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•• 2 PRIMOPIANO DOMENICA 20 FEBBRAIO 2011

FOCUS

A SIRENE SPIEGATE

In calo anchele uscite nei mesi estivi

per incendi di sterpaglieo all’interno di campi

sterrati. Magentaha registrato una

diminuzione del 6% degliinterventi, Bià del 5%

Drasticamente diminuitinel corso del 2010

gli interventidei vigili del fuocovolontari a causa

di nubifragi o ventorichiesti al 115

da privati cittadini

PROFESSIONALITÀFRA LE CASERME DI PUNTA C’È QUELLA DI INVERUNOIL CUI CORPO PUÒ AVVALERSI DI MEZZI DI ULTIMAGENERAZIONE OLTRE AD AUTOPOMPE E AUTOSCALE

Boscaglia

Meteorologia

— CORBETTA —

APPRESTANDOCI a incontra-re il “primo ufficiale” dei pompie-ri volontari di Corbetta, ci aspetta-vamo un appuntamento ben piùformale. Stefano Tonella - al co-mando dei vigili di via Repubbli-ca dal 1996 - giunge all’incontro acavallo della sua inseparabile mo-tocicletta. Un omone, seppur qua-si quarantacinquenne, conun’aria da giovanotto. Ci fa acco-modare nel suo piccolo ufficio e,attraversando la casermetta cor-bettese, ci imbattiamo nelle attrez-zature e nelle uniformi che hannofatto la storia dei locali vigili delfuoco volontari. La presenza diquesto gruppo risale al periododel regno Austro-Ungarico.Appena Tonella smonta dalla mo-to, facciamo la prima scoperta: lecaserme dei pompieri della zonasono operative soltanto grazie avolontari, funzionari inclusi. Ste-fano arriva direttamente dal lavo-ro, è un ingegnere elettronico e sioccupa di progettazione alla Tha-les Alenia Space. Quando non di-segna satelliti da mandare in orbi-ta, fa il pompiere per hobby e hala responsabilità di 48 uomini. To-nella è l’ufficiale dell’Altomilane-se con il grado più alto previstoper un volontario, quello di “fun-zionario direttivo.

Ingegnere, come arriva a co-mandare un gruppo di vigilidel fuoco?

«Il pallino del pompiere l’ho sem-pre avuto e, avendo prestato il ser-vizio militare come ufficiale dicomplemento e possedendo l’ade-guato titolo di studio, sono potutoentrare nel Corpo Nazionale deiVigili del Fuoco, direttamente co-me funzionario».

Deveessereunabella respon-sabilitàquelladi riuscireaga-rantire un servizio continuati-vo soltanto con dei volontari,

non si fa fatica?«È un bell’impegno ma il meritoè tutto dei miei uomini, disposti asacrificare tempo libero e attivitàlavorativa per accorrere quandosuona l’allarme. Colui che orga-nizza le turnazioni, per far si chetutte le ore della giornata siano co-perte almeno da una “partenza ba-se”, è il caposquadra Maurizio Be-retta. Prima di lui se ne occupavaErnestino Calati e, prima ancora,Aurelio Legnani; quest’ultimo hatrasmesso la passione ai figli chesono entrambi in forza al distacca-mento».

Ci sono ancora tanti giovaniche si avvicinano alla caser-ma per dedicarsi a questoparticolare volontariato?

«Ho notato un calo, da tre anni aquesta parte, prima più ragazzibazzicavano la caserma, s’informa-vano e poi intraprendevano il per-corso formativo. Ora sono piùquelli che vengono a chiedermicome fare a diventare effettivi, iorispondo che qui il pompiere si fasolo per passione, nient’altro».

Un intervento che ricorda piùdegli altri?

«Senza dubbio il devastante in-cendio di Bubbiano, nell’Abbia-tense, fu il mio vero e proprio bat-tesimo del fuoco. S’era incendiatoun deposito di olio minerale, i fu-sti saltavano per aria come mine,c’erano fiamme altissime, uno sce-nario apocalittico».

