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L’impresa certificata: Nuovi modelli di sviluppo per la Qualità dei Sistemi Organizzativi
Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale
Corso di laurea in Organizzazione e marketing per la comunicazione d’impresa
Cattedra di Sistemi organizzativi complessi nella società dell’innovazione
Pina Fusco
n° matricola 1727348
Relatore Correlatore
Prof. Patrizio Di Nicola Prof. Renato Fontana
A/A 2017/2018
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Indice
Capitolo 1 - Nuovi modelli di sviluppo delle imprese
1.1 La normazione: obiettivi ed evoluzione storica
1.2 Sistemi di certificazione a norma ISO, EN ISO, UNI EN ISO
1.3 Trend evolutivi dei sistemi di certificazione a norma ISO
1.4 Le certificazioni richieste per il mercato attuale
Capitolo 2 - Il mercato dei Sistemi Organizzativi, Operatori ed Utilizzatori
2.1 Gli Operatori dei Sistemi Organizzativi
2.2 Accredia, Ente unico di accreditamento Italiano
2.3 L’accreditamento: trend e sviluppi normativi
2.4 I benefici dell’accreditamento per i soggetti accreditati ed utilizzatori finali
2.5 Le certificazioni in Italia e nel mercato globale
2.6 Utilizzatori dei sistemi organizzativi: imprese che si certificano
Capitolo 3 - Evoluzione del Sistema di Gestione ISO 9001
3.1 Le edizioni della norma ISO 9001
3.2 La ISO 9001:2015 Definizione e metodo di implementazione
3.3 Revisione del Sistema di Gestione ISO 9001: le novità introdotte dalla nuova edizione 2015
3.4 Parametri per la scelta del sistema di certificazione ISO 9001:2015 idonei alla singola impresa
3.5 Vantaggi ed opportunità derivanti dall’applicazione dello schema di certificazione ISO 9001:2015
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Metodologia di analisi
Il percorso di tesi è stato affrontato attraverso la consultazione di fonti attendibili che
hanno permesso di poter condurre una analisi sul tema delle certificazioni adottate ed
implementate dai Sistemi Organizzativi. La consultazione di cui sopra fa riferimento
prevalentemente alle banche dati ACCREDIA, Ente unico di accreditamento italiano,
dal quale è stato possibile rilevare cifre significative dell’andamento del mercato delle
certificazioni e ancor prima dell’accreditamento. Di fondamentale importanza è stato
il contributo offerto da Responsabili di settore e precisamente, le interviste sommini-
strate a Responsabili di una Società di consulenza ed un’azienda che opera nel settore delle
costruzioni, si sono rivelate costruttive per il lavoro svolto. L’esperienza dei
Responsabili in materia ha permesso di poter comprendere da vicino questa realtà,
nonché il percorso affinché un’impresa si doti di uno specifico schema di certificazione.
É stato consultato inoltre l’ISTAT, l'Istituto nazionale di statistica, ente pubblico di
ricerca, e l’archivio statistico delle imprese attive in Italia per poter effettuare delle
indagini ed interpretare i dati rilevati in sede di analisi. Altra documentazione a supporto
(Manuale Per la Qualità, Manuale integrato Qualità, Ambiente, Sicurezza) insieme ai
rapporti ufficiali in materia di Certificazioni e Accreditamento sono stati un utile
supporto tecnico per l’intero lavoro di tesi.
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Introduzione
Il lavoro di tesi intende analizzare un modello di sviluppo di Sistemi Organizzativi che
si concretizza nell’impresa certificata; un modo di fare impresa e di essere che diventa
una esigenza quasi fisiologica per un’azienda che decide di essere competitiva sul mer-
cato. Il richiamo è alla funzione di certificazione, il cui compito è quello di assicurare
la conformità di sistemi, processi, prodotti, servizi e persone ai requisiti fissati dalle
norme e dagli standard internazionali. Per l’azienda ottenere la certificazione signifi-
cherebbe rendere il proprio Sistema di Gestione efficace ed efficiente, e il possesso di
un certificato di sistema di gestione conferisce all’azienda autorevolezza, credibilità e
affidabilità sul mercato, offrendo uno strumento per distinguersi dai competitor e ac-
cedere in via privilegiata a mercati regolati e bandi di gara.
Contestualmente, il richiamo è indirettamente al concetto di Qualità che è il cuore di
un Sistema Organizzativo. La qualità, nel senso più esteso della sua accezione si certi-
fica e nella competizione nazionale ed internazionale essere certificati è un elemento
distintivo, offre ritorni prettamente positivi. Viene messo in luce inoltre il ruolo di lea-
dership che l’Italia occupa in questi termini, essendo ai primi posti in classifica per la
qualità e un richiamo al mercato globale risulta d’obbligo per poter poi fare una com-
parazione. Ritornando all’importanza di essere certificati, il sistema delle imprese si è
attribuito in modo spontaneo e con velocità crescente, una serie di autovincoli, attra-
verso l’elaborazione consensuale della normativa tecnica e vi si è sottoposta volonta-
riamente per dimostrare in maniera trasparente il livello di qualità raggiunto in termini
di prestazioni dei prodotti, processi e servizi, garanzia di sicurezza, tutela dell’ambiente
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etc. Supportati dalle banche dati di Accredia, Ente unico di accreditamento Italiano,
l’analisi mette in luce dapprima le imprese effettivamente certificate, i loro settori di
appartenenza e in secondo luogo quelle potenzialmente certificabili grazie alla consul-
tazione dell’archivio statistico delle imprese italiane attive. Sarà presa in considera-
zione una variabile ritenuta importante ai fini dell’analisi: la dimensione del sistema
impresa/classe di addetti, che li configura o meno come sistemi organizzativi com-
plessi, e il dato emerso darà indicazioni circa il ruolo delle certificazioni e il suo anda-
mento. L’analisi ovviamente non può prescindere dalla comprensione degli operatori
dei Sistemi Organizzativi, riscontrabili in maniera piramidale nell’ Ente di
accreditamento, negli Organismi di certificazione e nelle Società di consulenza: pilastri
portanti per l’affermazione di un sistema impresa improntato alla cultura della qualità,
alla sana competizione e produttività. Un’analisi dello scenario attuale permetterà
inoltre di ca- pire quali schemi di certificazione sono più richiesti dal mercato e
l’obiettivo in essere sarà portato a termine attraverso una analisi del macro ambiente
(Pest) che permette di rilevare quali forze agiscono sul sistema impresa, non
direttamente controllabili dal management. Questo metodo sarà da supporto per
l’obiettivo appena dichiarato e darà conferma che certificare specifici Sistemi di
Gestione in questo determinato periodo storico non può che tutelare e dare ulteriore
forza ad un’azienda.
Ebbene, la qualità è sicuramente un concetto che ha una propria profondità storica e un
radicamento consolidato. Il lavoro di tesi vuole in conclusione dare prova che la madre
di tutte le certificazioni è continuamente investita di nuova luce e ciò lo conferma la
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nuova edizione del 2015 che si prefigge di intervenire in maniera sempre più proattiva
nella gestione della strategia aziendale in un momento di rilancio dell’economia, di
essere una cornice per le organizzazioni e sviluppare a partire da essa un sistema inte-
grato. Quest’ultimo darà la possibilità di condividere le risorse e ottenere tutti i van-
taggi che un processo integrato comporta.
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Capitolo 1 Nuovi modelli di sviluppo delle imprese
1.1. La normazione: obiettivi ed evoluzione storica
Il presente capitolo avrà cura di introdurre il tema della normazione in materia di cer-
tificazioni, spiegando gli obiettivi che il fenomeno in esame si propone nell’attuale
contesto economico-sociale, senza tralasciare gli avvenimenti verificatisi nel panorama
nazionale ed internazionale che hanno assunto un ruolo catalizzatore nel radicarsi del
tema oggetto di interesse.
Scopo della seguente trattazione sarà dapprima, quello di delineare il percorso Europeo
intrapreso in termini di armonizzazione tecnica, segnalando le tappe salienti del pro-
cesso di normazione, sino a giungere al nuovo Regolamento Europeo 1025/2012, il
quale delibera in maniera chiara e puntuale gli obiettivi preposti dalla normazione.
Nel nuovo quadro legislativo, in secondo luogo, si darà conto dell’importanza cre-
scente di organismi indipendenti, nonché gli enti di normazione internazionali, europei
ed italiani. Si chiarisce sin da subito che lo scopo della normazione nel contesto attuale
è contribuire al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del sistema socio-econo-
mico, fornendo gli strumenti di supporto all’innovazione tecnologica, alla competiti-
vità, alla protezione dei consumatori, alla tutela dell’ambiente, alla qualità di prodotti,
servizi e processi.
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Il Regolamento del Parlamento Europeo sulla normazione si inserisce in questo conte-
sto con affermazioni forti e impegnative. Si propone un breve stralcio di suddetto re-
golamento e nello specifico al considerando n°3:
“La normazione europea contribuisce a promuovere la competitività delle imprese
agevolando in particolare la libera circolazione dei beni e dei servizi,
l’interoperabilità delle reti, i mezzi di comunicazione, lo sviluppo tecnologico e
l’innovazione…. Le norme possono rafforzare la concorrenza e ridurre i costi di
produzione e di vendita, a beneficio dell’intera economia e in particolare dei
consumatori”1.
L'ISO (International Organization for Standardization), a conferma di cui sopra, già nel
1986 definì il concetto di "Normazione" come l’"attività svolta per stabilire, relativa-
mente a problemi effettivi e potenziali, disposizioni per gli usi comuni e ripetitivi, mi-
ranti ad ottenere l'ordine migliore in un determinato contesto. Il concetto in questione
pertanto si rivolge, con maggiore incisività e funzionalità, alla "prestazione di processi
e prodotti" e sempre più frequentemente, infatti, il Normatore è chiamato a stabilire
non solo i requisiti minimi che un prodotto e/o servizio deve possedere per essere fun-
zionale nei confronti dell'utente ma anche i comportamenti funzionali degli stessi nei
confronti degli utenti be che, in pratica, ne definisce la "Qualità.
Le azioni insite nel concetto di normazione hanno il carattere della concretezza: stu-
diare, elaborare, approvare e pubblicare documenti di applicazione volontaria “le co-
1 Regolamento Europeo 1025:2012
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siddette norme tecniche “che definiscono come fare bene le cose garantendo sicurezza,
qualità, rispetto per l’ambiente e prestazioni certe in tutti i settori industriali, commer-
ciali e del terziario. Si precisa che la normazione ha una storia di lungo corso che ha
accompagnato quella dell'uomo sin dai primordi, trasformandosi da esigenza spontanea
a vera e propria attività codificata che ha sostenuto, nel tempo, lo sviluppo economico
e sociale. La normazione tecnica, quale frutto di un bisogno riconosciuto e condiviso,
ha saputo adeguare il proprio campo di attività ed il proprio ruolo per rispondere alle
richieste del mercato e della società. Per questo si può affermare che la mentalità
normativa si è manifestata già agli inizi della civiltà, quando l'uomo ha cominciato ad
avere la necessità di consuetudini e di regole alle quali attenersi per facilitare le proprie
relazioni nella comunità sociale, con le attività di scambio in primis. I primi commerci
ricorsero ad un sistema di numerazione comune, a scale di valori per pesi e misure
condivise, a linguaggi e strumenti che attengono tutti al nucleo valoriale dell'ordine e
perciò della normazione in senso lato.
Oggi l'attività di normazione, interviene in tutte le fasi di vita del prodotto e delle atti-
vità di servizio2. L'evoluzione della normazione non si è solo concretizzata in un allar-
gamento di orizzonti geografici: la normazione ha infatti ha subito anche una sensibile
evoluzione concettuale, che l'ha portata ad abbracciare significati sempre più ampi.
Al di là del suo evidente contributo alla crescita economica nei Paesi che la stanno
applicando diffusamente, la normazione offre opportunità sia per “ottimizzare” la con-
2 UNI-Ente Nazionale Italiano di Unificazione, “Le regole del gioco”, UNI editore, Milano, 2013
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formità delle regole, sia per fare formazione su valori, principi e tutele alla base della
nostra cultura e della nostra storia, orientate a: qualità, ambiente, sicurezza, legalità,
equità e dignità della persona. In tal senso, è stata sottolineato il ruolo della normazione
come “catalizzatore per l’innovazione, uno strumento strategico per un’economia ed
una società di successo, uno strumento di regolazione complementare alla politica in-
dustriale, un veicolo di promozione della convergenza tecnologica”.
Le nuove edizioni, ad esempio di alcune norme rilevanti come le UNI EN ISO 9001 e
14001 aiutano le organizzazioni che le applicano ad affrontare la complessità ed il
cambiamento, in contesti sociali sempre più attenti agli aspetti ambientali e alla ge-
stione della qualità. Si prosegue la trattazione, delineando il percorso europeo di armo-
nizzazione tecnica e normativa di fronte al problema della normazione e della certifi-
cazione. Il problema in questione si innesta nella prospettiva più ampia della creazione
del mercato interno e più in particolare della libera circolazione delle merci.
A ben vedere, le differenze esistenti tra gli stati della UE nelle regolamentazioni, norme
e procedure di prova della conformità hanno costituito da sempre ostacoli alla
circolazione delle merci in entrambi i settori regolamentato e volontario, spesso non
determinati da reali esigenze della collettività e delle persone ma da misure
protezionistiche e dalle diverse culture industriali. Da qui la necessità delle prime
direttive di armonizzazione, le quali s'incentravano sull'eliminazione degli ostacoli e
sulla libera circolazione delle merci nel mercato unico.
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Nel lungo processo che ha portato alla creazione di un mercato unico europeo le norme
tecniche hanno rappresentato uno dei banchi di prova più importanti, in ragione della
loro doppia natura: facilitante e vincolante. Prima di essere uno strumento di grande
utilità economica e sociale, di promozione del progresso tecnico e tecnologico, le
norme furono infatti anche una barriera alla libera circolazione delle merci. Norme e
regolamenti nazionali avevano contribuito a generare, insieme alle barriere fisiche (le
frontiere e le dogane) e a quelle fiscali (imposte, dazi e accise), un clima di grande
incertezza per gli operatori economici. Le differenze nelle specifiche nazionali di pro-
duzione e di prodotto avevano determinato un considerevole aumento dei costi d'im-
presa, ciò in un clima di generale disincentivazione alla collaborazione tra le imprese,
con effetti distorsivi sulla corretta competizione di mercato. In altre parole, si favoriva
un'ottica produttiva limitata ai confini nazionali, rischiando di fare regredire i com-
merci ad uno stadio protezionistico e tutto ciò mentre il mercato internazionale tendeva
progressivamente ad assumere quell'aspetto che siamo soliti indicare con il termine di
“globalizzazione”. La creazione di un mercato unico, dove le merci, le persone, i capi-
tali e i servizi potessero circolare senza ostacoli e restrizioni, in regime di libera con-
correnza, doveva perciò passare innanzitutto attraverso la costruzione di una politica
normativa comune, di sapore e di spirito autenticamente europei. Bisognava cioè col-
laborare per creare un contesto unico, condiviso da tutte le imprese, e vigilare preven-
tivamente per evitare che dopo l'eliminazione delle barriere tecniche ne sorgessero di
nuove.
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Il primo passo compiuto in questa direzione è costituito dall’adozione della Direttiva
83/189, il cui obiettivo era quello di rendere più trasparente il processo di formazione
delle normative tecniche, nell’intento di evitare l’emergere di barriere agli scambi
comunitari.
Il vero aspetto innovativo, infatti, consisteva nel fatto che, anziché focalizzarsi sulle
caratteristiche prestazionali e sui metodi di prova relativi ai prodotti disciplinati, la
Direttiva Bassa Tensione preferì fissare solo i requisiti essenziali a cui avrebbero
dovuto attenersi tutti gli attori del mercato, rimandando alle norme i dettagli tecnici. Si
trattava del primo documento legislativo europeo elaborato per l'armonizzazione
tecnica.
L’anno della svolta del processo di integrazione comunitaria è da considerarsi il 1985.
In quell’anno furono presentati il libro bianco della commissione delle Ce per il consi-
glio europeo, contenente il programma e il calendario dei singoli provvedimenti per il
completamento del mercato interno e l’approvazione dell’atto unico europeo che con-
siste in una parziale revisione dei trattati di Roma.
Con la suddetta risoluzione conosciuta come Nuovo approccio e con l’Approccio glo-
bale del dicembre de 1989, l’Unione Europea si è proposta di raggiungere due obiettivi:
creare un grande mercato unico comune, in cui sia garantita la libera circolazione dei
prodotti, i quali devono essere conformi alle direttive europee ed aumentare il livello
qualitativo delle imprese europee, divulgando la cultura della qualità mediante l’appli-
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cazione delle norme UNI EN ISO per rendere le imprese europee competitive con i
grandi mercati internazionali3.
La versione più aggiornata del quadro legislativo europeo all’interno del quale opera
la normazione è il Regolamento UE 1025/2012 che determina la revisione complessiva
del sistema di normazione tecnica europeo. Si tratta di un provvedimento importante
in quanto definisce le nuove norme che regoleranno, tra gli altri aspetti:
• la cooperazione tra le organizzazioni europee di normazione, gli organismi na-
zionali di normazione, gli Stati membri e la Commissione;
• l’elaborazione di norme europee e prodotti della normazione europea per i pro-
dotti e per i servizi, a sostegno della legislazione e delle politiche dell’Unione;
• il finanziamento della normazione europea la partecipazione dei soggetti inte-
ressati alla normazione europea
Nella sostanza, il Regolamento adatta e semplifica l’attuale quadro legislativo che re-
gola l’attività normativa europea.
Gli obiettivi principali del legislatore sono ridurre i tempi di normazione e facilitare la
partecipazione delle parti interessate “più deboli” storicamente (micro e PMI,
consumatori, organizzazioni sociali).
Nata per risolvere problemi squisitamente tecnici come l'intercambiabilità dei pezzi e
la codificazione delle misure, la normazione di oggi è pronta e determinata ad affron-
3 3 Saccani C., “Qualità e certificazione”, McGraw-Hill Italia S.r.l., Milano, 1990.
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tare temi di più ampio respiro, quali la qualità dei processi, la sicurezza e la gestione
ambientale, la responsabilità sociale delle organizzazioni, la sicurezza finanziaria, le
professioni non regolamentate, la tutela dei consumatori, la sicurezza del cittadino e la
prevenzione del rischio, l'accessibilità di strutture, prodotti e servizi alle categorie più
deboli, ma non solo.
Se per molti anni le norme sono state apprezzate per le soluzioni tecniche che erano in
grado di offrire a specifici problemi di natura tecnologica, pratica, industriale, oggi i
leader del mondo dell'imprenditoria e di quello politico sono sempre più consapevoli
dei benefici, sia economici che sociali, che si possono ottenere proprio attraverso la
normazione tecnica.
Incisive, a tal riguardo le parole del Presidente UNI, che afferma quanto segue:
"il nuovo Regolamento assegna alla normazione tecnica il compito di aumentare la
competitività per una crescita equilibrata del nostro sistema, portatrice di lavoro e di
progresso sociale, di diffondere e consolidare i diritti delle persone (salute, dignità,
cultura, welfare), di tutelare l'ambiente, che non solo costituiscono valori irrinuncia-
bili della nostra civiltà, ma sono indispensabili per la coesione sociale e la sostenibilità
nel mondo globale4”.
In secondo luogo, continua il Presidente:
"la costruzione e condivisione di regole "europee ed "internazionali" (EN e ISO) serve
per regolamentare l'accesso a tutti i mercati, contenendo il rischio o la necessità del
4 Torretta P., “Cosa cambia dal gennaio 2013?”, in Uni, 4 dicembre 2012.
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ricorso a politiche di dumping: regole necessarie per consentire che la salute, la sicu-
rezza, la dignità delle persone, la tutela dell'ambiente siano le stesse nel mondo, al-
meno nei mondi che tra di loro hanno relazioni economico commerciali. Se questi va-
lori non si possono tutelare con delle norme comuni condivise e trasparenti, la con-
correnza si sposta in modo inaccettabile sulla pelle delle persone5".
In conclusione, emerge che la definizione di un complesso integrato di norme ricono-
sciuto a livello internazionale è uno strumento per accrescere la competizione, l’inter-
scambiabilità dei prodotti, favorire uno sviluppo sostenibile del commercio.
La necessità di disporre di questo strumento genera altresì l’esigenza di potenziare l’at-
tività delle organizzazioni che definiscono standard accettati dai mercati globali, ossia
dagli enti di normazione nazionali ed internazionali.
Ciò ha implicato l’assunzione di maggiori oneri e responsabilità da parte del settore
privato, espressione del mondo produttivo che si è fatto garante anche della tutela degli
interessi collettivi, quali la salute, la sicurezza, l’ambiente.
Di contro, il sistema delle imprese si è attribuito in modo spontaneo e con velocità
crescente, una serie di autovincoli, attraverso l’elaborazione consensuale della norma-
tiva tecnica e vi si è sottoposta volontariamente per dimostrare in maniera trasparente
il livello di qualità raggiunto in termini di prestazioni dei prodotti, processi e servizi,
garanzia di sicurezza, tutela dell’ambiente etc6.
5 Ibidem 6 Saccani C., “Qualità e certificazione”, McGraw-Hill Italia S.r.l., Milano, 1990, p.37.
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1.2. Sistemi di certificazione a norma ISO, EN ISO, UNI EN ISO
Gli enti di normazione rivestono una importanza cruciale per le imprese. Essi infatti,
in quanto elaborano le norme, sono il pilastro fondamentale del sistema di valutazione
della conformità di prodotti, processi e servizi a prefissati standard prescrizionali e pre-
stazionali, il cui regolare funzionamento è premessa indispensabile per il libero eserci-
zio degli scambi commerciali.
Ci si domanda in quale scenario gli enti di normazione si inseriscano. Essi si collocano
in uno scenario che ha sovvertito le logiche di produzione perché a monte si è registrato
un cambiamento delle logiche produttive.
Si chiarisce l’affermazione appena assunta, sostenendo che, con l’affermarsi di un
sistema produttivo integrato e spesso localizzato in aree geografiche diverse nasce la
necessità di dover colloquiare e collaborare con tecnici di diversi paesi. Affinché le
procedure siano identiche e l’informazione sia comprensibile a tutti occorre una stan-
dardizzazione unitamente all’adozione di codici comuni. Nasce la necessità della
normazione. L’ente di normazione ha il compito di redigere l’insieme delle prescrizioni
di carattere generale e particolare, cioè le normative tecniche. È stato necessario
istituire un gruppo di lavoro che raccogliesse tutte le esperienze pregresse, le
analizzasse nei diversi aspetti e nelle problematiche e introducesse le dovute modifiche
per raggiungere l’obiettivo prefissato: maggiore funzionalità ed efficienza tecnica dei
prodotti ed una maggiore sicurezza per le persone.
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La nascita degli Enti di normazione, risale ai primi decenni del ‘900: epoca in cui nei
paesi industrializzati, si era resa necessaria la definizione di specifiche sulle caratteri-
stiche dimensionali e costruttive dei prodotti da parte di organismi indipendenti.
