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GALLURAPeriodico della Diocesi di Tempio-Ampurias fondato nel 1927

& NGLONAN. 15 - Anno XXV - 10 agosto 2017 - Nuova serie - Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/b L. 662/96 - Sassari - € 1,00

Inferno di fuoco

Un Cuore di Tenebra che pulsa nel-l’inferno, una oscurità dell’anima cherifulge nelle fiamme che devastano,sfregiano un territorio e la sua storia,annichiliscono spirito e orgoglio. Lafuria incendiaria è, come si suole direin questi casi, accesa dalla manodell’uomo. La Sardegna offesa da co-loro che distruggono e sono dispostiad uccidere. Ma chi sono i piromani,gli incendiari, persone (?) capaci divalutare il male assoluto nei confron-ti della propria terra e dei propri simi-li? Una domanda ricorrente, che ri-suona in questa lunga estate calda,che ripropone nella sua devastanteattualità il dramma degli incendi. Lanatura sfregiata nei suoi migliaia diettari andati in fumo. Case, villaggituristici, residence e alberghi minac-ciati dalla furia delle fiamme. Un pez-zo di economia che rischia di infran-gersi davanti alla malvagità o al merocalcolo personale. E poi quella coltel-lata, ripetuta, alla Natura che da ma-dre diventa nemica. Nemica di chi?Di coloro che vaneggiano un postodi lavoro nei cantieri forestali in no-me delle logiche del rimboschimen-to? Di coloro che vogliono metterein ginocchio il turismo e colpisconochirurgicamente determinate zonedell’Isola? O semplicemente di follinelle cui menti dimora il germe auto-distruttivo di una patologia bestiale ebrutale. Selvaggi o razionali? Sindro-mi autodistruttive che il manualediagnostico classifica come disturbiborderline della personalità o lucidaricerca della devastazione, della riso-nanza mediatica della paura, con unastrategia della tensione legata al fuo-co? Impossibile classificare causetanto diverse, ma certo è possibilequantificarne gli effetti. Quel senso diimpotenza misto a rassegnazione, at-tesa del dramma e paura del caldo,del vento, dell’uomo della porta ac-canto. Gli esperti dicono che la gran-de maggioranza degli incendi sonodolosi, una scintilla che scocca dallamano dell’uomo. Il libero arbitrio ciconsegna la duplice veste del poterecreatore, capace di trasformarsi inforza distruttrice. La Natura assiste aquesto reflusso di follia a cadenza fis-sa, dove l’anima umana perde il con-trollo. Poi partono i corifei della rivo-luzione culturale, del senso di appar-tenenza, della ribellione civile. Ma gliincendiari nascono e crescono tranoi, anche se colpiscono nell’ombra.Sapere chi sono e punirli diventa ra-gione di vita o di morte. Per la nostraterra e per noi stessi.

L’editorialedi Giacomo Legame La Donna

assuntanella gloria

di Dio

L a Chiesa si prepara a ce-lebrare la solennità dellafesta dell’Assunta. Il 15

agosto, i cristiani sono chiamatia onorare Maria, la madre del

figlio di Dio, assunta in cielo inanima e corpo. Colei che erastata preservata dal peccatooriginale è stata anche condottanella gloria di Dio appena ulti-

mata la sua vita mortale. Perl’occasione in Diocesi saràgrande festa a Nulvi dove MariaAssunta in cielo è anche la pa-trona della comunità.

Gallura e Anglona non uscirà il 25agosto. Le pubblicazioni riprenderannoil 10 settembre con un numero specialededicato all’ordinazione episcopale dimons. Gian Franco Saba

Grave gesto di profanazione a Tempio. Ignotisi sono introdotti nelle chiese campestri di"Mezaustu" e la "Trinitai" alla periferia dellacittà danneggiando statue e immagini sacre.A scoprire il grave gesto, sono stati alcuni fe-deli il 7 agosto intorno alle 19 e 30. L'allarme èscattato immediatamente e sul posto sonogiunti il parroco, mons. Giovanni Maria Pit-torru, il sindaco Andrea Biancareddu, le forzedell'ordine e tante persone comuni. Secondouna prima analisi dei danni effettuata dagliinquirenti secondo le indicazioni del parroco,diverse statue sono state mutilate e rotte,mentre una tela raffigurante il Cristo è statasquarciata. I malviventi hanno anche lasciatofrasi scritte in stampatello contro l 'idolatria eun richiamo alla fede. Sono in corso indaginiper risalire agli autori del grave gesto. Solida-rietà è stata espressa da più parti al parroco ealla Diocesi.

Tempio, profanate due chiese

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N. 15 Anno XXV 10 agosto 2017

GALLURAANGLONA& var ie2

300 anni dalle apparizioni della Vergine di Aparecida,il Papa scrive ai giovani del Brasile“Voi siete la speranza del Brasile e del mondo, non abbiate paura di combattere la corruzione”. È ciòche scrive Papa Francesco in una lettera inviata ai giovani brasiliani che hanno partecipato al pro-getto “Rota 300”, promosso dalla Conferenza episcopale del Paese latinoamericano, per celebrarei 300 anni delle apparizioni della Vergine di Aparecida. Nel messaggio il pontefice richiama il suomessaggio per la XXXII Giornata Mondiale della Gioventù, che avrà luogo a Panama dal 22 al 27gennaio 2019 e ribadisce: «La Vergine Maria è un esempio prezioso per tutti i giovani e un aiutogrande per intraprendere il cammino della vita».

Nuova Serie

Aut. Trib. Tempio Pausania n. 4del 21-12-1960

Proprietà:Diocesi di

Tempio-Ampurias

AmministratoreGavino Fancellu

Direttore responsabile:don Giovanni Sini

[email protected]

Condirettore:Daniela Astara

Redazione:Franco Fresi

Andrea MuzzedduGiuseppe Pulina

Gianni SattaPietro ZannoniTomaso Panu

Gavino Fancellu

AbboNAMeNTi 12 MeSi

ITALIAordinario € 20,00

sostenitore € 30,00benemerito € 50,00

ESTERO+ spese di spedizione

HANNo collAborATo

Sebastiano SanguinettiGianni Sini - Daniela Astara

Giacomo Legame - Cipriano OkoronkwoPietro Zannoni - Chiara Cazzamali

Antonella Sedda - Maria Vitiello Domenico Degortes - Bruno Cirilli

Filippo Sanna - Donatella SiniValerio Baresi - Marella Giovannelli

Roberto Spano - Claudia PulixiLuigi Agus - Maria Antonietta Mazzone

PubbliciTà

Istituzionali: -20%Promozionali: -25%

Prima pagina: a modulo € 15,00Ultima pagina

(solo riquadri settori commerciali)a cmq € 1,00

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I prezzi sono al netto di IVA.

La Redazione si riserva la facoltà di rifiutare

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Direzione Redazione e AmministrazioneVia episcopio, 7

07029 Tempio Pausaniac. P. 183 - c. c. P. n.11733078

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Impaginazione e graficaGiANNi cAriA

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Questo numero di Gallura & Anglonaè stato consegnato alle Poste, per la

spedizione, l’11 agosto 2017.

NOTIZIE SUL PAPA

NOTIZIE DAL MONDO

NOTIZIE DALLA SARDEGNA

È morto il cardinale TettamanziA 83 anni è deceduto dopo una lunga malattia il cardinale Dionigi Tettamanzi. Arcivescovo di Mi-lano dal 2002 al 2011 è morto nella casa di spiritualità della Diocesi, a Triuggio, in Brianza, dove siera ritirato dopo la fine del mandato, quando al suo posto era stato nominato Angelo Scola. PapaFrancesco in un telegramma ha espresso le sue condoglianze ricordandolo come un pastore vicinoagli ultimi: «Sempre si distinse come pastore sollecito, totalmente dedito alle necessità e al bene deisacerdoti e fedeli tutti, con una peculiare attenzione ai temi della famiglia, del matrimonio e dellabioetica, dei quali era particolarmente esperto».

Diventare amici delle altre religioni22 leader religiosi inviano un messaggio di paceSu iniziativa del fondatore dell’Elijah Interreligious Institute, 22 personalità religiose di tutto il mon-do hanno inviato un messaggio di pace. Il migliore vettore del dialogo è l’amicizia secondo il rabbinoGoshen-Gottstein. L’obiettivo è quindi diventare amici delle altre religioni. In tanti hanno inviato unvideo per testimoniare l’importanza di conoscersi l’un l’altro e scoprire così i punti in comune.

Strada Olbia-Sassari, il ministro Delrio, inaugura il lotto 9Inaugurato lunedì 31 luglio illotto 9 della strada a quattro cor-sie Olbia-Sassari. Per l’occasio-ne è giunto a Olbia il ministrodelle infrastrutture e dei tra-sporti, Graziano Delrio. Soddi-sfatto il sindaco di Olbia SettimoNizzi: «È un grande giorno perOlbia e per tutta la Sardegna.Con l’inaugurazione del Lotto 9si coglie l’essenza di questa im-portante infrastruttura: collega-re i porti e gli aeroporti al restodel territorio regionale. In que-sto tratto convergono la 131 dcncon l’Olbia-Sassari e soprattuttola viabilità viene collegata al nostro porto e aeroporto. L’opera, fortemente voluta, è il frutto di ungrande lavoro, per il quale mi sento di ringraziare l’Anas, il ministro Delrio, i presidenti della Re-gione Sardegna Pigliaru e Cappellacci e tutti coloro che hanno reso possibile il raggiungimento diquesto grande obiettivo». Il ministro ha annunciato che l’arteria sarà completata nel 2019.

Tragedia di Curragghja, Tempio non dimenticaCon la deposizione di una corona d’alloro sul cippo in granito nella Collina di Curraghja, un’altranel monumento funebre nel cimitero cittadino e una Messa in Cattedrale, Tempio ha onorato la me-moria del 28 luglio 1983, quando nel tentativo di domare un terribile incendio morirono nove per-sone e altre sei riportarono gravissime ustioni.

I pastori invadono CagliariCirca tremila pastori sardi hanno invaso nei giorni scorsi Cagliari per chiedere maggiore tutela delsettore. Durante la manifestazione si sono registrati alcuni disordini sotto il palazzo della Regione.Una delegazione del movimento pastori sardi è stato ascoltata dai vertici del governo sardo e nel-l’occasione il presidente Francesco Pigliaru ha annunciato, per il comparto, lo stanziamento di 35milioni di euro.

