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LE AREE PUBBLICHE PIÙ LOZZOSE DEL CAPOLUOGO
VIA ROMA e PIAZZA CARDUCCI
Questo il lascito del Sindaco Neri agli abitanti e turisti
LA TOVAGLIA DA OSTERIA
«Se un cittadino di Seravezza fosse andato all’estero nel 2001 e rientrasse oggi vedrebbe differenze
radicali».
E’ quanto dichiarò, a petto gonfio, il Sindaco Neri al corrispondente de IL TIRRENO nella velina pubblicata
il 20.09.2015, orgoglioso, scrisse l’estensore, “del lavoro fatto in questi anni ….: opere pubbliche, cambia-
menti che ha subito il suo territorio, trasformazioni - attente all'ambiente e al benessere degli abitanti - che
sono state decisive perché Seravezza quest’anno fosse premiata come primo comune d’Italia virtuoso.”
Tra le modifiche così tanto indovinate, elenca anche quella relativa alla Piazza Carducci nel Centro Storico
del Capoluogo, da me contestata, a suo tempo, con dichiarazioni scritte su un volantino che il Sindaco Neri
ritenne offensive; per questo mi querelò chiedendo ben 100.000 €, di danni morali; però il Giudice, non
trovò nelle mie esternazioni elementi penalmente rilevanti, ed anzi, le ricondusse in modo pieno al diritto di
critica riservato a chiunque, riconoscendo inoltre, che quanto da me riferito, corrispondeva alla verità.-
In merito agli emigranti
è opportuno ricordare
che nella frazione di
Ripa fu eretto un “mo-
numento” in loro onore;
tutti gli anni è meta di
ritrovo per coloro, or-
mai più pochi, che fu-
rono costretti a trovare
lavoro nelle miniere o nelle cave del Belgio; nella foto a dx se ne vedono alcuni.-
Quello che non è stato preso in alcuna considerazione, nell’articolo de IL TIRRENO, è ciò che avrebbe
pensato quel ritornato cittadino, dopo avere osservato le modifiche apportate; si dà per scontata, senza al-
cuna ipotesi dubitativa, la sua incondizionata approvazione; in questo sta l’errore.-
In quel gruppo che giunge ogni anno, ho parenti e conoscenti che regolar-
mente ospito per un pranzo; i commenti sulla piazza, per usare una espres-
sione del Sindaco, sono malevoli al 90%; quello più simpatico e con meno
pepe è stato: “pare una tovaglia da osteria”.-
Non c’è soltanto il punto di vista del Sindaco, ma anche quello della colletti-
vità che da tali opere oggi dovrebbe trarre giovamento; dopo qualche anno
dall’ultimazione dei lavori, possiamo trarre qualche conclusione.-
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Nei fatti, l’ambizione del sindaco Neri di connotare il suo mandato amministrativo con opere di grande rile-
vanza, è stato vissuto per 10 anni dalla popolazione locale come ripetuti attacchi di mal di pancia.
Nonostante si sia dato da fare per convincere della bontà dei suoi progetti e degli effetti favorevoli che ne
sarebbero derivati per le attività commerciali e ricettive, non è mai riuscito nel suo intento; ed a distanza di
tempo ci si avvede che lo scetticismo della gente aveva ben ragione d’essere.-
Il 29.10.2009, alle ore 12,43, il Sindaco così scrisse sul suo “blog”: “L'intento è quello di migliorare in
maniera più che significativa la qualità urbana del centro storico del Capoluogo, così da garantirne
una più elevata appetibilità commerciale e da qualificare ulteriormente la qualità del risiedere e del
vivere.”
Come poteva essere migliorato lo stato preesistente ? Pedonalizzando la
Piazza Carducci !!! Che diamine !!!
