Le grandi famiglie Tasso (Taxus baccata L.), Cipresso
(Cupressus sempervirens L.), Thuja occidentale (Thuja occidentalis
L.), Thuja orientale (Thuja orientalis L.), Ginepro (Juniperus
communis L.), Sabina (Juniperus sabina L.), Piceo o abete rosso
(Picea exelsa Lk.), Larice (Larix decidua Mill.), Pino silvestre
(Pinus silvestris L.), Pino marittimo o Pinastro (Pinus pinaster
Sol.), Pinus mugo Turra (var. Pumilio Haenke). Conifere scorze e
foglie astringenti. Pinoli alimentari. Prodotti resinosi:
trementina, stimolanti, vermifughi. Antireumatiche, diaforetiche,
diuretiche, emmenagoghe, espettoranti e revulsive. Abortive. La
Sabina velenosa. Trementina: oleoresina fluida, chiara, volatile,
ottenuta tramite procedimento di incisione da alberi; l'incisione
pu essere fatta o nella pianta viva, oppure nel durame di una
pianta morta. Contiene in misura maggiore terpeni, alcooli e acidi
resinici, queste resine prendono la forma del recipiente che le
contiene, nonostante siano solide a temperatura ambiente; inoltre
esse hanno un'alta solubilit nella maggior parte dei solventi
organici cos come in alcool. In gergo la trementina liquida che
trasuda dagli alberi viene chiamata gemma, mentre quella indurita
barras e gallipot
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Pinus mugo Dai suoi rametti verdi, non ancora lignificati,
viene estratto l'olio essenziale di mugolio. Pinus pinea Foglie
costituite da aghi flessibili in coppie di due, lunghe da 10 a 20
cm (eccezionalmente 30 cm). Pinus pinaster
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arilli, ovvero delle escrescenze carnose che ricoprono il seme.
Inizialmente verdi, rossi a maturit, contengono un solo seme, duro
e molto velenoso. Il principio attivo responsabile della tossicit
di rami, foglie e semi, dove presente in percentuale variabile fra
lo 0,5 e il 2%, una molecola estremamente complessa chiamata
taxolo. Ha effetto narcotico e paralizzante sull'uomo e su molti
animali domestici, a causa dell'inibizione nella sintesi dei
microtubuli a livello cellulare. Gli organi che ne contengono di pi
sono le foglie vecchie. Molte di queste sostanze tossiche, alle
dosi presenti nella pianta, possono essere usate come principi
attivi di prodotti chemioterapici per la lotta ad alcune forme di
cancro, in particolar modo la tassina utilizzata in alcune forme
neoplastiche a livello ovarico
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Umbelliferae Apiaceae L'infiorescenza tipica delle Apiacee,
giustamente chiamate ombrellifere, l'ombrella che pu essere
semplice o composta di ombrelluli. Le ombrelle sono spesso munite
alla base di un involucro formato di brattee. I fiori, piccoli, a
simmetria pentamera, sono spesso bianchi o giallastri, talvolta
rossastri come il fiore centrale dell'ombrella di carota. Contano 5
petali e 5 stami, e hanno al centro un ovario infero a due
carpelli. I sepali sono assenti o molto ridotti per il fatto che il
calice saldato quasi completamente all'ovario. Talvolta, i fiori
periferici dell'ombrella sono irregolari, coi petali esterni
nettamente pi grandi, e contribuiscono a fare dell'ombrella un
"simil-fiore". L'ovario porta due stili che si allargano alla base
in un disco nettarifero. I frutti, secchi, sono degli schizocarpi
(diacheni) che si scindono in due a maturit, ogni parte contenente
un seme. Sono molto diversificati nelle loro forme esterne: si pu
avere presenza di uncini o di spine, di protuberanze o di peli,
talvolta di ali che sono importanti da osservare per la
determinazione delle specie. Le foglie sono alterne, senza stipole,
e spesso composte a foglioline finemente traforate, ma certe specie
hanno delle foglie intere. Spesso i piccioli sono allargati alla
loro base, inguainando il gambo Principi attivi sono olii
essenziali furanocumarine
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Umbelliferae Apiaceae Cicuta: Conium maculatum Daucus carota
Tutta la pianta notevolmente velenosa e pu portare alla morte. Ci
dovuto alla presenza di almeno cinque diversi alcaloidi: la
coniina, la conidrina, la pseudoconidrina, la metilconicina e la
coniceina. La coniina una neurotossina l'alcaloide pi attivo ed
agisce a livello delle sinapsi neuromuscolari. La concentrazione
dei principi attivi tossici varia in funzione della parte della
pianta, in particolare: frutti verdi: 0,73-0,98 % frutti maturi:
0,50 % fiori: 0,09-0,24 % foglie: 0,03-0,18 % fusti: 0,01-0,08 %
radici: 0,05 % Si ritiene che la dose letale per un essere umano
sia di qualche grammo di frutti verdi. Nell'uomo l'ingestione della
cicuta provoca problemi digestivi, cefalee ed in seguito
diminuzione della forza muscolare e infine una paralisi
ascendente
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La cicuta minore (Aethusa cynapium L.), annuale o bienne a
seconda delle sottospecie, detta anche falso prezzemolo. Ha un
intenso odore di aglio La sua somiglianza con questa pianta
aromatica ha portato a fenomeni di avvelenamento per la confusione
tra le due. utilizzata, opportunatamente diluita, in omeopatia per
le coliche addominali. Petroselium crispum Le foglie sono
completamente glabre e hanno un contorno triangolare frastagliato,
posso essere bipennatosette o tripennatosette.