Il ministro Delrio con il presidente Pigliaru

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3pr imo p iano GALLURAANGLONA&N. 15 Anno XXV 10 agosto 2017

La parola Assunzione nel campo religiososignifica «elevazione» al cielo di una perso-na con il proprio corpo operata da un’azio-ne Divina. Il 15 Agosto di ogni anno si cele-bra la solennità della Madonna assunta incielo. Il Papa Pio XII ha proclamato il dog-ma dell’Assunzione di Maria con le seguen-ti parole: «…pronunziamo, dichiariamo edefiniamo essere dogma da Dio rivelatoche: l’Immacolata Madre di Dio semprevergine Maria, terminato il corso della vi-ta terrena, fu assunta alla gloria celeste inanima e corpo. Perciò, se alcuno, che Dionon voglia, osasse negare o porre in dub-bio volontariamente ciò che da noi è statodefinito, sappia che è venuto meno alla fe-de divina e cattolica» (cf. Papa Pio XII,dogma dell’Assunzione di Maria, 1° No-vembre 1950). La grande festa dell’Assun-zione di Maria Santissima, Madre di Dio,che viene celebrata anche dai cristiani orto-dossi e armeni come dormitio – la Dormi-zione - segna il completamento della vitadella Madonna nel mondo e la Sua glorifi-cazione in Paradiso. Si celebra così la vitto-ria che Gesù ha conferito a Sua madre; in-fatti, il corpo della Madonna, essendo statopreservato dal peccato originale, non ha su-bito la corruzione della tomba. Questa so-lennità rivela ancora di più il rapporto ma-dre-figlio tra Maria e Gesù. Nell’assunzio-ne, Gesù dimostra la Sua cura e il Suo amoreimmenso verso la madre, portandola ac-canto a Sé nella gloria. Sulla croce, inoltre,Gesù morente desiderò anche che tra noi eSua madre ci fosse un rapporto madre-fi-glio: «ecco tuo figlio, ecco tua madre» (Gv

19, 25-27). Questo dono proveniente dal-l’amore Divino dimostra quanto Dio ami isuoi figli. L’Assunta è la Regina del cielo. Incielo Lei adora Suo figlio insieme agli angelie a tutti i santi. L’immagine della Madonnaassunta in cielo è rappresentata nell’Apoca-lisse come «la donna vestita di sole corona-ta di dodici stelle» (cf. Ap 12,1). Maria, colSuo sguardo materno, è sempre immaginedi consolazione e di speranza. Perciò, que-sta solennità rappresenta una speranza pernoi tutti che, ispirandoci al modello di Ma-ria nella fede - obbedienza, semplicità,umiltà, pazienza - possiamo raggiungere lavittoria nella gloria eterna. Abbiamo unamadre in cielo che si prende cura di noi e ciaiuta a superare le sfide e le difficoltà. Inter-

cede e prega per tutta l’umanità affinché sisegua la via che Gesù Cristo ha tracciato.L’azione di Dio si manifesta anche attra-verso l’intercessione di Maria che dal cielocombatte per noi ogni demone, insidia emalvagità. Lei ci esorta però a non ignorareSuo figlio. La nostra epoca, infatti, tende anascondere Dio e ignorare le Sue istruzio-ni. La Regina del cielo, nelle Sue apparizio-ni, ci fa capire che adesso più che mai ilmondo ha bisogno di Dio. Risulta urgentequindi l’ascolto del richiamo biblico di Ma-ria - «Fate qualsiasi cosa Egli vi dirà» (cf.Gv 2,5) affinché il mondo sperimenti laconversione dei cuori lontani e permettaall’azione della potenza Divina di proteg-gere, liberare, guarire e salvare.

«Come può la sorgente della vitapassare attraverso la morte pergiungere alla vita? Come può ubbi-dire alla legge della natura colei che,nel concepire, ha superato le limita-zioni della natura? Come è possibileche il suo corpo senza macchia siastato sottoposto alla morte? Per ri-vestire l’immortalità, ella deve pri-ma spogliarsi della mortalità, dalmomento che lo stesso Signore del-la natura non ha rifiutato la penadella morte. Ella muore secondo lacarne, ma distrugge la morte me-diante la morte, per mezzo dellacorruzione dona l’incorruttibilità efa della sua morte la sorgente dellarisurrezione».(Homilia in Dormitionem I,10, PG96,713 B)

«Se anche la tua anima tutta santa ebeata si separa dal tuo corpo felicissi-mo e puro, come esige la natura, e ilcorpo viene consegnato ad una sepol-tura uguale alle altre, ciononostantenon rimane nella morte e non vienedecomposto dalla corruzione. A colei

che conservò intatta la verginitàdurante il parto, il corpo fu preser-vato incorruttibile e venne trasferi-to in una dimora più nobile e divi-na, non soggetta alla morte, ma de-stinata a durare per gli infiniti seco-li dei secoli».(Homilia in Dormitionem I,10, PG96,716 AB)

«Bisognava che colei che avevaportato in seno, come bimbo, ilCreatore, dimorasse nei taberna-coli divini. Bisognava che la sposache il Padre si era scelta, abitassenella stanza nuziale del cielo... Bi-sognava che la Madre di Dio diven-tasse partecipe dei beni del Figlio, eda tutta la creazione venisse cele-brata come madre e serva di Dio.Sempre infatti l’eredità passa daigenitori ai figli. Invece in questo ca-so, come disse un saggio, le acquedei fiumi sacri scorrono all’indie-tro. Il Figlio ha asservito alla Madretutta quanta la creazione». (Homilia in Dormitionem II,14,PG 96,741 B)

San Giovanni DamascenoFrammenti sull’Assunzione di Maria

Solennitàdon Cipriano Okoronkwo

Regina Coeli Vergine dormiente, Cripta, Chiesa della Dormizione

in Sion o della Santa Sion, Gerusalemme

San Giovanni Damasceno

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N. 15 Anno XXV 10 agosto 2017

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La 16a Sagra del bovinogallurese, promossadall’associazione Amichi di laGraiglia, è ormai una bellarealtà nell’universo dimanifestazioni dell’estate deicentri dell’Alta Gallura. Hacompiuto un ulteriore passo inavanti perché se è importante

la valorizzazione della carnedegli allevamenti nostrani,ancor più bello è il servizio cheun centinaio di volontarioffrono preoccupati solo di

attestare, con la lorodisponibilità, quanto voglionobene al loro paese lavorandoper giorni. Una sagra, che se cipensi bene, onora anche la

nostra storia perché la carnedei capi limousine, proviene daquelle terre ove una voltatrionfava la civiltà degli stazziin cui terra, uomo ed animaliera un trinomio inscindibile.La sfilata dei gruppi folk“Urthos e buttudos” di Fonni;“Boes e merdules” di Ottana“S’urtzu e sa mamulada” diSeui e quelli di casa “Lamascara gadduresa” e “LuRizzatu” ha avuto il successoprevisto fra due ali di folla; epoi che gran finale di festa dipopolo con balli in piazza sullenote di una fisarmonica. Perchi voleva poi, seduto nellascalinata che porta allaparrocchiale, la possibilità diascoltare il bel concerto di canticorali sardi del coro femminiledi Urisè di Orosei.

Amo il maestrale che si porta via tutto.Mi sono accorta che un sardo riconosce ilmaestrale al primo soffio, mentre gli altristanno ancora sudando per lo scirocco.Lo riconosce quando ancora non si è alza-to e lo saluta con la riconoscenza che siprova per un amico di vecchia data.

un amico che è tornato a trovarci,forse ad aiutarci. È questo ilmaestrale per chi vive qui. Sono le giornate che amo di più, quelle colmaestrale, quando tutti intorno pensanoche il tempo sia brutto e si coprono oppu-re partono per una gita.

il maestrale che si porta via tutto,porta via l’umidità, la cappa e le coseinutili.Ci avvisa anche che al nord probabilmen-te sta venendo giù il mondo di temporali.Ci dice anche che ora basta, si cambiavento.

un sardo tutte queste cose le capisceprima.Lo riconosci un sardo, un amico sardo.Perché quando decide di accendersi unasigaretta, prima la offre a te. Ed è carino da

parte tua accettare. Un sardo ha un cer-chio della fiducia piuttosto ristretto, mafortissimo. Per un sardo se tu sei amicodel mio amico, allora sei amico mio e sehai bisogno io ci sono. Un sardo se ti partel’aereo, a qualunque ora della notte suc-ceda, ti accompagnerà all’aeroporto e poitornerà a casa a dormire. 

Per un sardo se tu sei a casa sua, sei ospite. Non ti permetterà mai di pagare neancheun caffè. La sua casa, la sua famiglia, sa-ranno aperte per te. Un sardo vorrà condi-videre con te una bottiglia, possibilmentedi cannonau o di vermentino ghiacciato,talvolta di proprietà.

Non si rifiuta mai il bicchiere della staffa, a un sardo. Spesso un amico sardo amerà il mare co-me te, ma a bere quella bottiglia ti porteràin uno stazzo all’interno.

e anche all’interno, un sardo il maestrale lo sentirà prima di te.Capiterà che intercali frasi che a te risulte-ranno incomprensibili perché il sardo èuna lingua, non un dialetto. E ogni tanto te

le tradurrà, o meglio tradurrà la parte chevuole che tu capisca. Per un sardo esisteun codice di comportamento, fatto di re-gole. Precise, sempre le stesse. Talvolta anoi indecifrabili. E c’è un codice anche de-gli sgarbi e delle offese.

un sardo pensa, infatti, che l’amiciziasia sacra, come l’ospitalità. E il giorno che lo deluderai, purtroppo nonavrà molte parole per te.

Un nuovo umanesimo: social network. Pa-dre di un nuovo stile di vita?”, è il titolo del-l’incontro in programma l’11 agosto nellapiazzetta centrale di Porto Cervo. Per l’occa-sione interviene Paolo Crepet, psichiatra escrittore, con lui Don Raimondo Satta, di-rettore dell’Istituto Euromediterraneo-Isti-tuto Superiore di Scienze Religiose. Vivia-mo nell’era della globalizzazione e dell’inva-

sione dei media e social media nella nostraquotidianità, tanto che il mondo è colmo disuoni e immagini che volontariamente omeno, ci influenzano nelle scelte e nelle de-cisioni. La rapidità con la quale viviamo stariducendo sempre di più il tempo dedicatoalla riflessione, al formarsi un’opinione pri-ma di prendere una decisione, che alle volteè dettata in ragione dell’emozione del mo-mento. Si tratta di effetti che non sempreriusciamo a vedere con chiarezza, a saperequanto, ad esempio, è da attribuire ai medianelle nostre scelte, nelle nostre idee e nei no-stri comportamenti. L‘incontro di PortoCervo, sarà l’occasione per affrontare que-ste tematiche. L’appuntamento è alle 19.

Calangianus in festa per lasagra delbovino

di Pietro Zannoni

❜❜Paolo Crepet a Porto Cervo parla di Social Network

Il maestrale che si porta via tuttodi Chiara Cazzamali (megliounpostobello.com)

Paolo Crepet

Un momento della sagraa Calangianus

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Un percorso vocazionale piut-tosto lungo. Il cuore triste è sta-to l’elemento che lo ha portato ainterrogarsi. Poi l’incontro conun sacerdote ha svelato la suastrada verso il sacerdozio. DonMarco Bilewski, 51 anni, origi-nario di Torino, laureato in in-gegneria è un nuovo presbiterodella diocesi di Tempio Ampu-rias. Ordinato lo scorso primoluglio nella chiesa di San Giu-seppe a Golfo Aranci, da mons.Sebastiano Sanguinetti, rac-conta gli inizi della sua vocazio-ne, il cammino di discernimen-to compiuto e il desiderio di es-sere un prete “di preghiera e vi-cino alla gente”.

La sua è stata unavocazione adulta, quandoha sentito la chiamataalla vita sacerdotale?«La chiamata ad unaconsacrazione totale a Diol’ho sentita negli anni 1993-1994, quando a 28 anni holasciato la mia professione diingegnere elettrotecnico perdedicarmi a tempo pienonella formazioneprofessionale a Torino e a 32anni ho fatto i votinell’istituto secolare UnioneCatechisti di Gesù Crocifisso.L’idea di riprendere astudiare, fare un annopropedeutico con latino egreco, e poi entrare inseminario per 6 anni, l’avevototalmente esclusa. Ancheperché mi mancava unacultura umanistica. Ma erosempre più triste e chiuso inme stesso, fino a quando unmio amico, don Salvatore, miconsigliò di prendere inconsiderazione il sacerdozio.Chiesi e ottenni il permesso direcarmi a Roma per gli studidi teologia e la chiamatadivenne sempre più chiara».

Perché ha scelto la diocesi di Tempio-Ampurias?«Non l’ho scelta io. A Roma,nel mese di novembre 2012,incontrai don AlessandroCossu e gli confidai il miodesiderio di diveniresacerdote. Don Alessandro neparlò con il vescovo e ilgiorno dopo mi invitò inquesta diocesi. Terminai glistudi a Roma e la suaproposta si concretizzò nelmese di ottobre 2013, quandoincominciai un percorsopersonalizzato nel Seminariodi Tempio, sotto la guida didon Paolo Pala, e fui“adottato” dalla comunitàparrocchiale di GolfoAranci».

