LA RAGAZZETTA 15
LE TAPPE DI HITLER
Il Tour del Terzo Reich all'interno di Monaco di Baviera ci ha riportato indietro nel
tempo, in una delle epoche più buie che colpì non solo la Germania, ma il mondo
intero. Partendo da Marienplatz, la visita guidata ha toccato diversi luoghi
significativi per l’ascesa del Terzo Reich.
Hofbräuhaus
La storica birreria dove nel 1920 Adolf
Hitler presentò i 25 punti del programma del
Partito Nazista. Alcuni dei peggiori attacchi agli
ebrei partirono proprio da qui.
Odeonsplatz
Realizzata tra il 1841 e il 1844 da Friedrich von
Gärtner su ordine di Re Ludwig I, nonno del re dei
castelli Ludwig II e amante dell'Italia, la
Feldherrnhalle è strettamente legata all'ascesa del
nazismo in quanto il 9 Novembre 1923 qui avvenne
il Putsch di Monaco, il fallito colpo di Stato col
quale Hitler e i nazisti della prima ora volevano
prendere il potere.
Monumento alle vittime del nazismo
Il Monumento alle vittime della dittatura nazista si trova
nel centro storico di Monaco di Baviera nella piazza Vittime
del Nazionalsocialismo. Fu eretto nel 1985 e creato dallo
scultore Andreas Sobeck. Il monumento ricorda tutte le
persone che furono perseguitate durante il periodo
del Nazionalsocialismo (1933-1945). Si tratta di un blocco
di basalto alto 2,50 metri, con in cima una gabbia di metallo a
forma di cubo. In questo carcere simbolico brucia una luce
perenne.
LA RAGAZZETTA 16
Konigsplatz
Durante gli anni bui
del Nazismo, Hitler utilizzò spesso la
piazza a fini propagandistici e militari.
La sede del partito nazista, l’ultima in
ordine di tempo, si trova a poca distanza
dalla Königsplatz, in due edifici gemelli
tra la Arcisstrasse e la Brienner Strasse.
Oggi gli edifici ospitano un Conservatorio (l’ufficio di Hitler è diventato un’aula) ed
il Museo dei Calchi delle Sculture Classiche.
Centro di documentazione sul nazismo
Nel luogo dove si trovava la Braunes Haus, dal
1930 al 1945 quartier generale del Partito
Nazionalsocialista,
è stato inaugurato nel 2015
il Centro di documentazione sul Nazismo, un
luogo per conoscere la storia del partito fondato
a Monaco nel 1919.
Universita’ Ludwig Maximilian
Questa università è stata un luogo in cui, al
tempo dei nazisti, centinaia di ragazzi della
Rosa Bianca hanno protestato contro le più
crudeli repressioni naziste.
Eleonora Tambini, Giulia Veneri ,
Giulia Sorrentino, Giorgia Calandra Checco
LA RAGAZZETTA 17
LE LEGGI RAZZIALI Le leggi razziali sono leggi basate su un principio di discriminazione razziale.
LE LEGGI RAZZIALI FASCISTE IN ITALIA: Le leggi razziali fasciste sono un insieme di provvedimenti legislativi e amministrativi applicati in
Italia fra il 1938 e il primo quinquennio degli anni quaranta, inizialmente dal regime fascista e poi
dalla Repubblica Sociale Italiana. Furono rivolti prevalentemente contro le persone di religione
ebraica. Furono lette per la prima volta il 18 Settembre 1938 a Trieste da Mussolini, dal balcone del
Municipio in occasione della sua visita alla città.
Contesto storico Per la legislazione fascista era ebreo chi era nato da: genitori entrambi Ebrei, da un ebreo e da una
straniera, da una madre ebrea in condizioni di paternità ignota oppure chi, pur avendo un genitore
ariano, professasse la religione ebraica. Sugli ebrei venne emanata una serie di leggi
discriminatorie.
Il fascismo ammise tuttavia la figura del cosiddetto ebreo arianizzato; regolò infatti la «facoltà del
Ministro per l'interno di dichiarare, su conforme parere della Commissione, la non appartenenza
alla razza ebraica anche in difformità delle risultanze degli atti dello stato civile». Si trattò in
sostanza del conferimento di un potere molto vasto alla Commissione per le discriminazioni: questa
infatti poteva formulare un parere motivato sulla base del quale il Ministero dell'interno avrebbe a
sua volta emanato un Decreto di dichiarazione della razza.
