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55 MILANOil GiornaleVenerdì 3 aprile 2009

PENNE «MILITANTI»

ChihauccisoTeclaDozio,lastoricaproprietariadellalibre-riaSherlockianadiMilano?Èstataavvelenatadaunprosec-coalcianuroduranteunadelle tante feste in libreria, sottogliocchiattonitideimassimigiallistiitalianieinternaziona-li.Iprimisospettiricadonosuunaspirantescrittorerespin-to, e delle indagini si voglionooccupare i più grandinomidel giallo, del noir, del thriller, da Carlo Lucarelli a FredVargas, da Andrea Camilleri a Jeffery Deaver, finalmenteallepreseconundelitto vero.È la trama del nuovo romanzo di Lello Gurrado, «Assassi-

nio in libreria» (Marcos y Marcos) che inaugura la nuovacollanaMarcosUltra,incuiognicopertinaèillustratadaunartistacontemporaneo:perGurrado, l'operaèdelgiovanepittorefranceseDavidDallaVenezia.Ilgiallo,dicuivianti-cipiamo inquestapagina il primocapitolo, sarà in libreriadal 30 aprile, ma verrà presentato - insieme ai dipinti diDalla Venezia - domenica prossima in anteprima proprioallaSherlockiana(viaPeschiera1,ore15)inoccasionedel-la sua festadi chiusura, chedurerà tutta lagiornata.

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IprotagonistidelgiallodiLelloGur-rado che sarà in libreria dal 30

aprile. Da sinistra in basso gliscrittoriGianniBiondilloeCarloLuca-relli. In alto a destra la «vittima» Te-cla Dozio, proprietaria della libreriaSherlockiana, prossima alla chiusu-ra.Sotto, ilgiallistaAndreaG.Pinket-ts

L’uomo che mezz'ora piùtardi avrebbe ucciso Te-cla Dozio si muoveva inmezzo alla gente e ai li-bri con gelida lucidità.

Nonunastilladisudore,nessunatensio-ne sul volto, il bicchiere di carta fermonella mano sinistra e la destra sempretesaversoundolcetto,una fettadi torta,una tartina o un salatino. Ecco, se qual-cuno ci avesse fatto caso, forse sarebberimastocolpitodaquellacontinua,vora-ce ricerca di qualcosa da mettere sotto identi. Era una fame nervosa, un chiarosegno di tensione, ma dirlo dopo è faci-le.

Al momento nessuno notò la sua in-gordigia.

Né il suo sguardo acquoso e inquie-tante. La festa era unavera festa, allegraecoinvolgente, cometuttequelledaTe-cla nella sua mitica libreria, la Sher-lockianadiviaPeschiera.Neiduepicco-li locali, tra tavoli e scaffali debordantidi libri, si erano radunatedecinedi ami-

ci, scrittori, giornalisti, semplici lettori.L'eccitante profumo della carta, tipicodi ogni libreria, ma particolarmente in-tenso nella piccola Libreria del giallo,presto sarebbestato sovrastatodaquel-li più forti del risotto giallo e delle pol-pettine al sugo, due piatti tipici delle fe-ste di Tecla.

Ma era ancora presto per i piatti caldie la bonarda. Per il momento si andavaancora a tartine e stuzzichini, confezio-nati condedizione dalle clienti più affe-zionatedella libreria,ebollicinediFran-ciacorta. Teclamostravalasicu-rezza abituale.Per quanta con-fusione ci fosse,per quanta gen-te continuasse aentrare e usciredalla libreriaper fumare, perquanto le voci sifacessero sem-pre più alte persovrastare il ru-more crescentee i clienti si spin-tonassero e sgo-mitasseroperav-vicinarsi all'au-tore preferito,lei sapeva sem-pre che cosa fa-re,dettava i tem-pi della festacon straordina-ria precisione.Aveva tutto sot-to controllo,non le sfuggivaniente.Assoluta-mente niente.«No, sui libri no,ve l'hodetto tantevolte, il bicchierenonva poggiato sui libri. Se il vino si versa eil libro si sporca, ve lo faccio comprareanche se l'avete già letto». Era felice.Strafelice.Ancoraunavolta i cari vecchiamicidellaSherlockianaavevanorispo-stopresente.C'erano tutti,proprio tutti:AndreaCamilleri, cheeraarrivatoappo-sta da Roma e al suo ingresso in libreria