Nei principali stati industrializzati, sotto l’incalzare delle esigenze di forniture militari
omogenee, furono fondate associazioni industriali per la standardizzazione, in seguito
trasformate in Enti pubblici nazionali: In Italia l’Associazione Nazionale fra gli Indu-
striali Meccanici ed Affini diede vita alla UNIM, Unificazione dell’Industria Mecca-
nica (1921). Nel 1930 l’UNIM si trasformò in UNI, Ente Nazionale per l’Unificazione
nell’Industria7. Si passano ora in rassegna gli attuali Enti di normazione, delineando le
caratteristiche di base, assumendo che esistono Enti di normazione internazionali e na-
zionali a livello mondiale ed europeo.
L’ ISO International Organisational for Standardization, Ente di normazione interna-
zionale con sede a Ginevra, attualmente conta 162 enti nazionali di standardizzazione.
7 Saccani C., “Qualità e certificazione”, McGraw-Hill Italia S.r.l., Milano, 1990, pp.65-66
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Inizialmente erano appena 26 paesi fondatori, ma il processo di globalizzazione ne ha
dato una poderosa accelerazione.
ISO crea documenti che forniscono requisiti, specifiche, linee guida o caratteristiche
che possono essere utilizzate in modo coerente per garantire che i materiali, i prodotti,
i processi ei servizi siano idonei al loro scopo.
L’obiettivo è quello di portare vantaggi reali e misurabili a quasi tutti i settori immagi-
nabili. Per tali motivi, ISO ha pubblicato 21908 Standard Internazionali8 e relativi
documenti, che coprono quasi ogni settore, dalla tecnologia, alla sicurezza alimentare,
all'agricoltura e alla sanità. Le norme internazionali ISO influenzano tutti, ovunque.
Risulta quindi evidente l’importante ruolo svolto sui mercati mondiali dalle sue norme,
che pure sono liberamente, e non obbligatoriamente, recepite da parte degli organismi
nazionali di normazione che sono membri dell’ISO9.
Il CEN Comité Européen de Normalisation, è il corrispondente europeo dell’ISO. Esso
svolge la propria attività nel campo meccanico e della qualità attraverso vari Comitati
tecnici.
La differenza importante rispetto all’ISO risiede nella regola che obbliga al recepi-
mento nazionale delle norme EN, che diversamente dalla norma nazionale, pur essendo
volontaria e non cogente, una volta approvata dalla maggior parte dei paesi aderenti,
deve essere recepita dai singoli paesi membri con l’obbligo di ritirare la propria nor-
8 Catalogo ISO Standards in https://www.iso.org/standards-catalogue/browse-by-ics.html 9 Sito web ISO in https://www.iso.org/home.html
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mativa nazionale sullo stesso argomento. La situazione descritta porta, quindi, inevita-
bilmente a una graduale sostituzione delle norme nazionali a favore di quelle europee
e della presenza di norme ISO in particolari situazioni dove vi è interesse per il mercato
su scala internazionale, per argomenti non trattati in sede europea.
Con l’accordo di Vienna del 1991 si stringe tra ISO e CEN una strategia di coopera-
zione, di elaborazione comune di norme (EN ISO), di adozione da parte di CEN delle
norme ISO. Attualmente il 27% delle norme EN coincidono con quelle ISO.
A conferma di cui sopra, il maggior peso della normativa europea e la maggiore capa-
cità di produrre norme si traducono in un grande vantaggio competitivo; sono l’effetto
di una sorta di infrastruttura di cui l’UE si è progressivamente dotata, più importante
delle altre (strade, ferrovie, reti internet etc)10.
L’UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione è un’associazione privata senza scopo
di lucro riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea che da quasi 100 anni elabora
e pubblica norme tecniche volontarie, “le norme UNI” in tutti i settori industriali, com-
merciali e del terziario.
UNI rappresenta l’Italia presso le organizzazioni di normazione europea (CEN) e
mondiale (ISO) e organizza la partecipazione delle delegazioni nazionali ai lavori di
normazione sovranazionale, con lo scopo di:
promuovere l’armonizzazione delle norme necessaria al funzionamento del mer-
cato unico.
10 Andreini P., “Qualità Certificazione Competitività”, Editore Ulrico Hoepli Milano, Milano, 2004, p.23
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sostenere e trasporre le peculiarità del modo di produrre italiano in specifiche
tecniche che valorizzino l’esperienza e la tradizione produttiva nazionale.
Essendo l’UNI storicamente consolidato nella fama di Ente di Unificazione in ambito
italiano, le norme UNI sono per antonomasia le «norme tecniche» conosciute e ricono-
sciute da tutti.
In ultima istanza, si chiarisce quanto sopra detto attraverso uno schema di sintesi con
l’intento di raggruppare tutti i tipi di norme con cui si può aver a che fare in Italia,
spiegandone i significati.
- UNI: Norma nazionale italiana elaborata dall’UNI
- EN: Norma europea elaborata dal CEN
- UNI EN: Norma recepita (obbligatoriamente) a livello italiano dalla corrispon-
dente norma europea EN
- ISO: Norma internazionale elaborata dall’ISO
- UNI ISO: Norma elaborata dall’ISO e adottata in Italia
- EN ISO: Norma pubblicata dal Cen ed identica ad una norma ISO
- UNI EN ISO: Norma internazionale elaborata dall’ISO, adottata dal Cen e di
conseguenza recepita obbligatoriamente dall’Italia.
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1.3. Trend evolutivi dei sistemi di certificazione a norma ISO nel mercato
globale
I sistemi di certificazione a norma ISO, si prestano ad essere letti, ai fini della nostra
ricerca, dal punto di vista della competitività d’impresa.
È interessante analizzare in che modo gli stessi possono essere considerati validi stru-
menti di competizione nel mercato globale, unitamente ad altre variabili importanti
come per esempio la produttività in primis.
L’obiettivo che il lavoro di tesi si pone in questa fase sarà quello di individuare quali
sono i sistemi di certificazione a norma ISO più promettenti, che maggiormente sup-
portano le imprese nel mercato globale e che pertanto si qualificano come un valido
strumento di competizione. In questo compito ci si avvale del supporto dei dati offerti
dalla Survey annuale ISO.
Si mette in luce quanto, la competitività di una nazione dipende, come già affermato
tra l’altro, dalla capacità della sua struttura produttiva di innovare e migliorare. La
valutazione più significativa della competitività a livello nazionale è quella basata sulla
produttività e sulla capacità dell’impresa di elevarla nel tempo11.
La produttività a sua volta risulta essere fortemente correlata alla qualità. Le imprese
difatti devono accrescere incessantemente la produttività, migliorandone la qualità,
potenziando la tecnologia, aumentando l’efficienza della produzione, devono saper
11 Andreini P., “Qualità Certificazione Competitività”, Editore Ulrico Hoepli Milano, Milano, 2004.
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sviluppare le capacità necessarie per competere in segmenti più sofisticati, devono
infine sviluppare capacità di competere in comparti molto avanzati e interamente nuovi.
L’industria di un paese è perdente se la sua produttività non supera quella dei
concorrenti esteri in misura sufficiente a compensare qualsiasi vantaggio di cui essi
godono sul piano salariale e fiscale.
A conferma di cui sopra, si evince che la qualità, da quella complessiva della nazione
a quella delle singole organizzazioni produttive, è quindi il vettore fondamentale dello
sviluppo ed è la chiave della competitività.
La qualità si certifica e nella competizione nazionale ed internazionale i sistemi di ge-
stione certificati sono un elemento distintivo per le imprese che intendono ricoprire un
ruolo di rilievo. Il vantaggio ottenuto con la certificazione è evidente e tangibile per un
gran numero di imprese: quelle che operano nell’ambito di appalti pubblici, quelle che
sono legate alle grosse committenze nazionali, ma anche per le realtà economiche che
sono più orientate verso mercati internazionali o per le piccole imprese che hanno sco-
perto che adeguando il modello gestionale si ottengono ottimizzazioni importanti.
Per qualsiasi tipologia di attività imprenditoriale, la sua gestione secondo i principi
delle norme ISO e la certificazione offre la possibilità di agire sui costi, guadagnare
produttività. Tutto ciò si traduce in un formidabile strumento di crescita competitiva12.
Si invoca una cultura della qualità che si traduce in un nuovo modo di vivere e lavorare,
un modo più equilibrato di fruire dei beni di consumo e delle risorse naturali, in una
12 Ivi, pp.13-14
23
generale tendenza verso la riduzione degli sprechi e una maggiore sensibilità verso i
valori sostanziali13. Ebbene, in un’epoca più recente, accanto alla classica domanda di
qualità economica, si è andata affermando una domanda di nuove e più ampie forme di
qualità, intese alla soddisfazione di una più vasta gamma di bisogni espressi da un più
ampio contesto di parti interessate (stakeholder). Tali nuove domande sono desti- nate
a conferire un ulteriore impulso alla crescita della cultura e della prassi della va-
lutazione di conformità, arricchendone contenuti ed il valore. Segnatamente, le do-
mande di qualità riscontrate sono:
Qualità ambientale, chiamata a tutelare i bisogni della collettività presente e
futura nel quadro dello sviluppo sostenibile. Essa può essere ottenuta sia
attraverso un approccio sistemico (certificazione di sistema di gestione
ambientale- norma ISO 14001) che di prodotto (es: etichetta ambientale).
Qualità del lavoro, intesa a tutelare i bisogni di salute e sicurezza del lavoratore
ed è conseguibile tramite un adeguato approccio di sistema (certificazione di
sistemi di gestione per la sicurezza e salute sul lavoro- norma OHSAS 18001).
Qualità etica, che riguarda la responsabilità sociale delle imprese e le problema-
tiche sociali connesse con le attività produttive in genere. Essa è chiamata a tu-
telare i soggetti deboli della società, garantendo una base di equa competizione
nel commercio internazionale, ed è conseguibile attraverso vari approcci di si-
stema (SA 8000)14.
13 Ivi, p.2 14 Ivi, p.39
24
Questa iniziale classificazione che si traduce per le imprese nella ricerca di una
qualità competitiva; può essere ulteriormente integrata con altre norme ISO che
attestano l’importanza per una azienda di adottare altri Sistemi di Gestione.
La ISO SURVEY, sopra menzionata, è una indagine annuale sulle certificazioni che
rispettano gli standard ISO rilasciate in tutto il mondo da enti di certificazione
accreditati ed è la più ampia e completa rassegna attualmente disponibile relativa al
sistema di certificazione ISO.
Poiché ISO sviluppa e pubblica norme internazionali ma non svolge alcuna attività
di certificazione, l'indagine è stata realizzata sulla base dei dati forniti da organismi
di certificazione accreditati da enti nazionali di accreditamento riconosciuti
dall'Interna- tional Accreditation Forum (IAF).
Le norme ISO per i Sistemi di Gestione oggetto della Survey sono:
ISO 9001 per il sistema di gestione qualità;
ISO 14001 per il sistema di gestione ambientale;
ISO 50001 per il sistema di gestione dell'energia;
ISO 27001 per il sistema di gestione per la sicurezza delle informazioni;
ISO 22000 per il sistema di gestione per la sicurezza alimentare;
ISO/TS 16949 per il settore Automotive;
ISO 13485 per il sistema di gestione qualità per i dispositivi medici;
ISO 22301 per la gestione della continuità operativa (business continuity);
ISO 20000‐1 per il sistema di gestione dei servizi IT.
25
Il 2012 come già affermato è un anno chiave in cui si afferma una politica di
armonizzazione in materia di normazione, e tra l’altro anno in cui in misura
maggiore, le certificazioni in Italia e in Europa, diventano lo strumento di maggiore
interesse per le aziende, uno strumento di competizione, un’arma per difendersi
dalle insidie del mercato. Si mettono ora in luce i trend emergenti e l’evoluzione in
termini percentuali dell’adozione dei Sistemi di Gestione in questione.
I risultati dell'edizione ISO Survey 2012 rivelano una crescita sana per tutte le
certificazioni dei sistemi di gestione ISO rispetto al 2011 e particolare nota è il salto
significativo della sicurezza alimentare (ISO 22000) e la gestione dell'energia (ISO
50001). La certificazione ISO 9001, che stabilisce i requisiti per i Sistemi di
Gestione della qualità, rimane stabile, in lieve crescita rispetto al 2011. L'Europa,
in particolare, mostra un incremento del 3%. Anche le figure per i settori della
tecnologia dell'informazione e della gestione ambientale riflettono un costante
progresso, con le curve di crescita di ISO / IEC 27001 e ISO 14001 in costante
crescita rispetto all'anno precedente15.
L'edizione 2013 ancora una volta dimostra una crescita globale per tutti gli standard
di sistema di gestione ISO coperti dall'indagine, con un aumento del 4% in numero
di certificati emessi in tutto il mondo16.
Sulla tendenza rispetto allo scorso anno, tre settori mostrano una crescita costante,
in particolare la sicurezza delle informazioni (ISO / IEC 27001) e gestione
15 ISO Survey 2012 16 ISO Survey 2013
17 ISO Survey 2014
26
alimentare (ISO 22001), rispettivamente con un sano aumento del 14% e del 15%,
mentre il settore dei dispositivi medici (ISO 13485) mostra in modo simile un
incremento del 15%.
La ISO 9001, il principale standard di gestione per la qualità, ha continuato a
mostrare una crescita molto rispettabile (3%) mentre ISO 14001 per la gestione
ambientale ha registrato il 6%, una diminuzione del 3% rispetto allo scorso anno.
Nonostante un modesto progresso, però, l'ISO 9001 rimane popolare con una
maggiore area di bacino dei 187 paesi. L’edizione 2014, conta 1 609 294 certificati
rilasciati in tutto il mondo17. Questa edizione dimostra una moderata crescita per
quasi tutti gli standard ISO di sistema coperti dall'indagine, confermando le
tendenze osservate negli ultimi due anni. Questa stabilizzazione del mercato è
tuttavia compensata da tre buoni esecutori che mostrano una crescita più sostenuta.
Sebbene meno impressionante degli anni precedenti, la ISO 50001 per la gestione
energetica dimostra un tasso di crescita del 40%, condotto nuovamente dalla
Germania, responsabile del 50% dei 6778 certificati riportati. Allo stesso modo, la
norma ISO 22000 per la gestione alimentare continua a offrire prestazioni affidabili
con un tasso di crescita del 14%, mentre l'ISO 16949 per il settore automobilistico
mostra progressione accelerata con un 8%, segnalando che la ripresa economica
nell'industria automobilistica sta tirando su.
18 ISO Survey 2015
27
Rispettivamente, dell'1% e del 7%, gli standard di punta della ISO; ISO 9001
(gestione della qualità) e ISO 14001 (gestione ambientale) sono le pietre miliari del
sistema di gestione. È anche importante notare che nel 2015 sono state lanciate
nuove edizioni ampiamente riviste di entrambi questi standard.
Infine, la grande novità dell’anno in esame è l'inclusione di un nuovo arrivato: ISO
22301 per la continuità aziendale, motivata da una consapevolezza globale che le
organizzazioni hanno bisogno di proteggersi dalle perturbazioni in tempi di crisi.
L’indagine18 relativa all’anno 2015, mostra che sono stati emessi un totale di
1.519.952 certificati in tutto il mondo, con un aumento del 3% rispetto al
2014. Al calo delle certificazioni ISO 9001 si accompagna un notevole incremento
delle certificazioni dei sistemi di gestione dell’energia (ISO 50001), dei sistemi di
gestione della business continuity (ISO 22301) e dei sistemi di gestione per la
sicurezza delle informazioni (ISO 27001). L’indagine ha altresì aggiunto un nuovo
standard di sistema di gestione: ISO 20000-1, Certificazione del sistema di gestione
dei servizi IT. Ciò porta il totale degli standard esaminati a 9.
Più dettagliatamente, sono stati rilasciati complessivamente 1.036.321 certificati
ISO 9001, di cui 4190 rilasciati alla versione del 2015, con una lieve diminuzione
dello 0,2% rispetto allo scorso anno.
Ben 319.324 i certificati rilasciati a ISO 14001 (di cui 947 rilasciati alla versione
del 2015 pubblicata a settembre 2015), in crescita dell'8% rispetto allo scorso anno.
19 ISO Survey 2015
28
Sono stati rilasciati complessivamente 11.985 certificati ISO 50001 per la gestione
energetica (+ 77% sull'ultimo anno) e 3133 certificati rilasciati alla ISO 22301 per
la gestione della continuità aziendale (+ 78% rispetto l'anno scorso). La forte
crescita registrata per questi due standard è probabilmente correlata al fatto che sono
entrambi relativamente nuovi al mercato.
Lo Standard ISO per la sicurezza delle informazioni, ISO 27001 ha visto un
aumento del 20% a 27.536 certificati in tutto il mondo, mentre ISO 22000 per la
gestione alimentare e ISO / TS 16949 per il settore automobilistico sono stati
rispettivamente del 16 e del 9%.
L’edizione ISO Survey 2016 riporta complessivamente 1.106.356 certificati validi
per ISO 9001 (di cui 80.596 emessi alla versione 2015), con un incremento del 7%
rispetto allo scorso anno19. Sono stati registrati 346.189 certificati validi per ISO
14001 (di cui 23.167 emessi alla versione 2015), in crescita dell'8% rispetto allo
scorso anno. Sono stati registrati 20.216 certificati validi per ISO 50001 per la
gestione energetica (+ 69% rispetto allo scorso anno) e 4537 certificati validi per
ISO 20000-1 per la gestione del servizio nella tecnologia dell'informazione (+ 63%
rispetto allo scorso anno). La ISO 27001 ha la stessa crescita annua del 20% di
aumento annuale rispetto allo scorso anno, mentre l'ISO 13485 per i dispositivi
medici e ISO / TS 16949 per il settore automobilistico sono aumentati
rispettivamente del 13% e del 7%. L’edizione in esame ha aggiunto due nuovi
29
standard di sistema di gestione e segnatamente, il Sistema di Gestione ISO
39001:2012 per la sicurezza stradale (RTS) e ISO 28000: 2007, Specifiche per i
Sistemi di Gestione della sicurezza per la catena di approvvigionamento. Questo
porta il totale degli standard esaminati a 11.
Infine, l’analisi relativa all’anno 2016 rileva complessivamente 1.644.357 certificati
validi (degli 11 standard coperti dall'indagine), rispetto all'1.520.368 dell'anno
precedente, con un incremento dell'8%.
Dai trend positivi relativi ai Sistemi di Gestione oggetto di analisi, emerge che la
qualità, declinata nelle sue molteplici accezioni, resta una chiave di lettura
significativa per definire percorsi e strumenti che consentano ad un Paese un
significativo recupero di competitività. Le certificazioni, si configurano come veri
e propri strumenti della crescita, quasi strumenti di politica industriale.
É bene ricordare che, il clima di incertezza alimentato dai rapidi cambiamenti
economici e politici in atto nello scacchiere internazionale ha messo in crisi le
logiche liberiste che hanno, fino a questo momento, dettato l’agenda economica dei
paesi. L’inizio dei trattati per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea
consegna il fu- turo dell’Europa ad un periodo di profondi e necessari cambiamenti
dai quali sarà necessario ripartire per definire una nuova governance con nuove
priorità. In tale contesto il modello economico basato sul libero scambio e, più in
generale, sulla standardizza- zione dei prodotti, fissando “regole comuni
volontarie”, non sembra però messo in discussione. Accreditamento e
30
certificazione, con ogni probabilità, continueranno ad essere un fondamentale
strumento di facilitazione dei flussi commerciali, necessario alla realizzazione delle
naturali dinamiche di mercato.
Il ruolo centrale dell’accreditamento e della normazione tecnica continuerà a trovare
sicura giustificazione nella naturale propensione ai mercati esteri delle imprese,
anche e soprattutto, italiane. La fiducia nel sistema di valutazione della conformità
a norme e standard nazionali e internazionali è testimoniata, a partire dalla
costituzione di ACCREDIA nel 2009, dalla costante crescita degli accreditamenti.
Accreditamento e normazione sono un valore per cittadini e imprese, ma anche uno
strumento a disposizione dei Governi per sviluppare politiche economiche e
industriali efficaci20.
20 Osservatorio Accredia 2017, “L’età dell’incertezza. Il mondo tra conflitti e protezionismo", area di ricerca ISPI,
Istituto per gli studi di ricerca di politica internazionale
31
1.4. Le certificazioni richieste per il mercato attuale
A conclusione dell’analisi relativamente ai sistemi di certificazione a norma ISO e
alla loro diffusione nel mercato globale in termini percentuali, l’indagine ISO
Survey pre- senta i suoi limiti nel momento in cui si vuole verificare per l’anno
2017 quali sono state le certificazioni più richieste dal mercato e che hanno
inevitabilmente riscontri anche per l’anno in corso.
Bisognerà attendere il prossimo Maggio 2018 per poter avere tali riscontri, in
quanto l’edizione ISO Survey 2017 sarà pubblicata in quel mese e per ora l’ultimo
obiettivo dichiarato sarà esclusivamente focalizzato al mercato italiano e sarà
analizzato da vari punti di vista: si metteranno in evidenza attraverso una analisi
Pest i macro trend mag- giormente rilevanti, in secondo luogo si prenderanno in
considerazione i contributi rilasciati nel corso degli incontri con la società di
consulenza che ha costeggiato l’intero lavoro di tesi e che permetterà di avere
maggiore consapevolezza su ciò che attualmente il mercato considera importante
per essere competitivi. Si metteranno in evidenza i principali benefici per le aziende
di adottare specifici Sistemi di Gestione.
Ebbene, il compito del metodo Pest è quello di prendere in considerazione tutto ciò
che fa parte del mondo che circonda l’azienda e in gergo economico viene
considerato dagli studiosi come il Macro ambiente. In modo più esplicito,
analizzare l’ambiente consiste nel valutare quali forze esterne e non controllabili
direttamente dal management agiscono sui sistemi organizzativi. Uno strumento
32
utile è appunto questo metodo, il quale studia l’ambiente politico, economico,
sociale e tecnologico. Queste quattro forze sono considerate dagli economisti alla
base per una corretta analisi delle forze operanti al di fuori della sfera d‘azione
dell’impresa21.
Il metodo Pest si presta ad essere utilizzato come un supporto da cui poter dare
prova dell’importanza reale per i sistemi organizzativi di implementare un Sistema
Di Gestione che tuteli l’impresa nel mercato globale e le conferisca opportunità per
essere efficiente e competitiva.
Alla luce dell’analisi del macro ambiente e dei contributi teorici offerti emerge
chiara- mente che una tra le certificazioni promettenti e richieste dal mercato è il
Sistema di Gestione Ambientale conforme alla ISO 14001, per il quale è previsto
una revisione normativa, contestualmente alla ISO 9001:2015.
La nuova ISO 14001 si inserisce nel quadro di tutte le nuove norme ISO per i
Sistemi di Gestione, caratterizzate da una struttura comune ed univoca, la
cosiddetta High Le- vel Structure (HLS), che prevede una identica sequenza e
denominazione dei punti norma/paragrafi e l’utilizzo della medesima terminologia,
per tutti gli standard di management oggi presenti ed adottabili, in modo che non
vi siano contraddizioni tra questi. I problemi ambientali diventano parte integrante
della gestione aziendale22.