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Labiatae o Lamiaceae L'apparato vegetativo caratterizzato dal
fusto di forma quadrangolare, per la presenza di fasci di
collenchima posti agli angoli, dalle foglie opposte e prive di
stipole, e dalla presenza di ghiandole contenenti olii eterei che
emanano caratteristici aromi. I fiori sono riuniti in infiorescenze
costituite da fascetti sovrapposti di fiori; ciascun fascetto
provvisto di 2 foglie bratteali e, talvolta, sono presenti
bratteole alla base dei singoli fiori. Il calice costituito da 5
sepali saldati a formare un tubo attinomorfo o zigomorfo bilabiato,
in questultimo caso con sepali raggruppati secondo lo schema 3/2.
La corolla, gamopetala, formata da 5 petali ed quasi sempre
zigomorfa e bilabiata con un labbro superiore che consta di 2 pezzi
e un labbro inferiore di 3. Il frutto racchiuso dal calice
persistente ed un tetrachenio, composto da 4 nucule. I semi, salvo
rare eccezioni, sono sprovvisti di endosperma. La fecondazione
entomogama ed, in particolare, operata da ditteri e imenotteri.
Dalle foglie, in corrente di vapore, si estrae l'olio essenziale di
rosmarino, per un 1% in peso, liquido incolore o giallognolo,
contenente pinene, canfene, cineolo, eucaliptolo, canfora e
borneolo. A seconda del chemotipo della pianta vengono ottenuti
diversi olii essenziali: uno ricco in eucaliptolo, un altro ricco
di canfora ed infine uno in cui abbondano il borneolo ed i suoi
derivati. Questi tre olii essenziali hanno differenti azioni
farmacologiche in quanto il primo ha attivit balsamica, il secondo
antiinfiammatoria (soprattutto per uso locale) e l'ultimo
essenzialmente un antispastico. Nell'uso farmacologico comune
l'olio viene usato come eupeptico, eccitante, antisettico sedativo,
ed i suoi preparati contro gli stati depressivi, restituendo vigore
intellettuale e fisico alle persone indebolite. Dalle foglie, in
corrente di vapore, si estrae l'olio essenziale di rosmarino, per
un 1% in peso, liquido incolore o giallognolo, contenente pinene,
canfene, cineolo, eucaliptolo, canfora e borneolo. A seconda del
chemotipo della pianta vengono ottenuti diversi olii essenziali:
uno ricco in eucaliptolo, un altro ricco di canfora ed infine uno
in cui abbondano il borneolo ed i suoi derivati. Questi tre olii
essenziali hanno differenti azioni farmacologiche in quanto il
primo ha attivit balsamica, il secondo antiinfiammatoria
(soprattutto per uso locale) e l'ultimo essenzialmente un
antispastico. Nell'uso farmacologico comune l'olio viene usato come
eupeptico, eccitante, antisettico sedativo, ed i suoi preparati
contro gli stati depressivi, restituendo vigore intellettuale e
fisico alle persone indebolite. Il rosmarino (specie l'olio
essenziale ricco di canfora) controindicato in persone che soffrono
di epilessia. Causa infatti, specialmente in casi d'iperdosaggio,
irritazioni, convulsioni, vomito e principi di paralisi
respiratorie.
