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Il Sole 24 Ore Mercoledì 13 Novembre 2013 25

Ambiente

Arredo.Quattro le lineedisviluppo:ricercasuimateriali,processiecocompatibili, riduzionesprechiericiclo

1 Storiediun’alleanzatraimpreseecomunità,ambienteenuovimodidiviverechepossonotraghettarciversounpaesepiùdesiderabileecompetitivo.DiErmeteRealacciperChiarelettere.

1 Èladimostrazionecheunapoliticapubblicapuòstimolarel’innovazioneecambiamentinelleabitudinidiconsumoafavoredell’ambiente.Unsuccessotuttoitaliano.WalterGanapini,Ed.Ambiente

1 Un’analisideirecentimutamentidell’economiadellavoro,chevedonolaproduzioneindustrialetradizionalespostarsisemprepiùversol’innovazioneelaproduzionedibenieservizi.EnricoMoretti,Mondadori.

1 Sipuòpensareefareeconomiarimettendoalcentrol’uomo,l’ambiente,illavoro,iterritori?Orecuperaretemicomelacuraelafesta,ildonoelacomunità?SonoledomandeacuicercadirispondereLuiginoBruni,inquestolibroeditatodaEmi.

Immobiliare. È la sola voce in attivo e rappresenta il 65% del fatturato complessivo

Lecaseaprono leportealle cucine 100%riciclabili

FRESCHI DI STAMPA

Ilcompartodell’ediliziaringrazia le riqualificazioni

Automazione. Miglioramento delle prestazioni

Materie prime ecologiche,materiali naturali, processi eco-compatibili, riciclo e spreco ze-ro: la filiera del legno-arredo ita-liano punta sempre più sulla ri-conversione green. Perché neimercatiamaggiorvaloreaggiun-tolasostenibilitàspessopuòrap-presentare un vantaggio compe-titivo. Una tendenza confermataanchedainumeri:secondoilRap-portoambientediFederlegnoAr-redounitalianosutresarebbedi-sposto a pagare un mobile il 10%in più, pur di acquistare un pro-dottoecologico.

Le aziende quindi si adegua-no. Con 1.689 aziende accredita-te, inoltre, l’Italia è il quinto pae-se al mondo per certificati Fsc (ilmarchio dei prodotti contenentilegno proveniente da foreste ge-stiteinmanieracorrettaerespon-sabile).Merito anche del distret-to della Sedia del Friuli VeneziaGiulia, che oggi conta 48 aziendecertificate,concirca1.000lavora-tori, che producono un fatturatodi150milioni.Tabu,invece,èsta-ta la prima azienda di piallacci dilegno tinti e multi-lamellari a ri-correre alla certificazione FSC.

Dal2003proponeaipropriclien-ti legno certificato al 100% e nel2009 ha lanciato anche la lineaEcoZero, realizzata con legnocertificato e con prodotti collan-ti privi di formaldeide. Passandodai collanti al colore, la Snaiderohaintrodottoneiproprioproces-si produttivi vernici ad acqua sin

dal2006einseguitosièadopera-taperridurreidiluentiaromaticiutilizzati, tagliando così le emis-sionedisostanzeorganichevola-tilidovute allaverniciatura.

Per l’arredo casa conversionegreen è sinonimo anche di uso difibre naturali per realizzare tap-pezzerie, rivestimenti e imbotti-ture. Passoni Nature, ad esem-pio,producemobiliecosostenibi-li di qualità utilizzando, come ri-

vestimento, una lana con mar-chioecolabele imbottiturecerti-ficateCertiPur.Mentrel’aziendaOnfuton per i suoi futon impiegasolo puro cotone biologico, latti-cenaturaleecoccogommato.

E poi ci sono gli specialisti delriciclo. Ad esempio quelli cheproducono pannelli usando sololegno proveniente da pallet, tru-cioli, mobili vecchi, rami e legnodapotaturadeglialberi,imballag-gi inlegno,cassettedafruttaere-sidui di lavorazione. Insommasenza abbattere alberi. Come ilgruppo Fantoni, che usa materiaprima risultante da altre lavora-zioniehasviluppatounsofistica-to know-how tecnologico checonsente l’impiego di un’ampiatipologia di prodotti lignei, sega-turacompresa.EgraziealqualeènatalacollezionedipannelliFra-mework 2.0 prodotta con mate-riali riciclatie riciclabile al98%.

Mapergarantirelapienasoste-nibilità di un prodotto non bastausare materie prime ecologicheenaturali,néspecializzarsinelri-ciclo. Bisogna pensare all’interociclo di vita del prodotto, dallaproduzione alla dismissione. In

altri termini bisogna concepiremobili che durino, che siano co-stituiti da componenti separabi-li, in modo da poter essere facil-mente disassemblati e riciclati, ela cui realizzazione richieda me-noenergiaematerieprimepossi-bili. Pioniere di questo approc-cio in Italia è stata Valcucine. Èsua la cucina in alluminio e vetrotemprato, totalmente riciclabilee a zero emissioni. Mutuandouna tecnologia dal settore auto-mobilistico,Valcucinehalancia-to Meccanica, un sistema rivolu-zionario di cucina dematerializ-zata, progettata utilizzando soliripiani e cestoni. Anche le inno-vativeanteintessutoeinmetallosono dematerializzate grazie aiminimispessorieutilizzidimate-riale:un telaio rivestito nelle pri-me e uno spessore di 2mm per leseconde. La cucina è progettataper essere riutilizzabile al 90% ericiclabileal 100%.

Sostenibilità significa infineef-ficienzaenergeticaedenergiapu-lita. La Bellotti è leader in questocampo ed è la prima azienda delsettore legno-arredo in Italia adaver realizzato un impianto foto-voltaico su tetto totalmente inte-grato.Unasuperficiedi10.000mqsu cui sono stati posati 4.500 pan-nelli fotovoltaici, che producono1.026.600 kWh annui di energiapulita.Edevitanoogniannol’emis-sionedi645,87tonnellatediCO2.

L. G.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il miglioramento delle pre-stazionidegliimpiantiprodutti-vi,soprattuttosulfrontedellari-duzionedeicostiedeiconsumi,rappresentaunadomandainfor-te crescita a livello mondiale.Nel settore meccano-tessile, leaziendehannoaccettatosponta-neamente di certificare i loroprodottiinchiaveecologica,gra-ziealprogettoSustainableTech-nologies promosso da Acimit,l’Associazione dei costruttoriitaliani di macchinario per l’in-dustriatessile.Ilrisultatoèlatar-ga verde, un documento cheidentificaleprestazioniambien-tali del macchinario in riferi-mentoadunprocessosceltoco-meparametrodiconfronto.

Aoggi,sonopiùdi30leimpre-se che possono fregiarsi di que-sto distintivo. Fra queste vi è laObemdiBiellachehasviluppa-tounsistemaditinturaorizzon-talechegarantisceelevatirispar-mi in termini di consumo ener-getico.Compactèinveceunali-mentatore del filato prodottodall’aziendaLglElectronicschecombinaledimensioniridotteaunanotevoleriduzionedipoten-za–30%inmenorispettoaimo-delli precedenti – garantendo,quindi, un consumo di energiaminimo. Noseda ha ideato Ac-quaZero,unalineadimacchina-riper latinturaincuièpossibilepredeterminareemantenereco-stante il rapporto-bagno, indi-pendentemente dalle variazio-ni di carico, risparmiando cosìsui consumi di acqua e vapore.Innoecologyèl’innovativamac-china di tintura ecologicadell’azienda Brazzoli che vantabassissimicostidiproduzioneeimpattoambientale. Un tessutojersey chenel 2011 richiedeva 35litridiacquaperkgtintoorapuòesseretrattatoconsoli28litri.

Flainoxèstatalaprimaazien-dadelsettoreaintrodurrelelogi-chedellaLca,iniziandoastudia-re l’impronta di carbonio degliimpianti, con l’obiettivo di indi-viduarne le criticità e re-inge-gnerizzarli. È nata così Nrg uni-versal,lamacchinarotativacen-trifugante percapi confezionatichehapermessounnotevoleri-sparmio di Co2, raggiungendo ilblu level del protocollo di Kyo-to. Nell’ambito delle tecnologiedi lavorazione laser – alla basedei macchinari per lavorare ilmetallo–sistadiffondendolaso-stituzionedicomponentiidrau-lici con componenti elettriciche consentono un aumentodell’efficienza energetica. IlgruppoBlmhalanciatounanuo-valineadimacchineecologichealimentatedamotorielettriciin-telligenti, invece che dai vecchiazionamenti idraulici, che per-mettonodiridurreilcostoener-getico del sistema di produzio-nedel20percento.

C’èpoiTecnocut,delgruppo

Cms, specializzata nella produ-zione di macchine per il taglioadacqua,chehaideatounsiste-ma di compressione elettricocheriduceicostidel30percen-to.Ilsistemaacompassobrevet-tato dalla vicentina Salvagninisibasasuunasorgenteelettroni-cache,rispettoaunatradiziona-lea C02,garantisce unadiminu-zione dei consumi di energia dioltre il 70% e una riduzione delcostodieserciziodioltreil50%.Anchenelsettoredellemacchi-neperlalavorazionedellacera-mica si registrano diverse solu-zioniinnovative.

L’azienda Bmr ha messo apunto una nuova macchina,Squadra Dry, che prevede l’eli-minazionediunafasedelproces-so di rettifica delle piastrelle dimonoporosa particolarmentedispendiosa dal punto di vistadel consumo idrico. Sacmi For-nihaideatoEcoKiln,uninnovati-voforno che ha cambiato il mo-dodicuocerelepiastrelleincera-mica, assicurando una gestionecompletamente automatizzata,conunariduzionedeiconsumiedelleemissioni.L’aziendamode-nese System, con il progetto4Phases Frame, ha creato una

macchina per imballaggi checonsente un risparmio del 50%del cartone impiegato e l’elimi-nazionedellescortedimagazzi-no.Anchelemacchineper la la-vorazionedellegnodiultimage-nerazione sono progettate perconsumareeinquinaremeno,at-traverso l’ottimizzazione deiprocessi di lavoro. Le macchinedell’azienda Biesse sono dotatedidispositivichepermettonodiadeguare le prestazioni alle esi-genzedilavorazione,attivando-sisoloquandoserve,edisoftwa-re per il monitoraggio costantedeiconsumieperlagestionedel-larigenerazioneinrete.

Nel comparto delle macchi-neagricole,lariconversionegre-enèdeterminatadallanecessitàdi contenere i costi energetici,dall’aumento della domanda dibiologico e dalle normative in-trodotte in ambito comunitarioe nazionale. Un esempio èl’azienda Maschio Gaspardoche adotta nuove tecnologie abassoimpattoambientale–qua-li minima lavorazione e seminadiretta – in grado di preservarecomposizione,strutturaebiodi-versitàdelterreno.

Co. S.

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L’edilizia italiana, anche acausa della crisi, sta subendo unatrasformazioneprofonda,avvian-dosiadiventareuncompartochefinalmenteguardaalfuturo:sispo-sta il baricentro, non più nuovoedificato bensì riqualificazionedell’esistente, e si rinnovano pro-fessionalità,strumentiematerialiinchiavesostenibile.Nonèunca-so se la misura anticiclica di granlunga più importante attivata inquestianni, l’eco-bonuspergli in-terventi di risparmio energetico(con1,4 milioni di famiglie che nehanno già approfittato), coglie ealimenta proprio queste tenden-ze.Leriqualificazionisonolasolavoce in attivo del comparto: conuna crescita del 12,6% dal 2008 al2013,afrontedelcrollodel30%de-gli investimenti totali e ricavi chegià oggi rappresentano il 65%dell’interofatturato.

Conenormiprospettivedicre-scita: il 70% degli edifici italiani èstatocostruitoprimadel 1976,da-tadellaprimanormativasulrispar-mioenergetico,edèquindimedia-mente assai poco efficiente. Eccoperché«ilcompartodell’edilizia–come spiega Marco Frey, presi-

dente del comitato scientifico diFondazione Symbola – sta diven-tando un contesto emblematicodelle possibilità di innovazionegreen di natura intersettoriale. Sisviluppanonuovimaterialionuo-ve tecnologie che consentono diconsumaremenoodiprodurreri-sorse (energia, acqua). Le stesse

professionalità coinvolte in que-stocompartosiarricchisconotin-gendosisempredipiùdiverde».

Se il valore aggiunto prodottodella green economy a livello na-zionale è pari al 10,6% del totale,nellecostruzionisiarrivaal24,2%.Leaziendescommettonosempredi più sui green jobs: quest’annosaranno il 35% del totale degli as-sunti (erano il 32,2% nel 2010). Epuntanosull’innovazioneambien-

tale: una tendenza che coinvolgetuttigliattori.Apartiredachirea-lizzagli involucri.

Con campioni nazionali comelaDiasendiSassoferrato,chepro-duceunintonacoecocompatibilea base di sughero. O Equilibrium,lastart-up cheha ideatoun mate-rialebiocompositodicanapaecal-cealtamenteisolante,leggeroere-sistente, totalmente riutilizzabilee riciclabile. Oppure i fiocchi dicellulosa–isolantidielevataquali-tàeprovenientidascartidicartie-ra – di Nesocell, spin-off del Poli-tecnico di Torino, impiegati daDomusGaia, azienda specializza-ta nella bioedilizia. Ma gli esempisono tantissimi: i pannelli d’argil-la di Terra Naturforum, oppurequelli superisolanti in fibre tessiliriciclatediManifatturaMaiano;oilmaterassino infibra dipolieste-rericiclatodabottiglieinPetdiPo-litex Italia. Anche i materiali piùtradizionalicambianodna.

Comedimostra labiocalceKe-rakoll, leader mondiale nel setto-re del green building (apprezzatada archistar come Zaha Hadid eHerzog&De Meuron): riduce leemissioni di Co2, contiene il 30%

dimineralidiscartodialtrelavora-zioni e alla fine del ciclo di vitapuòesserericiclata.Pernonparla-re delle piastrelle, uno dei settoritrainantidelmadeinItaly.

IldistrettoceramicodiSassuo-lo,adesempio,investecircail10%delfatturatoinmisuregreen,edal1980hadimezzatoiconsumiener-getici pur avendo raddoppiato laproduzione. Ricordiamo le pia-strelleconbiossido di titanio, chepurificano l’aria, di Mirage. Quel-le fotovoltaiche del gruppo Sy-stemediCottoD’Este.Quelleanti-batteriche di Casalgrande Pada-na.EpoicisonoipavimentidialtagammadiStoneitaliana,realizza-ticonilvetrodeitubicatodicidel-levecchietv.IlmadeinItalyèpro-tagonista anche nei sistemi di ri-scaldamento. Lo dimostra la ber-gamasca Robur, leader nel mon-do delle pompe di calore a meta-no,cheriduconodel40%iconsu-mieleemissioniinquinanti.Negliinfissi: le finestre Erco, ad esem-pio,sonoleprimeinPvcariceve-re il sigillo Finestra Qualità Ca-saClimaGold.Epoic’èladomoti-ca,cherendelacasapiùconforte-vole,smart,esostenibile:isistemiBTicinooVimar,adesempio,per-mettono di monitorare e teneresottocontrolloiconsumienergeti-ci.Masiarrivaancheallecaseinte-ramenteinlegno,comequelledel-laholdingaltoatesinaRubnerodiWolfHaus.

D.S.D.

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TARGAVERDE NEL TESSILE

Aoggi sono più di30

le imprese che possono

fregiarsi diquesto distintivo

che identifica le prestazioni

ambientalidel mezzo

Per imacchinariuncertificatoamisuradi energia

La nostra agricoltura, la no-strafilieraagroalimentarenonèsolo uno dei primi motivi per iquali il mondo intero ama l’Ita-lia. Non è solo uno dei compartipiù forti del made in Italy. È an-chequellochepiùdialtri, inmo-dopiùmaturoearticolato,hafat-todellagreeneconomyunalevaper crescere. È tra quelli più di-namici e innovativi, anche gra-ziealnumerocrescentedigiova-nichescelgonounmestieredeci-samente rivalutato rispetto aqualcheannofa.

