Macomer Il costume femminile ricostruito dal gruppo
folcloristico «Città di Macomer» sulla base di pezzi
originali, posseduti da alcune famiglie del paese, è di un
unico tipo, con variazioni che distinguono le signorine
dalle sposate. I colori predominanti sono il beige, il
bianco, il nero; le stoffe usate la seta, il velluto,
l'orbace. Un altro tipo di costume, indossato da un
altro gruppo folcloristico è stato ricostruito sulla base
di antiche testimonianze o documentazioni
iconografiche. La giacca è di panno rosso con ricamo
floreale, la gonna ugualmente di panno rosso con balza
di raso bianco ricamato.
Il costume maschile adotta una giacca su zippone a
doppio petto con due file di bottoni, confezionata con
orbace nero e panno rosso.
Mammoiada Il costume è scomparso dall'uso comune una ventina di anni fa. Dei due
costumi femminili quello «ricco», usato anche dalle spose e nelle feste,
viene chiamato «costume di dama»; quello usato dal ceto medio,
«costume di vassalla».
Il costume maschile veniva indossato in qualsiasi occasione dai «ricchi»,
mentre per tutti gli altri, lo si usava solo per il matrimonio e per le feste.
Anticamente si usava il cappotto di orbace col cappuccio oppure, per
lavorare in campagna e per tutti i giorni, su sahu nigheddu, il sacco di
orbace.
Meana Sardo Attualmente il costume giornaliero è indossato o comunque posseduto da
quasi tutte le donne del paese. L'orbace s'obalci veniva e viene ancora
tessuto, filato e tinto in casa,
dapprima con polveri ricavate
da gusci di noci, poi con
un'erba «s'orixina».
L'orbace per le bisacce e i
sacchi veniva tinto invece con
«su truiscu», «su scambecciu» e «sa seberiola».
Il costume da sposa,
confezionato con seta, lino,
broccato ed orbace, spicca
per la gonna e il grembiule
rosso, per il busto e la giacca
di vari colori e per su pannisceddu, panno di lino
che circonda il viso e sul quale
si indossa su tullu, velo
bianco di pizzo.
Il costume maschile spicca
per s’imbustu, gilè di velluto
nero davanti e di raso dietro.
Oliena Le berritte usate ad Oliena e forse quelle di tutta l'isola venivano
importate, fino a settant'anni fa, dalla Germania. il modello, identico a
quello attuale, era a sacco; cioè il tessuto era doppio: infilando una mano
dentro si poteva rivoltare la metà interna, ed il copricapo risultava senza
cuciture. Queste berritte venivano importate e vendute in un negozio di
Calangianus, mentre l'orbace per la
confezione del costume maschile
veniva invece comprato a Dorgali
dove, i pastori selezionano le pecore
nere di cui commerciano la pelle e
l'orbace. Fino al 1910 l'orbace
veniva tessuto anche dal vello delle
capre.
Per quanto riguarda l'abbigliamento
femminile, si hanno notizie di un
costume chiamata sa veste,
indossato solo dalle donne «ricche»,
tutto di seta, con ampio fazzoletto
colorato con frange, gonna sul viola
e gippone color crema. Ancor oggi
vengono invece confezionate le
scarpe del costume, di vernice nera,
con ricami di vario colore e coccarda di vetta.
In quasi tutte le case di Oliena è conservato almeno un costume, che viene
indossato solamente per le grandi occasioni, avendo ormai perso la sua
funzione di abito giornaliero: solo la camicia, caratteristica per il colore
celeste, viene comunemente indossata con i suoi bottoni d'oro.
Sono però molto frequenti i matrimoni in costume, durante i quali anche
moltissime donne del corteo nuziale sfoggiano il caratteristico
abbigliamento: si può perciò affermare che il costume è ancora vivo in
paese e non rimane patrimonio esclusivo dei gruppi folcloristici, i quali
peraltro tramandano tradizioni che appartengono ad un passato
recentissimo e sulla cui genuinità non si possono avere dubbi.
