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Marco Risoli nel suo posto preferito per la lettura del giornale... Massimiliano Vitaloni Anche a Camilla,a soli 9 mesi,piace leggere Libertà

Freddo e povertà ammansiscono il Monte di Pietà nel 1954◗◗ È il 9 gennaio del 1954 quando le cronachecittadine riportano una notizia quanto mai curiosa:considerate le condizioni climatiche veramentedisastrose con temperature polari, il Monte di Pietàdecide di restituire gratuitamente gli indumenti dilana e le coperte che erano state impegnate.Abeneficiarne è un migliaio di famiglie piacentinebisognose.La povertà picchia duro all’inizio deglianni Cinquanta:basti pensare alla storia riportata daLibertà di un giovane piacentino,perennemente acorto di soldi,che ottiene piccoli prestiti lasciando inpegno una bicicletta.Peccato che il velocipede siarubato di volta in volta:prima di essere scoperto ilragazzo colleziona una ventina di furti in meno di unmese e le cronache della città ne riportano la notiziail 5 gennaio del 1954.

Baci proibiti e cambi di sesso nella Piacenza del Dopoguerra◗◗ Il 27 maggio del 1954,mentre già partono inalcune regioni i primi programmi televisivi della Rai,un giovane piacentino bacia la sua fidanzataapprofittando del fatto di essersi sistemato nelleultime file di un cinema:se ne accorge un maresciallodei carabinieri che si avvicina e riesce a “staccarli”. Idue giovani vengono denunciati per atti osceni inluogo pubblico avendo suscitato curiosità escandalo fra gli spettatori,ma sono assolti in pretura.Neppure un anno più tardi invece,una ragazza divent’anni residente a Ottone cambia sesso e diventaun uomo dopo un’operazione all’ospedale Galliera diGenova:anche prima dell’intervento comunque,riporta Libertà,“era dotata di una corporaturapoderosa e di una voce baritonale,oltre che diun’altezza che si attesta intorno al metro e 85”.

Il barbiere Giorgio Arioli ritorna dopo 36 anni◗◗ Il 1956 si apre con la denuncia,da parte diKrusciov,del “culto della personalità”di Stalin:ma aPiacenza il capodanno è salutato da un altroavvenimento,ossia la ricomparsa in città di GiorgioArioli dopo trentasei anni di assenza.Di professionebarbiere,Arioli era stato anche fra i fondatori di unaCooperativa di parrucchieri il cui negozio aveva sedein via Roma:nel 1919 aveva semplicemente detto“Vado a Parigi”e da allora nessuno ne aveva piùsaputo niente.Con questa lunghissima assenzal’uomo eguaglia una specie di record stabilito dalnonno paterno,il quale era rimasto lontano dalla suacittà pure per trentasei anni per seguire Garibaldinelle sue molte imprese.Sempre nei primi giornidell’anno comunque appare anche una notizia piùbrutta: l’olio d’oliva costa mille lire.

19531962«Una copia di Libertà per

sentirsi sempre a Piacenza»Romano Bergonzi, dirigente Saipem in giro per il mondo

LIBERTÀ lunedìLunedì 28 gennaio 201314

di PIER CARLO MARCOCCIA

inchiostro di Libertà come “oro nero”. Per chi,l’oro nero, lo vede tutti i giorni, ma sente fortela nostalgia di Piacenza e dei suoi cari. Roma-

no Bergonzi, di Groppovisdomo (Gropparel-lo) è nato nel decennio a cavallo degli anni‘50 e ‘60, quando Piacenza e la sua Supercor-temaggiore erano al massimo dello splendo-re. Ma gli idrocarburi scorrevano già nelle suevene almenoà da due generazioni, da quan-do entrambi i nonni lavoravano alla Petrolid’Italia nei giacimenti di Montechino e Veleia.Anche 4 degli 8 figli di nonno Desiderio, tracui Amedeo, padre di Romano, hanno sceltodi lavorare nella perforazione. E il mondo èsempre stato piccolo per Romano: iniziò a la-vorare tra trivelle e idrocarburi a 14 anni d’età,quando, durante le vacanze scolastiche esti-ve, andava in Venezuela per aiutare suo padrenel suo lavoro. Attualmente, Bergonzi è diri-gente Saipem responsabile dell’area del GolfoPersico (Emirati Arabi, Arabia Saudita,Kuwait, Qatar, Iran e Yemen) e, salvo il corsodi avviamento alla sede Eni Corporate Uni-versity di Cortemaggiore, ha sempre lavoratoin sedi lontane: Algeria, Egitto, India, Nigeria,Congo, Angola, Corea, Venezuela, Russia, Ka-zakhstan e Arabia Saudita, per citarne alcune.