Agli Ebrei arianizzati le leggi razziali furono applicate con alcune deroghe e limitazioni.
La legislazione antisemita comprendeva: il divieto di matrimonio tra Italiani ed Ebrei, il divieto per
gli ebrei di avere alle proprie dipendenze domestici di razza ariana, il divieto per tutte le pubbliche
amministrazioni e per le società private di carattere pubblicistico – come banche e assicurazioni – di
avere alle proprie dipendenze ebrei, il divieto di trasferirsi in Italia a ebrei stranieri, la revoca della
cittadinanza italiana concessa a ebrei stranieri in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere la
professione di notaio e di giornalista e forti limitazioni per tutte le cosiddette professioni
intellettuali, il divieto di iscrizione dei ragazzi ebrei – che non fossero convertiti al cattolicesimo e
che non vivessero in zone in cui i ragazzi ebrei erano troppo pochi per istituire scuole ebraiche –
nelle scuole pubbliche, il divieto per le scuole medie di assumere come libri di testo opere alla cui
redazione avesse partecipato in qualche modo un ebreo.
LA RAGAZZETTA 18
Fu inoltre disposta la creazione di scuole – a cura delle comunità ebraiche – specifiche per ragazzi
ebrei. Gli insegnanti ebrei avrebbero potuto lavorare solo in quelle scuole.
Infine vi fu una serie di limitazioni da cui erano esclusi i cosiddetti arianizzati: il divieto di svolgere
il servizio militare, esercitare il ruolo di tutore di minori, essere titolari di aziende dichiarate di
interesse per la difesa nazionale, essere proprietari di terreni o di fabbricati urbani al di sopra di un
certo valore. Per tutti fu disposta l'annotazione dello stato di razza ebraica nei registri dello stato
civile.
LE LEGGI RAZZIALI NAZISTE IN GERMANIA:
Con la locuzione leggi razziali naziste si indicano i provvedimenti varati dalla Germania nazista nella
prima metà del Novecento.
Tali provvedimenti furono utilizzati, a partire dagli anni trenta nel pieno del regime Nazionalsociali-
sta, principalmente, ma non solo, contro i soggetti di religione ebraica, minoranze Rom e nomadi,
soggetti disabili ed omosessuali.
Quest'insieme di provvedimenti, premessa alla Shoah, è passato alla storia col nome di "leggi razzia-
li antisemite".
Contesto storico La relazione tra nazismo e cristianesimo può essere descritta solo come complessa e controversa. Uf-
ficialmente il Nazismo si proclamava al di sopra delle confessioni, ma Hitler e gli altri capi nazisti
facevano uso del simbolismo e delle emozioni cristiane nel propagandarsi presso il pubblico tedesco
(prevalentemente cristiano). Hitler sosteneva una forma di "cristianesimo positivo", nel quale Gesù
Cristo era un ariano, i dogmi tradizionali erano respinti, si accusava la chiesa di avere manipolato il
cristianesimo antico per fini di potere e si ripudiava l'Antico Testamento.
Alcuni scrittori cristiani hanno cercato di tipicizzare Hitler come un ateo o un occultista (o persino
un satanista), laddove altri hanno enfatizzato l'utilizzo esplicito del linguaggio cristiano da parte del
partito nazista, indipendentemente da quale fosse la sua mitologia interna. L'esistenza di un
Ministero per gli Affari Ecclesiastici, istituito nel 1935 e guidato da Hanns Kerrl, venne riconosciuta
a fatica da ideologi come Alfred Rosenberg, che sosteneva un confuso ritorno alla religione
germanica, come pure il comandante in capo
delle SS e capo della polizia tedesca Himmler.