Qual è stata la reazionedella sua famiglia?«Mia mamma desideravamolto avere un figliosacerdote, ma era moltoscettica, e riteneva difficileche potessi perseverare.Anche gli altri familiari eranoperplessi. Mia mammapurtroppo è morta a 89 annipochi giorni dopo che erostato istituito Lettore. I mieifamiliari, ora che sonodivenuto sacerdote, sonomolto contenti».

Papa Francesco ai nuovisacerdoti ordinati loscorso mese di maggionella Basilica di SanPietro a Roma ha detto:«Non siate chierici diStato ma pastori». Che

cosa significa per lei?«Per me significa che devosempre dare attenzione primaalle persone. Faccio un po’fatica a ricordare i nomi equesto mi ricorda che devoessere più attento nella loroconcreta situazione, e aiutarlea vivere nella legge di Dio, cheè per l’uomo».

Il Vescovo diocesano,Mons. SebastianoSanguinetti, le ha affidatol’incarico di vice-direttoredella Caritas. Che realtàha trovato?«È un’opera molto radicatasul territorio con una lungatradizione. Ho appena iniziatoe per me è difficile fare unavalutazione di insieme. Honotato che tra le varie povertàche si incontrano è

abbastanza frequente loscoraggiamento, la pocasperanza nell’affrontare lamancanza di lavoro. Il miofuturo impegno saràsoprattutto con i volontari chesono la struttura portantedella Caritas: sono tanti e contanta buona volontà e fannoun lavoro egregio».

Quali sono le principalipreoccupazioni e le sfideche attendono le nostrecomunità?«Forse, una sfida è quella nonsolo di mantenere e curare lesane e belle tradizioni, ma di in-serirle maggiormente nel vis-suto sociale. Comunque mi tro-vo all’inizio del ministero e ciòche mi hanno già chiesto è di es-sere un sacerdote di preghiera,vicino alla gente, presente».

5at tua l i tà GALLURAANGLONA&N. 15 Anno XXV 10 agosto 2017

L’intervista

di Daniela Astara

Don Marco Bilewski: «Sarò un sacerdote vicino alla gente»

Don Marco Bilewski

Don Marco veste gli abiti sacerdotali

Don Marco il giorno dell’ordinazione

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N. 15 Anno XXV 10 agosto 2017

GALLURAANGLONA& spec ia le a rc ivescovo6

Una comunità, nelcuore della Diocesi di Tempio-Ampurias,piccola, ma moltoimpegnata, nobile elaboriosa. Qui monsignor Saba,dopo il ministero diRettore del PontificioSeminario Regionaledella Sardegna, è moltoapprezzato per la curaanimarum, comeParroco, Pastore,Maestro e Guida. Le testimonianze sonostate raccolte daDomenico Ruzittu,diacono permanente,operante nella comunitàparrocchiale.

Cosa ha portato di nuovoil ministero di don GianFranco Saba nellacomunità di Sant’Antoniodi Gallura?Da parroco di grandepreparazione teologica eculturale, in breve tempo hadato un’improntaconsiderevole alla nostracomunità. Durante il suo ministero hadato rilevanza allaformazione intesa comeopportunità di crescitaarmoniosa nell’ascolto dellaParola, nell’incontro conCristo nei sacramenti enell’impegno dellatestimonianza. In una Chiesa aperta a tutti.

Don Gian Franco ha sempreripetuto questa frase: “Un po’per tutti e non tutto perpochi”.

(Giovanna Cassita, Ministrostraordinario dell’Eucaristia).

Su quale linea pastoraleha puntato il parroco?Innanzitutto don GianFranco ha pensato e volutola parrocchia come“Famiglia di Famiglie”,pronta ad accogliere tutti esoprattutto luogo dove ètangibile l’affetto materno epaterno e allo stesso tempopunto di riferimento, diaccoglienza, di creatività e diimpegno, sempre incammino verso Dio. Ha curato la formazionedella comunità; le sueomelie sono entrate nel miocuore e non ha mai fattodistinzione di persone. Se fosse rimasto un altro po’di tempo avrebbe dato uncontributo grandissimo allacomunità parrocchiale. Misono messa in obbedienza emi ha dato tanti buoniconsigli. Ha aiutato ilcammino spirituale di tantepersone. Per la sua grandepreparazione, mi sonomeravigliata della sua venutanella nostra parrocchia.

(Giovannina Orecchioni,anziana della Parrocchia).

Esperienza negli ambitidella Pastorale, dellaCatechesi, della Liturgia,della CaritàNell’ambito della Catechesi,della Liturgia e della Carità,il primo impegno è stato“formare per formare”,frase cara a monsignorSaba. Ci sono stati diversimomenti importanti efondamentali, soprattuttoalla presenza di padreJaime Emilio Magana SJ epadre Luca D’AchilleOFMCapp., nei quali si èmessa in evidenza lanecessità di convergere illavoro di ogni singologruppo per uno scopocomune, sempre tenendo inprimo piano la centralitàdell’Eucaristia, al fine diessere una parrocchia viva.

(Carla e Piera, coordinatricicatechesi e Caritasparrocchiali).

Attenzione ai giovani eagli adolescentiQuesto l’insegnamento:comprendereimmediatamente leproblematiche di ogni singoloragazzo e perciò riservare untrattamento differente perognuno di loro, utilizzandoattività conformi allapersonalità del singolo.

(Morena, animatrice Oratorio- Laurea in Scienze Religiose)

Rapporti con leIstituzioni CiviliFin dal primo momento c’èstata una grande empatia alivello personale che si ètradotta ben presto in unrapporto di profonda stima eamicizia. A livelloistituzionale i rapporti sonosempre stati improntati allamassima collaborazione, nelreciproco rispetto delle sferedi competenza di ognuno.(Carlo Duilio Viti, Sindaco).

Aspetti Culturali vissutiL’aspetto culturale è statosorprendente perché lepersone “di altri luoghi”,Madame Catherine Marin,l’onorevole Maurizio Baradello,il dottor Francesco Lepri e ilprofessor don Bruno Bignami,che abbiamo incontrato, cihanno raccontato “storie edesperienze di altri luoghi”, lequali, allo stesso tempo, sonole storie e le esperienze cheaccomunano le persone di unagrande città come di un piccolopaese di provincia: le missioni,le periferie, la fragilità, temiche sono attuali a Parigi comea Sant’Antonio di Gallura.Incontri ad alto contenutoculturale, politico e sociale checi lasciano un segno profondo.

(Maria Paola Mariotti,Geometra professionista e capogruppo minoranzadell’AmministrazioneComunale).

Mons. Saba, ecco cosa dicono di lui i suoi parrocchiani

Un esterno della parrocchiadi Sant’Antoniodi Gallura

Mons. Sanna e mons. Saba

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Visita di cortesia nel segno dellafraternità episcopale da parte dimons. Ignazio Sanna, arcivesco-vo di Oristano, a mons. GianFranco Saba, arcivescovo elettodi Sassari. Nella visita l’arcive-scovo arborense era accompa-gnato da alcuni sacerdoti dellasua diocesi e dai suoi seminaristidel Seminario Maggiore, moltidei quali hanno avuto mons. Sa-ba come rettore del SeminarioRegionale o come docente diTeologia Patristica alla FacoltàTeologica di Cagliari. Il gruppoarborense, che stava trascorren-do alcune giornate di fraternitàad Alghero, ha compiuto questosignificativo “pellegrinaggio” aSant’Antonio di Gallura per an-dare ad incontrare il nuovo arci-vescovo turritano. “Si tratta diuna visita nel segno dell’amiciziae del rendimento di grazie al Si-gnore per la grazia del dono a donGian Franco della pienezza delsacramento dell’Ordine”, ha det-to monsignor Ignazio Sanna, nelsaluto rivolto alla comunità diSant’Antonio di Gallura che hapartecipato alla CelebrazioneEucaristica. Monsignor Sanna èstato accompagnato nella visitadai seminaristi e da alcuni sacer-doti della diocesi di Oristano.

7spec ia le a rc ivescovo GALLURAANGLONA&N. 15 Anno XXV 10 agosto 2017

Visita di mons.Ignazio Sanna, Arcivescovo diOristano, a mons. GianFranco Saba, Arcivescovo elettodi Sassari

Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Gian Franco Saba,Arcivescovo Metropolita eletto di Sassari

riceverà l’Ordinazione Episcopaleper l’imposizione delle mani di

Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Sebastiano SanguinettiVescovo di Tempio-Ampurias

conconsacranti principaliSua Ecc.za Rev.ma Mons. Paolo Mario Virgilio Atzei,Amministratore Apostolico dell’Arcidiocesi di Sassari

Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Arrigo Miglio,Arcivescovo Metropolita di Cagliari

Presidente della Conferenza Episcopale della Sardegna

insieme agli altri Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi.

La Solenne Liturgia avrà luogoMercoledì 13 settembre 2017, alle ore 17

a Olbia, nel sagrato della Basilica di San Simplicio.

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L’Ufficio Liturgico Diocesano

invita i Rev.di Presbiteri e Diaconi concelebranti

a portare con sé camice e stola bianca.

L’arrivo degli ospiti a Sant’Antonio di Gallura

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N. 15 Anno XXV 10 agosto 2017

GALLURAANGLONA& v i ta ecc les ia le - ga l lu ra8

Il prossimo 8 settembre, saràuna festa di preghiera, riflessio-ne e meditazione sui titoli dellaBeata Vergine Maria nelle Lita-nie Lauretane. Quest’anno ilparroco di Luogosanto, donSandro Serreri, ha voluto coin-volgere i sacerdoti della diocesinella predicazione della novenaper celebrare la natività di Ma-ria, affidando l’ultimo giorno alvescovo di Lanusei, mons. An-tonello Mura. Ecco il program-ma: mercoledì 30 agosto, sarà ilparroco a dare avvio alla nove-na. Il giorno seguente spetterà adon Jacek Meczel, parroco di

San Pantaleo; a seguire: venerdì1 settembre, don Efisio Coni,parroco del Sacro Cuore in Tem-pio Pausania; sabato 2 settem-bre, don Sandro Serreri; dome-nica 3 settembre, Mons. Gio-vanni Maria Pittorru, parroco diS. Giuseppe in Tempio Pausa-nia; lunedì 4 settembre, donGianni Sini, parroco di N. S. deLa Salette in Olbia; martedì 5settembre, don Mauro Moretti,parroco di Arzachena; mercole-dì 6 settembre, don AlessandroPiga, parroco di Luras; giovedì 7settembre, mons. AntonelloMura, vescovo di Lanusei.