Èstatoingrado,ancheinvirtùdella scelta decisa della sosteni-bilità, di avviare una mutazionestrutturale:oggiungiovaneagri-coltorenonpassapiùlasuagior-nataesclusivamente tra icampi,maanchecoiclientidelsuoagri-turismo,coi ragazzidellescuolechevisitanolasuafattoriadidat-tica, con imprenditori di settoriapparentemente distanti – co-meleindustriecosmetiche,quel-le di prodotti per l’edilizia o del-lachimicaverde–cheusanoperi loro business i prodotti, o an-chegliscarti,delsuolavoro.

La nostra agricoltura è unadelle più competitive a livelloeuropeo: il valore aggiunto perettaro (2mila euro) è il triplo diquello del Regno Unito, il dop-piodellaSpagna,quasi ildoppiodella Francia, 1 volta e mezza la

Germania.Ilnumerodioccupa-tiagricoliadettaro(10,1ogni100ha)è il triplodiFrancia,Germa-niaeSpagna.Risultatiimportan-ti, raggiunti, come si è detto, an-che grazie alla scommessa sullaqualitàesullasostenibilità.Qua-si la metà (49,1%) delle impresea produzione prevalentementeagricola con dipendenti, infatti,negli ultimi tre anni (2010-2012)ha adottato metodi e tecnologieper la riduzione dei consumi dienergiaedacqua.Seilvaloreag-

giunto nominale prodotto nel2012dallagreeneconomyalivel-lo nazionale è del 10,6%, in agri-coltura (e silvicoltura e pesca)saleal 16,2%. Il recuperodiscar-ti e rifiuti è pratica diffusa: ri-guarda il 57% delle imprese.L’Italia vanta il minor numerodi prodotti agroalimentari conresidui chimici oltre il limite(0,3%),inferioridi5volteaquel-lidellamediaeuropea(1,5%diir-regolarità).Abbiamounostraor-

dinario patrimonio di tipicità:255 riconoscimenti tra Dop, Igpe Stg che valgono 12 miliardi difatturato al consumo (che po-trebbe crescere esponenzial-mente con una radicale azionedi contrasto al falso made inItaly alimentare, che vale oltre60miliardi dieuro etoglie circa300milapostidi lavoro).

Altro primato nazionale èquello del biologico: con quasi50milaoperatori,1,2milionidiet-tari (+6,4%rispettoal 2011),que-sto mercato vale 3,1 miliardi dieuro, facendo del nostro Paeseuno dei protagonisti a livellomondiale. In questo campo ri-cordiamo esperienze comel’Azienda agricola biologicaapicoltura Ambrosino che pro-duce e vende direttamente otti-mo miele italiano, premiatoquest’annoalBiofach2013diNo-rimberga, salone mondiale deiprodottibiologici.EpoiAlceNe-ro e Mielizia: gruppo di più dimille agricoltori biologici, api-coltori e produttori specializza-ti, che, anche grazie all’export,hachiusoil2012conunfatturatoincrescitadell’8,5%.

Questa agricoltura da recordè anche il luogo dove prendonovita esperienze d’avanguardiasul frontedellasostenibilitàam-bientale.ComequelladiSalche-to, a Montepulciano: che non si

accontentadiprodurrebottigliedi vino apprezzate in tutto ilmondo,mahavolutocalcolarnelacarbon footprint,e haattivatounaseriedistrategieperabbatte-re drasticamente la propria im-pronta di carbonio. Oppure, perrestarealvino,leCantineArnal-do Caprai di Montefalco: azien-da premiatissima e famosa peraversalvatodall’estinzioneilsa-grantino e averlo portato allevette dell’enologia mondiale, haavviato un percorso di sistemacon importanti realtà produtti-ve nel comprensorio umbro, ilprogetto «Montefalco 2015, thenew green revolution», per dif-fondere pratiche di produzioneinnovativeesostenibili.

L’agricoltura italiana è ancheunodegliavampostiincuiicam-biamentiglobali inattoneglisti-li di consumo trovano soluzioniinnovative. Come la spesa a kmzero e i farmer market: rispostaallavogliadiconsumipiùconsa-pevoli e responsabili, al deside-rio di qualità, di rapporti con ilterritorio e coi produttori. Sonocresciuti nel nostro Paese sino adivenire esperienza comune – 7milioni di italiani fanno regolar-mente la spesa nei mercati degliagricoltori – e a raggiungere ilfatturato record di 3 miliardi dieuro.Un’opportunitàresapossi-biledallaFondazionecampagna

amica della quale fanno parte6.566aziendeagricole,1.179agri-turismi, 330 cooperative, 1.125mercati, 146 botteghe ai quali siaggiungono 254 ristoranti e 128ortiurbani,per un totale di oltre8.200puntivendita.Traipionie-ridellavenditadiretta, lavenetaLattebusche: cooperativa natanel 1954, lavora esclusivamentelattelocale,vendutoancheattra-verso punti di vendita diretta, icosiddetti Bar bianco. Originalile esperienze dell’agri-beachEdenSalento–chioscobarristo-rante a km zero, situato lungouna delle coste più belle d’Italia,che utilizza i prodotti coltivatinell’adiacente terreno retro du-nale – e della veneta Adriamar –cheproducecozzeemitilidaof-frireaiconsumatori inpostazio-ni itineranti con annesso servi-zioditakeaway.

Produrre, insomma, ad agri-coltori e allevatori non bastapiù.Soprattuttosesonogiovani.Circail70%delleimpreseguida-tedagiovani,infatti,operainatti-vitàmultifunzionali: inPuglia, lamasseriaSalaminaproduceotti-mo olio extravergine di olivaDop e cosmetici naturali in unavastissima gamma, interamenterealizzati col suo olio. Ed è solounodeitantipossibiliesempi.

D.S.D.

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MANO AL PORTAFOGLIO

Un italiano su tre sarebbe

disposto a pagare un mobile

il 10% inpiù

pur diacquistare

un prodotto ecologico

IN CONTROTENDENZA

Il settore è cresciuto

del12,6% dal 2008 al2013

a fronte del crollodel 30%

degli investimenti totali

nel settoredell’edilizia

FOTOGRAMMA MARKA

MARKA

Natura. Dinamicità, multifunzionalità, qualità e sostenibilità: la ricetta vincente del settore rurale

Il richiamodell’agricolturaUnnumerocrescentedi giovani sceglie di lavorare in campagna

ITALIA AVANTI TUTTA

Il valore aggiunto per ettaro

(2milaeuro) è il triplodel

RegnoUnito, il doppio della

Spagna, quasi il doppio della

Francia,1,5 volte laGermania

Mattone. Anchel’edilizia puntasu materiali etecnologie checonsentano diconsumaremeno. Hannoinvestito inmassa sul verdepure il 30,6%degli operatoridellegno-mobile

Campierobot.

Oltre il 49%delle impreseagricole negliultimi 3 anni haadottato metodie tecnologie perridurre iconsumi dienergia e acqua.È verde il 30,2%del comparto«fabbricazionedelle macchineed attrezzaturee mezzi ditrasporto»

Il Sole 24 Ore Mercoledì 13 Novembre 2013 25

Ambiente

Arredo.Quattro le lineedisviluppo:ricercasuimateriali,processiecocompatibili, riduzionesprechiericiclo

1 Storiediun’alleanzatraimpreseecomunità,ambienteenuovimodidiviverechepossonotraghettarciversounpaesepiùdesiderabileecompetitivo.DiErmeteRealacciperChiarelettere.

1 Èladimostrazionecheunapoliticapubblicapuòstimolarel’innovazioneecambiamentinelleabitudinidiconsumoafavoredell’ambiente.Unsuccessotuttoitaliano.WalterGanapini,Ed.Ambiente

1 Un’analisideirecentimutamentidell’economiadellavoro,chevedonolaproduzioneindustrialetradizionalespostarsisemprepiùversol’innovazioneelaproduzionedibenieservizi.EnricoMoretti,Mondadori.

1 Sipuòpensareefareeconomiarimettendoalcentrol’uomo,l’ambiente,illavoro,iterritori?Orecuperaretemicomelacuraelafesta,ildonoelacomunità?SonoledomandeacuicercadirispondereLuiginoBruni,inquestolibroeditatodaEmi.qq

Immobiliare. È la sola voce in attivo e rappresenta il 65% del fatturato complessivo

Lecaseaprono leportealle cucine 100%riciclabili

FRESCHI DI STAMPA

Ilcompartodell’ediliziaringrazia le riqualificazioni

Automazione. Miglioramento delle prestazioni

Materie prime ecologiche,materiali naturali, processi eco-compatibili, riciclo e spreco ze-ro: la filiera del legno-arredo ita-liano punta sempre più sulla ri-conversione green. Perché neimercatiamaggiorvaloreaggiun-tolasostenibilitàspessopuòrap-presentare un vantaggio compe-titivo. Una tendenza confermataanchedainumeri:secondoilRap-portoambientediFederlegnoAr-redounitalianosutresarebbedi-sposto a pagare un mobile il 10%in più, pur di acquistare un pro-dottoecologico.

Le aziende quindi si adegua-no. Con 1.689 aziende accredita-te, inoltre, l’Italia è il quinto pae-se al mondo per certificati Fsc (ilmarchio dei prodotti contenentilegno proveniente da foreste ge-stiteinmanieracorrettaerespon-sabile).Merito anche del distret-to della Sedia del Friuli VeneziaGiulia, che oggi conta 48 aziendecertificate,concirca1.000lavora-tori, che producono un fatturatodi150milioni.Tabu,invece,èsta-ta la prima azienda di piallacci dilegno tinti e multi-lamellari a ri-correre alla certificazione FSC.

Dal2003proponeaipropriclien-ti legno certificato al 100% e nel2009 ha lanciato anche la lineaEcoZero, realizzata con legnocertificato e con prodotti collan-ti privi di formaldeide. Passandodai collanti al colore, la Snaiderohaintrodottoneiproprioproces-si produttivi vernici ad acqua sin

dal2006einseguitosièadopera-taperridurreidiluentiaromaticiutilizzati, tagliando così le emis-sionedisostanzeorganichevola-tilidovute allaverniciatura.

Per l’arredo casa conversionegreen è sinonimo anche di uso difibre naturali per realizzare tap-pezzerie, rivestimenti e imbotti-ture. Passoni Nature, ad esem-pio,producemobiliecosostenibi-li di qualità utilizzando, come ri-

vestimento, una lana con mar-chioecolabele imbottiturecerti-ficateCertiPur.Mentrel’aziendaOnfuton per i suoi futon impiegasolo puro cotone biologico, latti-cenaturaleecoccogommato.

E poi ci sono gli specialisti delriciclo. Ad esempio quelli cheproducono pannelli usando sololegno proveniente da pallet, tru-cioli, mobili vecchi, rami e legnodapotaturadeglialberi,imballag-gi inlegno,cassettedafruttaere-sidui di lavorazione. Insommasenza abbattere alberi. Come ilgruppo Fantoni, che usa materiaprima risultante da altre lavora-zioniehasviluppatounsofistica-to know-how tecnologico checonsente l’impiego di un’ampiatipologia di prodotti lignei, sega-turacompresa.EgraziealqualeènatalacollezionedipannelliFra-mework 2.0 prodotta con mate-riali riciclatie riciclabile al98%.

Mapergarantirelapienasoste-nibilità di un prodotto non bastausare materie prime ecologicheenaturali,néspecializzarsinelri-ciclo. Bisogna pensare all’interociclo di vita del prodotto, dallaproduzione alla dismissione. In

altri termini bisogna concepiremobili che durino, che siano co-stituiti da componenti separabi-li, in modo da poter essere facil-mente disassemblati e riciclati, ela cui realizzazione richieda me-noenergiaematerieprimepossi-bili. Pioniere di questo approc-cio in Italia è stata Valcucine. È

q pp

sua la cucina in alluminio e vetrotemprato, totalmente riciclabilee a zero emissioni. Mutuandouna tecnologia dal settore auto-mobilistico,Valcucinehalancia-to Meccanica, un sistema rivolu-zionario di cucina dematerializ-zata, progettata utilizzando soliripiani e cestoni. Anche le inno-vativeanteintessutoeinmetallosono dematerializzate grazie aiminimispessorieutilizzidimate-riale:un telaio rivestito nelle pri-me e uno spessore di 2mm per leseconde. La cucina è progettataper essere riutilizzabile al 90% ericiclabileal 100%.

Sostenibilità significa infineef-ficienzaenergeticaedenergiapu-lita. La Bellotti è leader in questocampo ed è la prima azienda delsettore legno-arredo in Italia adaver realizzato un impianto foto-voltaico su tetto totalmente inte-grato.Unasuperficiedi10.000mqsu cui sono stati posati 4.500 pan-nelli fotovoltaici, che producono1.026.600 kWh annui di energiapulita.Edevitanoogniannol’emis-sionedi645,87tonnellatediCO2.

L. G.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il miglioramento delle pre-stazionidegliimpiantiprodutti-vi,soprattuttosulfrontedellari-duzionedeicostiedeiconsumi,rappresentaunadomandainfor-te crescita a livello mondiale.Nel settore meccano-tessile, leaziendehannoaccettatosponta-neamente di certificare i loroprodottiinchiaveecologica,gra-ziealprogettoSustainableTech-nologies promosso da Acimit,l’Associazione dei costruttoriitaliani di macchinario per l’in-dustriatessile.Ilrisultatoèlatar-ga verde, un documento cheidentificaleprestazioniambien-tali del macchinario in riferi-mentoadunprocessosceltoco-meparametrodiconfronto.

Aoggi,sonopiùdi30leimpre-se che possono fregiarsi di que-sto distintivo. Fra queste vi è laObemdiBiellachehasviluppa-tounsistemaditinturaorizzon-talechegarantisceelevatirispar-mi in termini di consumo ener-getico.Compactèinveceunali-mentatore del filato prodottodall’aziendaLglElectronicschecombinaledimensioniridotteaunanotevoleriduzionedipoten-za–30%inmenorispettoaimo-delli precedenti – garantendo,quindi, un consumo di energiaminimo. Noseda ha ideato Ac-quaZero,unalineadimacchina-riper latinturaincuièpossibilepredeterminareemantenereco-stante il rapporto-bagno, indi-pendentemente dalle variazio-ni di carico, risparmiando cosìsui consumi di acqua e vapore.Innoecologyèl’innovativamac-china di tintura ecologicadell’azienda Brazzoli che vantabassissimicostidiproduzioneeimpattoambientale. Un tessutojersey chenel 2011 richiedeva 35litridiacquaperkgtintoorapuòesseretrattatoconsoli28litri.

Flainoxèstatalaprimaazien-dadelsettoreaintrodurrelelogi-chedellaLca,iniziandoastudia-re l’impronta di carbonio degliimpianti, con l’obiettivo di indi-viduarne le criticità e re-inge-gnerizzarli. È nata così Nrg uni-

g

versal,lamacchinarotativacen-trifugante percapi confezionatichehapermessounnotevoleri-sparmio di Co2, raggiungendo ilblu level del protocollo di Kyo-to. Nell’ambito delle tecnologiedi lavorazione laser – alla basedei macchinari per lavorare ilmetallo–sistadiffondendolaso-stituzionedicomponentiidrau-lici con componenti elettriciche consentono un aumentodell’efficienza energetica. IlgruppoBlmhalanciatounanuo-valineadimacchineecologichealimentatedamotorielettriciin-telligenti, invece che dai vecchiazionamenti idraulici, che per-mettonodiridurreilcostoener-getico del sistema di produzio-nedel20percento.

C’èpoiTecnocut,delgruppo

Cms, specializzata nella produ-zione di macchine per il taglioadacqua,chehaideatounsiste-ma di compressione elettricocheriduceicostidel30percen-to.Ilsistemaacompassobrevet-tato dalla vicentina Salvagninisibasasuunasorgenteelettroni-cache,rispettoaunatradiziona-lea C02,garantisce unadiminu-zione dei consumi di energia dioltre il 70% e una riduzione delcostodieserciziodioltreil50%.Anchenelsettoredellemacchi-neperlalavorazionedellacera-mica si registrano diverse solu-zioniinnovative.