Le relazioni del partito nazista con la Chiesa
cattolica sono dibattute. Molti sacerdoti e leader
cattolici si opposero apertamente al nazismo
sulla base di incompatibilità con la morale
cristiana. Durante i dodici anni di vita del Terzo
Reich, la Chiesa dovette subire restrizioni e
vessazioni perché giudicata ostile dal governo
nazista. Durante il processo di Norimberga, uno
dei capi d'accusa imputati ai leaders nazisti era la
LA RAGAZZETTA 19
persecuzione religiosa. L'accusa dichiarò infatti che il loro obiettivo era di eliminare le chiese
cristiane in Germania e di sostituirle con le istituzioni e le credenze naziste; dopo aver perseguitato
sacerdoti, chierici e membri di ordini monastici che ritenevano opporsi ai loro intenti, ed aver
confiscato le proprietà della chiesa. I nazisti che dunque, come confessato a Norimberga, erano
intenzionati a distruggere l'influenza della chiesa nella società, si adoperarono a far chiudere scuole,
giornali e associazioni cattoliche, a licenziare i religiosi dalle scuole pubbliche, a togliere i crocifissi
dagli edifici, a limitare i pellegrinaggi, a confiscare monasteri e a proibire la pubblicazione di
articoli a carattere religioso. Più di un terzo del clero secolare e un quinto circa del clero regolare,
ossia più di 8000 sacerdoti furono sottoposti a misure coercitive (arresti illegali, prigione, campi
rieducativi...), 110 morirono nei campi di concentramento, 59 furono giustiziati, assassinati o
perirono in seguito ai maltrattamenti ricevuti. Dal conteggio sono ovviamente esclusi i laici vicino
alla Chiesa e i dati riportati si riferiscono alla sola Germania e non a tutti i territori occupati, dove la
persecuzione contro la chiesa fu ancora più tragica.
Ecco un elenco parziale delle leggi promulgate e dei documenti emessi in Germania sotto il governo
nazionalsocialista a danno delle minoranze:
7 aprile 1933- Legge per il rinnovo dell'Amministrazione Pubblica.
14 luglio 1933 - Legge per la protezione dei caratteri ereditari.
15 settembre 1935 - Legge per la protezione del sangue ariano.
15 settembre 1935 - Legge sulla cittadinanza tedesca (Leggi di Norimberga).
14 novembre 1935 - Primo Decreto supplementare alla legge sulla cittadinanza tedesca.
17 agosto 1938 - Secondo Decreto di attuazione della legge sui nomi
5 ottobre 1938 - Legge sul passaporto degli Ebrei
12 novembre 1938 - Ordinanza per l'esclusione degli Ebrei dall'economia tedesca.
21 settembre 1939 - Istruzioni di Reinhard Heydrich ai Comandanti degli Eisatzgruppen sul-
le operazioni di polizia riguardanti gli Ebrei residenti nella Polonia occupata.
1º settembre 1941 - Decreto di polizia relativo all'identificazione degli Ebrei
20 gennaio 1942 - Verbale della Conferenza di Wannsee.
16 marzo 1942 - Lettera di W. Stuckart ai partecipanti della Conferenza di Wannsee sulla
"Soluzione Finale" della questione Ebraica.
18 settembre 1942 - Decreto per il razionamento alimentare per gli Ebrei.
Campanini Chiara, Maranzoni Sara,
Kaur Sanehpreet, Biondolillo Martina
LA RAGAZZETTA 20
LA BANALITA’ DEL MALE
Una storia strettamente legata al discorso del nazismo è quella raccontata da Hannah
Arendt nel suo libro intitolato “ Eichmann a Gerusalemme: resoconto sulla banalità
del male”.
E’ la sua vera storia iniziata all’università
quando ancora il mondo non era controllato dal
totalitarismo tedesco. Hannah era ebrea e
quando, nel 1933, Hitler salì al potere, capì che
quell’uomo, di cui ammirava le doti, si era
lasciato trascinare dall’ideologia nazista.
Il libro è sostanzialmente il diario dell’autrice
che, come inviata del settimanale “The New
Yorker”, assisté alle sedute del processo ad
Adolf Eichmann. Questi, gerarca nazista
rifugiato nel 1945 in Argentina, fu prelevato
dagli israeliani nel 1960, processato per
genocidio nel 1961 a Gerusalemme e
condannato a morte per impiccagione il 31
Maggio 1962.
Il processo suscitò varie polemiche:
- Fu fatto passare clandestinamente in Israele
- Il suo crimine venne giudicato dallo Stato di Israele che al tempo non esisteva
ancora
- Dato che veniva giudicato dallo Stato di Israele che era ebreo risultava
contrario a qualunque diritto penale.
Quando in Austria il partito nazista divenne illegale, Eichmann tornò in Germania
dove un ufficiale lo costrinse a intraprendere la carriera militare.
