I N T R OEtherEvolution

Primo gruppo in Italia ad aver portato Ethereum al grande pubblico (oltre 1000 persone registrate per la prima storica diretta da Shanghai) ed i primi ad aver offerto servizi di formazione sulla tecnologia Ethereum.

I N T R OI N T R O

FrancescoCarrino

Roy Reale

3) Paura contro Libertà: le forze in gioco nel tempo che stiamo vivendo e perché l’umanità sta per dividersi letteralmente in 2

Cosa tratteremo oggi:

2) Anticipazioni sull’euro digitale, quel che devi sapere

1) perché le criptovalute di Stato sono imminenti, che differenze ci sono con Bitcoin ed Ethereum, e a cosa dovrai fare attenzione

5) Le banche stanno rischiando un enorme deflusso di denaro verso la BCE. I rischi che dovresti conoscere e cosa fare per evitare brutte sorprese.

Cosa tratteremo oggi:4) quali sono le anticipazioni sul cripto-dollaro Americano pubblicate dalla prestigiosa rivista The Economist e che implicazioni questo potrebbe avere sull’economia mondiale e quindi sulla tua vita

7) Quali sarebbero le conseguenze per le Banche Centrali se dovesse partire criptovalute di privati come ad esempio DIEM di Facebook?

Cosa tratteremo oggi:6) E se gli smart contract venissero utilizzati dalle banche? Scenari di un futuro anticipato.

The Economist8-14 maggio 2021

https://www.economist.com/special-report/2021/05/06/a-future-with-fewer-banks

Eppure all'orizzonte si vede anche un mondo senza banche. Come mai prima d'ora, il loro ruolo è minacciato dalle nuove tecnologie, dai mercati dei capitali e persino dal settore pubblico.

I banchieri centrali hanno visto i giganti della tecnologia sviluppare sistemi di pagamento più rapidi e facili che potrebbero ritirare le transazioni dal sistema bancario.

https://www.economist.com/special-report/2021/05/06/a-future-with-fewer-banks

Temono che i pagamenti digitali possano portare alla fine del denaro contante.

La regolamentazione finanziaria e la politica monetaria hanno tradizionalmente operato attraverso le banche.

Se questo meccanismo viene perso, potrebbero dover creare invece moneta digitale della banca centrale.

https://www.economist.com/special-report/2021/05/06/a-future-with-fewer-banks

…è possibile vedere un futuro in cui le banche giocano un ruolo minore, o addirittura del tutto assente, con denaro digitale e depositi forniti dalle banche centrali, transazioni finanziarie effettuate da società tecnologiche e mercati dei capitali che forniscono credito.

https://www.economist.com/special-report/2021/05/06/a-future-with-fewer-banks

…le valute digitali emesse dallo stato e le piattaforme di pagamento private beneficiano degli effetti di rete, concentrando potenzialmente il potere in una o due istituzioni.

Ciò potrebbe fornire ai governi, o ad alcuni privati, una grande quantità di informazioni sui cittadini e renderebbe anche le istituzioni molto più vulnerabili.

https://www.economist.com/special-report/2021/05/06/a-future-with-fewer-banks

Un attacco informatico al sistema finanziario americano che ha chiuso JPMorgan Chase per un po’ sarebbe angosciante.

Un attacco simile che manderebbe giù una valuta digitale della Federal Reserve potrebbe essere devastante.

E c'è il potenziale utilizzo del denaro per il controllo sociale. I contanti non sono tracciabili, ma il denaro digitale lascia una traccia.

https://www.economist.com/special-report/2021/05/06/a-future-with-fewer-banks

Il denaro esclusivamente digitale può essere programmato, limitandone l'uso.

Ciò ha implicazioni benigne: i buoni alimentari potrebbero essere meglio mirati o la spesa per stimoli all’economia resa più efficace.

Ma ne ha anche di preoccupanti: il denaro digitale potrebbe essere programmato per impedire che venga utilizzato per pagare aborti o anche per acquistare libri dall'estero.

https://www.economist.com/special-report/2021/05/06/a-future-with-fewer-banks

La portata delle questioni che questo special report prende in considerazione è vasta.