L’avventura umana parte da ciòche abbiamo ricevuto: la vita, lacasa, l’affetto, la fede; la nostraumanità è forgiata da una fami-glia con le sue ricchezze e pover-tà. Come ha affermato papaFrancesco: “La famiglia è una co-munità di vita, un luogo dove siimpara ad amare, fatta di volti, dipersone uniche che dialogano, sisacrificano per gli altri e difendo-no la vita, soprattutto quella deipiù fragili e dei più deboli. È que-sto il tema discusso, lunedì 24 lu-glio nella casa parrocchiale diSan Teodoro, che ha visto i ragaz-zi del campo scuola confrontarsicon le loro famiglie, un incontropresieduto da don Andrea Raffa-tellu, parroco della Sacra Fami-glia che ha scelto il tema: “La gio-ia dell’amore in famiglia”, aven-do come punto di riferimentol’Enciclica “Amoris Laetitia”. Si èpartiti dal ribadire come anche lanostra comunità forma una fa-miglia, ma perché sia veramentetale occorre che sia attenta e di-sponibile verso chi abbiamo vici-no, facendoci prossimo nei con-fronti di chi vive momenti di dif-

ficoltà e sofferenza, aprendo ilnostro orizzonte di osservazioneper dedicare tempo, energie e ri-sorse per sostenere sia i propri fi-gli ma anche le altre famiglie, conil dialogo, l’incontro e l’impegnoconcreto. È così che si accresce illegame tra le persone, la vita buo-na nella fede e nella carità, per-ché senza le opere la fede è morta,le opere sono la carità. Acquistacosì importanza l’esperienza diservizio in casa, nella comunità enella società; senza la pratica del-l’aiuto reciproco e la partecipa-zione alle pratiche comuni, diffi-cilmente nascerà un cuore capa-ce di amare. La famiglia è chia-mata ad evangelizzare in modoproprio e insostituibile nel suoambiente, amici e parenti, nellacomunità ecclesiale e nella socie-tà. L’apertura ai bisogni degli al-tri da parte della famiglia dovràricevere impulso proprio dallacomunità; in tutte le famiglie sidevono riscoprire, laddove ven-gono meno i valori di carità, di te-nerezza, di pazienza, di perdonoe del rispetto, superando l’egoi-smo e l’indifferenza che caratte-rizzano la vita di molte persone.La famiglia deve essere parte at-tiva nella comunità a cui dedica

spazio e tempo, offre energie e ri-sorse e impara che la vita non èfatta di soli bisogni da esaudire,ma di relazioni da costruire. Gliinterventi di alcuni genitori han-no messo in evidenza come la de-vastazione psicologica per lamancanza di lavoro, la fragilitàdell’istituto familiare, l’instabili-tà delle relazioni tra coniugi e traquesti e i figli, mettono a duraprova il tessuto familiare e costi-tuiscono momenti di sfida e diffi-coltà, ma allo stesso tempo costi-tuiscono occasioni di crescita perle famiglie chiamate ad accoglie-re e vivere ogni tempo come undono. I ragazzi hanno inveceesposto i loro pensieri nei con-fronti dei loro genitori, descri-vendone pregi e difetti ed espri-mendo la “fortuna” di avere unafamiglia unita e attenta ai loro bi-sogni. Un pensiero è andato an-che alle famiglie che non hannonulla e alla necessità di condivi-dere con queste non solo ricchez-ze materiali ma anche e soprat-tutto spirituali per costruireprossimità e vicinanza. Tutto ciòsignifica riconoscere che ciò cheabbiamo ricevuto è “Grazia” eche all’origine della nostra pro-sperità vi è comunque un dono di

Dio, che non può essere tratte-nuto ma deve essere partecipatoagli altri. È con l’esempio nellaquotidianità dei rapporti, me-diante segni e gesti che si coltivail rispetto dell’altro, il senso digiustizia, la solidarietà e ogni al-tro valore. Si è giunti alla conclu-sione che, solo così si potrà co-struire una famiglia unita dovel’uomo e la donna donino la vital’uno per l’altra e insieme doninola vita ai figli, così come nel pianooriginario di Dio. È con la loro te-stimonianza che i genitori do-vranno mettere in atto i loro ca-rismi così da aiutare i figli a vive-re le varie tappe della vita, in mo-do che ciascuno adempia in pie-nezza il proprio compito educa-tivo, secondo la propria vocazio-ne per essere parte attiva in que-sta società che va sempre piùsmarrendo queste certezze. So-no questi alcuni degli spuntifrutto delle attività di gruppo vis-sute dai ragazzi, tutti accomuna-ti dal fatto che la vita familiaresarebbe sicuramente migliore senon dimenticassimo la ricetta dipapa Francesco che ci esorta avivere quotidianamente con lesue tre semplici parole “permes-so”, “grazie”,”scusa”.

Luogosanto si prepara a festeggiare la patrona della Gallura

San Teodoro, campo scuola a lezione di vita familiare

Suggestiva e singolare adora-zione della croce a Olbia nellaspiaggia di Mare Rocce. I fraticappuccini alla guida dellaparrocchia di Sant’Ignazio daLaconi, lo scorso 30 lugliohanno organizzato una serataspeciale di preghiera in riva almare. Un telo bianco ha fattoda sfondo a una croce innal-zata sulla bianca spiaggia del-la costa nord orientale del-

l’Isola. Ai suoi piedi, sedutisulla sabbia, decine di ragazzie ragazze, adulti e qualche an-ziano che in silenzio ha ado-rato quel legno sul quale è sta-to appeso il Cristo Gesù. I canti e la meditazione pre-parata da padre Alberto Co-sta hanno creato un ambientecontemplativo. Non sonomancati i curiosi attratti daquell’avvenimento insolito.

Nel buio di Mare Rocce a Olbia, la luce della croce

L’avventura umanadi Antonella Sedda

I ragazzi con gli animatori del campo scuola a San Teodoro

Il presbiterio della basilica di Luogosanto

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La festa di Santa Maria Madda-lena, più solenne quest’annoper il 250°, è stata caratterizzatada tanta gente, da illustri ospiti,arcivescovi e vescovi, da canticorali, fuochi d’artificio, festoni,luci, suoni, tanta organizzazio-ne. Perché tutto questo? Nonper onorare una statua. Sarem-mo degli idolatri. Ma per onora-re colei che dalla statua è rap-presentata, e insieme lodareDio e il suo Figlio Gesù Cristo,che in Maria Maddalena ha fat-to grandi cose. Insieme con lalode abbiamo chiesto l’interces-sione della Santa presso il Si-gnore per la nostra Comunitàisolana. Tutto questo è statoespresso molto bene da tre se-gni presentati nella Messa so-lenne della festa: un quadro,una chiave, una pergamena. Il quadro, copia dello storicostendardo che ricorda il ricorsodella popolazione maddaleninaalla Santa per essere liberatadall’invasione dei Francesi nel1793 e insieme l’esaudimentodella preghiera.

La chiave: simbolo della Città,portata dal Sindaco su un picco-lo cuscino bianco-celeste e de-posta ai piedi della Santa, gestoche rinnova l’affidamento dellapopolazione alla Santa Patrona.Ed infine la pergamena, con labenedizione di papa Francesco,firmata personalmente da lui.“Dov’è La Maddalena?”, hachiesto il Papa a mons. Becciu.Ed ha risposto: “È in Sardegna,un’isola nell’isola”. Molto bellele parole del Papa che accompa-gnano la benedizione in occa-sione dei 250 anni della nascitadella Città. Ci invita a edificarela Città sulla salda roccia deiprincipi di solidarietà e fraterni-tà, fondando l’esistenza sui va-lori umani e cristiani. Tuttoquesto per intercessione dellaVergine Santissima e di SantaMaria Maddalena, celeste pa-trona della nostra terra. Tuttodunque ci invita ad affidarci an-cor più alla potente intercessio-ne di Santa Maria Maddalenanelle difficoltà che oggi attra-versiamo, fondati sulla solida-rietà e la fraternità che sono va-lori umani e cristiani.

9v i ta ecc les ia le - ga l lu ra GALLURAANGLONA&N. 15 Anno XXV 10 agosto 2017

Se lo scorso 22 luglio 2016 èstato un anno speciale nelcelebrare la festa dellanostra patrona S. MariaMaddalena perché PapaFrancesco l’avevaproclamata “testimone dimisericordia e dievangelizzazione“,quest’anno lo è stato ancoradi più! «Con la ricorrenzadei 250 anni dellafondazione della comunitàmaddalenina, questacelebrazione” ha detto ilnostro vescovo mons.Sebastiano Sanguinettiall’inizio della messa“assume un significatodavvero importante. Perrendere omaggio alla nostraSanta patrona in questospeciale anniversario, lacomunità vuole celebrarlacon particolare solennità; lapresenza di tutti imaddalenini e dei tantiamici che vengono da fuori,vuole rappresentare questostrettissimo legame cheesiste tra La Maddalena e lasua Patrona!» La Messa

solenne è stata presieduta damons. Angelo Becciu,sostituto alla Segreteria diStato della Santa Sede econcelebrata da mons.Sanguinetti, mons. CorradoMelis, vescovo di Ozieri e dalvescovo di Ajaccio mons. O.De Germay. Un grandeonore dunque per la nostraisola la presenza di questivescovi e la presenzastraordinaria di mons.Becciu, nostro conterraneoperché nativo di Pattada, ilquale ha aderito con gioiaall’invito che gli era statorivolto. Presenti i sacerdotidell’isola, ma anche donRoger, padre MassimoTerrazzoni e don AndreaKicinski pro-rettoredell’Università Cattolica diLublino in Polonia. Unagrande folla ha partecipatoalla Messa solenne nellapiazza S. Maria Maddalena:oltre al sindaco, LucaMontella, l’amministrazionecomunale, le altre autoritàcivili e militari, anche isindaci dei paesi vicini e unadelegazione della Corsica chenon sono voluti mancare aquesta speciale ricorrenza.

Le voci del coro “S. GiovanniBosco“ con la presenza dialcuni componenti di altricori, hanno animato lamessa, intervallati dal suonodelle cornamuse di duegiovani di Solarussa, chehanno dato un tocco dioriginalità alla celebrazione.Due i momenti che hannoimpreziosito la messa: laconsegna di una copia dellostendardo da parte delComune alla chiesa,rappresentante Santa MariaMaddalena che abbraccia lacroce in ricordo delrespingimento da parte deimaddalenini al tentativo dioccupazione francese nel1793 e gli isolani con questostendardo avevano volutoringraziare la loro patrona,alla quale si erano rivolti.Altro momento importantela consegna da parte delsindaco, delle chiavi dellacittà alla Santa: un gestosimbolico e significativo daparte della comunità cheancora una volta si affidaalla sua Santa Patrona.Abbiamo avuto anche lagioia di avere la benedizionedi Papa Francesco, il quale,

venendo a conoscenzadell’avvenimento da mons.Becciu, ha voluto onorarcifacendoci pervenire un suoscritto con una specialebenedizione all’isola e ai suoiabitanti. Con una partecipataprocessione, salutata daglispari dei fucilieri, precedutadalla confraternita delGetsemani e dalla banda S.Domenico Savio di Monetache allietava il percorso conla sua musica, intervallatadal suono delle cornamuse edalle preghiere, la statuadella Santa addobbata a festae portata in spalla dalcomitato delle feste patronaliclasse ’67, con la presenzadei vescovi, dei sacerdoti,delle autorità e di tantifedeli, è stata poi imbarcatasul rimorchiatore per laprocessione a mare, da dovesi è potuto assistere algrandioso spettacolopirotecnico, in onore diSanta Maria Maddalena.Dopo il rientro in chiesa, lasolenne benedizione haconcluso questastraordinaria festa in unanno così speciale per lanostra comunità.

Grande festa per Santa Maria Maddalena

Significato della festadon Domenico Degortes

La celebrazionedi Maria Vitiello

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N. 15 Anno XXV 10 agosto 2017

GALLURAANGLONA& v i ta ecc les ia le - ga l lu ra10

Il quaderno delle feste del Sacro Cuoredi Gesù, patrono di Badesi e di SanGiovanni Battista è terminato. L’han-

no scritto per il 2017 i nati negli anni 1976e 1996, costituendo una magnifica squa-dra di quarantenni/ventenni, che hannooperato, in piena sintonia con il parrocodon Roberto Aversano e con le istituzionicivili e militari, la Pro loco, le associazionie il volontariato del Comune, dall’iniziodell’anno per sollecitare la piena parteci-pazione della comunità cristiana e dellacittadinanza del centro di Badesi, di LaTozza, Muntiggioni e Azzagulta. La di-mensione religiosa ha trovato nella rac-colta delle bandiere, nei vespri solenni,nella Santa Messa e nella popolare pro-cessione del venerdì 22 giugno l’occasio-ne per pregare insieme il Sacro Cuore eSan Giovanni Battista, stimato dal Signo-re come nessun altro e che ha preparato lastrada per il cammino pubblico di Gesù:felice coincidenza che non ha potuto esse-re illustrata nell’omelia dal predicatoreufficiale mons. Gianfranco Saba, chiama-to a Roma dal Papa Francesco, per essere

incaricato dell’alto impegno ministerialedi Arcivescovo di Sassari. Le giornate de-dicate alla festa, ricche di manifestazioni edi avvenimenti, hanno visto la partecipa-zione vivace di numerose persone di ognietà. La lotteria, con l’estrazione dell’ottoluglio, ha posto il sigillo della fine di que-sta faticosa ma gioiosa ed esaltante provaper le giovani e i ragazzi che si sono alter-nati alle precedenti generazioni. Essi han-no dato il loro lavoro e messo a disposizio-ne le proprie capacità per una program-mazione che ha visto alternarsi per alcunigiorni dal giovedì 22 al 25 giugno, comeda tradizione, i canti sardi del gruppo Pez-zoni-Manca-Denanni, lo spettacolo mu-sicale “Frades in festa“, il recital dell’arti-sta Andrea Pucci e la performance del djPaolo Noise e infine , la domenica, giochiper bambini , tiro al bersaglio con carabi-na e il corale concerto del gruppo musica-le i Tamurita. Archiviata la festa per l’ap-puntamento di settembre rimane nel cuo-re dei badesani la memoria di appartene-re ad un popolo di fede che dall’inizio delsecolo scorso cerca di mettere al centrodel proprio cammino di vita il Sacro Cuo-re di Gesù, meta finale di ogni esistenza.