Ollolai Il costume di Ollolai può essere ammirato durante le feste religiose e
popolari, indossato dai giovani e da moltissime ragazze. Il costume
femminile è caratteristico per la cuffietta su cappiali; molte donne si
dedicano alla confezione delle varie parti, con metodi ancora
rigorosamente tradizionali: notevole è infatti la produzione di orbace,
bianco da lana bianca per le gonne e nero da lana nera, sempre di pecore
locali per le ragas maschili.
Oniferi La sposa indossa sul capo una benda bianca appuntata con spilli, che
circonda il viso; su zippone è identico per fattura e colore a quello di
Nuoro; il busto è di broccato e la gonna è di orbace con balza di raso
rosso; il grembiule di seta nera.
Il costume maschile viene confezionato con tela, orbace, panno, velluto.
I colori predominanti sono il bianco, il nero, il rosso, il blu.
Orgosolo Il costume femminile colpisce immediatamente per gli splendidi colori e i
favolosi ricami; su zippone, la giacca, è di panno rosso; il grembiule,
s'antalena, è nero con ricami detti sos lizzos, che dovrebbero essere
stilizzazioni di fior di loto; la gonna di orbace rosso vino con la balza di
panno rosso per le spose, verde per le signorine. Anche il Costume
maschile è molto vivace: su zippone è di panno rosso bordato con raso blu
e guarnito con ricami di seta gialla.
Particolarmente interessante la preparazione dell'orbace per la
confezione della gonna su saittu: viene usato solitamente su uresi de lana ena, cioè l'orbace proveniente dalla lana migliore.
L' orbace, ancora bianco, viene posto nell'acqua bollente, poi in una ciotola
di legno dove viene pigiato con i piedi in modo da farlo infeltrire ed
ammorbidire «pro lo hammoddiare».
A questo punto si tinge con su pilihosu, un'erba di cui si usa solo la radice
«sa ruvia», che dà una colorazione rosso-vino. Quindi viene pressato
sotto una tavola appesantita da pietre e portato da donne esperte per la
plissettatura, che viene eseguita con l'acqua caldissima: le pieghe vengono
riprese a mano una per una. Quando il telo è asciutto, si realizza sa foddia, serie di tre rigonfiamenti attorno all'estremità che verrà
conformata alla vita, quindi viene confezionata la gonna.
Orosei Di Orosei si conoscono due costumi femminili, di cui uno presenta le
stesse caratteristiche dei costumi di Irgoli, GaltelIi, Loculi. L'altro,
quello ritenuto «ricco», se ne differenzia per alcuni tipi di stoffa e per
alcuni particolari: sul capo viene indossato su velu, velo bianco di tulle, la
giacca e la gonna sono di damasco rosso. Il costume maschile si
caratterizza per il gilè di panno rosso con bordo di raso azzurro.
Ottana Celebre per le maschera carnevalesche, tuttora in uso, Ottana ha perso
da tempo l'uso degli abiti tradizionali indossati attualmente, al pari delle
maschere, solo in certe occasioni, come il carnevale, e nelle feste paesane.
Il costume femminile viene confezionato principalmente con broccato,
raso e panno. I colori predominanti il marrone, il bianco, il nero, il crema.
Molto ampio il pizzo dei polsini della camicia.
Il Costume Maschile è confezionato con panno, velluto nero e tela bianca;
il gilè su cossu, è di velluto nero e si indossa sotto su cappotto, giacca di
panno nero e velluto.
Ovadda Il costume femminile di Ovodda è accomunato a quelli del circondario da
un particolare distintivo: le due punte rivolte verso l'alto de sas paias, il piccolo busto indossato sulla camicia; l'identico particolare è presente nei
costumi femminili di Gavoi, Ollollai, Fonni, Mamoiada, pur assumendo
volta per volta dimensioni differenti ma medesima rilevanza.
Zippone rosso, ragas di orbace e carthones portati fuori da sas carzas
sono gli elementi del costume maschile.
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