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guidata di tessuto osseo [4].L’impiego del plasma arricchito dipiastrine potrebbe pertanto mi-gliorare e sveltire i meccanismi diattecchimento degli innesti osseiautologhi utilizzati per la corre-zione dei difetti.Presso l’Istituto di Clinica Orto-pedica e Traumatologica di Cata-nia, nell’arco temporale compre-so tra Settembre 2004 e Dicembre2012, sono stati sottoposti ad in-tervento chirurgico di revisioneacetabolare dell’anca 26 pazienti:in 18 casi le PRP sono state asso-ciate con osso omologo, mentre in6 casi sono state associate ad os-so equino. Di questi 10 erano donne e 16uomini con età media di 68 anni(range: 62-78 aa.). Secondo la classificazione G.I.R. 4pz. rientravano nel tipo I, 14 neltipo II e 8 nel tipo III.Tutti sono stati valutati da un pun-to di vista clinico e radiografico a1-3-6-12 mesi dall’intervento equindi ad intervalli annuali. Il follow-up medio è di 5 anni(range 9-4 aa.).Al momento dell’intervento nes-sun paziente presentava segni cli-nici e valori degli esami emato-chimici suggestivi per un proces-so infettivo. Non si sono registrate compli-canze nel post-operatorio. Nellavalutazione dei risultati a distan-za sono stati registrati risultati cli-nici soddisfacenti in 23 casi, conassenza di sintomatologia algica,buona articolarità e deambula-zione libera; solo in 3 casi, in pz.affetti da A.R., si è avuto un ri-sultato parzialmente soddisfacen-te con lieve dolore durante le nor-mali attività quotidiane e condeambulazione che avveniva conuso di bastone canadesi, di que-sti in 2 pazienti era stato utilizza-to osso equino.Da un punto di vista radiologico

di osso da utilizzare. Spostare l’at-tenzione sulla qualità dell’ossoospite stimolandone le capacitàrigenerative può aiutarci a supe-rare i limiti delle attuali tecnolo-gie operando in senso biologico.Le PRP rappresentano sicura-mente una sorgente di fattori dicrescita bioattivi, tuttavia l’otti-male preparazione, l’attivazione,così come la quantificazione deivari fattori di crescita presenti è unargomento controverso [6]. Pervalutarne ulteriormente la realeefficacia si dovranno effettuare infuturo studi prospettici rando-mizzati su larga scala e definirein modo preciso protocolli di ap-plicabilità per poter fornire lineeguida ben definite per l’impiegoclinico di routine.Non si sono dimostrate differen-ze significative tra i due gruppidi pazienti trattati con osso omo-logo o equino.

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L’utilizzo del gel piastrinico (prp) nella chirurgia di revisione della componente acetabolare d’anca G. Sessa, L. Costarella, F.R. EvolaClinica Ortopedica Università degli Studi di Catania

DOI 10.1007/s10261-013-0053-2

G. Sessa

ABSTRACT The use of platelet gel (PRP) in revision surgery of theacetabular component of the hip

The aseptic loosening of the acetabular cup is a frequently complication inTHA.The most important problem in the revision surgery is the bone loss thatcomplicates the surgical procedures and thus the success of the implant inthe long term.The homologous and heterologous bone grafts often represent the mostwidely used solution either in the morselized form,as a filler,or as struc-tural graft with mechanical function.These tissues,however,have biological limitations and lose most ofosteogenic and osteoinductive capacity;all this leads to the use of growthfactors such autologous platelet rich plasma(P.R.P.). At the Institute ofOrthopaedic and Traumatology Clinic of Catania between September 2004and December 2012 were undergoing surgery for acetabular hip revision26 patients;in 18 cases the PRP has been associated with homologousbone,while in 6 cases with equine bone.At a mean follow-up of 5 years(range 9-4 ys) the clinical and radiograph-ic results were good in 23 cases, while, in 3 cases there has been an unsat-isfactory result. We have not proved significant differences between the twogroups of patients treated with homologous or equine bone.To further assess the real effectiveness will have to be carried out random-ized studies on a large scale and precisely determine protocols for applica-tion and provide clear guidelines.

Introduzione

La mobilizzazione asettica dellecomponenti protesiche dell’anca esoprattutto del cotile, rappresen-ta una complicanza frequente nel-la chirurgia protesica dell’anca.La problematica principale nellasuccessiva chirurgia di revisione èrappresentata dalla perdita di tes-suto osseo (bone loss) dell’ospite;la gravità della perdita ossea e lasua riparazione condizionano lastrategia chirurgica e di conse-guenza il successo dell’impianto alungo termine [1]. Per far fronte a tale carenza, gli in-nesti omologhi e/o eterologhi rap-presentano spesso la soluzionepiù utilizzata ed in particolare nel-la ricostruzione acetabolare ove illoro impiego trova indicazionepiù spesso in forma morcellizza-ta a scopo riempitivo, ma anchecome innesti strutturati con fina-lità di supporto meccanico.L’osso omologo e/o eterologo hatuttavia delle limitazioni biologi-che legate alla sua processazione,se infatti mantiene inalterate lesue proprietà di osteoconduzio-ne,perde di fatto rispetto all’ossoautologo gran parte della capaci-tà osteoinduttiva e osteogenetica[2]; tutto ciò spinge maggior-mente ad utilizzare dei fattori dicrescita tali da ovviare a questecarenze osteogenetiche. L’impiegodel gel piastrinico (PRP) rappre-senta una metodica disponibileper la rigenerazione di tessuto os-seo in sedi deficitarie.E’ noto che le piastrine, oltre asvolgere un ruolo fondamentalenell’emostasi, contengono nume-rosi fattori di crescita coinvolti neimeccanismi di generazione di tes-suto osseo [3].Un composto ad elevata concen-trazione piastrinica è pertanto,inlinea teorica,in grado di stimola-re ed accelerare la rigenerazione

si è assistito ad un precoce e buonprocesso di osteointegrazione (inmedia 6 mesi) con ristrutturazio-ne dei difetti ossei e rimodella-mento dei trapianti, confermandocosì il presupposto teorico dellacapacità ricostruttiva, in associa-zione ad innesti ossei, del gel pia-strinico. Il razionale alla base del-l’impiego del gel piastrinico stanella constatazione che le piastri-ne contengono diversi fattori dicrescita coinvolti nella regolazio-ne dei processi di generazione e diguarigione tessutale [5].L’eterotrapianto, invece, svolgefunzioni di carrier e rappresentauna sorgente supplementare dicellule staminali, oltre a permet-tere di colmare le perdite di so-stanza ossea. Stimolazione biolo-gica e ricostruzione parietale-mec-canica pertanto sono indispensa-bili nelle revisioni con difetti os-sei. L’intervento di reimpianto diprotesi d’anca comporta semprescelte difficili, per ricreare i para-metri di una biomeccanica alteratadal fallimento di procedure chi-rurgiche precedenti, dalla sele-zione dell’impianto per forma emateriali alla definizione di qua-lità e quantità di osso o sostituti