Divina per mezzo dei suoi atti di adorazione. Anche se al Profeta (S.a.s.)
fosse offerta una ricompensa per le sue devozioni, non l’accetterebbe ma
direbbe: “Non mi aspetto nessuna ricompensa per i miei atti di
adorazione e non per questo le ho compiute.” Se una persona si aspetta
una ricompensa per le sue devozioni significa che ritiene le sue azioni
abbastanza buone e degne della ricompensa di Allah. Chi pensa che le
proprie azioni siano all’altezza della Presenza Divina non ha nessuna
conoscenza della verità assoluta (haqîqa) e dei suoi segreti. Quindi
potreste vedere gente che con entusiasmo compie devozioni pensando:
queste sono buone azioni e raccoglierò la mia ricompensa per esse. Ma
non arrivano a pensare che le loro azioni non sono idonee alla Presenza
Divina. Chi sa che nemmeno le devozioni del Profeta (S.a.s.) sono idonee
alla Presenza Divina, compirà le sue adorazioni poiché Allah gliel’ha
ordinato, ma non guarderà ai suoi atti come qualcosa che merita la
ricompensa Divina. Quando pregherà e farà una buona azione, se ne
vergognerà e si dirà: com’è patetico, come può ciò raggiungere la
Presenza Divina? Sa però che gli è stato ordinato di pregare, dunque lo
fa, senza aspettarsi nulla in ritorno. Ma c’è un altro gruppo di persone
che è molto orgoglioso delle proprie devozioni e dice: “Abbiamo fatto
così tante devozioni, così tante buone azioni, per le quali saremo
ricompensati in corrispondenza ai nostri sforzi.” State attenti a non
fraintendermi, né a capovolgere il significato di ciò che intendo. Senza
dubbi, per ciò che vi dico qui, qualcuno mi accuserà di scoraggiare i miei
discepoli dal pregare, al contrario Allah mi è testimone! “Chi lavora sodo
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ha una buona paga!” Non stiamo scoraggiando la gente dal pregare,
stiamo insegnando loro le maniere più elevate (adâb) con il loro Signore
Onnipotente e quel adâb consiste nel non essere soddisfatto con le
proprie adorazioni per quante esse siano. Nel caso lo foste, distruggereste
il loro merito con il vostro orgoglio e col pensare che le vostre adorazioni
siano di primo rango alla Presenza Divina. È meglio presentare le vostre
adorazioni al Signore dicendo: “O mio Signore, mi vergogno di inviarle
alla tua Presenza Divina, perdona le mie mancanze, la mia incapacità
nell’adorarTi o ringraziarTi come Tu meriti esser adorato e ringraziato.”
Ho sentito di un grande Santo che, ogni qualvolta che andava nella
moschea per pregare con la congregazione (Jamâ’at), attendeva fintanto
che tutti quanti fossero entrati e solo allora si faceva avanti e andava a
mettersi a fianco al portascarpe e pregava lì. Poi appena la preghiera era
terminata, correva fuori dalla moschea dicendo: “Lode al Signore, Egli
ha nascosto le mie cattive qualità e la mia condizione così che nessuno
l’ha potuta notare. Se quelli sapessero come sono veramente
interiormente mi caccerebbero fuori dalla moschea, mi tirerebbero le loro
scarpe e mi picchierebbero con esse.” Coloro che conoscono il vero
valore delle proprie azioni le considerano totalmente patetiche e senza
alcun valore: si vergognano sempre di esse e raramente alzano gli occhi
al cielo tanta è la loro umiltà. Ma ci sono tanti altri che dicono: siamo
vescovi, siamo cardinali, ancor più che cardinali. Altri dicono: “O, sono
un rinomato Sheikh dell’Islam, sono estremamente dotto nelle scienze
religiose, sono un grand’uomo, sono un uomo importante.” Per sapere
com’è in realtà la loro situazione basta aspettare tre giorni dopo la loro
morte per vedere cosa succede ai loro corpi. Ora le persone si possono
ungere con ottimi profumi e così avranno un buon odore, ma a quel
tempo non si potrà più ingannare; lasciateli per tre giorni dopo la loro
morte e guardate se Allah dona loro una buona fragranza: se emanano
cattivo odore tutti i loro titoli sono stati inutili. Ogni religione insegna
l’umiltà, ma l’ego cerca sempre di mostrarsi e farsi passare per il
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migliore, il più istruito, il più competente di tutti. Quello è l’errore base
dell’ego, ed il Profeta (S.a.s.) fu inviato per liberare la gente dai legami di
questi pensieri stupidi. Il più umile tra i figli di Adamo (a.S.) fu il nostro
Profeta (S.a.s.), e per insegnarci l’umiltà disse: “Sarò il più nobile tra tutti i
figli di Adamo (a.S.) nel Giorno della Risurrezione e lo dico totalmente
senza orgoglio.” In questo troviamo istruzione per tutti coloro che hanno
un rango dato dal loro Signore: non c’è motivo di orgoglio, la gloria
appartiene solo ad Allah, tutto ciò che è stato dato ai figli di Adamo (a.S.)
proviene dal loro Signore Onnipotente che può ad ogni istante
riprenderselo e lasciarli con nulla.
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“La mia misericordia sovrasta la mia ira.”
GrandSheikh (Q.s.), parlando del risultato finale delle nostre azioni (Aqîba) e del
modo in cui Allah le giudica, ci indicò le parole di Allah:
“La Mia misericordia sovrasta la Mia ira”1
e disse: “Per me questa è la migliore notizia, perché mi dà speranza per la mia
salvezza dall’inferno sapere che la misericordia di Allah Onnipotente verrà e
coprirà ogni cosa nel Giorno del Giudizio.” Il Perdono Divino coprirà così tante
persone quel giorno; il Profeta (S.a.s.) disse che persino Shaitân cercherà il
perdono, sperando che possa giungere sino a lui, ma più di così il Profeta (S.a.s.)
non ha detto. GrandSheikh (Q.s.) disse che nessuna delle azioni dei servitori di
Allah Onnipotente saranno un peso sopra di Lui: non pensate nemmeno che ciò
possa essere.
Ora ascoltate attentamente la seguente descrizione che è registrata nelle
Sacre Scritture: nel Giorno del Giudizio Allah Onnipotente ordinerà di portare
una persona all’inferno e gli angeli lo prenderanno e cominceranno a trascinarlo
nel fuoco. Quando questi realizzerà cosa gli sta realmente accadendo, si
rivolgerà al suo Signore e dirà: “O mio Signore, non ho mai pensato che Tu mi
avresti realmente messo nel fuoco dell’inferno.” Allah allora ordinerà:
“Portatelo indietro.” Era una persona così malvagia, fece così tante azioni
orribili e ascoltò sempre gli ordini del suo più basso ego, ma non perse mai la
speranza della Misericordia Divina e che Lui l’avrebbe protetto dall’Inferno.
Possiamo essere onorati di essere i servitori del nostro Signore anche se non
siamo tra i più obbedienti. Orgogliosi che Egli è un Signore così Misericordioso
Riporta Sa’id ibn Mansûr: il Profeta Muhâmmad (S.a.s.) disse: “La prima cosa
scritta dal Calamo fu: «Inna Râhmati sâbaqat ghâdabi»” (La Mia misericordia
precedette la Mia collera).
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che proteggerà così tanti dalle fauci dell’Inferno e li metterà in Paradiso. Il mio
GrandSheikh (Q.s.) diceva che ci sono differenti stazioni per ciascuna persona in
Paradiso che Allah ha dato senza che mai ne fosse stato richiesto. Questo è il
Suo favore e la Sua concessione verso i Suoi servitori che Egli ha comunicato
attraverso i Suoi Profeti. Quando il nostro GrandSheikh (Q.s.) disse che anche i
servitori disobbedienti alla fine raggiungeranno la Misericordia di Allah
Onnipotente, prontamente portò la nostra attenzione al seguente punto: “O,
mio figliolo, sto dicendo che con la infinita Misericordia di Allah tutti alla fine
potrebbero entrare in Paradiso. Simili considerazioni riguardano comunque la
gente comune e noi cerchiamo di non stare a quel livello. Noi cerchiamo la
stazione più alta, il più grande piacere e il più alto grado per i suoi servitori: la
stazione di Riduan-Allahu-Akbar (stazione del più completo soddisfacimento
Divino). Di questi suoi servitori il nostro Signore sarà assolutamente soddisfatto
ed essi a loro volta saranno assolutamente soddisfatti del loro Signore. E qui c’è
la risposta ad una domanda che potrebbe chiedersi chiunque stia lottando
duramente nella via di Allah obbedendo ai suoi comandamenti: “Perché
dovremmo compiere così grandi sforzi per compiacere Allah se c’è una buona
speranza che ci perdoni comunque?” La risposta è: “I gradi nella Presenza
Divina di coloro che hanno compiuto sforzi devono essere differenti da quelli di
coloro che si sono compiaciuti di questa vita. GrandSheikh (Q.s.) diceva, citando
il Sacro Corano che ci sono due Paradisi: uno di essi è il vero Paradiso, e l’altro
non è che l’ombra o la copia di esso. Allah Onnipotente darà ai suoi servitori a
seconda dei loro desideri e preferenze in questa vita. A coloro che hanno
goduto dei piaceri di questa vita e li ha preferiti all’amore del Signore, cercando
sempre soddisfazione dalle cose mondane e dando all’amore di Allah un
secondo posto nella sua vita, Allah darà loro ciò che hanno amato di più, un
Paradiso pieno di piaceri: splendidi giardini, lussuosi castelli e amabili giovani
vergini (Huri). Tutti questi doni saranno di una bellezza inimmaginabile,
incomparabile ad ogni bellezza terrena. Ma il Paradiso originale nella Presenza
Divina e la più alta stazione, la Stazione della Veridicità (Maqâm as-Sidq) è
completamente diversa da quel Paradiso ombra. Il Profeta (S.a.s.) disse che in quel
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Paradiso non ci sono palazzi, né giardini, né huri. Al loro posto il più
sfolgorante Compiacimento Divino. Nel primo Paradiso, il Paradiso ombra, i
suoi abitanti ammireranno il compiacimento Divino una volta alla settimana,
nel tempo in cui ora preghiamo as-Salâtu-l-Juma’a (la settimanale preghiera
congregazionale). Quando guarderanno al Suo Volto dimenticheranno ogni
altra cosa, rimanendo così in contemplazione fino a che i veli della
Magnificenza Divina non verranno nuovamente abbassati ed essi ritorneranno a
loro stessi. Ammirando il compiacimento Divino essi saranno rapiti e non
saranno più in sé, ma quando i veli della Magnificenza Divina vengono
abbassati, gli abitanti di quel Paradiso tornano in sé continuando a godere dei
Piaceri Paradisiaci più che mai, ogni cosa apparirà nuova e ancora più piena di
luce. Ma per coloro che hanno lavorato in questa vita per il Suo
compiacimento, Allah li porterà a Sé nella Sua Presenza Divina senza mai
allontanarli. Questo è il vero Paradiso. Il nostro GrandSheikh (Q.s.) diceva che per
essere alla Presenza Divina anche per un solo secondo egli darebbe tutti gli otto
Paradisi, tanto vale un’esperienza simile. In generale, la gente che ora vive su
questa terra, ama questa vita più di quanto ama l’adorazione del Signore per la
quale compie solo minimi sforzi. Nei loro cuori questa vita assume il primo
posto e Dio il secondo; nella vita futura essi riceveranno in conformità alle loro
preferenze terrene. Gli abitanti di entrambi i Paradisi saranno perfettamente
compiaciuti del loro Signore; chi sarà nella Presenza Divina sarà soddisfatto e
anche gli abitanti dei Giardini saranno soddisfatti. Tutti saranno soddisfatti.
Ora, siete liberi di scegliere: se preferite i piaceri fisici troverete quello che
desiderate, ma se, in questa vita, avete coltivato nel vostro cuore amore per il
Signore, allora nella vita futura troverete la Sua Presenza. Per ciascun gruppo ci
saranno eterni miglioramenti. Ognuno riceverà sempre più all’interno delle
rispettive stazioni. Allah Onnipotente concederà loro doni sempre più grandi in
corrispondenza dei loro livelli. Per esempio, un bambino non si diverte in
compagnia di adulti, cercherà piuttosto la compagnia di altri bambini, così
come gli adulti non sono soddisfatti in mezzo ai bambini. E così nella vita
futura ognuno fiorirà sul proprio ramo e non guarderà alla propria posizione
37
come fosse mancante di qualcosa: non ci sarà alcuna invidia da parte degli
abitanti del Paradiso inferiore rispetto a quello dei Reami più Alti, poiché la
loro soddisfazione nei favori del loro Signore sarà completa.
38
Una definizione di ittibâ’a (seguire la Via). Abbandonare le preferenze dell’ego.
Questo discorso definirà cosa voglia veramente dire “seguire la Via”. Il
vero seguire (ittibâ’a), come noi lo comprendiamo, ha un significato
molto vasto che include non semplicemente il seguire, ma anche
l’esecuzione degli ordini. Una volta GrandSheikh (Q.s.) mi disse: “O figlio
mio, eseguire gli ordini è più importante e di più grande valore che
compiere gli atti di devozione di tutta l’umanità e di tutti i jinn (geni):
poiché compiere tutte quelle adorazioni non è possibile, mentre eseguire
gli ordini lo è, e questo è ciò che conta alla Presenza Divina.” Per
esempio, disse GrandSheikh (Q.s.), così tante persone specialmente uomini
religiosi dicono: “Noi amiamo il nostro Signore, amiamo Gesù Cristo
(a.S.), oppure amiamo il nostro Profeta (S.a.s.) così tanto che saremmo felici
di sacrificare le nostre anime per il nostro Signore ed il nostro Profeta
(S.a.s.).” Molte persone di ogni nazione fanno simili affermazioni, ma le
loro parole suonano false. Io direi loro in tutta sincerità: “Se voi
realmente amate il vostro Signore, per favore abbandonate una cosa
proibita per amor suo. Lasciate solamente una cosa che è sgradita alla
Presenza Divina, una piccola cosa che Allah ci dice di non fare e che noi
invece facciamo lo stesso.” Egli non ci sta chiedendo di sacrificare ora
l’anima, ma solo di iniziare a fare un piccolo passo, un passo indietro
rispetto a qualcosa che è proibito. In ogni religione, non solo nell’Islam,
potete trovare almeno ottocento azioni proibite. “Queste azioni proibite
sono atti che ognuno nel proprio profondo sa che sono sbagliati, perché
ogni persona ha una coscienza, che per ogni cattiva azione rimorde. Le
loro coscienze dicono: “Non farlo”, ma i loro ego li spingono verso
queste cattive azioni, perché l’ego prova piacere in quelle cose, l’ego
naviga soddisfatto negli oceani del male. Quindi, come pesce che,
vedendo l’acqua, non può più restare sulla terra e si getta nel mare, così
l’ego velocemente corre verso gli Oceani del male, se gli viene lasciata
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via libera. Se, come pretendete, amate il vostro Signore così tanto, allora
andate e controllate il vostro ego almeno una volta! Quando possiamo
dire che stiamo veramente seguendo la Via? Quando possiamo fermare il
nostro ego prima che ci trascini verso cattive azioni; l’imbrigliamento
dell’ego è l’essenza dell’eseguire gli ordini che sarà ricompensato da
Allah più che l’aver compiuto l’intera adorazione di tutti gli uomini ed i
jinn. Gli uomini del giorno d’oggi amano fare qualsiasi cosa che il loro
ego domanda loro. Inoltre dicono di amare Dio e che sarebbero disposti a
sacrificare qualsiasi cosa per Lui. Se veramente amate Dio, allora
tenetevi ben lontani da ciò che Dio ha proibito. GrandSheikh (Q.s.) dice
che viviamo in un tempo in cui il numero delle cose proibite è 800,
quando verrà il Dajjâl (l’Anti-Cristo) non ne porterà alcuna nuova o
sconosciuta. Tutte le cose che sono state proibite dal tempo di Adamo
(a.S.) fino ad oggi possono ora essere trovate in abbondanza e gli uomini
stanno correndo verso di esse, sotto il comando dei loro ego che hanno
eletto a loro Dio. Stanno tutti lottando contro gli insegnamenti di
Muhammad (S.a.s.) perché la sua intenzione fu quella di sradicare il male
dalla terra e di insegnare alla gente come si evita la malvagità. Come
musulmani, stiamo aspettando la venuta dell’Imam Muhammad al-Mahdi
(a.S.), che verrà mandato per ripulire il mondo dal male e dai demoni, e
attendiamo anche il ritorno di Gesù Cristo (a.S.) che verrà inviato per
uccidere l’Anti-Cristo e per ristabilire la Parola della Verità su questa
terra sotto la bandiera del Profeta Muhammad (S.a.s.). Stiamo vivendo per
vedere quei giorni e chiediamo ad Allah Onnipotente di poter essere vivi
in quel tempo in modo tale da poter offrire la nostra mano per ripulire il
mondo dai demoni. Se il lago del male non è prosciugato e seccato, un
numero sempre maggiore di “zanzare” si schiuderà e diffonderà malattie
infettive. Oggi questi laghi del male possono essere trovati ovunque, ma
la gente non li vede nemmeno, non se ne parla quindi di prosciugarli;
piuttosto diventano dipendenti da nuovi “insetti-repellenti”, “insetticidi”
e “programmi di controllo della malaria”, ma essi non riusciranno mai a
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controllare “la malattia” fintanto che non penseranno a come prosciugare
quei laghi. Fino a quando non riusciranno nell’intento, non ci sarà più
pace sulla Terra, più soddisfazione nel cuore della gente, gli uomini
cercheranno di bersi il sangue l’uno dell’altro e comunque di recarsi
danno. Come possiamo combattere il nostro ego e come possiamo
sostenere la nostra pretesa di amare il nostro Signore con il compimento
di azioni che siano a Lui gradite, e non al nostro ego? Il mio
GrandSheikh (Q.s.) dice che se qualche evento o situazione vi si presenta,
osservatela attentamente prima di trovarvici coinvolti e chiedete
onestamente a voi stessi se sia qualcosa che piace al vostro Signore o al
vostro ego. Se è la scelta del vostro ego, allora lasciatela e cercate il
compiacimento del vostro Signore. Sarete così diventato un grande
asceta. “Dal nostro punto di vista, dice GrandSheikh (Q.s.), non è così
importante se uno sia pronto a dare un enorme tesoro in carità ai poveri,
perché questo è facile al confronto dell’abbandonare un azione proibita.
Forse darebbe il mondo intero in elemosina se lo possedesse, ma togliere
lo sguardo da una donna è più di quanto voglia e sia capace di fare. Non
guardate!
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Chi sono gli increduli. Come servono i fedeli. Quale sarà la loro ricompensa.
Il nostro GrandSheikh (Q.s.) mi disse che all’inizio della creazione Allah
creò le nostre anime e chiese loro: Chi sono Io e chi siete voi? Alcune
tra loro risposero: “Tu sei il nostro Signore e questo sono io (nafs).” Altri
dissero: “Noi siamo noi e Tu sei Tu.” Altre ancora risposero giustamente:
“Tu sei il nostro Signore e noi siamo i Tuoi servitori.”
Alle anime a cui i nafs fecero rispondere scorrettamente al Signore, Allah
Onnipotente imprigionò i loro ego per ottantamila anni nell’oscura e
selvaggia “valle della fame”, poi li fece uscire e fece la stessa domanda.
La maggior parte rispose correttamente questa volta, ma una parte
caparbiamente si ostinò a negare. Allah Onnipotente comunque non li
punì di nuovo e li lasciò stare. Quella gente venne poi inviata in questa
vita e anche se tutti nascono con la fede, sono destinati a mostrare la loro
sfrontatezza e diventare così increduli (in questa vita) qui sulla terra.