era stato accolto con un'ovazione quasidastadio;GiorgioFaletti, cheper l'occa-sioneaveva lasciato il suoparadisodell'Elba; poi Gianrico Carofiglio, diretta-

mentedalsenato;CarloLucarelli,Massi-moCarlotto,MarcelloFois, tuttida fuoriMilano, che si erano aggiunti ai giallistidi casa, quelli che erano cresciuti a pa-

ne, libri e SherlockianacomeAndreaG.Pinketts, Piero Colaprico, Carlo Oliva,Nicoletta Vallorani, Paolo Roversi, Fa-brizio Canciani, l'architetto GianniBiondillo e altri ancora. «Grazie a tutti»aveva urlato Tecla al momento di stap-parelaprimabottiglia «sonofelicediab-bracciarvi edi festeggiareconvoi i diecianni di vita della libreria di via Peschie-ra. Dieci anni che diventano diciotto secontiamo quelli trascorsi in piazza SanNazaro in Brolo, in quel buco di trentametri quadri che chiamavamo pompo-samente e orgogliosamente “La libreriadel giallo“. Se sono ancora qui lo devosoltanto a voi. Grazie. Grazie davvero».

Era seguito un applauso, subito fer-matodaTecla, chenonvoleva correre ilrischio di commuoversi. E comunqueaveva ancora una cosa da dire: «Comeogni serata gialla che si rispetti anchequesta nasconde una sorpresa. Non an-date via e fra un'ora, forse meno, lo sco-prirete. Al momento della torta. Prosit».Aveva alzato il bicchiere di carta e nonavevadetto altro. Si era rituffata inmez-

zo agli amici pensando, con il sorrisosulle labbra, che questa volta li avrebbescioccati davvero.

Chissàchefacceechegridoliniavreb-bero fatto, un'ora più tardi, isuoi clienti ve-dendoentrare inlibreria, uno do-po l'altro, JefferyDeaver, MichaelConnelly, FredVargas, Joe R.Lansdale, PacoTaibo II, RobertCrais, HenningMankell, AnnePerry, Ruth Ren-dell e ElizabethGeorge. Diecigiallisti. Dieciidoli. Dieci mo-stri di bravura,chenoneranodi-ventati undicisoltanto perchéStephen King,l'inavvicinabile,intrattabile, avolte odioso Ste-phenKing,all'ul-timo momentos'era tirato indie-tro con una scu-sa. Peggio perlui, pensò Tecla,

nonsa checosa siperde.Magli altri die-ci, chetesori, chegrandedimostrazionedi amicizia. Non uno che avesse tenten-nato. «SeTecla chiama, io arrivo» le ave-va risposto via email Jeffery Deaver.

Per non parlare di Joe Lansdale, cuinon era sembrato vero trovare l'ennesi-ma scusa per lasciare il Texas e venireper qualche giorno in quell'Italia cheamava più di qualsiasi altro paese almondo.

Sarà una sorpresa mozzafiato, pensòancoraTecla. Speriamochesi ricordinodi entrare in libreria come abbiamo sta-bilito: unodietro l'altro facendo il treni-no,spingendosieurlandocomegliospi-ti di un villaggio vacanze.

La gente deve vederseli arrivare con-tro. Vi immaginate lo stupore di un ap-passionato di gialli nel vedersi piomba-re addosso Fred Vargas, Paco Taibo II,Elizabeth George o Michael Connelly?Rideva compiaciuta Tecla Dozio.

Senza poter immaginare che lei queltrenino non l'avrebbe mai visto.