Ricordate com’era pri-
ma ? Un caos !!! Come
si vede nelle foto di ar-
chivio riportate a fian-
co, le auto sfrecciavano
da destra e da sinistra
con il rischio di travol-
gere i numerosi pedo-
ni.-
Lo testimoniò anche il
progettista dell’opera,
arch. Bascherini, nella
relazione tecnica al progetto esecutivo: infatti così si espresse:
“La piazza di Seravezza svolge una funzione prevalente-
mente di parcheggio contrariamente al ruolo che gli com-
pete. Di giorno questo grande spazio urbano indefinito
vuoto di rapporti somiglia uno slargo stradale sul quale
sfrecciano da un lato all’altro le automobili. Ha un aspetto
sciatto con scarse aree di sosta e la quasi impossibilità di
svolgere dignitosamente quegli spettacoli legati alla vita
cittadina siano essi spettacoli teatro dialettale manifesta-
zione pubbliche e commerciali ecc.”
LA PIAZZA CARDUCCI – DA
SEMPRE LUOGO DI SOCIA-
LIZZAZIONE E SPETTACOLI
Ho voluto evidenziare questa ultima parte solo
per smentire, con altre foto ricordo, il progettista
che tutte le inventò pur di giustificare la rivoluzio-
ne estetica da lui programmata.
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Contrariamente a quanto relaziona, la Piazza Carducci, prima che guadagnasse la fascia tricolore un
sindaco che vi vietò le manifestazioni per spostarle nell’area laterale al Palazzo Mediceo, è sempre
stato il luogo di eventi e di tutto quanto faceva spettacolo, festa, folclore, musica, banda, balletto, saltim-
banchi, teatro dei burattini, mostre di pittura e scultura, - (ricordate “pittori in piazza ?) – lancio del pallone
aerostatico, festa della castagna, rappresentazioni di opere liriche, il “maggio”, ecc. ecc;. si svolgevano in
questo luogo, perfino i comizi elettorali.-
Nella foto a fianco, infatti, si nota il palcoscenico e le quinte
erette per la rappresentazione della Carmen che andò in
scena il 14.08.2003, ultima delle rappresentazioni operistiche
nel Capoluogo; nella pagina precedente si vede la Banda dei
Costanti fare uno dei suoi servizi annuali.-
Chi ha vissuto le vicissitudini della trasformazione della via
Roma e di Piazza Carducci, nel Centro Storico del Capoluo-
go, ricorda che i mal di pancia iniziarono con l’esposizione di
progetti esecutivi alle Stalle Medicee venerdì 23 ottobre
2009 e proseguirono con le successive riunioni del Sindaco
con i titolari delle attività raggruppate nel Centro Commercia-
le Naturale.-
Quanto si è sfegatato il Sindaco Neri !!! Voleva convincere che con la trasformazione della Piazza e
Via Roma si sarebbe valorizzato l’intero Capoluogo ponendolo in ideale collegamento con l’area medicea,
luogo di interesse turistico; però, si attende ancora oggi lo sciamare nel centro storico di quelle frotte
di turisti annunciate dal Sindaco, pronte a fare shopping nei negozi, bar, taverne, gelaterie, e magari
comprar casa.-
MEGLIO ORA O PRIMA DELLA TRASFORMAZIONE ?
Miglioramenti economici
I lavori sono stati da tempo ultimati e, pubblicizzati sulla stampa; il traffico su ruote è stato regimentato, va-
sti spazi sono in uso alla numerosa colonia di pedoni frequentatori del sito, come si può osservare dalle
foto di archivio, scattate nelle ore di punta.-
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In queste ulteriori foto, prese nel momento di maggior traf-
fico, si comprende ancor meglio come sia stata fortemente
avvertita l’esigenza di salvaguardare i pedoni dal rischio di
incidenti; osservate quanta gente !!!!