E’ sempre forte la nostalgia di casa?«Dopo 25 anni all’ estero la nostalgia per Piacenza e

la casa è sempre uguale anzi, il fatto di essere lontaniaper tanti mesi, amplifica il piacere di ritornare, di po-ter spendere le feste con la famiglia e potermi muove-re in un ambiente familiare come i luoghi dove si è na-ti e cresciuti. Specialmente in questi ultimi anni diGolfo Persico, dove la natura è pressochè assente ed e-sistono solo sabbia e polvere, il piacere di tornare e ve-dere, ad esempio, i colori accesi della natura autunna-le sulle colline piacentine regala momenti molto pre-ziosi».

Quanto sono stati duri i primi periodi di lavoro al-l’estero? Quando si è abituato?

«Non so se sia possibile potersi abituare alla vita al-l’estero lontano da casa. Negli anni Ottanta era moltopiù difficile, se non altro per la mancanza dei moder-ni mezzi di comunicazione che “riducono le distan-ze”. In quegli anni andare all’estero, significava pro-

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prio “scomparire” ed essere difficilimente raggiungibi-li. Si telefonava a casa una volta alla settimana o anchemeno, con linee telefoniche poco chiare e le comuni-cazioni erano molto brevi; si usavano le lettere che ve-nivano portate dai colleghi che andavano e venivanocon turni diversi. Dagli impianti alla base si parlavacon radio e i contatti avvenivano generalmente allamatttina e alla sera. Ora, invece, ci possiamo addirit-tura vedere col computer».

Che cosa significa per Lei il ruolo di Piacenza capi-tale dell’energia, da Veleia a Montechino, da Poden-zano a Cortemaggiore?

«Piacenza e i suoi dintorni hanno svolto un ruolofondamentale nel panorama energetico italiano del‘900, soprattutto durante la Seconda guerra mondialee nel periodo del Dopoguerra. Basti pensare al pro-cesso che ha portato alla nascita dell’Agip e dell’Eni eall’esempio della benzina “Supercortemaggiore” cheportava il nome di uno dei giacimenti piu’ importan-

ti dell’epoca; Piacenza è stata un trampolino di lancioper il settore perforazione e energia in senso lato cheha portato l’industria petrolifera italiana a crescere esvilupparsi in Italia, in Europa e nel mondo con i varisuccessi di società come Saipem e Eni e industriedel’indotto come la Massarenti e Ballerini.

Anche Libertà, però, ha aiutato le centinaia centi-naia di tecnici piacentini che, come lei, usciti più omeno indirettamente dalla grande storia piacentinadel petrolio,hanno lavorato e lavorano nel mondo invari impianti di perforazione?

«Libertà è sempre stato un punto di riferimento enegli anni passati era praticamente imperativo per uncollega che partiva da casa portare con sé una copiadel giornale. Chi era all’estero da qualche tempo po-teva così assaporare il piacere di leggere notizie “fre-sche” e rimanere informato sui principali fatti acca-duti in città».

Oggi è tutto più facile...«Con pochi clic sul computer possiamo leggere le

pagine di Libertà seduti alla scrivania dell’ufficio in o-gni parte del mondo».

Quanto è importante per un piacentino all’esteropoter sapere quello che accade a Piacenza?

«Considerando la nostalgia che si ha per la città puòsolo essere un piacere rimanere in contatto con la suavita pulsante attraverso le pagine di un giornale stori-co come Libertà».

Libertà e la sua famiglia...«Ricordo il nonno e mio padre seduti sul divano im-

mersi nella lettura del quotidiano a cui dedicavanosempre un momento della giornata. Anche per questo,in Africa o in Arabia ne sento sempre la mancanza».

pier. carlo. marcoccia@liberta. it

Romano Bergonzi,nato a cavallo degli anni ‘50 e ‘60,dirigenteSaipem e figlio di una famiglia di perforatori,mostra conorgoglio una copia di Libertà nel suo ufficio in Arabia Saudita;a destra:durante una trasferta “operativa”a un impianto.