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«LIBERATORI» I CRIMINI DI GUERRA FRANCESI

Molti conoscono le atrocità commesse dalle truppe coloniali francesi in Ciociaria nel 1944. Pochi sanno invece che quegli episodi furono tutt’altro che isolati, e continuarono durante l’avanzata alleata verso nord fino al trasferimento del Corpo di Spedizione Francese in Provenza. Dopo quasi settant’anni la memoria degli stupri e delle rapine dei goumier marocchini e dei regolari algerini torna a galla quando vittime e testimoni iniziano a superare la vergogna e l’umiliazione. Come racconta un saggio pubblicato su «Nuova Storia Contemporanea» di cui «Storia in Rete» riporta alcuni passi

di Fabrizio Carloni

N el conte-sto della Campagna d’Italia si è scanda-gliato con attenzione il rapporto

tra le truppe germaniche e la po-polazione civile italiana nel perio-do 1943-1945. Per quanto riguarda i comportamenti degli Alleati, di contro, manca materiale, soprat-tutto bibliografico, proporzionato a quello che è stato prodotto per il fronte opposto. Per quanto riguar-da gli Alleati nelle loro varie com-ponenti, c’è da rilevare come questi ebbero nei riguardi degli italiani (militari e civili) spesso un compor-tamento non meno deprecabile di

quello avuto dai tedeschi. (…)

Nell’ambito degli studi (pochi) sulle relazioni tra angloamericani e civili e militari italiani, un isola-to ed efficace primo clamore lo alzò Sandro Attanasio a proposito del-la Sicilia occupata, in anni in cui il solo fare cenno alla possibilità che gli Alleati non si fossero comportati come «liberatori» poteva determinare scandalo e riprovazione. Poi, succes-sivamente, documentati e ben pian-tati sul piano scientifico, ma isolati e poco diffusi tra il pubblico meno spe-cializzato, sono stati pubblicati i libri di Paolo De Marco, Tommaso Baris e Gloria Chianese. Questi autori, con i loro riferimenti a quanto avvenuto a Napoli e nel basso Lazio ad opera dei coloniali francesi – ma non solo

– confermarono ciò che aveva già so-stenuto, con un’onestà intellettuale mai raggiunta successivamente da autori angloamericani, lo scrittore inglese Norman Lewis; costui aveva partecipato, come ufficiale, alla Cam-pagna d’Italia rimarcando i crimini compiuti dai suoi compagni d’arme a discapito dei civili italiani. Negli ultimi anni sono emersi ri-ferimenti espli-citi e compro-vati che dimo-strano come le violenze alle donne italiane non furono ri-servate alla sola area del Frusinate

le «marocchinate»in Toscana

STORIA IN RETE | 54 Aprile 2012 55 | STORIA IN RETEAprile 2012

– come comunemente ritenuto grazie a Vittorio De Sica [col film «La ciocia-ra» NdR] – ma iniziarono in Sicilia dopo lo sbarco a Licata del IV Tabor il 14 luglio 1943, per terminare alla pe-riferia di Firenze la successiva estate 1944. Documentate anche, sulla base di fonti di archivio e di testimonianze, sono state le terribili angherie com-piute all’isola d’Elba dalle truppe francesi ivi sbarcate a giugno 1944. Giampaolo Pansa in uno dei suoi lavori ha contribuito a dare voce, rivolgendosi ad un pubblico con mi-nori esigenze di scientificità storica, alle donne italiane che avevano vis-suto in maniera diciamo «coinvol-gente» il rapporto con gli Alleati ed i maghrebini (…).

Il CEF [Corpo di Spedizione France-se NdR] al comando del Generale Al-phonse Juin, era diventato operativo dal novembre 1943 sul teatro italiano con le prime quattro divisioni che, da quella data, erano state avviate nel-la Penisola per scaglioni provenienti dal Nord Africa francese; di queste, tre erano di maghrebini ed una mo-torizzata nazionale che comprendeva aliquote di coloniali senegalesi e re-parti della Legione Straniera e della fanteria di marina. Aggregati al Cor-po, vi erano tre raggruppamenti di ta-bor marocchini [il tabor è un reparto militare tradizionale marocchino, cor-

rispondente ad un battaglione, il cui componente base è il goum, o compa-gnia, da cui il termine «goumier» per indicare i soldati maghrebini francesi NdR]. Il Corpo di spedizione francese dopo essere stato immesso con i suoi primi contingenti, sin da dicembre 1943, sul fianco orientale delle trup-pe statunitensi in avvicinamento alla linea invernale tedesca, aveva affron-tato, tra fine anno ed il gennaio suc-cessivo, forti resistenze germaniche che si erano irrigidite in particolare

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Il casale dove avvenne lo stupro della famiglia Franci. Sullo sfondo, una scena da «La ciociara» di Vittorio De Sica