La fine della Sherlockianadiventa un romanzo noir«La proprietaria del tempio del giallo avvelenata con un prosecco»Nel libro di Gurrado i detective sono gli scrittori: da Lucarelli a Pinkett’s

IPERBOLICO Il raccontodi Lello Gurrado, editoda Marcos y Marcos, verràpresentato domenica

Assassinio in libreriaRITORNO

Eleonora Barbieri

Alla fineOmiabellaMaduninadiven-ta romanticissima: suonata coi mandolini,le voci in coro dei milanesi in sala e l’animanapoletana dell’Orchestra italiana di Ren-zo Arbore. Che è tornato in città l’altra seracon il suo tour, perché - racconta sul palcodel Teatro Smeraldo - qui è stato il battesi-modell’Orchestra,18anni fa.E infatti il «cla-rinettista jazz» di Foggia assicura che «A Mi-lanonon fa freddo» (come il libro del napo-letano Giuseppe Marotta), no, anche se ilclima è ancora invernale, perché al Nord ètuttounapplauso, a ogni parola, ogni asso-lo di chitarra, ogni battuta, «facci Luna ros-sa», applausi perfino alle immagini dellatournée nel mondo che sfilano come sfon-do, Mosca, Shanghai, Pechino, Guadalaja-ra, Montreal, San Paolo. Allora le canzoninapoletane sotto la Madonnina funziona-no, contaminate dall’Orchestra con rock,blues,country, reggae, ritmi sudamericani.E sono cantate da tutti, non solo battiti dimani, c’è chi commenta con le mani, muo-ve il dito all’insù come fanno i napoletani,quelli veri. Ci sonogli swing conDonGegè(Telesforo), nel bel mezzo diMa la notte, iljazz della parola, le risate sulle insegne na-poletane, Ciao ciao bambina suonata alpianodaArbore, laserenatasiciliana,Ll’ar-te d’’o sole («la cantavanogli operai, nel ’43,a Foggia, quando ricostruivano la città»),Malafemmena eReginella, Totò e Murolo,O’Sarracino.Poi inplateacisonoivipmila-nesi, c’è anche Romiti («sa, la Cinquecento,pernoi eraun’alcova...») e soprattuttoEnzoJannacci: «L’hosentito aRoma -è l’omaggiodiArbore - e mi ha fatto tornare la passioneper la musica». Applausi anche a Jannacci,da tutto il teatro.

Gran successo di pubblico e Viplo show di Arbore allo Smeraldo

GLI APPUNTAMENTI

TEATRO

In scena al Teatro dell’Elfo lo spettaco-lo di Gabriele Vacis e Natalino Balasso,«Viaggiatori di pianura»: tre storie unite daununicoelemento, l’acqua.QuelladelPole-sine, nella Pianura Padana, l’acqua di NewOrleansedelloTsunami.Ealtrettantiperso-naggi, ovvero la casalinga del Polesine, in-terpretatadaunabravaLauraCurino; il jazzi-sta Ce-dric Lafontaine, ovvero un NatalinoBalassovenetodi terzagenerazioneedemi-grato in America; infine Cristian Burruano,che fa l’animatore del villaggio turistico diPi Pi Island, nell’Oceano Indiano. Epochediverse, mondi distanti, vite separate, tutteunitedaun’esperienzadi rischio,daunaca-tastrofe naturale: i vari personaggi s’incon-trano nel vagone di un treno ad alta veloci-tà, e qui cominciano a parlare tra loro.

Ognuno ha la propria vita, così diversadall’altro, eppure così legata da una cata-strofe naturale: «Spesso mi sono occupatodi tragedie - spiega Vacis, pensando adesempioa “Il raccontodelVajont“, del 1994-. In questo caso non volevamo raccontaretanto il fatto in sè, ma come gli uomini af-frontanoquesto tipodi esperienze.Nonvo-glio cercare colpe e responsabilità civili».Una scena spoglia, di pochi elementi, in cuila parola ha un’importanza fondamentale:uno studio sulla lingua, in ogni personag-gio così diversa, che sottolinea anche dellevarietà imprescindibili e rimarca la loro co-munanza nell’esperienza della tragedia. «Ilmiononèun teatrodiparola - affermaVacis-. Quello appartiene al teatro di regia, puro’900. Io faccio un teatro di discorso, dovericerco un equilibrio tra parola e senso».

Teatro dell’Elfo, via Ciro Menotti 11. Ore20.45, festivi ore 16, lunedì riposo. Info:02-716791, 02-26681166, www.elfo.org.

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L’acqua, una tragedia incombentesui «viaggiatori» di Vacis all’Elfo

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MISTERO È caccia al killerdi Tecla Dozio, i sospettidegli investigatori cadono suun aspirante autore respinto