L’azienda Bmr ha messo apunto una nuova macchina,Squadra Dry, che prevede l’eli-minazionediunafasedelproces-so di rettifica delle piastrelle dimonoporosa particolarmentedispendiosa dal punto di vistadel consumo idrico. Sacmi For-nihaideatoEcoKiln,uninnovati-voforno che ha cambiato il mo-dodicuocerelepiastrelleincera-mica, assicurando una gestionecompletamente automatizzata,conunariduzionedeiconsumiedelleemissioni.L’aziendamode-nese System, con il progetto4Phases Frame, ha creato una

macchina per imballaggi checonsente un risparmio del 50%del cartone impiegato e l’elimi-nazionedellescortedimagazzi-no.Anchelemacchineper la la-vorazionedellegnodiultimage-nerazione sono progettate perconsumareeinquinaremeno,at-traverso l’ottimizzazione deiprocessi di lavoro. Le macchinedell’azienda Biesse sono dotatedidispositivichepermettonodiadeguare le prestazioni alle esi-genzedilavorazione,attivando-sisoloquandoserve,edisoftwa-re per il monitoraggio costantedeiconsumieperlagestionedel-larigenerazioneinrete.

Nel comparto delle macchi-neagricole,lariconversionegre-enèdeterminatadallanecessitàdi contenere i costi energetici,dall’aumento della domanda dibiologico e dalle normative in-trodotte in ambito comunitarioe nazionale. Un esempio èl’azienda Maschio Gaspardoche adotta nuove tecnologie abassoimpattoambientale–qua-li minima lavorazione e seminadiretta – in grado di preservarecomposizione,strutturaebiodi-versitàdelterreno.

Co. S.

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L’edilizia italiana, anche acausa della crisi, sta subendo unatrasformazioneprofonda,avvian-dosiadiventareuncompartochefinalmenteguardaalfuturo:sispo-sta il baricentro, non più nuovoedificato bensì riqualificazionedell’esistente, e si rinnovano pro-fessionalità,strumentiematerialiinchiavesostenibile.Nonèunca-so se la misura anticiclica di granlunga più importante attivata inquestianni, l’eco-bonuspergli in-terventi di risparmio energetico(con1,4 milioni di famiglie che nehanno già approfittato), coglie ealimenta proprio queste tenden-ze.Leriqualificazionisonolasolavoce in attivo del comparto: conuna crescita del 12,6% dal 2008 al2013,afrontedelcrollodel30%de-gli investimenti totali e ricavi chegià oggi rappresentano il 65%dell’interofatturato.

Conenormiprospettivedicre-scita: il 70% degli edifici italiani èstatocostruitoprimadel 1976,da-tadellaprimanormativasulrispar-mioenergetico,edèquindimedia-mente assai poco efficiente. Eccoperché«ilcompartodell’edilizia–come spiega Marco Frey, presi-

dente del comitato scientifico diFondazione Symbola – sta diven-tando un contesto emblematicodelle possibilità di innovazionegreen di natura intersettoriale. Sisviluppanonuovimaterialionuo-ve tecnologie che consentono diconsumaremenoodiprodurreri-sorse (energia, acqua). Le stesse

professionalità coinvolte in que-stocompartosiarricchisconotin-gendosisempredipiùdiverde».

Se il valore aggiunto prodottodella green economy a livello na-zionale è pari al 10,6% del totale,nellecostruzionisiarrivaal24,2%.Leaziendescommettonosempredi più sui green jobs: quest’annosaranno il 35% del totale degli as-sunti (erano il 32,2% nel 2010). Epuntanosull’innovazioneambien-

tale: una tendenza che coinvolgetuttigliattori.Apartiredachirea-lizzagli involucri.

O Equilibrium,lastart-up cheha ideatoun mate-rialebiocompositodicanapaecal-cealtamenteisolante,leggeroere-sistente, totalmente riutilizzabilee riciclabile. Oppure i fiocchi dicellulosa–isolantidielevataquali-tàeprovenientidascartidicartie-ra – di Nesocell, spin-off del Poli-tecnico di Torino, impiegati daDomusGaia, azienda specializza-ta nella bioedilizia. Ma gli esempisono tantissimi: i pannelli d’argil-la di Terra Naturforum, oppurequelli superisolanti in fibre tessiliriciclatediManifatturaMaiano;oilmaterassino infibra dipolieste-rericiclatodabottiglieinPetdiPo-litex Italia. Anche i materiali piùtradizionalicambianodna.

Comedimostra labiocalceKe-rakoll, leader mondiale nel setto-re del green building (apprezzatada archistar come Zaha Hadid eHerzog&De Meuron): riduce leemissioni di Co2, contiene il 30%

dimineralidiscartodialtrelavora-zioni e alla fine del ciclo di vitapuòesserericiclata.Pernonparla-re delle piastrelle, uno dei settoritrainantidelmadeinItaly.

IldistrettoceramicodiSassuo-lo,adesempio,investecircail10%delfatturatoinmisuregreen,edal1980hadimezzatoiconsumiener-getici pur avendo raddoppiato laproduzione. Ricordiamo le pia-strelleconbiossido di titanio, chepurificano l’aria, di Mirage. Quel-le fotovoltaiche del gruppo Sy-stemediCottoD’Este.Quelleanti-batteriche di Casalgrande Pada-na.EpoicisonoipavimentidialtagammadiStoneitaliana,realizza-ticonilvetrodeitubicatodicidel-levecchietv.IlmadeinItalyèpro-tagonista anche nei sistemi di ri-scaldamento. Lo dimostra la ber-gamasca Robur, leader nel mon-do delle pompe di calore a meta-no,cheriduconodel40%iconsu-mieleemissioniinquinanti.Negliinfissi: le finestre Erco, ad esem-pio,sonoleprimeinPvcariceve-re il sigillo Finestra Qualità Ca-saClimaGold.Epoic’èladomoti-ca,cherendelacasapiùconforte-vole,smart,esostenibile:isistemiBTicinooVimar,adesempio,per-mettono di monitorare e teneresottocontrolloiconsumienergeti-ci.Masiarrivaancheallecaseinte-ramenteinlegno,comequelledel-laholdingaltoatesinaRubnerodiWolfHaus.

D.S.D.

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TARGAVERDE NEL TESSILE

Aoggi sono più di30

le imprese che possono

fregiarsi diquesto distintivo

che identifica le prestazioni

ambientalidel mezzo

Per imacchinariuncertificatoamisuradi energia

La nostra agricoltura, la no-strafilieraagroalimentarenonèsolo uno dei primi motivi per iquali il mondo intero ama l’Ita-lia. Non è solo uno dei compartipiù forti del made in Italy. È an-

pp

chequellochepiùdialtri, inmo-dopiùmaturoearticolato,hafat-todellagreeneconomyunalevaper crescere. È tra quelli più di-

g y

namici e innovativi, anche gra-ziealnumerocrescentedigiova-nichescelgonounmestieredeci-samente rivalutato rispetto aqualcheannofa.

Èstatoingrado,ancheinvirtùdella scelta decisa della sosteni-bilità, di avviare una mutazionestrutturale:oggiungiovaneagri-coltorenonpassapiùlasuagior-nataesclusivamente tra icampi,maanchecoiclientidelsuoagri-turismo,coi ragazzidellescuolechevisitanolasuafattoriadidat-tica, con imprenditori di settoriapparentemente distanti – co-meleindustriecosmetiche,quel-le di prodotti per l’edilizia o del-lachimicaverde–cheusanoperi loro business i prodotti, o an-chegliscarti,delsuolavoro.

La nostra agricoltura è unadelle più competitive a livelloeuropeo: il valore aggiunto perettaro (2mila euro) è il triplo diquello del Regno Unito, il dop-piodellaSpagna,quasi ildoppiodella Francia, 1 volta e mezza la

Germania.Ilnumerodioccupa-tiagricoliadettaro(10,1ogni100ha)è il triplodiFrancia,Germa-niaeSpagna.Risultatiimportan-ti, raggiunti, come si è detto, an-che grazie alla scommessa sullaqualitàesullasostenibilità.Qua-si la metà (49,1%) delle impresea produzione prevalentementeagricola con dipendenti, infatti,negli ultimi tre anni (2010-2012)ha adottato metodi e tecnologieper la riduzione dei consumi dienergiaedacqua.Seilvaloreag-

giunto nominale prodotto nel2012dallagreeneconomyalivel-lo nazionale è del 10,6%, in agri-coltura (e silvicoltura e pesca)saleal 16,2%. Il recuperodiscar-ti e rifiuti è pratica diffusa: ri-guarda il 57% delle imprese.L’Italia vanta il minor numerodi prodotti agroalimentari conresidui chimici oltre il limite(0,3%),inferioridi5volteaquel-lidellamediaeuropea(1,5%diir-regolarità).Abbiamounostraor-

dinario patrimonio di tipicità:255 riconoscimenti tra Dop, Igpe Stg che valgono 12 miliardi difatturato al consumo (che po-trebbe crescere esponenzial-mente con una radicale azionedi contrasto al falso made inItaly alimentare, che vale oltre60miliardi dieuro etoglie circa300milapostidi lavoro).

Altro primato nazionale èquello del biologico: con quasi50milaoperatori,1,2milionidiet-tari (+6,4%rispettoal 2011),que-sto mercato vale 3,1 miliardi dieuro, facendo del nostro Paeseuno dei protagonisti a livellomondiale. In questo campo ri-cordiamo esperienze comel’Azienda agricola biologicaapicoltura Ambrosino che pro-duce e vende direttamente otti-mo miele italiano, premiatoquest’annoalBiofach2013diNo-rimberga, salone mondiale deiprodottibiologici.EpoiAlceNe-ro e Mielizia: gruppo di più dimille agricoltori biologici, api-coltori e produttori specializza-ti, che, anche grazie all’export,hachiusoil2012conunfatturatoincrescitadell’8,5%.

Questa agricoltura da recordè anche il luogo dove prendonovita esperienze d’avanguardiasul frontedellasostenibilitàam-bientale.ComequelladiSalche-to, a Montepulciano: che non si

accontentadiprodurrebottigliedi vino apprezzate in tutto ilmondo,mahavolutocalcolarnelacarbon footprint,e haattivatounaseriedistrategieperabbatte-re drasticamente la propria im-pronta di carbonio. Oppure, perrestarealvino,leCantineArnal-do Caprai di Montefalco: azien-da premiatissima e famosa peraversalvatodall’estinzioneilsa-grantino e averlo portato allevette dell’enologia mondiale, haavviato un percorso di sistemacon importanti realtà produtti-ve nel comprensorio umbro, ilprogetto «Montefalco 2015, thenew green revolution», per dif-fondere pratiche di produzioneinnovativeesostenibili.

L’agricoltura italiana è ancheunodegliavampostiincuiicam-biamentiglobali inattoneglisti-li di consumo trovano soluzioniinnovative. Come la spesa a kmzero e i farmer market: rispostaallavogliadiconsumipiùconsa-pevoli e responsabili, al deside-rio di qualità, di rapporti con ilterritorio e coi produttori. Sonocresciuti nel nostro Paese sino adivenire esperienza comune – 7milioni di italiani fanno regolar-mente la spesa nei mercati degliagricoltori – e a raggiungere ilfatturato record di 3 miliardi dieuro.Un’opportunitàresapossi-biledallaFondazionecampagna

amica della quale fanno parte6.566aziendeagricole,1.179agri-turismi, 330 cooperative, 1.125mercati, 146 botteghe ai quali siaggiungono 254 ristoranti e 128ortiurbani,per un totale di oltre8.200puntivendita.Traipionie-ridellavenditadiretta, lavenetaLattebusche: cooperativa natanel 1954, lavora esclusivamentelattelocale,vendutoancheattra-verso punti di vendita diretta, icosiddetti Bar bianco. Originalile esperienze dell’agri-beachEdenSalento–chioscobarristo-rante a km zero, situato lungouna delle coste più belle d’Italia,che utilizza i prodotti coltivatinell’adiacente terreno retro du-nale – e della veneta Adriamar –cheproducecozzeemitilidaof-frireaiconsumatori inpostazio-ni itineranti con annesso servi-zioditakeaway.

Produrre, insomma, ad agri-coltori e allevatori non bastapiù.Soprattuttosesonogiovani.Circail70%delleimpreseguida-tedagiovani,infatti,operainatti-vitàmultifunzionali: inPuglia, lamasseriaSalaminaproduceotti-mo olio extravergine di olivaDop e cosmetici naturali in unavastissima gamma, interamenterealizzati col suo olio. Ed è solounodeitantipossibiliesempi.

D.S.D.

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MANO AL PORTAFOGLIO

Un italiano su tre sarebbe

disposto a pagare un mobile

il 10% inpiù

pur diacquistare

un prodotto ecologico

IN CONTROTENDENZA

Il settore è cresciuto

del12,6% dal 2008 al2013

a fronte del crollodel 30%

degli investimenti totali

nel settoredell’edilizia

FOTOGRAMMA MARKA

MARKA

Natura. Dinamicità, multifunzionalità, qualità e sostenibilità: la ricetta vincente del settore rurale

Il richiamodell’agricolturaUnnumerocrescentedi giovani sceglie di lavorare in campagna

ITALIA AVANTI TUTTA

Il valore aggiunto per ettaro

(2milaeuro) è il triplodel

RegnoUnito, il doppio della

Spagna, quasi il doppio della

Francia,1,5 volte laGermania

Mattone. Anchel’edilizia puntasu materiali etecnologie checonsentano diconsumaremeno. Hannoinvestito inmassa sul verdepure il 30,6%degli operatoridellegno-mobile

Campierobot.

Oltre il 49%delle impreseagricole negliultimi 3 anni haadottato metodie tecnologie perridurre iconsumi dienergia e acqua.È verde il 30,2%

g

del comparto«fabbricazionedelle macchineed attrezzaturee mezzi ditrasporto»

gCon campioni nazionali comep

laDiasendiSassoferrato,chepro-pduceunintonacoecocompatibilea base di sughero. O

Page 2: Natura. Miglioramentodelleprestazioni Ilrichiamodell ... · progetto «Montefalco 2015, the new green revolution», per dif-fondere pratiche di produzione innovativeesostenibili.

24 Il Sole 24 Ore Mercoledì 13 Novembre 2013

Ambiente

Energia puredalleonde marineGrazieaglioltre600milaimpiantirinnovabilidistribuitipresentinelPaesesiamoarrivatiaunaproduzionechesuperail35%deiconsumielettricidaenergiepulitenel2013eloscorso16giugnoperdueoreenergiasolare,eolicoeidroelettricohannoprodottoil100%dell’elettricitàitaliana.Risultatiimportantieimpensabilifinoapochiannifa.RaggiuntianchegraziealleeccellenzemadeinItaly.L’Italia,infatti,èall’avanguardiainalcunicampidelsettore,adesempionellatecnologiapergliinverternelfotovoltaicoonelsolareaconcentrazione.Edapochimesiabbiamoaggiuntounnuovotassello:grazieallacollaborazionetraEnelGreenPowere40SouthEnergyèstatoinstallatoinToscana,a600metriallargodell’isolad’Elba,ungeneratoreR115ingradoditrasformareinelettricitàilmotodelleondemarine.

RobertoSnaideroPresidente FederlegnoArredo

«La greeneconomy èilfuturo e le aziende dellafiliera legno-arredoseguonoquesta strada»

StefanoMicelliUniversità Cà Foscari Venezia

«Madein Italy include l’ideadi sostenibilità. Perciò l’Italiadeve fare sua la sfidadellagreen economy»

MonicaMaggioniDirettore RaiNews24

«GreenItaly fotografaun’Italia "alive and kicking",vivae combattivacheva raccontata»

AldoBonomiFondatore e direttore Consorzio Aaster

«Green economy non èsoloenergia e ambiente,maanche manifattura,finanza e made inItaly»

GiorgiaAbeltinoResp. relazioni istituz. Google Italia

«Le ricchezze ambientalirisorse preziose per rilanciarelacrescita delPaese. Internetok perpromozione estera»

StefanoMasiniResponsabile ambiente e territorio Coldiretti

«Lasfidaruraleèlegataallosviluppo di reti sul territorioe all’internazionalizzazionedel made in Italy»

INTERVISTA FerruccioDardanello Pres.UnioncamereRICICLO

I PROTAGONISTI

RINNOVABILI

Il manifesto Symbola hatraisuoiprimifirmatariFerruc-cio Dardanello, presidente diUnioncamere.Sensibileaipro-blemidelsistemaItalia,Darda-nello ritiene che il futuro im-prenditoriale nazionale possaavereunsolocolore: ilverde.Inchemodoleimpreseita-

liane, che stanno iniziando auscire dalla crisi, possonocontribuireallosviluppodel-lagreeneconomy?