21 Pellicelli AC., Marketing strategico e branding, Giappichelli Editore, Torino, p. 117. 22 Il sole 24 ore “Certificazioni UNI EN ISO 9001 e 14001, imprese chiamate al rinnovo entro settembre 2018” in
http://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/avvocatoAffari/newsStudiLegaliEOrdini/2017-11-08/certifica- zioni-uni-en-
iso-9001-e-14001-imprese-chiamate-rinnovo-entro-settembre-2018-165242.php.
33
POLITICA ECONOMIA SOCIETÀ TECNOLOGIA
Nuove elezioni marzo 2018
Strategia Europa 2020
Privacy, Nuovo Regolamento
Ue 679/2016
Legge di bilancio 2018(Stop
aumento Iva e accise, addi-
zionali regionali e provin-
ciali. Si confermano gli in-
centivi sugli acquisti con le
misure di super ammorta-
mento e iperammortamento.
Potenziata la nuova Legge
Sabatini per l’acquisto di
beni strumentali)
Nuova VIA (Valutazione im-
patto ambientale), D. Lgs.
104/2017
ANAC (nuovo codice degli
appalti)
Cyberbullismo, legge 29
maggio 2017 n°71
Prospettive di crescita
per l’economia italiana
Aumento del clima di fi-
ducia per le imprese e
consumatori
Mercato del lavoro in
crescita
Export italiano cresce del
7,3% rispetto al 2016
Crescita di uno stile di
vita sostenibile
Crescita del mercato
digitale in Italia
Aumento dell’e-com-
merce con un valore di
27,5 miliardi
La classe dei millenials
influisce sull’operato
delle imprese, le quali
necessitano di tenerla
in maggiore considera-
zione.
Crescente rilevanza del
ruolo delle donne nella
cultura europea.
Largo spazio al feno-
meno della sharing eco-
nomy.
Industria 4.0 (digital tran-
sformation che coinvolge
imprese ed organizzazioni,
tendenza all’automazione
industriale)
La quarta rivoluzione indu-
striale comprende un
bundle di tecnologie che si
aggregano in nuovi para-
digmi produttivi grazie ad
internet (IoT, Cloud, 3D
Printing, Cyber security,
Big Data)
Intelligenza artificiale
Realtà aumentata
Internet of Things
Chat robot
Ogni azienda definisce quindi degli obiettivi volontari, come in qualsiasi altro
ambito, il cui raggiungimento viene controllato dall'azienda stessa. In questo modo
le aziende vengono chiamate alla responsabilità personale e ad un approccio
preventivo nella tu- tela ambientale. La nuova norma ISO 14001 è focalizzata
34
maggiormente sugli aspetti ambientali lungo la catena del valore puntando molto
sulla valutazione dell'impatto ambientale, non solo delle attività all'interno
dell'organizzazione, ma anche di processi a monte e a valle (ad es. materie prime,
logistica, trasporti, processi affidati a terzi, etc). I due punti principali sono la
Valutazione dell'impatto ambientale nell’ambito del ciclo di vita dei prodotti e dei
servizi e la valutazione e controllo dei rischi e delle opportunità e il loro impatto
ambientale.
Alcune novità della ISO 14001:2015 possono essere lette ed interpretate come il
tentativo di ISO di sancire e richiedere ufficialmente alle organizzazioni
destinatarie un salto di qualità nell’applicazione della norma che è stato in molti
casi disatteso finora nelle prassi applicative, anche presso aziende già certificate
ISO 14001:2004.
In conclusione l’implementazione di questo schema di certificazione permette
all’azienda pubblica e privata, in quanto la ISO 14001 non fa differenza circa la
tipo- logia di impresa, di trarne dei vantaggi che di seguito si elencano23:
Riduzione dei costi connessi agli aspetti ambientali;
Riduzione dei rischi ambientali
Risolvere la gestione degli adempimenti normativi ambientali obbligatori;
Migliorare la competitività
23 Indagine CESQUA- ACCREDIA 2015, “Benefici, costi ed aspettative della certificazione ISO 14001 per le organizzazioni
italianefile:///C:/Users/utente/Downloads/6234_Indagine_ACCREDIA_CESQA_Organizzazioni_certificate_ISO_14001_
ed2015_completa.pdf.
35
Assicurare i clienti/utenti sull'impegno dell'azienda/ente per una efficace
gestione ambientale
Migliorare l'immagine dell'azienda/ente
Aumentare il valore di mercato dell'Azienda
Consente di accedere a finanziamenti agevolati sia comunitari che del
Ministero dell'Ambiente
Contribuisce alla riduzione dei costi assicurativi
Facilita il dialogo con le associazioni di consumatori, gli utenti, i cittadini, le
autorità
Riduce gli "incident" che implicano conseguenze amministrative, civili e
penali
Migliora l'efficienza ed il controllo dei "costi ambientali"
Risparmia in termini di materie prime ed energia
Agevola l'ottenimento di permessi ed autorizzazioni
In generale, l'azienda/ente che adotta un Sistema di Gestione Aziendale certificato ISO
14001 acquista maggiore credibilità nell'impegno ambientale, instaura un clima colla-
borativo con le istituzioni, con i cittadini, viene considerata parte integrante della poli-
tica ambientale del territorio.
La ISO 14001 lascia ora lo spazio ad un nuovo schema di certificazione e precisamente
la ISO 27001: Sistema di Gestione di Sicurezza delle informazioni, lo strumento, in-
ternazionalmente riconosciuto, attraverso il quale un'organizzazione può dimostrare di
essere capace di tutelare in modo globale il proprio patrimonio informativo e tale tutela
36
è una necessità per le aziende se si considerano i grandi passi in avanti fatti (digital
transformation) e le conseguenze purtroppo negative che essa comporta, come possono
essere le frodi e i reati informatici24.
Proseguendo in questa direzione, la certificazione ISO 27001 si inserisce nel quadro
della Prevenzione dei sistemi informatici da reati e frodi. La prevenzione, oggi, deve
essere considerata un investimento doveroso, in grado di abbattere i costi dei danni
causati dagli attacchi informatici.
Il miglioramento del livello di sicurezza è divenuto fondamentale per le aziende in
questa era di digitalizzazione che avanza velocemente in tutti i sistemi economico/so-
ciali. Il D.lgs. 231/2001 ha inserito tra i reati della responsabilità amministrativa delle
società (enti Giuridici), l’area di rischio dei reati informatici.
Nello specifico la legge 48/2008, nonché l’art 24 bis del D.lgs. 231/01 recante i “Delitti
informatici e trattamento illecito di dati”, hanno definito che i reati trasversali alla vita
aziendale, spesso sottovalutati sin dalla fase di analisi, possono essere commessi da
qualsiasi figura aziendale dotata di strumenti informatici e conoscenza, anche minima
in ambito informatico. Lo standard consente l’identificazione e l’aggiornamento co-
stante dei processi riguardanti il controllo della sicurezza fisica, logica ed organizza-
tiva, l’analisi dei rischi per l’identificazione delle misure idonee di sicurezza, la ge-
stione di opportune procedure e istruzioni operative frequentemente aggiornate, il mo-
nitoraggio dei processi aziendali.
24 ISO 27001 in http://services.accredia.it/news_detail.jsp?ID_NEWS=1232&areaNews=>em- plate=news.jsp
37
Le informazioni custodite con mezzi informatici rappresentano il capitale intellettuale
di un’azienda; sono uno strumento strategico per lo sviluppo e la tutela dell’organizza-
zione e la vita dell’azienda. La ISO 27001 è l’unico strumento per valutare attenta-
mente tutti i rischi per il business e le diverse tipologie di informazioni gestite, eviden-
ziando le aree in cui è necessario un miglioramento. Essa mira a garantire
- Riservatezza: le informazioni devono essere accessibili solo a chi è autorizzato
ad accedervi.
- Integrità: l’accuratezza e la completezza delle informazioni e dei processi corre-
lati alla loro trasmissione devono essere salvaguardate.
- Disponibilità: l’accesso alle informazioni e alle risorse correlate deve essere ga-
rantito a chi ne ha l’autorizzazione ogniqualvolta questi ne faccia richiesta.
I vantaggi legati all’adozione di un Sistema di Gestione della Sicurezza delle Infor-
mazioni sono molteplici:
- Possedere i requisiti di partecipazione a gare di appalto o qualificarsi nella ven-
dor list di grandi clienti;
- Conservare e proteggere le proprie informazioni;
- Prevenire l’accesso indesiderato da parte di terzi delle proprie informazioni;
- Rafforzare le interfunzionalità della sicurezza delle informazioni e la fiducia dei
propri Partner commerciali;
- Soddisfare le richieste degli Stakeholder (Azionisti, Legislatore, Clienti, Perso-
nale, Amministrazione e Comunità) dimostrando di affrontare e gestire il rischio,
garantendo la sostenibilità del business;
- Assicurare la protezione di segreti commerciali e del know-how aziendale.
38
A concludere l’elenco degli schemi di certificazione promettenti per il mercato globale
è la ISO 37001: il primo standard internazionale sui sistemi di gestione, progettato per
aiutare le organizzazioni a combattere il rischio di corruzione nelle loro operazioni e
lungo l’intera catena di fornitura. Lo standard riflette le best practice internazionali,
supportando le organizzazioni operanti in qualsiasi settore nella riduzione dei rischi
d’impresa e dei costi legati alla corruzione25. Si precisa come in Italia, la corruzione è
uno dei reati che spicca nel Catalogo dei Reati cui trova applicazione il D.lgs.
231/2001. La corruzione intesa come corruzione verso la Pubblica Amministrazione è
stato uno dei primi reati ad entrare a far parte del Decreto. Con la Legge Anticorruzione
del novembre 2012 tale reato è stato introdotto nel novero dei reati: “corruzione tra
privati”. Tale introduzione ha rappresentato una svolta sull’argomento spostando
l’attenzione dalle controparti pubbliche alla totalità delle controparti, siano esse
pubbliche o private. L’introduzione della Corruzione tra privati nel quadro normativo
rappresenta una vera e propria rivoluzione che rende necessaria una revisione dei
Modelli Organizzativi in essere, alimentando la necessità di adozione degli stessi.
Leggi nazionali e accordi internazionali (OCSE, ONU) vogliono contrastare il
fenomeno ma si dimostrano sfortunatamente insufficienti, pertanto le Organizzazioni
devono quindi contribuire proattivamente al contrasto della corruzione. É necessario
un approccio, basato su un vero e proprio “Sistema di Gestione” che sia orientato a
prevenire i fenomeni corruttivi sulla base di una specifica valutazione dei rischi e dei
costi associati. Si invoca una reale cultura dell’integrità, trasparenza e ri- spetto delle
25 ISO 37001 in http://uni.com/index.php?option=com_content&view=article&id=5674:sistemi-di-gestione- per-la-
prevenzione-della-corruzione-uni-iso-37001&catid=170&Itemid=2612
39
regole, che permette di arrivare sin dove la legge, da sola, non è sufficiente a risolvere
il problema della corruzione. A conferma di cui sopra, gli stessi Piani Triennali di
Prevenzione della Corruzione e il D.lgs. 231/01, istituiscono dei modelli organizzativi
per eliminare o limitare, all’interno di un’organizzazione, di qualunque dimensione, il
rischio di corruzione. Il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione, più
precisamente, è il principale strumento adottabile dalla PA e dalle Società, per favorire
il contrasto della corruzione e promuovere la legalità all’interno dell’Organizzazione.
Esso, fornisce una valuta- zione del diverso livello di esposizione degli uffici al rischio
di corruzione e indica gli interventi organizzativi volti a prevenire il medesimo rischio.
Il Sistema di Gestione ISO 37001 può offrire un utile supporto alle Organizzazioni che
devono definire e implementare il PTPC, in quanto può supportare le funzioni aziendali
nell'autoanalisi organizzativa, nella conoscenza sistematica dei processi svolti e dei
procedimenti amministrativi di propria competenza, nella programmazione unitaria dei
processi di riorganizzazione. Si precisa infine, che un Sistema di Gestione Anticorru-
zione ISO 37001 non rende un’organizzazione «immune» dalla corruzione, ma ne te-
stimonia l’impegno, a tutti i livelli:
- alla creazione di una diffusa cultura della legalità
- alla valutazione costante dei potenziali rischi di corruzione
- all’adozione di appropriate misure di controllo e presidi di prevenzione
- alla corruzione
Entrando nel merito dei benefici e dei vantaggi della norma ISO 37001, essi sono sia
benefici di sistema/gestionali, di governance/controllo interno, benefici legali ed
economici. Da un punto di vista gestionale, viene utilizzato un unico linguaggio che si
40
basa sulla piattaforma ANNEX SL, la stessa utilizzata per altri Sistemi di Gestione (es.
ISO 9001) e pertanto con l'implementazione della ISO 37001 si possono integrare di-
versi elementi (es. politica, riesame, ecc.) senza appesantire la struttura organizzativa.
I benefici in termini di governance sottendono il rafforzamento dei protocolli di con-
trollo già esistenti per la prevenzione della corruzione attiva verso la PA/privati e/o
corruzione passiva all’interno della PA, unitamente al rafforzamento dei protocolli di
controllo 231 sulle c.d. "Third parties" (es. agenti, distributori, spedizionieri, etc). Dal
punto di vista della competitività delle Organizzazioni, la Certificazione ISO 37001
diventerà sempre più un elemento distintivo non solo di tipo “etico”, ma anche di tipo
“sostanziale”. È infatti molto probabile che la conformità allo standard ISO 37001
diventerà un elemento distintivo per partecipare e aggiudicarsi gare e commesse. Per
quanto riguarda gli appalti pubblici, la Certificazione ISO 37001 faciliterà l’acqui-
sizione del Rating di Legalità, da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del
Mercato. La medesima certificazione faciliterà anche l’acquisizione del Rating di Im-
presa da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. Dal punto di vista finanziario,
si potrà accedere ai vantaggi derivanti dal Regolamento dell’Autorità Garante per la
Concorrenza e per il Mercato sull’attribuzione del Rating di Legalità. Con la
Certificazione ISO 37001 si potrà dimostrare oggettivamente di possedere il requisito
utile al conseguimento del Rating di Legalità e cioè “di aver adottato modelli
organizzativi di prevenzione e di contrasto della corruzione”.
41
Capitolo 2 Il mercato dei Sistemi Organizzativi,
Operatori ed Utilizzatori
2.1 Gli Operatori dei Sistemi Organizzativi
Il presente capitolo, avrà il merito di analizzare gli Operatori dei sistemi organizzativi
che si interfacciano nel mercato globale, i quali assumono un ruolo strategico per lo
sviluppo di nuove politiche, per la sostenibilità e l’efficienza energetica, per la compe-
titività e l’internazionalizzazione delle imprese e che si configurano pertanto come va-
lidi strumenti di supporto per istituzioni, consumatori ed aziende, offrendo loro delle
reali garanzie sulla qualità e sulla sicurezza dei prodotti e servizi acquistati.
Tali garanzie si traducono in vere e proprie necessità soprattutto se si considerano set-
tori sensibili, nei quali deve essere assicurato il rispetto di principi di interesse generale
come la tutela della salute dei consumatori, la protezione dell’ambiente e non solo.
I consumatori a loro volta, richiedono sempre più la sicurezza e la qualità dei prodotti
che usano, dell'ambiente in cui vivono, l'affidabilità dei servizi sanitari, ed è importante
anche per imprese e autorità di regolamentazione confidare nella integrità e nella qua-
lità dei servizi forniti.
Ebbene, occorre in prima istanza definire chi sono gli Operatori dei sistemi organizza-
tivi, tracciando il profilo per ognuno di essi e in secondo luogo delineare quali sono le
azioni e funzioni riscontrabili dal loro operato.
42
Si entrerà pertanto nel merito, rispettivamente degli Enti di accreditamento, degli
Organismi di certificazione, ispezione e verifica e delle società di consulenza, mettendo
in luce i trend e gli sviluppi dei suddetti Operatori.
Si analizzerà la funzione di accreditamento, la quale ha raggiunto un considerevole
grado di sviluppo ed è ampiamente maturata la consapevolezza circa la necessità di un
riconoscimento formale del ruolo dell’accreditamento quale servizio di interesse
generale, avente carattere di pubblica autorità, e costituente l’ultimo ed autorevole
livello di controllo delle attività di valutazione della conformità svolte, sia a fini
economici e come tali regolate dal libero mercato, sia a scopi di tutela di interessi
pubblici generali e, pertanto, governate dalle leggi26.
Proseguendo nella trattazione, si analizzeranno i benefici dell’accreditamento per i
soggetti accreditati e il loro impatto per imprese, PA e consumatori.
Per ciò che concerne l’Ente di accreditamento, quest’ultimo può essere definito come
l’unico organismo nazionale autorizzato a svolgere attività di accreditamento, con il
fine di ad attestare la competenza, l’indipendenza e l’imparzialità degli organismi di
certificazione, ispezione e verifica e mediante un mutuo riconoscimento ogni paese del
mondo, membro di EA (European Accreditation), ha un suo ente di accreditamento con
regole proprie. L'European co-operation for Accreditation (EA), di cui sopra, è un ente
europeo avente lo scopo di promuovere l'armonizzazione delle regole e delle procedure
26 Sito istituzionale ACCREDIA, funzione di accreditamento in https://www.accredia.it/accreditamento/
43
dei sistemi di accreditamento volontario e di gestire accordi di mutuo ricono- scimento
tra gli enti di accreditamento.
L’equivalenza e l’affidabilità delle certificazioni coperte da accreditamento, perseguita
al fine di migliorare, facilitandoli, i rapporti economici della Comunità Europea ed In-
ternazionale, viene sancita fra i diversi Paesi da specifici Accordi di Mutuo Riconosci-
mento (MRA o MLA: Multilateral Agreement). Gli Enti di accreditamento membri di
EA (European Accreditation) possono diventare firmatari degli MLA solo dopo es-
sere stati sottoposti, con esito positivo, a uno specifico e accurato processo di “valuta-
zione fra pari27”.
Tale valutazione si realizza attraverso la costituzione di gruppi di verifica
internazionali, composti dagli Enti di accreditamento membri di EA, aderenti al sistema
definito dai procedimenti e dalle regole per il mutuo riconoscimento stesso. La
continuità del principio di Mutuo Riconoscimento passa attraverso la qualificazione
degli Organismi di certificazione, la cui competenza, imparzialità, correttezza ed indi-
pendenza, è stata riconosciuta, mediante l’accreditamento, da un Ente firmatario dei
sopraddetti accordi. In Italia, l’organismo nazionale italiano di accreditamento è
Accredia, un ente pubblico con la maggioranza dei ministeri, che opera senza scopo di
lucro, sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico.
I compiti che gli fanno capo sono quelli di controllare e regolamentare il mercato delle
certificazioni in Italia, controllare quindi l’operato degli enti di certificazione al fine
27 Sito istituzionale European Accreditation in http://www.european-accreditation.org/
44
che venga mantenuto l’indipendenza degli stessi, individuare le attività di valutazione
della conformità per le quali è competente ad effettuare l’accreditamento, rinviando,
alle pertinenti legislazioni e norme tecniche comunitarie o italiane.
Per l’accreditamento di organismi di valutazione della conformità operanti in settori
per i quali la specifica normativa vigente prevede l’accreditamento da parte di uno o
più Ministeri, l’organismo nazionale italiano di accreditamento si dota di strumenti or-
ganizzativi che consentano adeguata partecipazione alle attività di accreditamento da
parte dei predetti Ministeri. I ministeri concertanti sono:
Sviluppo economico
Interno
Politiche agricole alimentari e forestali
Ambiente e tutela del territorio e del mare
Infrastrutture e trasporti
Lavoro e politiche sociali
Salute
Istruzione, università e ricerca
Difesa
L’output che ci si aspetta da tale organismo è quindi il rilascio di certificati di accredi-
tamento per valutazioni di conformità anche in ambito regolato da specifiche
prescrizioni normative, su incarico dell’amministrazione pubblica competente in base
alle norme vigenti e fermo il rilascio da parte di tale pubblica amministrazione del
provvedimento di autorizzazione finale eventualmente previsto.
45
Si può definire la funzione di Accreditamento, come una attestazione che certifica che
un determinato organismo di valutazione della conformità soddisfa i criteri stabiliti da
norme armonizzate e, ove appropriato, ogni altro requisito supplementare, compresi
quelli definiti nei rilevanti programmi settoriali, per svolgere una specifica attività di
valutazione della conformità. L'accreditamento a ben vedere, riguarda tutti i settori di
produzione e servizio con cui gli utenti si confrontano quotidianamente, perché ogni
tipo di attività può essere sottoposto a valutazione, dalle costruzioni all'energia,
dall'ambiente ai trasporti, dalla sanità alla formazione, etc.
Per le aziende operare in regime di produzione certificata, fa sì che si elimini la neces-
sità di essere riconosciute in ogni singolo paese in cui esportano i loro prodotti o, an-
cora, di dover essere valutate direttamente dai propri clienti, ed è facile intuire come
tale approccio, abbatta barriere commerciali e costi, agendo quale una sorta di “passa-
porto per gli scambi” sia in Europa, sia nel Mondo.
Si entra ora nel merito della definizione dei profili di altri soggetti che si qualificano
come Operatori dei sistemi organizzativi, ovvero gli Organismi di certificazione, ispe-
zione e verifica, nonché enti indipendenti che hanno le competenze per verificare la
conformità di prodotti e servizi ai requisiti standardizzati a livello nazionale e interna-
zionale. Se si prendono in considerazione le funzioni prettamente operative dei singoli
Organismi si evidenzia che, gli organismi di certificazione sono incaricati di verificare
in maniera trasparente, neutrale e indipendente la rispondenza di un sistema di gestione
o di un prodotto ad una norma di riferimento unitamente al rilascio della relativa certi-
ficazione.
46
Le certificazioni sono rilasciate dagli organismi accreditati ai sensi delle norme
ISO/IEC 17021-1 per i sistemi di gestione, ISO/IEC 17065 per i prodotti e servizi,
ISO/IEC 17024 per le persone.
Le certificazioni dei sistemi di gestione, assicurano che il sistema implementato da
un’organizzazione, pubblica o privata, di qualsiasi settore, sia conforme agli standard
vigenti. Esso può riguardare la gestione della qualità, delle questioni ambientali e della
sostenibilità degli eventi, della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, della sicurezza
delle informazioni e dei servizi informatici, dell’energia, della sicurezza nella catena
della fornitura, del business continuity e della sicurezza alimentare28.
Per l’azienda ottenere questo tipo di certificazione significa rendere il proprio sistema
di gestione efficace ed efficiente, un volàno per l’innovazione nell’ambito dei processi
e dell’organizzazione aziendale. Il possesso di un certificato di sistema di gestione
conferisce all’azienda autorevolezza, credibilità e affidabilità sul mercato, offrendo uno
strumento per distinguersi dai competitor e accedere in via privilegiata a mercati rego-
lati e bandi di gara.