I. N.

ORGOGLIOI primi pompieri volontari

di Inveruno mosseroi primi passi nell’anno

in cui si sancival’Unificazione del Paese

Giànel1861lacampanasuonava amartelloAl via i festeggiamenti per i primi 150 anni di storia dei volontari del distaccamento di Inveruno

CAMBIO Il vigile del fuoco Aurelio Legnani in congedo con i due figli

ILPERSONAGGIO

Stefano Tonella, ingegnere elettronicoIl suo hobby: spegnere gli incendi

L’APOCALISSEIn attività dal 1996 ricordaancora come se fosse ieriil disastro di Bubbiano

di IULO NASI— INVERUNO —

NEL 2010 i volontari dellequattro caserme di casa nostra,sono stati chiamati ben 1.639volte nei paesi assegnati allaloro custodia, l’anno precedentele richieste di soccorso eranostate ben 372 in più. Tanto diguadagnato per la cittadinanza,verrebbe da dirsi, ma non sipuò parlare di una vera epropria, fortunata, diminuzionedei soccorsi anche se un paio ditipologie sono calate

drasticamente. Dimezzati,infatti, gli interventi“stagionali” come quelli legatial vento e ai nubifragi, e gliincendi di sterpaglie estivi.La restante casistica non hasubito sostanziali variazioni e leuscite che hanno a che fare conil fuoco coprono sempre lospicchio più grande del graficoa torta (circa 40%). I volontaridi Abbiategrasso - cheintervengono in altri 14Comuni oltre al proprio e sispostano a sud sino a MottaVisconti - sono quelli che

INTERVENTOLa professionalità

dei vigilivolontari

è apprezzataanche quando

si verificano graviincidenti stradali

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••3PRIMOPIANODOMENICA 20 FEBBRAIO 2011

BILANCIOI POMPIERI VOLONTARI DELL’ALTOMILANESEHANNO EFFETTUATO LO SCORSO ANNO1.639 INTERVENTI CONTRO I 2.011 DEL 2009

COMPETENZEI COMUNI SERVITI DAI QUATTRO DISTACCAMENTISONO 39. INVERUNO NE GESTISCE IN PRIMACHIAMATA 13, CORBETTA 7, MAGENTA 4, BIÀ 15

RIFERIMENTOIL COMANDO PROVINCIALE DI VIA MESSINACOORDINA L’ATTIVITÀ SUL TUTTOIL TERRITORIO DELL’OVEST MILANESE

All’opera% del calo

Numerointerventi

D’ARCO

Inveruno

Corbetta

Magenta

Abbiategrasso

739652

476

311

281

216

515

460

-8%

-6%

-5%

-16%

2009 2010Giànel1861lacampanasuonava amartelloAl via i festeggiamenti per i primi 150 anni di storia dei volontari del distaccamento di Inveruno

hanno avuto un calo menosignificativodell’interventistica, appena il5%, effettuando ben 460interventi di soccorso con unasola autopompa in dotazione(automezzo acquistato anchegrazie al contributo dellemunicipalità). I magentinihanno registrato un calo del 6%nei quattro Comuni in cuiintervengono in caso disinistro. I volontari Inverunesi,che oggi daranno il via aifesteggiamenti del 150˚ diattività, sono quelli che

effettuano il maggior numerodi soccorsi, questo perché, oltreal mezzo base (l’autopompa)hanno in dotazione mezzi per ilsoccorso specifico (utensilispeciali per le vettureaccartocciate e un materassogonfiabile per le cadutedall’alto). I volontari corbettesisono quelli che hannoregistrato il calo maggiore(16%) perché la “gestionePellicano” (il vecchiocomandante provinciale) gliaveva scippato i sei Comunidi competenza per regalarli aipermanenti di Rho.

IL PROBLEMA IN VIGORE SUDDIVISIONI TERRITORIALI ORMAI ANACRONISTICHE

Non sempre sul posto arrivala squadra che è più vicina

— INVERUNO —

LE CASERMETTE di pompieri volontari dell’Al-tomilanese nacquero, all’incirca a metà Ottocento,quale aggregazione di “uomini validi” posti dallemunicipalità a protezione di abitazioni, stalle e fieni-li, dal rischio d’incendi. In zona, i vigili d’Inverunoquest’anno si apprestano a festeggiare il 150˚ anni-versario mentre dei magentini vi sarebbero docu-menti che datano l’inizio dell’attività ben duecentoanni fa. Nel 1939, i pompieri di casa nostra sopravvis-sero alla riorganizzazione dei servizi antincendi nel-la penisola e vennero posti alle dipendenze dei co-mandi provinciali dei Vvf, pur mantenendo lavolontarietà del servizio (in realtà percepiscono unrimborso orario al trillare dell’allarme; è proprioquesto sussidio che li equipara al personale di ruolo,una volta sul campo).