Questo perché il loro ego li ingannò e li spinse a negare, anche se le loro
anime erano credenti e pronte ad obbedire. Così Allah ci lasciò, ingannati
dell’ego, diventare degli increduli. GrandSheikh (Q.s.) poi mi spiegò quale
fu la Saggezza Divina nel lasciare quella gente, come cechi che non
vedono nemmeno il sole: è per facilitare la costruzione di questo mondo
(Ta’mir ed Dunya). È facile per chi non crede intraprendere e costruire in
questa vita poiché non credono in null’altro e quindi possono dedicare
tutto il loro sforzo e la loro energia nel costruire e sistemare ogni cosa nel
modo migliore per la gente in questa vita. Ma i credenti dato che credono
nella vita futura che sarà dopo questa terrena, e poiché si sforzano in
conseguenza di ciò, non sono così interessati, o non esclusivamente, in
questa vita. Gli increduli che credono soltanto in questa vita, fanno di
tutto per godersela e fan sì di trarre il massimo comfort e piacere da ogni
cosa. Agli increduli è stata data la “Saggezza Satanica” che permette loro
di inventare e sviluppare molte cose. Hanno un immaginazione
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incredibile. Se non fosse per i miscredenti vivremmo ancora nelle grotte,
nelle capanne, o nelle tende. Niente grattacieli, né aerei né transatlantici,
niente registratori né computer, né riscaldamento centralizzato né
elettricità. Nessuna di queste invenzioni o scoperte. Ma gli è stata data la
Saggezza Satanica ed ogni giorno li vedete arrivare con una nuova
trovata. GrandSheikh (Q.s.) proseguì spiegando che in realtà questi
miscredenti sono dei servi per i credenti. Come? Prendete per esempio
questo orologio, costa su per giù 25 sterline. Se vi do 100 sterline sareste
capaci di fabbricarne uno? No, non potete. Gli orientali possono avere
dei soldi, ma non sanno fare gli orologi, forse ora ci provano ma
l’invenzione è occidentale. Quindi 25 sterline non è caro, anche 100
sterline non è caro poiché anche se ve ne do 1000 non potete costruirmi
un orologio così. Sono i nostri servitori e ben volentieri usiamo auto,
luci, aerei, navi ecc... Hanno lavorato e poi ci hanno venduto i loro
progetti. Ora anche noi possiamo produrli ma non possiamo inventarli,
sarebbe troppo difficile, troppi problemi per noi che non siamo
ossessionati da queste cose come lo sono loro. Il Profeta (S.a.s.) disse: “Chi
serve la propria nazione è dei suoi nobili ranghi.” Allah Onnipotente
inspirerà quegli inventori, nel Giorno del Giudizio a dire: “O nostro
Signore siamo stati servi dei Tuoi fedeli ed il Profeta (S.a.s.) disse che chi
serve la gente è di nobile rango, quindi dacci la nostra ricompensa.”
Allah Onnipotente detiene così tanti Oceani di Misericordia che se
dovesse estenderne anche solo uno, nessuno ne rimarrebbe fuori. Se
guardate il cielo lassù, vi potete immaginare che qualcuno ne sia escluso?
Perciò non immaginatevi che qualcuno venga escluso dalla Misericordia
di Allah in quel giorno. Ognuno otterrà quello che gli si addice. I segreti
del Sacro Corano che GrandSheikh (Q.s.) ci dischiude ora, non erano
manifesti nei tempi addietro, essi appartengono all’era in cui Sayyidina
al-Mahdi (a.S.) presiede. Chiunque vivrà in quel tempo vedrà tutti quei
segreti rivelarsi, segreti che per ora stanno sbocciando nel vostro cuore.
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Capire i segreti del moribondo. Il nostro GrandSheikh (Q.s.) disse che tutti coloro a cui è stata donata la
Saggezza Divina accettano il fatto che Allah Onnipotente darà a ognuno dei
figli di Adamo (a.S.) una parte in Paradiso. Anche il miscredente più incallito,
sul suo letto di morte, distoglierà il suo sguardo da questo mondo e perderà la
speranza di goderne. In quel momento anche se la più splendida ragazza si
sedesse sul suo petto, non le volgerebbe nemmeno uno sguardo e se poneste
il gioiello più prezioso nella sua mano, non ne vorrà sapere. In quell’attimo lo
sguardo del suo Signore è su di lui ed il Signore conosce in che condizione è
il Suo servo. Nessuno sa eccetto Allah Onnipotente se egli persisterà nella
sua miscredenza o se si volgerà a Lui prima che la sua anima gli giungerà in
gola dicendo: “O mio Signore!” Quindi la legge dell’Islam proibisce ai
musulmani l’affermare che qualcuno sia morto nella miscredenza (kufr). Ciò
è assolutamente proibito. Questo è un punto molto importante che ci indica
quanto è tollerante l’Islam a confronto di altre religioni. Nessuno sa come
quella persona muore: nella fede o nella incredulità; questo è uno dei segreti
dell’occulto noti solo ad Allah. Il Profeta (S.a.s.) è a conoscenza dello stato di
quella persona fino a che non gli restano sette respiri, quando Allah ordina:
“O mio Profeta (S.a.s.), lascia quel servo a me, ti congedo ora. Poi il nostro
Signore riceve il Suo servo senza intermediari. Questa conoscenza segreta è
una notizia molto buona, da ciò sappiamo che Allah Onnipotente, alla fine, ci
prenderà nelle Sue Mani, non ci lascerà nelle mani del nostro ego e di
Shaytân. Se in quell’ultimo istante i miscredenti crederanno entreranno nella
loro stazione personale paradisiaca che gli fu assegnata nella pre-eternità. La
loro stazione sarà differente da quella in cui arrivano coloro che hanno
creduto prima di essere in punto di morte. Ma ognuno sarà altrettanto felice
nella propria stazione, ne gioirà e considererà ciò che Allah gli ha concesso
il più grande dei favori. A nessuno dispiacerà di trovarsi dov’è, desiderando
un altro posto, non vi sarà né invidia, né dispiacere. Ognuno deve tornare in
fine al suo “Quartiere Generale Celeste”. Questo è il significato del verso del
Sacro Corano che dice:
“In verità apparteniamo ad Allah ed in verità a Lui è il nostro ritorno.”
( Corano 2,156 )
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Così tante cose possono accadere durante il nostro viaggio, ma finalmente
torneremo alla nostra Stazione alla Presenza Divina.
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La saggezza del non provare ad essere insegnanti.
C’è gente a cui piace insegnare a tutti. Dicono: “Io so” e dicono alla
gente “fate questo non quello, leggi questo non quello, segui questo non
quello.” Specialmente gli anziani hanno tendenza a comportarsi così.
Perché quando una persona è invecchiata pensa che solo per virtù della
sua età ha imparato tutto ciò che c’è da imparare, ed è quindi ora in grado
di istruire gli altri. Il nostro GrandSheikh (Q.s.) diceva al suo servitore Abu
Bakr: “O Abu Bakr non cercare di essere un insegnante per gli altri,
quando lasci questa pretesa ed inizi ad ascoltare ciò che la gente ha da
dire, Allah Onnipotente ti insegnerà tramite loro”. Non dire “Io so”
poiché chi così dice non avanzerà ma resterà al livello di conoscenza in
cui si trova. Se invece una persona ha l’umiltà di ascoltare le conoscenze
che altri hanno, guardando se stesso come qualcuno in necessità di
recepire tutto ciò che gli riesce, allora il suo Signore gli insegnerà per
mezzo dei Suoi servi e colmerà il suo cuore con saggezza sempre
maggiore. Non pensate di essere degli insegnanti, nemmeno i Profeti
pretendevano di insegnare ma solamente di trasmettere il messaggio
chiamando la gente alla via di Allah Onnipotente. Quando si
lamentavano della disobbedienza della gente, Allah diceva loro: “Il Mio
ordine a voi è solo quello di chiamare i Miei servitori, non di controllare
se accettano o no. Io sono Colui che conteggia, quindi non badate alle
loro risposte, date il messaggio e lasciateli.” Questo è il comando di
Allah. Egli inoltre dice nel Sacro Corano: “Non conosce il Creatore la
Sua Creazione?” Allah ci chiede ed sta a noi rispondere: “Sì, certamente
mio Signore.” Allah conosce meglio di chiunque le caratteristiche
dell’ego dei Suoi servitori, quest’ego che mai accetta insegnamenti.
L’ego sempre ringhia: “Io so, non c’è bisogno che me lo vieni ad
insegnare tu.” È così orgoglioso, per ciò Allah ordina ai Profeti solo di
chiamare la gente, di ricordare loro ciò che hanno dimenticato. Allah
disse al nostro Profeta (S.a.s.): “Fa loro ricordare (fadhâkkir)!” Questo è il
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miglior metodo. Chi può dunque aver successo nel cercare di far
ricordare il Signore alla gente? Solo colui che sa rendersi uguale ai suoi
studenti, e non si installa su di un piedistallo e guarda tutti dall’alto in
basso. Se può situarsi al loro stesso livello saranno contenti e felici e così
capaci di apprendere. Se tu sei sul sole ed essi sulla terra come puoi
parlar loro? Non puoi. Questa è una caratteristica segreta della gente,
hanno bisogno di sentirsi confortevoli e sullo stesso piano di colui da cui
imparano, perciò i Profeti, nonostante abbiano raggiunto le più alte
stazioni celesti e siano ad esse fermamente ancorati così che le loro
anime non lasciano mai il mondo spirituale, mettono se stessi al livello
delle persone più semplici in modo che queste possano trarne beneficio.
Qui vi narro una storia che potrà illustrarvi questo punto. Quando il
Santo Profeta (S.a.s.) conquistò la Mecca, ripulì la Santa Casa (Ka’aba) da
tutti gli idoli frantumandoli ad uno ad uno. Un idolo comunque era
troppo alto perché un solo uomo potesse farlo a pezzi così Sayyidina ‘Alî
(R.a.), suo cugino, disse al Profeta (S.a.s.): “O Rasulullah, sali sulle mie
spalle così che tu possa arrivarci e romperlo. “O ‘Alî (R.a.) non ce la faresti
a sostenermi, vieni, sali tu sulle mie spalle.” (È risaputo che quando
l’Arcangelo Gabriele (a.S.) discendeva al Profeta (S.a.s.) con una rivelazione,
il corpo del Profeta (S.a.s.) diventava pesantissimo. Una volta le ginocchia
del cammello che montava si piegarono sotto quel peso inaspettato.
Siccome le rivelazioni accadevano senza preavviso, il Profeta (S.a.s.) era
restio a salire sulle spalle di ‘Alî (R.a.) anche se costui era talmente forte
che veniva chiamato il “leone di Allah”). ‘Alî (R.a.) disse “Mi vergogno a
mettere i miei piedi sulle tue nobili spalle, possa la mia anima essere
sacrificata per te!” Il Profeta (S.a.s.) rispose: “Non preoccuparti, te lo
ordino, salta su.” Quando ‘Alî montò sulle spalle del Profeta (S.a.s.) si
trovò immediatamente al cospetto del Trono di Allah Onnipotente (Al
Arsh), la cui gloria e splendore lo trasportò lontano da questo mondo. Il
Profeta (S.a.s.) lo lasciò a rimirare per un po’, poi gli disse: “O ‘Alî (R.a.),
non hai ancora rotto l’idolo?” Alle parole del Profeta (S.a.s.) ‘Alî tornò in
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questo mondo, si trovò di fronte alla statua dell’idolo e iniziò a spaccarlo.
Questa è una prova che il Profeta (S.a.s.) era costantemente alla Presenza
Divina, ma con la sua personalità corporea sedeva, si muoveva e parlava
con la gente comune. Così che anche il più semplice dei beduini lo
comprendeva alla perfezione. Come risultato riuscì a portare il
Messaggio del Signore a tutti. Durante il sermone in occasione del
pellegrinaggio d’addio chiese: “O mia nazione vi ho trasmesso il
messaggio come m’era stato ordinato?” La folla rispose: “Sì, ce lo hai
trasmesso”. Allora il Profeta (S.a.s.) volgendosi al suo Signore disse: “O
mio Signore, sei testimone per la mia nazione?” Questo è un punto molto
sottile, ad ogni persona un differente tipo di conoscenza giunse dal cuore
del Profeta (S.a.s.) e si riversò in lui. Chiunque segue la via del Profeta (S.a.s.)
deve fare come lui, deve rammentare alla gente in modo che Allah gli
insegni tramite la gente. Chiunque vuole progredire deve essere uno
studente, come il nostro Santo Profeta (S.a.s.) che fu uno studente durante
tutta la sua vita.
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“Fermarsi un attimo”
Tratto da: “The Secrets behind the Secrets...”
Schweibenalb 1985
X: Vorrei che ci dicesse qualcosa riguardo al Salvatore.
Sheikh Nâzim: “Così diciamo: “Bismillâhi r-Rahmãni r-Rahîm. Dalle
nostre tradizioni sappiamo ciò che accadrà nel futuro. Ogni credo
menziona gli ultimi giorni, i loro segni e quello che accadrà prima del
Giorno del Giudizio. Ogni religione menziona anche una persona che
così è stata chiamata: Anti-Cristo. Il gruppo che sarà con lui sono le
persone che sono sempre in contatto con il demonio e chi cade
facilmente sotto il controllo del demonio. Essi saranno con l’Anti-Cristo,
perché essi sono maligni in loro stessi. I demoni li porteranno alla fonte
del male e dei demoni: all’Anti-Cristo. Un altro gruppo di persone si
preparerà per il Salvatore: per Mahdi e per Gesù Cristo (a.S.). loro sono i
Salvatori. Essi vengono a salvare la gente dal male e dai demoni. Poiché
nel nostro tempo i demoni hanno eletto a loro regno questo pianeta:
dall’est all’ovest e da nord a sud. Noi siamo sostenitori dei loro regni. Ed
io sono spiacente di dire che il genere umano sostiene il male ed i
demoni. Ma noi siamo sostenitori, forti sostenitori. Presto terribili eventi
succederanno sulla terra poiché noi sosteniamo Satana ed il suo regno. E
come punizione per il nostro sostegno, un grande fuoco verrà. Una
tempesta di fuoco soffierà dall’est all’ovest e dall’ovest all’est, da nord a
sud e da sud a nord, dai continenti agli oceani e dagli oceani ai
continenti. Questa è la punizione per l’umanità perché sostiene il regno
dei demoni sulla terra, e perché sostengono l’Anti-Cristo. Perciò i
Salvatori, Mahdi e Gesù Cristo (a.S.) devono venire. Ed essi
distruggeranno il regno dei demoni sulla terra. E noi invitiamo tutti voi
ad essere sostenitori dei Salvatori e non sostenitori dei demoni. Perché i
sostenitori dei demoni moriranno, mentre i sostenitori dei Salvatori
saranno salvati. E colui che fa i piani e dispone del tempo, Egli è
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assolutamente puntuale. Quando sarà scaduto il tempo, nessuno potrà
alcunché. Quindi figlie e figli miei, voi siete liberi di essere sostenitori
dei demoni o dei Salvatori. Se siete venuti qui per imparare come
bruciare il vostro ego, a bruciare il vostro male e i vostri demoni nel
fuoco1, allora potete essere felici. Se siete venuti per un pic-nic, allora
state dando al vostro ego ancora più potere. In questo posto dovete essere
così attenti a voi stessi, il vostro scopo dovrebbe essere quello di
distruggere il regno dei demoni. Forse le mie parole possono suonarvi
strane, perché non avete mai sentito cose simili prima. Ma se cercate di
equilibrare la vostra mente con la saggezza che è in voi scoprirete che è
vero. Allora voi dovrete decidere qual è il vostro obiettivo.
Y: “Vorrei fare una domanda. Come possiamo decidere, quando tutto è
prestabilito. Perché, come avete detto prima, tutto è già pianificato.
Come noi siamo qui seduti e tutto il resto. Per cui come possiamo noi
decidere quando tutto è già stabilito, se è già deciso se noi faremo questo
o quello? Com’è che noi decidiamo?”
Sheikh Nâzim: “Si, ogni cosa è programmata. Ma noi, il genere umano,
siamo stati onorati e abbiamo nelle nostre mani la volontà. Noi non
siamo come le altre creature. E questo è il suo significato: poiché noi
abbiamo la Volontà, dobbiamo cercare di fare del nostro meglio.
Dobbiamo cercare di non andare fuori programma, ma di andare secondo
il programma. è come quando un treno arriva ad un incrocio tra la
Germania e la Svizzera. C’è una chiave per aprire una via o l’altra.
Come volete, in Germania o in Svizzera. Ma è già stato programmato,
questa via o quella. Questo è il nostro onore. Noi non siamo animali
soggiogati. Quindi dovete comprendere cos’è il vostro onore. Il grado
più elevato è quello di abbandonare la propria volontà per quella del
Vostro Signore e dire: “Come vuoi Tu.” Quando arrivai qui, Dr. Ibrahim
Il discorso fu tenuto in un centro di seguaci di Babaji e l’allusione è alla puja,
il rito del fuoco che gli induisti sono tenuti ad offrire.
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disse: “O Sheikh Nâzim dopo la preghiera la porterò con la mia macchina
per cinque minuti in un posto molto bello.” Prima pensai di dirgli quale
fosse la mia volontà, poi dissi: “Lascio a lui la mia volontà, perché
conosce questi posti bene, meglio di me.” E sono contento perché ho
rimesso a lui la mia volontà. E spero che sarò contento quando lo
seguirò. Allora come potrei non essere soddisfatto della volontà del mio
Signore? Egli sa meglio se devo andare in Germania o in Svizzera. Ma se
voi preferite usare la vostra volontà va bene lo stesso. Ma farete un
errore”.
Y: “Come possiamo capire qual è la Volontà Divina e qual è la nostra?”
Sheikh Nâzim: “La potete capire se vi fermate un attimo. Voi siete
creature celesti, non della terra ma celesti! Metà della vostra struttura è
dalla Terra, il resto è Divino. Così se volete conoscere qual è la Volontà
Divina, voi dovete tagliare tutti i legami con questa vita ed essere con il
vostro Signore solo per un minuto e chiedergli di darvi un segno: luce
rossa o luce verde per ciò che volete fare. E questo accadrà! Tutti
abbiamo questi tipi di segni, ma non ne facciamo uso. Per esempio
un’abitudine tipicamente turca è quella che quando vediamo un semaforo
non ha importanza per noi se sia rosso o verde. Si va avanti, dobbiamo
muoverci sempre, non siamo interessati.... Se l’uomo ha fatto le luci
verdi e rosse per il traffico, non pensate che il vostro Signore le abbia
fatte anche per voi? Solo che non ci alziamo mai in piedi e chiediamo al
nostro Signore: “O mio Signore, sono meravigliato, o sorpreso, sono in
dubbio su quale via sia la tua Volontà.” Voi non lo chiedete mai questo!
Vi do ora il permesso di chiedere ogni qualvolta ne abbiate bisogno.
Dovete farvi un doccia, con acqua calda o acqua fredda. Dovete trattare il
caso seriamente. Dovete essere seri riguardo al vostro futuro. Dovete
essere in un posto tranquillo, rivolgere il vostro saluto ad Allah, il vostro
Signore. Poi dovete sedervi e dire: “O mio Signore, avrei intenzione di
fare questa cosa, e chiedo che la mia volontà segua la Tua Volontà.
Dammi il giusto segno per questo scopo!” Vi verrà allora data luce verde
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o luce rossa. E impossibile fare così e non ricevere una risposta. Questa è
una semplice forma di istikhâra1 e ora sto dando loro libero permesso di
chiedere. Questo è per chiunque sia interessato nel suo futuro ed è per
sapere se state seguendo la volontà del Signore oppure no. Chiunque può
farlo ora dall’est all’ovest. Non solo un gruppo. Tutti coloro che sono
interessati possono farlo e lui o lei sarà soddisfatto. Verrà loro sempre
data luce rossa o luce verde! C’è una condizione: non chiedere riguardo a
cose che sono già chiare! Sarebbe come arrivare alla fine di una strada e
chiedere di andare avanti. Se è già chiaro, dovete accettare e non
chiedere. O se la direzione vi è già stata mostrata, non c’è bisogno di
chiedere, perché è già chiara. O se dice: “Vietato entrare!” è chiaro e non
c’è più bisogno di chiedere. Avete capito?
Preghiera colla quale si richiede un segno da Allah per poter effettuare la scelta
migliore.
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Le sole notizie che attendo.
Sweibenalp, 1985
Sheikh Nâzim: “Si. Ora arriviamo ad una nuova stazione nel nostro
incontro, e questa è la domanda di Kalkatti: “Perché ogni persona di
buon cuore soffre per la sofferenza degli altri?” Come chi ha un paziente
in casa soffrirà perché il malato sta soffrendo. O se qualcuno ha 40
bambini e uno di loro viene rapito. Non soffriranno solo i suoi parenti
No! Certe volte anch’io sono molto arrabbiato per queste cose. E soffro
finché non sono liberi. Quello che voglio dire è questo: che tutte le
persone di buon cuore soffrono con la gente. Perché la gente soffre e la
sofferenza non genera felicità. Questi sono gli insegnamenti di tutti i
Profeti. Non è umano essere felici in mezzo alla gente infelice. Non
potete esserlo. E Kalkatti sta chiedendo, perché vedo che lei sta
soffrendo per la sofferenza della gente e come ogni persona di buon
cuore, sta cercando un Salvatore dell’umanità. Anch’io sono una di
quelle persone che stanno aspettando un Salvatore e che cercano mattina
e sera di sentire sue notizie. Queste sono le sole notizie che attendo, le
notizie del Salvatore. Perché vedo che tutta la gente è caduta in una
profonda vallata e non ha i mezzi per risalire dal fondo della vallata fino
alla cima. Io sto cercando una Mano Divina che raggiunga il fondo della
vallata e tiri fuori la gente. Kalkatti cerca quel Salvatore. Come credenti
nelle tradizioni, crediamo in un Salvatore che verrà prima, precedendo il
ritorno di Gesù Cristo (a.S.). Si... deve venire come Salvatore, prima di
Gesù Cristo (a.S.). Nella nostra tradizione il suo nome è: Muhammad al-
Mahdi (a.S.). Egli sta arrivando ma la sua venuta sarà dopo una grande
guerra. Le nostre tradizioni ci dicono che la Grande Guerra sarà l’ultima
guerra. Sarà combattuta dalle grandi potenze l’una contro l’altra. Non
dite che la Svizzera è un paese neutrale, o l’Austria o il Lussemburgo o la
Svezia, no! Quando verrà la tempesta, sarà dall’est all’ovest, completa,
totale. Anche dall’ovest all’est. Dai continenti agli oceani e dagli oceani
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ai continenti. Deve essere così e in quella grande guerra il Salvatore verrà
come una mano divina dai cieli alla terra e fermerà la guerra. Perché
adesso quando piccoli paesi si combattono arrivano i grandi e dicono:
“Stop!” Ma come sarà quando i grandi dragoni verranno a combattere?