Le certificazioni di prodotti e servizi, riguardano invece un bene, un servizio o un
processo produttivo. La valutazione della conformità riguarda solo alcune
caratteristiche dell’oggetto, in particolare quelle contenute nella norma o specifica
tecnica di riferi- mento. Poiché viene valutato il processo di fabbricazione del bene o
di fornitura del servizio, il giudizio positivo e la fiducia nella sua conformità si
28 Sito istituzionale ACCREDIA, funzione di accreditamento in https://www.accredia.it/accreditamento/
47
estendono nel tempo. Attraverso il certificato, il produttore o fornitore può dimostrare
al mercato la propria capacità di ottenere e mantenere la conformità dei prodotti
realizzati o dei servizi erogati. A tal fine viene usato il marchio di conformità, che viene
apposto sulla confezione del prodotto o altri supporti.
Le certificazioni di persone, infine, attestano il possesso e il mantenimento nel tempo
delle abilità e delle competenze che rendono i professionisti idonei a svolgere
determinate attività. Il certificato di conformità rappresenta il riconoscimento formale,
da parte di un organismo di parte terza indipendente rispetto al professionista valutato,
dei re- quisiti necessari per poter operare con competenza in un determinato settore di
attività. Le certificazioni delle figure professionali sono uno strumento primario alla
base dei processi di costruzione della qualità e le stesse motivano il professionista ad
acquisire, mantenere e migliorare con continuità, nel tempo, le necessarie competenze.
Gli organismi di ispezione, sono enti accreditati che consentono di valutare la confor-
mità, in un dato momento, di un prodotto, servizio, processo o impianto a requisiti
specifici, o, secondo il giudizio dell'ispettore, a requisiti di carattere generale.
L’ispezione, può essere definita una sorta di istantanea che fotografa lo stato di con-
formità, e comprende indagini mirate come controlli, misure o test funzionali su
prodotti, esami documentali di specifiche, comparazione dei risultati con alcuni
requisiti particolari o con le best practice del settore.
48
L’attività ispettiva riguarda una molteplicità di settori merceologici, dalle costruzioni
all’agroalimentare, e può essere predisposta su iniziativa del produttore stesso, del
cliente, dell’utilizzatore, o di altre parti, incluse le Autorità.
Essa viene condotta secondo i parametri della quantità, qualità, sicurezza, adeguatezza
allo scopo, tenendo conto della conformità, nel tempo, dei macchinari o dei sistemi in
esercizio. Può riguardare tutte le fasi di vita dei prodotti, dei servizi o degli impianti,
compresa quella della progettazione.
Gli organismi di verifica e convalida, attraverso il loro operato, misurano l'esattezza e
la conformità delle dichiarazioni delle imprese sulle emissioni dei gas a effetto serra,
valutando la conformità normativa e regolamentare dei servizi, dei prodotti e dei pro-
cessi di un’organizzazione, in termini di qualità, salute e sicurezza, salvaguardia
dell’ambiente e responsabilità sociale. Sono uno strumento riconosciuto, anche dalla
normativa europea, per il controllo delle emissioni, attraverso la verifica da parte di
organismi accreditati ai sensi delle norme ISO 14064 e ISO 14065 delle attività di
monitoraggio, rendicontazione e conteggio effettuate dalle imprese.
Suddette attività si inseriscono in uno scenario connotato da forti cambiamenti clima-
tici, che a ben vedere rappresentano una delle principali sfide da affrontare nei prossimi
decenni e una priorità della strategia Europa 2020 al fine di tutelare un aspetto a forte
impatto sociale. Le verifiche e le convalide accreditate, si muovono in questa direzione
di tutela, contribuendo a promuovere lo sviluppo sostenibile, la riduzione del rischio e
l’ottimizzazione delle performance.
49
Tra gli Operatori dei sistemi organizzativi, rientrano infine le società di consulenza, le
quali a loro volta, confluiscono nel macro settore del management consulting,
connotato quest’ultimo da trend positivi, sanciti in un + 8%, accelerando in tal modo
la cre- scita registrata nel 2015 (+6,9%)29.
Il fatturato complessivo del Management Consulting nel 2016 è stato di circa 3,8 mi-
liardi di euro, con un’incidenza sul PIL pari allo 0,23% e a tal riguardo, risulta interes-
sante quantificare il peso che le società di consulenza assumono sul totale del settore.
Questo riscontro, può emergere se si confronta il dato relativo al fatturato complessivo
cioè 3, 8 miliardi di euro con il volume di affare degli operatori nel settore delle certi-
ficazioni. Sulla base di alcuni passaggi che di seguito si mettono in evidenza, si evince
che esso è di circa 380 milioni. Quest’ultimo è un valore complessivo calcolato sulla
base delle aziende attualmente certificate, che stando a quanto riportato dalle banche
dati Accredia, supera le 87000 unità30.
Si stima inoltre, grazie al contributo di esperti del settore della consulenza, che il costo
medio di una certificazione annua sia di 4370 euro con le seguenti voci di costo:
incidenza costo annuo Accredia pari a 220 euro annuo (dato ottenuto dal rapporto tra
il conto economico Accredia e le aziende certificate), incidenza costo annuo dell’ente
di certificazione pari a 1900 euro e 2250 euro, incidenza costo annuo della consulenza,
29 Nuovo rapporto 2017- Osservatorio sul Management Consulting in http://www.assocon-
sult.org/uploads/pages/attachments/28_osservatorio-2017-low.pdf 30 Banche dati ACCREDIA, statistiche delle organizzazioni/aziende certificate, in http://services.accre-
dia.it/db_context.jsp?ID_LINK=1740&area=310
50
assumendo che il costo di una consulenza re- lativa alla certificazione sia compresa tra
i 1500,00 e 2500,00 euro31.
Si ricorda che tutti i seguenti dati riportati sono dei valori medi di mercato e non dati
assoluti e che gli stessi permettono di capire il peso che assumono questi operatori
all’interno del mercato. In termini percentuali, dal rapporto dei due macro valori, si
ricava un +1,4%, un dato sicuramente positivo per le società di consulenza nel solo
settore delle certificazioni.
Un esempio che denota l’importanza di questi operatori e che è in linea con questa
chiave di lettura è la crescita dei servizi di consulenza a supporto della digitalizzazione.
Più che mai le imprese, nella cosiddetta era della digital transformation, hanno bisogno
di tutelare il proprio patrimonio informativo per conservare e proteggere le proprie in-
formazioni, per prevenire l’accesso indesiderato da parte di terzi, per rafforzare le in-
terfunzionalità della sicurezza delle informazioni e la fiducia dei propri Partner
commerciali, per soddisfare le richieste degli Stakeholder (Azionisti, Legislatore,
Clienti, Personale, Amministrazione e Comunità) dimostrando in tal modo di affrontare
e ge- stire il rischio, garantendo la sostenibilità del business e la protezione di segreti
com- merciali e del know-how aziendale32.
A valle delle definizioni dei singoli profili delineati, in questo caso, bisogna mettere in
luce che mentre l’organismo nazionale di accreditamento (Accredia per l’Italia) e gli
31 Fonte: Dichiarazioni rilasciate da consulenti esperti 32 Il sole 24 ore http://www.assoconsult.org/uploads/press/43_20170619-il-sole-24-ore_la-consulenza-accel- lera-con- la-
spinta-del-digitale.pdf
51
Organismi di certificazione, ispezione, verifica e convalida si qualificano come Ope-
ratori necessari con il compito di conferire al mercato globale una politica improntata
alla qualità e trasparenza, alla sana competizione, alla crescita sostenibile, all’aumento
di immagine e reputazione; le società di consulenza non si possono definire necessarie,
in quanto esse sono chiamate ad operare solo in caso di necessita da parte delle imprese
che devono avviare il processo di certificazione in qualità di supporto
all’implementazione delle procedure alla formazione del personale e audit interni.
La crescita della consulenza relativamente al settore delle certificazioni può essere si-
curamente un dato positivo, in quanto attesta la volontà da parte delle imprese private,
organizzazioni pubbliche e professionisti di inseguire la strada della certificazione per
svariati ed importanti motivi come il distinguersi dai competitor, accrescere la propria
visibilità e reputazione, valorizzare la propria offerta di beni e servizi e cercare nuove
opportunità di business anche sui mercati esteri. Bisogna chiedersi quante sono le
aziende che effettivamente inseguono questa strada e che hanno bisogno di essere cer-
tificate. Una prima analisi in questa direzione può essere fatta, considerando che la
struttura di questo settore (società di consulenza relativamente alle certificazioni) e il
suo potenziale sviluppo è inevitabilmente connesso alla struttura e alle dimensioni delle
imprese attive sul territorio italiano.
Spiegando meglio quanto appena affermato, si evince che l’Italia, è caratterizzata dalla
presenza di una miriade di micro imprese, che per la loro stessa natura si caratterizzano
da un numero di addetti relativamente basso e a ben vedere, la struttura del settore della
consulenza riflette inevitabilmente questa caratteristica di fondo.
52
Anche i risultati del 9° Censimento generale dell'industria e dei servizi confermano le
caratteristiche del nostro sistema produttivo, visto come una struttura dimensionale
fortemente frammentata e una dimensione media tra le più basse d'Europa33.
Questo approfondimento, in particolare, focalizza l'attenzione sulle imprese con 3-9
addetti (circa 837 mila, pari al 19% di tutte le imprese dell'industria dei servizi, e
occupano oltre il 23% degli addetti (3,8 milioni)34.
Ai fini della domanda di ricerca di cui sopra, 837 mila è il numero di imprese che
potenzialmente non è interessata al settore delle certificazioni, in quanto la consulenza
relativa alle certificazioni è infatti richiesta in misura maggiore da imprese di modeste
dimensioni e con una soglia minima di addetti pari a dieci-diciannove.
A conferma di ciò, si può ben evidenziare che quasi come una risposta fisiologica, le
piccole imprese, intese in termini di classi di addetti e di dimensioni, non hanno bisogno
di essere organizzate e quindi certificate non essendo dei veri e propri Sistemi
Organizzativi. In conclusione, il parametro evidenziato e segnatamente la dimensione
del sistema impresa ha una notevole influenza sulla crescita delle società di consulenza
relativamente al settore delle certificazioni e sull’andamento delle stesse. Questi due
aspetti sono tra di loro connessi, anche perché sono soprattutto le aziende più grandi e
con fatturati maggiori a spendere in consulenza ed a essere supportati nei loro processi
organizzativi, mentre le imprese più piccole o non ne hanno bisogno o la considerano
33 Fonte ISTAT, “Risultati del 9° Censimento generale dell'industria e dei servizi”. Documento disponibile in
https://www.istat.it/it/files/2013/07/Fascicolo_CIS_PrimiRisultati_completo.pdf 34 Ivi, Pag. 12.
53
una spesa discrezionale e rinviabile. Se in un primo momento l’attenzione si è rivolta
sul numero di aziende potenzialmente non interessate alla certificazione, in quanto non
costituenti dei veri e propri sistemi organizzativi per dimensioni strutturali e classi di
addetti, ci si presta ad analizzare infine l’altra faccia della medaglia, ovvero le aziende
potenzialmente interessate ad inseguire la strada della certificazione. Il supporto di cui
ci si avvale per avere una risposta attendibile è dato dalla consultazione dell’archivio
statistico delle imprese attive, il quale rende disponibile i dati sulle unità locali delle
imprese e i relativi addetti.
Dalla seguente consultazione, emerge che, le imprese attive nell’industria e nei servizi
di mercato sono 4,3 milioni e che il contributo delle micro imprese al sistema
produttivo è rilevante, dal momento che rappresentano il 95,4% delle imprese attive e
il 47,1% degli addetti complessivi. Tale contributo è risultato rilevante anche per una
comprensione e consapevolezza circa il numero elevato di aziende che non necessitano
di essere certificate35.
Se si considerano ora le imprese attive con classi di addetti compresi tra un range di
10-19 e 250 e più; le imprese che potenzialmente possono essere interessate ad
intraprendere la strada della certificazione, emerge che il totale delle aziende
certificabili è pari a 212.722. Se si confronta il dato emerso, ottenuto dalla somma del
totale delle imprese per le classi di addetti ritenute rilevanti ai fini dell’analisi, con il
numero di aziende attualmente certificate pari ad 87000, si evince che esse
35 Fonte: Archivio statistico imprese italiane.
54
rappresentano il 41% del totale. Un dato sicuramente positivo, ma che dimostra anche
che il mercato della certificazione viaggia ancora su cifre relativamente piccole, se si
tiene conto del nu- mero complessivo di aziende in Italia.
Allo stesso tempo il potenziale di mercato è consistente, soprattutto se si considera il
forte apprezzamento che le aziende esprimono nei confronti della certificazione, la
quale viene considerata come una delle principali leve strategiche per operare nella fase
di crisi. In Italia la ISO 9001 è la forma di certificazione più diffusa e si conferma
quindi come un importante apripista che consente agli organismi di certificazione pra-
tiche di cross selling (ovvero la vendita di più servizi) e capace soprattutto di diffondere
una maggiore cultura della qualità nel sistema produttivo.
2.2. Gli Operatori dei Sistemi Organizzativi
Accredia è l'Ente designato dal governo italiano ad attestare la competenza, l'indipen-
denza e l'imparzialità degli organismi e dei laboratori che verificano la conformità dei
beni e dei servizi alle norme.
Ogni paese Europeo ha il proprio Ente Unico di accreditamento, che opera in linea con
quanto stabilito dal Regolamento CE n. 765/2008 e dalla norma internazionale ISO/IEC
17011. Il regolamento in questione pone norme in materia di accreditamento e
vigilanza del mercato per quanto riguarda la commercializzazione dei prodotti e che
abroga il regolamento (CEE) n. 339/93" pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell'Unione
55
Europea il 13 agosto 2008 (L 218/30 IT).
Accredia è un’Associazione riconosciuta,
senza scopo di lucro, che opera sotto la
vigilanza del Ministero dello sviluppo
economico e che rappresenta tutti i soggetti portatori di interesse nelle attività di accre-
ditamento, dalle Pubbliche Amministrazioni ai soggetti accreditati, dalle organizza-
zioni d’impresa ai consumatori36. Essa è organizzata in tre dipartimenti cui fanno
riferimento i soggetti che operano nei diversi settori della valutazione della conformità
e segnatamente essi sono suddivisi nel seguente ordine: Dipartimento di certificazione
e ispezione, il quale si occupa dell’accreditamento di: Organismi di certificazione,
Organismi di ispezione, Organi- smi di verifica e convalida. A seguire ci sono i
laboratori di prova, i quali si occupano dell’accreditamento di laboratori di prova,
laboratori medici e prove valutative inter laboratorio. L’ultimo dipartimento di cui si
avvale Accredia è quello relativo ai laboratori di taratura, il quale si occupa
dell’accreditamento di laboratori di taratura, produttori di materiali di riferimento,
laboratori di misura di riferimento in ambito medico37.
La validità e l’affidabilità dei servizi accreditati possono essere verificate attraverso i
documenti accompagnatori, che devono essere rilasciati dagli organismi e dai labora-
tori che svolgono le corrispondenti attività di valutazione. Si elencano i documenti ac-
compagnatori di cui sopra:
36 Sito istituzionale ACCREDIA in http://services.accredia.it/db_context.jsp?ID_LINK=1740&area=310 37 Servizi accreditati da Accredia in https://www.accredia.it/servizi-accreditati/
56
- certificati di conformità, rilasciati dagli organismi di certificazione;
dichiarazioni di verifica, rilasciate dagli organismi di verifica e convalida;
- rapporti di ispezione, rilasciati dagli organismi di ispezione;
- rapporti di prova, rilasciati dai laboratori di prova;
- rapporti di analisi, rilasciati dai laboratori medici;
- rapporti di prove valutative inter laboratorio, rilasciati dagli organizzatori di
prove valutative;
- certificati di taratura, rilasciati dai laboratori di taratura;
- fogli informativi di prodotto e certificati di materiali di riferimento, rilasciati dai
produttori di materiali di riferimento;
- certificati di misura di riferimento in ambito medicale, rilasciati dai laboratori di
misure di riferimento.
Per le imprese, la scelta di avvalersi dei servizi degli organismi e dei laboratori accre-
ditati è generalmente volontaria, ma è in continuo aumento il numero dei settori per i
quali è la normativa nazionale ed europea a richiedere la verifica della conformità dei
propri prodotti o servizi per poter accedere a bandi di gara per l’assegnazione di
forniture, lavori e servizi in ambito pubblico e privato.
L’ambito obbligatorio, comporta ad ogni modo che determinate categorie di prodotti e
servizi possono circolare sul mercato solo dopo aver superato la verifica di conformità
di un organismo o un laboratorio accreditato, come nel caso di prodotti marcati CE,
prodotti agroalimentari, servizi ambientali e per l’efficienza energetica. Un numero
57
crescente di bandi di gara prevede come requisito di partecipazione il possesso di una
valutazione della conformità rilasciata sotto accreditamento.
Accredia, in qualità di Ente di parte terza indipendente, verifica che gli operatori
rispettino specifici parametri e segnatamente: la competenza, l’imparzialità, l’indipen-
denza, affidabilità tecnica.
La competenza è un fattore connesso all’esperienza e alla preparazione tecnica e
professionale del personale dell’organismo o laboratorio, le quali sono verificate in
funzione degli specifici settori operativi.
L’imparzialità mira ad accertare l’effettiva terzietà, in particolare degli organismi di
certificazione e ispezione, a garanzia dell’oggettività ed equità delle valutazioni.
L’indipendenza è legata agli ispettori e ai soggetti deputati a rilasciare la certificazione,
i quali devono dimostrare l’assenza di conflitti di interesse rispetto all’organizzazione
da certificare.
Gli ispettori dell’Ente verificano regolarmente il rispetto delle regole obbligatorie e
delle norme volontarie da parte degli organismi e dei laboratori che richiedono l’accre-
ditamento per rilasciare certificazioni ed effettuare ispezioni e verifiche, prove e tara-
ture. Le verifiche sono istruite e gestite da ispettori ed esperti qualificati da Accredia
nelle specifiche aree di competenza. Il personale altamente specializzato adotta
procedure codificate e costantemente monitorate. La metodologia di verifica si
caratterizza per:
rigore: con riferimento alle procedure applicate, ai metodi, ai criteri di valuta-
58
zione, ai sistemi di controllo;
flessibilità: nell’approccio pragmatico, che tiene conto delle caratteristiche spe-
cifiche del singolo organismo o laboratorio che presenta domanda di accredita-
mento.
L’ultimo parametro controllato da Accredia è l’affidabilità tecnica, in base alla quale,
i laboratori e le attrezzature utilizzate per le tarature degli strumenti di misura e per le
prove tecniche sui prodotti sono controllati per verificare la correttezza e l’attendibilità
dei risultati.
É doveroso portare alla luce l’importante ruolo che il sistema di accreditamento italiano
svolge nel mercato globale. Accredia, infatti è membro delle reti internazionali degli
Enti di accreditamento che assicurano l’equivalenza sul mercato globale delle verifiche
svolte dagli organismi e dai laboratori accreditati.
Essa è inoltre firmataria dei relativi Accordi internazionali di Mutuo Riconoscimento,
gestiti dalle reti internazionali degli Enti di accreditamento EA, IAF e ILAC, grazie al
superamento di un processo di valutazione inter pares.
Per tutte le attività di accreditamento Accredia è firmataria degli Accordi: EA MLA –
Multilateral Agreements; IAF MLA – Multilateral Agreements; ILAC MRA – Mutual
Recognition Arrangements.
Il marchio di accreditamento di un Ente firmatario apposto sul rapporto di prova o di
ispezione, o sul certificato di conformità o di taratura, agisce infine come passaporto
sui mercati internazionali. In virtù della presenza di tale marchio, un prodotto, un ser-
59
vizio, o una determinata professionalità possono circolare senza bisogno di ulteriori
test, ispezioni o verifiche.
L’appartenenza di Accredia alle reti mondiali ed europee di accreditamento garantisce
la conformità del suo modus operandi agli standard internazionali e l’uniformità delle
sue procedure a quelle applicate dagli altri Enti. Essa favorisce altresì la condivisione
delle best practice e rappresenta un’opportunità di confronto e di costante migliora-
mento. In conclusione, l'accreditamento è garanzia di:
Imparzialità: rappresentanza di tutte le Parti interessate all'interno dell' Organi-
smo/Laboratorio.
Indipendenza: gli auditor e i comitati preposti al rilascio della certificazione/rap-
porto garantiscono l'assenza di conflitti di interesse con l'organizzazione da cer-
tificare.
Correttezza: le norme europee vietano la prestazione di consulenze sia diretta-
mente che attraverso società collegate.
Competenza: l'accreditamento attesta in primo luogo che il personale addetto
all'attività di verifica sia culturalmente, tecnicamente e professionalmente quali
L’accreditamento si qualifica pertanto come una attività di rilevanza sociale ed
econo- mica che dà fiducia al mercato e, la credibilità degli organismi e dei
laboratori, unita- mente alla fiducia nelle attestazioni che essi rilasciano,
(certificati di conformità e di taratura, rapporti di prova e di ispezione) sono alla
base del funzionamento del mercato.
60
É grazie all’accreditamento, che organismi e laboratori possono valutare in maniera
competente, indipendente e imparziale il sistema di un’organizzazione, la prestazione
di un servizio, i requisiti di qualità e sicurezza di un prodotto.
Ad ogni modo, il sistema internazionale della valutazione di conformità è stato indicato
dall’Unione europea come lo strumento preferenziale dei Governi per garantire la si-
curezza e la qualità di beni e servizi, anche perché basato sul meccanismo delle valu-
tazioni inter pares tra Enti di accreditamento.
La fiducia nel sistema di valutazione della conformità e, dunque, la sua credibilità, è
testimoniata dall’andamento degli accreditamenti, in costante crescita negli ultimi anni,
anche come conseguenza dell’avvio di nuove attività di accreditamento, come la certi-
ficazione del sistema di gestione secondo la norma ISO 37001 per la prevenzione della
corruzione. La domanda di accreditamento, per tutti gli schemi e i settori gestiti da
Accredia, può essere presentata dagli organismi e dai laboratori che rilasciano servizi
di valutazione della conformità di beni e servizi.
L’accreditamento viene concesso agli operatori di valutazione della conformità che a
conclusione di un percorso di verifica regolare e approfondito risultino in possesso dei
requisiti previsti dalle norme armonizzate, dai documenti e dai regolamenti applicabili
allo specifico schema e settore di attività.
Una volta accreditati, gli organismi e i laboratori possono rilasciare sul mercato, certi-
ficati di conformità e di taratura, dichiarazioni di verifica, rapporti di prova, di analisi
e di ispezione con il marchio di accreditamento Accredia.
61
L’iter di accreditamento è scandito da fasi ben precise: una prima fase di verifica ini-
ziale, in cui Accredia, accerta il rispetto dei requisiti normativi e delibera il rilascio
dell’accreditamento: l’organismo o laboratorio è ufficialmente accreditato e può utiliz-
zare il marchio Accredia quale elemento di garanzia per il mercato38.