Eichmann all’inizio della sua carriera lavorava all’ufficio emigrazione per regolare il
flusso di Ebrei che andavano dalla Germania ad Israele. Dopo che l’emigrazione fu
bloccata divenne l’addetto al trasporto dai campi di concentramento a quelli di
sterminio. Lui, dentro di sé, era contro il nazismo, ma non voleva dirlo per paura
LA RAGAZZETTA 21
delle reazioni del Fuhrer. Quando assisteva alle esecuzioni di decapitazione sveniva
quasi, mentre tutte le altre SS ridevano ed erano soddisfatte di aver ucciso qualcun
altro. Addirittura quando Himmler bloccò il traffico dei treni dai ghetti ai campi,
Eichmann condusse gli Ebrei a piedi per decine di chilometri per paura che a Hitler
non piacesse l’atteggiamento di Himmler.
Il clamore intorno a lui nacque durante il Processo di Norimberga. Le sue
responsabilità nei confronti di quello che era accaduto erano minori di quanto
sembrasse. Egli era solo il capo dell’ufficio B4 sottosezione 4 della RSHA, però,
molti cercarono di scaricare su di lui le proprie responsabilità ritenendolo morto.
Eichmann perse le sue competenze di emigrazione per diventare amministratore
della macchina organizzativa: egli requisiva i treni e pianificava gli spostamenti in
base alla capacità dei campi di concentramento. Il suo primo incarico fu una prova di
deportazione in un vecchio campo di concentramento nella Francia occupata, dove
furono trasferiti circa 7000 ebrei. Eichmann in questa fase mitigò i propri sensi di
colpa scaricando la responsabilità sui governi dell’Europa: secondo la sua visione,
Hitler si era trovato costretto a quella scelta poiché nessuno Stato aveva accettato le
masse ebraiche che Eichmann costringeva all’emigrazione.
Ciò che è accaduto e che questi mostri hanno compiuto è stato giustificato da loro
come un dovere imposto dall’alto. Eichmann, come qualsiasi altro, commettendo
crimini contro gli Ebrei e contro l’umanità si era reso responsabile. L'aspetto più
spaventoso scaturisce dal fatto che i crimini furono compiuti da una persona
normale. Chiunque poteva essere Eichmann. Era semplicemente una persona
completamente calata nella realtà che aveva davanti: che si limitava semplicemente
ad eseguire gli ordini. Più che l’intelligenza, gli mancava la capacità di immaginare
che cosa stesse facendo. Nel suo libro la Arendt si occupa della genesi del male. Per
un essere umano è male l’essere un inconsapevole volontario; qualcosa di
estremamente comune e banale, che il potere può organizzare e organizzare in
moltissime maniere. Il regime totalitario è una di quelle possibili, è ingenuo pensare
che sia l’unica, banalizzando così il pensiero della Arendt.
Eleonora Tambini, Giulia Veneri
LA RAGAZZETTA 22
Dentro la Notizia
SA e SS per saperne un po' di più...
Mentre camminavamo all'interno della città di Monaco di Baviera ripercorrendo i
luoghi frequentati da Hitler, abbiamo imparato le differenze tra SA e SS.
Le SS (Schuz Staffel) erano truppe di difesa meno numerose, ma in cui Hitler
riponeva interamente la propria fiducia in quanto esse prestavano giuramento di
fedeltà al Fuhrer.
Le SA (Sturm Abteilungen), invece, erano truppe d’assalto assai più numerose.
Tuttavia Hitler non riponeva molta fiducia in loro in quanto avevano giurato fedeltà
al partito, ma non alla sua persona.
Durante la “notte dei lunghi coltelli” (29 Giugno 1934) ci fu lo sterminio delle SA
compiuto dalle SS in Germania per ordine del Fuhrer.
In questa terribile nottata furono assassinate 71 persone e rimasero ferite tra le 150 e
200.
In Germania questo evento è ricordato come Rohm-Putsch.
Caliendo Elisa, Chierici Giulia, Garbi Arianna,
Santi Valentina, Adorni Noemi, Chair Nour
LA RAGAZZETTA 23
CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI DACHAU
Martedì 1 Marzo il nostro viaggio
d'istruzione ci ha condotto al Campo di concentramento di Dachau vicino a Monaco di Baviera.
Questo campo fu aperto il 22 Marzo 1933. Fu il primo campo di concentramento nazista. Subito era
stato progettato come campo di lavoro per tutti quelli che erano considerati “una minaccia per lo
Stato”. Essendo il primo campo istituito, Dachau doveva essere da modello per gli altri che
sarebbero sorti.