Continuando a fare quelloche hanno fatto finora. Il Rap-porto GreenItaly ci dice pro-prioquesto,cioèchechiinque-sti anni ha scelto di essere piùgreen–negli investimenti,nel-la gestione delle risorse,nell’organizzazione del lavoro– sta reggendo meglio in que-sta tempestaeguarda al futuroconmaggiore fiducia. Ilnostroimpegno – come camere dicommercio–èdifavorireladif-fusione di questi comporta-menti e di queste scelte affin-ché, chi non ha ancora imboc-catoquestopercorso,scelgadiesserepiùgreen.Quali sono le caratteristi-

chediqueste imprese,prota-goniste del nuovo made inItalyispiratoacriteridiequi-tà,sostenibilitàequalità?

Sono imprese che fanno le-va sulla creatività e sui saperieche dunque investonosuco-noscenze, tecnologie, capita-le umano e innovazione. Geo-graficamente, e questo è mol-to importante, sono distribui-te in modo equilibrato in tuttele aree del Paese. Anche dalpuntodivistasettorialenoncisonolimitiall’adozionedique-

sto modello. Se leggiamo conattenzione la green economyraccontatanelRapportoGree-nItalyscopriamocheèunafili-granachepercorretrasversal-mente tutta l’economianazio-nale e che, vista in controluce,restituisce il ritratto più fede-le del nuovo made in Italy. Leimprese green si trovanonell’arredo in cui cresce l’effi-cienza e l’uso delle certifica-zioni; nella moda, che puntasempre più al biologico; nellaceramica, che adotta processisempre più puliti e rispettosidell’ambiente; ma potremmocontinuare con il turismo, lameccanica o la logistica. In-somma, è un paradigma pro-duttivo che sembra cucito su

misura per un paese come ilnostro,acortoditutte lemate-rie prime tranne che di creati-vità, intelligenza e bellezza.In che modo la green eco-nomy può costituire un vola-noperlaripresadelleaziende?

Chi investe green èpiù forteall’estero, crea più occupazio-nestabileediqualità,contribu-isce a conservare e migliorareil territorio, promuove le per-sone rispettandole e valoriz-zandone i meriti. Se in tanti siincammineranno su questastrada, allora la green eco-nomy potrà contribuire a faredell’ItaliaunPaeseincuitorna-re a credere e investire, in cuifarcrescereiproprifigliconfi-ducia,sapendochenonstaran-no peggio ma meglio di noi. Idati di questo rapporto ci con-fermano che non si tratta di unlibrodei sogni madi una realtàpossibile. Certo, è un cammi-no non scontato, perché nien-te è facile nella globalizzazio-ne, ma assolutamente alla no-stra portata. A patto che le isti-tuzioni sappiano dare corpo apolitiche più green quando ra-gionano di sviluppo. L’Expo2015 è una straordinaria occa-sionedirilanciodelsistemapa-ese e del messaggio della gre-en economy. Un messaggioche può avere nell’Italia unaguidaautorevolealivellointer-nazionale,perproporreunmo-dellodiversoepossibiledicre-scita. In cui la globalizzazionediventa occasione d’incontro,enondiscontro, tra ipopoli. redell’economiareale.

De. D.

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«Pertroppotempoilmondoeconomicoeproduttivo,eancheilcomunesentire,hannopercepi-tol’impegnoperlatuteladell’am-biente,delterritorio,comeunele-mento di conservazione, un vin-colo,unostacoloburocraticoallosviluppo economico del Paese ealla modernità. Ora, finalmente,si inizia invece a pensare alla so-stenibilità ambientale dello svi-luppocomeunagrandeopportu-nitàanchedirilancioeconomico.Lotestimoniailfattochechihain-vestitosullagreeneconomyhadi-mostrato di riuscire meglio inquestomodo a resistereallacrisieaintercettarelaripresa.Inume-ri parlano chiaro: 3 milioni di oc-cupati, 100miliardidieuro diva-lore aggiunto, 330mila imprese –un’impresa su cinque – che con-trolacrisihannopuntatosull’eco-nomiaverde».

Ilministrodell’Ambiente,An-drea Orlando, espone la suaagendaverdeperilfuturodelPa-ese e lo fa ricordando come or-mailanecessitàdiunascommes-sageneralesullosviluppoecoso-stenibilenonsiapiùsoloappan-naggio di associazione ambien-talistemasiadiventatafinalmen-te una consapevolezza semprepiùdiffusa.

«L’altrogiornohoseguitoconattenzione un convegno dellaCgil dedicato a come il mondodellavorodeveprepararsiaicam-biamenti del clima – spiega -. Seanchelapiùgrandeorganizzazio-ne sindacale italiana, la Cgil, cherappresentaunaparteimportan-tedellavitasocialediquestoPae-se, promuove un momento diconfronto su questo tema, alloraforse qualcosa sta cambiando

davvero. L’ambiente ha sicura-mente molto a che fare con leaspettative dei cittadini e ogginonèpiùuntemavelleitario.Ab-biamocapito, forseconcolpevo-le ritardo, che l’ambiente riguar-da non solo la tutela degli ecosi-stemi e della salute dei cittadinima rappresenta l’avanguardia diunosviluppodiverso:riguardalepolitiche di sviluppo economicoe industriale dei Paesi, cambia lacompetitività, è una scommessasull’innovazione e sulla ricerca.Quic’èunaltrodatomoltosignifi-cativocheèespostonelrapportoGreenitaly: il 61% dei nuovi ad-dettiinricercaesviluppoèimpe-gnato in progetti ambientali. C’èunaimportanzaevidenteinque-

stonumero,dimostracheperaf-frontare al meglio le molteplicidifficilisfidedelfuturoletemati-cheambientali sonounodeicar-dinidecisivi».

Dalpassato,alpresentefinoalfuturo,ilragionamentodelmini-stro dell’Ambiente guarda avan-ti:«Il nostrodomanideveesserefattodiinnovazione,conunapar-ticolare attenzione alle cose cherendono questo Paese speciale,come la nostra biodiversità o lenostreincommensurabilibellez-zeambientali».

Anche per questo l’Expo 2015diMilanosipresentacomeunap-puntamentodecisivoperilrilan-cio del Paese. Il ministerodell’Ambiente sarà presenteall’esposizioneuniversalecondi-versiprogetti,duedeiquali sonoanticipati dallo stesso Orlando:«uno riguarda lo spreco alimen-tare che oggi rappresenta, a mioavviso, un’ingiustizia oscena,un’offesaall’uomo;l’altroriguar-dalascarsitàdiacquaeicambia-menti climatici. Il cambiamentodel clima – se hanno ragione gliscienziati e purtroppo pare cheabbianoragione–significaun’Ita-lia diversa da come l’abbiamosempre conosciuta. Noi abbia-mo presentato giorni fa la primastrategianazionalediadattamen-toaquesticambiamenti:èundo-cumentoriccodistrumenti,ana-lisieprevisioni,alcunedellequa-lianche molto preoccupanti.C’èla necessità di affrontare al piùprestoquestotema.Perquantori-guardal’acqua,dobbiamoinveceavviare subito una politica chesalvaguardilerisorseidriche.

Deborah Dirani

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INTERVISTA AndreaOrlando Ministrodell’Ambiente

Recuperati24,1mlnditonnellatedirifiuti

L’ Italiaèleadereuropeonell’industriadelriciclo.Nel2010,secondodatiEurostat,afrontediunavvioarecuperoindustrialedi163milioniditonnellatedirifiutiriciclabilisuscalaeuropea,nelnostroPaesenesonostaterecuperate24,1milioniditonnellate:ilvaloreassolutopiùelevatotratuttiipaesieuropei.AldilàdelledifferenzecheesistonotralediverseareedelPaese,inoltre,i1.293comunichehannosuperatolasogliadidifferenziatadel65%censitidaldossierComuniriciclonidiLegambientesonounesempiodibuonapoliticaebuonasocietà.Risultatiimportanti,checidevonospingereafaremeglio.Differenziareericiclaresignificainfattinonsoloridurreirifiutichevannoindiscarica,maancheilconsumodienergianecessarioperlosmaltimentodeirifiuti,eri-immettereimaterialirecuperatinelcicloproduttivo.Un’economiacheguardaalfuturoedècompetitivaproprioperchéscommettesuambienteequalità.Un’economiasullaqualehapuntatocondecisioneilComunediMilano,chenelprimosemestredel2013hadifferenziatoil41,4%deirifiutiprodottiincittàeperl’Exposièdatoobiettiviancorapiùambiziosi.«Milano–spiegal’assessoreall’AmbientePierfrancescoMaran–diventeràperExpo2015lacapitaleeuropeadellaraccoltadifferenziataegliottimirisultatigiàraggiuntidimostranochequestotraguardoèpossibile».

La fotografia

«Il discorso vale ancheper i settori, dalla modaall’arredo passando perceramica e turismo»

Diceva Einstein che «nonsi può risolvere un problemacon la stessa mentalità che l’hagenerato». Sembrano esserse-neconvinteoltreunquintodel-le imprese italiane: tante sonoinfattilenostreaziendechehan-no risposto alla crisi investen-donellagreeneconomy.

Per l’esattezza sono 328milaaziende italiane (il 22%) dell’in-dustriaedeiserviziconalmenoundipendentechedal2008han-no investito, o lo farannoquest’anno, in tecnologie greenperridurre l’impattoambienta-le e risparmiare energia. Dallequaliquest’annoarriverà il 38%di tutte le assunzioni program-mate nell’industria e nei servi-zi: 216.500 su un totale di563.400.

Con igreen jobs chediventa-no protagonisti dell’innovazio-ne e copriranno addirittura il61,2% di tutte le assunzioni de-stinate alle attività di ricerca esviluppo delle nostre aziende:la ricerca e l’innovazione che,dunque,parlanogreen.Egiàog-gi ci sono tre milioni di greenjobsnell’economia italianae al-tri 3,7 milioni di lavori verdi so-nopotenzialiattivabili.

È questa la green economyitaliana cui si devono 100,8 mi-liardi di euro di valore aggiun-toprodotto,parial 10,6%delto-tale dell’economia nazionale,esclusalacomponenteimputa-bile al sommerso. A restituir-ne l’istantanea è GreenItaly2013.Nutrire il futuro: ilrappor-to annuale di Unioncamere eFondazioneSymbola,realizza-toconilpatrociniodelministe-rodell’Ambiente e diExpo2015e con la partnership di eAm-biente, Fiera Milano congres-si,ComiecoeRenovo,cherico-struisce la forza e racconta leeccellenze della green eco-nomy nazionale.

Chi investe verde, infatti, silegge nel rapporto arrivato allaquarta edizione, è più forteall’estero: il 42% delle impresemanifatturiere che fanno eco-investimenti esporta i propriprodotti contro il 25,4% diquel-le che non lo fanno. Green eco-nomy significa innovazione: il30,4% delle imprese del mani-fatturierocheinvestonoineco-efficienza ha effettuato innova-

zioni di prodotto o di servizicontro il 16,8% delle impresenon investitrici. E significared-ditività: il 21,1% delle impresemanifatturiere eco-investitriciha visto crescere il proprio fat-turatonel2012,tralenoninvesti-trici è successo solo nel 15,2%deicasi.

«Unodeidatidimaggiorinte-ressecheemergedalrapporto–commentaildirettoredellaFon-dazione Symbola, DomenicoSturabotti – è il risultato positi-vochegliinvestimentiintecno-logie green hanno determinatoin termini di competitività perle imprese. Un vantaggio com-petitivo che è determinato nonsolodalla maggiore efficienzae

quindi dalla riduzione dei costidiproduzioneaparitàdiprodot-to.L’aspettopiùinteressantein-fattiècheleaziendedellagreenItaly, grazie allo sviluppo dinuovi prodotti e servizi, stannointerpretando, in tutti i settori,la crescente domanda di soste-nibilità,trasformandolainfattu-ratoe in nuovaoccupazione».

Dalla green economy nazio-nale arrivano segnali positivianche sul tema dell’occupazio-ne giovanile: il 42% del totaledelle assunzioni under 30 pro-grammate quest’anno dalle im-prese dell’industria e dei servi-zi con almeno un dipendenteverrà fatto proprio da quel 22%di aziende che fanno investi-menti green. E anche sul frontedei diritti: se guardiamo ai gre-enjobs,traleassunzioniacarat-tere non stagionale, l’incidenzadelle assunzioni a tempo inde-terminato è del 52% mentrescende al 40,5% per le figurenonconnesseal settoregreen.

«LeindicazionidelRapportoGreenItaly sul fronte occupa-zionale – osserva Claudio Ga-gliardi, segretario generale diUnioncamere–fannocompren-dere quanto profondamente sistianomodificandoicomporta-mentidelleimpreseinchiavedisostenibilitàambientaleesocia-le.La quotadicontratti a tempoindeterminato tra i green jobs,infatti, vanta ben 12 punti di dif-ferenza rispetto ai lavori non-green e 6 assunzioni su 10nell’area ricerca e sviluppo so-no green». Questosignifica chegli investimenti in risorse uma-ne nel campo della green eco-nomy sono programmati perdurare nel tempo e a sostenerel’innovazione.

Lagreeneconomynonèlega-ta solo ad alcuni settori specifi-cidell’economia,comelerinno-vabili,lagestionecorrettadeiri-fiuti, o la filiera del riciclo, ma ètrasversale, rappresenta unnuovoediffusoparadigmapro-duttivo che percorre tutto il si-stema economico italiano eche,abenguardare,delineailri-trattopiùfedeledelnuovo«ma-de in Italy». Scorrendo l’elencodei settori che investono greencon più convinzione, infatti, sitrovanoproprioquelli trainantidel made in Italy, quelli più tra-

dizionali e quelli di più recenteacquisizione: il comparto ali-mentare(27,7% contro una me-dia del complesso dell’indu-striaedeiservizidel22%),quel-loagricolo(49,1%), il legno-mo-bile(30,6%), il settoredella fab-bricazionedellemacchineedat-trezzature e mezzi di trasporto(30,2%).

LagreenItaly, inoltre,èdiffu-sa in modo piuttosto uniformelungo tutto loStivale. Tuttavia,vista ladiversaconcentrazionedelle imprese nelle diverse re-gioni del Paese, trova nel Nordil suo punto di forza: quasi 170mila delle nostre 328mila im-prese green, ossia il 52% del to-tale, si trovano al Nord, di cui94mila nel Nord-Ovest(28,7%)ecirca75.600nelNord-Est (23,1%). Un’altra buona fet-tadi impreseverdisi trovanoalMeridione, ben 93.500 (28,5%),mentrenel Centro si fermanoa64.800 (19,8%).

Analogamente, i territori piùricchie"affamati"dicompeten-ze verdi sono quelli a maggiorepresenza di imprese eco-inve-stitrici: il 35,6%del totalenazio-naledelleassunzioninonstagio-nalidigreen jobs in senso stret-to previste dalle imprese indu-striali e dei servizi (con dipen-denti)peril2013siconcentrain-fatti nel Nord-Ovest, con16.600 assunzioni, grazie so-prattutto alla Lombardia, dovese ne contano quasi 11.600, e alpiù contenuto contributo delPiemonte.