Nessuno può fermarli eccetto la Mano Potere Divino che dirà loro:
“Allahu Akbar!”, “Dio è il più grande!” Allora dovranno fermarsi.
Questo sarà il primo Salvatore il cui nome ci è stato dato, tramite le
tradizioni come Muhammad al-Mahdi (a.S.). Dopo breve tempo apparirà
un tiranno, ben conosciuto nella tradizione come l’Anti-Cristo. Sarà il
più temibile tiranno per i figli di Adamo (a.S.). Il mondo intero nel suo
tempo entrerà in sofferenze e problemi senza fine. Allora il secondo
Salvatore, Gesù Cristo (a.S.), discenderà dal cielo alla terra. Incontrerà
Mahdi (a.S.) a Damasco presso la tomba di Giovanni Battista (a.S.), il figlio
della zia di Gesù (a.S.), Elisabetta (R.a.) moglie di Zaccaria (a.S.). Egli è
sepolto a Damasco sotto una splendida cupola. Gesù (a.S.) arriverà sul
minareto di quella cupola verso l’est. Quando la gente sarà giunta per la
preghiera di fajr (preghiera del mattino), Gesù Cristo (a.S.) verrà e due
angeli lo proteggeranno con le loro ali e lo porteranno giù. Avrà un
turbante verde e sarà risplendente. Egli ha il più bel viso, bianco e rosa.
La sua barba è rossa ed è grondante di sudore. Lui ha una spada. Quando
era sulla terra non aveva mai toccato una spada, ma ora viene come il
Salvatore. Nel suo tempo tutta la tecnologia sarà finita. La Sua spada può
raggiungere qualsiasi punto in cui voglia mandarla. È una spada
miracolosa, una spada Divina. Il suo Signore gliel’ha data per salvare la
gente dalle mani dell’Anti-Cristo. Egli arriverà per la preghiera di fajr, la
moschea sarà piena di gente e staranno tutti pregando, poiché è sempre
ora della preghiera per i Profeti e le loro nazioni. (Gesù Cristo (a.S.) in
ogni modo pregava il suo Signore, non pregava a se stesso o alla croce.
No! Lui si inginocchiava di fronte al Suo Signore.) Lui è il Salvatore e
non lascerà nessuno dei seguaci dell’Anti-Cristo sulla Terra. Quando
avrà salvato la gente dalle mani dell’Anti-Cristo, ci saranno 40 anni di
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pace assoluta sulla terra. Gli uomini vivranno come in paradiso. In quel
tempo non ci sarà bisogno di aerei, di navi o di automobili. Nulla! Ad
ogni persona verranno dati poteri miracolosi tramite Gesù Cristo (a.S.). Se,
per esempio, guardo alla seconda collina di quella montagna e dico
“Bismillah!” “Nel nome del Signore, Onnipotente Allah!” che significa
“Col tuo Divino Permesso, o mio Signore”. Mi hai onorato di essere tuo
deputato. Io chiedo a Te! E se Lui dà il permesso allora potrai mettere il
tuo piede da qui alla seconda collina di quella montagna. Se vi volessi
dare maggior spiegazioni di quei tempi miracolosi, arriverebbe l’ora di
fajr (alba). Ci è stato ordinato di dirvi alcune cose su quei tempi
miracolosi e sugli avvenimenti che si stanno avvicinando per trasformare
in felicità la vostra infelicità, per farvi essere più pazienti e darvi un
assaggio di quei tempi felici. Quanto più potete ascoltare, tanto più
potete credere e potrete raggiungere la felicità velocemente. Non è solo
una speranza. Sta per diventare per voi una realtà poter vedere al-Mahdi
e Gesù Cristo: che Allah li benedica. Grazie per la vostra attenzione.
55
Lã ilâha ill’Allah.
Abbiamo bisogno di chiedere il perdono di Allah. Senza perdono non
abbiamo un riparo e si incorre in così tanti problemi. Abbiamo bisogno
della Sua benedizione e dei Suoi Oceani di Misericordia. Il riparo più
solido è nel credere e dire: Lã ilâha ill’Allah. Non c’è alcun Dio
all’infuori di Iddio. Anche se lo diciamo solo con la nostra lingua e non
con il nostro cuore, ci è di beneficio. Così che il fuoco infernale non
brucerà il corpo. Ma brucerà tramite il cuore. Perciò è importante credere
e recitare attraverso il cuore. La protezione perfetta per il corpo fisico e
per quello spirituale la si ottiene tramite il cuore e la lingua. Questo è il
primo rifugio: dichiarare l’Unità Divina. Affermandola entriamo in una
fortezza Divina e colui che entra sarà esente da problemi, fastidi,
turbolenze e brutte situazioni, non sarà né bruciato, né punito. Quella
dichiarazione può proteggere l’intera umanità. Allah può ogni cosa. Lui
può salvare un’intera nazione che dichiara Lã ilâha ill’Allah. Ora le
nazioni partono alla guerra, non solo i soldati, ognuno vorrebbe
distruggere..distruggere. L’Umanità ha perso la misericordia l’uno verso
l’altro, e costruisce armi tremende. La prima protezione è Lã ilâha
ill’Allah, quindi pregare, l’adorazione, il servire il Signore ed il
prostrarsi. Anche le buone maniere con la gente, l’essere d’aiuto, aver
misericordia e compassione sono una protezione.
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Il desiderio comporta sofferenza.
Sweibenalp, 1985
Sheikh Nâzim: “Bismillâhi r-Rahmãni r-Rahîm. La hâula ua la qûwwata
illa billâh.” Quando sarete niente, raggiungerete pace e felicità.
Raggiungerete la Verità e uscirete dalla sofferenza. Quelli che vogliono
essere qualcosa, portano con sé il carico della sofferenza. Per molti anni ho
perseguito questo scopo: essere nulla. Se mi chiedete: “Lo hai raggiunto?”
Io vi dico: se mi chiedete se sono felice e vi rispondo di sì ciò significa che
l’ho raggiunto. Altrimenti non avrei mai potuto raggiungere la felicità.
Perché se abbandonate la vostra esistenza temporale ed entrate negli
Oceani dell’Eternità voi scomparirete. Allora le sofferenze non vi potranno
più raggiungere. Se uno viene lanciato dalla terra verso lo spazio, c’è un
livello entro la quale la gravità lo porterà verso il basso. Ma se raggiunge
una certa distanza, non c’è più gravità a tirarlo giù verso la terra. Sarà
quindi in pace, senza problemi. Fino a quella distanza vi sono sofferenze,
pericoli e paure. Ma oltre non c’è più pericolo. Può andare lontano senza
mai più cadere. Se va oltre il controllo, andrà nello spazio. Non cadrà sulle
nostre teste. Sì, sarà libero. In quanto uomini, noi siamo come stelle che
corrono lungo le loro orbite. Noi corriamo attorno ai desideri del nostro
ego. Ogni desiderio che viene dal nostro corpo fisico ha una sua gravità,
una speciale gravità che spinge le nostre anime verso il basso. Se non vi
liberate dai vostri desideri è impossibile che vi salviate dalla sofferenza,
poiché ogni desiderio porta con sé una sofferenza. Non potete immaginare
un desiderio che non comporti alcuna sofferenza. Forse per una persona il
più grande desiderio può essere il matrimonio. E questo matrimonio porterà
con sé necessariamente molte sofferenze. In Europa in modo particolare.
Vedo che in Europa il matrimonio è pieno di sofferenze e che la gente sta
allontanandosi dal matrimonio. Così quando vedo una coppia e domando:
“Chi è?” lei risponderà “Il mio ragazzo” e lui dirà “La mia ragazza!” Anche
quando sono solo “un ragazzo” e “una ragazza” essi si caricheranno di
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sofferenze. Poiché è un desiderio avere un ragazzo o una ragazza. E un
desiderio del nostro ego. Perciò causerà delle sofferenze. Cos’è la
sofferenza? Forse dopo un po’ il suo ragazzo la lascerà e lei sarà
contrariata. E questa è una sofferenza per lei. Oppure dopo un po’ lei lo
lascerà e lui incomincerà a piangere. Ed è un uomo! Molti uomini piangono
per una donna. Non è vero? Voglio dire che ogni desiderio causa una
sofferenza all’umanità. Senza soffrire non potete soddisfare alcun
desiderio. Forse saranno piccole sofferenze o lunghe. Magari pesanti
oppure leggere, ma sofferenze ci devono essere. Quindi se vi trovate a quel
livello dovete soffrire. Quando abbandonerete tutti i desideri del vostro
ego, allora nessuna gravità vi attirerà entro l’area della sofferenza. Avrete
raggiunto l’area che è libera da ogni sofferenza. Quello che vi sto dicendo è
la verità e non un parto della mia immaginazione. E qualcosa di cui potete
avere una prova o che state già sperimentando. Noi ora stiamo chiedendo di
raggiungere un livello dove non c’è più sofferenza per la gente. Questa è
l’area in cui avrete lasciato ogni desiderio che appartiene al vostro ego e
nella quale potrete seguire la Volontà del vostro Signore. Non penso che
gente felice venga in questo posto. Posso vederlo con il mio cuore. Se
venite a cercare la felicità, dovete conoscere le vie per raggiungerla.
Generalmente è gente sofferente che viene e cerca la via per uscire dalla
sofferenza. Ma a volte guardo e vedo che qualcuno che cerca la felicità e
chiede di abbandonare la sofferenza, quando viene in un posto come questo
cade in sofferenze ancora maggiori. Persone simili sono come chi cerca di
estinguere un fuoco con la benzina. A volte esercizi spirituali lavorano
contro il nostro soffrire ma a volte possono farlo aumentare. Alcuni
esercizi possono essere utili e altri possono essere dannosi. Alcuni esercizi
sono utili per le donne ma non per gli uomini, altri utili per gli uomini ma
non per le donne. È per questo che abbiamo così tanti metodi al giorno
d’oggi. Ma è importante conoscere le dosi dei metodi che vogliamo
utilizzare....Da quando sono arrivato qui non ho ancora visto una faccia
felice. Eccetto il dottore. Perché è un dottore! Le altre sono serie,
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addolorate, tristi... Se c’è un sorriso è solo dal viso, non viene dal cuore.
Si... mi capite? È importante che ognuno conosca se stesso o se stessa per
essere capace di curare. Ed anche sapere da dove incominciare e quando
fermarsi. O sarete come chi vuole cucinare e mette di tutto in una pentola
senza sapere quando si deve spegnere. Poi quando va ad aprire vede che è
tutto carbonizzato. Per cui è cosa della massima importanza avere cura di
se stesso, perché potete sapere di voi stessi più di chiunque altro. I desideri
ai nostri giorni si moltiplicano. Possiamo anche dire che i desideri di
quest’anno sono aumentati rispetto all’anno precedente. Non è così? Si...
ogni anno aumentano. Non ci fermiamo agli stessi desideri. Quest’anno
potremmo essere soddisfatti con quello che abbiamo. Ma quando l’anno
passa, voi direte: “O, questo è fuori moda, ho bisogno di un modello alla
moda. Questo è vecchio, devo comprare il modello nuovo!” Così i desideri
aumentano ogni mese ed ogni anno, passo dopo passo. E qual è la ragione?
Ci dev’essere una ragione. Poiché senza una ragione sarebbe impossibile. Il
motivo per cui i desideri aumentano nel nostro tempo è che la nostra fede
sta diventando debole. È la fede che dà un sostegno alla vita di tutti noi. Se
non c’è la fede il nostro spirito non dà alcun sostegno al nostro corpo
fisico. Qualcuno è venuto da me oggi e mi ha detto: “La tua pelle non è
quella di un uomo vecchio. Tu non hai 75 anni!” E questo è vero, perché se
il vostro corpo ha il sostegno della vostra anima allora resterete sempre allo
stesso livello e non diventerete vecchi ed inutili. Ma chi dipende solo dal
proprio fisico, decadrà velocemente. Nel nostro tempo la fede sta calando.
Se perdiamo la fede nella vita eterna significa che il nostro desiderare deve
essere soddisfatto entro un periodo di tempo breve, entro la nostra vita. E
così tutti corrono a soddisfare sempre più desideri. Ma se correte dietro ai
vostri desideri vi stancherete. E non potete essere soddisfatti quando avete
così tanti desideri. Se una persona pensa che morirà domani e ordina:
“Oggi devo mangiare quanto più mi è possibile” e mangia e mangia e
mangia e dice: “Portate, portate...” Che cos’è questo? Sentirà ancora il
sapore dopo un piatto? Il gusto si fermerà. Sforzarsi a mangiare troppo non
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ha senso. In questi tempi la gente nega tutto ciò che riguarda la vita eterna.
Quindi chiede sempre più divertimenti per il corpo fisico. Dovreste sapere
che contate solamente per uno. Non siete qui per due. Non potete mangiare
due porzioni. Se mangiate troppo, dopo dovrete preoccuparvi di non
diventare troppo grassi. Significa, non potrete mai realizzare tutti i vostri
desideri. Perché il nostro corpo, i suoi poteri, le sue qualità e capacità sono
limitate. Un’automobile può andare a 200 km all’ora, basta schiacciare
l’acceleratore. Ma più di 200 non può fare. Essere miscredenti rende
infelici e crea “gente senza cervello”. La ragione del nostro soffrire è che
non possiamo soddisfare i nostri desideri. Così soffriamo: “Perché non
posso soddisfare i miei desideri?” “Perché è impossibile.” Non potete
mangiare tutte le pietanze. Non potete possedere tutte le donne! Ma volete
avere tutto per voi stessi! Questo è follia.
Se volete bere perché avete sete e correte all’oceano, potete bere, ma la
vostra sete non sarà mai soddisfatta. Però se prendete una sola tazza di
acqua di sorgente sarà sufficiente per voi. Invece la gente corre verso
l’oceano! E poi scoppieranno dal troppo bere. Questo è il problema del
nostro tempo. Questa è la sofferenza: non essere soddisfatti di ciò che ci è
stato assegnato. Questa vita è per tutti! Ma noi siamo ancora come bambini
piccoli. Perché un bambino prenderà tutti i giocattoli che vorrete dargli. E
se un altro bimbo viene, li vorrà tenere per sé e dirà: “Questo è mio!” La
gente cresce nell’età ma non allena il proprio ego. Il loro ego è lo stesso di
quello dei bambini piccoli. Le stesse caratteristiche. Tutti vogliono avere
tutto per sé e niente per gli altri. Questa è la causa delle sofferenze. Perché
credono in una sola vita, per cui devono divertirsi quanto più gli è possibile
in questo mondo. E non è possibile curare persone simili. Moriranno
soffrendo. Vari livelli di sofferenza li sopraggiungeranno. Dovranno morire
nella sofferenza. Non potete trovare un rimedio per ciò. Se non iniziate a
credere nella vita eterna, la cura è impossibile. Possono venire qui a
Schweibenalp ma faranno ammalare anche il dottore, e anche lui soffrirà.
Nessuno potrà ottenere la felicità senza credere nella vita eterna. Chi crede
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nella vita eterna dice: “Questo è abbastanza per me, il resto lo possono
prendere gli altri.”
61
Da Dunya a Maula.
Tratto da: “From Dunya to Maula.” Cipro 1990
Shaytân cerca di rendere gli uomini sporchi nella loro menti e nelle loro
intenzioni. I Profeti cercano di purificarli. Allah prova i suoi servi per
vedere se sono puri o sporchi, obbedienti o disobbedienti, buoni o cattivi.
Sempre l’umanità è tra due poli, quello positivo o quello negativo.
Giornalmente siamo messi alla prova, se siamo sulla via del Paradiso o
su quella infernale. Ci è stato ordinato di portare attenzione ad ogni
passo. ‘Abd ul Khâliq al Ghujdawâni disse: “Da 37 anni non ho mai
camminato sullo sporco.” Intendeva dire che era cosciente di ogni azione
e passo compiuto. Non era addormentato né ubriaco, gente in quelle
condizioni non possono sapere dove camminare. Shaytân cerca di
rendere la gente sporca o ubriaca per poi poterla usare per i suoi
propositi. Allah guarda ai suoi servi costantemente. Se una persona
muore, l’angelo della morte Azraîl (a.S.) porta la sua anima alla Presenza
Divina. Allah gli chiederà se il suo servo era sulla buona o sulla cattiva
strada. Egli sa, ma grazie alla risposta anche gli esseri celesti saranno
testimoni. Se l’angelo dirà che l’ha trovato sulla buona strada Allah
ordinerà di portarlo in Paradiso. Ma se l’avrà trovato su una brutta strada
verrà portato negli inferi. Azraîl vede solo le azioni esteriori. Allah
guarda i cuori e chiede: “Con chi era il suo cuore? Dove volgeva il suo
viso, verso Dunya1 o verso Maula2? Se i suoi occhi erano volti verso di
Me ditegli di raggiungermi. Egli mi appartiene e anch’io lo voglio. Il
grosso problema dell’umanità è che i loro occhi non sono volti verso il
Signore. Quindi non ottengono soddisfazione, pace, saggezza. Siamo
come canne vuote. Solo le canne da zucchero sono piene di succo. La
gente è di due tipi. Tante canne ordinarie e poche canne da zucchero. Noi
Mondo materiale.
Reame dello Spirito.
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cerchiamo di rendere la gente più interessata al Signore che alla vita
transitoria. Tutti i Profeti hanno cercato di dirigere l’umanità verso il
Signore. Ma coloro che si ostinano a non voler guardare verso di Lui e
preferiscono Dunya saranno i perdenti, disonorati ed infelici. Ogni vero
Sheikh cerca di portare i cuori dei suoi discepoli da Dunya verso il
Signore. Non dite che è impossibile! Se è vostra intenzione proseguire
potete andare dalla terra su fino al Trono Divino. Se chiedete e seguite
fermamente potete raggiungere ogni stazione sino alla Presenza Divina.
Il tempo di Al-Mahdi (a.S.) Le sorgenti d’amore.
Cercate di cancellare inutili ricordi dalla vostra mente. Quando verrà
Sayyidina Mahdi (a.S.), il GrandSheikh Naqshbandi di quel tempo avrà
l’ordine di aprire i cuori della gente. Colui che in quegli anni si prenderà
cura del mondo sarà la fonte dell’amore per l’umanità. La mattina si
inizierà con lo dhikr, seguirà la preghiera poi ancora dhikr: essi
nuoteranno in oceani d’amore. Nessuno chiederà di bere o mangiare.
Qualora si mangiasse, si riceverebbe luce da quel cibo, sarà un cibo
naturale delizioso in una mensa che discende dal cielo. Ognuno avrà la
sua parte, lo dhikr la consumerà, così nessun bisogno di toilette. In quel
tempo l’uomo assumerà sembianze celesti. La gente comune vestirà il
manto della santità e gli Auliyâ saranno sorgenti d’amore. Sorgenti
d’amore, ovunque si troverà amore divino. A voi si volgeranno i boccioli
di rosa e gli uccelli vi circonderanno per ricevere da voi quell’Amore
Divino. La vita sarà dedicata ad Allah solamente. Questo è il motivo per
cui siamo stati creati. La perfezione della creazione apparirà in quei
giorni.
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64
La protezione per gli ultimi giorni.
Allah Onnipotente non ci rende stanchi, ma bensì ansiosi di servirlo: Egli non
ci appesantisce col le adorazioni. Gli angeli non si stancano mai, fanno
sempre dhikr e ricevono sempre più energia dalle loro glorificazioni. Lo
dhikr dà sostegno anche alle nostre anime che a loro volta sostengono i nostri
corpi. Se l’anima lascia il corpo nulla lo sorregge più, il sostegno spirituale
termina e giunge la morte. Tramite il nostro dhikr troviamo in noi stessi
maggior tranquillità, fiducia, soddisfazione, felicità e pace. Quanto più si
dedica tempo alle pratiche spirituali, come l’adorazione o il servizio, tanto
più troveremo un’intima soddisfazione in noi stessi. Gli uomini ricercano e
vogliono il piacere esteriore, ma da ciò non viene mai né felicità né pace.
Vorrebbero esser dei re o dei miliardari ma le cose materiali non danno mai
soddisfazione; solo la glorificazione del Signore soddisfa e protegge, ora e
nel futuro. Quanto più fate dhikr tanto più sarete protetti. Stanno arrivando
giorni difficili e tremendi, la gente correrà a cercare un posto sicuro.