Luglio è il mese delle sagremoderne nel nostro centro conla Festa della paranza e la Sagradel bovino gallurese. C’è peròanche la festa che si celebra il 26luglio in onore di sant’Anna,nella omonima chiesetta delcentro storico, cui Calangianus èlegata. Festa che sa di antico, difede, non fosse altro perchégenerazioni di donne si sonorivolte alla madre dellaMadonna per invocarne laprotezione durante il parto. DonUmberto Deriu ha celebrato alle19 la messa in una chiesettaaffollatissima. Quest’anno laliturgia si è svolta all’interno,causa il maestrale. All’omelia haspiegato la bellezza dell’incontro

della comunità nella chiesetta,riaffermando il compito deinonni in una comunità cheanima i propri figli, e propostol’esempio di sant’Anna comemadre esemplare, donna diservizio e di umiltà. Una festadunque che non può essere aimargini nella lista degli eventiestivi tanto più che in questianni si è formato un belcomitato che al termine dellamessa ha offerto con tantagentilezza dei dolci ed un belbicchier di spumante eall’imbrunire un piatto di cozze.Il tutto per riaffermare cheanche al giorno d’oggi devealimentarsi quello spiritocomunitario che quellachiesetta, fra le case del centrostorico, sembra volerrichiamare.

Badesi celebra il Sacro Cuore di Gesùdi Bruno Cirilli

Calangianus rende onore a Sant’Anna

Sarà ancora Antonino Masuri, ilprossimo 12 agosto, a testimo-niare agli amici di AVSI Point diOlbia come i fondi raccolti nelleiniziative benefiche vengonoutilizzati nelle opere di AVSI inKenya. L’amico di Dorgali, da10 anni in Kenya e, spesso, in gi-ro per l’Italia e l’Europa, vive si-no in fondo il suo ruolo di Di-stance Support Program perAVSI Foundation: studi econo-mici e Laurea presso l’univeritàdi Perugia, con specializzazioniin no profit fund raising e noprofit marketing, è ormai un ha-bitué di Olbia, infatti dopo lasua prima visita nel dicembre2015 per la serata “Calici di soli-darietà” e quella nell’agosto2016 per “Notte di Cozze e Stel-le”, ritornerà in città per una ce-na di solidarietà presso la LegaNavale, con lo scopo principaledi aggiornare gli amici che da treanni sostengono la vita e gli stu-di di alcuni giovani allievi dellescuole di San Kizito, in Kenya,nei pressi di Nairobi. Fondazio-ne AVSI opera in diversi ambiti:socio-educativo, sviluppo urba-no, sanità, formazione al lavoro,creazione di posti di lavoro, mi-croimprenditorialità, agricol-tura, sicurezza alimentare, ac-qua, energia, tutela dell’am-biente, emergenze umanitarie,

migrazioni, diritti umani. Fon-dazione AVSI raggiunge ognianno più di 2,6 milioni di bene-ficiari diretti. Gli amici dell’AV-SI Point di Olbia, da tempo,hanno scelto, fra le altre, la for-ma del sostegno a distanza inquanto esso è una forma di con-divisione realizzata attraversoun contributo economico stabi-le e continuativo versato da unsoggetto (una persona, una fa-miglia, un gruppo di amici, unascuola, un’azienda…) e destina-to a un bambino o un ragazzo oper una comunità. Ogni soste-gno a distanza ha un costo di ap-pena 310 euro annuali, il costodi un caffè al giorno. La sera del12 agosto, nella location dellaLega navale (che AVSI Pointringrazia attraverso le pagine diGallura e Anglona), dalle ore 20in poi gli amici di AVSI, e gliamici degli amici, si ritroveran-no per una cena di solidarietàall’interno della quale, in un cli-ma di convivialità, fra un piattodi cozze e uno di gnocchetti, An-tonino Masuri aggiornerà i pre-senti, con l’ausilio di foto e vi-deo, circa le attività educativeportate avanti in Kenia, anchegrazie all’aiuto degli amici di Ol-bia che, i volontari olbiesi se loaugurano, continueranno adessere generosi per rinnovare e,se possibile, aumentare le op-portunità di sostegno.

AVSI, a Olbia una cena per conosceree finanziare le attività beneficheLa festa di Sant’Anna

di Pietro Zannonidi Filippo Sanna

L’uscita della processionedalla chiesa del Sacro Cuore

di Badesi

Esterno della chiesa di San’Anna e i fedeli

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Itre Giganti sono pronti peronorare il voto alla Madon-na anche quest’anno. È la

festa del paese, colorato dallebandierine e dai candelieri gial-lo, verde e azzurro a rappresen-tare rispettivamente le messiper il gremio degli Agricoltori“Sos Messaios”, il cielo per il gre-mio degli Artigiani “Sos Ma-stros” e il verde dei campi perquello dei Pastori “Sos pasto-res”. Si muovono con porta-mento solenne tra le centinaia dipersone che affollano le stradedel paese. La sfilata dei cande-lieri, per i fedeli non è altro cheun fregio, un ornamento dei ritipiù strettamente religiosi incen-trati sulla Patrona del paese: la

Beata Vergine Assunta. Il pri-mo pomeriggio del 14 agostosfilano per le vie del centro sto-rico fino alla chiesa principaleper onorare il voto alla Madon-na. La sera del 15 agosto si assi-ste alla caratteristica funzionedell’“Apostolato”: gli apostolivenerano l’Assunta. Vengonoricevuti alla porta della chiesadal Sacerdote che porge lorol’acqua benedetta e entrandointonano un’antica lode in lin-gua catalana. Il giorno dopo l’ot-tava finita la messa cantata, gliapostoli ritornano e riportano ilsimulacro in sacristia; i cande-lieri vengono portati nella chie-sa di San Filippo, che li ospiteràfino all’anno successivo.

11v i ta ecc les ia le - ang lona GALLURAANGLONA&N. 15 Anno XXV 10 agosto 2017

La celebrazione eucaristica sul-la banchina del porto, la proces-sione delle barche attorno allaRocca, la deposizione della co-rona di fiori per coloro che han-no perso la vita in mare. Sonoquesti gli elementi della festa diSant’Antonio da Padova che, ipescatori locali, amano e vene-rano come loro patrono e chia-mano con l’affettuoso nome diSant’Antoneddu, per distin-guerlo da Sant’Antoni, lu vec-chiu, patrono della città. Anchequest’anno il rito si è svolto conl’emozione e la partecipazionedi sempre. A celebrare, per laprima volta, il giovane parrocoDon Pietro Denicu, commossoe onorato di officiare l’antico ri-to. Al termine della celebrazio-ne eucaristica le barche si sono

riempite di fedeli, pescatori ediportisti che hanno ospitatocome da tradizione, tutti coloroche si trovavano sulla banchina.Il simulacro del Santo, il cele-brante, la Confraternita del-l’Oratorio di Santa Croce ed imembri del comitato hannopreso posto nella barca del “ca-po paraio” e la processione hapreso il largo. La circumnaviga-zione della rocca fortificata è unclassico così come le sirene chesuonano all’unisono nel mo-mento della deposizione in ma-re della corona di fiori. Un’emo-zione per tutti i presenti sullebarche ma anche per coloro chehanno ammirato lo spettacolodalla riva, vicini col pensiero edil sentimento ai caduti in maredi ogni tempo.

Nulvi, tutto prontoper “Sa Essìda desos candhaleris”

Castelsardo in festa per Sant’Antoneddu, omaggia i caduti a mare

Il 3 Agosto scorso, nella chiesadi Santa Maria delle Grazie diCastelsardo è stata celebratauna messa in memoria delcompianto Padre GiuseppeMonserrate, noto ai castella-nesi come ‘lu biaddu Giusep-pu”. Ad onorare il ricordo del-l’illustre concittadino, il parro-co Don Pietro Denicu, la Con-fraternita dell’Oratorio di San-ta Croce e numerosi fedeli dellacomunità castellanese che, no-nostante la calda giornata esti-va non sono voluti mancareall’annuale appuntamento.Cade infatti proprio in quelgiorno l’anniversario dellascomparsa dell’amato Giusep-pu, che ha lasciato la sua vitaterrena il 3 agosto 1716, mentrela città e l’intera Isola, viveva lasua breve esperienza di domi-nazione austriaca. Padre Giu-seppe Monserrate, apparte-

nente alla nobile famiglia deipompeiani, fu Custode Turri-tano nel 1709 e 1710 per poi di-ventare Padre Guardiano delConvento di San Martino diCastel Aragonese. Lo storicoPasquale Tola, nel suo “Dizio-nario bibliografico degli uomi-ni illustri di Sardegna” lo defi-nisce “maestro di religione eperfezione”. Nella chiesa diSanta Maria, dove fu sepolto, èconservato un suo ritratto, rea-lizzato da un anonimo pittore,con un’epigrafe in calce, scrittain latino, dove viene descrittala sua mirabile esistenza pienadi carità verso il prossimo, ani-matore del terz’ordine france-scano, maestro di perfezionereligiosa per tutta la città. Lacittà di Castelsardo, che ospitale sue spoglie mortali, lo ricor-da ancora nei modi di dire dellacolorita parlata locale, che lopresenta come esempio di ret-titudine e alto valore morale.

A Santa Maria delle Grazie, una messa per “lu biaddu Giuseppu”

Martis in festa per celebrare San-tu Pantaleo. Il 26 e 27 luglio lapiccola comunità dell’Anglonaha celebrato, con un programmadi appuntamenti religiosi e laici,il santo Patrono Pantaleo. Di professione medico, Pantaleosubì il martirio sotto la persecu-zione di Diocleziano. Le celebra-zioni a Martis sono iniziate con la

celebrazione della Messa nellachiesa di San Giuseppe, poi in se-rata concerto dei “Cordas et Can-nas” in piazza San Giovanni. Ilgiorno dopo, di mattina la pro-cessione dalla chiesa del Rosariofino alla chiesa di San Giuseppedove è stata celebrata la Messa. Achiudere le celebrazioni, lo spet-tacolo di “Pino e gli anticorpi”.

Grande partecipazione a Martis peronorare il santo patrono Pantaleo L’antico rito

di Donatella Sini

di DS

I candelieri di Nulvi

Processionea mare

Processione con il simulacro di San Pantaleo

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N. 15 Anno XXV 10 agosto 2017

GALLURAANGLONA& l i tu rg ia de l la paro la12Commento al Vangelo della Domenica a cura di don Valerio Baresi

13 Agosto 2017 XIX DOMENICA Anno A (Mt 14, 22-33)

«Coraggio, sono io, non abbiate paura!»

15 Agosto 2017 ASSUNZIONE DI MARIA VERGINE Anno A (Lc 1, 39-56)

«A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?»