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Melissa officinalis In fitoterapia si utilizzano soprattutto le
foglie ma anche i fiori e gli steli. Negli estratti della pianta
sono presenti: triterpeni, acido caffeico, acido rosmarinico e vari
flavonoidi (luteolina, quercetina, apigenina, camferolo). inoltre
ottenibile un olio essenziale contenente: citrale, citronellale e
cariofillene. Attualmente la Melissa officinalis viene impiegata
come sedativo negli stati d'ansia con somatizzazioni viscerali ed
irrequietezza ed anche in patologie dispeptiche gastroenteriche
grazie alla sua azione spasmolitica e nella cura dell'emicrania.
L'estratto di foglie fresche di melissa possiede attivit antivirale
contro Herpes simplex per cui viene usata anche nel trattamento
dell'Herpes labiale. L'uso della melissa controindicato in persone
con glaucoma in quanto in test con animali si registrato un aumento
della pressione oculare. Si inoltre visto che l'estratto di melissa
pu interferire con l'azione tiroidea, forse per inibizione del
legame dell'ormone stimolante la tiroide (TSH) alle cellule
tiroidee, per cui bene evitarne l'assunzione in caso di
ipotiroidismo o in caso di terapie a base di ormoni tiroidei.
L'associazione con l'iperico e la passiflora ha prodotto uno stato
di ipersonnia invece che antidepressivo.
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Compositae o Asteraceae Le Asteraceae sono per la grande
maggioranza delle piante erbacee, qualche specie legnosa presente
nelle aree tropicali. La caratteristica fiorale che
contraddistingue la famiglia la presenza di infiorescenze a
capolino. In alcuni casi i capolini sono a loro volta riuniti in
ulteriori infiorescenze come in Achillea che presenta ombrelle di
pi capolini. I capolini possono essere formati da due tipi di
fiori: - fiori tubulosi - fiori liguati I fiori sono ermafroditi e
la corolla gamopetala. Gli stami sono 5. L'ovario infero, pu essere
uniovulato o uniloculare. Il frutto un achenio. Le Asteracee sono
prevalentemente ad impollinazione entomofila, ma spesso presentano
autogamia o apogamia. Ne fanno parte pi di 1.000 generi con circa
20.000 specie. 1. Anthemis tinctoria 2. Glebionis coronarium 3.
Coleostephu myconis 4. Argyranthemum frutescens 5. Sonchus
oleraceus 6. Cichorium intybus 7. Gazania rigens 8. Galactites
tomentosa 9. Calendula arvensis 10. Leucanthemum vulgare 11.
Hieracium lachenalli 12. Osteospermum ecklonisAnthemis
tinctoriaGlebionis coronariumColeostephu myconisArgyranthemum
frutescensSonchus oleraceusCichorium intybusGazania
rigensGalactites tomentosaCalendula arvensisLeucanthemum
vulgareHieracium lachenalliOsteospermum ecklonis
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Artemisia absintium Per quanto riguarda le propriet
medicamentose di questa pianta si hanno notizie che risalgono
dall'antichit, ve ne sono cenni anche nella Bibbia. Le funzioni
associate all'assenzio sono di tonico, digestivo e
antinfiammatorio, oltre che di principale ingrediente nella
preparazione del distillato che veniva usato in particolare da
artisti europei ed americani e che fu poi bandito nel XIX secolo a
causa dei gravi problemi d'assuefazione che causava questa bevanda
(in realt l'assuefazione era semplicemente dovuta all'elevato tasso
alcolico del liquore, pi che ai tujoni (monoterpeni)). L'assenzio
viene prodotto ancora oggi ma con minori quantit di tujone.