GrandSheikh (Q.s.) disse: “Se vi trovate in una situazione che vi spaventa, fate
subito wudhû (abluzione), se ciò non basta fate il ghûsul (doccia), vi calmerà
i nervi.” Se non è sufficiente stendete il vostro tappeto e pregate. Questa è la
più grande protezione, qui e nell’aldilà. Durante la prima guerra mondiale
GrandSheikh (Q.s.) si trovava nei Dardanelli durante i più aspri combattimenti,
in un centro di comando dell’esercito. Stette là fino alla fine. Migliaia di
uomini morirono. Una volta stava pregando duhâ1 e la marina nemica li
stava bombardando. Arrivò una bomba enorme ed esplose esattamente dove
Lui stava pregando. Circa 37 persone morirono, tutto era immerso nella
polvere. Il generale disse: “Il nostro Sheikh è morto!” Quando la polvere si
diradò lo trovarono più lontano che stava ancora pregando sul suo tappeto. Il
generale corse da lui e gli chiese: “O Sheikh che cosa è successo?” “Niente è
successo” replicò lo Sheikh “eccetto ciò che la Volontà di Allah ha voluto che
accadesse. Stavo pregando duhâ senza guardare né a destra né a sinistra e
senza nulla temere.” “O Sheikh” disse il generale “quella preghiera ti ha
Preghiera facoltativa della tarda mattinata.
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salvato. Prometto che da ora in poi non mancherò più una preghiera. Finora
pregavo per timore vostro, non di Allah, tante volte non ho pregato e non mi
è mai successo nulla. Ora temo però che la punizione possa giungermi per
tramite vostro.” Fintanto che siete sul tappeto della preghiera nessun male
può toccarvi. La glorificazione è la prima e la miglior protezione per
l’umanità. I giorni più tremendi e spaventosi si stanno avvicinando. La gente
passerà vicino alle tombe e dirà: “O uomini sepolti, siete fortunati a non
vedere questi giorni. Mi piacerebbe stare al vostro posto.” La prima
condizione per la protezione è credere in Dio, la seconda è continuare a
compiere gli atti di adorazione. Correte a stendere il vostro tappeto della
preghiera e pregate, fate dhikr e glorificate Dio: non c’è nessuna protezione
adesso all’infuori di questa. Nemmeno un intero esercito può salvare una
singola persona. Gli angeli glorificano senza mai stancarsi e di ciò si nutrono.
Il potere di un angelo è sufficiente per spazzar via il potere dell’intera
umanità; questo speciale potere può fermare tutto in un momento. Una
persona con poteri spirituali può portare via tutti gli armamenti nucleari in un
istante. Noi non temiamo le armi atomiche. Non sarà come credono e
pensano poiché il controllo è sempre nelle mani di un Wali. Il mondo è sotto
il Controllo Divino. Sopra ad ogni bomba risiede un jinn. Gli uomini pensano
di esser loro a controllare, ma in realtà non controllano nulla. Ci sono i
cinque Qûtub (Poli Spirituali), sono loro che controllano. Allah ama essere
glorificato e ce l’ha ordinato. Questo ci dà potere e pace. Cercate di dire più
spesso: “Lã Ilâha ill’Allah” dite “Allah, Allah”, fate Salawât. Cercate di
dedicare più tempo per ottenere potere spirituale. Ogni atto d’adorazione,
ogni dhikr aiuta dandoci più amore per il Signore e la vita reale giunge
attraverso l’amore. I Santi dicono: “Gli uomini senza amore sono come morti
che camminano sulla terra!” L’amore è vita, è luce, è la nostra perfezione.
Fintanto che il vostro amore cresce, voi vivrete una vita gioiosa, felice. Lo
scopo principale della tarîqa è quello di educare la gente allo dhikr così che
possano ricevere da esso sostegno e potere. Il tempo del Qiyâmat (Giorno del
Giudizio) si sta avvicinando. Centinaia di segni si sono già manifestati, ed
uno di questi è che gli uomini lasciano la glorificazione di Dio. Le sofferenze
piovono su di loro. Poi chiedono ai farmaci la cura. Tutte le malattie se ne
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vanno glorificando il Signore. Attraverso il vostro amore per Dio potete avere
salute, gioia e felicità in questa vita ed in quella futura.
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Sulla conoscenza e la saggezza.
Chiedete tutto ciò che volete a chi è in grado di dare. Chiedete ciò che
volete al vostro Signore. Egli dà liberamente e noi siamo i suoi servitori.
È estremamente importante conoscere Allah e credere in Lui. Quanto più
Lo conoscete tanto più il vostro cuore sarà soddisfatto e non avrete alcun
dubbio che Egli vi darà in questa vita ed in quella futura. Allah non
rifiuta mai le richieste dei suoi servitori, i quali però a volte chiedono
qualcosa con il loro ego e la loro richiesta non può quindi venir
soddisfatta in questa vita. Allah darà loro quello che cercano nella vita
futura. I servitori possono chiedere qualsiasi cosa, ma se non è adatta a
loro secondo la Saggezza Divina, la loro richiesta verrà soddisfatta nel
Giorno della Risurrezione. Cercate di ottenere maggior conoscenza
riguardo al vostro Signore e maggior saggezza, vi aiuterà a raggiungere la
vostra stazione spirituale. La conoscenza da sola non basta, serve ad
organizzare la vita terrena. Per raggiungere i cieli avete bisogno della
saggezza, dovete inseguirla e ricercarla. A tutti i Profeti ed i Santi è stata
concessa la saggezza ed essi la usano per avvicinarsi alla Presenza
Divina. Se chiedete vi sarà concessa. Gli europei sono molto contenti nel
poter leggere testi sulla saggezza degli antichi, ma qual è il beneficio? Se
non vi viene data personalmente è soltanto come la fotocopia di un
assegno di un milione di dollari, non potete usarlo. Dovete cercare una
posizione in cui Allah sia soddisfatto di voi ed Egli vi concederà la
saggezza: se Egli non è soddisfatto di voi, non vi darà nulla. Ci sono
infiniti Oceani di Saggezza, ve ne può dare senza limite, tanta quanta ne
potete prendere. Molta gente legge, legge, ma non è abbastanza. Dovete
sapere come Profeti e Santi ci sono arrivati: essi hanno reso il Signore
soddisfatto di loro. Come? Se lo sapeste gli Oceani della Saggezza vi si
schiuderebbero e raggiungereste lo spazio come un razzo. Avete bisogno
di allenamento e di cura. L’allenamento contro l’ego rende il Signore
soddisfatto di voi. L’ego chiede di essere il re, di condurvi dove gli piace,
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non dove piace a Dio. Quando rendete il vostro ego contrariato il Signore
si compiace di voi. Noi siamo così pesanti a causa dei nostri desideri
fisici che sono così tanti che non possiamo essere trasportati dalla terra ai
cieli. GrandSheikh (Q.s.) disse: “Il nafs ha 80.000 legami con cui attaccarsi
a voi e voi alla terra.” Solo tagliandoli ad uno ad uno potrete esser liberi
di innalzarvi. Per questo è estremamente importante essere allenati da un
maestro che possa guidarci ad eliminare l’egemonia del nostro nafs.
Questo non potete farlo da voi stessi. È impossibile anche se leggete
mille libri. Se non trovate un vero maestro non potete tagliare i legami.
Ci sono così tante copie di maestri; la gente corre dietro a loro senza
raggiungere mai nulla poiché non sono veri maestri. Gli imitatori non
possono far nulla. Gli europei soprattutto sprecano il loro tempo con
queste imitazioni di maestri che dicono: “Chiudete gli occhi, ora
raggiungete il primo livello, ora il secondo, il terzo...” ma quando la
gente apre gli occhi sono ancora per terra. Se non tagliate le vostre
relazioni fisiche con la terra, il vostro motore spirituale non vi potrà
sollevare: questo è molto importante. Tanti cercano di imitare Maulana
Rumi, ma ora è soltanto uno spettacolo di dervisci danzanti. Maulana
realmente andò su nel terzo livello. È difficile trovare un vero maestro
ed è difficile seguirlo. Se lasciate la sua traccia siete persi. Il motore di
un treno è uno solo e tutti i vagoni lo seguono, se un vagone deraglia non
può più continuare. Il Profeta (S.a.s.) ci ha lasciati per recarsi alla Presenza
Divina e ci ha invitati a raggiungerlo. Per seguirlo ha lasciato noi come
suoi eredi. Nei tempi antichi la gente usava i muli per issare l’acqua dai
pozzi. Gli coprivano gli occhi, li legavano e li facevano camminare dalla
mattina alla sera. Se avessero visto che camminavano sempre in tondo
non si sarebbero mai mossi. Così, tante imitazioni di maestri fanno girare
in tondo la gente senza poter farli innalzare. Ed i tesori sono molto in
alto. Per cui la cosa più importante è cercare una vera guida. Ogni vero
maestro della Tarîqa Naqshbandi ci porta ai cieli. Ahmed as-Sughuri (Q.s.)
andò dal suo discepolo Muhammad al Madani (Q.s.) mentre era in ritiro
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spirituale. Gli disse di seguirlo. Lo Sheikh andò e dopo un po’ partì come
un jet quando decolla. Il murîd lo seguì ed assieme camminarono in aria
come se fossero per la strada. Raggiunsero una stazione e Abu Ahmed
pose due bastoni a mezz’aria e sopra essi stese il suo tappeto da
preghiera. Disse al suo murîd di venire e pregare due raka’at. Ma il
murîd era spaventato al pensiero di camminare ed essere sospeso in aria.
Quella era la stazione in cui il Profeta (S.a.s.) pregò due raka’at durante il
Mi’raj, qui ogni murîd deve venire quando la sua relazione con la terra
viene tagliata. Quando Sheikh Ahmed vide che il murîd era spaventato
saltò sul tappeto per mostrargli che era stabile. Poi rimandò il murîd al
suo ritiro: “Torna indietro, non sei ancora pronto”. Senza mantenere il
metodo dei GrandSheikh non possiamo raggiungere le stazioni celesti e
la Presenza Divina. La saggezza vi dà il potere per arrivare. Quando
Allah è compiaciuto di voi, vi “apre”. Fintanto che il vostro ego vi
possiede, mantenendovi sulla terra, non potete renderLo soddisfatto di
voi. Tagliate ogni relazione con il vostro ego e con i piaceri fisici della
vita. Allora avrete abbastanza potere per venir portati alla Presenza
Divina.
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Il centro dei valori.
L’umanità ha perso i suoi valori e li può ritrovare solo volgendosi verso
il centro dei valori, l’ultimo dei Profeti inviati da Dio, il Sigillo della
Profezia, Muhammad (S.a.s.). Nessuno eccetto gli eredi spirituali del
Profeta (S.a.s.) può ricondurvi al tesoro perduto: ci vuole una guida.
Quando verrà al-Mahdi (a.S.) questo tesoro verrà dato in primo luogo a chi
sta cercando questi valori e segue la Via della sua guida, o verrà loro
concesso prima del suo arrivo. È il più alto grado per l’umanità,
dall’inizio alla fine. Le nostre azioni non sono vuote ed inutili. Noi
chiediamo di giungere allo scopo prima dell’arrivo del Mahdi (a.S.), per
dargli il benvenuto con tali valori e non con azioni e vestiti sudici. Noi
cerchiamo di far raggiungere a chi ci segue il vero valore che Allah
Onnipotente ha ci ha conferito concedendoci la vita. Al-Mahdi (a.S.) viene
per far giungere la gente al loro vero valore. Chi vi arriverà prima della
sua venuta gli sarà più vicino, parteciperà ad ogni incontro e sarà con Lui
qui e per sempre. E Lui conosce i loro nomi.
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L’amico di un mio amico è mio amico.
Mantenete la relazione ed il legame con gli Amici di Allah (Awliyâ) nel
vostro cuore. Mantenetevi sul loro cammino. Essi sono per voi un rifugio
ed un aiuto, qui e nella vita futura. Ogni volta che l’oscurità cade sui vostri
cuori o la tristezza, velocemente correte a trovare uno di loro. Essi sono
sorgenti di misericordia per l’umanità intera. Se non ne potete trovare uno
vivente, cercate allora quelli nelle tombe. Sarà sufficiente che voi vi sediate
senza parlare, che essi velocemente capiranno di che cosa avete bisogno.
Mettete il vostro cuore di fronte a lui e subito riceverete luce e gioia, i
vostri dubbi se ne andranno e arriverà la fiducia, la negazione se ne andrà e
giungerà la fede, i problemi se ne andranno e arriverà la sicurezza. Potete
anche mettere il vostro cuore di fronte a chi vi è più vicino spiritualmente,
o mettere il vostro viso di fronte al suo viso e chiudere gli occhi. A tutti gli
Amici di Allah è stato concesso di venir rivestiti dagli Oceani degli
Attributi Divini. Essi vi rivestiranno a seconda delle vostre capacità. Potete
anche solo pensare col vostro cuore e riceverete il loro aiuto. Allah sprona i
suoi servitori a cercare uno dei suoi amici: “Ogni amico di un mio amico è
un mio amico”. Essi sono come stelle con le quali troviamo la nostra
direzione e la via, sono veri non sono delle imitazioni. Sono la speranza per
tutte le creature, sono colmi di potere, sono luce, nulla è oscuro in loro.
Essi sono il nostro sostegno, il nostro occhio, la nostra lingua, la nostra
mente, il nostro cuore e la nostra soddisfazione. Allah li ha scelti perché
siano una porta aperta ai suoi peccatori per poter raggiungere i suoi Oceani
di Misericordia Infinita. Fintanto che vi ricorderete di loro, li troverete
sempre con voi, senza abbandonarvi mai. Ora, con gli eventi e le guerre che
verranno, resterà vivo solo chi avrà sostegno da uomini spirituali. Il nostro
potere non è ancora sufficiente per sostenere noi stessi o chiunque altro.
Solo gli Amici di Allah sono pieni di potere spirituale. Ogni volta che
danno dal loro potere, ancora maggiore potere li raggiunge. Siate pazienti
ed il Signore vi concederà infiniti favori. Siate calmi, non manifestate il
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lato negativo del vostro carattere e la fiducia sarà vostra. Quanto più sarete
semplici, tanto più facile sarà per voi. Cercate di essere più gentili,
silenziosi e di non causare problemi. Gli Auliyâ amano la gente umile. Per
Allah è facile farvi ricevere la visita di uno dei suoi servitori; forse me
stesso o in un’altra personalità. Nei giorni nostri non vi è quasi alcun
permesso per usare poteri miracolosi. Solitamente gli Auliyâ usano i loro
poteri in una forma nella quale non li possiamo riconoscere. Per cui è
importante essere educati con chiunque, gentili e rispettosi. Nessuno
conosce la gente intorno a sé, magari uno qualunque è un Amico di Allah,
un Santo nascosto, una persona con miracolosi poteri spirituali. Gli Auliyâ
amano essere insieme a noi se la nostra condizione è adeguata al loro
incontro e ad essi non piacciono le persone orgogliose che pretendono di
essere di rango elevato. Essi amano gli umili adoratori. Se non abbiamo un
allenatore, se non ci manteniamo in allenamento, il nostro ego rende la
nostra adorazione una ragione per inorgoglirsi, per dire a se stessi che
siamo importanti o santi. Gli Auliyâ mai amano gente simile. E non amano
neanche la gente che si inorgoglisce per la propria ricchezza. Se uno
pretende di essere qualcuno e dice: “Io sono questo, io sono quello”, apre
la porta al suo ego per essere tutto. Gli Auliyâ amano la gente che non
pretende nulla, che sono vuoti, sempre bisognosi. L’umiltà è la più
importante caratteristica per chi vuole adorare Dio. In realtà, noi siamo
niente. Ciò che Allah ci ha concesso non viene da noi stessi. Allah guarda
se i suoi servitori con la loro adorazione diventano umili o se pregando
cibano il loro ego come fece Shaitân. Tutti adesso seguono il loro ego,
nessuno cerca un allenatore che gli insegni l’umiltà, il principale pilastro
dell’Islam. L’umiltà alimenta la nostra fede. Non esponete gli altri alla
vergogna, ma cercate di scusarli e pregate per loro. L’adorazione ci guida
tramite l’umiltà. Chi riesce a far abbassare il suo ego il più possibile sarà
ricompensato da una stazione elevata presso la Presenza Divina. Ora tutti
cercano di causare difficoltà e problemi agli altri. Ognuno pretende di
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essere il primo ed il migliore. Se avete simili pretese sprofondate nei
problemi e se Allah non vi aiuta non potrete trovare una via per uscirne.
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“Al Wâsil ”
Essere i servitori del Signore dona piacere e questa sensazione ci spinge
al suo servizio. Quanto più i servitori sono consapevoli del loro stato di
bisogno e della loro debolezza tanto più Allah viene loro vicino e
concede loro, promettendo di non rifiutare mai una richiesta. Per servizio
è il miglior e più amabile attributo alla Presenza Divina. Oggigiorno la
vita degli uomini è più che altro dipendente dalle pillole e dalle
medicine, che essi usano giornalmente e se per un giorno non le
potessero prendere, avrebbero paura di morire. Come credenti invece
dobbiamo credere che la nostra vita dipende da Allah nostro Signore
Onnipotente. Gli Auliyâ hanno un alto livello di certezza e hanno la
percezione della loro vita alla presenza del loro Signore. Egli può dare
vita a ogni cosa direttamente, senza l’intervento di cause e ragioni.
Quindi noi dipendiamo dal Creatore delle cause e non dalle cause stesse:
è un grande errore per i credenti non essere consapevoli di questo.
Abbiamo bisogno di Allah per esistere, più che del cibo, delle bevande o
delle medicine. L’uomo pensa che se non mangia e non beve deve
morire. No, dovete tagliarvi fuori da tutto l’insieme di cause che vi
circondano e che vi rendono legati ad esse piuttosto che al vostro Signore
che vi ha creato. Se riuscite a fare questo, allora sarete direttamente
ricollegati a Lui. Quando raggiungerete una relazione diretta con Allah,
le cause spariranno e voi sarete con Lui. Egli vi darà direttamente, così
che sarete liberi da fame, sete, malattie e miserie. Senza più bisogni. Il
Profeta (S.a.s.) disse ai suoi Compagni: “Il mio Signore mi fa bere e
mangiare alla Sua Presenza”. Questo significa una perfetta connessione
fra servitore ed il suo Signore, fra creatura ed il Creatore. Per questo uno
dei nomi del Profeta (S.a.s.) è “Al Wâsil”, colui che è arrivato al Signore.
Egli è con il suo Signore, niente più cause intorno a lui, è diventato
libero. Si è perfettamente ricollegato senza un mediatore, ha la vera
relazione. Là non c’è più niente dall’esistenza dei cieli e della terra. Egli
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si è tuffato negli Oceani dell’Unione Divina, raggiungendo l’Unità. Là
non c’è nessun altro se non Allah Onnipotente. Egli ha sacrificato la sua
esistenza imitativa, ha tagliato il legame e ha lasciato l’esistenza
temporale per entrare nella reale esistenza negli Oceani dell’Unità
Divina. Allah ama che i suoi servitori dicano: “O mio Signore, ho
bisogno di te.” Avrete bisogni infiniti fino a che raggiungerete la
Presenza Divina e il concatenamento delle cause finirà. Là, l’identità
appartiene ad Allah solamente. ‘Abd, il servitore finisce, Allah rimane.
Questo è un discorso importante che vi renderà chiaro quale debba essere
il vostro obiettivo. ‘Ububîyat, essere buoni servitori ci conduce agli
infiniti Oceani dell’Unità Divina dove il servitore scompare e rimane
solo Allah. Dal servitore appare Allah solamente. Questo è quanto
accadrà alle persone più distinte, non per la gente comune. Mantenetevi
bisognosi di Allah fino a che Egli vi distaccherà da ogni necessità.
Quando sarete annullati, la vostra esistenza sarà attraverso di Lui.
Mese dopo mese nuova saggezza si schiuderà fino a quando arriverà al-
Mahdi (a.S.). Nei suoi giorni i segreti diventeranno chiari. Questa è una
descrizione semplice per voi adesso. Voglia Allah concederci una buona
comprensione e rinsaldare il nostro piede sul suo cammino.
76
I segni della venuta del Messia.