20 Agosto 2017 XX DOMENICA Anno A (Mt 15, 21-28)

Sono le parole che Gesù rivolge aisuoi discepoli “sconvolti” perchévedono il Maestro venire verso diloro camminando sull’acqua,nell’agitato lago di Tiberiade. “È un fantasma!” gridano dallapaura. “Coraggio, sono io,non abbiate paura!”.Si fa in fretta a dire coraggio…Quella “barca” che Matteo presen-ta “agitata dalle onde”; quellaChiesa che è chiamata da Gesù a te-stimoniare la fede in un mondoostile, aggressivo… fidandosi solo

del Suo Signore, si sente dire: “Co-raggio, sono io”…“Coraggio io sono!”. Ma è il nome di Dio: Jhwh. Quelnome che dice: “Io esisto… sonopresente… io sono qui per te… iorealizzo proprio quello che sono…io sono il Tuo Dio!”. “Coraggio io sono!”Questa parola non è detta solo aPietro e agli Apostoli. È detta a noioggi: “Coraggio!”.E non è solamente un generico in-citamento, con una pacca sulla

spalla, è Parola di Dio,è la certezza di una pro-messa di vittoria, di vita,di Risurrezione.È l’invito di Gesù ad ave-re fede! …a fidarsi… adabbandonarsi a Lui.Coraggio, mia Chiesa, non temere,Satana non ti rovescia… “Coraggio, sono io”.Coraggio, mio discepolo, non du-bitare. Non possiamo vivere nella paura:sappiamo che siamo nelle mani di

Dio; sappiamo che Gesù ci fa cam-minare sull’acqua; Gesù “sale” sul-la nostra barca agitata dalle onde;fa cessare la tempesta… Vive connoi! Oggi!“Coraggio, sono io, non ab-biate paura!”.Vivi ogni giorno nella gioia!

Appena Maria venne a saperedall’Angelo Gabriele che la sua an-ziana cugina Elisabetta era al sestomese di gravidanza “si alzò e andòin fretta” da lei. È una ragazza determinata Maria! Non si pone troppe domande‘prudenziali’ circa l’autentica pos-sibilità dell’evento, o la verità deifatti o l’opportunità dell’impegna-tivo viaggio... “Si alzò e andò infretta”.“Appena Elisabetta ebbe udito ilsaluto di Maria, il bambino sus-

sultò nel suo grembo”.Maria, ha già accolto il Figlio, hagià dato spazio allo Spirito Santo ealla volontà di Dio Padre. Maria ègià Tabernacolo della Trinità. Ègià Sacramento di Dio: segno estrumento della Sua presenza chedona gioia, fa sussultare di felicità,genera amore, vita.Quando accogli Dio, come Maria,divieni “sorgente di acqua chezampilla”, dono abbondante,ineffabile di Spirito Santo. Dono digioia!

Elisabetta non può più tacere: be-nedice, ringrazia, profetizza e gri-da di gioia: “A che cosa devoche la madre del mio Signorevenga da me?”… la madre del“mio Signore”. Già anticipa ciò che la Chiesa inte-ra riconosce: Maria è la madredel mio Signore! La Madre diDio! E Maria, donna del “Sì!”, donnache “ha creduto nell’adempimen-to di ciò che il Signore le ha detto”esprime la pienezza della sua fede

con la carità, facendosi “serva peramore” di Elisabetta e innalzandola preghiera di lode del Magnifi-cat. Sì! Se guardo Maria comprendocosa succede ad una creatura, cosasuccede a me, se mi abbandono al-la volontà di Dio: ciò che è di Mariaappartiene ad ogni credente che,come Lei, accoglie Dio. Siamo chiamati a generare Dio.Siamo chiamati alla Risurrezione,alla Vita eterna, al Paradiso: unarivelazione da capogiro!

«Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri»

Una donna Cananea, pagana, se-gue Gesù mentre Egli è insieme aisuoi discepoli. Grida per chiedere un miracolo:“Pietà di me, Signore, figlio di Da-vide! Mia figlia è molto tormenta-ta da un demonio!”. “Ma Egli non le rivolse neppureuna parola”.Sono i discepoli a implorarlo, nontanto per la compassione del dolo-re della donna, ma perché sono sfi-niti dalla sua insistenza. “Esaudi-scila, perché ci viene dietro gri-dando!”.Ma Gesù si rifiuta di esaudirla,esprimendo una motivazione chenon convince: “Non sono statomandato se non alle pecore per-dute della casa d’Israele”.La madre dell’indemoniata non sidà per vinta e implora, prostran-dosi dinanzi a Lui: ”Signore,aiutami!”.Gesù sembra irremovibile: “Non èbene prendere il pane dei figli egettarlo ai cagnolini!”.La donna non si deprime per la ri-sposta, anzi implora le briciole,proprio come i cagnolini.È qui che il cuore di Gesù si com-muove e la esaudisce facendole ungrande complimento: “Donna,

grande è la tua fede! Avven-ga per te come desideri”. Dio ama la nostra insistenza. La preghiera di domanda educala nostra fede. Chiedo perché soche puoi esaudirmi, Signore. Soche sei buono. So che mi ascoltisempre. L’apparente silenzio di Dio non de-ve scoraggiare la mia preghiera,ma renderla più profonda e più ve-ra. Libera da incertezze e perples-

sità. La mia preghiera deve guar-dare l’onnipotenza di Dio e non so-lamente la mia precarietà e la miaindegnità. Chiedete…. Bussate…. Cercate….Dio ama la mia preghiera di totalefiducia e di abbandono a Lui. Diovuole ascoltarmi ed esaudirmi.Sempre! Dio desidera che la mia fede siadavvero grande, perché è la miafede che consente alla sua onnipo-

tenza di manifestarsi pienamente!È una madre Cananea, pagana afarci da maestra…

12 Agosto 2017Anniversario della morte dellaServa di Dio Madre PaolaMuzzeddu 12 agosto 1971

13 Agosto 2017XIX Domenica del TempoOrdinarioSan Ponziano: Festa patro-nale a Olbia parrocchia diSan Ponziano

15 Agosto 2017Solennità dell’Assunzionedella beata Vergine MariaFesta patronale a Nulvi

20 Agosto 2017XX Domenica del Tempo Or-dinario

26 Agosto 2017Cappella episcopio: cresime ore 10

27 Agosto 2017XXI Domenica del TempoOrdinarioDedicazione della Chiesa“Stella Maris” a Porto CervoFesta patronale a TempioPausania

28-29-30-31 Agosto / 1-2-3settembre 2017 Campo scuola giovanissimiA.C.

1 Settembre 201712a Giornata per la custodiadel creato

3 Settembre 2017XXII Domenica del TempoOrdinario

8 Settembre 2017Natività della beata VergineMaria Festa patronale a Luogo-santo, Tergu, Tempio San Giuseppe e Mo-neta

10 settembre 2017XIII Domenica del TempoOrdinario

CALENDARIO

PASTORALE

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13cu l tu ra GALLURAANGLONA&N. 15 Anno XXV 10 agosto 2017

(IV parte)In una notte terribile arrivarono i Vandali e,in quella precedente, Aurelia Fiorenza avevasognato un uomo a lei sconosciuto. Le avevadetto di chiamarsi Simplicio, aggiungendopoche, drammatiche parole: “Sono venuto adonarti la fede e il coraggio. È necessario an-che il tuo martirio per imprigionare il Nemi-co di Tenebra che si aggira in questa città cor-rotta e preda del Male”. Aurelia Fiorenza,guidata dalla voce ancora dolce e potentedentro di lei, si era recata sulla tomba di Sim-plicio. Qui la raggiunse sua madre che, nonavendo trovato la bambina nel suo letto, eraandata a cercarla. Si erano messe a pregareinsieme ed entrambe furono uccise dai Van-dali che avevano messo a ferro e a fuoco lacittà di Olbia dopo aver affondato una flottadi navi romane attraccate al porto. Il corpodella piccola Aurelia Fiorenza era avvolto inuno scialle blu di seta intessuto d’oro che siera messa per uscire di casa. Il sangue dellabambina e di sua madre, versato nello stessosito del martirio di Simplicio, imprigiona an-cora una volta il Nemico di Tenebra perché illoro sacrificio risveglia la memoria del Santoe la fede nel popolo. Quando, durante il go-verno dell’imperatore Costantino fu per-messa la professione pubblica della fede cri-stiana, sulla tomba di Simplicio, i fedeli diFausania fecero costruire un tempio dall’ar-chitettura singolare a lui dedicato. La basili-ca, eretta in onore del vescovo martire, nel-l’anno Mille assunse le forme romaniche, adopera dei monaci vittorini. Don Tamponi ri-vela a Viola che vuole continuare la sua ricer-ca perché, secondo lui, il Nemico di Tenebrasi è risvegliato ancora una volta. La giovane

decide di affiancarlo nella sua indagine,partendo da alcuni casi di stretta attualità,di cui lei si è già occupata come giornalista.Uno di questi, in particolare, riguarda latratta delle nuove schiave in un intreccio diprostituzione, violenza e riti Voodoo. Violaaveva già intervistato Wendy, una nigeria-na diciottenne che, dopo un’orribile espe-rienza, era riuscita ad affrancarsi dai suoiaguzzini e ora vive ad Olbia, in una casa pro-tetta. Wendy accetta volentieri di incontra-re la giornalista che va a trovarla nella suastanza. Appena entrata, Viola prova un di-sagio fortissimo e una strana inquietudine.Ha la sensazione di essere osservata da unapresenza ostile ed estranea che non riesce aindividuare. Wendy, intanto, parla dellasua nuova vita che adesso scorre serena; hatrovato un lavoro che le piace, un fidanzatoe ha tanti progetti per il futuro. La giovanenigeriana, un anno prima, aveva subito unaferoce punizione; era stata sul punto di mo-rire dopo essere stata seviziata dal suosfruttatore che voleva impedirle di usciredal giro della prostituzione. L’attuale tran-quillità di Wendy contrasta con l’angosciache attanaglia Viola. La giornalista non rie-sce più a restare in quella stanza e con unascusa interrompe l’incontro. Si incamminaveloce verso il centro della città ma, dietrodi lei, avverte ancora quella presenza ostile.Si volta e distingue solo i contorni di una fi-gura incappucciata che la insegue fluttuan-do. Indossa un mantello nero ed emana unvortice di aria gelida nella tiepida sera diprimavera. Viola corre, sempre più dispe-rata e perde l’orientamento. Capisce solouna cosa: il Nemico di Tenebra sta per rag-giungerla e lei si sente morire, troppo stan-ca e terrorizzata per continuare la fuga. Or-mai senza fiato si ritrova davanti al vecchiocimitero non lontano dalla chiesa di SanSimplicio mentre l’orribile ombra densa ebuia incombe sopra di lei. Viola, esausta,appoggia una mano sull’antico muro e ri-

volge una preghiera al martire, patrono diOlbia. In quel momento una voce risuonaforte dentro di lei: “Coraggio non temere,l’Essere di Tenebra non ti raggiungerà. Io so-no Simplicio, tu sei salva per avermi invoca-to appoggiandoti nel punto in cui è ancora vi-sibile il mio sangue”. La giornalista sposta lamano e vede un evanescente segno rosso aforma di croce. Questo ulteriore segno laspinge, ancora di più, ad aiutare don France-sco Tamponi nelle sue indagini. Viola decidequindi di approfondire alcune vicende stori-che legate ai periodi oscuri attraversati dallacittà di Olbia. Comincia da un indirizzo che leaveva dato Sofia, una giornalista turca, co-nosciuta qualche mese prima. Nell’ArchivioNavale di Roma, la sua collega aveva trovatoun vecchio libro in cui erano citati più volte ilnome di Terranova e quello del corsaro Dra-gut. Viola parte per la Capitale, destinazio-ne: l’Archivio Navale (continua).