Include il ruolo dello stato nella fornitura di credito, la concentrazione del potere nelle mani delle aziende tecnologiche o nei governi, il potenziale di controllo sociale e il rischio di nuove forme di guerra.

Un mondo senza banche può suonare a molti come un sogno. Ma potrebbe rivelarsi più simile a un incubo.

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Marzo 2020, Forbes

Mentre i mercati continuano a calare e gli Stati Uniti guardano al Congresso per un accordo su un massiccio pacchetto di stimoli per salvare l'economia dagli effetti della pandemia del coronavirus, l'ultima offerta della Camera dei Democratici include un tipo di stimolo molto lungimirante:

la creazione di un "dollaro digitale" e la creazione di "portafogli di dollari digitali".

Questo segnala che gli Stati Uniti fanno sul serio nella creazione di infrastrutture per una valuta digitale della Banca centrale.

Fonte:https://www.forbes.com/sites/jasonbrett/2020/03/23/new-coronavirus-stimulus-bill-introduces-digital-dollar-and-digital-dollar-wallets/#476009274bea

Il disegno di legge stabilisce un dollaro digitale, che definisce come "un saldo espresso come valore in dollari, costituito da voci di contabilità digitale registrate come passività nei conti di qualsiasi Federal Reserve Bank o…

... un'unità di valore elettronica, rimborsabile da un'istituzione finanziaria idonea (come determinato dal Consiglio dei Governatori del Federal Reserve System)".

Inoltre, un portafoglio di dollari digitali è identificato come "un portafoglio o conto digitale, gestito da una banca di riserva federale per conto di qualsiasi persona, che rappresenta le disponibilità in un dispositivo o servizio elettronico che viene utilizzato per memorizzare dollari digitali che possono essere legati a un'identità digitale o fisica".

Preparati per Fedcoin e l'e-euro

Le valute digitali del governo o della banca centrale sono il passo successivo, ma hanno una svolta, perché centralizzerebbero il potere nello stato piuttosto che diffonderlo attraverso le reti o darlo a monopoli privati.

L'idea alla base è semplice. Invece di tenere un conto con una banca al dettaglio, lo faresti direttamente con una banca centrale attraverso un'interfaccia simile ad app come Alipay o Venmo.

https://www.economist.com/leaders/2021/05/08/the-digital-currencies-that-matter

Piuttosto che scrivere assegni o pagare online con una carta, potresti usare l'impianto idraulico economico della banca centrale. E i tuoi soldi sarebbero garantiti dalla piena fede dello Stato, non da una banca fallibile.

Vuoi comprare una pizza o aiutare un fratello al verde? Non c'è bisogno di occuparsi del call center di Citigroup o di pagare le commissioni di Mastercard: la Banca d'Inghilterra e la Fed sono al tuo servizio.

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Questa metamorfosi delle banche centrali dagli aristocratici della finanza ai suoi operai sembra inverosimile, ma è in corso. Oltre 50 autorità monetarie, che rappresentano la maggior parte del pil globale , stanno esplorando le valute digitali. Le Bahamas hanno emesso denaro digitale.

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La Cina ha lanciato il suo progetto pilota in e-yuan a oltre 500.000 persone.

L' UE vuole un euro virtuale entro il 2025, la Gran Bretagna ha lanciato una task force e l'America, l'egemone finanziario mondiale, sta costruendo un ipotetico dollaro elettronico.

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Una delle motivazioni per i governi e le banche centrali è la paura di perdere il controllo. Oggi le banche centrali sfruttano il sistema bancario per amplificare la politica monetaria.

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Se pagamenti, depositi e prestiti migrano dalle banche ai regni digitali gestiti da privati, le banche centrali faranno fatica a gestire il ciclo economico e iniettare fondi nel sistema durante una crisi. Le reti private senza supervisione potrebbero diventare un selvaggio West di frodi e violazioni della privacy.

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…i govcoin potrebbero ridurre le spese operative del settore finanziario globale, che ammontano a oltre $ 350 all'anno per ogni persona sulla Terra.

Ciò potrebbe rendere i finanziamenti accessibili per gli 1,7 miliardi di persone che non hanno conti bancari.