Attraverso le Sacre Scritture i profeti ci hanno informato riguardo al
futuro. riguardo agli eventi in lista di attesa fino all’Ultimo Giorno. Il più
importante nella lista di attesa è stata la venuta del Sigillo della Profezia
Sayyidina Muhammad (S.a.s.); e ciò è chiaro in tutti i libri sacri. Mosè ha
informato i Figli di Israele riguardo al Messia ed al Sigillo dei Profeti. Da
migliaia di anni essi li stanno aspettando. Entrambi sono già arrivati, ma i
figli di Israele stanno ancora aspettando, perché per diverse ragioni non li
hanno riconosciuti e accettati. Ma tuttavia stanno aspettando, perché
credono nelle profezie di Mosè (a.S.): Solamente alcuni fra i loro sapienti
dichiararono la verità, ma furono da loro cacciati via. Adesso noi stiamo
vivendo l’ultimo periodo della storia del mondo. Anch’essi sanno che il
tempo degli ultimi giorni è venuto e che il Giorno del Giudizio si sta
avvicinando, perché ogni religione rivelata crede in esso. Il popolo ebreo
ne conosce i suoi segni tramite i suoi libri, ma tuttavia sono 3000 e più
anni che stanno aspettando. Ora dei dubbi vengono ai sapienti ebrei che
si chiedono se quelle persone siano venute a loro insaputa. E si chiedono
dove siano adesso: Mosè disse: “Dai nostri fratelli verrà uno che è come
me” e questi non era Gesù (a.S.). Chi, in tutta la creazione e nella
rivelazione della Legge è stato simile a Mosè è Muhammad (S.a.s.). Gli
ebrei sono come gente che dorme in una stazione, i treni arrivano e se ne
vanno e loro continuano a dormire. Quando si svegliano non ci sono più i
treni. Ora una notizia importante ci arriva tramite un giornale turco. In
America un famoso rabbino ha scritto riguardo alla venuta del Messia.
L’intera stampa e la telecomunicazione è sotto controllo ebreo, in tutto il
mondo. Quel rabbino ha riconosciuto nello scoppio della guerra nel golfo
un segno della venuta del Messia. Verrà una grande guerra e dopo ci sarà
la pace. Ma adesso sarà la seconda venuta di Gesù (a.S.) e gli ebrei hanno
mancato l’incontro nella prima. E prima della sua seconda venuta ci sarà
l’Anti-Cristo. Il Signore li sta mettendo alla prova. Questa grande guerra
non è ancora scoppiata; ha bisogno di sette mesi di preparazione e sarà
nel mese di Shawwâl, dopo Ramadân. Durerà tre mesi; più di così il
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mondo non potrebbe sopportare. Sarà una guerra terribile. Chi
raggiungerà i giorni dopo quella guerra avrà raggiunto la pace. Non ci
sarà più bisogno di ritiro iniziatico per raggiungere la vostra stazione
spirituale, perché nella guerra ci saranno visioni e condizioni durissime e
terribili. Quando Mehdi (a.S.) fermerà la guerra, velocemente per loro si
formerà un apertura ed essi saranno salvi. La gente materialista perirà,
rimarranno solo persone spirituali, che potranno camminare nell’aria o
sull’acqua. In quel tempo tutti avranno attivati i loro poteri spirituali. Per
cui quell’articolo è una buona notizia, una dichiarazione di quel rabbino
per tutta l’umanità. Egli dice a tutti gli israeliani, a tutti i credenti che
aspettano Gesù, il Messia (a.S.), di non temere perché saranno protetti. E
tutti gli ebrei credenti lo aspettano. Anche i cristiani aspettano la venuta
di Gesù, su di lui sia la pace: L’unica differenza fra loro e gli ebrei è che
gli ebrei aspettano il suo arrivo dalla gente della terra mentre i cristiani lo
attendono dal cielo. I musulmani aspettano al-Mahdi (a.S.) prima della
venuta di ‘Isa1(a.S.). Così tutte le persone religiose lo aspettano. Nessuno è
felice in queste condizioni di vita. I veri credenti sono stufi di una simile
vita di guerre e problemi e cercano Gesù (a.S.). Qualcuno con poteri
spirituali per organizzare una buona vita, poiché noi non possiamo
farcela. Nessuno può cambiare le condizioni odierne se non una persona
dotata di poteri spirituali. Deve venire qualcuno a salvare la gente.
Quell’articolo è un monito ai credenti affinché si tengano stretti la loro
fede ed ai miscredenti che dovrebbero cercarsi una religione divina.
Altrimenti una punizione divina verrà e nessuno potrà fermarla. Non è
importante seguire le ultime notizie, ma essere pronti per gli eventi che
verranno ed essere in grado di fronteggiarli. E sarà impossibile senza una
forte fede. I miscredenti devono essere puniti, devono essere portati via.
Quell’articolo è un ammonimento da quel famoso rabbino a coloro che
non credono. Solo la fede rimarrà una protezione. Chi crede e aspetta
sarà protetto. Voglia Allah farci giungere al Messia e farci restare con
lui. Mantenete una vera servitù verso il vostro Signore.
Il nome di Gesù (a.S.) dalla rivelazione Coranica.
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I veri servitori: la battaglia con l’ego.
Ora il nostro GrandSheikh (Q.s.) ci spiega un punto molto importante che
ci mostra cosa significa aver raggiunto la vera obbedienza del nostro
Signore. Fino a che questo segno non appare è impossibile che uno sia un
vero servitore. Quel segno è: che il proprio volere sottostà al Volere del
Signore. I treni corrono sulle rotaie, se uno deraglia si distrugge
all’istante. Le loro ruote debbono stare sui binari, allo stesso modo il
vostro volere dev’essere in linea con il Volere del Signore, altrimenti non
siete un vero servitore ed incontrerete grosse difficoltà come risultato,
poiché se un treno deraglia è una cosa terribile. Potete confermare ciò
esaminando le vostre vite, questo esame vi mostrerà che dal momento in
cui avete lasciato il binario del Signore cose tremende vi sono accadute.
In verità è molto difficile per il nostro volere accordarsi con il Volere del
Signore, è difficile per il nostro ego. L’ego dice sempre “Io devo essere il
tuo Signore, devi fare ciò che voglio.” Questa è la ragione principale per
cui l’umanità soffre. Certo è difficile combattere con il proprio ego e
farlo andare secondo il Volere del Signore, ma se siete pazienti e
perseverate in questa lotta Allah vi ricompenserà con il successo. Allah
stabilisce un limite per ogni prova e difficoltà, così che vada da questo
punto a quello, ma non oltre. “Quando il Mio servitore mi mostra che ha
pazienza, Io sono soddisfatto, ciò mi basta, e rimuovo da lui le
difficoltà”. Forse avete già visto un aereo che rulla sulla pista prima di
decollare: sulla distanza della pista, che è limitata, deve spingere al
massimo i motori, è un momento critico, ma quando giunge alla velocità
necessaria per il decollo si innalza facilmente. Quindi GrandSheikh (Q.s.)
ci dice che dobbiamo essere pazienti poiché tutti abbiamo bisogno di
percorrere la nostra pista di decollo. È una distanza limitata per tutti, per
alcuni quaranta giorni, per altri settanta o per altri ancora un anno.
Quando avete sopportato quel pesante fardello per il tempo a voi
specifico, la distanza a voi necessaria, ed avete pazientato con il volere
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del vostro Signore, arriverà il momento per voi in cui sentirete la
fragranza dell’aurora. Quella brezza fragrante vi solleverà allo stesso
modo in cui, alla fine della sua rincorsa, l’aereo si stacca dalla pista.
Allah Onnipotente vi invierà una specie di brezza rinvigorente che vi
innalzerà dall’attaccamento e dalle preoccupazioni per questa vita
inferiore e vi inonderà con del potere dal Suo Potere Divino così che non
sarete mai più una persona ordinaria.
Il Suo Potere vi trasporterà senza difficoltà, ma prima dovete
percorrere la distanza richiesta, combattendo i vostri nafs in ogni
momento (jihad al akbar1), allora Allah aprirà il Suo Oceano di
Conoscenza al Suo servo, così che egli vi possa nuotare. In quel
momento il servitore conosce l’Oceano di Potere del suo Signore e anche
l’Oceano di Giustizia di Allah Onnipotente; quanto è grande questo
Oceano di Giustizia? È senza fine, Giustizia assoluta. Chiunque sopporta
quelle difficoltà deve ricevere, alla fine, tramite la Sua assoluta Giustizia,
poteri miracolosi. Potrete essere un dotto o un analfabeta, uomo o donna,
re, contadino, milionario o squattrinato, chiunque passa quelle prove per
il periodo richiesto, con pazienza, otterrà la sua ricompensa. “A chi ha
pazienza Io darò il Mio potere e lo chiamerò alla Mia Presenza Divina.
Preparatevi, o miei servitori e venite a Me!”
Sultan ul ‘Arifin Abu Yazîd Al Bistâmi (Q.s.) chiese al suo Signore: “O
mio Signore, come posso venire a Te, vista la distanza da colmare per
raggiungerTi?” La risposta fu: “O Abu Yazîd, Io sono ad un solo passo:
schiaccia il tuo ego e vieni da Me. La grandezza del tuo ego è la distanza
che ti separa da Me”. Quello non è certo un passo facile o corto. La realtà
di quel passo è che dovete far seguire il vostro volere al Volere di Allah
Onnipotente, come le ruote sulle rotaie, così raggiungerete la vostra
destinazione, altrimenti sarà impossibile. Pensate a ciò più che
attentamente, potrete così trarne molte lezioni da questo discorso.
La grande guerra santa
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Chiunque desidera essere alla Presenza Divina si attenga a questo
metodo. Non è necessario rincorrere tanti insegnanti che propagano i loro
vari metodi, siano buddisti, cristiani o giudaici, semplicemente calpesta
il tuo ego e vieni: questa è la somma di ciascuno di quei metodi; se potete
far ciò, arriverete.
A questo punto del discorso una persona osserva:
“Sheikh Nâzim, mi scusi, ma io ho notato che chi segue la vostra
Tarîqat normalmente mangia bene, dorme bene, è ben vestito e ride
molto. Come allora calpestano i loro nafs?”
“I Destrieri dei Cavalieri sono così forti che si impennano sulle zampe
posteriori, sono riposati, ben nutriti e ben disciplinati. Corrono a gran
velocità e con resistenza dietro al nemico.” Shah Naqshband (Q.s.) disse:
“O mia gente, la nostra Tarîqat è molto semplice: mangiate il cibo
migliore, vestitevi con i migliori abiti (non come in altre Tarîqat) e fate
delle buone azioni.” Questa è la nostra Tarîqat, facile, ma le buone azioni
non sono ciò che l’ego vuole, quella parte, nella nostra Tarîqat non è poi
così semplice. Potete mangiare bene e vestirvi bene, ma le vostre buone
azioni sono basate sul vostro levarvi la notte una, due o tre ore prima di
fajr (alba) ogni giorno per essere con il vostro Signore. Se fate questo
sarete con il vostro Signore naturalmente così come state tra la gente
durante la vostra giornata. Così il vostro cavallo sarà forte, ma in groppa
ci sarà un ancor più forte cavaliere. Se mettete una donna o una persona
anziana su di un cavallo così focoso, questo partirà al galoppo
disarcionando il cavaliere. Dovete diventare un domatore forte ed esperto
per controllarlo. Per la gente debole c’è il metodo di affamare
costantemente l’ego ma nella nostra Tarîqat lo combattiamo durante
intensi ed estenuanti periodi, in cui addestriamo il nostro cavallo. Per
quaranta giorni due volte l’anno, ammaestriamo il cavallo e
perfezioniamo il nostro controllo su di lui, dopodiché è libero di
pascolare e gioire dentro ai recinti dei confini di Allah (Halal). Possiamo
vestirci con abiti eleganti, abitare delle belle case, usare automobili e
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aerei senza che ciò influisca sulla nostra vita spirituale, poiché abbiamo
il controllo del nostro cavallo. Se il tuo destriero fa le bizze, lo Sheikh ti
mette in “prigione”, ma ciò lo fa solo per coloro che sono sotto sua
responsabilità. qual è il metodo per combattere l’ego nella Tarîqat
Naqshbandi? Sta nell’abituarsi a fare qualsiasi cosa con il permesso dello
Sheikh, specialmente ciò che concerne matrimonio, divorzio, lunghi
viaggi; la miglior cosa è consultarsi con lui in ogni situazione importante.
Un’altra domanda viene fatta solitamente su come sia possibile questo
rapporto per dei murîd (discepoli) negli Usa, in Australia e in altri paesi
lontani, che hanno la possibilità di vedere lo Sheikh una volta all’anno o
ogni due anni? Possediamo un “walkie-talkie” col quale possiamo inviare
onde da cuore a cuore. Possiamo anche ascoltare, non siamo meno
efficaci di quegli scienziati che inviano messaggi a navicelle spaziali o
in altre parti della Terra via satellite, anche noi inviamo delle onde. Se
conoscete la lunghezza d’onda vi potete sintonizzare, un vero Sheikh
deve trasmettere. A seconda delle capacità ricettive del murîd un vero
Sheikh può trasmettere queste onde: sulla prima stazione la presenza
dello Sheikh giunge al cuore del discepolo. Ad uno stadio più avanzato il
murîd può effettivamente sentire lo Sheikh al suo fianco ed udire il suo
respiro. In fine, allo stato più avanzato, il potere spirituale dello Sheikh
riveste il murîd così che in effetti per un certo tempo egli diventa lo
Sheikh. Uno dei presenti quel giorno parlò così allo Sheikh: “Mi
immagino che voi Sheikh dobbiate essere stufi di insegnare un giorno sì e
uno no! Spero che quando avrete finito questo ciclo di conferenze vi
prenderete un po’ di riposo, un po’ di relax. Gli Sheikh non si stancano
mai di insegnare?”
Uno Sheikh deve sempre essere occupato con i suoi discepoli, poiché
egli è come il cuore, non si ferma mai. Quando il cuore si ferma il corpo
muore, lo Sheikh quindi dev’essere attivo ovunque sia, in ogni istante.
Un vero Sheikh parla alla gente secondo il loro livello di comprensione;
questi Sheikh sono gli eredi del Profeta Muhammad (S.a.s.) che disse: “Chi
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intende insegnare alla gente deve attentamente notare il livello di
comprensione dell’udienza per poterli indirizzare di conseguenza.”
Secondo questo principio di base, si possono trovare nei detti del Profeta
(S.a.s.) molti modi descrittivi, ognuno dei quali era usato in accordo ai
diversi tipi di persone tra gli ascoltatori di quel tempo. Forse questo potrà
sorprendere o sconcertare qualcuno che legge quei detti, ma possiamo
capire che parlava loro ai rispettivi livelli. Ognuno dei 124000 compagni
del Profeta (S.a.s.) rappresentava un tipo d’uomo che sarebbe vissuto in
futuro fino alla fine del mondo: quindi quando si indirizzava ai suoi
compagni si indirizzava in realtà a tutta l’umanità. Allo stesso modo gli
eredi del Profeta (S.a.s.) indirizzano la gente in modo che essi possano
comprendere e trarne beneficio. Ciò è facile per i veri eredi del Profeta
(S.a.s.), ma se sono solo eredi di libri che hanno letto e memorizzato, allora
per costoro sarà molto difficile adattarsi al livello degli ascoltatori.
Coloro che hanno ereditato dai cuori, con facilità parleranno alla gente in
modo piacevole ed alleggeriranno il peso dai loro cuori. Dunque vi dico,
chi è in contatto con il “generatore centrale” nel mondo spirituale
facilmente riceve e trasmette, ma per chi non è collegato questo sarà
molto difficile. Per i veri Sheikh parlare alla gente in modo che ne
traggano beneficio è semplice e naturale come mangiare o bere. Non ho
mai visto nessuno con una grande facilità come l’aveva il mio
GrandSheikh (Q.s.). Non v’era nessuna differenza per lui se c’erano mille
persone ad ascoltarlo od una sola; purtroppo molta “uomini di
conoscenza” che radunano folle per dar loro consigli, non si degnano di
parlare se non reputano sufficiente il numero dei presenti. “Perché dovrei
parlare per così poca gente?” Ma GrandSheikh (Q.s.) era una fonte enorme,
che riforniva tutti coloro che chiedevano di lui: se qualcuno voleva bere,
poteva bere, se qualcuno voleva nuotare poteva nuotare e se qualcuno
cercava un contatto da cuore a cuore lo otteneva.
Sultan al ‘Arifin Abu Yazîd al Bistâmi (Q.s.) disse ai dottori della legge
(‘ulamâ): “Voi portate la vostra conoscenza sulle spalle come un
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fardello, dovete guardare, leggere, memorizzare per averla nelle vostre
menti, ma per gli Auliyâ che imparano dalla Presenza Divina (‘ilm-ul-
ladûnni), è la conoscenza che li trasporta e non hanno timore di
dimenticare. Voi avete sempre paura di scordare ciò che avete appreso, e
a poco a poco il vostro sapere se ne andrà via finché alla fine non resterà
più nulla. Noi non temiamo che ciò ci accada!” Il mio GrandSheikh (Q.s.),
quand’era oltre i 100 anni usava parlare da mattino a sera. La conoscenza
che impartiva in un giorno era sufficiente per un intero libro sul soggetto.
Ciò non era d’alcun peso per lui poiché era collegato con l’Oceano di
Conoscenza di Allah Onnipotente. Da quel Oceano dei canali scorrono
verso i cuori degli Auliyâ. Se il potere del GrandSheikh (Q.s.) apparisse qui
ora nella sua completezza, nessuno potrebbe stare qui seduto, ma
quell’incredibile potere di guida e direzione (irshâd) è tenuto in serbo per
il tempo di Sayyidina al-Mahdi (a.S.). A quel tempo tutte le altre Tarîqat
verranno assorbite dall’enorme potere di irshâd detenuto dalla Tarîqa
Naqshbandi, ciò avverrà come quando un grande oceano inonda dei mari
d’entroterra. Le altre Tarîqat già stanno giungendo all’arresto, non
avanzano più. Siccome nessun GrandSheikh (Q.s.) appare tra di loro tutto
ciò che rimane è il loro dire “segui questa Tarîqat e fai questa pratica.”
Non avendo GrandSheikh (Q.s.) possono solo imitare ciò che i loro
predecessori praticavano, senza aver capacità di progredire, come soldati
che marciano sul posto.
Uno dei presenti commentò: “Alcuni Sheikh di altre Tarîqat sono furiosi
con lei per queste dichiarazioni, pensano che lei stia facendo della
politica Naqshbandi, cercando di sottrarre ad altri dei discepoli”.
Non dire sciocchezze. Essi possono urlare “politica!” e possono essere
furiosi, ma devono sapere che ciò che dico è realtà, non politica, noi
detestiamo la politica. Se hanno una vera conoscenza spirituale
(ma’anawi ‘ulum), possono constatare la realtà di ciò che diciamo. Se
no, possono infuriarsi, ma non serve a nulla. Ora, l’ultimo dei Profeti,
Muhammad (S.a.s.), è presente nel regno spirituale e per gli Auliyâ c’è
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un’assemblea alla presenza del Profeta (S.a.s.) ogni notte. Se sono partecipi,
possono sapere e conoscere, altrimenti possono solo prenderne atto, non
vedendo cosa succederà e non vedendo in realtà cosa accade ora. Se così
è stanno solo consultando libri e parlano, ma non si può ottenere queste
conoscenze così, no, quella conoscenza particolare giunge solo tramite le
vie del cuore. Quando menzionate i nomi delle persone, possiamo sapere
se sono dentro o fuori. Al tempo di Abdul Qader Gilani (Q.s.), c’era un
altro Sheikh che sentì parlare di lui e disse ai suoi pupilli: “Ho sentito
così tanto parlare di questo Sheikh Abdul Qader (Q.s.), ma sto seduto da
trent’anni all’entrata della fortezza del Potere di Allah Onnipotente, e
fino ad ora non l’ho mai visto né entrare né uscire, cos’è allora tutto quel
dire che sia uno Sheikh così importante?” Quando Abdul Qader udì ciò,
sorrise e disse: “Come può un portinaio conoscere chi siede alla presenza
del Re, vicino a Sua Maestà il Signore?” Così potete trovare Sheikh di
molte Tarîqat, ma i loro livelli sono differenti. Ma perché poi si adirano?
Pretendono di sapere tutto? Ciò che abbiamo dichiarato lo sappiamo
dall’Assemblea Celeste, e ci giunge dalla “stazione centrale del potere”
così che di fatto se qualcuno fa delle affermazioni o pretende avere delle
conoscenze, sappiamo da dove provengono. Se qualcuno si adira a causa
di tutto ciò, ci fornisce la prova che egli non appartiene all’assemblea
degli Auliyâ, ma chi dice “credo in questo e ancor più” dovete sapere che
ne fa parte. Ogni Tarîqat insegna alla gente l’umiltà e l’accettazione della
verità. Chi accompagnò il Profeta (S.a.s.), quando compì la migrazione (hijra)
dalla Mecca a Medina? Abu Bakr (R.a.). E cosa disse il Profeta (S.a.s.)
riguardo ad Abu Bakr (R.a.)?
“Tutto ciò che il Mio Signore ha posto nel mio cuore, l’ho posto nel
cuore di Abu Bakr .”
Quale Sheikh può venirci a dire “Abu Bakr (R.a.) è il padre della nostra
Tarîqat?” Solo la Tarîqa Naqshbandi risale nella catena spirituale al
Profeta (S.a.s.) tramite Abu Bakr (R.a.). Le altre Tarîqat ci arrivano tramite
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Sayyidina ‘Ali (R.a.). GrandSheikh (Q.s.) è l’erede di Abu Bakr (R.a.), solo
degli ignoranti possono negarlo.
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Mantenete la vostra fede, la chiave per il paradiso.