La green economy, insom-ma, fa già parte del presentedella nostra economia. E puòdiventarne il futuro. A questofilo verde dell’Italia migliore,auspicano Unioncamere eSymbola, deve guardare conpiùcuriositàeattenzionelapo-liticaquandoragionadisvilup-poerilancio.Enonpuònonfar-loExpo2015:che,partendodal-le fila dell’agroalimentare e di-panandole lungo la filiera e iterritori, rappresenterà unastraordinaria occasione di ri-lanciodel sistemaPaese,che inquesta green economy ha lasua avanguardia.Il rapporto GreenItaly 2013 si può scaricare

dal sito www.symbola.net.L. G.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Il 61% dei nuoviaddetti in R&S èimpegnato in progettiattenti alla natura»

OLYCOM

ESERCITO

Sono 328mila aziende

italianedell’industria e dei

servizi (il 22% del totale)

che dal2008 hanno investito

in tecnologie ecologiche

OLYCOM

Ferruccio Dardanello. PresidenteUnioncamere nazionale

Lagrandemappa«verde»dell’impresamade inItaly

Il rapporto. Il dossier annuale curato da Unioncamere e Fondazione Symbola racconta le eccellenze dell’innovazione orientate alla sostenibilità

L’economiaverdeattira investimentiIl 42% delle assunzioni under 30 sarà effettuato dalle aziende attive in campo ambientale

*Imprese con almeno un dipendente dell’industria e dei servizi che hanno investito tra il 2008 e il 2012e/o hanno programmato di investire nel 2013 in prodotti e tecnologie a maggiorrisparmio energetico e/o minor impatto ambientale

Fonte: Rapporto GreenItaly2013 di Unioncamere

e Fondazione Symbola

Graduatoria regionalesecondo la numerositàdelle imprese che hannoinvestito o investirannotra il 2008 e il 2013in prodotti e tecnologiegreen*

GLI INVESTIMENTI

Lombardia

60.020Friuli Venezia Giulia

8.340

Trentino Alto Adige

8.240

Veneto

30.670Emilia Romagna

28.330Marche

9.830Abruzzo

7.750Molise

2.100Puglia

20.000Basilicata

3.490

Green Jobsin senso stretto

9,2% sul totale 14,4% sul totale

52.000

Figure attivabilida green economy

81.000

Calabria

9.420

Valle d’Aosta

1.070Piemonte

23.690Liguria

9.240Toscana

21.440

Sardegna

8.450

Umbria

5.320Lazio

28.180

Sicilia

19.760

Campania

22.540

Imprese che hanno investitoo investiranno tra il 2008 e il 2013in prodotti e tecnologie green*sul totale per settore di attività.Valori e incidenza % sul totale

IL CONFRONTO

Industria

Industria manifatturiera

Pubblic Utilities

Costruzioni

Servizi

TOTALE

327.870

26,4%

29,7%

47,6%

21,5%

19,7%

22,0%

133.500

81.140

4.110

47.580

194.380

Le professioni “verdi”: assunzionitotali e non stagionali programmatedalle imprese dell’industria e deiservizi nel 2013Valori e incidenza % sul totale

IL LAVORO

non stagionali47.000 non stagionali

54.000

I DATI PER PROVINCIAPrime 10 province italiane per valoreassoluto delle imprese che trail 2008 e il 2013 hanno investitoin prodotti e tecnologie greenValori e incidenza % sul totale

20.45018.42011.0909.9908.5608.3907.3506.6405.7505.710

3.3906.0402.3201.5404949201.5601.190740900

Roma

Milano

Torino

Napoli

Bari

Brescia

Bergamo

Bologna

Padova

Vicenza

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

Classificaprovince

Imprese cheinvestononel green

Assunzionistabili di

green jobs

IMAGOECONOMICA

IMAGOECONOMICA

IMAGOECONOMICA

Innovazioneericercasono lasfidadel futuro

Andrea Orlando. Ministrodell’Ambiente e della tutela delterritorio e del mare

IMAGOECONOMICA

IMAGOECONOMICA

24 Il Sole 24 Ore Mercoledì 13 Novembre 2013

Ambiente

Energia puredalleonde marineGrazieaglioltre600milaimpiantirinnovabilidistribuitipresentinelPaesesiamoarrivatiaunaproduzionechesuperail35%deiconsumielettricidaenergiepulitenel2013eloscorso16giugnoperdueoreenergiasolare,eolicoeidroelettricohannoprodottoil100%dell’elettricitàitaliana.Risultatiimportantieimpensabilifinoapochiannifa.RaggiuntianchegraziealleeccellenzemadeinItaly.L’Italia,infatti,èall’avanguardiainalcunicampidelsettore,adesempionellatecnologiapergliinverternelfotovoltaicoonelsolareaconcentrazione.Edapochimesiabbiamoaggiuntounnuovotassello:grazieallacollaborazionetraEnelGreenPowere40SouthEnergyèstatoinstallatoinToscana,a600metriallargodell’isolad’Elba,ungeneratoreR115ingradoditrasformareinelettricitàilmotodelleondemarine.

RobertoSnaideroPresidente FederlegnoArredo

«La greeneconomy èilfuturo e le aziende dellafiliera legno-arredoseguonoquesta strada»

StefanoMicelliUniversità Cà Foscari Venezia

«Madein Italy include l’ideadi sostenibilità. Perciò l’Italiadeve fare sua la sfidadellagreen economy»

MonicaMaggioniDirettore RaiNews24

«GreenItaly fotografaun’Italia "alive and kicking",vivae combattivacheva raccontata»

AldoBonomiFondatore e direttore Consorzio Aaster

«Green economy non èsoloenergia e ambiente,maanche manifattura,finanza e made inItaly»

GiorgiaAbeltinoResp. relazioni istituz. Google Italiaa

«Le ricchezze ambientalirisorse preziose per rilanciareelacrescita delPaese. Internetok perpromozione estera»p pp p

StefanoMasiniResponsabile ambiente e territorio Coldiretti

«Lasfidaruraleèlegataallosviluppo di reti sul territorioe all’internazionalizzazionedel made in Italy»

INTERVISTA FerruccioDardanello Pres.UnioncamereRICICLO

I PROTAGONISTI

RINNOVABILI

Il manifesto Symbola hatraisuoiprimifirmatariFerruc-cio Dardanello, presidente diUnioncamere.Sensibileaipro-blemidelsistemaItalia,Darda-nello ritiene che il futuro im-prenditoriale nazionale possaavereunsolocolore: ilverde.Inchemodoleimpreseita-

liane, che stanno iniziando auscire dalla crisi, possonocontribuireallosviluppodel-lagreeneconomy?

Continuando a fare quelloche hanno fatto finora. Il Rap-porto GreenItaly ci dice pro-prioquesto,cioèchechiinque-sti anni ha scelto di essere piùgreen–negli investimenti,nel-la gestione delle risorse,nell’organizzazione del lavoro– sta reggendo meglio in que-sta tempestaeguarda al futuroconmaggiore fiducia. Ilnostroimpegno – come camere dicommercio–èdifavorireladif-fusione di questi comporta-menti e di queste scelte affin-ché, chi non ha ancora imboc-catoquestopercorso,scelgadiesserepiùgreen.Quali sono le caratteristi-

chediqueste imprese,prota-goniste del nuovo made inItalyispiratoacriteridiequi-tà,sostenibilitàequalità?

Sono imprese che fanno le-va sulla creatività e sui saperieche dunque investonosuco-noscenze, tecnologie, capita-le umano e innovazione. Geo-graficamente, e questo è mol-to importante, sono distribui-te in modo equilibrato in tuttele aree del Paese. Anche dalpuntodivistasettorialenoncisonolimitiall’adozionedique-

sto modello. Se leggiamo conattenzione la green economyraccontatanelRapportoGree-nItalyscopriamocheèunafili-granachepercorretrasversal-mente tutta l’economianazio-nale e che, vista in controluce,restituisce il ritratto più fede-le del nuovo made in Italy. Leimprese green si trovanonell’arredo in cui cresce l’effi-cienza e l’uso delle certifica-zioni; nella moda, che puntasempre più al biologico; nellaceramica, che adotta processisempre più puliti e rispettosidell’ambiente; ma potremmocontinuare con il turismo, lameccanica o la logistica. In-somma, è un paradigma pro-duttivo che sembra cucito su

misura per un paese come ilnostro,acortoditutte lemate-rie prime tranne che di creati-vità, intelligenza e bellezza.In che modo la green eco-nomy può costituire un vola-noperlaripresadelleaziende?

Chi investe green èpiù forteall’estero, crea più occupazio-nestabileediqualità,contribu-isce a conservare e migliorareil territorio, promuove le per-sone rispettandole e valoriz-zandone i meriti. Se in tanti siincammineranno su questastrada, allora la green eco-nomy potrà contribuire a faredell’ItaliaunPaeseincuitorna-re a credere e investire, in cuifarcrescereiproprifigliconfi-ducia,sapendochenonstaran-no peggio ma meglio di noi. Idati di questo rapporto ci con-fermano che non si tratta di unlibrodei sogni madi una realtàpossibile. Certo, è un cammi-no non scontato, perché nien-te è facile nella globalizzazio-ne, ma assolutamente alla no-stra portata. A patto che le isti-tuzioni sappiano dare corpo apolitiche più green quando ra-gionano di sviluppo. L’Expo2015 è una straordinaria occa-sionedirilanciodelsistemapa-ese e del messaggio della gre-en economy. Un messaggioche può avere nell’Italia unaguidaautorevolealivellointer-nazionale,perproporreunmo-dellodiversoepossibiledicre-scita. In cui la globalizzazionediventa occasione d’incontro,enondiscontro, tra ipopoli. redell’economiareale.

De. D.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Pertroppotempoilmondoeconomicoeproduttivo,eancheilcomunesentire,hannopercepi-tol’impegnoperlatuteladell’am-biente,delterritorio,comeunele-mento di conservazione, un vin-colo,unostacoloburocraticoallosviluppo economico del Paese ealla modernità. Ora, finalmente,si inizia invece a pensare alla so-stenibilità ambientale dello svi-luppocomeunagrandeopportu-nitàanchedirilancioeconomico.Lotestimoniailfattochechihain-vestitosullagreeneconomyhadi-mostrato di riuscire meglio inquestomodo a resistereallacrisieaintercettarelaripresa.Inume-ri parlano chiaro: 3 milioni di oc-cupati, 100miliardidieuro diva-lore aggiunto, 330mila imprese –un’impresa su cinque – che con-trolacrisihannopuntatosull’eco-nomiaverde».

Ilministrodell’Ambiente,An-drea Orlando, espone la suaagendaverdeperilfuturodelPa-ese e lo fa ricordando come or-mailanecessitàdiunascommes-sageneralesullosviluppoecoso-stenibilenonsiapiùsoloappan-naggio di associazione ambien-talistemasiadiventatafinalmen-te una consapevolezza semprepiùdiffusa.

«L’altrogiornohoseguitoconattenzione un convegno dellaCgil dedicato a come il mondodellavorodeveprepararsiaicam-biamenti del clima – spiega -. Seanchelapiùgrandeorganizzazio-ne sindacale italiana, la Cgil, cherappresentaunaparteimportan-tedellavitasocialediquestoPae-se, promuove un momento diconfronto su questo tema, alloraforse qualcosa sta cambiando

davvero. L’ambiente ha sicura-mente molto a che fare con leaspettative dei cittadini e ogginonèpiùuntemavelleitario.Ab-biamocapito, forseconcolpevo-le ritardo, che l’ambiente riguar-da non solo la tutela degli ecosi-stemi e della salute dei cittadinima rappresenta l’avanguardia diunosviluppodiverso:riguardalepolitiche di sviluppo economicoe industriale dei Paesi, cambia lacompetitività, è una scommessasull’innovazione e sulla ricerca.Quic’èunaltrodatomoltosignifi-cativocheèespostonelrapportoGreenitaly: il 61% dei nuovi ad-dettiinricercaesviluppoèimpe-gnato in progetti ambientali. C’èunaimportanzaevidenteinque-

stonumero,dimostracheperaf-frontare al meglio le molteplicidifficilisfidedelfuturoletemati-cheambientali sonounodeicar-dinidecisivi».

Dalpassato,alpresentefinoalfuturo,ilragionamentodelmini-stro dell’Ambiente guarda avan-ti:«Il nostrodomanideveesserefattodiinnovazione,conunapar-ticolare attenzione alle cose cherendono questo Paese speciale,come la nostra biodiversità o lenostreincommensurabilibellez-zeambientali».

Anche per questo l’Expo 2015diMilanosipresentacomeunap-puntamentodecisivoperilrilan-cio del Paese. Il ministerodell’Ambiente sarà presenteall’esposizioneuniversalecondi-versiprogetti,duedeiquali sonoanticipati dallo stesso Orlando:«uno riguarda lo spreco alimen-tare che oggi rappresenta, a mioavviso, un’ingiustizia oscena,un’offesaall’uomo;l’altroriguar-dalascarsitàdiacquaeicambia-menti climatici. Il cambiamentodel clima – se hanno ragione gliscienziati e purtroppo pare cheabbianoragione–significaun’Ita-lia diversa da come l’abbiamosempre conosciuta. Noi abbia-mo presentato giorni fa la primastrategianazionalediadattamen-toaquesticambiamenti:èundo-cumentoriccodistrumenti,ana-lisieprevisioni,alcunedellequa-lianche molto preoccupanti.C’èla necessità di affrontare al piùprestoquestotema.Perquantori-guardal’acqua,dobbiamoinveceavviare subito una politica chesalvaguardilerisorseidriche.

Deborah Dirani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

INTERVISTA AndreaOrlando Ministrodell’Ambiente

Recuperati24,1mlnditonnellatedirifiuti

L’ Italiaèleadereuropeonell’industriadelriciclo.Nel2010,secondodatiEurostat,afrontediunavvioarecuperoindustrialedi163milioniditonnellatedirifiutiriciclabilisuscalaeuropea,nelnostroPaesenesonostaterecuperate24,1milioniditonnellate:ilvaloreassolutopiùelevatotratuttiipaesieuropei.AldilàdelledifferenzecheesistonotralediverseareedelPaese,inoltre,i1.293comunichehannosuperatolasogliadidifferenziatadel65%censitidaldossierComuniriciclonidiLegambientesonounesempiodibuonapoliticaebuonasocietà.Risultatiimportanti,checidevonospingereafaremeglio.Differenziareericiclaresignificainfattinonsoloridurreirifiutichevannoindiscarica,maancheilconsumodienergianecessarioperlosmaltimentodeirifiuti,eri-immettereimaterialirecuperatinelcicloproduttivo.Un’economiacheguardaalfuturoedècompetitivaproprioperchéscommettesuambienteequalità.Un’economiasullaqualehapuntatocondecisioneilComunediMilano,chenelprimosemestredel2013hadifferenziatoil41,4%deirifiutiprodottiincittàeperl’Exposièdatoobiettiviancorapiùambiziosi.«Milano–spiegal’assessoreall’AmbientePierfrancescoMaran–diventeràperExpo2015lacapitaleeuropeadellaraccoltadifferenziataegliottimirisultatigiàraggiuntidimostranochequestotraguardoèpossibile».

La fotografia

«Il discorso vale ancheper i settori, dalla modaall’arredo passando perceramica e turismo»

Diceva Einstein che «nonsi può risolvere un problemacon la stessa mentalità che l’hagenerato». Sembrano esserse-neconvinteoltreunquintodel-le imprese italiane: tante sonoinfattilenostreaziendechehan-no risposto alla crisi investen-donellagreeneconomy.

Per l’esattezza sono 328milaaziende italiane (il 22%) dell’in-dustriaedeiserviziconalmenoundipendentechedal2008han-no investito, o lo farannoquest’anno, in tecnologie greenperridurre l’impattoambienta-le e risparmiare energia. Dallequaliquest’annoarriverà il 38%di tutte le assunzioni program-mate nell’industria e nei servi-zi: 216.500 su un totale di563.400.

Con igreen jobs chediventa-no protagonisti dell’innovazio-ne e copriranno addirittura il61,2% di tutte le assunzioni de-stinate alle attività di ricerca esviluppo delle nostre aziende:la ricerca e l’innovazione che,dunque,parlanogreen.Egiàog-gi ci sono tre milioni di greenjobsnell’economia italianae al-tri 3,7 milioni di lavori verdi so-nopotenzialiattivabili.

È questa la green economyp

italiana cui si devono 100,8 mi-liardi di euro di valore aggiun-toprodotto,parial 10,6%delto-tale dell’economia nazionale,esclusalacomponenteimputa-bile al sommerso. A restituir-ne l’istantanea è GreenItaly2013.Nutrire il futuro: ilrappor-to annuale di Unioncamere eFondazioneSymbola,realizza-toconilpatrociniodelministe-rodell’Ambiente e diExpo2015e con la partnership di eAm-biente, Fiera Milano congres-si,ComiecoeRenovo,cherico-struisce la forza e racconta leeccellenze della green eco-nomy nazionale.

Chi investe verde, infatti, silegge nel rapporto arrivato allaquarta edizione, è più forteall’estero: il 42% delle impresemanifatturiere che fanno eco-investimenti esporta i propriprodotti contro il 25,4% diquel-le che non lo fanno. Green eco-nomy significa innovazione: il30,4% delle imprese del mani-fatturierocheinvestonoineco-efficienza ha effettuato innova-

zioni di prodotto o di servizicontro il 16,8% delle impresenon investitrici. E significared-ditività: il 21,1% delle impresemanifatturiere eco-investitriciha visto crescere il proprio fat-turatonel2012,tralenoninvesti-trici è successo solo nel 15,2%deicasi.