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Le valute digitali del governo potrebbero anche espandere i toolkit dei governi consentendo loro di effettuare pagamenti istantanei ai cittadini e tagliare i tassi di interesse sotto lo zero. Per gli utenti ordinari, il fascino di un mezzo di pagamento gratuito, sicuro, immediato e universale è evidente.

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Una volta ascendenti, i govcoin potrebbero diventare panopticon per lo stato per controllare i cittadini: pensa alle multe elettroniche istantanee per cattivo comportamento. Potrebbero anche alterare la geopolitica, fornendo un canale per i pagamenti transfrontalieri e alternative al dollaro, valuta di riserva mondiale e perno dell'influenza americana.

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Il regno del biglietto verde si basa in parte sui mercati dei capitali e sui diritti di proprietà dell'America, che la Cina non può competere. Ma si basa anche su vecchi sistemi di pagamento, convenzioni di fatturazione e inerzia, che lo rendono maturo per l'interruzione. I piccoli paesi temono che, invece di utilizzare denaro locale, le persone possano passare a valute elettroniche straniere, causando il caos in casa.

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Nuovi soldi, nuovi problemi

Un così vasto spettro di opportunità e pericoli è scoraggiante. È rivelatore che gli autocrati cinesi, che apprezzano il controllo sopra ogni altra cosa, stanno limitando le dimensioni dell'e-yuan e reprimendo le piattaforme private come Ant.

Le società aperte dovrebbero anche procedere con cautela, ad esempio, limitando i conti in valuta digitale.

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I governi e le società finanziarie devono prepararsi a un cambiamento a lungo termine nel modo in cui funziona il denaro, importante come il passaggio alle monete metalliche o alle carte di pagamento.

Ciò significa rafforzare le leggi sulla privacy, riformare il modo in cui vengono gestite le banche centrali e preparare le banche al dettaglio per un ruolo più periferico.

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Le valute digitali statali sono il prossimo grande esperimento finanziario e promettono di essere molto più consequenziali dell'umile bancomat.

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Euro digitaleGli evidenti timori del presidente dell’Abi intervistato

per Milano Finanza e Italia Oggi

Domanda. Qual è la posizione delle banche italiane sull'euro digitale? Risposta. Valutiamo con favore la decisione della Bce di portare avanti i lavori sulla materia, anche come necessaria risposta ai progetti di valute emesse da soggetti privati. L'euro digitale offre la possibilità di erogare nuovi servizi e prodotti da parte delle banche.

Domanda. Quali dovrebbero essere le caratteristiche dell'euro digitale?

Risposta. Con l'euro digitale le banche dovrebbero mantenere il ruolo di intermediazione e il rapporto con la clientela retail, per esempio nella distribuzione delle valute digitali, così come avviene oggi per le banconote.

Sugli smart contract dice:

La programmabilità dell'euro digitale permetterebbe alle banche di costruire smart contract per transazioni più complesse e di offrire servizi anche interoperabili.

…per esempio sarebbe possibile suddividere automaticamente gli incassi di un cestino alimentare tra i differenti produttori o i proventi di un mutuo tra i vari soggetti coinvolti.

Il vantaggio per le banche? Offrire nuovi servizi e poi trovare un modello di remunerazione, come avviene oggi per le carte di pagamento.

Domanda. Con l'euro digitale c'è il rischio di fuoriuscita di depositi dalle banche verso la Bce? Cosa pensa in proposito della proposta di definire un tetto massimo di Cbdc per ciascuno?

Risposta. Ci sono diversi elementi che possono spostare gli equilibri.

Domanda. Quali sarebbero le conseguenze della partenza di criptovalute private e stablecoin come Diem di Facebook?

Risposta. Ci sarebbero problemi rilevanti se venissero approvate.

E’ necessario un quadro giuridico forte a livello europeo e internazionale.

La proposta del regolamento Ue MiCa è importante perché le criptovalute private possono avere impatti sulla stabilità finanziaria, possono interferire con la politica monetaria, avere implicazioni sulla tutela dei diritti dei cittadini e sulla privacy.

Perché le criptovalute statali?

Perché le Banche Centrali sono costretti a sostituire il credito bancario?

• I bilanci delle banche commerciali (Intesa, Unicredit, ecc) sono altamente indebitati come non lo sono mai stati.