La più importante responsabilità per il muslim è di mantenere e
proteggere la propria fede, perché ciò ci aiuta a raggiungere ogni
obiettivo qui e nell’aldilà ed ottenere la vera felicità. Immaginatevi vi
fosse data una chiave con cui accedere ad un enorme tesoro e che apre
una porta che dà su di una terra sconosciuta ove gli abitanti eleggono re il
primo che si presenta alla loro soglia: come terrete quella chiave? Ed
allora? Riguardo la nostra fede, che vi apre le porte del Paradiso e della
Vita Eterna, che vi rende sovrani per sempre, che vi procura una gioia
eterna dandovi la vera vita, quanta attenzione dovreste prestarle? Shaytân
cerca di rubarvela, seguendovi giorno e notte. Un Sahâba andò dal
Profeta (S.a.s.) e si lamentò: “O Profeta (S.a.s.), quando preghiamo, così tante
cose ci passano per la testa. Cosa possiamo farci?” Il Profeta (S.a.s.)
rispose: “Quello è un buon segno, viene dalla tua fede, poiché Shaytân
non va mai dagli infedeli o da chi non crede in nulla. È segno che
Shaytân guardando nel tuo cuore ci ha trovato della fede (imân) e cerca
di sottrartela.” La nostra prima responsabilità è salvaguardare la nostra
fede, poiché ci è stata donata da Allah ed Egli ci chiederà cosa ne
abbiamo fatto. Il quartiere generale di Shaytân ed il suo regno sono in
Europa, da dove invia i suoi rappresentanti dall’est all’ovest a stabilire il
suo dominio. Dappertutto imbroglia persone e le controlla rubando loro
la fede. Quindi un credente deve essere a conoscenza delle trappole
sataniche, deve sapere da che parte arriva Shaytân. In Europa si trova il
suo quartiere generale principale poiché l’ego è libero di fare tutto quello
che vuole e spassarsela. Per protezione il Profeta (S.a.s.) ci consiglia di
tenere i bambini ed i giovani in casa dopo la preghiera di Mâghrib poiché
dopo il tramonto è l’ora in cui Shaytân esce in cerca di prede. Ogni
cattiva azione è radicata nell’oscurità della notte.
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In merito a chi causa problemi.
Il primo a causare problemi fu Shaytân e dopo di lui chi lo segue è causa
di problemi. Egli fu il primo a ribellarsi al Volere Divino. I nostri giorni
sono giorni problematici, la gente pensa ed agisce contro la Verità, rifiuta
e cerca di opporsi al Volere Divino ed infrange gli Ordini Divini. Ogni
giorno la lista degli agitatori e dei loro fiancheggiatori si allunga,
Shaytân invita tutta l’umanità a seguirlo. Sarà infelice ed adirato se anche
uno solo non seguisse lui ma il Profeta (S.a.s.): l’obiettivo principale per i
muslim dev’essere quello di ripulire il mondo intero dai problemi, da chi
li causa, dalle azioni sporche che procurano tristezza, oscurità e
sofferenza alla gente. Fino all’inizio di questo secolo, gli stati ed i
governi cercavano di fermare i problemi e chi li causava, ma nel XX
secolo sono tollerati i problemi e accettati gli agitatori: in democrazia
ogni libertà è concessa. Ora sono al punto che non riescono più a
controllare i problemi, né a fermare chi li causa. Quest’anno e l’anno
seguente sorgeranno problemi inaspettati, con piena soddisfazione per
chi ne è fonte. Nessuno ha più il controllo, solo il potere celeste può
intervenire e fermare il loro successo. Chi giornalmente causa problemi è
scritto in una lista e solo se dice: “Astaghfirullâh, perdonami mio
Signore, ho fatto ciò che c’è di peggiore, fa che domani faccia del mio
meglio come Tu vuoi.” Allora quel nome sarà cancellato dalla lista.
Altrimenti certamente la punizione arriverà.
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Come diventare un buon servitore.
Tutti possiamo pretendere di essere buoni. A nessuno piace essere cattivo
e dire: “Io non sono buono”. Tutti chiedono di essere buoni, ma alcuni
veramente lo sono, altri no, ma fanno finta di esserlo. Guardate chi fa
solo finta di essere buono, vedrete che le sue azioni non lo sono. Ci
chiedono quindi di coprirli dicendo che sono buoni. Chi veramente lo è,
né lo pretende né lo afferma. È umile e controlla le proprie azioni, senza
mai esserne soddisfatto, chiede perdono al suo Signore per quello che fa.
Altri si vantano di essere buoni, ma le loro azioni sono cattive e mai
pregano. L’umiltà è la principale fonte di vera vita, ci fa ottenere il
sostegno Divino e quindi tutto va a posto qui e nell’aldilà. Cerchiamo
d’essere buoni, per amore di Allah. Lo dhikr vi aiuta a diventare dei
buoni servitori. Se chiedete di essere dei buoni servitori, Allah vi invierà
qualcuno che vi insegni di come si avvicinarsi al Signore, la via degli
Auliyâ. Egli è così vicino, più vicino anche del nostro stesso cuore.
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Glossario dei termini arabi, cenni biografici.
Abdâl o Budâla
Il “sostituto” o il “ricambiato”. I quaranta Santi nascosti di Damasco che
hanno elevate posizioni nella gerarchia spirituale. Quando la gente della
Siria fu menzionata in presenza di ‘Alî (R.a.) qualcuno disse: “Maledicili,
Comandante dei fedeli.” Egli si rifiutò dicendo che aveva sentito dire dal
Profeta Muhammad (S.a.s.): “Gli Abdâl saranno in Siria e ogni qualvolta ne
muore uno, Allah ne metterà un altro al suo posto. Per la loro virtù cadrà
la pioggia, per tramite si otterrà l’aiuto contro il nemico, per tramite loro
le afflizioni verranno risparmiate ai Siriani.”
Abdul Qâder Gilâni (Q.s.)
Nato nel 470 dopo l’Hijra (a.H.) (1077 d.C.). Morto 561 a.h. (1166 d.C.)
Conosciuto come “la rosa di Baghdâd”, nacque a Naif nel distretto
persiano di Gilân. Era un discendente del Profeta Muhammad (S.a.s.). Sua
madre discendeva dal nipote di Muhammad (S.a.s.), Hussein e suo padre da
Hassan (R.a.). Il fondatore della Tarîqa Qadiriya è uno dei più rinomati
Sufi di tutti i tempi, rispettato anche da studiosi esternalisti data la sua
grande conoscenza e pietà. Allah Onnipotente gli concesse molti miracoli
(karâmat). La più famosa raccolta dei suoi discorsi, attuali ancora oggi, è
chiamata: Le rivelazioni dell’invisibile (Futûh al Ghâib).
Abdul Wahhâb as-Sharâni (Q.s.)
Morì nel 973 a.h.
Fu un grande Sufi e studioso Egiziano, autore di numerosi lavori. Tra
l’altro una compilazione di Fiqh (giurisprudenza) delle 4 scuole della
legge (Mizân-ash-Sharâni) come pure trattati di conoscenza Sufi, uno dei
quali si chiama “Lo Zolfo Rosso” (Kîbrit- al-Âhmar).
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Abu Bakr as-Siddîq (R.a.)
Nato nel 53 prima del Hijra (570 d.C.). Morì nel 12 a.h. (633 d.C.).
Primo Khalîfa del Profeta Muhammad (S.a.s.), erede degli insegnamenti
esoterici trasmessi al suo cuore nella grotta di Thâur ove egli ed il
Profeta (S.a.s.) si rifugiarono dai potenziali assassini Qurâish che li
perseguivano. Allah ordinò ad un ragno di tessere la sua tela all’entrata,
ciò convinse gli inseguitori che nessuno vi era entrato. L’incidente è
menzionato nel Sacro Corano.
Abu Yazîd al Bistâmi (Q.s.)
Nato nel 186 a.h. (800 d.C.) Morì nel 260 a.h. (874-877 d.C.).
Conosciuto anche come Bayazîd e Tayfûr, nacque nel nord est della
Persia, nipote di un Zoroastriano. Una delle figure di spicco nella storia
Sufi. Vi sono molti aneddoti e detti meravigliosi che sono menzionati nel
Tadhkîrat-ul-Auliyâ di Fariduddîn ‘Attâr (Q.s.). Fu uno dei primi maestri
Naqshbandi, famoso per i suoi molti miracoli ed i suoi detti sorprendenti.
Adâb
Buone maniere, il modo corretto di comportarsi, il rispetto dei sentimenti
altrui e come trattare con gli altri. Come essere rispettosi nei confronti di
Allah Onnipotente, ed avere una giusta attitudine nella relazione con Lui,
ciò è l’essenza degli insegnamenti del Profeta Muhammad (S.a.s.). Tutto
ciò che tocca questo soggetto sia in conoscenza o saggezza viene detto
“Adâb”.
Ad Dunya wa ahluhu
Questo basso mondo e i suoi “devoti”. Il fascino elusivo del mondo e
coloro che ne sono attratti, così che nulla è più importante per loro.
Costoro farebbero di tutto pur di accrescere ed ammassare dei suoi tesori.
Non conoscono vergogna e niente li ferma nell’assicurarsi il controllo,
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non solo di ciò che è giustamente loro, ma anche di ciò che appartiene ad
altri. Sayyidina ‘Alî (R.a.) disse: “Questo basso mondo è una carogna e chi
cerca di divorarlo è come un cane.” L’amore per questo mondo è la
radice di tutti i mali.
Adhân La chiamata alla preghiera, detta a voce alta dal minareto della moschea
cinque volte al giorno e così dice: Allah è il più grande, attesto che non
vi è dio se non l’unico vero Dio. Attesto che Muhammad (S.a.s.) è il
messaggero di Allah. Venite a pregare, venite al successo, Allah è il più
grande, non vi è dio se non Iddio.
Ahl-ul-Haqq
La gente della verità. Si riferisce a quelle sante persone che possono
percepire l’assoluta verità nelle azioni, persone o affermazioni. Coloro
che vanno al “nocciolo della questione” e sono interessati alla verità
essenziale più che alle manifestazioni parziali di essa o ai veli che la
ricoprono. I tre livelli di comprensione sono detti: Sharîah (la Legge),
Tarîqa (la Via), Haqîqa ( la Verità Assoluta).
Ahliyya Competenza, idoneità, convenienza, qualifica. L’abilità predestinata per
compiere ciò che si deve nella vita.
Âkram al-Akramîn
Il più Generoso dei Generosi, attributo di Allah Onnipotente.
‘Alî ibn Abi Tâlib (R.a.)
Nato nel 30 prima del hijra (592 d.C.). Assassinato nel 40 a.h. (662 d.C.).
Cugino del Profeta (S.a.s.) e marito di sua figlia Fatima (R.a.). Quarto ed
ultimo dei Khalîfa ben guidati. Erede dell’esoterismo islamico, iniziatore
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e Sheikh di quaranta Tarîqat Sufi. Famoso per la sua santità, la sua
brillante mente, la sua vita ascetica, la sua abilità e la sua forza ed onestà
in battaglia.
Allah L’unico vero Dio, non ha partners o eguali né in cielo né in terra. Il
Creatore di tutto, che non è mai nato, né mai morirà, che non conosce né
fatica né pigrizia. È a conoscenza di tutto ciò che accade nel cielo e in
terra, anche il movimento del più piccolo insetto in una notte oscura. Egli
è con noi ovunque andiamo, niente gli può essere nascosto. Egli ha creato
tutto solo per essere adorato ed ha comandato alle Sue creature di seguire
coloro che si sono rivolti a Lui con amore (Profeti e Santi), così da
perfezionare la loro obbedienza e servitù a Lui solo. Egli è il più
Misericordioso dei Misericordiosi e nessuno può misurare o paragonare
ad altri la Sua misericordia e la Sua pazienza. Egli inviò il Suo Amato
Servo Muhammad (S.a.s.) al mondo come canale per la sua Misericordia
Divina. Così che coloro sono attenti al richiamo possano uscire
dall’oscurità dell’ignoranza e dalla sofferenza, per immettersi sulla via
che li porterà alla soddisfazione ed alla purezza in questa vita e ad un
gradino di vicinanza con il loro Signore nell’aldilà.
Al-Mahdi (a.S.) Il Benguidato. Un uomo della discendenza del Profeta Muhammad (S.a.s.)
che apparirà alla fine dei tempi per combattere i nemici della fede e
preparare la via alla venuta di Gesù Cristo (a.S.). L’Imam al-Mahdi (a.S.)
sarà dotato di poteri miracolosi con i quali compirà la sua grande
missione. Governerà il mondo per sette anni. Apparirà dopo tre mesi
dallo scoppio della Grande Guerra. Uno dei suoi miracoli sarà che al
pronunciare “Allahu Akbar” (Dio è il più Grande) tre volte, tutta la
tecnologia elettrica ed elettronica cesserà di funzionare (e con questo
ogni tipo di armamento moderno).
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“Inna an-nâfsa la ammâratun bis-sû” “In verità l’anima umana (nafs) è certamente incline al male”.
(Corano 12,53).
La parte più bassa dell’ego ci comanda il male. Il Profeta (S.a.s.) disse:
“Siete ritornati dalla Piccola Guerra Santa (che si combatte sui campi di
battaglia) ed ora è tempo per la Grande Guerra Santa, la guerra contro il
vostro più gran nemico, l’io inferiore che si trova tra le vostre due parti.
An nafs-ul-lawwâmah
L’io che si autoaccusa. Quando una persona segue i suoi più bassi istinti
sotto il controllo assoluto del nafs ul ammarah bis-sû, agisce come una
bestia, ma l’innata fede insita nella natura umana può fargli sentire
disgusto per se stesso per le cattive azioni che ha commesso e per la
distruttività che porta a se stesso ed agli altri. Quando sente questi
“rimorsi della coscienza”, significa che il suo io accusatore è in azione e
fa sì che si veda e ci si vergogni per ciò che si fa. Il risultato di questo
risveglio dell’io è l’inizio di un conflitto fra di lui e l’io inferiore: o si
seguiranno le ispirazioni dell’io critico e gradatamente si conquisterà l’io
inferiore seguendo una via virtuosa e chiedendo ad Allah perdono per i
propri peccati, o si cercherà di ignorare la voce della coscienza e
ostinatamente si seguirà la lussuria che ci porterà in una caduta sempre
più profonda nella depravazione accompagnata da disperazione,
amarezza e cinismo.
Aqîba Fine. Conseguenza, l’effetto delle proprie azioni.
Ârham ar-Rahimîn Il più Misericordioso dei Misericordiosi. Riferito ad Allah Onnipotente.
Awliyâ (Wali singolare)
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Amici di Allah, Santi.
‘Ayn al yaqîn
L’occhio della certezza. La visione penetrante degli Awliyâ che permette
loro di vedere la Verità.
Bârakat Benedizione, bene abbondante e continuo di prosperità e buona fortuna.
“Un’emanazione spirituale”, un bene impalpabile che fluisce dai Profeti
e dai Santi e permea luoghi ed oggetti (tombe, luoghi di pellegrinaggio).
Barzâkh
Intervallo, pausa, ostruzione, partizione, istmo. Il Sacro Corano dice dei
morti: “E innanzi a loro c’è un “Barzâkh”, sino al giorno della
risurrezione”. Ed anche: “E tra loro c’è un Barzâkh che non possono
oltrepassare”. Il Barzâkh è il mondo in cui i morti esistono nell’attesa di
essere chiamati dalle tombe. Il credo islamico ci insegna che questo
periodo non è necessariamente di incoscienza, ma piuttosto una visione
anticipata di ciò che ci aspetterà come ricompensa o punizione Divina
più tardi. Questo è un luogo ove le ripercussioni delle nostre azioni
terrene si faranno sentire. I Profeti ed i Santi non solo sono coscienti in
quel tempo, ma sono anche consapevoli delle condizioni del mondo,
possono avere contatti con i viventi, in special modo con i loro successori
e coloro che seguono la loro via e li amano. Il Profeta (S.a.s.) disse che egli
è consapevole di chiunque visita la sua tomba e lo saluta, e ritorna loro il
suo saluto e che costoro beneficeranno della Sua intercessione nel
Giorno del Giudizio.
"Io (sarò) vivo e fresco nella tomba, a chi mi saluterà gli ritornerò il saluto."
( Suyuti ed altri )
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Il Sacro Corano dice: “Non crediate che coloro che sono morti per la
causa di Allah siano morti; no, essi sono vivi e ricevono sostegno dal
loro Signore. Contenti di ciò che il Signore ha elargito su di loro. Si
compiacciono per quelli che ancora non li hanno raggiunti, poiché chi li
seguirà non ha motivo di temere o di addolorarsi.” Questo verso si
riferisce non solo a chi è morto sul campo di battaglia, ma anche a chi
uccide il proprio ego in quel che il Profeta (S.a.s.) ha definito “La Grande
Guerra Santa”, o la Guerra contro il basso ego.
Dajjâl
L’Anti-Cristo. Che Allah ci protegga dal cadere vittime dei suoi trucchi.
Egli comparirà alla fine dei tempi, dopo la Grande Guerra, nell’epoca di
Sayyidina al-Mahdi (a.S.), che non avrà comunque il potere di uccidere il
Dajjâl. Quel potere Allah Onnipotente lo ha dato a Gesù Cristo (a.S.) che
in quel tempo scenderà dal cielo; darà battaglia e ucciderà il Dajjâl in un
luogo a nord di Damasco. Dajjâl ingannerà la gente coi miracoli che
Allah gli darà per far sì che i fuorviati e coloro il cui cuore è impuro si
allontanino ancora di più. Dajjâl annaffierà il seme del male col suo
carisma e i suoi miracoli travianti (istidrâj). Egli pretenderà di essere
muslim ma guiderà la gente a tutto ciò a cui l’Islam si oppone. Secondo il
Santo Profeta (S.a.s.), Dajjâl non potrà entrare nella Città Santa di Medina,
perciò 70000 munâfiq (ipocriti) ne usciranno per raggiungerlo e unirsi a
lui. Dajjâl sarà di grande statura ed avrà un occhio difettoso. Il Profeta
(S.a.s.) disse anche che prima della sua venuta appariranno numerosi
piccoli Dajjâl per traviare la gente.
Dervish
Un seguace maturo della via Sufi il cui cuore è fermamente ancorato nel
ricordo di Allah, che né il vendere né il comprare lo distoglie dalla sua
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risoluzione interiore (cfr. Corano 24,37). Nella tradizione il Dervish è
frequentemente visto come una persona che vive mestamente o come un
girovago religioso, o eremita, senza ambizioni per gli affari. Queste sono
solo descrizioni esteriori che possono variare con l’andare del tempo. È
lo stato interiore che rende l’uomo un Dervish, non i suoi abiti né la sua
condotta.
Dhat L’essere, l’essenza divina. Nell’uomo, l’immutabile e puro io spirituale
che proviene da Allah e che è sempre in Sua Presenza, che non è mai
toccato dalle cattive azioni dell’ego inferiore.
Du’â
Forma di supplica distinta dalla preghiera rituale (salât). Durante il Du’â
si può chiedere ciò che si vuole ad Allah, in qualsiasi lingua.
Fard
Dovere religioso obbligatorio come il pregare cinque volte al giorno, il
digiuno nel mese di Ramadhân e il pagare la tassa ai poveri (Zakât).
Fâtima (R.a.)
La figlia del Profeta Muhammad(S.a.s.), moglie di Sayyidina ‘Alî (R.a.),
cugino del Profeta (S.a.s.). Famosa per la sua pietà e per l’amore che
avevano per lei sia il Profeta (S.a.s.) che ‘Alî (R.a.). Il Profeta (S.a.s.) disse che
molti uomini raggiunsero la perfezione spirituale ma solo quattro donne
arrivarono a quei livelli. Âsya (R.a.), moglie del Faraone (che segretamente
credette a Mosè (a.S.)). Mariam (R.a.), la madre di Gesù Cristo (a.S.), Khadijah
(R.a.), la sua prima moglie e Fatima (R.a.), sua figlia. Morì sei mesi dopo la
scomparsa del Profeta (S.a.s.). Prima della sua morte il Profeta (S.a.s.) le diede
la buona novella che presto si sarebbero ritrovati in paradiso.
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Fiqh
Comprensione, intuito, il capire. Si riferisce alla totale comprensione
della religione islamica in particolar modo alle sue leggi e alla loro
applicazione quotidiana. Dato che l’Islam è di guida in ogni aspetto della
vita umana, il fiqh non si limita al culto ma anche al commercio, alla
carità, al matrimonio e al divorzio, al nutrirsi ed anche al dormire in
accordo con le raccomandazioni di Allah (nel Corano) e del Profeta (S.a.s.)