Vi furono deportati avversari politici, ebrei, omosessuali, emigrati, prigionieri di guerra e coloro che
venivano considerati “impuri”.
Il campo, durante la Prima Guerra Mondiale, era stato una fabbrica di proiettili. Questa fu costretta
a chiudere dopo la fine della guerra e, in seguito, fu trasformata in campo di concentramento. Di
fianco ad essa si trovava un centro di addestramento delle SS (polizia segreta al servizio del
nazismo).Sull’entrata del campo è posta una scritta che dice “Arbeit macht frei”, ovvero “ il lavoro
rende liberi. Questa è una menzogna poiché il lavoro non ha mai reso libero nessuno, ma è stato
bensì usato come strumento di morte.
Le baracche in cui alloggiavano i prigionieri erano 34, adatte a contenere circa 5000 persone, ma
con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, il numero dei prigionieri aumentò e le baracche
diventarono sovraffollate. Ogni mattina, poiché doveva essere tutto in ordine, i prigionieri
dovevano portare i loro materassi e i
loro pochi oggetti nel cortile, quindi
riportarli dentro e mettere di nuovo
tutto al proprio posto, in ordine per il
pranzo. Se quest’ordine non veniva
eseguito, si rischiava la morte.
Una delle baracche era l’ “infermeria”.
Qui i medici, però, non curavano i
prigionieri, ma li usavano per fare
esperimenti spesso mortali. Si
giustificavano dicendo che dovevano
fare alcuni test per migliorare
l’equipaggiamento dei soldati.
LA RAGAZZETTA 24
A Dachau, posizionati in modo da non essere visti dal cortile, si trovavano una camera a gas e due
forni crematori. Oggi sappiamo con certezza che i forni vennero utilizzati per stermini di massa, ma
non sappiamo se lo stesso si verificò anche per la camera a gas.
All’interno del campo si trovano una statua e due sculture. La statua, posta vicino alla camera a gas,
rappresenta un prigioniero con sotto scritto in
tedesco “Toglieteci pure la vita, ma non ci
toglierete mai la nostra dignità”. Le sculture,
invece, si trovano nella piazza principale.
Una è la scultura di Nandor Glid che
rappresenta pali recintati, filo spinato e
scheletri di uomini: vuole rappresentare gli atti
disperati dei prigionieri che hanno tentato di
fuggire attraverso le barriere di filo spinato
trovando non la libertà, ma la morte.
L’altra scultura è composta da diverse forme
geometriche di vari colori attaccate ad una catena.
Le forme e i colori cambiano poiché con questi si
vuole indicare a che gruppo un prigioniero
apparteneva (asociali, ebrei, testimoni di Geova,
avversari politici,…).
Il 29 Aprile 1945 il campo di concentramento di Dachau fu liberato dalle truppe americane. I
soldati, entrando, trovarono di fronte alle camere a gas una moltitudine di morti ammassati l’uno
sopra l’altro. La liberazione di Dachau e la scoperta degli errori che vi avvenivano lasciò i soldati
traumatizzati al punto che decisero di portare i cittadini di Dachau nell’omonimo campo per
mostrargli le crudeltà che venivano inferte ai prigionieri. I cittadini affermarono, però, di non averne
mai saputo nulla.
PENSIERI
Entrare nel campo di concentramento è stata un'esperienza indimenticabile poiché abbiamo avuto la
prova dei maltrattamenti che hanno dovuto subire e delle condizioni in cui vivevano i prigionieri.
Anche se pure i libri sono molto dettagliati, non trasmettono le stesse emozioni che abbiamo
provato recandoci sul posto ed osservando tali luoghi in prima persona.
Maria Victoria Marini, Alice Papotti,
Maddalena Barbieri, Elena Ronchini
LA RAGAZZETTA 25
LE TRE CHIESE DI DACHAU
Memoriale Ebraico Il Memoriale Ebraico è stato
consacrato il 7 Maggio del 1967.
La struttura è realizzata in basalto
lavico nero e inclinata verso il
basso come una rampa. Nel punto
più basso, la luce filtra attraverso
un'apertura nel soffitto.
Una menorah a sette braccia fatto
di marmo risiede sopra l'edificio.
La ringhiera ricorda il filo spinato
che era onnipresente nel campo di
concentramento, ed insieme alla
rampa permea l'edificio di simbolismo che richiamano alla memoria lo sterminio
degli ebrei europei.