• Le banche stanno già riducendo i finanziamenti e il credito al settore privato non finanziario, soprattutto alle aziende.

• Questo perché devono proteggersi dall'aumento dei fallimenti e mancati pagamenti che porteranno a pignoramenti sulle aziende e famiglie che non riusciranno a restituire i finanziamenti ricevuti.

• Il ritiro del credito bancario quando la domanda dei consumatori post-lockdown è altissima, non fosse altro che la gente non spende da mesi e sono aumentati di depositi in conto corrente da record, ostacolerà la produzione e l'offerta di beni ai consumatori, facendo aumentare ulteriormente i prezzi in generale.

Come si sta riducendo il credito bancario?

Ci sono due fonti attraverso le quali aumenta l'offerta di moneta: banca centrale e credito bancario. Anche a questo giro il credito bancario e il prestito al settore non finanziario sono inizialmente saliti come nel 2009, ma da allora sono scesi di poco più di $500 miliardi, come mostrato nel seguente grafico.

IL CREDITO BANCARIO TOTALE

IL CREDITO BANCARIO RETAIL

Allo stesso modo, scopriamo che anche il credito bancario nel Regno

Unito sta rallentando.

IL CREDITO BANCARIO TOTALE

IL CREDITO BANCARIO RETAIL

I prestiti delle Banche NELL’EURO ZONA alle attività non finanziarie

sono in calo.

IL CREDITO BANCARIO RETAIL

Per le Banche centrali e gli Stati creare nuovo denaro è l'unica risorsa che hanno a disposizione se vogliono rinviare un crollo dell’attuale sistema monetario.

E dato che il nuovo denaro per aziende e famiglie può essere creato solo dalle banche che prestano, e quest’ultime non possono più farlo, vogliono introdurre una valuta digitale emessa e distribuita all’occorrenza direttamente dalle Banche centrali.

Il Daily Telegraph ha riportato che i regolatori bancari dell'UE hanno ufficialmente avvertito di uno tsunami di bancarotte mentre i programmi di supporto economico sono stati terminati.

Lo ha riferito il Comitato europeo per il rischio sistemico: "Nella peggiore delle ipotesi, le insolvenze si materializzerebbero improvvisamente e innescherebbero una dinamica recessiva, causando ulteriori insolvenze”.

In sostanza, il picco dei fallimenti aziendali potrebbe paralizzare le banche Europee poiché un aumento delle insolvenze sui prestiti ne comprometterebbe la capacità di finanziare la ripresa e potrebbe addirittura mettere a repentaglio il progetto europeo.

Dovrebbe essere chiaro le Criptovalute Statali emesse dalle Banche Centrali, non sono altro che la replica della valuta attuale, ma con un differenza sostanziale:le banche centrali stanno iniziando a perseguire altri rimedi al problema del credito bancario cercando di aggirare completamente le banche commerciali e assumere il controllo diretto sia del denaro che dei flussi di credito.

Ci riusciranno in tempo? E convinceranno i liberi cittadini ad imporre un controllo totale del mezzo di scambio per eccellenza?

Viaggio nel tempoThe Economist, 9 gennaio 1988

Questa è la copertina della rivista THE ECONOMIST del 9 gennaio 1988.

TITOLO: Preparatevi per una valuta mondiale

La moneta d’oro, al collo della fenice, riporta l’anno 2018 e la scritta 10 Phoenix. Dei dollari bruciano sotto le sue zampe…

Fra trent'anni, gli americani i giapponesi, gli europei ed i cittadini di molti altri paesi ricchi e di qualche paese relativamente più povero, probabilmente pagheranno i loro acquisti con la stessa valuta.

I prezzi verranno battuti non in dollari, yen o marchi ma in, per così chiamarla, ‘fenice’.

Verrà preferita dalle aziende e dai consumatori perché sarà più conveniente delle valute nazionali di oggi, che in futuro saranno viste pittorescamente come la causa di gran parte della distruzione economica dell'ultima parte del ventesimo secolo.

All'inizio del 1988 sembra null'altro che una stravagante predizione.