(nelle Hadîth) trasformando così quelle attività con effetto pratico in atti
di adorazione. Ogni Muslim sunnita dovrebbe seguire uno dei quattro
grandi Imam della scienza del Fiqh che vissero tutti tra le due e le quattro
generazioni dopo quella del Profeta (S.a.s.). Essi ottennero un grado elevato
ed una speciale distinzione tra i membri della nazione rendendo un
grande servizio “traducendo” (compilando) il vasto numero di
informazioni contenute nel Sacro Corano e nelle Hadîth, in codici di
facile comprensione, che formano il corpo delle rispettive “scuole
giuridiche”. Questi Imam eccezionalmente sinceri e dotati dedicarono
tutta la loro vita a questa impresa. Dovettero investigare con gran cautela
nell’enorme volume d’informazioni, a volte contraddittorie, riguardo alla
vita del Profeta (S.a.s.) ed alle pratiche ed in situazioni particolari riferirsi
ad analogie e similitudini con eventi successi durante la vita del Profeta
(S.a.s.) (Qiyâs). I risultati dei loro sforzi hanno prodotto quattro metodi
distinti che differiscono leggermente in certi argomenti, ma che sono in
totale armonia per quanto riguarda le credenze basilari (aqîda) e le
pratiche poiché questi argomenti sono stati chiaramente enunciati dal
Sacro Corano e dal Profeta (S.a.s.), senza possibilità di confusione o
disaccordo sul loro soggetto da parte degli Imam ben guidati. Così
possiamo vedere che, a parte qualche differenza minore, ognuno dei
quattro Imam aveva il più gran rispetto verso gli altri e considerava il suo
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predecessore come suo maestro. Questi quattro Imam: Imam Mâlik,
Imam Abu Hanîfa, Imam Shâfi’i e Imam Âhmed ibn Hanbal (Q.s.), erano
Mûjtahid, che significa una persona dotata di conoscenza religiosa
combinata con una sincera pratica di quella conoscenza tali da
permettergli di esprimere responsi giuridici (fâtwa) anche quando
confrontati con situazioni delicate, che eludono le capacità di autorità
religiose di minor statura. Giunsero a quel rango, dobbiamo sottolinearlo,
non solo studiando ma umiliando se stessi veramente e conquistando i
loro io inferiori. Quella sincerità ed integrità che li rese così grandi fu
anche causa di problemi con le autorità del loro tempo e la maggior parte
di loro finì col essere torturata ed imprigionata a causa del loro netto
rifiuto di mal interpretare la legge Divina per soddisfare i vani desideri
delle autorità. Ci si può chiedere come mai Allah ha lasciato alcune aree
nella religione aperte a divergenze d’opinione, quando avrebbe potuto
enunciare puntigliosamente ogni dettaglio.
Il Profeta (S.a.s.) disse a riguardo: “La differenza nella mia nazione è
misericordia”. Così le quattro scuole (Madhâhib, pl. di mâdhhab)
possono essere intese come un autostrada che conduce alla stessa meta,
con 4 corsie. Così che, grazie a queste quattro corsie, ognuno possa
procedere secondo l’andatura a lui confacente. Allah ha detto:
“E Allah vuole renderla (la sua religione) facile per voi”.
Fitna
Disaccordo, conflitto, afflizione.
Fitra Disposizione naturale, carattere innato. Si riferisce all’uomo che nasce
con una fede innata e totalmente arreso al suo Creatore.
99
Hadîth Detto o tradizione profetica. Alcune Hadîth furono scritte durante la vita
del Profeta (S.a.s.), ma egli non incoraggiò questa pratica per timore che
venissero poi confuse con il Corano. Dopo la sua scomparsa alcune
Hadîth furono scritte, altre trasmesse oralmente. A partire dalla
generazione dei Tabiyyîn (coloro che non videro il Profeta (S.a.s.) ma solo
dei suoi compagni sopravvissuti), si cominciò a collezionare in volumi le
Hadîth, classificandole a seconda dei soggetti e verificandone
l’autenticità tramite un rigoroso esame sulle qualità morali,
sull’affidabilità del carattere e della memoria di coloro che le trasmisero.
Hadîth Qudsi Una Tradizione Profetica in Allah parla in prima persona tramite il
Profeta (S.a.s.). Questi detti sono comunque distinti dal Corano.
Hafîdh Protettore. Una persona che sa il Corano a memoria e lo mette in pratica
nelle azioni.
Halâl Permesso, legale, legittimo. Tutte le azioni che rientrano nei limiti della
Sharîah (Legge Divina).
Haqîqi Imãn
Vera fede basata sulla realizzazione della Verità. Un gradino al di sopra
della normale fede imitativa. I tre segni che mostrano la presenza del
Haqiqi Imãn sono:
1) L’abilità di sentire ogni cosa, animata od inanimata, lodare il Creatore.
2) La conoscenza e la saggezza celate dietro ogni cosa esistente, il loro
scopo e la loro posizione.
100
3) L’essere capaci ci contattare le anime dei Profeti e dei Santi nel
Barzâkh.
Harãm
Divieto religioso, illegale, proibito, sia perché sacro o dannoso. Tutte le
azioni che non sono conformi ai limiti della Sharîah.
Hassân al Basri (Q.s.)
Nato nel 21 a.h. (642 d.C.). Morto nel 110 a.h. (728 d.C.).
Nacque a Medina, figlio di uno schiavo che servì lo scrivano del Profeta
(S.a.s.) Zaîd ibn Thabit. Crebbe a Basra ed è conosciuto per la sua pietà e
per la sua condanna senza compromessi alla mondanità dei governanti.
Era un oratore brillante, molti dei suoi discorsi sono stati preservati.
Hawâ
Vano desiderio, capriccio, inclinazione, distrazione. Pensiero ozioso e
vano che distoglie dalla realtà e dall’adorazione.
Hîmmah
Aspirazione, energia, vigore, ambizione, risoluzione, determinazione,
zelo.
Ibrahim bin Adham (Q.s.)
Nato ? Morto 165 a.h. (782 d.C.).
Abu Ishaq Ibrahim bin Adham (Q.s.) nacque a Balkh (centro Asia) da stirpe
araba. Di famiglia reale, fu fatto re di Balkh. Si pentì della sua mondanità
e divenne un dervîsh errante. Visse una vita in completo ascetismo ed è
perciò chiamato il re degli asceti. Per il suo sostentamento faceva lavori
manuali e dal ricavato di quei lavori semplici ma faticosi manteneva
101
molti suoi compagni. Ibrahim evitava le lodi della gente e sfuggiva la
notorietà vestendosi come un servo o come un folle. Una volta si stava
recando alla Mecca per il pellegrinaggio, i capi della città gli andarono
incontro, conoscendo la sua grande pietà e rinuncia. Ibrahim era vestito
come un servo e camminava in testa alla carovana assieme ai servi e agli
schiavi. Quando gli Sheikh giunsero e chiesero dove fosse Ibrahim Bin
Adham, egli stesso replicò: “Cosa mai volete da quell’eretico?” Al che
gli Sheikh lo assillarono e lo picchiarono. Più tardi gli chiesero quale fu
l’occasione in vita sua dove fu veramente soddisfatto, indicò
quell’incidente.
Ihsân Il livello di vera bontà e sincerità che si sviluppa dalla fede. Il Santo
Profeta (S.a.s.) disse che il significato di Ihsân è l’adorare Dio come se lo
vedeste di fronte a voi, perché se voi non lo vedete Lui vi vede.
Ikhlâs
Vera sincerità, purezza nell’intenzione. Uno stato devozionale molto
elevato.
‘Ilm-ul-Laddûni Conoscenza dalla Presenza Divina. Conoscenza che è inspirata
direttamente nel cuore dei Santi e li rende capaci di sapere cose che ad
altri sono nascoste.
‘Ilm-ul-Yaqîn Conoscenza di certezza. Un livello di conoscenza nei cuori dei Sufi
avanzati in cui una cosa è saputa direttamente con un’inspiegabile
certezza.
Imam-ut-Tarîqat
102
Lo Sheikh, nella catena delle successioni di una Tarîqat, dalla quale essa
prende il nome e che ha avuto un ruolo importante nel descrivere il
particolare ramo di conoscenza ed i metodi della linea di insegnamento
da cui discende. Ogni Tarîqat ha la sua origine nel Profeta Muhammad
(S.a.s.), ma ognuna rappresenta un aspetto diverso dell’insegnamento da cui
gente differente può trarne beneficio.
Imãn
Credo, Fede. È un livello superiore che il semplice arrendersi alla legge
dell’Islam. È uno stadio in cui la fede è entrata nel cuore di una persona.
I pilastri specifici del Imãn sono 6:
1) Credere in Allah.
2) Credere nel Profeta (S.a.s.) di Allah.
3) Credere negli Angeli.
4) Credere alle Sacre Scritture che Allah ha inviato all’umanità tramite i
suoi Profeti.
5) Credere al Paradiso e all’Inferno.
6) Credere che Allah ha predestinato ogni cosa che succede nel mondo,
sia che essa ci sembri buona o cattiva.
Irshâd
Insegnamento Spirituale, guida, direzione, istruzione.
‘Isa ibn Marîam (a.S.) Il Profeta Gesù Cristo figlio di Maria, su di loro sia la Pace. Egli tornerà
alla fine dei tempi per uccidere l’Anti-Cristo e instaurare il Regno dei
Cieli sulla Terra.
‘Ishâ
La preghiera notturna che può essere fatta tra il calar della notte ed i
primi bagliori dell’aurora. Di preferenza nel primo terzo della notte.
103
Islam Arrendersi a Dio, il primo livello di fede che consiste nel rendersi
esteriormente conformi agli Ordini Divini. Eseguire ciò che ci è chiesto
ed astenersi da ciò che è proibito. I 5 pilastri nell’Islam sono:
1) Dichiarare che non c’è dio all’infuori dell’unico vero Dio e che
Muhammad (S.a.s.) è il messaggero di Dio.
2) Fare le 5 preghiere giornaliere (salât) rivolti verso la Mecca.
3) Digiunare l’intero mese di Ramadhan, astenersi dal cibo, dalle
bevande e dai piaceri carnali dall’aurora al tramonto.
4) Dare 1/40 dei propri beni e le porzioni prescritte sui greggi ed i
raccolti annualmente ai musulmani indigenti.
5) Fare il pellegrinaggio alla Mecca nel periodo del Hajj almeno una
volta nella vita, se si hanno le possibilità finanziarie.
Jahiliyya
Il tempo dell’ignoranza si riferisce all’era pre-islamica in cui gli arabi
vivevano nell’oscurità dell’ignoranza adorando idoli e seguendo le loro
passioni e superstizioni non avendo che una relativa conoscenza delle
religioni rivelate agli Ebrei ed ai Cristiani. Seguaci di queste religioni in
piccole comunità si trovavano nella penisola araba concentrati in alcune
città, la maggioranza adorava idoli.
Jibraîl L’Arcangelo Gabriele, responsabile di portare le rivelazioni ai Profeti ed
ai Messaggeri di Allah.
Jihâd-ul-akbar La Grande Guerra Santa che viene combattuta contro il proprio io
inferiore ed è detta dal Santo Profeta (S.a.s.) Grande Guerra Santa poiché di
massima importanza per ogni mûslim. Senza che il credente sia in
104
controllo sul suo io inferiore, non può sperare di perfezionare la sua
religione, né essere utile alla comunità dei credenti, anzi a causa del suo
egoismo impedirà alla gente di seguire la giusta via e macchierà il nome
della religione con le sue cattive azioni che farà nel nome della fede.
Jinn
Genio. Il Sacro Corano si indirizza sia agli uomini sia ai jinn. I jinn sono
fatti di fuoco senza fumo, l’uomo di terra, gli angeli di luce. Come tra gli
esseri umani anche tra i jinn troviamo i credenti ed i miscredenti. I loro
corpi essendo più sottili di quelli umani normalmente non possono essere
visti, si sa comunque che possono influire in vari modi sulla vita degli
umani.
Ka’aba
La Santa Casa di Allah alla Mecca costruita a forma di cubo, fu eretta per
la prima volta dal Profeta Abramo (a.S.) con il figlio Ismaele (a.S.), quando
fu ordinato ad Abramo di lasciare sua moglie Agar (R.a.) con il figlio in
quella valle desolata. Allah fornì loro miracolosamente acqua dal pozzo
di Zam Zam e li fece stabilire su quella terra. Il Signore promise di
benedire il seme di Ismaele (a.S.) ed il frutto di quella benedizione fu
l’invio del Profeta Muhammad (S.a.s.), discendente dalla stirpe di Ismaele
(a.S.). Dopo l’originale consacrazione della Ka’aba all’unico vero Dio da
parte di Abramo e suo figlio, la gente cadde nell’idolatria per molte
generazioni fino al tempo di Muhammad (S.a.s.), allora la Ka’aba fu
ripulita dagli idoli e l’adorazione dell’unico vero Dio ristabilita. Tutti i
muslim si volgono nella direzione della Ka’aba nelle preghiere, non
perché presumono che Dio viva lì, com’è stato supposto dai critici
maldicenti ed ignoranti, ma bensì quello è il punto focale ove tutti i
muslim mondialmente si volgono in unità convergente. Nella visita alla
Ka’aba i muslim compiono il rito della circoambulazione in emulazione
agli Angeli che la eseguono nei cieli attorno al Trono di Allah.
105
Khâlid al Baghdâdi (Q.s.)
Nato 1190 a.h. (1776 d.C.). Morto 1242 a.h. (1827 d.C.).
Nacque a Baghdâd da famiglia curda discendente in origine dal Khalîfa
Othman (R.a.). Era un erudito dell’Islam che aspirava trovare un vero
Mûrshid. Lasciò così Baghdâd per Damasco dove incontrò il suo primo
Sheikh, Sheikh Mustafâ della Tarîqa Qâdiri. Proseguì poi per Medina e
Mecca. Di là fu indirizzato dagli Awliyâ verso l’India ove gli dissero
avrebbe trovato il suo vero Maestro. Dopo il suo ritorno a Baghdâd
incontrò alcuni murîd dello Sheikh Naqshabandi Abdullah ad-Dihlâwi
(Q.s.), fu inspirato e partì per incontrarlo. Dopo un soggiorno di alcuni
mesi con lo Sheikh, fu rimandato a Baghdâd per insegnare la Via della
Tarîqa. Si spostò poi a Damasco dove istruì molti seguaci prima di
morire di peste. La sua tomba è situata nella parte di Jabal Akrad sul
Jabal Qasiyûn a Damasco. Il suo lavoro più famoso si chiama Shams ush-
Shams (Il Sole dei Soli).
Khâlwa Ritiro spirituale. I “Quaranta Giorni nel Buco”. È un periodo di
allenamento intensivo per lo più di 40 giorni nelle Tarîqa Naqshabandi in
cui al sé inferiore è negato anche ciò che è normalmente permesso nella
vita del muslim. Durante questo periodo si combatte il proprio ego con
gran coraggio e determinazione poiché togliendoli anche i normali
piaceri della vita alza la testa e si ribella dando intense difficoltà al
ricercatore. Lo Sheikh sorveglia da vicino il murîd e definisce le precise
attività che deve compiere, ogni Khâlwa consiste in digiuno assoluto,
isolamento, aumentare le preghiere e gli dhikr e ridurre il sonno. Vi sono
differenze dettate dai particolari bisogni del murîd che vengono
assecondati dagli ordini specifici dello Sheikh. La prima Khâlwa è solo di
preparazione. Quando lo Sheikh vede che il murîd è veramente pronto a
sottomettere il suo ego, lo mette nella seconda Khâlwa: la finale.
106
Khass (pl.: khawwâs) L’eletto, gli eletti. La gente che ha l’innata capacità (ahliyya) per
l’eccelsa Tarîqa Naqshbandi.
Khîdmah Servizio. Il servizio che l’umile murîd deve fare per lo Sheikh, per i
discepoli dello Sheikh, per tutti i figli di Adamo (a.S.) e tutte le creature di
Allah.
Lâylat ul Mi’râj La notte in cui il Profeta Muhammad (S.a.s.) fu portato dall’angelo
messaggero Gabriele (a.S.) in groppa alla mistica cavalcatura Burâq, dalla
Sacra Moschea della Mecca alla Roccia Sacra di Gerusalemme poi su
attraverso i sette cieli ove incontrò e parlò con i Profeti che Allah aveva
inviato prima di Lui sulla terra: Adamo, Noè, Davide, Mosè, Abramo,
Gesù (a.S.). Dopo aver raggiunto l’apice del settimo cielo fu portato al
limite del dominio di Gabriele (a.S.), da dove continuò sino a giungere alla
Presenza Divina a una distanza di due archi dal Maestoso ed Eccelso
Creatore dei Cieli e della Terra.
Ma’anawi ‘Ulum Conoscenza Spirituale, Scienza Esoterica.
Mahdi: vedi al-Mahdi (a.S.).
Mansûr al-Hallâj (Q.s.)
Nato nel 244 a.h. (858 d.C.). Giustiziato nel 309 a.h. (922 d.C.)
Al-Hallaj (Q.s.) nacque in Persia, viaggiò in lungo e in largo nel mondo
musulmano predicando con audacia l’unione con Dio. Infine fu arrestato
ed accusato di diffondere la dottrina eretica dell’incarnazione. Fu
107
condannato a morte, mutilato e crocifisso in pubblico quando disse: “Io
sono la Verità assoluta (ana-l-Haqq)”. Prima della sua esecuzione i suoi
compagni sufi lo implorarono di dichiarare: “Egli è la Verità” e lui
rispose: “Sì Egli è tutto. Voi dite che Egli è perso, al contrario è Hallaj
che è perso. L’oceano non sparisce né diminuisce”. Al famoso Sufi
Junâid al-Baghdâdi (Q.s.) fu ripetuto ciò che Hallâj (Q.s.) disse con la
suggestione che quelle parole avevano un significato esoterico, il che
provava che significavano altro che l’empietà attribuitagli. Junâid (Q.s.)
disse: “Lasciate che venga ucciso, questo non è il momento dei
significati esoterici.” I suoi compagni Sufi non negarono la realtà
dell’esperienza mistica dell’Unione ma lo criticarono per aver rivelato in
pubblico ciò che equivale ad una “Comunione privata con l’Amato”.
Junaid (Q.s.) affermò anche che l’esperienza di Hallâj (Q.s.) dell’Unità era
solo uno stadio intermedio d’esperienza mistica e non la meta finale.
Mi’râj vedi Lâylat ul Mi’râj Muhammad (S.a.s.)
Muhammad (S.a.s.) figlio di Abdullah figlio di Abdul Mûttalib.
Il Messaggero di Allah Onnipotente, che fu inviato come Misericordia
per i Mondi. L’ultimo dei Profeti ed il loro Capo. Colui per la cui causa
Allah creò il mondo, possano la pace e la benedizione di Allah essere su
di Lui.
Nacque nel 51esimo anno prima del Hijra (569 d.C.). Suo padre morì
prima della sua nascita. Crebbe con le cure di suo zio Abu Tâlib, lavorò
come pastore poi come commerciante. Nel 25esimo anno di età sposò la
vedova Khadîja (R.a.) che era 15 anni più anziana, restò unicamente con lei
per 26 anni, sino alla morte della sua sposa. Muhammad (S.a.s.) non adorò
mai gli idoli che gli arabi ignoranti avevano messo dentro ed attorno alla
Ka’aba (la Santa Casa alla Mecca) che era stata costruita e dedicata
all’adorazione dell’Unico Vero Dio dal Profeta Abramo e da suo figlio
Ismaele (a.S.). Muhammad (S.a.s.) era uno di quei cercatori della verità isolati
108
che erano conosciuti come “Hunafâ”. Costoro ricercavano la purezza
della religione di Abramo (a.S.), rifiutando ciò che riconoscevano come
ovvie perversioni non solo nel culto degli arabi pagani, predominanti in
Arabia, ma anche nelle dottrine non più originali dei giudei e dei
cristiani. All’età di 40 anni, Muhammad (S.a.s.) era in ritiro spirituale nella
grotta di Hira, quando fu visitato dall’Angelo Gabriele (a.S.) che gli ordinò
di leggere. Muhammad (S.a.s.) rispose che non sapeva né leggere né
scrivere poiché era analfabeta, ma l’angelo lo strinse al petto e ripeté
l’ordine tre volte: “Leggi, nel nome del Tuo Signore che ha creato.
Creato l’uomo da un grumo di sangue. Leggi che il Tuo Signore è il più
Generoso, che Egli è Colui che ha insegnato all’uomo con il calamo,
insegnato all’uomo ciò che non sapeva”. Con queste parole iniziò la
rivelazione del Corano. Nei 23 anni seguenti il Profeta (S.a.s.) continuò a
ricevere le Rivelazioni tramite l’Angelo. Tutte quelle Rivelazioni sono
contenute nel Sacro Corano che ha in sé bastante direttiva, saggezza ed
istruzione per guidare la nazione di Muhammad (S.a.s.) da quel tempo sino
all’ultimo dei giorni. Tredici anni dopo l’inizio delle rivelazioni, il
Profeta (S.a.s.) migrò dalla Mecca alla Medina con i suoi seguaci, quando
gli arabi pagani della Mecca lo minacciarono e tentarono di ucciderlo.