Le piccole attività commerciali, prima dell’inizio dei lavori,
risentivano della naturale recessione economica e della
concorrenza dei supermercati; ebbene, il Sindaco, fece in-
travedere agli imprenditori la possibilità che con la “rivalu-
tazione” del Centro Storico sarebbero rifiorite anche le
vendite ed i ricavi perché ci sarebbe stato maggior afflusso
di gente da fuori.-
Oggi, a distanza di qualche anno, è possibile fare una verifica delle
profetizzazioni.-
A tal fine va tenuto presente che nella maggioranza dei casi, i locali
al piano terra degli edifici del centro, hanno assunto una vocazione
commerciale nei primi anni del secolo scorso, quando Seravezza
era il fulcro economico dell’intero territorio comunale; qui ricadeva-
no gli interessi della piana e della montagna; qui si acquistava tutto
quanto necessitava per la casa, per vivere, per l’orto, la vigna, il bo-
sco; qui i contadini quercetani venivano per acquistare, perfino “il
bottino” che era loro necessario per concimare i campi.-
Dieci anni fa, molti di tali fondi al piano terra erano sfitti da tempo; alcuni erano stati di fatto incorporati nel-
le soprastanti porzioni di edificio residenziali e tolti dal commercio.-
Ebbene, a distanza di anni dal restauro del Centro Storico, la situazione non è mutata: i negozi vuoti allora
sono vuoti anche oggi; tra quelli in attività allora oggi qualcuno è stato chiuso; chi gestisce quelli aperti non
è motivato dall’esiguità degli incassi, ma dalla volontà di superare il periodo che li separa dal pensionamen-
to per poi chiudere o passare la mano a qualche coraggioso.-
Ci sono stati tentativi di aprire nuove attività che sono naufragati nell’arco di un anno.-
Insomma di quanto profetizzato dal Sindaco Neri niente si è avverato, salvo un debito di oltre 100.000 €.
che ha contratto ponendolo a carico dei cittadini.-
Miglioramenti urbanistici
Visto il clamoroso “flop” – (fiasco) - a livello eco-
nomico, resta da valutare la trasformazione sotto
l’aspetto architettonico e la fruibilità degli spazi.-
La via Roma si presentava come una bella strada,
con due ali di piante sempreverdi di ilcio di rag-
guardevole altezza che avevano necessità di
qualche periodica potatura per non tarpare la vista
dalle finestre delle abitazioni fronteggianti.
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Al loro posto sono state messi a dimora
degli alberelli da frutto, che nessun vor-
rebbe avere nel proprio giardino:
d’inverno sono senza foglie e si presen-
tano come tante scope da stradino, vol-
tate per aria. In estate fanno qualche
frutto che si “spiaccica” sui marciapiedi
realizzati in marmo bianco bocciardato.-
Il precedente pavimento, in marmo
bianco e colorato, leviga-
to, tipo alla palladiana,
era soggetto a sporcarsi
ma la macchia multicolore
del marmo ne salvaguar-
dava il lato estetico; spesso un buon acquazzone era
sufficiente per un valido lavaggio.-
L’attuale pavimento dei marciapiedi ed anche i rigoni in
marmo bianco, per l’asperità superficiale, raccolgono la
polvere in quantità che si sovrappone e solidifica, non-
ché la gomma da masticare, che non si stacca né tre
né due, o qualche spruzzo di vernice, olio od altro; se
non si interviene frequentemente
ad effettuare il lavaggio con
l’impiego obbligato di una idropuli-
trice, il marmo da bianco assume
una colorazione grigia con mac-
chie sparse con effetto carta geo-
grafica.-
Quindi, tutto sommato, era
meglio quello vecchio e ri-
chiedeva meno spese di co-
stante e programmata manu-
tenzione, che l’ammini-
strazione Neri lesina.-
Ogni commerciante, oggi, prova
vergogna per avere un marciapiede tanto sporco di fronte alla sua bottega; qualcuno ha preso, più volte,
l’isolata iniziativa di lavare con uso di detergenti, per ravvivare il bianco del marmo.