L’accreditamento dura quattro anni, periodo in cui, Accredia svolge verifiche periodi-
che per controllare il mantenimento nel tempo degli standard di competenza, indipen-
denza, imparzialità e affidabilità tecnica. Se l’organismo o laboratorio risulta irregolare
durante una verifica, Accredia può ridurre, sospendere o revocare il suo accredita-
mento. Un’altra importante fase è costituita dal rinnovo dell’accreditamento: a conclu-
sione del ciclo di accreditamento, Accredia procede al rinnovo con una nuova verifica
generale. È bene ricordare che la corretta diffusione del marchio di accreditamento è
fondamentale per valorizzare l’attività di valutazione della conformità degli organismi
e dei laboratori accreditati, e per promuovere l’affidabilità delle certificazioni, delle
ispezioni, delle verifiche, delle prove e delle tarature.
Gli organismi di certificazione, ispezione e verifica, in particolare, sono invitati a porre
in atto tutte le iniziative utili a sostenere l’uso del marchio Accredia nella versione
combinata con il proprio marchio presso i loro clienti, soprattutto nel caso di Enti e
imprese di maggiore visibilità e rilevanza sociale.
38 Iter di accreditamento in https://www.accredia.it/accreditamento/percorso-di-accreditamento/
62
L’obiettivo è accrescere e diffondere la consapevolezza del valore dell’accredita-
mento e sostenere Accredia nell’attività di comunicazione del proprio ruolo e della
propria funzione a garanzia della competenza degli organismi e dei laboratori.
Attraverso una costante attività di sorveglianza sull’attività degli organismi e dei labo-
ratori accreditati, Accredia garantisce in maniera continuativa il valore e l’affidabi- lità
dei servizi di certificazione, ispezione e verifica, prova e taratura da questi rilasciati sul
mercato. Gli organismi e i laboratori accreditati sono sottoposti a verifiche periodi- che
pianificate, anche successivamente al rilascio del certificato, per assicurare che i
requisiti di conformità attestati con l’accreditamento continuino ad essere rispettati.
In caso di inadempienza di un organismo o di un laboratorio rispetto ai requisiti richie-
sti per l’accreditamento, Accredia interviene con sanzioni di diversa entità, a seconda
della gravità dell’anomalia riscontrata.
Infine, qualora un organismo o un laboratorio ravveda irregolarità nel comportamento
di Accredia, rispetto a una decisione della Direzione o all’operato dei Comitati Setto-
riali di Accreditamento, si applica la disciplina dei ricorsi.
63
2.3. I benefici dell’accreditamento per i soggetti accreditati ed utilizzatori finali
L’accreditamento offre benefici tangibili a tutti i soggetti che si affidano ai servizi ac-
creditati, apportando vantaggi concreti all’intero sistema socio-economico, dalle
istituzioni alle imprese, ai consumatori39.
I benefici per i soggetti accreditati (organismi e laboratori) sono essenzialmente inscri-
vibili nell’acquisizione del maggior grado di reputazione e performance.
Un buon grado di reputazione fa sì che servizi degli organismi e dei laboratori accre-
ditati vengano richiesti in un crescente numero di settori, dal manifatturiero
all’agroalimentare, dal chimico al meccanico, da parte di imprese, organizzazioni
pubbliche e consumatori, sia a livello nazionale che internazionale, per scelta
volontaria o per obbligo di legge. In secondo luogo, un aspetto importante e
direttamente proporzionale ad aumentare il livello di performance è rintracciato nel
meccanismo della sorveglianza periodica, attraverso il quale, l’accreditamento
permette agli organismi e ai laboratori di monitorare la propria competenza e la propria
conformità alle norme, e offre un benchmark per continuare a migliorare le proprie
prestazioni e dimostrare l’elevata qualità del proprio lavoro. I benefici che invece le
istituzioni, le imprese e i consuma- tori, possono ricavare dell’accreditamento sono
rappresentati dai vantaggi che essi acquisiscono quando scelgono di affidarsi ai servizi
di valutazione della conformità rilasciati dagli organismi e dai laboratori accreditati.
39Benefici dell’accreditamento in https://www.accredia.it/accreditamento/benefici/
64
Più dettagliatamente, i benefici per le Pubbliche Amministrazioni sono sia il sup- porto
alla legislazione che la semplificazione dei controlli.
Ad ogni modo, l’applicazione degli standard internazionali di accreditamento e
valutazione della conformità riduce l’esigenza di legislazione nazionale aggiuntiva, ed
è complementare alla funzione di vigilanza del mercato s volta dalle Pub- bliche
Autorità. L’accreditamento consente di snellire l’iter burocratico, elimi- nando o
riducendo la necessità di controlli diretti nei confronti di organizzazioni pubbliche o
private che possiedono la certificazione, o che ricorrono ai servizi dei laboratori
accreditati. Inoltre, scegliere prodotti e servizi certificati e ispezionati da organismi
accredi- tati, e avvalersi di prove e tarature svolte sotto accreditamento assicura agli
Enti pubblici il pieno rispetto delle normative in tema di forniture per il settore pub-
blico. É interessante analizzare i benefici dell’accreditamento per le imprese che si
certificano, riscontrabili nella competitività e internazionalità.
A conferma di quanto appena detto, le imprese che scelgono di avvalersi della
certificazione accreditata per il sistema di gestione, per i prodotti o per i servizi, vedono
rafforzata la propria immagine in termini di reputazione e di affidabilità della propria
offerta commerciale. Esse risultano essere più incisive sul mercato, in virtù del
riconoscimento formale, da parte di un soggetto indipendente, di competenze e
procedure in linea con gli standard internazionali40.
40 Ibidem
65
Il riconoscimento internazionale dei servizi rilasciati dagli organismi e dai laboratori
accreditati permette alle imprese di espandere il business più agevolmente sui mercati
esteri, senza dover sottoporre i propri prodotti e servizi a verifiche e controlli aggiuntivi
nei Paesi di ingresso.
A valle dei benefici relativi all’accreditamento, si riscontrano quelli che ne derivano
per i consumatori, che sono essenzialmente riscontrabili in una garanzia di qualità, in
virtù del quale il certificato di conformità o di taratura, o il rapporto di prova o di
ispezione rilasciato sotto accreditamento, che accompagna un prodotto o un servizio,
attesta che il fornitore ha assolto tutti gli obblighi previsti per immettere sul mercato
un bene o un servizio affidabile e di qualità, secondo standard riconosciuti a livello
internazionale.
Un altro importante beneficio è insito nella riduzione dei rischi e in un maggior grado
di fiducia. Ciò è avvalorato dal fatto che il consumatore può fidarsi dei prodotti e dei
servizi certificati e testati dagli organismi e dai laboratori accreditati, perché soddisfano
stringenti requisiti di qualità e di sicurezza, e riducono i rischi associati al consumo.
A valle dei benefici riscontrati per i segmenti di mercato considerati, può risultare in-
teressante rilevare empiricamente una equivalenza tra i benefici sopradescritti per i
consumatori e imprese e il reale clima di fiducia degli stessi, positivo, e che sottende a
sua volta, una situazione di ripresa per l’economia italiana e attraverso il supporto delle
pubblicazioni economiche fornite della Banca D’Italia, si conferma quanto appena
66
assunto41. A ben vedere, il bollettino economico n°4/2017 suggerisce per l’economia
ita- liana una dinamica del prodotto robusta con una crescita attorno allo 0,5% e dal
lato dell’offerta l’attività ha continuato a espandersi nei servizi e nell’industria in senso
stretto, nelle costruzioni l’attività si è moderatamente ridotta, pur rimanendo superiore
ai livelli di un anno prima. L’indice del clima di fiducia dei consumatori è nettamente
migliorato grazie soprattutto all’andamento della componente relativa alla situazione
economica e alle attese future. Il clima di positività riscontrato, circoscrive sicuramente
il confine privilegiato per gli operatori dei sistemi organizzativi, i quali attraverso gli
strumenti in possesso e le competenze professionali possono offrire reali possibilità per
le imprese di essere competitive nel mercato globale.
2.4. L’accreditamento: trend e sviluppi normativi
Il settore in esame, connotato da trend positivi anche negli anni più severi della crisi
economica, evidenzia il progressivo consolidamento dell’accreditamento come
strumento per rendere più efficiente e sicuro il sistema economico degli scambi di beni
e servizi. La crescita degli accreditamenti in Italia è scandita da cifre positive che evi-
denziano in primo luogo che, tra il 2010 e il 2016 il numero degli accreditamenti ha
registrato una crescita del +39%, con un aumento da 1.629 a 1.676 organismi e labo-
41 Banca D’Italia, bollettino economico n°4/2017 in https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bollettino-
economico/2017-4/boleco-4-2017.pdf
67
ratori accreditati, e che circa il 70% degli accreditamenti rilasciati, riguardano certifi-
cazioni di prodotti e servizi, di sistemi di gestione per la qualità e ispezioni42.
Con specifico riguardo ai sistemi di gestione, emerge che sono cresciute, intorno al 3%,
le certificazioni di sistemi di gestione, rilasciate dagli Organismi accreditati ed analiz-
zando le tre tipologie rilevate (certificati, aziende e siti produttivi, ossia uffici, diparti-
menti o unità produttive delle aziende certificate), a dicembre 2016, la certificazione di
sistemi di gestione sotto accreditamento ha riguardato 87mila organizzazioni pub-
bliche e private, che detengono circa 113.900 certificazioni, e circa 143.600 siti azien-
dali. Tra questi ultimi, da segnalare la crescita dei sistemi di gestione per la sicurezza
delle informazioni UNI ISO 27001 (+24%), dei sistemi di gestione per la salute e sicu-
rezza sul lavoro (+9%) e ambientale (+6%).
Tra i 1.676 accreditamenti, inoltre, 342 sono relativi agli Organismi di certificazione,
ispezione e verifica, in crescita del 6% sul 2015. Aumenta altresì anche l’attività di
verifica sui soggetti accreditati balzata del 57% dal 2010 a oggi (e del 5% dal 2015)
raggiungendo 14mila giornate di valutazione.
I 342 organismi accreditati detengono complessivamente 590 accreditamenti, dal mo-
mento che molti soggetti operano in schemi diversi afferenti a quelli principali di cer-
tificazione, ispezione e verifica. L’aumento del numero di soggetti accreditati (+6%
rispetto al 2015) è coerente con l’incremento degli accreditamenti rilasciati nei vari
schemi, sempre +6% su base annua43.
42 Relazione annuale ACCREDIA 2016 in https://www.accredia.it/2017/05/12/relazione-annuale-accredia- 2016/ 43 Relazione annuale ACCREDIA 2016 in https://www.accredia.it/2017/05/12/relazione-annuale-accredia- 2016/
68
In altri termini, se aumentano gli organismi accreditati, o i settori accreditati, aumen-
tano le attività di valutazione della conformità accreditate. L’aumento delle certifica-
zioni emesse o conseguentemente del fatturato degli Organismi, significa che è aumen-
tato il numero delle certificazioni sotto accreditamento appunto perché sono aumentati
gli accreditamenti, e non è indice dell’aumento del numero delle certificazioni in asso-
luto in Italia. Se si guarda infatti al fatturato complessivo degli organismi accreditati si
evince un trend positivo con un +182%, ovvero oltre 2 miliardi per l’anno 2015, di cui
400 milioni derivante da attività accreditate44.
Questo dato però riflette l’aumento degli Organismi accreditati e del numero di schemi
di accreditamento, e non significa di per sé che il mercato della valutazione della
conformità abbia acquisito un ruolo maggiore. In ambito Europeo, l’Italia, occupa una
posizione di leadership in materia di accreditamenti e nel dettaglio, con 170 Organismi
accreditati da Accredia per rilasciare certificazioni di sistema di gestione per la qualità
e l’ambiente, essa guida la classifica dei 35 Enti di accreditamento aderenti a EA.
L’Italia, inoltre, con 202 accreditamenti è seconda, dopo la Germania, per numero di
Organismi che certificano servizi e prodotti, che riguardano anche il biologico e
l’agroalimentare di qualità a marchio DOP, IGP e STG, e quelli che devono circolare
sul mercato comunitario con la marcatura CE. Per quanto riguarda la certificazione
delle figure professionali, sono 37 gli Organismi che operano sotto accreditamento
44 Analisi dati fatturati OdC in file:///C:/Users/utente/Downloads/Analisi-dati-fatturato_luglio17%20(1).pdf
69
ACCREDIA, collocando l’Italia al terzo posto, dopo Turchia e Germania, nella
classifica degli Enti europei.
Il 2016 è stato un anno importante anche sotto il profilo istituzionale, con l’approva-
zione del nuovo Statuto di Accredia nel corso dell’Assemblea Straordinaria del 15 no-
vembre, e, successivamente, del Regolamento Generale di Applicazione dello Statuto,
a conclusione delle consultazioni e dei lavori che hanno coinvolto tutti gli Organi
dell’Ente. La norma ISO/IEC 17011 disciplina le attività degli Enti di accreditamento
in tutto il mondo, a garanzia della competenza, dell’indipendenza e dell’imparzialità
degli organismi e dei laboratori45.
Lo sviluppo normativo, sottende un significativo ampliamento del perimetro d’azione
degli Enti di accreditamento. È questo infatti l’importante passo in avanti fatto con la
nuova ISO/IEC 17011:2017 approvata da ISO (International Organization for Standar-
dization) il 12 ottobre scorso.
Dopo tredici anni dalla prima edizione della norma (2004), sono state diverse le esi-
genze che hanno spinto alla revisione. Tra queste, la volontà di renderla coerente con
le norme di accreditamento più recenti (ad esempio la ISO/IEC 17021-1 o le ISO/IEC
17065 e ISO/IEC 17024), di rispondere alle esigenze dettate dallo sviluppo tecnologico
(il certificato può non essere più un singolo documento cartaceo) e dal mercato (lo
sviluppo negli ultimi anni degli schemi proprietari).
45 Nuovo statuto Accredia, approvato il 10 aprile 2017 disponibile in https://www.accredia.it/documento/st- 00-rev-
05-statuto-accredia/
70
Rispetto alla precedente edizione, gli Enti potranno effettuare verifiche senza preav-
viso; un modo per rendere ancora più trasparente ed efficace la procedura dell’accre-
ditamento. E, ancora, qualora un organismo o un laboratorio commetta una frode,
l’Ente potrà revocare subito l’accreditamento, senza prima sospenderlo.
Con la nuova norma, inoltre, gli Enti di accreditamento dovranno avere sia una policy
per determinare i giorni di verifica (definendo la durata degli audit in base ai rischi di
un particolare settore o organismo) sia una policy per la valutazione degli schemi di
valutazione della conformità, attività che per gli Enti extra-europei (enti privati, con-
correnza tra enti di accreditamento anche all’interno di un solo stato) prima non era
prevista.
2.5. Le certificazioni in Italia e nel mercato globale
La trattazione prosegue la sua analisi, portando alla luce il valore che l’Italia assume in
termini di certificazioni e confrontando la sua posizione con i maggiori player del
mercato mondiale, che come già riscontrato sono la Cina e il Giappone.
Un ‘analisi relativa al mercato globale fa emergere che sono circa 1,5 mln le certifica-
zioni nel mondo, di cui 600 mila in Europa e oltre 160 mila in Italia.
Secondo dati ISO e Accredia, nel periodo che va dal 1993 al 2010, l'Italia è stata tra i
primi Paesi al mondo per numero e trend di crescita delle certificazioni dei diversi
sistemi di gestione, in particolare proprio i sistemi di gestione per la qualità, per l’am-
biente e per la sicurezza sul posto di lavoro. Una spinta all’adozione di queste norme è
71
senz’altro venuta dalla legislazione italiana che, in alcuni casi ne ha prescritto l'obbli-
gatorietà per la partecipazione a gare pubbliche. Restando in Europa, si assume che i
dati relativi alle certificazioni dei sistemi di gestione per la qualità, confermano l’Italia
in cima alla classifica europea, con oltre 150 mila certificazioni valide. In ottica
mondiale, l'Italia è al secondo posto di questa classifica, subito dopo la Cina 297.037
certificazioni e prima della Federazione Russa 62.265 certificazioni46.
Per rendere meglio l'idea, e comparare sistemi economici più vicini, basta aggiungere
che a livello europeo le nazioni più vicine sono la Spagna 59.854 certificazioni e la
Germania 50.583.
L’Italia, risulta essere inoltre prima in Europa per numero di certificazioni ISO 14001,
con quasi 27 mila quelle valide, con un aumento del 19,3%, rispetto al 2015, quarta
dopo Cina, Usa e Spagna e al terzo posto tra i Paesi con il miglior trend di crescita oltre
il 17%. Le certificazioni ISO 9001 e ISO 14001, restano ad ogni modo le più diffuse al
mondo, alle quali le imprese fanno ricorso per garantire il mercato della propria ca-
pacità di gestire risorse e processi produttivi, col fine di soddisfare i bisogni dei clienti
e per dimostrare che si sono dotate di una vera e propria politica ambientale con l'im-
pegno a rispettarla. Anche i dati Accredia confermano che le certificazioni più emesse
sono state rispettivamente la ISO 9001 e la ISO 14001, per le quali, inoltre le aziende
devono adeguarsi e rinnovarsi entro settembre 2018, così come stabilito dall'Interna-
46 Fonte ACCREDIA, sezione news in http://services.accredia.it/news_detail.jsp?ID_NEWS=724&area-
News=>emplate=news.jsp
72
tional Accreditation Forum (IAF), ossia l'Organizzazione internazionale che associa
tutti gli enti di accreditamento del mondo che valutano la competenza e l'indipendenza
degli organismi di certificazione.
Questi due schemi di certificazione, che portano l’Italia in una posizione di leadership,
hanno anche vissuto un periodo di flessione, infatti nel triennio che va dal 2012 al 2014
si è registrata una diminuzione dei certificati emessi con un -7% per i sistemi di ge-
stione della qualità e un -14% per i sistemi di gestione ambientale, con una conseguente
diminuzione del fatturato sotto accreditamento47.
Presumibilmente questi dati lasciano pensare che negli anni considerati hanno lasciato
la certificazione le aziende più piccole. Questi valori negativi, sintomo di una leggera
flessione in quegli anni, sono stati rimpiazzati da valori positivi, appunto il 3% per le
certificazioni dei sistemi di Gestione. Se in un momento di crisi le aziende più piccole
hanno lasciato la certificazione ora, in un periodo post crisi connotato da una ripresa
per l’economia italiana, si può attestare che il 73% delle piccole e medie imprese
certificate ritiene che l’ISO 9001 contribuisca a migliorare le prestazioni dell’azienda
e a risparmiare sui costi, il 14% considera questo tipo di certificazione come una scelta
strategica che ha permesso di compiere un vero salto di qualità. Solo l’8% non attri-
buisce nessuna utilità alla certificazione e appena il 5% la considera un appesantimento
burocratico. Soprattutto quelle di piccole dimensioni, vedono nella certificazione ISO
9001 uno strumento per partecipare in modo adeguato a gare d’appalto. Questo vale
47 Documento consultato dal sito Accredia in file:///C:/Users/utente/Downloads/6385_Dati_economici_de-
gli_Organismi_di_certificazione_e_ispezione_accreditati_al_31_dicembre_2014.pdf
73
per il mercato interno, ma anche per molti mercati esteri a cui le imprese italiane oggi
guardano. In conclusione, l’Europa occupa circa il 40, 6% del settore delle certifica-
zioni e l’Italia nello specifico il 10,6%, seguita dalla Germania con un 4,9%.
Le certificazioni, ovviamente non sono l’unico strumento per mantenere elevata la ca-
pacità competitiva dell’impresa, ma certamente esse aiutano a tenere meglio sotto con-
trollo molte variabili strategiche interne, a razionalizzare i processi e ad operare se-
condo standard che oggi i mercati esteri pretendono. Si considera che un’altra grande
fetta di mercato è detenuta dall’Asia e Pacifico con un bel 43,4% e si constata che nel
Mondo l’Italia è superata solo dalla Cina e Giappone, i due grandi player del mercato
mondiale.
Si può facilmente dire che l'Italia sia tra i primissimi Paesi al mondo per numero di
certificazioni, tanto più se si considera che il numero di imprese in Italia è nettamente
inferiore a quello di Paesi come Cina e USA. Questi dati possono essere considerati
positivi, soltanto a patto di verificare quanto le imprese italiane credano realmente nella
certificazione e nel suo valore. Certificarsi significa ottenere il riconoscimento della
qualità di ciò che si organizza, si produce o si offre in termini di prestazione e mai come
negli ultimi mesi si sta anche dimostrando quanto la certificazione possa impat- tare
sulle PMI e sull'economia. In un mercato sempre più globalizzato come quello attuale,
ottenere una certificazione dei sistemi di gestione "a norma", specie se rila- sciata da
un Organismo accreditato, diventa infatti strategico per le imprese che così possono
meglio competere, soprattutto nei bandi di gara pubblici, dove il possesso di tali
certificazioni accreditate spesso è previsto come requisito vincolante ed inoltre è un
74
requisito irrinunciabile per un’azienda che voglia essere competitiva sui mercati
globali, aumentando in tal modo la crescita delle esportazioni, che per l’Italia signifi-
cherebbe mantenere alto il valore del made in Italy, sinonimo di elevata qualità rico-
nosciuta all’estero per i prodotti italiani.
2.6. Utilizzatori dei sistemi organizzativi: imprese che si certificano
Si entra ora nel merito dei settori macroeconomici serviti dagli operatori di cui sopra e
che si qualificano come utilizzatori dei sistemi organizzativi, ovvero imprese pubbliche
e private che si certificano. Si è già messo in evidenza il numero di imprese effettiva-
mente certificate, grazie alla consultazione delle banche dati di Accredia, che permette
di rilevare non solo il numero delle aziende certificate ma anche lo schema di certifi-
cazione implementato nella propria organizzazione e il settore di attività in cui opera48.
Ebbene, si è riscontrato che sono oltre 87000 le imprese certificate tra organizzazioni
pubbliche e private. Esse assumono in termini percentuali un valore del 41% se
paragonate al totale delle aziende potenzialmente certificabili; dato quest’ultimo che è
stato ricavato attingendo all’archivio statistico delle imprese attive in Italia e
focalizzando l’attenzione sulle imprese con una dimensione media e con una classe di
addetti relativamente alta, quelle che in misura maggiore effettivamente hanno bisogno
di certificarsi, essendo sistemi organizzativi complessi.
48 Fonte ACCREDIA, settori EA di certificazione in http://services.accredia.it/db_context.jsp?ID_LINK=1751&area=310
75
L’analisi prosegue nella direzione dell’individuazione del peso che assume il settore
pubblico e privato in termini di certificazioni. Consultando il sito Accredia, l’Ente
unico per l’accreditamento in Italia, si evincono chiaramente le statistiche relative alle
aziende certificate presenti in ogni settore.