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Stevia rebaudiana La Stevia conosciuta da molti popoli
dell'area geografica Sud- Americana da diversi millenni, oltre che
per il suo potere dolcificante delle sue foglie, anche per le
propriet medicinali, infatti usata dai popoli indigeni del sud
America per le sue doti curative. Viene usata come dolcificante, in
quanto molto pi dolce del comune saccarosio. I principi attivi sono
lo stevioside, e il rebaudioside A. I principi dolcificanti sono in
tutte le parti della pianta ma sono pi disponibili e concentrati
nelle foglie, che quando sono seccate (disidratate), hanno un
potere dolcificante (ad effetto della miscela dei due componenti
dolcificanti) da 150 a 250 volte il comune zucchero. Contrariamente
allo zucchero i principi attivi non hanno alcun potere nutrizionale
(zero calorie), ed essendo prodotti naturali sono relativamente
stabili nel tempo ed alle alte temperature, per cui conservano
perfettamente le loro caratteristiche anche in prodotti da forno o
in bevande calde, diversamente da altri dolcificanti come
l'Aspartame che subisce degradazione La Stevia conosciuta da molti
popoli dell'area geografica Sud- Americana da diversi millenni,
oltre che per il suo potere dolcificante delle sue foglie, anche
per le propriet medicinali, infatti usata dai popoli indigeni del
sud America per le sue doti curative. Viene usata come
dolcificante, in quanto molto pi dolce del comune saccarosio. I
principi attivi sono lo stevioside, e il rebaudioside A. I principi
dolcificanti sono in tutte le parti della pianta ma sono pi
disponibili e concentrati nelle foglie, che quando sono seccate
(disidratate), hanno un potere dolcificante (ad effetto della
miscela dei due componenti dolcificanti) da 150 a 250 volte il
comune zucchero. Contrariamente allo zucchero i principi attivi non
hanno alcun potere nutrizionale (zero calorie), ed essendo prodotti
naturali sono relativamente stabili nel tempo ed alle alte
temperature, per cui conservano perfettamente le loro
caratteristiche anche in prodotti da forno o in bevande calde,
diversamente da altri dolcificanti come l'Aspartame che subisce
degradazione
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Stevia rebaudiana Sono stati quindi allestiti una serie di
esami per mettere alla prova la eventuale "dannosit" della Stevia
nei prodotti alimentari. I risultati sono stati controversi, dato
che comprensibile che, non avendo la possibilit di provare per
lunghissimi tempi e sull'uomo i campioni di materiali, si ripiegato
con dosaggi massicci per tempi brevi (pochi anni) su cavie. Come
ovvio tali prove hanno prodotto qualche problema alle cavie ma,
come affermano alcuni sostenitori della Stevia, non molto diversi
dai danni di iperglicemia prodotti dallo zucchero o dai
dolcificanti come l'aspartame, la cui tossicit sarebbe dimostrata.
Questo ha prodotto tutta una gamma (molto diversa) di
provvedimenti, che in qualche caso tendono a limitarne il consumo,
esiste anche il pesante sospetto che tali provvedimenti possano
derivare dalle influenze praticate dalle imprese che
commercializzano dolficanti convenzionali. Sono stati quindi
allestiti una serie di esami per mettere alla prova la eventuale
"dannosit" della Stevia nei prodotti alimentari. I risultati sono
stati controversi, dato che comprensibile che, non avendo la
possibilit di provare per lunghissimi tempi e sull'uomo i campioni
di materiali, si ripiegato con dosaggi massicci per tempi brevi
(pochi anni) su cavie. Come ovvio tali prove hanno prodotto qualche
problema alle cavie ma, come affermano alcuni sostenitori della
Stevia, non molto diversi dai danni di iperglicemia prodotti dallo
zucchero o dai dolcificanti come l'aspartame, la cui tossicit
sarebbe dimostrata. Questo ha prodotto tutta una gamma (molto
diversa) di provvedimenti, che in qualche caso tendono a limitarne
il consumo, esiste anche il pesante sospetto che tali provvedimenti
possano derivare dalle influenze praticate dalle imprese che
commercializzano dolficanti convenzionali. Il suo uso nei prodotti
alimentari vietato in Europa e USA dato che alcuni suoi componenti,
alle dosi testate, come lo steviolo e lo stevioside erano ritenuti
cancerogeni. Nonostante questo, la FDA ne ammette l'uso come
integratore dietetico, ma non come ingrediente o additivo
alimentare. Il sospetto del cosiddetto complotto delle compagnie