Sangue sulla cittàUn racconto ambientato nell’Olbia del passatodi Marella Giovannelli

La morte, sta scritto, sarà ugualealla vita vissuta. A questo epitaf-fio pensavo, mentre camminavolungo il giardino prima di rag-giungere la villa. Tre lunghi giorniil dittatore rimase in questo luo-go. Bisogna percorrere un beltratto di strada prima di arrivare aquesta triste dimora, una bianca

stradina mi conduce attraversola macchia mediterranea e igrandi pini italici, dove il vento at-traversandoli canta la solitudinee l’abbandono. Qualche rumoreimprovviso ogni tanto mi scuotee mi riporta al fascino del posto,al pensare alla tragicità di queigiorni di guerra, giorni di lutti e dimorte, al sangue versato nel cir-costante mare, un mare di quei

giorni, non solo azzurro ma ros-so; rosso dei morti giovani inguerra, lo schianto delle bombesulle navi: Trieste,  Roma...visispenti dall’onda nera della mor-te, e lontano il pianto delle madriche morivano con loro. Prima divarcare la soglia  la suggestioneè più forte, sembra un piccolocastello bianco, una vasta scalaporta al primo piano, le stanzegrandi e ariose con finestreaperte all’essenzialità del maree del cielo. Nessuna vanità or-mai è nella villa, a parte il bellis-simo pavimento ancora nuovoe alcune volte dipinte in stile li-berty. Il vento leggero non lasciamai la villa, esposta sempre adesso che con una monotoniache persiste fa continuamenteoscillare i grandi rami degli albe-ri. E riporta la tristezza,  la me-moria, e penso al personaggioche visse diversi anni nella glo-ria del mondo; ma quanto fittiziaè questa gloria, quanta ingiusti-zia portata sull’altare degli uo-mini, così diversa la gloria deiSanti che spesso agli occhi del

mondo sono degli emeriti sco-nosciuti, e svuotando se stessi,fanno sempre più spazio in loroal Cristo, donatore della veragloria che “redime gli umili e di-sperde i superbi. ...”. Il tempo,spesso, all’ambizione umana fapareggiare i conti, prestandogliun giocattolo che a volte noi tra-sformiamo in una arma che fa-talmente ci si rivolta contro.

Villa Webber

I lettori che hanno seguitocon attenzione il racconto«Hai preso tu l’anfora?Racconto d’estate da “sot-to l’ombrellone”» del dia-cono Miuccio Demontispossono inventare un fi-nale e inviarlo alla reda-zione di Gallura e Anglo-na. Quello più interessan-te e simpatico verrà pub-blicato, altrimenti abbiatela pazienza di aspettare ilprossimo numero quandoil diacono vi dirà chi ha ru-bato l’anfora.

don Roberto Spano

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N. 15 Anno XXV 10 agosto 2017

GALLURAANGLONA& cu l tu ra14

Un paese, un borgo, è innanzitut-to la propria storia, le proprie tra-dizioni, la propria gente. Se arri-vando ad Aggius, il paesaggio viavrà affascinato, fermarsi signi-ficherà andare alla scoperta distorie e leggende, di tradizioniancora vive e originali, di gentecordiale ed ospitale, sempre di-sponibile a fermarsi per farequattro chiacchiere. Situato a514 metri sul livello del mare, Ag-gius è un tipico paese della Gallu-ra, subregione storica e geografi-ca della Sardegna. Il suo abitatosorge ai piedi della seghettatacresta montuosa detta “Monti diAggius”, che comprende le pun-te: “Monti di Mezu” (782 m),“Monti Sotza” (778 m), “MontiPolcu” (675 m), “Monti di la Cruzi”(667 m), “Monti Pinna” (680 m)e“Monti Fraili” (645 m). Il pano-rama che si può ammirare dallealture del suo territorio, si esten-de dall’Asinara sino all’arcipela-go della Maddalena e alla Costa

Smeralda. In giornate limpide sipossono ammirare le ventilateBocche di Bonifacio e la vicinaCorsica con le riconoscibili fale-sie di Capo Pertusato, mentrenel periodo invernale e prima-verile si ergono nitide le alte ci-me innevate. L’agro di Aggius sipresenta come un equilibratoalternarsi di rocce granitiche,boschi secolari di lecci, di sughe-re, macchia mediterranea, pa-scoli e vigneti, ai quali il mutaredelle stagioni conferisce aspettie colorazioni variegate. Da circauna decina di anni il turismo stadiventando un comparto moltorilevante nell’economia locale.Nel 2005 il paese è stato insigni-to, dal Touring Club Italiano,della Bandiera Arancione, unmarchio di qualità turistico-am-bientale conferito ai piccoli co-muni dell’entroterra italianoche si distinguono per un’offertadi eccellenza e un’accoglienza diqualità. Dal 2011 fa parte del-l’Associazione Nazionale deiBorghi Autentici d’Italia, il qua-le lo ha insignito di un nuovomarchio di certificazione “Bor-go Autentico Certificato”, unanuova sfida, con un progetto daportare avanti e determinati

obiettivi da raggiungere. Aggiusfa parte anche delle ComunitàOspitali della Sardegna, un pro-getto sempre marchiato BAI,che lo inserisce in una rete di co-muni Sardi, “che ce la voglionofare!”, che combattono lo spo-polamento e la fuga delle giova-ni risorse. Diversi sono i puntiinformativi dislocati nel paese,oltre ai musei, che già da annisvolgono questo compito, ora inLargo Andrea Vasa è presenteun nuovo punto informativo e diaccoglienza, La Casa dell’Ospi-te, un logo dedicato ai visitatori

del nostro Borgo, con tecnologiesempre piu’ all’avanguardia perrimanere sempre al passo con itempi. Aggius diventa semprepiu’ smart, tramite il portalewww.aggiuscomunitaospitale.itpotrete raggiungere ogni singo-la attività del paese, oltre a tro-vare consigli di viaggio, guidededicate, immagini e contatti, iltutto anche in inglese.

Andrea Altea, Delegato al Turi-smo 3496153565

Claudia Pulixi, Tutor dell’Ospite3455104508

rubrica Scenari galluresi a cura di Gallura da Valorizzare

Aggius, il borgo di pietra

Museo Meocdi Aggius

L’aforisma di George B. Shawapre il prezioso volume foto-grafico pubblicato in occasionedel decimo anniversario dellaFondazione Porto Rotondo,presieduta da Luigi Donà dalleRose e diretta da LoredanaCattrocci. E la villa dei Donà,nel cuore del villaggio, con vi-sta spettacolare sul Golfo diCugnana, ha fatto da cornicealla sua presentazione. Paginadopo pagina sfilano le opered’arte realizzate a Porto Roton-do dalla metà degli anni Ses-santa ad oggi e ogni capitolo èintrodotto da citazioni partico-larmente significative. Quellache precede il racconto foto-grafico dedicato alla Chiesa di

San Lorenzo è di Pablo Picasso:Ci sono artisti che dipingono ilsole come una macchia gialla,altri che trasformano unamacchia gialla nel sole. Segueuna breve nota dove si spiegache l’incontro tra Andrea Ca-scella e Mario Ceroli ha resopossibile “il concepimento diun’opera architettonica, tuttapermeata di sculture, che nontrova eguali nell’Italia artisticadegli ultimi cinquant’anni”. Sipuò esistere senza arte masenza di essa non si può vivereè l’aforisma di Oscar Wilde cheanticipa le immagini del TeatroMario Ceroli. Di Henry Miller èla famosa frase L’arte non inse-gna niente tranne il senso del-la vita in apertura del capitolosulle pregevoli pavimentazionia mosaico di Via del Molo e di

Via Belli, create dallo scultorebretone Emmanuel Chapalaine ispirate alla catena alimenta-re marina. Arte è ciò che ilmondo diventerà non ciò che ilmondo è di Karl Kraus, è la fra-se scelta per l’ultima sezionedel volume. Qui sono illustratealtre importanti opere presentiin quel museo a cielo apertoche oggi è Porto Rotondo. Ilpercorso include la piazzettaSan Marco con una foto origi-nale di Ugo Mulas, la “Tuffatri-ce” di Giovanni Manganelli inpiazzetta delle Ginestre e laDarsena con la scalinata e i par-ticolari scultorei di GiancarloSangregorio. La presentazionedel libro ha richiamato a casa diLuigi e Roberta Donà dalle Ro-se portorotondini storici comeMarina Giori Swarovski, Stefa-

nia Bormioli, Giacomo Agosti-ni, Sandra Verusio, Ennio e Li-na Doris, Carl Hahn (presiden-te onorario della Volkswagen),Rosy Sgaravatti, i Rebecchini,Franco Zoppas, Gianni Ga-mondi, i Gandini, i Giol, i Fran-chini e tanti altri. Presente an-che il pittore e scultore sardoGiuseppe Carta che, dal 30agosto al 30 settembre, espor-rà le sue opere a Roma, primanella sede di Eataly e poi da-vanti all’Arco di Costantino inoccasione del concerto di An-drea Bocelli ed Elton John. Arappresentare le istituzioni lo-cali: l’assessora alla cultura delComune di Olbia Sabrina Serrae il sindaco di Golfo AranciGiuseppe Fasolino. Sfogliandoquesto libro, non posso non ri-cordare le parole che anni fa midisse Mario Ceroli: “Porto Ro-tondo ha una grandissima per-sonalità; in passato sono stateeseguite cose incredibili in unclima molto rinascimentale. Silavorava ogni giorno, s’inven-tava la sera per la mattina do-po; la sua peculiarità, rispettoad altri luoghi di vacanza, è sta-ta quella di aver privilegiato,sin dall’inizio, un’ottica di svi-luppo strettamente legata allacultura e all’arte. Quella sceltasi è rivelata vincente e su que-sta strada si dovrebbe conti-nuare”.

di Claudia Pulixi, coordinatrice Aggiuse componente Team Folklore GdV

Arte Portorotondo:un libro gioielloper un museo acielo apertounico nel suogenereSenza l’arte, lacrudezza della realtàrenderebbe il mondoinsopportabile

di Marella Giovannelli

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15rubr iche GALLURAANGLONA&N. 15 Anno XXV 10 agosto 2017

La primaziale diSan Paolo a Olbia La chiesa primaziale di San PaoloApostolo di Olbia sorge su un’al-tura che domina il centro storicodella città nel sito in cui sono statirinvenuti i resti di un santuariodedicato a Ercole risalente al III-II secolo a.C. L’edificio si presentacon una facciata chiusa in alto dauna semiellisse con al centro unportale lunettato sormontato dauna finestra quadrangolare. Sullato destro si erge il campanile di-viso in cinque livelli da cornicimarcapiano con l’ultimo occupa-

to dalla cella campanaria a quat-tro fornici centinati e cupolino.L’interno è a navata unica copertacon volta a botte unghiata in cor-rispondenza delle finestre postesopra la cornice d’imposta e rin-forzata con sottoarchi che scari-cano a terra mediante paraste chela dividono in quattro campate,su cui, fatta eccezione per la pri-ma, si affacciano tre cappelle perparte, ugualmente voltate a botte.L’aula è incrociata da un ampiotransetto coperto a botte, con in-tersezione cupolata, e termina infondo con un presbiterio qua-drangolare e abside emiciclica.La prima notizia relativa allachiesa di San Paolo di Terranovaè del 1455, quando don Pietro

Giovanni Besada, appena nomi-nato viceré di Sardegna, approdòin città e si recò alla primaziale as-sieme a numerosi dignitari, perprestare giuramento di rispettaregli statuti e le prerogative del Re-gno. Una notizia successiva è del1665, mentre l’anno 1747 è incisoin uno degli arconi della navata.Nel 1939 l’edificio subì importan-ti rimaneggiamenti che hanno ri-guardato la costruzione del tran-setto, cupola e abside, ampliandoun edificio costruito integral-mente nel XVIII secolo, che a suavolta ne sostituiva uno quasi cer-tamente romanico. Di tale edifi-cio abbiamo memoria nella visitapastorale effettuata dal vescovoCadello Cugia il 28 maggio 1752,quando la chiesa, che in quel mo-mento è in fase di ricostruzione, èdescritta divisa in due navate, se-parate da tre archi, coperte a ca-priate con presbiterio e coro convolta a botte, mentre in quellasuccessiva, effettuata il 15 maggio1763 il vescovo annota come duecampate voltate a botte, il campa-nile e quattro cappelle fosserostate già terminate, mentre resta-va ancora scoperta la prima.L’originale divisione in due nava-te separate da tre archi al centrocoperte a capriate lignee, richia-ma analoghe soluzioni adottatenelle chiese isolane, che Delogucatalogò come Vittorine, ed inparticolare col San Platano di Vil-laspeciosa, già documentata nel1141. Un impianto che ritroviamoanche nella chiesa rinvenuta du-rante la costruzione della super-strada Olbia-Nuoro in localitàPartesole nei pressi di Posada de-dicata al protomartire Stefano