L’effetto, però, è stato deleterio perché a causa della pendenza del marciapiede verso la Piazza Carducci,
l’acqua scorre in rigagnoli transitando davanti agli altri ingressi, depositando le materie di primo lavaggio,
aumentando il lerciume di fronte agli altri negozi; pare che tale iniziativa individuale sia stata autorevol-
mente sconsigliata: meglio sporco, ma omogeneo.-
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Se poniamo a confron-
to vecchia e nuova su-
perficie del piano stra-
dale, nessuno di buon
senso può dire che
l’attuale calcestruzzo
architettonico, costato
un occhio della testa,
perché colorato di ros-
so con pigmenti acqui-
stabili solo all’estero,
sia meglio del grigio
del vecchio asfalto.-
Quello che subito si evidenzia è che il rosso di progetto è di fatto divenuto un piano dall’aspetto
polverulento, prevalentemente impregnato e macchiato da olio, morchia, strisciate di copertoni
d’auto e quant’altro può restare attaccato alle ruote di auto, camion, furgoni provenienti da cave, of-
ficine meccaniche, laboratori di marmo, aree di scavo, campi coltivati, ecc. ecc; non dimentichiamo
gli escrementi dei cani.-
UNO SPETTACOLO CHE INDIGNA TUTTI, MA NON IL SINDACO, che fa scrivere su IL TIR-
RENO di giovedì 25 febbraio: “Piazza Carducci è ormai una bella immagine da cartolina. Ad
impreziosire la suggestiva piazza di Seravezza adesso c’è anche Palazzo Rossetti.-”
Quanto alla fruibilità degli spazi, andrebbe posta in relazio-
ne alla presenza delle attività commerciali.
La piazza è stata pedonalizzata e quindi le auto che giun-
gevano trovando uno spazio per la sosta, oggi devono cer-
care fortuna negli spazi segnati a bordo del Torrente Serra,
fino a Riomagno; chi guida, trova quasi sempre tutto occu-
pato e rinuncia alla fermata, all’ingresso nel negozio, e
prosegue verso altri destini col proprio denaro: il commer-
cio locale langue come prima.-
LE RETROMARCE DEL SINDACO
Addio allo spostamento del mo-
numento ai caduti
La programmazione della trasformazione ur-
banistica e d’uso della Piazza Carducci fu af-
frontata con superficialità e buona dose di in-
competenza; lo dimostrano i numerosi passi
indietro compiuti dal Sindaco.-
Il primo, più clamoroso ed indigesto per lui,
fu la rinuncia allo spostamento del monu-
mento, determinata dal NIET della Soprin-
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tendenza alle Belle Arti di Pisa, da me sollecitata non
appena presi visione del progetto insieme ai commer-
cianti.- (vedi a lato)
Scrisse il Sindaco in un comunicato dell’aprile del
2010: “Il parere definitivo della Sovrintendenza (pe-
raltro prontamente richiesto fin dal lontano 18 no-
vembre 2009), purtroppo, non ci consente lo spo-
stamento del Monumento e questa, a mio modesto
giudizio, è un’occasione perduta perché non riusci-
remo con questo primo lotto di lavori a realizzare quella grande Piazza che ci eravamo immaginati;
ma è anche vero che il confronto con la Sovrintendenza ci ha consentito di mettere a fuoco alcuni
altri dettagli e di migliorare l’insieme del progetto che le avevamo presentato. Resta inalterata,
comunque, la grande portata dell’opera che ci accingiamo a realizzare e che punta fortemente a mi-
gliorare la vivibilità del centro cittadino e a dare un rinnovato e forte impulso alle attività commer-
ciali.-“
Addio alla pedonalizzazione esclusiva della piazza
Sopra i quadri della “tovaglia rossa” il Sindaco non vo-
leva che passassero automezzi di alcun genere e, per
evitarlo, fece apporre degli appositi dissuasori al bordo
della strada centrale della Piazza.-
Non aveva pensato, però, alle necessità dei raccoglitori
della nettezza urbana, che furono i primi a sfidare il di-
vieto passando tra un dissuasore e l’altro.-
Con il ritorno del mercato nella piazza, sul suo divieto fu il
primo a “sbattere il muso”, come si dice da queste parti
senza intento di offendere.-