Chiesa Protestante della Riconciliazione La Chiesa Protestante della Riconciliazione è stata consacrata il 30 Aprile del 1967.
Le scale conducono ad un ingresso
stretto e scuro che poi si apre in un
luminoso cortile interno. Nel punto
in cui le tenebre e la luce si
incontrano, si erge un cancello in
acciaio le parole: "Nascondimi
all'ombra delle tue ali".
La Chiesa della Riconciliazione
ospita anche una sala dibattito, e un
membro permanente del personale
volontario dell’organizzazione
Azione per la Riconciliazione
assiste la Chiesa nella sua azione educativa.
LA RAGAZZETTA 26
La cappella dell'Agonia Mortale di Cristo
La cappella dell'Agonia Mortale di Cristo del 1960 è stato il primo monumento
religioso ad essere eretto. Ex prigionieri hanno contribuito alla costruzione della
chiesa. L’inaugurazione ufficiale ebbe luogo il 5 Agosto del 1960 nell’ambito del
Congresso Eucaristico Mondiale.
La rilevanza del congresso diede più sostegno al tentativo riuscito di erigere un
monumento commemorativo nell’ex campo di concentramento. Nel 1972 i sacerdoti
polacchi sopravvissuti al campo appesero una targa sul retro della cappella che
ricorda la sofferenza dei prigionieri polacchi nel campo di concentramento.
La campana commemorativa, donata dai sopravvissuti austriaci, reca l'iscrizione: “In
fedele memoria dei nostri compagni caduti di tutte le Nazioni.”
Michele Concari, Elyes Mekki,
Domenico Napolitano, Gerhard Macovila
LA RAGAZZETTA 27
STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI
Grazie alla visita alla città di Monaco abbiamo potuto chiarire uno dei fatti chiave che ha
caratterizzato il nazismo, ovvero l’incendio dei libri avvenuti nella Germania nazista.
I roghi dei libri furono chiamati Bücherverbrennungen. Durante questi accadimenti vennero
bruciati tutti i libri non corrispondenti all'ideologia nazista al fine di eliminare "lo spirito non
tedesco”. Il 10 Maggio 1933 in varie città della Germania, il nazismo, giunto al potere da alcuni
mesi, fece organizzare giganteschi roghi di libri dalle associazioni studentesche: in quella notte gli
studenti bruciarono più di 25.000 libri.
Uno dei roghi più importanti avvenuti in quel giorno fu quello di Monaco a Konigsplatz, una piazza
costruita per volere del re Ludwig I nella prima metà dell’Ottocento.
Durante gli anni del regime, Hitler usò spesso la piazza per i suoi comizi e per le parate militari. La
sede del partito nazista era situata poco distante da essa in una serie di palazzi.
Dopo due anni dal rogo la piazza fu ricoperta di lastre di
granito e usata per le solenni manifestazioni del regime.
Il rogo di libri è un atto di devastante violenza psicologica
poiché è un annientamento simbolico dell’uomo, del suo
sapere e delle sue idee.
Lo stesso episodio avviene nel film che abbiamo visto al
cinema San Martino il 23 Dicembre 2015: “Storia di una
ladra di libri”.
Il film narra la vita di una ragazzina di nome Liesel che,
dopo la morte del fratellino, entra a far parte di una nuova
famiglia a Molching.
Appena arrivata non sembra essere particolarmente in
sintonia con la madre, che con lei è fredda, mentre si
affeziona fin da subito al padre. Nei primi giorni di scuola
incontra un ragazzino, Rudy, con il quale costruisce una
bellissima amicizia. Una sera, durante una cerimonia per il
compleanno di Hitler, Leisel assiste ad un rogo di libri, ma
dopo essere stata umiliata da un suo compagno di classe per essere figlia di genitori ebrei e
comunisti, anche lei brucia un libro. A rogo spento, quando non c’è più nessuno, la protagonista
ruba uno dei pochi libri non inceneriti: quel libro diventerà il segreto suo e del padre.
Dopo le violenze della Notte dei Cristalli a casa Hubermann viene ospitato un ebreo, Max, scappato
dalla tragedia. Anche con lui la protagonista riesce a costruire una solida amicizia.
Purtroppo, a causa dei rischi derivanti dal nascondere Max, quest’ultimo si sente costretto ad
andarsene dalla famiglia.