(concessa ai Vittorini prima del1095), nonché alla chiesa di SanNicola Eremita di Luogosanto,demolita nel 1912, che nel 1763 èdescritta a due navate. Dati cheportano a ritenere che il primitivoimpianto del San Paolo sia legatoall’arrivo in Gallura dei Vittorinidi Marsiglia nel 1095, a cui spettaanche la costruzione delle citatechiese di Posada e Luogosanto.Per quanto riguarda l’impiantosettecentesco, iniziato con la co-struzione del presbiterio attornoal 1747 e concluso dopo il 1763, ilprogetto potrebbe essere asse-gnato ad un capomastro sardoaggiornato alle novità appena in-trodotte dagli architetti piemon-tesi nell’isola, come Augusto dellaVallea o Saverio Belgrano di Fa-molasco. Per quanto riguarda gliarredi interni è notevole l’altaremaggiore in marmi policromi,con mensa a cofano e gradini “adali di pipistrello”, sormontato daun espositore eucaristico a teatri-no che funge da base per la statuadel titolare, scolpito dal marmo-

raro cagliaritano Pietro PaoloPozzo Pinna nel 1818, come ri-porta l’epigrafe incisa sul paliot-to; il pulpito ligneo poligonale de-corato a tarsie con paravoce a co-rona, realizzato probabilmentenell’isola da qualche artista vicinoai Cappuccini alla fine del XVIIIsecolo; il coro, estremamente si-mile a quello della cattedrale diTempio, databile al secondo de-cennio del XIX secolo opera dimaestranze locali e il pavimentoin ardesia e marmo, anch’esso si-mile a quello che un tempo ador-nava la cattedrale tempiese che fumesso in opera con marmi acqui-stati a Genova nel 1833 sotto la di-rezione del capomastro MarcoAntonio Baffigo. Da segnalareanche gli argenti, come l’ostenso-rio raggiato, la lampada del San-tissimo e le ampolline della fineXVIII secolo, nonché i sandali e lacoroncina dell’Assunta del secoloprecedente. Negli anni Sessanta,infine, l’interno è stato decoratocon alcuni modesti dipinti dal pit-tore Alberto Sanna.

I luoghi della fede a cura di PhD Prof. Luigi Agus - Cattedra di Storia dell’Arte ModernaAccademia di Belle Arti di Sassari “Mario Sironi”

I sapori della Gallura e dell’Anglona a cura di Maria Antonietta Mazzone

Ingredienti:

12 cucchiai di riso Carnaroli,

2 zucchine tenere,

10 fiori di zucca,

100g di gorgonzola al mascarpone,

1 scalogno,

due cucchiai di olio extravergine di oliva,

1 noce di burro,

3 cucchiai di parmigiano,

1 litro di brodo vegetale (fatto con 1 ca-

rota, cipolla, patata, 2 pomodori da sugo

e il prezzemolo)

sale qb,

pepe nero fresco di macina.

P reparate il brodo ve-getale con 1,5l diacqua, una carota,

prezzemolo, patata, cipolla,pomodoro e un pizzico di sale.Preparate i fiori di zucca elimi-nando il pistillo e lavandoli inacqua. In una pentola capientefar cuocere il riso in abbondan-te acqua salata sino a metà cot-tura (circa 7/8 minuti) e nel frat-tempo in una padella far appas-sire le zucchine,con i due cuc-chiai di olio e lo scalogno tritatofinemente. Scolare il riso e unir-lo alle zucchine, proseguire lacottura aggiungendo pianopiano il brodo vegetale. Qual-che minuto prima di ultimare lacottura unire i fiori di zucca e lagorgonzola. Aggiustare di sale.Mescolare bene, aggiungere ilburro e infine il parmigiano. Perultimo una generosa macinatadi pepe.

Risotto con

zucchine e

fiori di zucca

Adoro andare per mercati, tutti i mercati. Amo quelloscorrere lento del tempo, la girandola di colori, il mi-scuglio di voci, la miriade di profumi che invade l’aria:spezie, agrumi, formaggi, fiori, dolci, caffè. È inimitabileil profumo di ogni mercato. Per chi come me non amale forme classiche di turismo, che di ogni luogo vor-rebbe coglierne l’essenza più vera, non mancherà unapuntatina al mercato della città, è qui che si respira ilritmo del luogo, i gusti e l’anima di quel popolo. Nonperdo mai l’appuntamento con il mio mercato cittadino. Conosco tutti e mi conosconotutti. Vitalia è la tappa obbligata per gli impareggiabili agrumi di Milis. I carciofi più buonidel mondo per insuperabili fregule arrivano da Valledoria accompagnati dal sorriso diMonica che ben rappresenta l’azienda Licheri. I formaggi di Agostino sono un vero viag-gio nel mondo del gusto, decine e decine di qualità, per non parlare dei salumi, peraltroè l’unico che ha le inimitabili salsicce e il carasau di Buddusò. Non puoi non visitare Da-nilo per gustare un vero torrone sardo, i dolci di Nule e un’infinita quantità di legumi efrutta secca. Un assaggino di miele no? Spiritosissima la signora Pes, la sua azienda api-stica si chiama “What’s ape“ e ha un millefiori straordinario per seadas e pinos. E poitanti piccoli banchetti, con venditori sempre diversi che propongono le erbe selvatichedi stagione, asparagi, rucola, bietoline, ammurata, finochietto selvatico e via discorrendo.Infine per il pieno di verdure settimanali arrivo da lei: Giovanna Pigozzi e le sue sorelle,esempio di una bella gioventù, di una Sardegna piena di vita e di saperi con in tasca unabella laurea in giurisprudenza. Banchetto sempre affollato per le verdure di stagione ri-gorosamente bio, ma anche per tante chiacchiere, scambio di ricette e due risate. Sonogià le undici ma non manco mai dalla signora del Conte che ha il più bel vintage del mer-cato e dei cachemire d’annata meravigliosi. Scappo per poter provare la nuova ricettadi Giovanna: i fiori di zucca al forno. Provateli subito.

Presbiterio con altaremarmoreo del 1818

Veduta esterna della chiesa di San Paolo

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N. 15 Anno XXV 10 agosto 2017

GALLURAANGLONA& speciale pellegrinaggio del nord sardegna16

Andare a Lourdes non è un viaggio qualsiasi,non si tratta di vedere dei luoghi, ma di incon-trare la sofferenza della gente, il sorriso deimalati, la gioia dei volontari. Perché sei coin-volto nelle vite degli altri, a patto che te ne la-sci travolgere. Desideravo recarmi nella grot-ta vicino ai Pirenei dove a Santa BernadetteSoubirous nel 1858 apparve “la bella Signo-ra”, l’Immacolata Concezione, vedere il pun-to in cui scavò con le mani per trovare quellache si rivelerà una sorgente d’acqua nellaquale si immergono ogni anno cinque milio-ni di persone che giungono da ogni parte delmondo, respirare il clima di speranza cheanima i pellegrini. Così ho deciso di unirmi alpellegrinaggio del Nord Sardegna dell’Uni-talsi guidato dal Vescovo diocesano Mons.Sebastiano Sanguinetti dal 2 all’8 luglio. Unviaggio di una settimana, assieme a oltre 400persone tra malati, accompagnatori, dami-ne, barellieri, volontari, pellegrini e sacerdo-ti. Perché puoi raccontare la realtà di Lourdessolo se la vivi, non per sentito dire.C’era un forte vento di maestrale quel giorno.La nave della Grimaldi che ci avrebbe con-dotti a Barcellona attraccò al porto di PortoTorres con due ore di ritardo. La Messa cele-brata nel salone della nave ha dato avvio alpellegrinaggio. Il tema scelto per quest’anno,coincide con quello proposto da Papa Fran-cesco per la XXV giornata del malato: “Gran-di cose ha fatto in me l’Onnipotente, e Santoè il suo nome” (Lc 1,49). “La carità ha tantesfacettature” ha detto nell’omelia mons. San-guinetti, “l’accoglienza è una di queste, aprireil nostro cuore al fratello, specialmente aquello di chi ha più bisogno e il pellegrinaggioa Lourdes credo sia una grande scuola in que-sto senso”. La traversata di 12 ore non fu faci-

le con mare forza 8. Con l’aiuto di tanti giova-ni volontari, i malati vengono aiutati a scen-dere e accompagnati nei pulman medicaliz-zati. Dopo sette ore di viaggio la piccola loca-lità di Lourdes ci accoglie. A Lourdes tutto parla di Bernadette e del-l’Immacolata Concezione, i tanti negozi disouvenir, gli alberghi, molti dei quali, ultima-mente chiusi per le stringenti normativeemanate in termini di sicurezza dal governofrancese. Cuore di Lourdes è la grotta delleapparizioni attorno alla quale è sorto il gran-de santuario con la basilica del Santo Rosa-rio. Il pellegrinaggio è poi l’occasione per ri-percorrere le tracce di Bernadette, il mulinodi Boly, per dieci anni (1844-1854) la sua ca-sa, dove ha vissuto con i genitori, i fratelli e lasorella, ma anche la nonna, gli zii e i cugini.Anni felici, fino a quando la famiglia non è piùin grado di pagare l’affitto e trova sistemazio-ne nel Cachot, una cella in rue des Petits-Fos-sés. Ma anche Bartrès, paesino a pochi chilo-metri da Lourdes dove Bernadette ha vissutoil secondo anno della sua infanzia e qualchemese poco prima delle apparizioni. E poi c’èla grotta. È questo il cuore di Lourdes. Qui nelsilenzio, con lo sguardo fisso sulla statua, ri-tornano alla mente le parole di Bernadette:«Io scorsi una signora vestita di bianco. In-dossava un abito bianco, un velo bianco, unacintura blu ed una rosa gialla sui piedi». Il ba-gno nelle piscine, nell’acqua scaturita dallasorgente scavata da Bernadette su indicazio-ne della “Bella Signora”, permette di viveremomenti di forte emozione. Durante il pellegrinaggio, il lavoro dei volon-tari, delle damine e dei barellieri è notevole.Si prendono cura integralmente dei malati.Stanno con loro, a turno, per l’intera giorna-ta, si occupano di prepararli per i vari mo-menti, li accompagnano e sistemano le lorostanze. Eppure anche la fatica a Lourdes è co-me se si trasfigurasse. I malati, anche gravi,vivono le giornate di Lourdes con un animo

sereno. Lo vedi nei loro volti, nei loro sguardie sono loro a dare forza, coraggio e a testimo-niare la fede. Chi si aspetta facce triste, restadeluso a Lourdes. Le giornate trascorrono scandite dai mo-menti di preghiera, la Messa, il rosario, la li-turgia penitenziale, la via Crucis, la proces-sione eucaristica, la fiaccolata e il passaggionella grotta. Esperienze profonde e intense,vissute assieme a centinaia di persone chenon lasciano indifferenti. Quest’anno le datedel pellegrinaggio dell’Unitalsi sono coincisecon quelle dell’Oftal del Nord Sardegna, pel-legrinaggio guidato da mons. Corrado Melise per qualche giorno anche con l’Unitalsi del-la Sarda Sud. Lourdes è certamente un luogoprivilegiato per riscoprire e affermare comeMaria “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipo-tente, e Santo è il suo nome”.

Ai piedi della grottadi Daniela Astara

Il passaggio dei malati alla grotta

Un momento della processione nel santuario di Lourdes