che commerciano in dolcificanti, ha qualche supporto, in quanto
altri test indipendenti non sembrano evidenziare controindicazioni;
questo diversamente dal saccarosio raffinato, che aumenta la
glicemia e favorisce il diabete, e dai dolcificanti ipocalorici
contenenti aspartame, ritenuti tossici da diversi studi. In
particolare sospetto il fatto che i provvedienti che a livello
mondiale governano la materia sembrano direttamente derivati da una
influenza politico-economica piuttosto che da motivi sanitari. La
sospetta tossicit della Stevia quindi molto controversa. Di fatto
il consumo diffuso in molti paesi, dove la Stevia considerata meno
dannosa di altri dolcificanti, usata come estratto secco o come
infuso fresco. Esaminando (pi opportunamente) i dati provenienti
dai paesi che ne fanno uso corrente, e da molto tempo, la FAO e
l'OMS hanno stabilito una "dose massima giornaliera" di 2 mg/kg
peso corporeo di steviolo. Questo limite, nello studio della FAO,
ha un fattore di sicurezza 200, ossia 200 volte inferiore alle
quantit che possono essere assimilate senza rischi dai soggetti di
studio. In Europa nel 1999 la Commissione sugli Additivi nei Cibi
dell'OMS, ed il Comitato Scientifico per gli Alimenti dell'Unione
Europea, hanno elencato i loro dati risultanti circa la pericolosit
della Stevia come additivo alimentare. Conseguentemente a tali
fatti il 22 febbraio 2000 la Commissione Europea, dando seguito
alle opinioni espresse dallo stesso Comitato Scientifico per gli
Alimenti - SCF, ha deciso che la Stevia rebaudiana (pianta ed
estratti secchi) non pu essere immessa nel mercato come alimento o
come additivo alimentare. La Svizzera invece ne ha ammesso il
commercio. Il 10 Aprile del 2003 il Parlamento Europeo ha approvato
una risoluzione che chiede di rivedere le norme di utilizzo di
edulcoranti quali l'Aspartame e la Stevia. Nello stesso
provvedimento si limita pesantemente la quantit massima di
edulcoranti nelle bibite gassate. In Europa nel 1999 la Commissione
sugli Additivi nei Cibi dell'OMS, ed il Comitato Scientifico per
gli Alimenti dell'Unione Europea, hanno elencato i loro dati
risultanti circa la pericolosit della Stevia come additivo
alimentare. Conseguentemente a tali fatti il 22 febbraio 2000 la
Commissione Europea, dando seguito alle opinioni espresse dallo
stesso Comitato Scientifico per gli Alimenti - SCF, ha deciso che
la Stevia rebaudiana (pianta ed estratti secchi) non pu essere
immessa nel mercato come alimento o come additivo alimentare. La
Svizzera invece ne ha ammesso il commercio. Il 10 Aprile del 2003
il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che chiede di
rivedere le norme di utilizzo di edulcoranti quali l'Aspartame e la
Stevia. Nello stesso provvedimento si limita pesantemente la
quantit massima di edulcoranti nelle bibite gassate.
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Rosaceae La famiglia delle Rosaceae, rappresentata nella flora
europea da una grande diversit di forme, include circa 2000 specie
distribuite prevalentemente nelle regioni temperate dell'emisfero
boreale, che si spingono dalla costa americana del Pacifico fino
all'emisfero australe. Comprende piante legnose ed erbacee con
apparato vegetativo provvisto di foglie sparse con stipole, e fiori
pentameri, ciclici o spirociclici, con 5(4) sepali, 5(4-7) petali,
5(n) stami, n carpelli formanti un ovario semiinfero, ma talvolta
anche infero o supero. Le notevoli differenze esistenti all'interno
della famiglia, riguardanti la morfologia fiorale, hanno condotto
ad una suddivisione in sottofamiglie (sezioni). Le Spiraeoideae
sono caratterizzate dal possedere un ricettacolo quasi piano e un
gineceo formato da carpelli, ciascuno con 2-molti ovuli, in numero
di 5, liberi tra loro, che a maturit danno origine ciascuno ad un
follicolo. Nelle Rosoideae i carpelli, da 1 a molti, ciascuno
portante 1-2 ovuli, sono sostenuti da un talamo piano o concavo. Il
frutto di vario tipo: una mora, formata dall'aggregazione di tante
piccole drupe, nel rovo (Rubus ulmifolius) e nel lampone (Rubus
idaeus); un cinorrodio, quando numerose nucule si affondano nel
ricettacolo a coppa (Rosa); costituito dal ricettacolo, convesso,
conico e carnoso che porta le nucule sulla sua superficie, nella
fragola (Fragaria vesca). Nelle Pomoideae i carpelli, contenuti in
un talamo cavo e saldati ad esso, sono in numero di 2-5 e
contengono da 1 a molti ovuli. Il frutto il pomo, in cui la parte