Già cinque o dieci anni fa hanno proliferato proposte per un'unione monetaria, tuttavia non sono state in grado di far fronte alle vicissitudini del 1987.

I governi delle economie più importanti hanno provato a muoversi nella direzione di un sistema meglio gestito riguardo l'interscambio monetario - all'apparenza una logica premessa per una radicale riforma monetaria.

I governi hanno orribilmente pasticciato per mancanza di cooperazione nelle rispettive politiche economiche, e provocato la risalita dei tassi d'interesse che ha causato il crollo del mercato azionario lo scorso ottobre [ndr. 1987].

Questi eventi hanno sospeso le riforme di unione monetaria.

Il crollo azionario sembra aver insegnato che pretendere la cooperazione in politica monetaria può far più danni che altro e fino a quando non sarà possibile raggiungere in maniera fattibile una reale cooperazione (ovvero fino a quando i governi non cedano parte della loro sovranità economica) ulteriori tentativi di vincolare le valute non avranno successo.

Ma nonostante tutti i problemi che i governi si trovano ad affrontare (alcuni molto più

pressanti) ed in conformità con gli accordi internazionali riguardo le politiche macroeconomiche, sta crescendo la convinzione che i cambi valutari non possono essere lasciati a se stessi.

Si ricordi che l'accordo di Louvre ed il suo predecessore, l'accordo di Plaza del settembre 1985, sono state misure d'emergenza per far fronte ad una crisi di instabilità valutaria.

Tra il 1983 ed il 1985 il dollaro salì del 34% contro le valute dei partner commerciali dell'America; da allora è sceso del 42%.

Tali variazioni in soli quattro anni hanno alterato lo schema di competizione comparativa internazionale molto più drasticamente di quanto le forze dell'economia sottostante non riescano a fare in un'intera generazione.

Nei giorni scorsi le maggiori banche centrali del mondo, per timore di un altro collasso del dollaro, sono nuovamente intervenute nel mercato valutario..

Ministri che hanno a cuore il mercato come il britannico Nigel Lawson si sono convertiti alla causa della stabilità dei cambi valutari.

Funzionari giapponesi hanno preso in seria considerazione schemi come quello del EMS [European Monetary System, 1979] per le principali economie industrializzate.

Nonostante l'imbarazzante fallimento dell'accordo di Louvre, rimane la convinzione che qualcosa debba essere fatto riguardo i tassi di conversione valutari. E qualcosa verrà fatto, quasi certamente nel corso del 1988.

Ma poco dopo la firma del prossimo accordo, anche quest'ultimo farà la stessa fine del precedente. Ovvero collasserà.

I governi sono lungi dal subordinare i propri obiettivi domestici al fine di sostenere la stabilità finanziaria internazionale.

Molte altre crisi valutarie, altri crolli azionari e probabilmente una recessione o due saranno necessarie affinché i politici siano favorevoli ad affrontare seriamente questa scelta.

Se sarà così aspettiamoci una serie di emergenze seguite dai necessari rattoppi e poi nuovamente altre emergenze e così via fino al 2018 e oltre - eccetto per due cose.

Man mano che il tempo passa, il danno causato dall'instabilità valutaria aumenterà gradualmente; e la stessa tendenza che porterà a questo aumento di instabilità farà in modo che l'utopia di un'unione monetaria diventi sempre più fattibile.

Il più grande cambiamento economico mondiale dai primi anni '70 è stato il soppiantamento degli scambi commerciali a favore dei flussi di denaro in quanto a forza predominante per la determinazione dei cambi valutari.

Come risultato dell'incessante integrazione dei mercati finanziari, le differenze nelle politiche economiche nazionali sono capaci di perturbare il tasso d'interesse (o le aspettative del futuro tasso d’interesse), e nel contempo

provocare enormi trasferimenti di asset finanziari da un Paese all’altro.

Questi trasferimenti riducono il flusso dei ricavi commerciali ed i loro effetti nella domanda e offerta per le diverse valute, che riverbera nei cambi valutari.

Con il continuo sviluppo delle tecnologie di telecomunicazione, queste transazioni saranno sempre più rapide e meno costose.

Senza politiche di coordinamento economico la volatilità fra valute non potrà che aumentare.