Pochi giorni dopo Molching viene bombardata per errore…
La conclusione la lasciamo a voi!
Secondo noi questo film è stato molto coinvolgente e significativo: un film che ci ha mostrato i veri
valori della vita che, durante la seconda guerra mondiale, sembravano andati persi a causa del
nazismo e, di conseguenza, della divulgazione delle leggi razziale e dell’olocausto.
Camilla Caberti, Gurmandeep Kaur,
Sofia Marchinetti, Agata Pulvi
LA RAGAZZETTA 28
HAUS INTERNATIONAL
L'Ostello di Monaco, Haus International, ha ospitato le classi terze dell'istituto comprensivo di
Noceto i giorni 29 Febbraio, 1 e 2 Marzo. Le classi hanno pernottato per due notti nell'ostello e
hanno usufruito della discoteca e della mensa.
Regolamento
All'interno dell'ostello ci sono
diverse regole rigide da
rispettare:
Per l'ingresso nelle camere
viene consegnata una carta
magnetica e le chiavi per
aprire l'armadietto personale.
In caso di smarrimento
vengono trattenuti €10.
Dalle ore 22:00 deve regnare
il silenzio totale all'interno
dell'ostello. Non è concesso
soffermarsi troppo a lungo
nei corridoi, all'entrata o nel
giardino. Se si rientra in
orario notturno si è pregati di mantenere il silenzio per non disturbare i vicini che desiderano
dormire. Qualsiasi tipo di disturbo della quiete pubblica è punibile. Se dopo il secondo richiamo
non viene rispettato il regolamento, il cliente può essere allontanato dalla struttura, impedendogli di
soggiornare al suo interno.
In ogni camera è installato un impianto antincendio fornito di allarme e collegato ai vigili del fuoco.
Danni e violazioni dell'impianto d'allarme possono raggiungere un costo di €1000 che deve essere
pagato da colui che ha causato l'inconveniente.
Da questo regolamento si può notare la differenza delle regole tra gli ostelli italiani e quelli
tedeschi: quella principale è che se gli Italiani violassero le regole i provvedimenti sarebbero meno
rigidi e a volte nemmeno rispettati.
Le camere
L'Haus International è più di un ostello: la struttura presenta
630 posti letto e offre tutti i servizi e tutto il confort di cui
hanno bisogno tutti i viaggiatori.
Le camere variano dalla singola fino alle spaziose con otto
letti.
Sono assai pulite e curate, arredate in modo semplice con la
presenza di un armadietto personale.
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La discoteca
La discoteca è stata frequentata dai ragazzi nelle sere di Lunedì e Martedì. La discoteca si trova nel
seminterrato dell'edificio ed è il punto d'incontro serale per tutte le famiglie e i gruppi
internazionali.
Ogni giorno, a partire dalle ore 21.00, si aprono le porte verso il bar. L'accesso è consentito solo agli
ospiti dell'Haus international. La discoteca rimane aperta dalle ore 21.00 all'una.
Come attività di svago e di intrattenimento, la discoteca offre tre tavoli da biliardo, diversi
videogiochi, flipper, calcio balilla e TV. Grazie all'impianto stereo azionato da computer, i
proprietari intrattengono gli ospiti con le ultime canzoni della classifica.
Il cibo
I ragazzi hanno mangiato entrambe
le sere all'interno dell'ostello fornito
di un ricco servizio self-service.
Anche la colazione era in grado di
soddisfare le richieste più
svariate:dal dolce al salato, dai
cereali, allo yogurt e frutta. Tuttavia, si crede di trovare sempre
la propria cucina, le abitudini
domestiche... Ma viaggiare vuol dire
anche sperimentare e conoscere
abitudini alimentare tipiche e, di
conseguenza, diverse dalle nostre.
Giulia Russo, Giulia Iannello, Giada Emiliani,
Giada Tovagliari, Valentina Ghillani, Alice Rosi
LA RAGAZZETTA 30
ALLIANZ ARENA
una tappa assai ambita...
Una delle cose più belle visitate durante il viaggio d'istruzione è stata l’Allianz
Arena, luogo famoso in tutto il mondo in quanto è lo stadio della squadra di calcio
Bayern Monaco.
Lo stadio prende il nome dalla
multinazionale Allianz, principale
finanziatore dell’impianto.