carnosa formata dal ricettacolo avvolgente, come nel melo (Malus
domestica). Nelle Prunoideae presente generalmente un solo carpello
ed il frutto rappresentato dalla drupa, che pu essere carnosa come
nel pesco (Prunus persica) o membranacea come nel mandorlo (Prunus
dulcis). La famiglia delle Rosaceae, rappresentata nella flora
europea da una grande diversit di forme, include circa 2000 specie
distribuite prevalentemente nelle regioni temperate dell'emisfero
boreale, che si spingono dalla costa americana del Pacifico fino
all'emisfero australe. Comprende piante legnose ed erbacee con
apparato vegetativo provvisto di foglie sparse con stipole, e fiori
pentameri, ciclici o spirociclici, con 5(4) sepali, 5(4-7) petali,
5(n) stami, n carpelli formanti un ovario semiinfero, ma talvolta
anche infero o supero. Le notevoli differenze esistenti all'interno
della famiglia, riguardanti la morfologia fiorale, hanno condotto
ad una suddivisione in sottofamiglie (sezioni). Le Spiraeoideae
sono caratterizzate dal possedere un ricettacolo quasi piano e un
gineceo formato da carpelli, ciascuno con 2-molti ovuli, in numero
di 5, liberi tra loro, che a maturit danno origine ciascuno ad un
follicolo. Nelle Rosoideae i carpelli, da 1 a molti, ciascuno
portante 1-2 ovuli, sono sostenuti da un talamo piano o concavo. Il
frutto di vario tipo: una mora, formata dall'aggregazione di tante
piccole drupe, nel rovo (Rubus ulmifolius) e nel lampone (Rubus
idaeus); un cinorrodio, quando numerose nucule si affondano nel
ricettacolo a coppa (Rosa); costituito dal ricettacolo, convesso,
conico e carnoso che porta le nucule sulla sua superficie, nella
fragola (Fragaria vesca). Nelle Pomoideae i carpelli, contenuti in
un talamo cavo e saldati ad esso, sono in numero di 2-5 e
contengono da 1 a molti ovuli. Il frutto il pomo, in cui la parte
carnosa formata dal ricettacolo avvolgente, come nel melo (Malus
domestica). Nelle Prunoideae presente generalmente un solo carpello
ed il frutto rappresentato dalla drupa, che pu essere carnosa come
nel pesco (Prunus persica) o membranacea come nel mandorlo (Prunus
dulcis).
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Rosaceae Come erba medicinale il biancospino usato come
ricostituente, antidiarroico, ipotensivo e cardiotonico. I principi
attivi contenuti nella pianta sono: flavonoidi tra cui l'iperoside
e lavitexina; composti triterpenici tra cui l'acido ursolico e le
amine steroli;tannino e derivati purinici. Ha un'azione
coronariadilatatrice, vasodilatatrice dei vasi sanguigni addominali
e coronarici, azione inotropa positiva, risparmio del consumo di
ossigeno da parte del muscolo cardiaco, modulazione della
concentrazione intracellulare di Calcio, sedativa sul SNC,
diminuzione della frequenza cardiaca. indicato nei casi di angina
pectoris, nelle nevrosi cardiache, negli stati di ipereccitabilit
con aritmie e nell'ipertensione arteriosa. utilizzato anche come
ansiolitico e nel trattamento dei casi di insonnia.
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Rosa canina Viene largamente usata per i suoi contenuti di
vitamina C e per il suo contenuto di bioflavonoidi (fitoestrogeni).
I principi attivi (oltre alla vitamina C, tannini, acidi organici,
pectine, carotenoidi e polifenoli) vengono usati dalle industrie
farmaceutiche, alimentari e cosmetiche: fiori e foglie vengono
usati in farmacopea, ad esempio, per la preparazione di infusi e
tisane. indicata come astringente intestinale, antidiarroico,
vasoprotettore e antinfiammatorio,[1] inoltre viene consigliata nei
casi di debilitazione.
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Graminaceae o Poaceae La famiglia delle Poaceae comprende un
grandissimo numero di specie (oltre 5000) appartenenti a circa 500
generi. Si tratta di piante erbacee, perenni o annuali, con fusto
detto culmo (cavo negli internodi, pieno ai nodi), talora piuttosto
lignificato (Bambuseae). Si spingono a tutte le latitudini, con
notevole escursione altimetrica. Sono piante perfettamente adattate
ai climi aridi, anche se non mancano specie mesofile e altre
persino acquatiche. In alcune aree tendono a dominare, arrivando
anche a costituire fitte formazioni vegetali molto estese alle
quali conferiscono una particolare fisionomia (praterie, steppe,
savane); si tratta, pertanto, di una famiglia di notevole
importanza nel quadro del rivestimento vegetale della terra.