«Unodeidatidimaggiorinte-ressecheemergedalrapporto–commentaildirettoredellaFon-dazione Symbola, DomenicoSturabotti – è il risultato positi-vochegliinvestimentiintecno-logie green hanno determinatoin termini di competitività perle imprese. Un vantaggio com-petitivo che è determinato nonsolodalla maggiore efficienzae

quindi dalla riduzione dei costidiproduzioneaparitàdiprodot-to.L’aspettopiùinteressantein-fattiècheleaziendedellagreenItaly, grazie allo sviluppo dinuovi prodotti e servizi, stannointerpretando, in tutti i settori,la crescente domanda di soste-nibilità,trasformandolainfattu-ratoe in nuovaoccupazione».

Dalla green economy nazio-nale arrivano segnali positivianche sul tema dell’occupazio-ne giovanile: il 42% del totaledelle assunzioni under 30 pro-grammate quest’anno dalle im-prese dell’industria e dei servi-zi con almeno un dipendenteverrà fatto proprio da quel 22%di aziende che fanno investi-menti green. E anche sul frontedei diritti: se guardiamo ai gre-enjobs,traleassunzioniacarat-tere non stagionale, l’incidenzadelle assunzioni a tempo inde-terminato è del 52% mentrescende al 40,5% per le figurenonconnesseal settoregreen.

«LeindicazionidelRapportoGreenItaly sul fronte occupa-zionale – osserva Claudio Ga-gliardi, segretario generale diUnioncamere–fannocompren-dere quanto profondamente sistianomodificandoicomporta-mentidelleimpreseinchiavedisostenibilitàambientaleesocia-le.La quotadicontratti a tempoindeterminato tra i green jobs,infatti, vanta ben 12 punti di dif-ferenza rispetto ai lavori non-green e 6 assunzioni su 10nell’area ricerca e sviluppo so-no green». Questosignifica chegli investimenti in risorse uma-ne nel campo della green eco-nomy sono programmati perdurare nel tempo e a sostenerel’innovazione.

Lagreeneconomynonèlega-ta solo ad alcuni settori specifi-cidell’economia,comelerinno-vabili,lagestionecorrettadeiri-fiuti, o la filiera del riciclo, ma ètrasversale, rappresenta unnuovoediffusoparadigmapro-duttivo che percorre tutto il si-stema economico italiano eche,abenguardare,delineailri-trattopiùfedeledelnuovo«ma-de in Italy». Scorrendo l’elencodei settori che investono greencon più convinzione, infatti, sitrovanoproprioquelli trainantidel made in Italy, quelli più tra-

dizionali e quelli di più recenteacquisizione: il comparto ali-mentare(27,7% contro una me-dia del complesso dell’indu-striaedeiservizidel22%),quel-loagricolo(49,1%), il legno-mo-bile(30,6%), il settoredella fab-bricazionedellemacchineedat-trezzature e mezzi di trasporto(30,2%).

LagreenItaly, inoltre,èdiffu-sa in modo piuttosto uniformelungo tutto loStivale. Tuttavia,vista ladiversaconcentrazionedelle imprese nelle diverse re-gioni del Paese, trova nel Nordil suo punto di forza: quasi 170mila delle nostre 328mila im-prese green, ossia il 52% del to-tale, si trovano al Nord, di cui94mila nel Nord-Ovest(28,7%)ecirca75.600nelNord-Est (23,1%). Un’altra buona fet-tadi impreseverdisi trovanoalMeridione, ben 93.500 (28,5%),mentrenel Centro si fermanoa64.800 (19,8%).

Analogamente, i territori piùricchie"affamati"dicompeten-ze verdi sono quelli a maggiorepresenza di imprese eco-inve-stitrici: il 35,6%del totalenazio-naledelleassunzioninonstagio-nalidigreen jobs in senso stret-to previste dalle imprese indu-striali e dei servizi (con dipen-denti)peril2013siconcentrain-fatti nel Nord-Ovest, con16.600 assunzioni, grazie so-prattutto alla Lombardia, dovese ne contano quasi 11.600, e alpiù contenuto contributo delPiemonte.

La green economy, insom-ma, fa già parte del presentedella nostra economia. E puòdiventarne il futuro. A questofilo verde dell’Italia migliore,auspicano Unioncamere eSymbola, deve guardare conpiùcuriositàeattenzionelapo-liticaquandoragionadisvilup-poerilancio.Enonpuònonfar-loExpo2015:che,partendodal-le fila dell’agroalimentare e di-panandole lungo la filiera e iterritori, rappresenterà unastraordinaria occasione di ri-lanciodel sistemaPaese,che inquesta green economy ha lasua avanguardia.Il rapporto GreenItaly 2013 si può scaricare

dal sito www.symbola.net.L. G.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Il 61% dei nuoviaddetti in R&S èimpegnato in progettiattenti alla natura»

OLYCOM

ESERCITO

Sono 328mila aziende

italianedell’industria e dei

servizi (il 22% del totale)

che dal2008 hanno investito

in tecnologie ecologiche

OLYCOM

Ferruccio Dardanello. PresidenteUnioncamere nazionale

Lagrandemappa«verde»dell’impresamade inItaly

Il rapporto. Il dossier annuale curato da Unioncamere e Fondazione Symbola racconta le eccellenze dell’innovazione orientate alla sostenibilità

L’economiaverdeattira investimentiIl 42% delle assunzioni under 30 sarà effettuato dalle aziende attive in campo ambientale

*Imprese con almeno un dipendente dell’industria e dei servizi che hanno investito tra il 2008 e il 2012e/o hanno programmato di investire nel 2013 in prodotti e tecnologie a maggiorrisparmio energetico e/o minor impatto ambientale

Fonte: Rapporto GreenItaly2013 di Unioncamere

e Fondazione Symbola

Graduatoria regionalesecondo la numerositàdelle imprese che hannoinvestito o investirannotra il 2008 e il 2013in prodotti e tecnologiegreen*

GLI INVESTIMENTI

Lombardia

60.020Friuli Venezia Giulia

8.340

Trentino Alto Adige

8.240

Veneto

30.670Emilia Romagna

28.330Marche

9.830Abruzzo

7.750Molise

2.100Puglia

20.000Basilicata

3.490

Green Jobsin senso stretto

9,2% sul totale 14,4% sul totale

52.000

Figure attivabilida green economy

81.000

Calabria

9.420

Valle d’Aosta

1.070Piemonte

23.690Liguria

9.240Toscana

21.440

Sardegna

8.450

Umbria

5.320Lazio

28.180

Sicilia

19.760

Campania

22.540

Imprese che hanno investitoo investiranno tra il 2008 e il 2013in prodotti e tecnologie green*sul totale per settore di attività.Valori e incidenza % sul totale

IL CONFRONTO

Industria

Industria manifatturiera

Pubblic Utilities

Costruzioni

Servizi

TOTALE

327.870

26,4%

29,7%

47,6%

21,5%

19,7%

22,0%

133.500

81.140

4.110

47.580

194.380

Le professioni “verdi”: assunzionitotali e non stagionali programmatedalle imprese dell’industria e deiservizi nel 2013Valori e incidenza % sul totale

IL LAVORO

non stagionalinnononon n gioiononanalialiliagistagstasts47.000444 0000007.00047.0047.0474 non stagionalion sn ssnon nono alinalionalonagionagiotagtat

54.00055454544.000000000004.04

I DATI PER PROVINCIAPrime 10 province italiane per valoreassoluto delle imprese che trail 2008 e il 2013 hanno investitoin prodotti e tecnologie greenValori e incidenza % sul totale

20.45018.42011.0909.9908.5608.3907.3506.6405.7505.710

3.3906.0402.3201.5404949201.5601.190740900

Roma

Milano

Torino

Napoli

Bari

Brescia

Bergamo

Bologna

Padova

Vicenza

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

Classificaprovince

Imprese cheinvestononel green

Assunzionistabili di

green jobs

IMAGOECONOMICAA

IMAGOECONOMICAA

IMAGOECONOMICAA

Innovazioneericercasono lasfidadel futuro

Andrea Orlando. Ministrodell’Ambiente e della tutela delterritorio e del mare

IMAGOECONOMICAA

IMAGOECONOMICAA

Page 3: Natura. Miglioramentodelleprestazioni Ilrichiamodell ... · progetto «Montefalco 2015, the new green revolution», per dif-fondere pratiche di produzione innovativeesostenibili.

FOCUSMercoledì13Novembre2013

www.ilsole24ore.comAMBIENTEDossier. Unioncamere e Fondazione Symbolaraccontanole eccellenzenazionali u pagina 24

Eco-strategia.Ambiente, innovazione, qualità e ricerca i pilastri per rinnovare la vocazione imprenditoriale e artigianale

Greeneconomycontro lacrisiRiciclodei rifiuti e fonti rinnovabili devonoaccompagnarsi al risparmioenergetico

I NUMERI

ECO-BONUSPERRILANCIAREL’EDILIZIA

Sono in molti a vederenella prossima esposizioneuniversale, che si terrà a Mi-lano nel 2015, un trampolinodi lancio, anzi di rilancio perl’economia italiana. Un pun-to di svolta che arriverà dopoanni particolarmente diffici-li per il sistema produttivonazionale che proprio da qui,dall’Expo deve ripartire.

Certo è che questo eventodi portata globale sarà carat-terizzato da un colore, il ver-de, come conferma il com-missario, nominato dal Go-verno, Giuseppe Sala.

Milanese, laureato allaBocconi negli anni ’80, Giu-seppe Sala ha lavorato, rive-stendo ruoli manageriali diprimo piano, sia in realtà pri-vate che nella pubblica ammi-nistrazione.Commissario Sala, l’Expo

2015 diMilano può diventa-re la primaEsposizioneuni-versale della green eco-nomy?

Ne sono certo. La sfida gre-en è parte integrante di Expo

Milano 2015, a cominciare daltema. Dietro “Nutrire il pia-neta, energia per la vita” c’èl’impegno a riflettere sui nuo-vi modi di produrre cibo conminore impatto sulle risorsenaturali. Come ricorda il rap-porto GreenItaly, siamo unPaese attivo e intraprenden-te, cui sta a cuore il destino

del pianeta. Questo è ciò cheExpo Milano 2015 deve faremergere e ha il compito diraccontare.

La promozione di pratichedi sostenibilità ambientale,come richiesto dalla dichiara-zione finale di Rio+20, è unelemento cardine nel lascitoche l’esposizione universaledel 2015 darà al mondo.Come si sta lavorando

per rendere possibile taletraguardo?

Lavoriamo a diversi livel-li. Con le nostre aziende part-ner doteremo il sito espositi-vo di infrastrutture d’avan-guardia per le telecomunica-zioni e per la distribuzionedi energia, per dar vita a unaDigital smart city attenta aiconsumi. Inoltre nelle no-stre attività rispettiamo pre-cisi criteri di ecosostenibili-tà oggetto di policy interna-zionali. Abbiamo invitato iPaesi a seguire linee guidaspecifiche sul “green procu-rement” che individuano ol-tre 60 criteri per l’acquistodi categorie merceologicheusate nei padiglioni, come lestoviglie monouso e biode-gradabili o gli imballaggi inmateriale riciclato.

Per favorire l’incontro trala domanda e l’offerta di arti-coli ecosostenibili Expo 2015ha inoltre sostenuto la realiz-zazione di “SiExpo”, una piat-taforma online dove chi par-teciperà all’esposizione uni-

versale può entrare in con-tatto con aziende virtuoseche realizzano prodotti so-stenibiliIn chemodo la green eco-

nomy può essere un’occa-sione di rilancio per il siste-ma Italia attraverso ExpoMilano 2015?

Expo Milano 2015 vuole es-sere terreno di sperimenta-zione green. Dal 1˚maggio al31 ottobre 2015, il mondo guar-derà il nostro Paese. Eccoperché questo evento è un’oc-casione irripetibile, un palco-scenico globale che valoriz-zerà le esperienze virtuoseche ogni settore produttivo –agroalimentare, logistica,edilizia, design – può vanta-re, come dimostra il rappor-to GreenItaly 2013.Che cosa rappresenta per

l’Italia che investe in ricer-ca e sviluppo l’Expo 2015?

È senza dubbio uno stimo-lo all’iniziativa imprendito-riale. Grazie all’esposizioneuniversale possiamo mostra-re il volto di un’Italia intra-

prendente e attenta alla quali-tà di vita dei cittadini delmondo. Per questo Expo Mi-lano 2015 è una leva di rilan-cio e di traino economico, ingrado di generare beneficiper l’intero Sistema Paese.

In conclusione: l’Italia siprepara a giocare la cartastrategica dell’Expo e in que-sto modo dimostra che per ilnostro Paese green economysignifica made in Italy, inno-vazione, competitività. Que-sta è un’opportunità, dun-que, che va sfruttata coglien-do nel presente quei punti diforza – è l’Italia che non ri-nuncia a fare l’Italia, fatta dibellezza e vocazioni anticheche si rinnovano con la ricer-ca, le nuove tecnologie – sucui edificare un futuro desi-derabile, più equo e sosteni-bile, oltre la crisi.

Ed è proprio in questi dueaggettivi, equo e sostenibile,si colloca la targa dell’eventopiù importante che l’Italia siappresta ad ospitare: l’esposi-zione universale del 2015.Manca davvero poco: il Pae-se non deve farsi cogliere im-preparato.

Deborah Dirani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ilmanifesto. «L’Italia deve fare l’Italia»

INTERVISTA GiuseppeSala Commissariounicodell’Expo

ESEMPI«Nei padiglioni useremostoviglie monousobiodegradabili e imballaggiin materiale riciclato»

I settori. Agricoltura italiana da record: primainEuropapervalore aggiunto a ettarou pagina 25

Governo. IlministroOrlando dettal’agendaverde per il futurou pagina 24

«Oltre lacrisi: l’Italiadevefare l’Italia», questo il titolodel manifesto pensato da Fon-dazioneSymbola,Unioncame-re e Fondazione Edison il cuisenso profondo è spiegato daFabio Renzi, segretario gene-rale di Symbola: «L’Italia – so-noleparolediRenzi–deve sa-per corrispondere alla visioneche nel mondo si ha di lei co-medi una terra in cui c’èun’al-taqualitàdellavita,riccadibe-ni culturali e caratterizzata daquel saper fare tipico delle no-stre produzioni eccellenti.Ovunque oggi si respira unatensione alla qualità che puòfavorire l’Italia proprio perquestesuecaratteristichepro-duttive: il criteriodisostenibi-litàambientale imponeunrin-novamento degli stili di vita edei consumi e in questo rinno-vamentol’Italiapuò,deve,tro-vare la sua chiave di volta perusciredalla crisi».

Ecco,dunque,alcunideipas-saggifondamentalidelmanife-sto, già firmato da oltre 250esponentidelmondoeconomi-co e imprenditoriale: l’Italia èin crisi, una crisi profonda edrammatica. Ma non è un Pae-sesenzafuturo.Èmoltopopola-re, in patria e all’estero, la tesidel nostro inarrestabile decli-no: che manca però del soste-gno dei fatti, fa torto a chi lavo-ra, fa danno al Paese e distogliedai veri problemi da risolvere.Nessuno lo nega, siamo zavor-ratidaguaichevengonodalon-tanoechevannobenoltreilde-bito pubblico: le diseguaglian-ze sociali, l’economia in nero,quella criminale, il ritardo delSud,unaburocraziaspessoper-secutoria e inefficace. La crisimondiale si è innestata su que-stimali,incancrenendoli.Rime-diare non sarà facile. Ma non èimpossibile, se non ci lasciamoipnotizzare dalla retoricadell’apocalisse.

Ilgiudizionegativosull’Italianasce da un clima di enorme, epericolosa,confusione.Èconfu-sa l’opinione pubblica interna,trascinatainuncronicostatodipessimismo e frustrazione. C’èconfusionetragliaddettiailavo-ri,etragliosservatoriegli inve-stitori stranieri, inclini a fareproprio questo giudizio, infon-dato ma senza appello. Tuttociò,ovviamente,portagravede-

trimento per la nostra immagi-neinternazionale.