A pari passo di questa tendenza c'è n'è un'altra - fatta di opportunità in costante aumento per il commercio internazionale. Anche questo è un regalo che arriva dal progresso tecnologico.

Il calo dei costi per il trasporto faciliterà la competizione di mercato tra Paesi distanti

migliaia di chilometri.

La legge del prezzo unico (che dice che un bene dovrebbe costare lo stesso prezzo ovunque, una volta convertito in valuta nazionale) si diffonderà progressivamente.

Capricci dei politici permettendo, le economie nazionali implementeranno un loro mercato finanziario - diventando sempre più aperte al mondo esterno.

Questo si applicherà al mercato del lavoro quanto alle merci, parzialmente attraverso la migrazione ma anche attraverso l'abilità tecnologica di separare il lavoratore dal punto in cui vive al punto in cui esegue il proprio lavoro.

Gli operatori contabili indiani elaboreranno le buste paga dei newyorkesi. Per tutti questi motivi le barriere economiche si stanno lentamente dissolvendo.

Man mano che la tendenza avanza, il fascino di un'unione valutaria quantomeno fra le maggiori economie industriali diverrà irresistibile a chiunque eccetto per i traders di valute ed i governi.

Nell'area della fenice, l'aggiustamento economico a fronte del variare dei prezzi relativi avverrà in maniera liscia ed automatica, a differenza di come avviene oggi fra le differenti regioni delle maggiori economie.

L'assenza del rischio valutario favorirà il commercio, gli investimenti e l’occupazione.

L'area della fenice imporrà strette misure ai governi nazionali. Non ci saranno cose come, per esempio, una politica monetaria nazionale.

L'emissione della fenice sarà fissata da una nuova banca centrale, derivata forse dal FMI.

Il tasso d'inflazione mondiale - e quindi, entro stretti limiti, ciascun tasso d'inflazione nazionale - sarà gestito da essa.

Ogni Paese potrebbe riscuotere tasse e programmare la spesa pubblica per ribilanciare temporanei cali nella domanda, ma dovrà sottoscrivere debiti anzichè stampare denaro se vuole finanziare il deficit di bilancio.

Non potendo più ricorrere all'inflazione come strumento di tassazione, i governi ed i loro creditori saranno costretti a valutare con più oculatezza di quanto non facciano oggi i piani di debiti e prestiti.

Questo significa una considerevole perdita di sovranità economica, ma le tendenze che rendono la fenice così allettante ridimensioneranno la sovranità in ogni caso.Anche in un mondo di valute più o meno

fluttuanti, i singoli governi hanno visto la loro indipendenza monetaria piegata dalla competizione del crudele mondo esterno.

Con il nuovo secolo che incalza, le forze naturali che stanno spingendo il mondo verso l'integrazione economica offriranno ai governi un'ampia gamma di scelta.

Possono decidere di seguire questo flusso, oppure possono costruire barriere.

Preparare la strada per la fenice significherà fare meno accordi di politica monetaria pretenziosi e farne di più che siano reali.

Significherà permettere e poi attivamente promuovere l'uso nel settore privato di una valuta internazionale da affiancare alle valute nazionali esistenti.

Questo permetterà ai cittadini di votare con il portafoglio una eventuale svolta

verso una completa unione monetaria.

La fenice nascerà probabilmente come un cocktail di valute nazionali, proprio come oggi lo sono gli Special Drawing Rights.

Col tempo, però, il suo valore contro le valute nazionali cesserà di avere significato, perché i cittadini la sceglieranno per la sua convenienza e stabilità di potere d’acquisto.

L'alternativa - ovvero preservare l'autonomia monetaria nazionale - potrebbe significare la proliferazione di controlli nientemeno che draconiani sul commercio e sui flussi di capitale.

Questa strada offrirebbe ai governi un periodo di splendore.

Potrebbero gestire i movimenti sui cambi valutari, distribuire denaro ed attuare

politiche fiscali senza inibizioni contrastando la risultante fiammata inflattiva con politiche sui prezzi e sugli stipendi.

Sarebbe una prospettiva disfacente per l'economia.

Segnati sul calendario l'anno 2018 e dai il benvenuto alla fenice quando giungerà.

I N T R O

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