L'apparato vegetativo costituito dal culmo, Una porzione
meristematica in corrispondenza del nodo conferisce al culmo la
capacit di raddrizzarsi nel caso venga flesso; il culmo non si
ramifica salvo che in basso. Le foglie constano di una guaina, che
avvolge il culmo ed un lembo, che si stacca nettamente dalla guaina
in corrispondenza di una piccola struttura membranosa detta ligula.
I fiori sono sempre raccolti in particolari infiorescenze,
distintive della famiglia, denominate spighette riunite in spighe o
pannocchie. La spighetta, che pu essere uniflora o pluriflora,
provvista di un asse (rachilla) portante alla base 2 scaglie
opposte le glume, con il significato di brattee sterili, al di
sopra delle quali si trovano i fiori. Alla base di ciascun fiore si
trovano altre due glumette, col valore di brattee fertili, di cui
l'inferiore prende il nome di lemma, e la superiore, molto piccola
e generalmente racchiusa dalla precedente, viene detta palea. Glume
e lemma possono essere provviste di resta ed in tal caso vengono
definiti aristati. Nel fiore si osservano i resti del perianzio,
rappresentati da 2 (3) lodicule, di consistenza membranosa, cui
segue l'androceo formato solitamente da 3 stami. Il gineceo,
costituito in origine da 2 (3) carpelli, tuttavia uniloculare,
contiene un solo ovulo ed sovrastato da 2 (3) stimmi piumosi. Il
frutto una cariosside contenente un seme con endosperma ricco di
amido
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L'orzo molto facile da digerire ed altamente energetico, tanto
che in passato veniva utilizzato in tutti gli ospedali. Inoltre
facilita la concentrazione e l'attivit cerebrale in quanto contiene
magnesio, fosforo, potassio, vitamina PP, E, calcio e ferro. L'orzo
ricchissimo di propriet curative: rimineralizzante delle ossa (
ricchissimo di fosforo), previene le affezioni polmonari e
cardiovascolari, nutriente e tonico, ed molto indicato in caso di
gastriti, coliti e cistiti. I principi attivi presenti sono:
ordenina (alcaloide), ordeina, maltosio, destrina. L'orzo ha
spiccate propriet antinfiammatorie ed emollienti, e agevola il
sistema immunitario grazie alla sua abilit nel contrastare le
infiammazioni. L'azione antinfiammatoria si esercita anche sul
sistema digerente e urinario. L'ordenina, contenuta specialmente
nel malto d'orzo (semi d'orzo germinati), stimola la circolazione
periferica e ha anche un effetto bronchiolitico grazie alla
vasocostrizione. L'ordenina esercita anche un'azione antisettica
sull'intestino. Il decotto utilizzato sotto forma di gargarismi
aiuta nei casi di angina e di infiammazioni della cavit orale. Il
decotto viene usato anche per impacchi sugli occhi arrossati.
L'orzo ha anche propriet lassative. L'orzo molto facile da digerire
ed altamente energetico, tanto che in passato veniva utilizzato in
tutti gli ospedali. Inoltre facilita la concentrazione e l'attivit
cerebrale in quanto contiene magnesio, fosforo, potassio, vitamina
PP, E, calcio e ferro. L'orzo ricchissimo di propriet curative:
rimineralizzante delle ossa ( ricchissimo di fosforo), previene le
affezioni polmonari e cardiovascolari, nutriente e tonico, ed molto
indicato in caso di gastriti, coliti e cistiti. I principi attivi
presenti sono: ordenina (alcaloide), ordeina, maltosio, destrina.