I settori di attività EA (European Accreditation) sono 39 e spaziano dall’agricoltura,
industria, aerospaziale, costruzioni, Pubbliche amministrazioni, servizi sociali ed altri
ancora. Quanto appena detto può risultare utile per comprendere meglio quale di questi
settori e quindi imprese pubbliche o private che operano in quel settore ricorrono in
misura maggiore alla certificazione. Partendo dal settore pubblico, gli enti locali e la
pubblica amministrazione in genere sono delle organizzazioni di tipo particolare, con
caratteristiche gestionali in gran parte assai diverse dalle organizzazioni di tipo
privatistico come le aziende. L’assicurazione della qualità, sia economica, sia sociale,
nelle diverse forme di certificazione di sistemi di gestione è uno strumento essenziale
al ser- vizio delle Pubbliche Amministrazioni in virtù del compito istituzionale che a
esse compete, in termini di tutela dei bisogni e delle attese dei cittadini.
Una delle ragioni di questa particolarità risiede nell’attribuzione ad essi di compiti e
responsabilità cogenti, non derogabili, molti dei quali specificatamente associati alla
salvaguardia e gestione dell’ambiente. Da ciò deriva una ancor più radicale differenza
con le organizzazioni private, infatti un ente locale (come una qualunque pubblica am-
ministrazione) non può rinunciare ai suoi compiti e non è in grado, in linea di massima,
di scegliere il proprio campo di attività; non si può immaginare l’interruzione dei ser-
vizi e dei compiti ad essa attribuiti.
76
Le Pubbliche Amministrazioni, sia centrali (Ministeri e relativi Organi Tecnici), sia
periferiche (Regioni, Province, Comuni, Enti locali), sono chiamate a tutelare i bisogni
di qualità dei cittadini (salute e sicurezza, educazione, mobilità, lavoro, opere pubbli-
che, ecc.), tramite la funzione loro propria di regolazione delle attività di produzione di
beni e servizi e della vita sociale in genere. Esse sono altresì chiamate a svolgere al
meglio il ruolo di “committenti”, accertandosi della qualità delle opere pubbliche com-
missionate ed infine il ruolo di erogatore di qualità.Le statistiche aggiornate al 2017,
però rilevano valori relativamente bassi per il settore della Pubblica amministrazione
(354 PA certificate) rispetto a tutti gli altri previsti. Il settore pubblico in generale,
considerando quindi non solo le Pubbliche amministra- zioni, ma anche la sanità ed
altri servizi sociali, occupa una fetta di mercato molto bassa se paragonato al settore
privato. Si stima che sul totale delle aziende certificate pari a 87000, il settore pubblico
conti all’incirca 10.000 aziende certificate per un peso dell’11, 50%. Da ciò discende
che a trainare il mercato delle certificazioni è per logicità il settore privato49.
Ebbene, dati che confermano quanto appena assunto sostengono che c’è una netta pre-
dominanza del settore delle costruzioni 21% del totale, cresciuto dell’8% rispetto al
2015 e a conferma di cui sopra, il 2017, secondo quanto dichiarato dall’Ance (Asso-
ciazione Nazionale Costruttori Edili) potrebbe, finalmente, rappresentare la svolta per
il settore delle costruzioni, con una previsione di aumento dello 0,8% degli investi-
49 Fonte ACCREDIA, statistiche di aziende certificate per settore di attività EA, aggiornato ad ottobre 2017. 52 Rassegna
stampa ACCREDIA, 12 giugno 2017 in https://www.accredia.it/pubblicazione/italia-primo-paese- in-europa-per
numero-di-certificazioni-nelle-costruzioni-e-secondo-al-mondo-dopo-la-cina/
77
menti in costruzioni. Un buon aumento delle certificazioni è stato altresì realizzato an-
che nel settore del commercio all’ingrosso +9% e nei servizi di ingegneria +13%52.
Proseguendo in questa direzione, le parole del Presidente di Accredia, possono risultare
di buon auspicio per il trend positivo già affermato nel settore delle certificazioni per
il settore privato. Secondo quando affermato dal Presidente Accredia, le strutture pro-
duttive più piccole che hanno sofferto la crisi, possono ora, nello scenario attuale, rior-
ganizzare le leve della competitività attraverso una maggiore affermazione della «cul-
tura della qualità» nel sistema produttivo nazionale: la qualità come un mezzo per il
rafforzamento delle imprese di piccole dimensioni.
Seguendo questa direzione, nel contesto economico che si sta vivendo, segnato da va-
lori positivi, le PMI potrebbero essere considerate un valore aggiunto per le società di
consulenza e potrebbero far innalzare il trend delle imprese certificate, ma per ora sono
solo delle previsioni. Mentre le aziende di dimensioni maggiori e con processi più com-
plessi hanno la percezione che il processo di certificazione sia diventato un passaggio
burocratico, le aziende di piccole e piccolissime dimensioni si gioverebbero di un mo-
dello certificabile assai più snello e semplice nell’applicazione, più adatto a questa ti-
pologia di impresa. Un punto importante è che l’efficacia delle certificazioni dipende
dalla capacità di chi implementa e gestisce il sistema e, successivamente dalla compe-
tenza specifica degli auditor dell’OdC che ne effettua la certificazione. Al contrario, se
le capacità e le competenze sono basse, il sistema e la sua certificazione saranno sola-
mente formali. Tale orientamento appare rilevante anche nel momento della scelta
dell’Ente di Certificazione. Sempre supportati dai dati offerti da Accredia, si riscontra
78
che il 34% delle aziende certificate si è indirizzato verso un organismo in grado di
garantire elevati livelli di know how tecnico-specialistico, mentre il 31% ha invece
preferito affidarsi a strutture prestigiose e riconosciute dal mercato, con l’intento di
associare all’immagine del marchio di qualità anche quella dell’Organismo di Certifi-
cazione che l’ha conferito. Infine, per il 17,3% delle aziende, la scelta è stata semplifi-
cata dal consiglio d’un consulente esterno. Si noti infine, quanto la figura del consu-
lente resti centrale nelle politiche di penetrazione del mercato e di avvicinamento ai
clienti, determinante nel convincere un’impresa ad attivare un processo di certifica-
zione e soprattutto nell’indirizzarla presso uno specifico Organismo di Certificazione.
Dai dati del rapporto emerge un mix tra interventi diretti da parte degli Organismi di
Certificazione e spontaneismo delle aziende che vi si rivolgono.
In particolare, i consulenti che assistono le imprese nel percorso per l’ottenimento della
certificazione restano il veicolo più importante, immediato e più efficace per fare in-
contrare l’offerta con la domanda di certificazione. I convegni, corsi di formazione e
pubblicità rappresentano un canale efficace, grazie al quale quasi la metà del campione
il 47% riesce a farsi conoscere53.
In molti casi le aziende intendono estendere il proprio utilizzo degli strumenti di certi-
ficazione fino a dotarsi d’un pacchetto integrato di schemi differenti. Tra i più richiesti
vi sono senza dubbio gli schemi relativi ai Sistemi di Gestione per la Salute e la Sicu-
rezza sul Lavoro, sistemi di gestione anticorruzione, quelli pertinenti ai Sistemi di Ge-
stione Ambientale e alla tutela della sicurezza delle informazioni.
79
Capitolo 3 Evoluzione del Sistema di Gestione ISO
9001
3.1 Le edizioni della norma ISO 9001
Nel tentativo di dare una corretta definizione di cosa sia concretamente la ISO 9001,
Accredia ci supporta in questo compito, definendola una norma internazionale, recepita
in Italia dall’UNI, l’Ente nazionale di normazione, che fissa i requisiti standard di un
Sistema di Gestione per la Qualità, che un'organizzazione deve dimostrare di soddi-
sfare per garantire il livello di qualità di prodotto e servizio che dichiara di possedere
con sé stessa e con il mercato50. Si entrerà pertanto nel merito della comprensione di
cosa sia un Sistema di Gestione per la Qualità, spiegando perché può essere utile adot-
tarlo e certificarlo secondo la norma ISO 9001.
Si chiarisce che il SGQ nasce essenzialmente da una esigenza di linguaggio comune,
di standardizzazione, con i clienti sia interni che esterni circa il modus operandi della
organizzazione, apportando vantaggi riscontrabili nella chiarezza organizzativa, nella
rintracciabilità dei documenti, nell’attivazione di strumenti di miglioramento ed uti-
lizzo di un Know-how condiviso e gestibile.
La ISO 9001 è sicuramente una norma fondamentale, applicabile a qualsiasi organiz-
zazione, grande o piccola, se si considera dall’analisi precedentemente effettuata che
50 Il significato della certificazione ISO 9001, Cosa significa la certificazione ISO 9001? Comunicato IAF sul significato
della certificazione di sistema di gestione – SGQ in https://services.accredia.it/context.jsp?ID_LINK=1230&area=6
80
oltre un milione di aziende e organizzazioni, in oltre 170 paesi, hanno un Sistema di
Gestione per la Qualità certificato e l’Italia occupa una posizione di leadership in
questo settore.
Le ISO 9001 ormai hanno una storia più che ventennale nelle Organizzazioni e nei
Sistemi di Gestione. La prima emissione si è avuta nel 1987 e la normativa si chiamava
UNI EN 29000. Le prescrizioni della presente norma miravano essenzialmente a evi-
tare che si verificassero non conformità nelle varie fasi del processo produttivo, dalla
progettazione fino all'assistenza51. Questa prima emissione dell’87 in Italia non ha
avuto una grossissima diffusione ma la diffusione maggiore si è avuta successivamente
con la revisione del 1994 che è durata quasi un decennio e che ha portato all’esplosione
e alla diffusione in larga scala dei Sistemi di Gestione in Italia. La prima grossa diffe-
renza si vede già nella sigla, in quanto nella ISO del 94 entra in gioco la classificazione
ISO e la differenziazione in tre normative da applicarsi a seconda del tipo di organiz-
zazione. In particolare, la ISO 9001:94 era la normativa da applicarsi nelle Organizza-
zioni che progettavano prodotti e servizi, la ISO 9002 per le Organizzazioni che esclu-
devano la progettazione e quindi il rifermento era a classi di industrie manifatturiere ed
infine la ISO 9003 per organizzazioni che facevano solo prove e collaudi. Quelle che
hanno avuto più successo sono state le prime due. Queste normative sono state adottate
fino agli inizi del nuovo millennio e il passaggio ad una nuova revisione si è reso
necessario poiché la struttura delle ISO 9000 versione 94 era molto legata ad in- dustrie
di progettazione e di produzione di prodotti, nonché industrie manifatturiere, e questo
51 Andreini P., “Qualità Certificazione Competitività”, Editore Ulrico Hoepli Milano, Milano, 2004.
81
ha rappresentato il grosso limite di questa ISO. Altre criticità della versione del 1994
erano una scarsa attenzione ai prodotti, una scarsa attenzione al miglioramento, una
maggiore attenzione concentrata sul "fornitore" e alle funzioni piuttosto che ai pro-
cessi ed infine una scarsa compatibilità con altri Sistemi di Gestione.
Da qui in poi lo scenario cambia e si ha una profonda revisione con la terza emissione
delle ISO 9001 versione 2000. La struttura è completamente cambiata e la prima dif-
ferenza è che scompare la classificazione iniziale tra ISO 9001, 9002 e 9003 e si parla
soltanto di una unica normativa ISO 9001 che è applicabile a tutte le tipologie di orga-
nizzazione e a tutte le tipologie di prodotti e servizi forniti, e a tutte le dimensioni.
Questo perché è cambiato l’approccio di definizione dei requisiti che è passato da un
approccio manifatturiero ad un approccio di sistema e di processo. L’approccio per
processi che è la grossa novità della ISO 9001 versione 2000 ha reso facilmente appli-
cabile i requisiti della norma a tutte le tipologie di organizzazione.
La ISO 9001 del 2008, ovvero la quarta emissione, ha subito pochissime variazioni a
livello concettuale di alcuni punti. Di seguito si elencano i principali accorgimenti presi
in esame per la versione del 2008. Ebbene, si fa esplicito riferimento al concetto di
“rischio” (elemento comune per i diversi Standard di Sistemi di Gestione), si ha un
maggiore allineamento con la ISO 14001, si ha una maggiore enfasi sull’autodetermi-
nazione delle organizzazioni (libertà/responsabilità nel definire le regole e i contenuti
del proprio QMS). Proseguendo, la versione del 2008 offre una più chiara definizione
di “prodotto”: il termine "prodotto" si applica solamente: a) al prodotto destinato al
cliente o da esso richiesto, b) a qualunque elemento voluto risultante dai processi di
82
realizzazione del prodotto. Altri punti importanti sono la maggiore enfasi sulla gestione
della competenza del personale, anche indirettamente coinvolto nel Sistema Qualità,
chiarimenti ed esempi relativi all’ “ambiente di lavoro” ed un esplicito riferimento
all’efficacia delle azioni correttive e preventive52.
Il breve excursus sulla dinamica evolutiva delle ISO, lascia il posto alla nuova edizione
2015 e alla definizione del suo metodo di implementazione. Si entrerà nel merito dei
requisiti di cui sopra che ben definiscono la creazione di un Sistema di Gestione per la
Qualità e l’adozione di quest’ultimo da parte delle aziende, ma prima ancora bisogna
subito premettere che esiste una differenza tra un’azienda che adotta un Sistema di Ge-
stione per la Qualità ed una che invece è Certificata secondo la norma ISO 9001:2015.
Ebbene, costruire un proprio Sistema di Gestione per la Qualità serve sia all’azienda
che desidera certificarsi, sia per quella che non vuole, in quanto, migliorare i processi
aziendali come proposto dalla norma ISO 9001 è sicuramente utile a prescindere dalla
certificazione, perché la norma fornisce tutti gli strumenti necessari per gestire al me-
glio la propria attività, aumentando le prestazioni del prodotto o del servizio che si
eroga, facendo crescere così il proprio business.
La norma ISO 9001, che attualmente è ad adozione volontaria, è in buona sostanza un
testo che fornisce delle regole di buona gestione aziendale adattabili a qualsiasi tipo di
attività, e può essere considerata come il primo passo per costituire il proprio Sistema
di Gestione per la Qualità, cioè quell’insieme di regole interne che l’azienda si pone
52 Relazione di Nicola Gigante, Ispettore ACCREDIA in
https://www.accredia.it/app/uploads/2009/01/234_GIGANTE_ISO9001_2008.pdf
83
per realizzare il proprio prodotto o servizio orientando i propri sforzi verso la
soddisfazione del Cliente.
Certificare la propria azienda significa invece subire un’ispezione periodica da parte di
Enti di Certificazione accreditati e preposti a tale scopo, che andranno a verificare se
l’azienda ha progettato un buon Sistema di Gestione per la Qualità modellato sulla pro-
pria attività ed organizzazione, se l’ha implementato correttamente e tenuto aggiornato.
Essere certificati ISO 9001 dimostrerà che l'organizzazione ha predisposto un Sistema
di Gestione della Qualità adeguato per i suoi prodotti e processi ed appropriato per lo
scopo di accreditamento, avrà analizzato e compreso le esigenze e le attese dei clienti.
Dimostrerà altresì che l’azienda si adopera per prevenire le non conformità e adotta
processi di miglioramento predisposti per risolvere eventuali non conformità ed azioni
correttive per evitare che si ripetano. Così come la norma ISO 9001 è ad adozione
volontaria, allo stesso modo certificare il proprio SGQ non è obbligatorio, ma sicura-
mente consigliato se si considera che molte grandi aziende, Enti Statali e Pubblici ri-
chiedono ai loro fornitori, giustamente, la certificazione ISO 9001 per poter lavorare
con loro tramite gare o appalti pubblici e allo stato attuale delle cose in molti settori
sembra diventato un obbligo avere la certificazione, visto che non averla comporte-
rebbe la perdita di un settore di mercato o di un Cliente molto importante.
Ciò trova conferma con quanto dichiarato nel corso dell’intervista con un’azienda ope-
rante nel settore dell’edilizia la cui attività economica è la progettazione e costruzione
di edifici civili, il restauro di beni immobili sottoposti a tutela ed installazione e manu-
84
tenzione di impianti tecnologici53. Ebbene è emerso chiaramente che nonostante
l’azienda sia certificata SOA: Certificazione che qualifica l’impresa a partecipare agli
appalti pubblici in categorie di opere e classifiche di importo, in ogni caso dalla terza
classifica in poi (fino a euro 1.033.000) c’è l’obbligo di essere certificati ISO 9001. É
altresì emerso che aldilà dell’acquisizione delle classifiche, la certificazione aiuta a
gestire un po’ la parte burocratica e la parte organizzativa e che è sicuramente un punto
a favore dell’impresa.
La certificazione pertanto non deve essere vista dagli imprenditori, come una tassa da
pagare per poter accedere ad un determinato lavoro o poter lavorare con una data
azienda o Ente. Questo è un approccio sicuramente sbagliato, perché a prescindere che
venga richiesta per lavorare e quindi rappresenti una sorta di obbligo cui si deve sotto-
stare per non perdere le opportunità che il mercato offre, bisogna ricordare che dietro
la certificazione c’è innanzitutto un Sistema di Gestione per la Qualità, che se
strutturato in maniera idonea, aiuterà senza dubbio l’azienda ad ottimizzare i processi,
a ridurre così gli sprechi, ad innalzare la qualità del lavoro che svolge il personale
aziendale, a monitorare e controllare le fasi di lavorazione, le forniture, i costi sostenuti,
le prestazioni del prodotto, ed avere, grazie alla compilazione della modulistica che la
normativa impone di avere, uno storico dei dati sull’andamento globale dell’azienda,
che potrà essere elaborato per ottenerne dati statistici e visionare così lo status in cui
53 Fonte: Intervista rilasciata dal Responsabile per la Qualità di azienda operante nel settore delle costruzioni.
85
l’azienda si trova, permettendo azioni tempestive ed efficaci volte a correggere e mi-
gliorare costantemente ogni settore aziendale.
Ebbene, si definiscono i requisiti di un Sistema di Gestione della Qualità, descritti in
un apposito Manuale della Qualità che per l’appunto ha lo scopo di illustrare come una
azienda si fa carico dei requisiti indicati dalla norma ISO 9001, nell’ottica di un mi-
glioramento continuo dell’organizzazione aziendale.
Esso è uno strumento per consentire a tutte le risorse a tutti i livelli di comprendere,
attuare e sostenere i principi, gli impegni e gli obiettivi, consentire una corretta gestione
degli aspetti legati alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, garantire una corretta
identificazione e gestione degli aspetti ambientali significativi. Si mette in evidenza a
tal proposito che con la nuova edizione del 2015, il Manuale della Qualità tenderà a
scomparire dal contesto organizzativo, anche se l’esigenza della documentazione per-
mane ed è comunque necessario documentare, mantenere e conservare tutte le infor-
mazioni più importanti per l’organizzazione.
3.1 La ISO 9001:2015 Definizione e metodo di implementazione
Si focalizza ora l’attenzione sulla pratica effettiva, cioè sull’implementazione di un
Sistema di Gestione per la Qualità per un’organizzazione che fa riferimento alla nuova
norma edizione del 2015; una norma chiara con una propria struttura che mutua alcuni
concetti dalla versione precedente che come visto è quella relativa al 2008.
86
Implementare un Sistema Gestione per la Qualità vuol dire comprendere i requisiti che
lo strutturano e comprendere le dinamiche che lo sottendono. Per implementarlo per-
tanto, l’azienda o ente deve fare riferimento a sette punti fondamentali, che sono
operativi e pratici della norma54.
In prima istanza è necessario che l’organizzazione definisca il proprio contesto, sia
interno che esterno all’interno del quale svolge le proprie attività. Questo requisito è
scandito da quattro momenti: la comprensione del contesto, la comprensione delle
aspettative delle parti interessate, il campo di applicazione, il Sistema di Gestione della
Qualità e relativi processi. La comprensione del contesto esterno può essere facilitata
considerando le questioni che emergono dagli ambienti legale, tecnologico, competi-
tivo, di mercato, culturale, sociale, sia internazionale, che nazionale, regionale o locale.
La comprensione del contesto interno può essere facilitata considerando le questioni
relative a valori, cultura, conoscenza e prestazioni dell'organizzazione. Le parti inte-
ressate possono essere molteplici: un rappresentante, un ente, un’associazione di cate-
goria che ha delle esigenze e delle aspettative dall’organizzazione, gli stessi dipendenti
e i clienti. Il Campo di applicazione guarda essenzialmente ai servizi e prodotti, a tutte
le attività svolte, le quali sono raggruppate per processi e distinte per fasi. Quando poi
si disciplinerà il processo in quel caso si entrerà nel merito delle procedure che vengono
utilizzate quando si sviluppa il punto della norma relativo alle attività operative.
54 Pieracci. F, “La nuova ISO 9001:2015 Come adeguare il Sistema Di Gestione per la Qualità”.
55 Ibidem
87
Conoscere l’organizzazione significa poter creare un documento che diventa di utilizzo
comune all’interno della stessa, di modo che guardando a questo documento si capi-
scano quali sono le situazioni in cui versa l’organizzazione e di cosa si occupa.
Il secondo passo da affrontare per l’implementazione di un Sistema di Gestione per la
Qualità è quello di dare un impianto di leadership55. Per questa norma la leadership ha
un ruolo fondamentale e il leader ha due compiti fondamentali: deve assumere un im-
pegno verso l’organizzazione e deve definire la politica per la qualità.
La Qualità, si badi bene è un concetto che in linguaggio tecnico significa conformità
alle esigenze e aspettative delle parti interessate, pertanto se ciò che si fa soddisfa le
esigenze di ciò che si dice, vuol dire che è stato fatto in regime di qualità. Stabilire la
politica della qualità, a sua volta vuol dire fare una dichiarazione, fare essenzialmente
una dichiarazione relativa al funzionamento generale di un’organizzazione in ambito
di qualità e attribuire dei ruoli e responsabilità all’interno dell’organizzazione. Leggere
la politica per la qualità significa comprendere il cuore dell’organizzazione, ciò che
essa nutre al proprio interno come atteggiamento nei confronti dei clienti e parti inte-
ressate. Solo quando si è definito il contesto e si è dato un impianto alla leadership, si
affronta il passo successivo relativo alla pianificazione del Sistema di Gestione per la
Qualità. Questo punto trova riscontro all’interno del concetto espresso da Daming, con-
siderato il padre fondatore del movimento della qualità, ovvero del ciclo PDCA. Per
migliorare in modo continuo si può applicare una metodologia sistematica di problem
88
solving che è passata alla storia della qualità con il nome di ciclo PDCA o di ruota di
Deming56. Questa metodologia è al centro della UNI EN ISO 9001:2008 e prende il
nome dalle iniziali delle sue quattro fasi. Abbiamo più volte focalizzato l’attenzione
sull’approccio per processi che è la grande novità delle ISO versione 2000. Ebbene,
esso si applica facendo ricorso alla metodologia del PLAN-DO-CHECK-ACT.