Quell’evento si chiama Hijra e segna l’inizio del calendario islamico
(a.h.). Dopo aver vissuto per dieci anni a Medina, nel cui periodo furono
dettate nelle rivelazioni la legge e le norme sociali e l’Islam si era
stabilito nell’intera comunità come modo di vita, il Profeta (S.a.s.) passò
nelle mani del Suo Signore. Egli morì nella stessa data della sua nascita il
12 del mese lunare di Rabi’ al Âwwal nell’anno 10 a.h. (632 d.C.).
Muhâsaba La resa dei conti delle proprie azioni a cui Allah ci chiamerà nell’ultimo
giorno.
Muhyuddîn vedi Sheikh Muhyuddîn Ibn al ‘Arabi (Q.s.)
109
Murîd
Un seguace che desidera apprendere la Via Sufi da un maestro
(Mûrshid). Colui che si sottomette all’attenzione e agli ordini di uno
Sheikh Sufi.
Mûrshid
Guida, consigliere, istruttore. Colui che guida qualcuno sulla retta via
(Rushd). Uno Sheikh Sufi.
Mûslim
Una persona che si è arresa ad Allah. Vedi Islam.
Nafs
Ego, Anima, Sé. Tre livelli di Nafs sono menzionati nel Sacro Corano:
1) Nafs ul âmmarah bis sû: Il basso ego che incita al male e alla
gratificazione dei piaceri ad un livello animale.
2) Nafs ul lawwâmah: La coscienza risvegliata, il Sé autoaccusatore.
3) Nafs ul mutmaînna: L’anima tranquilla ed in pace. il Sé realizzato in
Dio.
Naqshbandiyya Vedi: Shah Naqshband (Q.s.).
Nasîhat: Consiglio sincero. Il Profeta (S.a.s.) disse: “La religione consiste nel
consiglio sincero”.
Nasruddîn Hoja (Q.s.)
Una figura Sufi leggendaria sulla quale esistono volumi su volumi di
insegnamenti con storie comiche che portano un messaggio. È conosciuto
110
come Mulla Nasruddîn dai Persiani e come Juha tra gli Arabi. Si suppone
sia sepolto ad Aksehir in Turchia.
‘Omar ibn ul Khattâb (R.a.)
Nato nel 30 prima del Hijra. Assassinato nel 23 a.h. (644 d.C.)
Il secondo dei Khalîfa ben guidati del Santo Profeta Muhammad (S.a.s.).
‘Omar (R.a.) da principio era un nemico dell’Islam, si stava recando dal
Profeta (S.a.s.) per ucciderlo ma nell’entrare nella camera del Profeta (S.a.s.)
la fede nell’Islam e nella missione di Muhammad (S.a.s.) entrarono nel suo
cuore e ne uscì muslim. ‘Omar (R.a.) era conosciuto per il suo infaticabile
entusiasmo nel servire il Profeta (S.a.s.), per il suo temperamento focoso, il
suo senso di giustizia e la sua integrità. L’Islam sotto il suo comando dal
dodicesimo anno dopo l’hijra si espande al Medio Oriente ed all’Asia
Centrale. Fu pugnalato alla schiena durante la preghiera da uno schiavo
cristiano. Sul letto di morte ringraziò Dio di non essere stato ucciso da
una mano musulmana.
‘Othman ibn Affan (R.a.)
Nato 47 anni prima dell’Hijra (575 d.C.). Assassinato nel 35 a.h. (656
d.C.). Il terzo dei Khalîfa ben guidati. ‘Othman (R.a.) fu uno dei primi alla
Mecca che abbracciò la fede dell’Islam e perciò sofferse le persecuzioni
dei suoi parenti. Sposò la figlia del Profeta Ruqiyya. Quando le
persecuzioni dei Meccani si fecero insopportabili gli fu ordinato dal
Profeta (S.a.s.) di migrare in Abissinia. Al suo ritorno fece l’Hijra verso
Medina dove Ruqiyya morì. Il Profeta (S.a.s.) gli diede in moglie un’altra
sua figlia Umm Kulthûm. Othman (R.a.) divenne molto ricco come
mercante di tessuti ed usò costantemente i suoi averi per la causa di
Allah per aiutare i muslim. Comperò dagli ebrei di Medina l’unico pozzo
di acqua pura che essi non volevano lasciare usare ai muslim. Pagò di sua
tasca mille cammelli per l’armata musulmana, finanziò l’espansione della
moschea di Medina. Alla morte di ‘Omar (R.a.) fu designato Khalîfa, servì
111
in quel ruolo per dodici anni, fino a che in una disputa politica fu
assassinato. Durante il suo regno la religione dell’Islam si diffuse in
Nord Africa ed in altre regioni.
Qadâ wa Qadr
Tutto quanto è decretato da Allah, predestinazione. Credere in questi
principi è parte basilare della fede nella teologia islamica. Il principio
del libero arbitrio nelle azioni individuali esiste affiancato alla
predestinazione.
Qur’ân Corano, lettura, recitazione. Il Sacro Corano fu rivelato dal Profeta
Muhammad (S.a.s.) in di un arco di ventitré anni. È una rivelazione dal
Signore dei mondi impartita tramite l’Angelo delle rivelazioni Gabriele
(a.S.) al cuore di Muhammad (S.a.s.). Il quale a sua volta l’ha trasmessa, su
comando Divino, agli uomini ed ai jinn. Il Sacro Corano fu inviato come
sigillo delle Scritture. Seguendo le orme della Torah, dei Salmi e del
Vangelo per portare luce in questo mondo oscuro. In esso troviamo
accenni alle vite ed a fatti riguardanti i principali Profeti (a.S.). Il Corano
porta alla luce il crimine della manipolazione delle Sacre Scritture di cui
sia gli ebrei che i cristiani sono colpevoli, chiarifica tutto ciò che è stato
mal interpretato o distorto nelle loro dottrine. Il Corano ci dà una legge di
ispirazione Divina ed una Via di vita che è valida ed applicabile sino alla
fine dei tempi, mostrando all’umanità in chiari termini come ottenere la
felicità qui e nell’aldilà, ciò se ci si attiene alle istruzioni. Il Corano non
contiene solo leggi e riassunti delle vite di Profeti ma anche parabole
mistiche, descrizioni delle beatitudini eterne per gli obbedienti e gli
avvertimenti di castigo per i superbi, i malfattori ed i tiranni di questo
mondo. Il Corano è la Parola Eterna di Allah (Kalam Allahu-l-azâli). È
stata trasmessa all’umanità in lingua araba per il potere mistico del suo
suono. Il suono del Corano è reputato sciogliere il cuore del più ostinato
112
miscredente che non comprende una parola d’arabo. Non può
effettivamente essere tradotto in nessun’altra lingua, una traduzione del
suo significato può certamente essere utile ma non può sostituire
l’originale né in preghiera né in beneficio spirituale.
Raka’at Un inchino seguito da due prostrazioni nella preghiera rituale (salât).
Rasulullâh Messaggero d’Allah. Il termine si riferisce normalmente al Profeta
Muhammad (S.a.s.), ma può essere applicato ad ogni Messaggero d’Allah.
Tutti i Messaggeri furono Profeti ma non tutti i Profeti furono
Messaggeri. I Messaggeri sono gli eletti tra i Profeti, sono coloro che
sono stati inviati alla gente con un ben definito messaggio ed una legge
trasmessi sia per iscritto che oralmente. Vi sono stati 124.000 Profeti
inviati sulla terra. Di questi, 313 erano anche Messaggeri. Mosè,
Abramo, Gesù, Davide e Salomone erano anche Messaggeri, su tutti loro
sia la Pace e la Benedizione Divina come è su Muhammad (S.a.s.).
Ridwân Allah ul akbâr
Il più grande compiacimento Divino. Il Suo piacere è riposto in un servo
che ha posto il volere di Allah completamente al di sopra del proprio.
Così giunge ad Allah totalmente purificato dall’inquinamento dei
desideri dell’ego.
Sahâba
I compagni del Profeta Muhammad (S.a.s.). Possa Allah essere compiaciuto
di tutti loro. Essi erano 124000 e rappresentavano tutti i diversi archetipi
di personalità ad una delle quali tutti gli uomini appartengono. I Sahâba
che entrarono nell’Islam alla Mecca e che in seguito migrarono a Medina
sono chiamati Muhajirîn (coloro che hanno fatto l’Hijra, la migrazione).
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Gli Ansâr (aiutanti) sono i residenti di Medina che abbracciarono l’Islam
e diedero il benvenuto al Profeta e ai suoi compagni Muhajirîn.
Preferendo questi ultimi a se stessi in molti casi diedero quasi tutto ciò
che possedevano. Più tardi ci furono molti altri Sahâba che entrarono
nell’Islam man mano che si espandeva a tutta la penisola Arabica, inclusi
i residenti della Mecca che combatterono all’inizio contro il Profeta (S.a.s.)
ma che poi si convertirono in massa quando l’armata musulmana
conquistò la Mecca nel sesto anno del Hijra.
Sâhib uz-Zamân
Maestro Signore del Tempo. Vedi al-Mahdi (a.S.).
Sâkarat ul Mâut Le sofferenze della morte, l’agonia.
Sâkhrat ul Amâna La roccia della fiducia. Si riferisce alla Pietra Nera che è incastonata
nell’angolo orientale della Sacra Casa alla Mecca. È una pietra mistica
che è discesa dal cielo assieme ad Adamo (a.S.) ed Eva (R.a.). Le sue qualità
non sono paragonabili a quelle di nessuna altra roccia sulla terra.
Registra i nomi di tutti i muslim che la salutano baciandola o alzando le
loro mani verso di lei dicendo: “In nome di Allah, Allah è il più grande
ad Allah appartengono tutte le lodi.”
Shah Naqshband (Q.s.)
Nato nel 717 a.h. (1317 d.C.) vicino a Bukhâra. Morto nel 791 a.h. (1389
d.C.) nel suo villaggio natale dove è sepolto.
L’Imam della Tarîqa Naqshbandiyya fu l’erede della via spirituale
chiamata: Sentiero dei Maestri (Khwajagân). Il suo nome descrive il
concetto del “disegnare immagini dell’indescrivibile realtà del cuore”.
Shah Naqshband studiò con Muhammad Baba Sammâsi (Q.s.) che infine lo
nominò suo Khalîfa. Continuò i suoi studi alla guida di un altro Khalîfa
114
di Baba Sammâsi, Amir Kullal (Q.s.) e poi ancora con ‘Arif ad-Dikkirani
(Q.s.), prima di accedere lui stesso al comando della Tarîqat. Trascorse
sette anni come cortigiano, sette anni a custodire animali e sette anni a
costruire strade. Tra i suoi seguaci introdusse lo dhikr silenzioso al posto
dello dhikr ad alta voce predominante tra i Sufi del suo tempo. Egli
preferì lo dhikr in silenzio che era stato insegnato da uno dei primi
maestri ‘Abd ul Khâliq al Ghujdawâni (Q.s.) (morto nel 575 a.h.) Di
conseguenza la Naqshbandiyya venne conosciuta come la “Via dei
Dervîsh Silenziosi”. La gran parte dei rituali e delle pratiche è svolta in
silenzio ed individualmente. La Naqshbandiyya è la sola Tarîqat che
discende da Abu Bakr (R.a.) invece che da ‘Ali (R.a.). Solo gli Sheikh
Naqshbandi sono autorizzati ad iniziare murîd in tutte le Tarîqat. Perciò
è chiamata Tarîqat ul ‘Aliyya, l’eccelso Ordine, la Tarîqat più alta. Shah
Naqshband (Q.s.) disse: “La nostra Tarîqa inizia dove le altre finiscono.”
Sharîah
La legge canonica dell’Islam, l’insieme dei comandi di Allah relativi
all’attività dell’uomo. Base indispensabile per una vita religiosa. Sharîah
e Haqîqa (realtà mistica) formano un paio correlato dando così all’uomo
la possibilità di svelare il suo potenziale sino al più alto grado.
Sheikh Muhiyuddîn ibn al ‘Arabi Nacque nel 560 a.h. (1165 d.C.) a Murçia nel Sud Est della Spagna. Morì
nel 638 a.h. (1240 d.C.).
Era discendente da una famiglia distinta e colta araba. Fin dalla prima
infanzia mostrò segni d’autorità spirituale che furono riconosciuti e
rispettati dagli Sheikh che lo istruivano sulla Via dei Sufi. Da
giovanissimo ebbe anche numerose esperienze mistiche il cui
insegnamento esoterico gli fu rivelato e spiegato. Incontrò diverse volte
la guida immortale Khidr (a.S.). Tanto grande era la sua elevatezza
spirituale che è conosciuto ancora oggi come “Il più grande Sheikh
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(Sheikh ul Akbar)”. I suoi trattati metafisici erano molto famosi anche nel
mondo cristiano dov’egli era chiamato “Doctor Maximus”.
Probabilmente la ragione principale del essere insignito di quel titolo è
che egli fu il primo a mettere per iscritto quel vasto oceano di dottrine e
conoscenze che sino ad allora era limitato alla trasmissione orale da
Sheikh a murîd e dette in velate allusioni invece che esposte così
apertamente e meticolosamente. Nei Suoi lavori Sheikh Muhiyuddîn (Q.s.)
spazia da soggetti che vanno dalle dottrine metafisiche al significato
esoterico dell’abluzione rituale (wudhû) e descrive gli stati mistici delle
stazioni in dettaglio. Sheikh Muhiyuddîn (Q.s.) (lett. il vivificatore della
religione) viaggiò molto nella sua vita e fu trattato da molti con il rispetto
dovutogli, da altri con disprezzo e rancore. Più volte le autorità religiose
ebbero l’idea di sopprimerlo, ma fu sempre salvato dal Favore Divino e
per l’intercessione di amici influenti che spiegarono e lo invitarono a
spiegare alcune affermazioni che agli occhi dei teologi musulmani
apparivano eretiche. Infine venne ucciso a Damasco dopo aver
dichiarato: “Il dio che adorate è sotto ai vostri piedi”. Per la gente, quella
era un incomprensibile bestemmia, così lo uccisero sul posto. Più tardi
scoprirono che esattamente dove ciò era successo c’erano sotterrati due
grossi calderoni d’oro. Egli è seppellito a Damasco ai piedi del Monte
Qasiyûn.
Sheikh Sharafuddîn (Q.s.)
Nacque nel 1290 a.h. (1875 d.C.). Morì 1358 a.h. (1936 d.C.). Era lo
Sheikh di GrandSheikh Abdullah ad-Daghistâni (Q.s.). Nacque nel
Daghistan poi migrò in Turchia con la comunità Daghistana. È sepolto a
Güney Koy presso Yalova/Bursa.
Shirk Politeismo, associare partners ad Allah Onnipotente. Lo shirk è il più
grande peccato che si possa commettere. Il Profeta (S.a.s.) avvertì i suoi
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seguaci che lo shirk esiste in svariate forme e che Shaytân cerca sempre
di spingere la gente a commetterlo anche a loro insaputa. Egli avvertì la
sua gente che ciò che più temeva per loro non era il ricadere nello shirk
evidente, praticato dagli Arabi pagani, l’adorare idoli, l’osservare
superstizioni senza fondamento o il credere come i Greci insegnavano ad
un pantheon di dei, ma di cadere piuttosto nello “shirk interiore” cioè
tutte quelle forme di shirk che sono occulte, per esempio il culto del
denaro, della lussuria o della propria reputazione. L’adorare la propria
reputazione può condurre a compiere degli atti pii non per piacere ad
Allah né per obbedire al Suo comando, ma unicamente per mantenere la
propria reputazione tra la gente: pregare per l’immagine. Ciò è detto nel
Corano e nelle Hadîth “Riyâ an-Nas” o “mostrarsi alla gente”. Per quanti
passi si facciano nella giusta Via, Shaitân è pronto a trasformarli in shirk,
il più grave peccato.
Sultân al ‘Arifîn
Re degli Gnostici. Titolo attribuito ad Abu Yazîd al-Bistâmi (Q.s.).
Sultân az-Zahidîn Re degli Asceti. Titolo attribuito a Ibrahîm ibn Âdham (Q.s.).
Sûnnah La pratica e la via del Profeta Muhammad (S.a.s.), che comprende tutto
quanto era il suo comportamento, enunciazioni, consigli, decisioni di
governo fino al come cibarsi e come comportarsi nella toilette. Più ogni
supplica che accompagnava questi atti.
Sûrat Al Fâtiha
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La sûrah (capitolo) che “apre” il Corano. Viene letta in ogni preghiera e
in moltissime occasioni. Il suo significato è: “In nome di Allah, il
Misericordioso, il Compassionevole. Lode ad Allah il Signore dei
Mondi, il Misericordioso, il Compassionevole. Re del Giorno del
Giudizio. Te solo adoriamo e a Te solo chiediamo soccorso. Guidaci alla
Retta Via, la Via di coloro con cui Tu sei compiaciuto, non la Via di
coloro che hanno meritato la Tua ira, né di coloro che sono fuorviati.
Tafsîr Esegesi. Spiegazione del Sacro Corano. I molti tafsîr del Sacro Corano
che in passato sono stati scritti, cercano di chiarire il significato del testo,
per aiutare i lettori ad ottenere una maggiore comprensione di un certo
verso. A volte è una spiegazione grammaticale, altre volte degli eventi in
cui la Rivelazione di un dato verso avvenne o Hadîth del Profeta (S.a.s.) sul
verso in questione. Tutto ciò è citato per illuminare il significato e per
referenza analogica con altri versi sul soggetto. Quando necessario,
passaggi della Bibbia o della Torah sono citati. Il tafsîr si occupa per lo
più di ciò che è ovvio con un significato esteriore, mentre il ta’wîl si
occupa dei significati esoterici e delle interpretazioni.
Tajâlli Emanazioni e manifestazioni spirituali.
Taqlîd
Imitazione, seguire ciò che si ha imparato dai genitori o dalla propria guida.
Tarîqat
Via Sufi. Tutte le Tarîqat hanno origine dal cuore del Profeta
Muhammad (S.a.s.). Consistono nell’insegnamento esoterico dell’Islam
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giunto a noi da ‘Alî (R.a.) ed Abu Bakr (R.a.) ed i loro successori. Quando il
Profeta (S.a.s.) apprendeva qualcosa dall’Arcangelo Gabriele (a.S.) o tramite
l’ispirazione gli veniva anche indicato a quale categoria di persone
appartenesse quella conoscenza, sia che quella conoscenza era destinata a
lui solo, sia se fosse una conoscenza permessa e diretta agli eletti tra i
suoi discepoli (questa è la categoria in cui rientra la conoscenza della
Tarîqat) o se fosse conoscenza da enunciare apertamente a tutto il
mondo.
Tasbih Glorificazione di Allah, Questa parola non si riferisce solamente alle lodi
fatte da gente pia in adorazione, ma anche a quelle lodi ad Allah che
vengono da animali, piante ed oggetti inanimati.
Tâubah
Pentimento. Il Profeta (S.a.s.) disse che colui che si pente sinceramente del
suo peccato è come non lo avesse mai commesso.
Tuba Grande felicità e benedizione.
Ulu-l-Hîmmah
Aspirazione elevata. Il Profeta (S.a.s.) disse: “L’aspirazione elevata è segno
di fede”.
‘Ulamâ
Studiosi religiosi, gente erudita.
Ummah
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La nazione di un determinato Profeta. Coloro per i quali egli è
responsabile, e per i quali intercederà. Ora è l’epoca in cui il Profeta
Muhammad (S.a.s.) è il responsabile. Non vi sono più le Nazioni né di
Mosè né di Gesù (a.S.) in questo tempo. L’Ummah è divisa in coloro che
sono chiamati (Ummatu-d-Dâwwah) e coloro che hanno risposto alla
chiamata (Ûmmat ul Ijâba).
Walâyat Santità. L’essere un amico di Dio. La parola wilâyat che significa un
“distretto di territorio” è della stessa radice. Ciò indica il fatto che gli
Awliyâ (Santi) hanno sempre protetto aree a loro affidate da autorità
Superiori (Allah e i Suoi Profeti) e sono responsabili per i bisogni
spirituali degli abitanti di quell’area territoriale.
Wiazh Coloro che sono responsabili per dare consigli ed esortazioni spirituali.
Wudû
Abluzione rituale. Prima della preghiera ogni muslim deve compiere
l’abluzione facendo l’intenzione di eseguirla per Allah. Quindi lavando
le mani, la bocca, il naso, il viso, le braccia, la testa, le orecchie, il collo e
i piedi. Anche se non è obbligatorio è considerata una pratica molto
meritoria essere sempre in stato di purezza rituale. L’abluzione deve
essere ripetuta dopo essere stati alla toilette, aver scoreggiato, essersi
adirati o eccitati sessualmente e dopo aver dormito.
Yâum al Qiyâmah
Il giorno della risurrezione. Il giorno in cui le ossa dei figli di Adamo (a.S.)
verranno chiamate dalle tombe e rivestite di nuovo di carne e pelle e
verrà chiesto loro il resoconto delle azioni compiute nella loro vita.
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Zâwiya Letto, angolo, cantone. Una piccola Moschea, una camera per la
preghiera. Più specificamente detto per una costruzione o un gruppo di
costruzioni usate come luogo d’incontro di Sufi. Piccola Tekkia.
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