L’Allianz Arena vanta una struttura unica
e spettacolare disponendo di ben 75.000
posti per i tifosi. E' divisa in 3 anelli:
inferiore, intermedio e superiore.
Nel 2005 ha sostituito il vecchio stadio
cittadino Olimpyastadion, ovvero, lo stadio
delle tragiche olimpiadi del 1972.
L'Allianz Arena ha una struttura architettonica unica in quanto è avvolto da una
membrana sintetica che s'illumina con
380.000 led a seconda delle squadre che
ci giocano: rosse quando gioca il Bayern
Monaco, blu per il Monaco 1860 e
bianche quando gioca la nazionale
tedesca.
Ci ha colpito molto quando, con la
guida, siamo entrati negli spogliatoi,
nella sala conferenze, ma soprattutto,
ricorderemo per sempre il maestoso
interno dello stadio.
Tedeschi Riccardo, Carra Simone, Kaya Devis
LA RAGAZZETTA 31
Il castello di Neuschwanstein
Il castello è uno dei simboli della Baviera nonché della Germania nel mondo. È il castello delle
favole per eccellenza poiché, edificato da re Ludovico
II nel 1880, è stato scelto dalla Disney per girarvi uno
dei suoi film più famosi come “La bella addormentata
nel bosco”. E' situato sul confine tra Austria e
Germania e domina i paesi di Füssen, di Schwangau e
il magnifico paesaggio circostante.
Per circa due decenni la sua costruzione fu il principale
centro d'impiego della regione. Nel 1880 circa 200
muratori vi furono occupati. Talvolta si lavorava anche
di notte alla luce delle lampade ad olio per accelerarne
i lavori.
Una statistica redatta all'epoca porta a conoscenza delle
impressionanti cifre di materiali che furono utilizzati:
465 tonnellate di marmo di Salisburgo
1.550 tonnellate di arenaria
400.000 mattoni
2.050 m3 di legname per i ponteggi
Inizialmente era destinato ad essere un tempio di
Wagner. Ludovico II fu incoronato solo all'età di 18
anni. Non solo fu il più giovane re di Baviera, ma
viene ricordato anche come il più bello.
Non si sentiva portato per gli affari di stato, ma
piuttosto per le arti. Fece eseguire, così, diversi
concerti musicali nei vari teatri di Monaco e fece
costruire diversi castelli. Per realizzare tutto questo
prosciugò le casse dello stato e non fu certo
apprezzato dai suoi ministri.
D'accordo con il suo medico, e all'insaputa del
regnante, i ministri lo fecero dichiarare pazzo ed
incapace di governare. Ludovico II fu poi ritrovato
annegato in seguito ad un'uscita in barca con un
amico. Nessuno seppe mai la causa precisa della
morte.
L'impressione che ci ha fatto il castello non è stata una delle migliori; però nel paesaggio innevato
trasmetteva davvero una sensazione fiabesca.
Marco Degiovanni, Filippo Pegoiani,
Marcello Frati, Ivan Spocci
LA RAGAZZETTA 32
IN VIAGGIO VERSO NUOVI SAPORI...
Durante questi tre giorni trascorsi in Baviera, ci siamo resi conto della differenza di
gusti che si incontrano quando ci si sposta in un altro Stato.
Sicuramente è sempre interessante provare nuovi sapori e nuove ricette; ma per noi
italiani, che possiamo vantare una dieta mediterranea molto varia, è stato difficile
riuscire ad ambientarci sotto questo aspetto.
Abbiamo trovato molto diversa soprattutto
la pasta che noi, al contrario dei Tedeschi,
arricchiamo di condimenti e prestiamo
molta attenzione alla cottura.
Abbiamo potuto assaggiare varie pietanze
tipiche di questo Paese, come i crauti, lo
strudel, le zuppe, il purè e, ovviamente, i
wurstel: il loro piatto forte!
Nell'ostello che ci ha ospitato c'era il self-
service. E' stato molto comodo dato che ci
permetteva di scegliere i piatti e le porzioni a nostro piacimento.
In conclusione: nonostante il cibo sia stato molto diverso da quello che
quotidianamente mangiamo, è stata una fantastica esperienza, che sicuramente
ricorderemo e, grazie alla quale, abbiamo anche arricchito la nostra conoscenza
culinaria!
Sofia Ligorio, Laura Marchesi,
Chiara Giovenali, Vanessa Dall'Argine
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