UN TEMPO, quando si verificava un incendio, ilsacrestano avvisava i pompieri dei paesi suonando lacampana “a martello”, gli uomini mollavano i pro-pri impegni e correvano a prendere la “macchinaidraulica” che serviva a pompare l’acqua. In caso difuoco grande, i volontari di diversi paesi vicini, con-vergevano sul luogo del rogo e si davano manforte.L’applicazione spicciola del “criterio di prossimi-tà”: utilizzare tutte le risorse disponibili più vicine.Ai giorni nostri, a dispetto del principio di cui sopra,

non sempre in caso di sinistro vengono utilizzate lerisorse locali. O meglio, la centrale operativa del soc-corso sanitario 118 applica alla lettera questa regola,il centralino del 115 un po’ meno.Infatti, la Coeu 118 (Centrale operativa emergenzaurgenza), in caso di malore o infortunio, invia il mez-zo sanitario più vicino al luogo del sinistro (indipen-dentemente dal paese scritto sulle fiancate dell’am-bulanza o dal fatto che i soccorritori siano o menostipendiati). I vigili, invece – probabilmente decined’anni fa – s’erano distribuiti i Comuni di competen-za a tavolino, certo con un occhio alla distanza. Daqualche tempo, si verificavano strane sovrapposizio-ni. Capitava infatti che squadre di professionisti ve-nissero inviate al posto dei volontari di zona, a di-spetto dell’ovvio criterio che prevedrebbe l’interven-to dei pompieri più vicini. I volontari con casermein Comuni contigui, avevano persino dovuto smette-re di aiutarsi a vicenda in caso di soccorso importan-te, perché un’altra strana regola prevedeva che lasquadra di ausilio dovesse necessariamente esserecomposta da personale stipendiato. Ora al comandoprovinciale milanese dicono sia arrivato uno tosto,si chiama Silvano Barbéri: coordinò le operazioni dispegnimento dell’incendio al teatro La Fenice a Ve-nezia. Uno che va in ufficio con gli scarponi e pareabbia già messo mano alla riorganizzazione del “di-spositivo di soccorso”.

Iulo Nasi

— LEGNANO —

AL DI LÀ del calo vocazionale - dovutoforse alla perdita di valori nei nostri giova-ni – quei pochi che ancora aspirano a fare ipompiere volontario non hanno vita facile.Infatti, le liste d’attesa sono lunghissime,di per se una stranezza, ma è presto spiega-to il motivo. Negli “elenchi del personalevolontario VF” del Ministero degli Inter-ni, non chiedono di accedere solo quei citta-dini volenterosi di aiutare il prossimo. La

maggior parte dei candidati sono infatti di-soccupati (o presunti tali) che s’iscrivonoper poi venir richiamati (e pagati) di voltain volta per completare le squadre dei pro-fessionisti. A causa poi di un “errore” legi-slativo, questi pompieri part-time, possonodichiararsi lavoratori precari e sperare inun tot di posti riservati in caso di concorsopubblico. Quest’aspettativa d’assunzioneda parte della pubblica amministrazione,tuttavia, è spesso soltanto una chimera.Grazie a questo complesso sistema, per ave-

re un nuovo vigile volontario che vada a so-stituire uno andato in “pensione”, trascor-rono a volte quattro o addirittura cinque an-ni e alcuni giovani di buona volontà si per-dono per strada.Un altro punto critico è quello relativo alleattrezzature e agli automezzi, ma ad esseredatati spesso sono anche quelli in dotazio-ne al personale permanente e quindi i vo-lontari devono accontentarsi di camion piùvecchiotti. Associazioni Onlus apposita-mente costituite, spesso contribuiscono

all’acquisto di beni mobili e strumentaliche vengono poi ceduti in comodato d’usoallo Stato. Ad Inveruno, ad esempio, su cin-que “macchine”, quattro sono state acqui-state grazie a lotterie e sagre paesane ma –per assurdo – se i volontari si trovassero adover soccorrere un malcapitato scivolatonel naviglio grande, pur avendo ricevutoadeguata formazione, essendo sprovvistidelle apposite “mute”, non potrebbero nep-pure avvicinarsi alla sponda del canale.

I. N.

QUANDO LA BUROCRAZIASOFFOCA LA PASSIONE IL PROCESSO DI SELEZIONE CENTRALIZZATO È GESTITO DA ROMA

In lista d’attesa anche cinque anni prima di prendere in mano la lancia