L'orzo ha spiccate propriet antinfiammatorie ed emollienti, e
agevola il sistema immunitario grazie alla sua abilit nel
contrastare le infiammazioni. L'azione antinfiammatoria si esercita
anche sul sistema digerente e urinario. L'ordenina, contenuta
specialmente nel malto d'orzo (semi d'orzo germinati), stimola la
circolazione periferica e ha anche un effetto bronchiolitico grazie
alla vasocostrizione. L'ordenina esercita anche un'azione
antisettica sull'intestino. Il decotto utilizzato sotto forma di
gargarismi aiuta nei casi di angina e di infiammazioni della cavit
orale. Il decotto viene usato anche per impacchi sugli occhi
arrossati. L'orzo ha anche propriet lassative. Hordeum vulgare
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Aloaceae Aloe vera Foglie disposte a ciuffo, semplici, lunghe
40-60 cm, lungamente lanceolate, con apice acuto, presentano
cuticola molto spessa e sono carnose a causa degli abbondanti
parenchimi acquiferi presenti al loro interno. Presentano spine
solo lungo i lati. Da un punto di vista chimico, si possono
distinguere tre grandi classi di componenti nell'aloe: gli zuccheri
complessi - in particolare glucomannani tra cui spicca l'acemannano
- nel gel trasparente interno, con propriet immuno-stimolanti; gli
antrachinoni nella parte verde coriacea della foglia, ad azione
fortemente lassativa, e svariate altre sostanze di grande valore
nutritivo, antinfiammatorio, antimicotico, analgesico, come sali
minerali, vitamine, aminoacidi, acidi organici, fosfolipidi,
enzimi, lignine e saponine
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Il succo d'aloe contiene pi di 200 sostanze diverse, per
esempio:antrachinoni, tra cui aloina e emodina; saccaridi come il
prezioso acido uronico; enzimi come amilase e la lipase che aiutano
la digestione ed enzimi pi rari come la bradichinase; vitamine come
la vit.E; minerali ed oligoelementi come il calcio e il ferro;
polisaccaridi, acido acetilsalicilico o il betasitosterolo. *
apertura o stoma sulla superficie della foglia * cellule
dell'epidermide * cristallo di ossalato di calcio * cellule
pericicliche contenenti succo amaro * cellule del parenchima
contenenti gel * vaso contenente succo amaro
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L'aloina chiamata anche barbaloina dal momento che si trova
anche nell'Aloe barbadensis, in effetti un C- glucoside
dell'emodina (ANTRACHINONE) dell'aloe, cio uno zucchero
dell'emodina dell'aloe. I chimici l'hanno descritta come un misto
di due diasteromeri l'aloina A e l'aloina B. Il succo amaro
bruno-giallastro dell'aloe un lassativo molto efficace. L'effetto
lassativo non viene dall'aloina ma dalla presenza dell'emodina di
aloe, che non contiene zuccheri. L'aloina di per s sarebbe
leggermente lassativa, ma nella flora intestinale dell'uomo,
l'aloina viene trasformata in emodina. Il succo amaro possiede
comunque un effetto lassativo. Come pure delle quantit
infinitesimali di succo amaro si rivelano efficaci anche in caso di
certe forme di artrite e affezioni reumatiche. Le ricerche relative
a queste terapie sono ancora per all'inizio. La maggior parte degli
effetti terapeutici dell'aloe derivano dal suo contenuto in
polisaccaridi, suddivisi in mucopolisaccaridi e omopolisaccaridi.
Esempi di polisaccaridi d'Aloe ferox sono: ramnosio, l'arabinosio,
lo xilosio, l'acemannano, il galattosio, il glucosio con l'acido
glucoronico e l'acido galatturonico. Le macromolecole
arabinogalactano, ramnogalacturomano e il glucomannoglicano sono
responsabili della consistenza vischiosa della foglia. I
polisaccaridi influenzano in effetti il sistema immunitario non
specifico dell'uomo, aumentandone le difese contro germi patogeni
(cio portatori di malattie). In una foglia d'aloe si possono
trovare anche emicellulose non idrosolubili, xilano e xiloglucano,
presenti anche in molte altre piante. Oltre ai polisaccaridi, il
gel, il succo e il succo amaro contengono un buon numero di altre
sostanze bioattive, delle quali non conosciuto il funzionamento
terapeutico.
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Contrariamente all'Aloe vera l'Aloe ferox ha un contenuto molto
elevato di calcio e aminoacidi. Il succo giallastro che d all'Aloe
ferox il nome di aloe amara, contiene tre diversi altri elementi,
la nota aloina e l'emodina di aloe. Il contenuto di succo amaro pu
variare da un 13 a un 30%. Si constatato che le aloe pi ricche di
spine contengono una maggior quantit di succo amaro. Il succo
d'aloe trasparente, che viene dall'interno della foglia e che ha la
consistenza di un gel, contiene preziosi polisaccaridi
idrosolubili, che per questo si trovano all'interno delle foglie
dove il contenuto in acqua elevato. Aloe ferox