Quello che da questa confu-sione non emerge sono duetendenze molto positive. Laprima: l’Italia non è una dellevittime della globalizzazione,anzi: ha profondamente modi-ficato la sua specializzazioneinternazionale, modernizzan-dola e sincronizzandola con lenuove richieste dei mercati. Sispiegacosì il fattoche nel ’99 ilnostro Paese era quintonell’Ue-27 per saldo commer-ciale normalizzato nei manu-fatti, e nel 2012 è salito al terzoposto. La seconda tendenza:proprio grazie a questa nuova

specializzazioneleimpreseita-liane hanno registrato eccel-lenti performance sui mercatiinternazionali. Tra ottobre2008 e giugno 2012 il fatturatoestero dell’industria italiana ècresciutopiùdi quellotedescoefrancese(Eurostat).

Allora, piuttosto che le sire-ne del declino dobbiamo pre-stare attenzione al messaggioe alle richieste dei tanti prota-gonisti di questo made in Italyrinnovato. Che stanno affer-mandounmodello di svilupponuovo, ma perfettamente in li-nea con la grande vocazionenazionale: la qualità. Da quidobbiamoripartire, incentivan-do la ricerca, l’Ict e l’innovazio-ne non solo tecnologica ma an-che organizzativa, comunicati-va, di marketing. Sostenendo,con azioni di sistema, gli sforzidiinternazionalizzazionedelno-stro manifatturiero, delle filiereculturalieturistiche.L’Italia, in-somma,celapuòfare.Èsempli-cemente necessario che vengamessa nelle condizioni di poterfarel’Italia”.

Il manifesto «Oltre la crisi»si può sottoscrivere sui siti:www.symbola.net e www.unioncamere.gov.it

De. D.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Ermete Realacci

Sarà la politica economicadell’Adda passà ’a nuttata,per dirla col grande Eduar-

do,atirare l’Italia fuoridallacri-si? Quella politica che traspareanche dalla legge di stabilità.Oppure è necessario un cambiodi rotta?

L’Italia deve scegliere. Mentreil mondo attraversa un passaggiocruciale della propria storia - unafinanzasenzaregolecherischiadisoffocare l’economia reale,un’economiachecambiaconl’im-porsi di grandi Paesi come Cina eIndia, gli effetti dei cambiamenticlimatici - il Paese è alle prese an-checoisuoimali antichi: non soloil debito pubblico, ma le disegua-glianzesociali, l’economiainneroe quella criminale, il ritardo delSud,unaburocraziaspessooppri-mente. Bisogna aggredire questiproblemi.Ènecessarioridarefidu-cia al Paese, rilanciare il mercatointerno stremato dalla recessionee dall’austerità. Ma serve ancheun’idea di futuro, una missionecondivisachemobilitienergieeta-lenti, per cogliere le sfide e le op-portunità della nuova economiaglobale: un ecosistema in conti-nua evoluzione ma dentro al qua-le l’Italia ha le carte in regola perprosperare.Apattochescommet-

ta su innovazione, ricerca, qualitàe insieme sulla green economy:strumenti per rinnovare il saperefare,lavocazioneimprenditorialeeartigiana,lacreativitàelabellez-zadicuisiamoricchi.PerilnostroPaese vale quello che, nel giornodelprimoinsediamento,BillClin-tondissedelsuo:«Nonc’ènulladisbagliatoinAmericachenonpos-saesserecorrettodaquantoc’èdigiusto in America». L’Italia, in-

somma,devefarel’Italia.Einque-stocamminopropriolagreeneco-nomysistadimostrando-intuttiisettori,nonsoloquelli tradiziona-li:rinnovabili, risparmioenergeti-co,riciclodeirifiuti-unostrumen-toprezioso.

Le classi dirigenti e la politica,spessoostaggiodiideeedinteres-sidelsecoloscorso,suquestofron-tesonoquantomenodistratte.Per-ché, altrimenti, pretendere che idestini di un governo siano legatiall’Imu sulla prima casa, 235 euro

in media l’anno passato, e ignora-re invece che tra una casa benco-struitaedefficienteeuna costrui-ta male ci passa una differenza inbollettadi1.500euro?Chinonèdi-stratto,invece,èunpezzorilevan-tedelmondoimprenditorialeche-comediceGreenItaly2013,ilrap-porto di Fondazione Symbola eUnioncamere - è già in cammino.Lo dimostrano gli oltre 3 milionidi green jobs, le 330mila aziendedell’industria e dei servizi (il 22%del totale) che, dal 2008 ad oggi,controlacrisihannopuntatopro-prio sulla green economy, facen-doinvestimentisuefficienzaeso-stenibilità.Perchéchiinvestegre-enèpiùforteall’estero: il42%del-leimpresemanifatturierechefan-no eco-investimenti esporta sta-bilmente ipropri prodotti, controil 25,4% delle altre. Perché greeneconomy significa innovazione,competitività, e occupazione: daquel22%diimpreseeco-investitri-ciquest’annoarriveràil38%ditut-te le assunzioni programmatenell’industriaeneiservizi (216mi-la su 563mila). Ed è a tempo inde-terminato il 52% delle assunzioninon stagionali di green jobs, con-troil40%dellealtrefigure.

Ma la green economy è anchelarispostamiglioreallacrescentedomanda di sobrietà. Che non si-gnifica decrescita, anzi: vuol dire

piuttosto maggiore benesserecon minore consumo di materieprime,energia,territorio.Unado-mandaalimentataanchedallacri-siechehaoggiuninterpretediin-discusso carisma: papa France-sco, alfiere di un’economia a mi-surad’uomopiùchedellebanched’affari. È il modello Olivetti - direcentealcentrodiunaapprezza-tafiction-manonsolo:èquelrap-portotra imprese, territorioeco-munitàpeculiaredelmodoitalia-nodi fare impresa.Che,guidatoerinnovatoappuntodalprotagoni-smo green di una nutrita avan-guardia di aziende, sta cambian-doilPaese.

La green economy è divenutaanche uno dei principali fattori dicompetizione del made in Italy. Èunparadigmaproduttivochevalo-rizza i nostri talenti, che premiachi investe su conoscenze, ricer-ca, nuove tecnologie, capitaleumano, innovazione (il 61,2% ditutte le assunzioni previste dalleaziende nel 2013 per attività di ri-cerca e sviluppo sarà coperto dagreenjobs)rispettoachicompetesul costo del lavoro e sui diritti. Eche si innesta sulla capacità di«produrre-dicevaCarloMariaCi-polla-all’ombradeicampanilico-sechepiaccionoalmondo»:quiinItalia la green economy incontralaqualitàelabellezza.Ècosìcheil

made in Italy non solo non è statotravoltodaiBricsmahamantenu-toilprimatoneisettoritradiziona-li - abbigliamento, arredamento,agricoltura - presidiando le fascealte del mercato, e ha conquistatonuovefrontiere:prodottiperl’edi-lizia,mezziditrasportodiversida-gli autoveicoli, nautica, chimica-farmaceutica e chimica verde,meccanica.OggilaCina,lafabbri-cadelmondo,producespessoconmacchinari italiani.Eisuccessiri-guardano tutti i campi, dalla mec-catronica all’agricoltura, all’hi-te-chfinoaquellipiùinattesi.

Questa Italia merita attenzio-ne. Anche quella di Expo2015.Cheavràdavverounruolocrucia-lese,seguendoiltraccianteverdediquestomadeinItalyrinnovato,sapràindicarealPaeseunproget-to, gli ingredienti di una scom-messa - l’alleanza tra economia,talenti, saperi, territori, cementa-ta dalla green economy - che di-venti anche un potente antidotocontro la vertigine della crisi."Un giorno - ha detto Martin Lu-therKing-lapaurabussòallapor-ta, il coraggio si alzò e andò adaprireevidechenonc’eranessu-no".Coraggio,esperanzapernu-trire il nostro futuro. A partire daun’Italiacheègià incampo.

*presidente della Fondazione Symbola© RIPRODUZIONE RISERVATA

MARKA

OLYCOM

CONDIZIONEINELUDIBILE

Serveun’idea di futuro,

una missione condivisa che

mobiliti energie e talenti per

cogliere sfide e opportunità

della nuova economia globale

Made in Italy.

I bambini diPechino quelli diShanghai comequelli di ConeyIsland aManhattangiocano sugiostre italiane:perché sono piùbelle e perché,grazie a nuovimateriali,pesanofino al 40% inmeno di quelletedesche (checonsumano finoal 50% in più)

Milano sarà laprimaesposizioneverde

IlPaesecheesportasfida la concorrenzafranceseetedesca

Oltre300milaLe impreseSono 328mila le aziendeitaliane (il 22%)dell’industria e dei servizi conalmeno un dipendente che dal2008 hanno investito, o lofaranno quest’anno, intecnologiegreen per ridurrel’impatto ambientale erisparmiare energia.

100,7 mld €Ricchezza prodotta dallagreen economyIl valore aggiunto, in termininominali, prodotto nel 2012dallagreen economy è pari a100,76 miliardi di euro, parial 10,6% del totale dellaricchezza prodotta, esclusa lacomponente imputabile alsommerso.

3 milioniI green jobsOggi nell’intera economaitaliana (sia privata chepubblica) gli occupati "verdi"- i cosiddetti green jobs - sono3,056 milioni, corrispondential 13,3% dell’occupazionecomplessiva nazionale.Accanto a questi possiamoannoverare altre 3,7 milionifigure attivabili dalla greeneconomy: occupati con lecarte in regola per lavorare insettorie filiere green.

61,2%Green jobs nell’innovazioneRicercae sviluppo parlanogreen: ben il 61,2% di tutte leassunzioni previste nel 2013,e destinate alle attività diR&S, all’interno delle nostreaziende sarà copertoda green jobs.

17,5%L’exportIl17,5%delleimprese(57.500)cheinvestonoineco-efficienzasonoesportatrici(anno2012,tendenzachesaleal42%nelmanifatturiero,con34milaimprese),controil10%diquellechenoninvestono(25,4%nelmanifatturiero).

Giuseppe Sala

Efficienza energeticaGliincentivifiscaliper

ristrutturazioniedefficienzaenergeticainedilizia,secondodatiAnce,hannoprodottoneiprimiseimesi2013ricaviper14,5miliardi,qualificandoilsistemaimprenditorialedelsettore,riducendoiconsumienergetici,l'inquinamentoelebollettedellefamiglieeproducendodecinedimigliaiadipostidilavoro.Ènegliedificichesiconcentral’ampiapartedeinostriconsumi:il53%diquellielettricieil35%deiconsumienergeticitotali.Importantissimoquindiinterveniresuquestosettore.Simuovonointalsensoanchelepolitichedell’UnioneEuropea.Migliorarel’efficienzaenergeticadegliedifici,peraltro,èunastradaefficaceancheperabbatterelebollettedellefamiglie:traunacasacostruitamaleeunacostruitasecondoicriteridelrisparmioenergeticopassainfattiunadifferenzadibollettaenergeticadiben1.500eurol’anno.

Legge di StabilitàProrogailcreditodiimposta

perl’efficienzaenergeticaepergliinterventidiconsolidamentoantisismicoal65%peril2014.MaleCommissioniAmbienteeFinanzedellaCamera,

conunarisoluzioneapprovataall’unanimità,avevanochiestolastabilizzazionedell’eco-bonuselasuaestensioneapartiredagliinterventidimessainsicurezzaantisismica.Nellastessarisoluzione,la8-00090,erachiestoancheunallentamentodelPattodiStabilitàinternoperconsentireagliEntilocalicheabbianorisorsedainvestire,direalizzareinterventidimanutenzioneemessainsicurezzadelterritorio,diefficientamentoenergeticodegliedificiedimessainsicurezzaantisismicadegliedificipubblici,apartiredallescuoleedagliospedali.

Le richieste dell’AnceÈquantochiedeanchel’Ance,

chepropriolascorsasettimanahalanciatolasuapropostaperunarevisionedelPattodiStabilitàinternocheneescludaalmeno8miliardiprovenientidalcofinanziamentoeuropeodeifondistrutturaliedalFondoperlosviluppoelacoesionesociale(ex-Fas)perilbiennio2014/2015,inmododaconsentirealleRegionidispendere,anzichéperdere,ifondieuropeidellaprogrammazione2007/2013ediimpiegarliperlamessainsicurezzadiscuole,ospedaliededificipubblici.

RISULTATI

Manufatti: in13 anni l’Italia

èpassata dal 5˚al3˚posto

Ueper saldo commerciale

Export:per quasi 4anni dati

piùalti di Berlino e Parigi

FOCUSMercoledì13Novembre2013

www.ilsole24ore.comAMBIENTEDossier. Unioncamere e Fondazione Symbolaraccontanole eccellenzenazionali u pagina 24

Eco-strategia.Ambiente, innovazione, qualità e ricerca i pilastri per rinnovare la vocazione imprenditoriale e artigianale

Greeneconomycontro lacrisiRiciclodei rifiuti e fonti rinnovabili devonoaccompagnarsi al risparmioenergetico

I NUMERI

ECO-BONUSPERRILANCIAREL’EDILIZIA

Sono in molti a vederenella prossima esposizioneuniversale, che si terrà a Mi-lano nel 2015, un trampolinodi lancio, anzi di rilancio perl’economia italiana. Un pun-to di svolta che arriverà dopoanni particolarmente diffici-li per il sistema produttivonazionale che proprio da qui,dall’Expo deve ripartire.

Certo è che questo eventodi portata globale sarà carat-terizzato da un colore, il ver-de, come conferma il com-missario, nominato dal Go-verno, Giuseppe Sala.

Milanese, laureato allaBocconi negli anni ’80, Giu-seppe Sala ha lavorato, rive-stendo ruoli manageriali diprimo piano, sia in realtà pri-vate che nella pubblica ammi-nistrazione.Commissario Sala, l’Expo2015 diMilano può diventa-re la primaEsposizioneuni-versale della green eco-nomy?

Ne sono certo. La sfida gre-en è parte integrante di Expo

Milano 2015, a cominciare daltema. Dietro “Nutrire il pia-neta, energia per la vita” c’èl’impegno a riflettere sui nuo-vi modi di produrre cibo conminore impatto sulle risorsenaturali. Come ricorda il rap-porto GreenItaly, siamo unPaese attivo e intraprenden-te, cui sta a cuore il destino

del pianeta. Questo è ciò cheExpo Milano 2015 deve faremergere e ha il compito diraccontare.

La promozione di pratichedi sostenibilità ambientale,come richiesto dalla dichiara-zione finale di Rio+20, è unelemento cardine nel lascitoche l’esposizione universaledel 2015 darà al mondo.Come si sta lavorando

per rendere possibile taletraguardo?

Lavoriamo a diversi livel-li. Con le nostre aziende part-ner doteremo il sito espositi-vo di infrastrutture d’avan-guardia per le telecomunica-zioni e per la distribuzionedi energia, per dar vita a unaDigital smart city attenta aiconsumi. Inoltre nelle no-stre attività rispettiamo pre-cisi criteri di ecosostenibili-tà oggetto di policy interna-zionali. Abbiamo invitato iPaesi a seguire linee guidaspecifiche sul “green procu-rement” che individuano ol-tre 60 criteri per l’acquistodi categorie merceologicheusate nei padiglioni, come lestoviglie monouso e biode-gradabili o gli imballaggi inmateriale riciclato.

Per favorire l’incontro trala domanda e l’offerta di arti-coli ecosostenibili Expo 2015ha inoltre sostenuto la realiz-zazione di “SiExpo”, una piat-taforma online dove chi par-teciperà all’esposizione uni-

versale può entrare in con-tatto con aziende virtuoseche realizzano prodotti so-stenibiliIn chemodo la green eco-

nomy può essere un’occa-sione di rilancio per il siste-ma Italia attraverso ExpoMilano 2015?

Expo Milano 2015 vuole es-sere terreno di sperimenta-zione green. Dal 1˚maggio al31 ottobre 2015, il mondo guar-derà il nostro Paese. Eccoperché questo evento è un’oc-casione irripetibile, un palco-scenico globale che valoriz-zerà le esperienze virtuoseche ogni settore produttivo –agroalimentare, logistica,edilizia, design – può vanta-re, come dimostra il rappor-to GreenItaly 2013.Che cosa rappresenta per

l’Italia che investe in ricer-ca e sviluppo l’Expo 2015?