L’azienda applica ai propri processi la seguente metodologia: Plan, ovvero pianifica gli
obiettivi del sistema e i suoi processi, le risorse necessarie per fornire i risultati in
conformità ai requisiti del cliente e alle politiche dell’organizzazione, e identifica e
affronta i rischi e le opportunità. Il DO si riferisce all’attuare ciò che in un primo
momento è stato pianificato, il CHECK, si riferisce al verificare, monitorare e misurare
i processi, i prodotti e i servizi risultanti, a fronte delle politiche, degli obiettivi, dei re-
quisiti e delle attività pianificate e infine l’ACT
è l’agire vero e proprio e fa leva su azioni per
migliorare le prestazioni, per quanto è
necessario. La pianificazione è fatta di obiettivi
per la qualità, ravvisabili non solo nel fatturato,
nei costi e nei ricavi, ma si prendono in
considerazione anche obiettivi di diversa natura
come per esempio la soddisfazione del cliente e delle parti interessate. L’edizione del
2015 a tal riguardo presenta un concetto ulteriormente interessante, relativo al risk
based thinking. Sulla base di questo principio, quando si stabilisce un obiettivo, bisogna
56 Manzoni G., De Angelis F., “Sviluppo della qualità in azienda”, Edizioni FAG Milano, 2007, p.43
89
prendere in considerazioni i rischi e le opportunità, nonché le con- dizioni favorevoli e
sfavorevoli per raggiungere la qualità. Infine, gli obiettivi devono essere smart, ovvero
specifici, misurabili, basati su un’azione concreta, realistici e de- finiti nei tempi e nei
costi. La pianificazione lascia il posto ad un ulteriore requisito, quello del supporto,
indicando con esso tutto ciò che è a supporto nel perseguimento degli obiettivi di
qualità: si va dalle risorse presenti nell’organizzazione, alla competenza, alla
consapevolezza, alla gestione della comunicazione alle informazioni documentate La
norma prevede poi per poter implementare concretamente il SGQ, che vengano
disciplinate le attività operative, passando in tal modo da semplici documenti redatti
alle procedure vere e proprie. Si possono definire svariate attività operative come ad
esempio, le attività di progettazione e sviluppo del prodotto e servizi, le attività per
acquisire risorse esterne, attività di produzione ed erogazione del servizio, attività
relative al controllo di eventuali output non conformi. Le attività quindi hanno un
bersaglio ben preciso, in quanto fanno riferimento al cliente e alla sua soddisfazione.
A conclusione dei requisiti previsti dalla norma ISO 9001:2015 si elencano infine la
va- lutazione delle prestazioni, ed il miglioramento continuo57. In base al primo punto,
l’organizzazione attraverso il monitoraggio deve assicurare risultati validi e garantire
il mantenimento della soddisfazione del cliente. Esempi del monitoraggio della
percezione del cliente possono comprendere indagini sui clienti, feedback da parte del
cliente sui prodotti o servizi forniti, riunioni con il cliente, analisi delle quote di
mercato, espressioni di gradimento, richieste di interventi in garanzia e rapporti dei
57 Ivi, p.47
90
vendi- tori. Sono compresi anche gli audit interni cioè le verifiche sulle attività per
accertare che le attività siano conformi a quanto previsto in fase di pianificazione ed il
riesame della direzione, in base al quale si riesamina l’intero percorso compiuto
dall’organizzazione. L’ultimo requisito è il miglioramento continuo e l'organizzazione
andrà a de- terminare e selezionare le opportunità di miglioramento, metterà in campo
le azioni necessarie per soddisfare i requisiti del cliente ed accrescere in tal modo la
sua soddisfazione. Si prenderà in considerazione tutto ciò che si può manifestare come
non conformità e le relative azioni per fronteggiare queste non conformità:
prevalentemente azioni correttive per riallineare l’organizzazione verso una direzione
già stabilita in fase di pianificazione. Si evidenzia come la finalità di un SGQ sia quella
di lavorare in direzione del miglioramento dell’azienda, perché solo attraverso il
miglioramento un’azienda può competere in settori che diventano sempre più
concorrenziali. Utilizzano il ciclo PDCA, sopradescritto si contribuisce a focalizzare i
processi e gli obiettivi dell’SGQ verso questo miglioramento auspicato, ottenendo
risparmi di tempo e denaro che possono essere usati per migliorare ulteriormente. La
descrizione della norma ISO 9001: 2015 e il relativo metodo di implementazione è
stato altresì analizzato da un punto di vista più riavvicinato grazie ai contributi offerti
dall’azienda che nel percorso di trascrizione del lavoro di tesi si ha avuto modo di
incontrare ed intervistare. Si è avuta la possibilità non solo di attingere a documenti
importanti richiamati dalla norma in questione, ma anche la possibilità di entrare in
contatto con Responsabili di Qualità. L’azienda in questione che opera nel settore
dell’edilizia è certificata ISO 9001:2015 e si è dotata di un manuale integrato di
91
Gestione Qualità, Ambiente, Sicurezza; uno strumento organizzativo per la
realizzazione, il miglioramento e la costruzione delle attività che hanno influenza sulla
qualità del prodotto/servizio. Un manuale integrato che si qualifica come reale
proprietà intellettuale dell’Azienda. In relazione all’approccio per processi, l’azienda
intervistata adotta questo principio per sviluppare, attuare e migliorare l’efficacia del
suo sistema di gestione integrato. Essa ritiene che comprendere e gestire processi
correlati come sistema contribuisca all’efficacia e all’efficienza della propria
organizzazione nel conseguire i risultati attesi. La gestione per processi assicura la
comprensione e la soddisfazione costantemente dei requisiti, considera i processi in
termini di valore aggiunto, assicura il miglioramento del processo basato sulla
valutazione dei dati e delle informazioni. Nel corso dell’intervista, si è evidenziato
quanto il manuale in questione, integrato nel caso specifico, in quanto implementa e si
fa carico dei requisiti indicati dal sistema di gestione della qualità, ambiente e
sicurezza, sia stato redatto in maniera dinamica, fatto su misura sulla società, e non
assimilabile ad un manuale standard. Un manuale fatto in applicazione di ciò che
concretamente si utilizza e senza una ridondanza di carte e documenti, così come
definito dal Responsabile Qualità dell’azienda58. Il manuale integrato redatto nel 2011
è stato sottoposto a varie revisioni nel corso degli anni, e tra le ultime revisioni c’è
quella relativa all’aggiornamento in accordo alla norma UNI EN ISO 9001:2015,
affinché l’azienda abbia la capacità sia di fornire sistematicamente prodotti e servizi
che soddisfino il cliente e gli applicabili requisiti legali e regolamentari, sia di
58 Fonte: Intervista rilasciata dal Responsabile per la Qualità di azienda operante nel settore delle costruzioni
92
affrontare rischi ed opportunità in funzione del suo contesto e obiettivi. In ultima
istanza sarebbe bene sottolineare l’importanza crescente per l’adozione di un sistema
integrato, dal momento che la complessità aumenta, il mercato è sempre più
concorrenziale, si evidenzia una maggiore consapevolezza ambientale e pertanto la
necessità di un approccio sistematico non è mai stata così importante. Ora che le nuove
versioni di ISO 9001 e ISO 14001 sono presenti, l'opzione migliore è quella di integrare
i requisiti delle norme e creare un Sistema di Gestione Integrato (IMS). Il
raggiungimento della certificazione del proprio Sistema di Gestione della Qualità non
dovrebbe rappresentare un traguardo per un’organizzazione ma un punto di partenza
per il raggiungimento della Qualità Totale59. In un’ottica di Qualità Totale, anche
l’ambiente con il suo impatto sul sistema sociale, politico ed economico riveste
un’importanza notevole se consideriamo le risorse naturali come beni collettivi, così
come le tematiche relative alla salute, alla sicurezza e alla responsabilità sociale.
Conviene quindi prepararsi da subito a gestire un sistema integrato progettato
ottimizzando i processi e razionalizzando la relativa documentazione, piuttosto che
impegnarsi solo a certificare il Sistema Qualità. Una visione unitaria del sistema
aziendale, infatti, valorizza l’intera organizzazione attraverso una migliore visibilità
degli obiettivi comuni, l’unicità di gestione e un unico riferimento per la
documentazione e per la gestione dei dati, l’ottimizzazione delle risorse, il
contenimento dei costi ed una migliore integrazione delle competenze. Avere due
59 Il sole 24 ore “Certificazioni UNI EN ISO 9001 e 14001, imprese chiamate al rinnovo entro settembre 2018” in
http://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/avvocatoAffari/newsStudiLegaliEOrdini/2017-11-08/cer- tificazioni-uni-en-
iso-9001-e-14001-imprese-chiamate-rinnovo-entro-settembre-2018-165242.php
93
sistemi di gestione anziché uno richiede che si raddoppino tempo e risorse per il loro
mantenimento. Questo implica l’eseguire per due volte la stessa attività, come gli audit
interni o il riesame della direzione, per non parlare dell’accumulo di documentazione.
In alcuni casi, ciascuna delle norme è implementata da una persona diversa, per cui i
sistemi possono seguire logiche o strutture differenti. Inoltre, i documenti e i processi
sono definiti in modo diverso e questo può portare ulteriore complessità a un sistema
già complesso. Avere due sistemi di gestione separati all'interno della stessa azienda
può facilmente trasformarsi in un incubo organizzativo e, invece di dare sostegno alla
società, diventano un fardello che tutti evitano e le norme vengono implementate solo
formalmente. D'altra parte, avere un Sistema di Gestione Integrato (IMS) che soddisfi
i requisiti di entrambe le norme facilita la manutenzione e il coordinamento delle
attività. A ciò si aggiunge che le due norme qualità e ambiente hanno gli stessi requisiti
e l’integrazione dei requisiti delle norme può offrire quanto segue: La possibilità di
risparmiare risorse, la possibilità di diminuire il volume della documentazione, la
possibilità di una migliore connessione tra processi e attività, la possibilità di evitare il
sovrapporsi e duplicarsi delle attività.
94
3.3. Revisione del Sistema di Gestione ISO 9001: le novità introdotte dalla nuova
edizione 2015
L’analisi prosegue con il mettere in evidenza le principali novità introdotte dalla nuova
edizione del 2015 pubblicata il 15 settembre dello stesso anno che stabilisce i requisiti
per il Sistema di Gestione Qualità e che è stata voluta e decisa da IAF, L’International
Accreditation Forum nel corso dell’Assemblea Generale tenutasi a Vancouver lo
scorso ottobre. È una revisione importante perché porta alle organizzazioni un modello
rinnovato, un modello che può permettere sia alle organizzazioni certificate che a
quelle non certificate di applicare un sistema qualità efficace e virtuoso e di allinearlo
ad altri Sistemi di Gestione60.
Ebbene, le aziende certificate in riferimento alla revisione 2008 della ISO 9001 devono
effettuare la transizione alla nuova versione entro settembre del 2018 e si sottolinea che
le aziende che effettuino audit di sorveglianza o rinnovo senza allinearsi al nuovo
standard, incorrono in costi maggiori, perché obbligate a rifare un audit di adeguamento
alla versione 2015 entro il prossimo settembre. Gli organismi di certificazione saranno
impegnati a svolgere tutte le verifiche per la prima certificazione, le sorveglianze o i
rinnovi, secondo la nuova edizione. La nuova edizione prevede sette principi invece
degli otto della revisione del 2008, ma la sostanza è la stessa. I principi sono
l’attenzione al cliente, la leadership, il coinvolgimento delle persone, l’approccio per
60 file:///C:/Users/utente/Downloads/5947_La_nuova_norma_ISO_9001_2015_Presentazione_ACCREDIA- 1%20(1).pdf
61 Manzoni G., De Angelis F., “Sviluppo della qualità in azienda”, Edizioni FAG Milano, 2007
95
pro- cessi, il miglioramento, le decisioni basate su evidenze e la gestione delle relazioni.
Viene essenzialmente eliminato il principio di approccio sistemico alla gestione61.
La nuova versione ha come visto dieci requisiti, invece degli otto di quella precedente
e al posto di sei procedure obbligatorie, ora ci sono sei documenti obbligatori che non
devono necessariamente essere sotto forma di una procedura. Ciò può essere un po’
disorientante all’inizio, ma l’intenzione è quella di dare maggiore libertà nella docu-
mentazione del Sistema di Gestione della Qualità.
La nuova edizione presenta alcuni nuovi requisiti, ma i più significativi sono il Contesto
dell’organizzazione (punto 4) e le Azioni per affrontare rischi e opportunità (punto 6.1)
e l ’idea che sta dietro questi nuovi requisiti è integrare l’SGQ nelle attività quoti- diane
dell’azienda. Sulla base di quanto appena assunto la nuova edizione auspica un
maggiore coinvolgimento dell’imprenditore, il quale è chiamato a fare un’analisi del
rischio, identificando gli aspetti che potrebbero mettere a repentaglio il suo business, e
un’analisi del contesto, individuando i punti di forza e di debolezza del mercato di
riferimento, dei competitor e di tutte le parti interessate.
Per quanto riguarda l’analisi di contesto, in realtà non si tratta di una novità assoluta in
quanto la versione 2008 della norma nell’introduzione recitava: “La progettazione e
l'attuazione del sistema di gestione per la qualità di un'organizzazione sono influenzate
dal contesto nel quale essa opera”.
62 Manzoni G., De Angelis F., “Sviluppo della qualità in azienda”, Edizioni FAG Milano, 2007
96
Con la nuova versione l’organizzazione deve individuare ed analizzare i fattori interni
ed esterni che sono rilevanti per i suoi obiettivi strategici e che influenzano la sua
capacità di ottenere i risultati attesi dal sistema di gestione per la qualità.
L’obiettivo è di elevare il livello di visione strategica dell’organizzazione nel proget-
tare il sistema di gestione per la qualità, tenendo conto del contesto in cui la stessa
opera. Per avere una visione più completa ed ampia del contesto è bene che
l’organizzazione coinvolga più competenze: marketing e vendite, acquisti,
amministrazione e finanza, risorse umane, direzione tecnica, produzione. Di fatto, il
concetto si sposta dall’introduzione alla parte prescrittiva della norma e quindi il
ragionamento che ha portato all’impostazione del sistema di gestione deve essere, in
qualche modo, documentato. Essenziale resta l’analisi approfondita della correttezza
del campo di applicazione del sistema di gestione per la qualità: lo stesso deve essere
coerente con le richieste dei clienti e con i requisiti cogenti. È anche richiesto di
verificarne la coerenza con il contesto interno ed esterno in cui opera
l’organizzazione62.
Si invoca una presa di maggior coscienza, più che mai ora che le imprese sono chiamate
ad affrontare sfide diverse da quelle di qualche decennio fa e i consumatori sono più
consapevoli, hanno largo accesso alle informazioni e aspettative più elevate e per tali
motivi richiedono un livello di qualità sempre crescente.
97
La norma UNI EN ISO 9001:2015, ma come del resto anche la UNI EN ISO
14001:2015 intervengono nella gestione della strategia aziendale in un momento di
rilancio dell’economia, a supporto delle imprese nel posizionamento su un mercato
globale che si fa sempre più diversificato e complesso.
Tra gli elementi innovativi della UNI EN ISO 9001 vi è sicuramente una maggiore
motivazione e coinvolgimento del top management, attraverso l’introduzione del con-
cetto di rischio Risk Based Thinking e dell’analisi del contesto63.
La norma ISO 9001:2015 affronta con decisione la riduzione dei rischi connessi alla
variabilità e complessità del contesto in cui l’azienda opera. La gestione e riduzione dei
rischi diventa un elemento fondante da perseguire per soddisfare l’esigenza del cliente
e delle parti interessate e per valorizzare e migliorare il bene ed il servizio of- ferto.
Ragionare in un’ottica di Risk Based Approach diventa fondamentale per pianificare il
sistema di gestione per la qualità e renderlo trasversale a tutto lo standard e per creare
nelle organizzazioni nuove responsabilità. L’azienda dovrà dunque analizzare rischi ed
opportunità, classificarli in rapporto alla gravità delle conseguenze, pianificare le azioni
volte ad affrontare i rischi, in quanto se ben individuato ed analizzato, esso si trasforma
in opportunità di miglioramento. Altri contributi offerti dalla nuova edizione sono il
rafforzamento del focus sul cliente, migliorare l’approccio per processi e il ciclo
PDCA, decentralizzare le responsabilità del SGQ in tutta l’organizzazione, un
63 file:///C:/Users/utente/Downloads/5947_La_nuova_norma_ISO_9001_2015_Presentazione_ACCREDIA.pdf
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maggiore coinvolgimento dell’alta direzione, nonché un impianto di leadership ben
strutturato e una maggiore enfasi sul monitoraggio delle performance.
A ben vedere, le organizzazioni con un sistema di gestione della qualità certificato UNI
EN ISO 9001:2015 dimostrano il proprio impegno verso una maggiore efficienza or-
ganizzativa, attraverso una puntuale definizione degli obiettivi e il loro riesame una
volta che questi siano stati raggiunti. La certificazione secondo questo standard rappre-
senta senza ombra di dubbio un messaggio forte e positivo dell’impegno dell’impresa
alla gestione della qualità di fronte ai propri clienti e fornitori.
Con le novità introdotte dalla norma si ribadisce che diventa inoltre più semplice uni-
formare ed includere nel proprio Sistema di Gestione della Qualità gli elementi delle
altre norme considerate pertinenti, come le norme ambientali ISO 14001 e gli elementi
della futura ISO 45001 sulla gestione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, age-
volando ed incoraggiando sempre di più l’adozione di sistemi integrati.
99
3.4. Parametri per la scelta del sistema di certificazione ISO 9001:2015 idonei
alla singola impresa
Si mettono in evidenza i parametri per la scelta di uno schema di certificazione con-
forme alla ISO 9001:2015 idoneo alla singola impresa, indicando con essi il settore di
attività, le dimensioni aziendali, la tipologia di impresa e l’appartenenza ad un mercato
autoregolamentato o normato64.
In questo compito interviene la normazione in merito che afferma chiaramente che la
norma ISO 9001:2015 è stata concepita per essere applicabile a tutte le organizzazioni,
indipendentemente dal tipo, dalle dimensioni e dal prodotto o servizio realizzato e la
stessa non spiega come impostare il modello di gestione dal punto di vista qualitativo,
ma ha lo scopo di incoraggiare le imprese a capire quali sono gli obiettivi che si vo-
gliono ottenere e come raggiungerli utilizzando al meglio le proprie risorse e generando
in tal modo opportunità commerciali, economiche, gestionali, di immagine. Queste op-
portunità si traducono per una azienda in vantaggi competitivi per operare nel mercato
globale. Da quanto appena assunto, ci si chiede cosa spinge una azienda a certificarsi
ISO 9001 e poter godere dei vantaggi derivanti dalla sua applicazione. Un primo mo-
tivo è sicuramente riconducibile a ragioni di mercato. Ebbene bisogna identificare il
mercato in cui l’azienda opera e a tal riguardo si nota che se essa opera in un mercato i
cui committenti sono principalmente pubblici, la norma ISO 9001 è un requisito quasi
sempre fondamentale per la partecipazione alle gare. L’azienda che decide di certifi-
64 Fonte: Dichiarazioni rilasciate da consulenti esperti del settore
100
carsi secondo questo standard, migliora la sua immagine sul mercato rispetto ad
aziende non qualificate e partecipare a bandi di gara fa sì che la stessa possa ottenere
un punteggio superiore rispetto ad aziende non certificate. Spiegando meglio, per tutte
le imprese che non sono del settore delle costruzioni, la ISO9001 è un requisito di gara;
nel settore delle costruzioni essa è un requisito della SOA (sistema di accreditamento
degli appalti pubblici nelle costruzioni) per lavori superiori ad un milione di euro.
Ciò che spinge una azienda a certificarsi e che va ricondotto ancora una volta a ragioni
di mercato è dovuto al fatto che per alcuni settori come quello metalmeccanico, elet-
trico, meccanico, aeronautico, militare, navale, aerospaziale, le norme ISO 9001 in-
sieme alla ISO 9100 e norme specifiche di prodotto sono obbligatorie per il commercio
stesso dei prodotti. Essendo questi settori certificati secondo degli standard ancora più
rigidi della 9001, sono obbligati a lavorare con aziende certificate. Infine aziende che
lavorano per grossi clienti come delle multinazionali che hanno tra i requisiti necessari
la richiesta di certificazione ISO 9001.
Il secondo motivo per il quale l’azienda può decidere di certificarsi può essere dettato
da ragioni interne, da un forte coinvolgimento dell’alta direzione che crede nei principi
base di questa norma. La certificazione ISO 9001 si ricorda ancor una volta è uno
standard a carattere volontario, ed è un requisito cogente per acquisire nuovi clienti, in
quanto la certificazione permette e fornisce gli strumenti necessari per migliorare e
consolidare i rapporti con i clienti già esistenti ed aprire il mercato a nuovi clienti sia a
livello nazione che internazionale. In secondo luogo è un requisito organizzativo che
101
permette di riorganizzare i processi e verificare l’efficacia e efficienze dei processi in-
terni per ottimizzare i costi e dare un miglior servizio.
In relazione a quanto appena affermato, per conseguenza del tutto naturale, emerge che,
più le aziende sono grandi in termini di personale e di sito produttivo, più l’architettura
del Sistema di Gestione per la qualità ha bisogno di istruzioni operative dettagliate che
specifichino le singole attività in modo da prevenire rischi sulla qualità del servizio o
prodotto. Per le aziende pubbliche, partecipate pubbliche ma anche per le trattative
private il tema qualità è volto essenzialmente alla riorganizzazione dei processi
aziendali e alla crescita della sua efficienza65.
3.5. Vantaggi ed opportunità derivanti dall’applicazione dello schema di
certificazione ISO 9001:2015
La nuova edizione del 2015 nasce per eliminare il ragionamento per funzioni e riorga-
nizzare l’azienda per processi, favorendo per l’appunto una visione sistemica dei
processi. La nuova ISO 9001 non si prefigge di essere soltanto la revisione
dell’edizione del 2008 ma essa ha il compito di dare le indicazioni necessarie affinché
il nuovo SGQ possa diventare la “cornice” di tutti gli altri schemi di certificazione in
un’ottica integrata. Ebbene, si può pensare alla ISO 9001 come a una cornice che una
organizzazione può utilizzare per aiutare la propria azienda a migliorare in ogni cosa
che fa. Usando la struttura di questa ISO, che si basa sul miglioramento continuo,
65 Fonte: Dichiarazioni rilasciate da consulenti esperti del settore
102
l’azienda può partire da ciò che fa già bene e sviluppare un sistema migliorato ed
integrato. Creando un sistema migliore attraverso il quale operare, si possono
soddisfare al meglio i requisiti dei clienti e fornire in tal modo una assistenza migliore.
Gli altri sistemi infatti, si adegueranno allo schema proposto dalla ISO 9001:2015,
“segnando la fine di conflitti, duplicazioni, confusioni e fraintendimenti tra i diversi
sistemi di gestione: qualità, ambiente, sicurezza, sicurezza alimentare, continuità del
business, information security, energy management e si segnala che la prima norma ad
uscire con questo impianto è la ISO 14001:2015, ovvero il Sistema di Gestione
Ambientale. Si entra nel merito ora dei vantaggi che una organizzazione grande o
piccola può trarre dall’adozione di uno schema di certificazione conforme alla ISO
9001:2015. I seguenti vantaggi possono essere di diversa natura e segnatamente
vantaggi organizzativi, di immagine, vantaggi economici e finanziari, nonché vantaggi
competitivi per operare nel mercato globale che a quanto visto è caratterizzato da una
crescente complessità. Si parla di vantaggi organizzativi in quanto la norma in
questione mira ad efficientare i processi, a far lavorare meglio le risorse umane e le
risorse in termini di macchinari, impianti ed attrezzature. Efficientamento vuol dire che
un’azienda riesce a fare nello stesso tempo un lavoro o più produzioni e più servizi con
costi inferiori e l’efficientamento economico comporta inevitabilmente anche vantaggi
finanziari, ovvero trattative migliori con i fornitori e meno ricorso alle banche66. Si
ricorda che però la riduzione dei costi di produzione del servizio o prodotto non basta
all’avvio della qualità ma anzi presuppone che ci sia un controllo delle varie fasi del
66 Manzoni G., De Angelis F., “Sviluppo della qualità in azienda”, Edizioni FAG Milano, 2007.
103
processo più spinto, fatto per fasi critiche in modo da avere un risultato finale con-
forme alle aspettative del cliente.