La Piazza Carducci è da sempre deputata ad accogliere le
bancarelle del mercato che giungono sul posto non più
con i carretti a ruote, ma su automezzi furgonati, più o
meno nuovi, più o meno scassati, con possibili perdite di olio e carburanti.-
Poiché il mercato non si può spostare definitivamente, al Sindaco non restò che chinare la testa, fare un
passo indietro, e consentire che detti automezzi invadessero le aree proibite, quadrettate, ma
ad una condizione: ai motori andava messo il pannolone fornito dall’Amministrazione
Comunale.-
Il loro utilizzo non era facile: per raggiungere gli stalli di sosta assegnati nella piazza, si dove-
vano fare diverse manovre; centrare i pannoloni stesi in terra rendeva ancora tutto più difficile;
il posizionamento, inoltre, doveva avvenire secondo una cronologia prestabilita perché l’arrivo
in ritardo di qualche commerciante impediva lo stazionamento delle bancarelle degli altri.-
Oltre alle suddette difficoltà anche la comunicazione da me data con un volantino sulla facile
combustione del materiale gommoso che costituiva il pannolone, convinse prima uno e poi gli altri a farne a
meno; e da quel momento i sogni del Sindaco andarono in frantumi.-
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La piazza frequentata dagli ambulanti, sia nei giorni mercato che nella ricorrenza della fiera di San Lorenzo
e di altre manifestazioni, cominciò a macchiarsi e nel contempo, per le condizioni climatiche, a decolorarsi,
fino a raggiungere lo stato di degrado ben visibile tutt’ora.-
Addio ai dissuasori in ferro ed alle catene
Per consentire agli ambulanti di raggiungere i propri stalli, era
necessario che, personale pagato dal comune, togliesse in
tempo utile i dissuasori in ferro inseriti ai bordi delle aree pedona-
li colorate; poi, al termine del mercato, dovevano essere riposi-
zionati in loco.-
Si trattava di una attività alquanto dispendiosa ed impegnativa
perché andava condotta in orari di lavoro compatibili con quello
degli ambulanti che, in estate, alle 6,30 sono già in loco; l’orario
dei dipendenti comunali inizia almeno un’ora più tardi.-
Spesso il personale addetto preferiva anticipare tali manovre nel pomeriggio della domenica.-
Si era manifestata, inoltre, anche la necessità di consentire l’accesso ai mezzi dei fornitori dei negozi che,
per il carattere stesso della loro attività, non possono sottostare a orari prefissati; pertanto devono avere
accesso libero all’interno della “tovaglia”.
Il Sindaco, quindi, decise di fare un ulteriore passo indietro, eliminando definitivamente anche i dis-
suasori in ferro, nonché le catene applicate tra quelli in marmo che delimitano il resto della Piazza,
escluso lato Via Campana / Via Bigongiari.-
La tovaglia, oggi, è terra di nessuno: tutti, volendo, vi possono accedere e recedere.-
Addio al divieto di esercitare attività ludiche
Inizialmente era vietata qualsiasi attività sportiva o ricreativa all’interno della tovaglia; il gio-
co del pallone, nel centro storico, era proibito ancor prima della ristrutturazione della Piazza
per le difficoltà create al traffico e garantire la quiete ai residenti.-
Dopo l’individuazione delle aree da destinare esclusivamente ad uso pedonale, fu tollerato
che, i bambini più piccoli, potessero giocare a palla perché, data l’età, non si paventavano
danni; agli infanti, però, si sono uniti i più grandicelli ed allora si è evidenziato un problema,
addirittura di ordine pubblico.-
L’11 aprile 2015, pertanto, il Sindaco emise un’ordinanza, non leggibile sul sito del Comune, che da allora
vieta ai maggiori di 11 anni il gioco del pallone in tutta l’area pedonalizzata.-
CONCLUSIONI ? Le lascio ai lettori !!! ...............................
Geom. VITTORIO TARABELLA
TENERIFE 28.02.2016 – scritto da me, stampato e distribuito gratuitamente da un familiare
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