È senza dubbio uno stimo-pp p

lo all’iniziativa imprendito-riale. Grazie all’esposizioneuniversale possiamo mostra-re il volto di un’Italia intra-

prendente e attenta alla quali-tà di vita dei cittadini delmondo. Per questo Expo Mi-lano 2015 è una leva di rilan-cio e di traino economico, ingrado di generare beneficiper l’intero Sistema Paese.

In conclusione: l’Italia siprepara a giocare la cartastrategica dell’Expo e in que-sto modo dimostra che per ilnostro Paese green economysignifica made in Italy, inno-vazione, competitività. Que-sta è un’opportunità, dun-que, che va sfruttata coglien-do nel presente quei punti diforza – è l’Italia che non ri-nuncia a fare l’Italia, fatta dibellezza e vocazioni anticheche si rinnovano con la ricer-ca, le nuove tecnologie – sucui edificare un futuro desi-derabile, più equo e sosteni-bile, oltre la crisi.

Ed è proprio in questi dueaggettivi, equo e sostenibile,si colloca la targa dell’eventopiù importante che l’Italia siappresta ad ospitare: l’esposi-zione universale del 2015.Manca davvero poco: il Pae-se non deve farsi cogliere im-preparato.

Deborah Dirani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ilmanifesto. «L’Italia deve fare l’Italia»

INTERVISTA GiuseppeSala Commissariounicodell’Expo

ESEMPI«Nei padiglioni useremostoviglie monousobiodegradabili e imballaggiin materiale riciclato»

I settori. Agricoltura italiana da record: primainEuropapervalore aggiunto a ettarou pagina 25

Governo. IlministroOrlando dettal’agendaverde per il futurou pagina 24

«Oltre lacrisi: l’Italiadevefare l’Italia», questo il titolodel manifesto pensato da Fon-dazioneSymbola,Unioncame-re e Fondazione Edison il cuisenso profondo è spiegato daFabio Renzi, segretario gene-rale di Symbola: «L’Italia – so-noleparolediRenzi–deve sa-per corrispondere alla visioneche nel mondo si ha di lei co-medi una terra in cui c’èun’al-taqualitàdellavita,riccadibe-ni culturali e caratterizzata daquel saper fare tipico delle no-stre produzioni eccellenti.Ovunque oggi si respira unatensione alla qualità che puòfavorire l’Italia proprio perquestesuecaratteristichepro-duttive: il criteriodisostenibi-litàambientale imponeunrin-novamento degli stili di vita edei consumi e in questo rinno-vamentol’Italiapuò,deve,tro-vare la sua chiave di volta perusciredalla crisi».

Ecco,dunque,alcunideipas-saggifondamentalidelmanife-sto, già firmato da oltre 250esponentidelmondoeconomi-co e imprenditoriale: l’Italia èin crisi, una crisi profonda edrammatica. Ma non è un Pae-sesenzafuturo.Èmoltopopola-re, in patria e all’estero, la tesidel nostro inarrestabile decli-no: che manca però del soste-gno dei fatti, fa torto a chi lavo-ra, fa danno al Paese e distogliedai veri problemi da risolvere.Nessuno lo nega, siamo zavor-ratidaguaichevengonodalon-tanoechevannobenoltreilde-bito pubblico: le diseguaglian-ze sociali, l’economia in nero,quella criminale, il ritardo delSud,unaburocraziaspessoper-secutoria e inefficace. La crisimondiale si è innestata su que-stimali,incancrenendoli.Rime-diare non sarà facile. Ma non èimpossibile, se non ci lasciamoipnotizzare dalla retoricadell’apocalisse.

Ilgiudizionegativosull’Italianasce da un clima di enorme, epericolosa,confusione.Èconfu-sa l’opinione pubblica interna,trascinatainuncronicostatodipessimismo e frustrazione. C’èconfusionetragliaddettiailavo-ri,etragliosservatoriegli inve-stitori stranieri, inclini a fareproprio questo giudizio, infon-dato ma senza appello. Tuttociò,ovviamente,portagravede-

trimento per la nostra immagi-neinternazionale.

Quello che da questa confu-sione non emerge sono duetendenze molto positive. Laprima: l’Italia non è una dellevittime della globalizzazione,anzi: ha profondamente modi-ficato la sua specializzazioneinternazionale, modernizzan-dola e sincronizzandola con lenuove richieste dei mercati. Sispiegacosì il fattoche nel ’99 ilnostro Paese era quintonell’Ue-27 per saldo commer-ciale normalizzato nei manu-fatti, e nel 2012 è salito al terzoposto. La seconda tendenza:proprio grazie a questa nuova

specializzazioneleimpreseita-liane hanno registrato eccel-lenti performance sui mercatiinternazionali. Tra ottobre2008 e giugno 2012 il fatturatoestero dell’industria italiana ècresciutopiùdi quellotedescoefrancese(Eurostat).

Allora, piuttosto che le sire-ne del declino dobbiamo pre-stare attenzione al messaggioe alle richieste dei tanti prota-gonisti di questo made in Italyrinnovato. Che stanno affer-mandounmodello di svilupponuovo, ma perfettamente in li-nea con la grande vocazionenazionale: la qualità. Da quidobbiamoripartire, incentivan-do la ricerca, l’Ict e l’innovazio-ne non solo tecnologica ma an-che organizzativa, comunicati-va, di marketing. Sostenendo,con azioni di sistema, gli sforzidiinternazionalizzazionedelno-stro manifatturiero, delle filiereculturalieturistiche.L’Italia, in-somma,celapuòfare.Èsempli-cemente necessario che vengamessa nelle condizioni di poterfarel’Italia”.

Il manifesto «Oltre la crisi»si può sottoscrivere sui siti:www.symbola.net e www.unioncamere.gov.it

De. D.

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di Ermete Realacci

Sarà la politica economicadell’Adda passà ’a nuttata,per dirla col grande Eduar-

do,atirare l’Italia fuoridallacri-si? Quella politica che traspareanche dalla legge di stabilità.Oppure è necessario un cambiodi rotta?

L’Italia deve scegliere. Mentreil mondo attraversa un passaggiocruciale della propria storia - unafinanzasenzaregolecherischiadisoffocare l’economia reale,un’economiachecambiaconl’im-porsi di grandi Paesi come Cina eIndia, gli effetti dei cambiamenticlimatici - il Paese è alle prese an-checoisuoimali antichi: non soloil debito pubblico, ma le disegua-glianzesociali, l’economiainneroe quella criminale, il ritardo delSud,unaburocraziaspessooppri-mente. Bisogna aggredire questiproblemi.Ènecessarioridarefidu-

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cia al Paese, rilanciare il mercatointerno stremato dalla recessionee dall’austerità. Ma serve ancheun’idea di futuro, una missionecondivisachemobilitienergieeta-lenti, per cogliere le sfide e le op-portunità della nuova economiaglobale: un ecosistema in conti-nua evoluzione ma dentro al qua-le l’Italia ha le carte in regola perprosperare.Apattochescommet-

ta su innovazione, ricerca, qualitàe insieme sulla green economy:strumenti per rinnovare il saperefare,lavocazioneimprenditorialeeartigiana,lacreativitàelabellez-zadicuisiamoricchi.PerilnostroPaese vale quello che, nel giornodelprimoinsediamento,BillClin-tondissedelsuo:«Nonc’ènulladisbagliatoinAmericachenonpos-saesserecorrettodaquantoc’èdigiusto in America». L’Italia, in-

somma,devefarel’Italia.Einque-stocamminopropriolagreeneco-nomysistadimostrando-intuttiisettori,nonsoloquelli tradiziona-li:rinnovabili, risparmioenergeti-co,riciclodeirifiuti-unostrumen-toprezioso.

Le classi dirigenti e la politica,spessoostaggiodiideeedinteres-sidelsecoloscorso,suquestofron-tesonoquantomenodistratte.Per-ché, altrimenti, pretendere che idestini di un governo siano legatiall’Imu sulla prima casa, 235 euro

in media l’anno passato, e ignora-re invece che tra una casa benco-struitaedefficienteeuna costrui-ta male ci passa una differenza inbollettadi1.500euro?Chinonèdi-stratto,invece,èunpezzorilevan-tedelmondoimprenditorialeche-comediceGreenItaly2013,ilrap-porto di Fondazione Symbola eUnioncamere - è già in cammino.Lo dimostrano gli oltre 3 milionidi green jobs, le 330mila aziendedell’industria e dei servizi (il 22%del totale) che, dal 2008 ad oggi,controlacrisihannopuntatopro-prio sulla green economy, facen-doinvestimentisuefficienzaeso-stenibilità.Perchéchiinvestegre-enèpiùforteall’estero: il42%del-leimpresemanifatturierechefan-no eco-investimenti esporta sta-bilmente ipropri prodotti, controil 25,4% delle altre. Perché greeneconomy significa innovazione,competitività, e occupazione: daquel22%diimpreseeco-investitri-ciquest’annoarriveràil38%ditut-te le assunzioni programmatenell’industriaeneiservizi (216mi-la su 563mila). Ed è a tempo inde-terminato il 52% delle assunzioninon stagionali di green jobs, con-troil40%dellealtrefigure.

Ma la green economy è anchelarispostamiglioreallacrescentedomanda di sobrietà. Che non si-gnifica decrescita, anzi: vuol dire

piuttosto maggiore benesserecon minore consumo di materieprime,energia,territorio.Unado-mandaalimentataanchedallacri-siechehaoggiuninterpretediin-discusso carisma: papa France-sco, alfiere di un’economia a mi-surad’uomopiùchedellebanched’affari. È il modello Olivetti - di

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recentealcentrodiunaapprezza-tafiction-manonsolo:èquelrap-portotra imprese, territorioeco-munitàpeculiaredelmodoitalia-nodi fare impresa.Che,guidatoerinnovatoappuntodalprotagoni-smo green di una nutrita avan-guardia di aziende, sta cambian-doilPaese.

La green economy è divenutaanche uno dei principali fattori dicompetizione del made in Italy. È

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unparadigmaproduttivochevalo-rizza i nostri talenti, che premiachi investe su conoscenze, ricer-ca, nuove tecnologie, capitaleumano, innovazione (il 61,2% ditutte le assunzioni previste dalleaziende nel 2013 per attività di ri-cerca e sviluppo sarà coperto dagreenjobs)rispettoachicompetesul costo del lavoro e sui diritti. Eche si innesta sulla capacità di«produrre-dicevaCarloMariaCi-polla-all’ombradeicampanilico-sechepiaccionoalmondo»:quiinItalia la green economy incontralaqualitàelabellezza.Ècosìcheil

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made in Italy non solo non è statotravoltodaiBricsmahamantenu-toilprimatoneisettoritradiziona-li - abbigliamento, arredamento,agricoltura - presidiando le fascealte del mercato, e ha conquistatonuovefrontiere:prodottiperl’edi-lizia,mezziditrasportodiversida-gli autoveicoli, nautica, chimica-farmaceutica e chimica verde,meccanica.OggilaCina,lafabbri-cadelmondo,producespessoconmacchinari italiani.Eisuccessiri-guardano tutti i campi, dalla mec-catronica all’agricoltura, all’hi-te-chfinoaquellipiùinattesi.

Questa Italia merita attenzio-ne. Anche quella di Expo2015.Cheavràdavverounruolocrucia-lese,seguendoiltraccianteverdediquestomadeinItalyrinnovato,sapràindicarealPaeseunproget-to, gli ingredienti di una scom-messa - l’alleanza tra economia,talenti, saperi, territori, cementa-ta dalla green economy - che di-venti anche un potente antidotocontro la vertigine della crisi."Un giorno - ha detto Martin Lu-therKing-lapaurabussòallapor-ta, il coraggio si alzò e andò adaprireevidechenonc’eranessu-no".Coraggio,esperanzapernu-trire il nostro futuro. A partire daun’Italiacheègià incampo.

*presidente della Fondazione Symbola© RIPRODUZIONE RISERVATA

MARKA

OLYCOM

CONDIZIONEINELUDIBILE

Serveun’idea di futuro,

una missione condivisa che

mobiliti energie e talenti per

cogliere sfide e opportunità

della nuova economia globale

Made in Italy.

I bambini diPechino quelli diShanghai comequelli di ConeyIsland aManhattangiocano sugiostre italiane:perché sono piùbelle e perché,grazie a nuovimateriali,pesanofino al 40% inmeno di quelletedesche (checonsumano finoal 50% in più)

Milano sarà laprimaesposizioneverde

IlPaesecheesportasfida la concorrenzafranceseetedesca

Oltre300milaLe impreseSono 328mila le aziendeitaliane (il 22%)dell’industria e dei servizi conalmeno un dipendente che dal2008 hanno investito, o lofaranno quest’anno, intecnologiegreen per ridurrel’impatto ambientale erisparmiare energia.

100,7 mld €Ricchezza prodotta dallagreen economyIl valore aggiunto, in termininominali, prodotto nel 2012dallagreen economy è pari a100,76 miliardi di euro, parial 10,6% del totale dellaricchezza prodotta, esclusa lacomponente imputabile alsommerso.

3 milioniI green jobsOggi nell’intera economaitaliana (sia privata chepubblica) gli occupati "verdi"- i cosiddetti green jobs - sono3,056 milioni, corrispondential 13,3% dell’occupazionecomplessiva nazionale.Accanto a questi possiamoannoverare altre 3,7 milionifigure attivabili dalla greeneconomy: occupati con lecarte in regola per lavorare insettorie filiere green.

61,2%Green jobs nell’innovazioneRicercae sviluppo parlanogreen: ben il 61,2% di tutte leassunzioni previste nel 2013,e destinate alle attività diR&S, all’interno delle nostreaziende sarà copertoda green jobs.

17,5%L’exportIl17,5%delleimprese(57.500)cheinvestonoineco-efficienzasonoesportatrici(anno2012,tendenzachesaleal42%nelmanifatturiero,con34milaimprese),controil10%diquellechenoninvestono(25,4%nelmanifatturiero).

Giuseppe Sala

Efficienza energeticaGliincentivifiscaliper

ristrutturazioniedefficienzaenergeticainedilizia,secondodatiAnce,hannoprodottoneiprimiseimesi2013ricaviper14,5miliardi,qualificandoilsistemaimprenditorialedelsettore,riducendoiconsumienergetici,l'inquinamentoelebollettedellefamiglieeproducendodecinedimigliaiadipostidilavoro.Ènegli

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edificichesiconcentral’ampiapartedeinostriconsumi:il53%diquellielettricieil35%deiconsumienergeticitotali.Importantissimoquindiinterveniresuquestosettore.Simuovonointalsensoanchelepolitichedell’UnioneEuropea.Migliorarel’efficienzaenergeticadegliedifici,peraltro,èunastradaefficaceancheperabbatterelebollettedellefamiglie:traunacasacostruitamaleeunacostruitasecondoicriteridelrisparmioenergeticopassainfattiunadifferenzadibollettaenergeticadiben1.500eurol’anno.

Legge di StabilitàProrogailcreditodiimposta

perl’efficienzaenergeticaepergliinterventidiconsolidamentoantisismicoal65%peril2014.MaleCommissioniAmbienteeFinanzedellaCamera,

conunarisoluzioneapprovataall’unanimità,avevanochiestolastabilizzazionedell’eco-bonuselasuaestensioneapartiredagliinterventidimessainsicurezzaantisismica.Nellastessarisoluzione,la8-00090,erachiestoancheunallentamentodelPattodiStabilitàinternoperconsentireagliEntilocalicheabbianorisorsedainvestire,direalizzareinterventidimanutenzioneemessainsicurezzadelterritorio,diefficientamentoenergeticodegliedificiedimessainsicurezzaantisismicadegliedificipubblici,apartiredallescuoleedagliospedali.

Le richieste dell’AnceÈquantochiedeanchel’Ance,

chepropriolascorsasettimanahalanciatolasuapropostaperunarevisionedelPattodiStabilitàinternocheneescludaalmeno8miliardiprovenientidalcofinanziamentoeuropeodeifondistrutturaliedalFondoperlosviluppoelacoesionesociale(ex-Fas)perilbiennio2014/2015,inmododaconsentirealleRegionidispendere,anzichéperdere,ifondieuropeidellaprogrammazione2007/2013ediimpiegarliperlamessainsicurezzadiscuole,ospedaliededificipubblici.pp

RISULTATI

Manufatti: in13 anni l’Italia

èpassata dal 5˚al3˚posto

Ueper saldo commerciale

Export:per quasi 4anni dati

piùalti di Berlino e Parigi