La certificazione, a ben vedere è spendibile nella parte comunicativa e la stessa può
apportare vantaggi di immagine e credibilità in quanto, quando i clienti vedono che una
azienda è certificata da un organismo autorevole, capiscono che la stessa ha implemen-
tato un sistema focalizzato sulla soddisfazione dei requisiti del cliente e sul migliora-
mento, aumentando la loro fiducia nella capacità di fare ciò che si è promesso.
Uno dei principi chiave degli SGQ ISO 9001 è concentrarsi sul miglioramento della
soddisfazione del cliente, individuando e soddisfacendo i suoi requisiti e bisogni e
migliorando la soddisfazione, aumenta per logicità la fidelizzazione degli stessi.
Si è già ribadito più volte quanto l’approccio per processi rappresenti una grande novità
di questa norma e lo stesso è sicuramente un altro vantaggio da prendere in esame in
quanto usando tale approccio non si prendono in considerazione solo i singoli processi
nella propria organizzazione, ma anche le interazioni di tali processi e così facendo, è
più facile identificare le aree per il miglioramento e i risparmi in termini di risorse
nell’ambito dell’organizzazione. Il successo di un Sistema di Gestione per la Qualità
dipende inoltre dalla capacità di prendere decisioni giuste, fondate su dati di fatto, per-
ché ciò consente ad un’azienda di usare meglio le proprie risorse per affrontare i pro-
blemi, migliorare l’efficienza e aumentare l’efficacia67. Il modo in cui funziona la ISO
9001, fa sì che alle organizzazioni venga lasciato un margine di azione praticamente
67 Fonte: Dichiarazioni rilasciate da consulenti esperti del settore
104
illimitato sul modo in cui soddisfare i requisiti. La norma, infatti illustra le regole di
base di ciò che deve essere fatto, ma non indica come farlo. Un esempio che chiarisce
quanto appena affermato è che la ISO 9001 afferma che lo stato della revisione attuale
di un documento deve essere registrato, ma non specifica le modalità operative: si può
scegliere di farlo in base alla data, al numero della revisione o con altri mezzi. Grazie
a questa flessibilità, la norma ISO 9001 permette di conservare i processi che già si
hanno implementato, i quali possono a loro volta diventare la base per applicare altre
norme e realizzare altri sistemi di gestione. Il richiamo è come più volte ribadito al
concetto di integrazione con altri sistemi di gestione, con la possibilità di condividere
le risorse e ottenere tutti i vantaggi che un processo integrato comporta.
105
Conclusioni
Il lavoro di tesi giunge al termine ed in questa ultima fase si dà conto dei principali
risultati raggiunti. Prima ancora, occorre sottolineare che ciò che ha dato una direzione
di sviluppo e sostanza al lavoro è stato l’interesse suscitato e che mi è stato trasmesso
da esperti di settore e contestualmente la presa di coscienza dei benefici ed opportunità
che le organizzazioni, di qualsiasi settore e dimensione possono trarre dall’essere cer-
tificati. Il richiamo è alla capacità di un sistema organizzativo di essere competitivo,
che non si traduce nell’essere semplicemente un passo in avanti rispetto agli altri, ma
bensì nella capacità di restarci. Il mercato, lo si può immaginare come il sovrano che
ha poteri selettivi e che emette “sentenze di esclusione”, ma al contempo può essere
considerato una grande opportunità per le imprese; il campo di prova e la grande arena
dove si può dimostrare di saper fare impresa.
In questo scenario, si vuole inserire “il modello di impresa” che adotta ed implementa
uno o più schemi di certificazione idonei alla propria organizzazione, grazie ai quali
essa può dimostrare il proprio impegno verso una maggiore efficienza organizzativa e
lanciare un messaggio di positività nella gestione della qualità in senso lato e nell’in-
novazione dei propri processi. Per le aziende operare in regime di produzione certifi-
cata, vuol dire eliminare la necessità di essere riconosciute in ogni singolo paese o,
ancora, di dover essere valutate direttamente dai propri clienti. Significa altresì gestire
la complessità e il cambiamento, in contesti sociali sempre più attenti agli aspetti am-
bientali e alla gestione della qualità. In questa direzione, la normazione è in grado di
106
affrontare questi temi e tutte le domande di nuove e più ampie forme di qualità che
conferiscono un impulso alla crescita della cultura d’impresa.
Ripercorrendo l’intero lavoro di tesi si mettono in luce i risultati che hanno riguardato
gli Operatori e gli Utilizzatori dei sistemi organizzativi: gli attori principali del mercato
analizzato. A tal riguardo, si evincono valori positivi sia per l’attività di accreditamento
che fa capo ad ACCREDIA, sia per l’attività di certificazione, sia per il ruolo svolto
dalle società di consulenza. Procedendo con ordine, emerge che la crescita degli accre-
ditamenti in Italia è scandita da cifre positive con una crescita del +39%, nell’arco
temporale 2010-2016 e che la stessa, occupa una posizione di leadership in materia di
accreditamenti guidando la classifica dei 35 Enti di accreditamento aderenti a EA. Essa
è inoltre tra i primi Paesi al mondo per numero e trend di crescita delle certificazioni
dei diversi sistemi di gestione. I dati relativi alle certificazioni dei Sistemi di Gestione
per la Qualità, confermano l’Italia in cima alla classifica Europea, con oltre 150 mila
certificazioni valide.
Le società di consulenza sono investite da trend altrettanto positivi se si guarda al vo-
lume di affare che si è stimato essere intorno ai 380 milioni di euro. Esso è un valore
da non sottovalutare specie se si considera che questi operatori non si qualificano come
necessari, in quanto sono chiamati ad operare solo in caso di necessità da parte delle
imprese che devono avviare il processo di certificazione in qualità di supporto all’im-
plementazione delle procedure alla formazione del personale e audit interni.
107
Questo aspetto sottende la volontà da parte delle imprese private, organizzazioni pub-
bliche e professionisti di inseguire la strada della certificazione per svariati ed impor-
tanti motivi, tra cui accrescere la propria competitività. Emerge ancora che il volume
di affari di questo settore riflette la caratteristica di fondo delle dimensioni di una or-
ganizzazione, in quanto sono le aziende più grandi e con fatturati maggiori a spendere
in consulenza ed a essere supportati nei loro processi organizzativi, mentre le imprese
più piccole o non ne hanno bisogno o la considerano una spesa discrezionale e rinvia-
bile. Risulta ora interessante evidenziare i risultati emersi per le imprese che ricorrono
alla certificazione e quelle potenzialmente certificabili. Se si confronta il dato rilevato,
ottenuto dalla somma del totale delle imprese per le classi di addetti ritenute rilevanti
ai fini dell’analisi, con il numero di aziende attualmente certificate pari ad 87000, si
evince che al momento attuale esse rappresentano il 41% del totale. Un dato sicura-
mente positivo, ma che dimostra anche che il mercato della certificazione viaggia an-
cora su cifre relativamente piccole, se si tiene conto del numero complessivo di aziende
in Italia. I dati dimostrano ancora che a trainare il mercato delle certificazioni è il set-
tore privato, con una netta predominanza del settore delle costruzioni 21% del totale,
cresciuto dell’8% rispetto al 2015 e con un buon aumento delle certificazioni anche nel
settore del commercio all’ingrosso +9% e nei servizi di ingegneria +13%.
Ad incorniciare questi valori positivi non può che essere la Qualità che deve guidare
costantemente le organizzazioni nella loro vita all’interno del mercato globale. La re-
visione del Sistema di Gestione per la Qualità che sfocia nella nuova edizione del 2015
vuole essere una ulteriore spinta in questa direzione, nell’efficientamento, nella sem-
108
plificazione delle attività e nell’allineamento di tutti gli standard dei Sistemi di Ge-
stione del futuro in un’ottica integrata. In tal modo, più organizzazioni potranno otte-
nere benefici dall’incontro di più sistemi di gestione in un solo sistema di gestione che
funzionerà in parallelo con il piano di business e tutte le funzioni aziendali.
In conclusione, ciò che manca è forse una maggiore vocazione alla cultura della qualità
che non deve essere erroneamente vista come un passaggio burocratico obbligato, ma
qualcosa in cui credere, un pezzo mancante che può risultare vitale per un sistema or-
ganizzativo sia semplice che complesso. Questa presa di coscienza, può portare a far
crescere la percentuale attualmente rilevata e che ha escluso in sede di analisi preva-
lentemente le piccole e micro imprese italiane.
109
Bibliografia e Sitografia
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DIA_Qualit Crescita_Innovazione_1_2014%20(1).pdf
- Presentazione di Nicola Gigante, Ispettore ACCREDIA “le principali novità
della ISO 9001:2015” in
file:///C:/Users/utente/Downloads/5947_La_nuova_norma_ISO_9001_2015_
Presentazione_ACCRE- DIA.pdf
- Il sole 24 ore “Certificazioni UNI EN ISO 9001 e 14001, imprese chiamate al
rinnovo entro settembre 2018” inhttp://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/av-
vocatoAffari/newsStudiLegaliEOrdini/2017-11-08/certificazioni-uni-en-iso-
9001-e-14001-imprese-chiamate-rinnovo-entro-settembre-2018-165242.php
- Il significato della certificazione ISO 9001, Cosa significa la certificazione ISO
9001? Comunicato IAF sul significato della certificazione di sistema di gestione
– SGQ in https://services.accredia.it/con-text.jsp?ID_LINK=1230&area=6
113
Appendice
Intervista con Azienda 1 che opera nel settore delle costruzioni. Intervista
somministrata al Resp. per la Qualità.
Quando avete pensato di certificarvi la prima volta? (ISO 9001 Qualità)
Considera che io sono venuta qui nel 2012 e già erano certificati qualità e comunque
almeno due anni prima l’hanno fatta. Erano certificati sia per l’ambiente sia per la
sicurezza; erano cose che io ho trovato e poi le ho fatte mie.
Perché vi siete certificati?
Ritengo che il fatto di volersi certificare per la qualità, a parte che poi è obbligatorio ai
fini di una classifica SOA, la qualità dà un po’ di ordine nella gestione di un’attività e
comunque è sempre un punto positivo
Era un obbligo per poter fare i lavori o una volontà di organizzare meglio la
vostra organizzazione?
L’azienda è certificata SOA ed ha anche delle classifiche importanti quindi in ogni caso
dalla terza classifica in poi c’è l’obbligo di essere certificati. L’ISO 9001, però ripeto
aldilà dell’acquisizione delle classifiche secondo me aiuta a gestire un po’ la parte bu-
rocratica e la parte organizzativa. Poi ovviamente, la parte di attività manuale nei can-
tieri, quella è un’altra cosa. A livello amministrativo, burocratese si può fare.
114
Avete ricevuto un miglioramento organizzativo dalla certificazione? Se si,
quale?
Secondo me si, da quando ho preso io in mano la qualità, in quanto sono responsabile
del sistema integrato e sono coadiuvata da consulenti di Macroazienda. Comunque sia
non è che me ne faccio un vanto. Il sistema integrato è un manuale descrittivo che
comprende qualità ambiente e sicurezza, poi ci sono le procedure. Noi siamo poi cer-
tificati F-GAS perché abbiamo l’obbligo da parte dei condizionatori e siamo certificati
anche SA8000 ed alla fine lo possiamo considerare un grande sistema.
Dopo la prima certificazione ISO 9001 quale è stato il percorso per le altre
certificazioni?
Già c’erano tutte e tre e credo sia stata una conseguenza naturale anche perché lavo-
rando con appalti pubblici ci vengono anche chieste nelle gare queste certificazioni. La
9001 è una certificazione di default, è come la copia del dichiarante e la devi mettere
anche perché serve per la riduzione della polizza. Serve d’obbligo per appalti di clas-
sifiche dalla terza in poi. Quindi in ogni caso la devi avere, però adesso chiedono sem-
pre più spesso altre certificazioni: la 18001 14001 SA8000 e quindi sei quasi obbligato
ad incrementare i tuoi sistemi di qualità con altri.
115
Qual è il tempo necessario per arrivare ad essere certificati?
Dipende da quanto ci lavori. Inizialmente un sistema nuovo ti occupa molto impegno
perché ci sono delle attività che tu non svolgevi o comunque che svolgevi lo stesso ma
sotto un’altra forma, e il sistema te le regolarizza, magari con delle procedure più li-
neari, con della documentazione a supporto che tu comunque devi produrre e tu co-
munque devi lavorarci sopra. Sai, la certificazione ha un rinnovo e due mantenimenti
e quindi ogni tre anni devi praticamente mettere le mani su quasi tutto, però diciamo
che non è che ci si lavori così tanto. Ti ripeto se fosse una prima certificazione,
mhmhmhmhmhm non lo so, perché dipende dal tempo che metti a disposizione per
questa attività. Io ovviamente non mi occupo solo delle certificazioni, mi occupo anche
delle gare di appalto, delle iscrizioni agli albi fornitori vari ed eventuali. Quindi in ogni
caso ho varie attività e devo gestirle ed integrarle in base alle varie scadenze. Nel caso
delle certificazioni ci sono delle scadenze annuale sia per il rinnovo che per le visite di
mantenimento e tu hai una sca- denza ma è un po’ elastica. Non è come la consegna di
gara.
Le certificazioni hanno apportato anche un miglioramento del clima aziendale?
Ma secondo me non incide, tu un lavoro lo devi comunque fare. Non è che migliora
l’ambiente di lavoro o peggiora. Non è così rilevante.
116
I vostri clienti hanno apprezzato lo sforzo profuso dalla società, vi hanno affi-
dato più lavori e più fiducia?
Non ti so dire, noi lavoriamo essenzialmente con gare di appalto. Il nostro cliente è se
vinci la gara, è un ente pubblico. Non è che ti sceglie perché hai la qualità e la certifi-
cazione. Si partecipa ad una gara e si spera di vincerla. Ovviamente quasi tutte la sta-
zioni appaltanti, ormai anche come requisito di offerta tecnica chiedono tante certifi-
cazioni. Se tu le tieni, hai dei punteggi, perché l’offerta tecnica prevede dei requisiti di
criteri di valutazione che danno dei punteggi. Io mi occupo di gare di appalto. Noi
siamo abbonati ad un servizio di informazioni dei bandi che escono in tutta Italia in
base a delle categorie che abbiamo detto noi di ricercare. Loro in pratica ci mandano
un tabulato con delle gare solo per le categorie che abbiamo chiesto noi di cercare.
Essendo delle gare pubbliche tu non è che hai la certezza di vincerle.
Come è stato l’approccio con i consulenti?
Noi abbiamo dei consulenti che vengono qui, in prossimità delle scadenze dei vari audit
di sorveglianza. Non abbiamo mai avuto di problemi.
I vostri clienti vi hanno richiesto, oltre alle certificazioni ISO 9001, OHSAS
18001, SA 8000, ISO 14001 ed F-GAS, altre tipologie di certificazioni?
Per ora ancora no, l’unica cosa che posso dire è che c’è sempre una alternativa tra
l’iscrizione EMAS e la ISO 14001, che trattano entrambi l’ambiente. EMAS è la di-
117
chiarazione ambientale, è una cosa più complessa. Sono delle alternative che danno
sempre nei documenti di gara: o l’una o l’altra.
Avete valutato la certificazione ISO37001 sistema anticorruzione?
Questo non te lo so dire perché non sono io che faccio queste scelte. Noi abbiamo
comunque un modello organizzativo secondo il decreto legislativo 231/2001 che già
prevede questo argomento. Questo modello non è una certificazione.
Ritenete di migliorare le procedure aziendali per renderle maggiormente ricon-
ducibili alle best practice?
Guarda, noi abbiamo fatto il sistema nuovo sulla norma ISO 9001 e ISO 14001. Alla
fine del 2016 abbiamo rimodulato tutto il sistema. Io penso che se non ci sono delle
particolari esigenze che possono intervenire, per il momento va bene cosi. Poi ovvia-
mente possono subentrare delle attività nuove, delle circostanze nuove e a quel punto
devi in ogni caso adeguare il sistema e le procedure.
Il vostro percorso di crescita è stato accompagnato dalle certificazioni ottenute?
Sicuramente, certo.
118
I cantieri hanno avuto beneficio dall’applicazione delle certificazioni?
Spero di sì, io non vado in cantiere, però immagino di sì. Chi è andato sul posto a fare
verifica della sicurezza è tornato dal cantiere entusiasta. L’impatto è positivo.
Ritenete che ci siano punti di debolezza nel processo di ottenimento della certi-
ficazione e di mantenimento della stessa?
L’iter di certificazione è quello, non è dettato da noi, ci viene detto cosa dobbiamo fare
e come dobbiamo attivarci. Noi abbiamo un sistema molto dinamico, fatto su misura
sulla società, non è un manuale standard. Quando lo fai su misura, lo fai in applicazione
di quello che tu utilizzi e quindi non c’è una ridondanza di carte, di documenti. É molto
snello. Noi abbiamo quattro procedure: tre integrate e una sulla qualità. Io penso che il
sistema della qualità deve essere fatto a misura dell’azienda. É inutile prendere lo
standard base e mettere in moto una mole di documenti che poi non ven- gono mai
utilizzati, non vengono capiti, non vengono recepiti da nessuno. Una proce- dura veloce
è più efficace, bisogna un attimo personalizzarlo.
Ritenete di migliorare la comunicazione con gli stakeholder delle certificazioni
ottenute?
No, con l’ente di certificazione, ho un riscontro positivo.
119
In conclusione, ripercorrendo il percorso delle certificazioni eseguito, ritenete
di esprimere un parere finale sulle attività svolte e sulle modalità operative?
Sul sistema che abbiamo adottato, si è positivo. Devo dire in verità c’è qualcuno che
rimane sempre un po’ restio ad utilizzare certi metodi lavorativi. Dai paesi anglosassoni
da cui viene questa norma è la prassi, imparano a lavorare già cosi. Alla fine ci si ade-
gua, il nostro modo di essere è sempre sopra le regole. Secondo me se fossero seguiti
certi principi si farebbero le cose più velocemente. A volte la fretta, l’urgenza, c’è chi
rimane indietro, però alla fine il bilancio lo chiudiamo in positivo. L’azienda da quando
sto io ha avuto un percorso di crescita.
120
Intervista con Azienda 2.
Intervista somministrata al Resp. Commerciale, Società di consulenza
Quale è l’obiettivo dei sistemi di certificazione a norma ISO e segnatamente la
ISO 9001?
La ISO nasce per standardizzare e organizzare i prodotti e i processi. La ISO 9001 nello
specifico è utilizzata dalle aziende per organizzare i propri processi interni, verificare
l’efficacia e efficienza per ottimizzare i costi e dare un buon servizio.
Quali sono a suo avviso le esigenze che spingono un Sistema Organizzativo a
certificarsi ISO 9001?
Bene, le esigenze della 9001 sono di due tipi: di gara, appalti. Bisogna vedere quale è
il mercato in cui opera il committente. Se opera in mercato i cui committenti sono
pubblici la 9001 è un requisito quasi sempre fondamentale per la partecipazione a gare.
Nello specifico esistono poi esistono: per i servizi è un requisito di gare, mentre per i
settori di costruzioni è un requisito per la SOA che è il sistema di accreditamento degli
appalti pubblici nelle costruzioni). Il committente è colui che ti offre il lavoro.
Quali sono i settori di attività che richiedono maggiormente questo tipo di cer-
tificazione?
Per tutte le società che non sono del settore di costruzioni, la 9001, è un requisito delle
gare di appalto. Mentre per quelle che sono di costruzioni: appalti pubblici, costruzioni,
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nuove opere, ristrutturazioni, la 9001 è un requisito che fa parte della soa sistema di
accreditamento per le costruzioni per lavori superiori a 1 milione di euro, è obbligato-
rio. La ISO 9001 è un requisito cogente, per acquisire nuovi clienti. In secondo luogo
è un requisito organizzativo.
Che tipo di relazioni si possono mettere in evidenza tra la certificazione oggetto
di esame e le dimensioni aziendali di uno specifico Sistema Organizzativo?
Più le aziende sono grandi in termini di sito produttivo, piu ce bisogno di istruzioni
operative, dettagliate che specificandole singole attività in modo da prevenire rischi
ambientali.
Per la tipologia di impresa, pubblica/privata quale è l’impatto della norma ISO
9001?
Il sistema qualità 9001 è volto all’organizzazione dei processi aziendali ed alla crescita
dell’efficienza aziendale, pubblica, privata o partecipata pubblica. Il sistema ambien-
tale che ha una struttura simile alla ISO 9001, invece non fa differenza tra pubblica e
privata.
Mi può indicare quali sono i principali vantaggi competitivi che un’azienda trae
dopo aver ottenuto la certificazione?
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Vantaggi competitivi sicuramente perché posso competere nelle gare e nelle trattative
private. Quando ottengono la certificazione del loro sistema di gestione, prodotti o ser-
vizi di un ente accreditato, le aziende migliorano le loro prestazioni utilizzando uno
strumento riconosciuto per il processo decisionale, per la gestione dei rischi e selezione
dei fornitori. Godono di un vantaggio competitivo in termini di reputazione e
credibilità, sia sul mercato B2B che sui mercati consumer. Un altro vantaggio
competitivo è da ricondurre alla riduzione dei controlli. La certificazione accreditata
tra- smette la presunzione di conformità alle norme e ai regolamenti ufficiali. Ciò
significa che le aziende non hanno bisogno di fornire ulteriori prove e le loro attività
sono semplificate.
La ISO nasce per standardizzare ed organizzare i processi aziendali. Quali sono
i vantaggi organizzativi di cui un’impresa può beneficiare?
La ISO 9001 efficienta i processi, fa lavorare meglio le risorse umane e le attrezzature.
Nello stesso tempo riesco a fare più lavoro o più produzione o più servizi con costi
ridotti ma questa riduzione del costo, non va a discapito della qualità ma anzi presup-
pone un controllo delle fasi del processo più spinto in modo da avere il risultato finale
conforme alle aspettative del cliente.
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Infine quali sono a suo avviso i vantaggi di immagine di un’azienda certificata
che compete sul mercato globale?
La certificazione è sicuramente spendibile nella parte comunicativa, è un momento di
visibilità importante per l’azienda. La certificazione comporta anche vantaggi di ridu-
zione nel rischio di applicazioni di sanzioni penali e amministrative, e ciò contribuisce
a rendere l’immagine di una azienda ancora più forte.
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